mercoledì 23 gennaio 2013

CON QUESTO FA "48"...CON FESTA EQUINOZIALE


"Carlos Castaneda: «Allora che cosa deve fare un uomo per diventare un uomo di conoscenza?»
Don Juan: «Deve sfidare e sconfiggere i suoi quattro nemici naturali. Un uomo va alla conoscenza come va alla guerra, vigile, con timore, con rispetto e con assoluta sicurezza. Andare verso la conoscenza o verso la guerra in qualunque altro modo è un errore, e chi lo commette potrebbe non vivere abbastanza a lungo per rimpiangerlo. Quando un uomo ha soddisfatto questi quattro requisiti - essere perfettamente vigile, provare timore, rispetto e un'assoluta sicurezza - non dovrà rendere conto di alcun errore; quando è in questa condizione, le sue azioni perdono la fallibilità delle azioni di uno stupido. Se l'uomo sbaglia, o subisce una sconfitta, avrà perso soltanto una battaglia e non dovrà pentirsene amaramente.»

Il 48° post -e sul significato di 48 ne sapete molto, e ne avete dette molte- lo voglio riservare alla poesia...

Dedicato a voi, ""Knights nella notte" della democrazia, dervisci rotanti della Verità, Warriors della conoscenza. 
...e non mi venite a dire che siccome sono in inglese (le ho ricevute così from USA), non si capiscono.

"The Indian Warrior"
If the American Indian Warrior
taught us anything at all,
it was the delirious feeling
of seeking the battle field
and burning up in a puff of air,
young and strong
away forever
from the feebleness of age.
(Carlos Castaneda)

....Dear friend,
Your heart is a polished mirror. You must wipe it clean of the
veil of dust that has gathered upon it, because it is destined to
reflect the light of divine secrets.
(Abu Hāmid Mohammad ibn Mohammad al-Ghazzālī)


If you could get rid
of yourself just once,
the secret of secrets
would open to you.
The face of the unknown,
hidden beyond the universe
would appear on the
mirror of your perception.
(Jalāl al-Dīn Rūmī)


Per i lettori "motivati": ci vediamo il 16 marzo, organizzazione in concreto da definire in base al numero delle adesioni, da far pervenire entro la fine di febbraio (adesioni da ufficializzare a sil-viar@virgilio.it, per semplicità). Salvo ulteriori comunicati sui dettagli :-)

15 commenti:

  1. Fatto.
    Con tutto il rispetto per Don Juan, passerò la sera a meditare su come conciliare "provare timore" e "provare assoluta sicurezza". :)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. :-) Lo stesso Don Juan, affermò che la conoscenza è fatta di apparenti contraddizioni...per la mente. La prima è concliare "la meraviglia con il terrore di essere uomini", la percezione di questo mondo misterioso e meraviglioso con la realtà terrificante di un Universo predatorio...Ma la conciliazione avviene nel regno della consapevolezza dove non influisce la mente :-)

      Elimina
  2. Sì, tutto bello e molto mistico, ma io ora dove lo trovo del peyote a quasi mezzanotte in pianura padana?
    Al massimo posso trovare dell'"erba del diablo", ma non mi ispira molta fiducia. :-)


    (scusate....reduce da una serata tra amici un pò etilista e quindi non particolarmente lucido). Augh...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Mah, se trovi il tempo di leggerti "Il lato attivo dell'Infinito" e gli altri libri scritti dopo il 1982, scoprirai -con un pò più di "clarity of consciousness"- che il peyote è...l'ultimo dei problemi (si vede che non hai cliccato sul link messo nel post in corrispondenza di "Carlos Castaneda" :-))

      Elimina
    2. Quello in effetti mi manca, ho letto il classico "A scuola dallo stregone", seguito da "l'Isola del Tonal" e "Gli insegnamenti di Don Juan", ma poi mi son fermato una volta esaurita la vena new age (era un'altra età...bei tempi).
      Certo "Gli insegnamenti" letti a vent'anni forse lasciano ben poco (e infatti mi ricordo molto poco di quel libro). Lo metto nella lista "libri da rileggere"?

      Elimina
    3. Boh, se proprio ti interessa l'argomento mi vedrei i libri post 1982 (a partire da "Il dono dell'Aquila"), e in particolare "Il lato attivo dell'Infinito"...

      Elimina
    4. Sì, dopo attenta rilettura mi rendo conto che quanto detto da Don Juan si adatta perfettamente ad alcune (molto poche, ma è giusto che sia così) esperienze di vita. Auguro a tutti la buona notte, contraccambiando con una "poesia" di un uomo a molti sconosciuto, ma che io continuo ad ammirare...o forse invidiare.

      "E’ ora di stendere le mie bianche vele alla leggera brezza di sud-est che mi annuncia essere giunta l’ora di partire ancora una volta verso quella linea dell’orizzonte che la mia barca non raggiungerà mai. Ma dietro quell’orizzonte ci sono altre terre, altri amici che vorrei conoscere meglio prima di doverli lasciare. Destino del marinaio, sempre insoddisfatto, perché pensa che, sull’altra riva, sempre più lontano, debba trovarsi quello che cerca."

      Elimina
    5. La prua scivolava sull'acqua e la costa,
      Nera d'uccelli, lanciò un ultimo sguardo
      Ai suoi ricci sferzanti e all'occhio blu-balena;
      La città scalpicciata tinnì un augurio sui ciottoli.

      Allora addio, mormorarono
      La sabbia affettuosa e i parapetti
      Del molo abbacinato, addio alla barca
      Col pescatore, dall'àncora libera e ferma

      Come un uccello uncinante sul mare,
      Tirata in secco sulla cima dell'albero.
      Va, naviga per me, e non voltarti mai,
      Disse la terra che stava a guardare.

      Le vele bevvero il vento e bianco come latte
      Filò veloce bevuto dal buio;
      Il sole a occidente naufragò su una perla
      E dalla sua carcassa uscì a nuoto la luna.
      ...

      Alla fine ho commentato questo post troppo spirituale, io che un'anima non ce l'ho, ho solo un animale (cagnaccino). Colpa di Carlo e Bernard.

      Elimina
    6. Don Juan non utilizzava il termine "spirituale", Carlos Castaneda lo ridicolizzava e...io stesso non lo vedo molto bene :-)
      E neppure il termine "anima" troverai in questo post e, più ancora, nei brani citati.
      Le uniche parole che possano vagamente rammentare questi termini sono "heart" e "universe".
      Forse sei priva di "cuore" e neghi l'immanenza dell'Universo? :-)
      Ma la poesia che ci regali, parla del navigare "lontano da", "oltre", le coste "familiari", fino alla notte, da cui emerge la Luna, che illumina il Cielo stellato, rappresentazione dell'Universo...compagno dei "navigators"

      Elimina
    7. Castaneda ahimè non l'ho mai letto, colmerò cotanta lacuna asap.

      48, avendo bazzicato li peggio filosofi, io i "termini" Spirituale e Anima non li ho mai cancellati dal mio linguaggio: sarò mica OT?

      http://it.wikipedia.org/wiki/Anima.
      http://it.wikipedia.org/wiki/Antroposofia

      Volevate una gara di Poesie? Ma ditelo:))

      Alexis Diaz Pimenta - Dagli occhi di un bambino...
      Dagli occhi di un bambino decollano gli aeroplani.
      Se chiudesse gli occhi cadrebbero.
      Solo il suo stupore li mantiene sospesi,
      la sua piccola mano li innalza,
      il suo cuore li muove e li allontana.
      Senza un bambino appiccicato ai vetri,
      alle alte ringhiere di una terrazza adulta,
      gli aeroporti morirebbero d'orrore.
      Un bambino non potrà mai pronunciare la parola
      "aeronautica"
      ma da lui dipenderà l'imitazione dell'uccello.
      Un bambino non saprà calcolare le distanze
      ma è lui la garanzia del ritorno.
      Ogni aeroporto deve avere un bambino incollato ai vetri, accanto aglialtoparlanti, dovunque si acquatti la paura.
      Grazie a lui durerà meno lacrime il rientro di tutti, soffrirà meno baci l'addio delle madri
      e le hostess potranno prescindere da avvisi insulsi.
      Un aeroplano per aria
      sono molti bambini che guardano l'orizzonte.



      Elimina
    8. Sì, Dylan Thomas, poeta amato da Don Juan, tra l'altro...

      Elimina
    9. Dylan Thomas? Avevamo detto dovevi essere più sintetico, non ermetico:)
      Se perdiamo l'incanto dei bimbi: cosa resta? Quel ennui, quelle Barbe!

      Elimina
    10. Se, se...che barba che noia, che noia che barba..Sandrina: era un aggiunta alla risposta a Sil-viar, precisante l'autore della poesia da lei citata

      Elimina
    11. :)Infatti mi sembrava strana la tua risposta, non conoscevo questa poesia di Dylan T. e nemmeno ho avuto tempo di documentarmi, mi perdonate vero:)

      Elimina
  3. Dreaming

    Lenta scorre l'ora, uggiola un cane.
    Nella notte un rombo fioco s'ode
    passare e perdersi per vie lontane.

    Immerso nel dubbio che mi rode
    il pensier mio somiglia
    a un cupo oceano immenso
    ch'avvolge una conchiglia.

    Emerge poi dal buio denso
    senza colori e senza forme
    un volto etereo, simbiotico e cangiante
    finestra illuminata d'una città che dorme.

    E tutto il tempo si condensa in un'istante.
    Nel supremo silenzio che l'infinito avvolge
    cresce il Sogno del Durante
    colle sue infernali bolge...

    Poi volta la prora nel mattino
    spiegammo le ali al folle volo
    verso ciò ch'è lontano eppur vicino...

    So bene che il poeta è colui a cui manca quel quid d'energia per divenire un guerriero. Plagiando con creatività Pascoli, Dante etc. posso fingere con molta dignità d'essere un poeta.

    RispondiElimina