giovedì 7 febbraio 2013

THE (DEUTSCHE-DUTCH)BANK AND "IPERBOREAN" REPORT - PARTE 1

Non finirò mai di lodare Flavio, il più attento e attendibile "osservatore-commentatore" che possono augurarsi i lettori di un blog. Questa è la prima "puntata" di una panoramica sulla "vera" situazione finanziaria, privata ma anche pubblica (se non altro lo diventerà) dei paesi che amano, sopra ad ogni cosa, "darci delle lezioni" col ditino puntato.
Facciamo un'ipotesi: nel 2014 entra in vigore "a regime" il Fiscal compact con l'obbligo del pareggio di bilancio. Ma mica solo nostro. Anche dei "virtuosi". Ora, considerato che i salvataggi bancari, delle "too big to fail" sono presi in carico dei singoli Stati (che le considerano tali e che comunque sono spesso già largamente creditori-azionisti delle stesse), cosa succederà se tutti si trovassero simultaneamente in condizione di non rispettare questo "vincolo"?
Invocheranno il "pareggio tecnico" chiamando "ciclo economico" la gigantesca serie di illeciti comportamenti e transazioni poste in essere praticamente da tutto il sistema bancario UEM e dovuti alla "trappola" delle insolvenze, scontate nel credito massivo erogato a debitori non più in grado di alimentare l'acquisto dei beni dei "creditori"? Un problema figlio della asimmetria irrisolta e insostenibile della moneta unica?
In Olanda hanno cominciato ad agitarsi da qualche mese. Ovviamente si potrà dire che per la spesa pubblica "sociale" o i public investments, 'sto vincolo non lo si può violare, ma che, invece, per "sanare" le voragini bancario-speculative si tratterebbe di un "riequilibrio naturale"...??? "Naturale"? Eh sì, perchè lo Stato non deve intervenire per i cittadini altrimenti mi diventano "parassiti", ma per le banche è una priorità di sistema... 

L'esposizione che segue è un crescendo rossiniano di notizie e dati sui quali c'è molto di che preoccuparsi. Specie con riguardo a chi, alla fine, è previsto che paghi il conto (è inutile dire che, trattandosi di Flavio, i links attivi sono tutti da gustare)...

Guadagni, concorrenza, crescita”. Si intitola così il documento datato 20 ottobre 2011 redatto da Dieter Bräuninger, Senior Economist di Deutsche Bank, rimasto segreto alla maggior parte dei cittadini europei ma ben padroneggiato da Bce, Fmi e UE. Un paper a dir poco interessante, che fa luce sui veri motivi delle manovre lacrime sangue imposte dalla Troika, o dai premier a lei associati, ai paesi meridionali dell’Eurozona. Perché ci accingiamo a parlare di questo istituto e di questo presunto studio? Fin troppo facile replicare. Esso sgombra il campo in modo efficace ed istantaneo alle possibili accuse di “complottismo” rivolte ai critici dell’UEM e del suo operato fin’ora imposto alle popolazioni di Grecia, Portogallo, Irlanda, Spagna ed Italia.

Prima di sottoporlo alla Vostra attenzione però, pare utile un “piccolo” ma doveroso excursus sul protagonista, o sui protagonisti, di cui andremo a parlare: partiamo come sempre dai dati.

Deutsche Bank AG è una banca tedesca, è uno dei colossi europei del settore finanziario, ha sede a Francoforte sul Meno – ove risiedono pure la BCE, la Bundesbank, l’azienda farmaceutica Sanovi Avensis, la Commerzbank e la Dresdner Bank (di cui era funzionario in Italia Antonio Rizzo, alias Superbonus blogger FQ,  la “gola profonda” del caso MPS)  – ed è stata fondata nel marzo 1870.
E' una delle più grandi banche mondiali per volume di assets detenuti (2,16 trilioni di euro, pari all’80% del PIL tedesco, un tipico caso di too big to fail” bank, accanto a BNP Paribas SA), la seconda per “leva finanziaria” (44 volte il proprio capitale pari a circa 52miliardi di euro, seconda solo a Credit Agricolé Sa, con 46) ed infine uno dei 5 super primary dealer dei titoli di debito pubblico italiano, posizione che le permise di “innescare” la crisi italiana nel luglio 2011 scaricando ben 7 degli 8 miliardi di titoli di debito italiano detenuti in portafoglio ed attirandosi così addirittura gli strali di Romano Prodi  e dell’editorialista del CorSera Mucchetti, due personaggi di spicco del Partito Unico dell’Euro.

Definire quest’ultima operazione un colpo basso architettato a dovere non pare essere fuori luogo: quando un detentore di titoli come la Deutsche Bank vende in blocco una obbligazione di uno Stato membro dell’Unione per un tale ammontare, istantaneamente la percezione del rischio paese si alza. E’ naturale.
Il mercato “sente” che quel titolo è poco sicuro non perché i fondamentali del paese siano “malati” oltre i limiti del dovuto – il debito estero italiano, seppur in peggioramento prima della “cura da cavallo” montiana, era ancora 30 punti ben al di sotto della soglia limite di circa il 55% PIL – bensì a causa della vendita repentina del titolo da parte di un investitore che ne detiene una quota importante. Una self-fulfilling expectation, al contrario, che pose l’Italia di fronte all’aut aut della BCE-BundesBank: o fate le riforme, o vi facciamo fallire… Un bell’esempio di Unione solidale, non c’è che dire.

Le notizie interessanti riguardanti il colosso teutonico, il cui senior advisor in Italia è nientemeno che Giuliano Amato, i cui compiti sono di fornirle “un contributo all'interpretazione degli scenari politici e macroeconomici e nella valutazione degli interventi e delle normative del Governo, fornendo la propria consulenza”, non sono di certo finite qui: chi ha aiutato ad esempio Rocca Salimbeni, o se preferite il Monte dei Paschi di Siena tanto di moda ultimamente sui giornali, nel dicembre 2008 a mascherare i suoi conti in disordine attraverso l’operazione denominata Santorini da ben 1,9 miliardi di euro ?
E chi attraverso la sua filiale americana Taunus Corp. – succursale con un capitale di circa 5 miliardi di dollari ed assets detenuti (per lo più titolo garantiti da mutui ipotecari) pari a 380 miliardi di biglietti verdi, con cosiddetta “leva finanziaria” pari a 78, un’enormitàè una delle più esposte sui mutui subprime americani e sta attirando le ire e le “pericolose” attenzioni delle autorità di controllo bancario statunitensi?
Chi è partner della Bocconi, presieduta da Mario Monti fino a pochi giorno dopo la sua nomina a Primo Ministro del governo italiano?
Chi è dentro le trattative per lo scorporo rete dell’ex monopolista Telecom Italia?
Chi è sospettato d’aver nascosto perdite per circa 12 miliardi  su prodotti finanziari derivati?
E chi ha messo in piedi un piano da 1900 licenziamenti (naturalmente fuori dalla Germania) per poter risparmiare 3 miliardi di euro  con cui andare a coprire prossime perdite  nel proprio bilancio?
Premettendo che, al giorno d’oggi, tutti gli istituti finanziari hanno numerosi e “polposi” scheletri nell’armadio, non possiamo esimerci dal giudicare questa specifico istituto una bella bomba ad orologeria (confrontare per credere i CDS sui titoli delle banche), una mina “vagante” pronta ad esplodere, posta nel cuore finanziario ed economico europeo e, perché no, americano: da un bel pezzo infatti le autorità di vigilanza bancaria statunitense, come anticipato poc’anzi, chiedono ulteriori 20miliardi di capitalizzazione  per soddisfare gli standard minimi di sicurezza della controllata Taunus Corp., a cui il direttivo dell’istituto tedesco ha replicato pensando bene di cambiarne lo status, facendola diventare un’entità a sé benché collegata a Francoforte.
Una scappatoia certo… ma che non cambia di molto le carte in tavola, lasciando invariata la situazione aldilà di un oceano che ogni giorno di più diventa sempre più burrascoso.

I nostri cari amici tedeschi (le classi dominanti, non di certo i lavoratori, sia chiaro) non sono nuovi a questo tipo di leggerezze. Ben sappiamo come il contribuente tedesco abbia praticamente salvato una dopo l’altra le banche tedesche in difficoltà quali Hypo Real Estate  con 140 miliardi elargiti sull’unghia, Commerzbank  per altri svariati miliardi  e le varie Landesbanken  e Sparkassen azzoppate dalle rischiose operazioni nell’Est Europeo o sui mutui ipotecari americani, di cui sono state, a livello europeo, le più voraci procacciatrici.
Effettivamente, come si riscontra leggendo Panorama  e come deve notare la stessa Repubblica, di certo non avvezza a queste rivelazioni, non è difficile notare come il “guardiano dell’UEM”, la tanto laboriosa e produttiva Germania che traina il pericolante carro dell’Eurozona e ne porta saggiamente in mano le redini, a conti fatti, sia un gigante dai piedi di pasta frolla (o marzipan?), con una esposizione al credito inesigibile americano abnorme ed una sofferenza nel settore periferico dell’Eurozona pari a 704 miliardi di dollari (circa 550 miliardi di euro al cambio attuale). Benissimo.

Una volta dato uno sguardo a tutte queste tematiche, il quadro finanziario di Berlino appare tutt’altro che sicuro, o degno della nomea che sui mass media Frau Merkel e sodali si guadagnano quotidianamente La Germania ha il sistema industriale più forte e il sistema bancario più debole” sintetizza Giuseppe Scognamiglio, capo delle relazioni pubbliche all’Unicredit, mentre “l'Ocse dice la sua sul patrimonio delle banche europee, e stabilisce che gli istituti francesi e tedeschi sono i più sottocapitalizzati, e i loro soci dovrebbero rafforzarli per una parte significativa dei 400 miliardi di euro di fabbisogno che l'istituzione sovranazionale ha riscontrato.”

Il quadro sulla Germania e sul suo sistema appare chiaro. Ma c’è un ulteriore paese  di cui potremmo parlare: dell’Olanda  e dei salvataggi delle sue banche, del debito privato esagerato  dei suoi cittadini e della "produttiva ed efficace" spesa sanitaria olandese. Entriamo solo per un istante nel dettaglio di questi link, riportandone per comodità i passi forse più importanti:
- il Sole24ore afferma: “I contribuenti olandesi sono infuriati dopo aver speso 30 miliardi di euro dal 2008 per il salvataggio di varie banche olandesi: della banca Fortis, compresa la sua partecipazione in ABN Amro Holding NV, agli aiuti per ING Groep NV, SNS Reaal NV, Aegon NV , la DSB Bank NV e Landsbanki Islands, oltre alla filiale olandese di Icesave.
- qui Panorama a proposito del settore privato: “Il Koninklijke Bam Groep, principale costruttore olandese, si aspetta un calo dei prezzi delle case del 25-30 per cento fra 2012 e 2013. Sarà un tonfo che ci porterà molto vicino al fondo ha sintetizzato l’amministratore delegato del Bam, Nico de Vries, che si attende una ripresa non prima del 2015. Il valore degli immobili è già sceso del 15 per cento rispetto al 2008, ma con una flessione lenta e graduale.
Al momento i Paesi Bassi hanno il debito privato pro capite più alto dell’eurozona e i mutui per la casa olandesi valgono il 105 per cento del pil… La situazione dei Paesi Bassi dimostra che la stabilità richiede molto più dei conti fiscali in ordine dice… Domenico Lombardi, economista della Brookings Institution di Washington. I trattati e i meccanismi di sorveglianza europei si concentrano quasi solo sulla finanza pubblica e rischiano di cogliere in ritardo l’aggravarsi delle situazioni vulnerabili nel settore privato.”.
- per la spesa sanitaria diamo uno sguardo a quanto indicato invece da Phastidio.net: “l’Olanda spende in sanità un iperbolico 15 per cento del proprio Pil, collocandosi al primo posto tra i 34 paesi Ocse. L’inflazione sanitaria olandese è cresciuta negli ultimi dieci anni di un impressionante 71,4 per cento...
Dopo la riforma del 2006 la sanità olandese poggia su due pilastri: un’assicurazione pubblica obbligatoria per il long term care e le disabilità, che ad oggi rappresenta il 27 per cento della spesa sanitaria del paese, ed un’assicurazione privata per i trattamenti medici di routine (o breve termine), incluso il medico di base e le ospedalizzazioni, che incide per il 41 per cento della spesa sanitaria totale.
In questo secondo caso, quello dei trattamenti ordinari, il premio assicurativo è sostenuto per il 50 per cento dal datore di lavoro, per il 45 per cento dal lavoratore, e per il 5 per cento dallo stato. Per evitare fenomeni di rifiuto di assicurazione per patologia, lo stato ha creato un pool di rischio comune o equalizzato, ed ha imposto alle assicurazioni private di elaborare dei pacchetti assicurativi standard. Sono previste detrazioni fiscali per rendere meno oneroso l’acquisto della polizza da parte del cittadino.
La spesa sanitaria olandese, con questo sistema ibrido, grava sulla fiscalità generale per solo il 14 per cento, ma la quota di Pil assorbito dalla spesa sanitaria è comunque esplosa, e nel paese si è aperto il dibattito sulla validità di un sistema sanitario del tutto pubblico…"

- infine la chicca arrivata quest’oggi via Sole24ore: “Lo Stato olandese ha nazionalizzato Sns Reaal, gruppo bancario e assicurativo in forte difficoltà, con un'operazione che ha comportato un esborso di 3,7 miliardi di euro. Lo ha annunciato il ministro delle Finanze, Jeroen Dijsselbloem. Oggi Sns Reaal è stata totalmente rilevata dallo stato olandese. Ho nazionalizzato Sns Reaal», ha dichiarato Dijsselbloem nel corso di una conferenza stampa. L'istituto - che nel 2006 rilevò le proprietà di Abn Amro Holding Nv - ha subito forti perdite nel settore immobiliare e ha visto ridursi il core tier 1 all'8,8%, sotto la soglia minima del 9% fissata dalla European banking authority.”.

A questo punto, ed alla luce di tutto questo, Vi chiediamo: ma le cicale, alla fin dei conti, siamo noi “meridionali” o loro nordeuropei? E secondo voi,  visti questi “piccoli” problemi finanziari, come pensano i nostri amici nordici di recuperare questi soldini, alla luce dei crediti inesigibili che si ritrovano in mano un po’ in tutto il mondo Occidentale?
Volete proprio saperlo?
Sicuri?
Stay tunedlo saprete nel prossimo post…

29 commenti:

  1. Accidenti! E questa è solo l' introduzione?

    Complimenti, anzi complimentissimi, finiro' di spulciarmi tutti i link con calma perché è da un po' che cerco di capire la situazione dei grandi gruppi finanziari dei paesi "seri" e "morigerati".
    Questo articolo, già solo nella introduzione, è una gran bella raccolta di dati da consultare per capire le prossime mosse della "banda".
    Sarà imperdibile , a questo punto, il pezzo del nostro mitico Flavio. io glielo dicevo anche quando stava sui blog del FQ che era un grande giornalista , e lui manco sapeva di essere un giornalista, senza tessera professionale ma con molta piu' professionalità dei tesserati...

    Ci sarebbero tanti commenti da fare solo su quanto da te scritto qua sopra.
    Diciamo troppo e diro' solo che
    "in trincea siamo tutti keynesiani".
    Chi lo ha detto?

    Che poi è la versione edulcorata del mio: "son tutti liberisti col culo degli altri"

    Lo Stato ladro non deve intervenire in economia ma , secondo il compagno "Oscare" MPS è da nazionalizzare (cioè bisogna tappare i buchi e quindi pubblicizzare le perdite e poi quando si ricomincia a fare utili, ri-privatizzare- e privatizzarli, of course)

    https://www.facebook.com/photo.php?fbid=521003007921942&set=a.504873169534926.112641.503566566332253&type=1&theater

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    1. Ma nazionalizziamole tutte! Riprendiamoci la politica monetaria e normalizziamo la BdI nel suo ruolo logico e naturale!
      Ovviamente lasciamo ai "mercati" le riseparate merchant e i loro giochini: ma non venissero da noi per essere salvate!

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    2. Caro Marco, grazie mille...
      Segnalo solo che il link Telecom-Deutsche Bank è errato e va sostituito con questo (48 pensaci tu se puoi ;) ).
      E siccome sei ghiotto di links, caro Marco:
      - Deutsche è implicata anche in scandalo LIBOR
      - i problemi in patria per evasione fiscale…
      - il tentativo delle banche europee di ridurre la leva attraverso vendita di immobili
      - Uno sguardo ai CDS banche europee (grazie a Poggiopoggiolini) con tedesche e francesi in testa…
      - ulteriori info sulle banche tedesche fameliche di titoli subprime
      - il sommerso in Germania (ma non era alto quello in Italia?!?!?)
      - I poveri tedeschi fotografati da “Avvenire”. Buona lettura!!!! E un grazie a 48 come sempre!

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    3. Eseguito cambio link!
      Caro Flavio, se vuoi ti do una rubrica fissa (magari non mi ringrazi più). Non occorre un megapost: basta un "editorialino" al giorno o alla frequenza che ti "senti". Così ci tieni aggiornati e invece di fare commenti accumuli direttamente post (che avrebbero la visibilità che meriti). Altro che "Report" (e l'abolizione della moneta cartacea!).

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    4. Eh grazie 48, ci penserò...il problema (che tu ben conosci per tua esperienza personale) è il tempo...oh già che ci sono ti segnalo:
      - il "Nominal GDP Target" che Carney vuole impostare alla BoE
      - il dibattito in USA sulle Big Banks . All'interno dell'articolo di Simon Johnson ci sono numerosi link interessanti sull'evoluzione della questione "colossi bancari". Nota dolente: l'immunità decretata per chi la crisi l'ha causata. Mo' vado a dormi'...Au revoir!!! ;)

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    5. Nel senso: c'era l'idea del Nominal GDP Target...poi si è virato su un "flexible inflation target"...naturale poi che non ci dimentichiamo affatto del suo "vero" ruolo e che essa , ritornando ai discorsi fatti con Istwine, fissa l'obiettivo con gli altri attori, ma non "fa" direttamente lei le politiche necessarie al loro raggiungimento...ti segnalo anche questo bel post di Matias Vernengo. Qui invece Ramanan spiega in parole povere perchè i classici "vogliono" lo Stato in pareggio o addirittura surplus: "Since output and hence GDP is determined by this in this way of thinking, the left hand side of “GDP = C + I + G” is determined by the production function. It is then argued that since the left hand side is fixed, higher government expenditure can only work to reduce investment and consumption. Hence government should reduce its expenditure!". Mi pare logico vero? ;)

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    6. E se vedi bene, l'ipotesi della fixed left hand è dritta dritta la negazione del moltiplicatore, che è comune a Monti, e che, infatti, scoperchiata clamorosamente dal FMI, conduce alla guerra valutaria contro il calo della domanda causato dall'austerity espansiva del...menga

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    7. Il che poi, nella descrizione di Ramanan, non è che l'equazione semplificatoria del crowding out, basta in definitiva sull'idea che G sia sempre coperta dal detrattore T; cosa in effetti parzialmente vera se accetti l'idea della BC indipendente-deflazionista only. Cioè una petizione di principio: le loro tesi sono avverabili sulla base dei loro dogmi indimostrati (dato che il moltiplicatore esiste e le aspettative di nuove tasse non lo neutralizzano in pari misura, specie in condizioni di tassi di sconto bassi e di "trappola per la liquidità" che impedisce il crowding-out in senso pro I privati...)

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    8. Ma io, da ignorante, penso: ma se è dato I-Sp+F+CA=0, F=G-T dove G è la spesa pubbblica per "consumi collettivi": stipendi AA.PP.,consumi intermedi (strumenti ospedalieri, materiali scuole ecc.) e ci mettiamo pure per semplicità gli investimenti pubblici, T invece è la raccolta fiscale-prestazioni sociali (es. pensioni)- interessi sul debito.

      Ecco, va da sè che già qui vediamo da soli che gli interessi sul debito (da BC indipendente e vari fattori) fanno "calare" il gettito fiscale (e quindi devi trovare un modo per tapparne il buco), e quindi "aumentano" F, il fabbisogno (però qui andiamo su di un terreno minato, perchè dipende poi "dove" effettivamente vanno a cadere). Se poi volessi continuare, direi pure che G concorre ai consumi, quindi in automatico mi innalza il gettito (e quindi T) stimolando la produzione/reddito.

      Ma dove voglio arrivare io è: se porto tutto a destra dell'uguale (a parte il risparmio privato) nell'uguaglianza e cambio di segno, ho Sp=I+F+CA. Se ho un fabbisogno pubblico negativo (cioè un surplus di bilancio come questi pazzi ipotizzano), questo "assorbe", erode, il risparmio privato... sbaglio? Io ragiono così in termini di saldo settoriale pubblico... so che questo è la "destinazione" del flusso di risparmio privato (che è un flusso come insegna Bagnai)... spero solo di non farne un uso sbagliato...che poi sul moltiplicatore fiscale non ci sono dubbi visto che G è "ulteriore" richiesta di consumo ai privati...

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    9. Beh certo; il tuo ragionamento rimane però sul piano keynesiano (a pare che gli interessi sono trasferimenti e dovrebbero stare in G...e la BC indipendente oggliga a innalzare T per fargli fronte).
      "Loro" sostengono invece che la spesa pubblica è neutrale e porta innalzamenti (transitori) di reddito solo nominali, riassorbiti cioè dall'aumento dell'inflazione e che, inoltre, lo stesso aumento di G scoraggia risparmi e investimenti privati per le aspettative di aumento delle tasse.
      Avevo citato uno studio USA in cui, proprio su questa base, si riduceva il moltiplicatore, tarando la formula keynesiana (lo stesso Haveelmo compie operazioni simili). Insomma, lo spiazzamento (crowding-out) sarebbe tipica espressione delle "aspettative razionali" e basato sul fatto che, data la neutralità (deduttiva) dell'intervento pubblico, C+I sono fixed, cioè dipendono, in termini "reali", solo dalla stabilità dei prezzi, che sarebbe l'unica cosa da perseguire (creando aspettative di tassi stabili o decrescenti): su tali basi, cioè calcolo affidato puramente ai privati, la loro razionalità "superiore" porterebbe alla efficiente allocazione delle risorse.
      L'idea della creazione "naturale" di inefficienze determinate da oligopoli e monopoli e concentrazioni, non li sfiora neppure e non figura nelle loro analisi.
      Si limitano a ritenere sufficiente la legislazione Antitrust: quella che però, attraverso la "workable competition" teorizza ormai che gli oligopoli, portando a differenziazioni di prodotto dovute al progresso tecnologico, sarebbero la soluzione meno "inefficiente" (ammettendo che la concorrenza perfetta è troppo competitiva per consentire l'innovazione e la ricerca su scala sufficiente).
      Tutte belle parole, perchè in realtà, per effetto anche demografico, il "controllo" degli operatori "incumbent" finisce nelle mani della finanza e viene gestito con riferimento a target di rendimento para-obbligazionario.
      Con tutte le conseguenze di swap e finanza di rischio sulle partecipazioni (degli investitori: fondi e merchant) che ciò comporta, con il "rischio" imprenditoriale "vero", da IRS che viene limitato con meccanismi di pressione politica su istituzioni sempre più deboli e captured...proprio in quanto il pubblico si è ridotto e indebolito oltre il limite in cui non è in grado di condizionare questi poteri di fatto.

      Cioè alla fine i poteri di fatto, grandi operatori economici, sono finanziarizzati e la efficienza va doppiamente a farsi benedire: per via delle rendite e per via della logica finanziaria degli investimenti.
      Ma ne riparleremo...

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    10. Il teorema di Haavelmo!!! E la critica di Lucas!! si si sono d'accordissimo...Sulla critica di Lucas e teoria di aspettative razionali non credo ci sia molto da dire, che dici? Per metterle davvero in pratica ci vorrebbe una popolazione di economisti…proprio il genere di società che i classici aborrono…Su Haavelmo è diventato famoso per la teorizzazione del pareggio di bilancio, giusto? Però egli stesso affermava che, paradossalmente, aumentando la spesa pubblica con pari importo tasse il moltiplicatore rimane sempre maggiore di uno…sbugiardando quindi i neo classici stessi … Ragiono: la spesa pubblica fa parte della domanda aggregata, ed è destinata all’acquisto di beni di consumo e di beni di investimento, nonché al pagamento di stipendi e salari dei dipendenti pubblici. I trasferimenti sono rappresentati da pagamenti alle famiglie ed alle imprese senza contropartita: pensioni sociali, sussidi di disoccupazione, contributi, sussidi ed incentivi a fondo perduto. La spesa pubblica (che è G) ed anche in parte i trasferimenti mi permettono, ad esempio come dipendente pubblico, di avere uno stipendio o una pensione e al netto delle tasse renderlo disponibile (perché Yd, reddito disponile appunto) ai consumi, di conseguenza (se la mia propensione marginale al consumo è vicina a 1) aumento pure C stimolando di riflesso pure Y (!), e se la spesa pubblica (sempre G, unica variabile “esogena” diciamo), concorre assieme al privato nei consumi stessi per acquisto di merci e servizi, e mi da i servizi pubblici (autobus, treni per dire, università, sanità, infrastrutture), permettendomi di risparmiare (se pago i ticket o meno all’ospedale, il mio portafoglio è identico? Se faccio un esame con 20 euro invece di 150, il mio reddito disponibile per consumi varia o no? D’accordo ci sono i tempi di attesa…ma questi sono influenzati dai tagli…), come si fa a dire che essa è neutrale? Siamo fuori da ogni logica secondo me… addirittura riesco a risparmiare…e se risparmio, poi i soldi per gli investimenti non vado a cercarli all’estero!! Io la vedo così… ah comunque quella degli interessi che vengono detratti dalla raccolta fiscale l'ho preso da qui quando parla del "Saldo". ;)

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    11. Per mettere ordine tra tutte le contraddizioni numerose e patenti dei neoclassici (al di là dell'obiezione metodologica sul deduttivismo insito nelle aspettative razionali...che si scontra con l'ottusità dei luoghi comuni consolidati dei governanti e della BCE), sto studiando del materiale interessantissimo.

      Ma non ho il tempo per rielaboralo e farne uno studio riassuntivo e divulgativo.
      Però rimango dell'idea che esporre le "loro" teorie sia quasi più utile che spiegare le teorie keynesiane. Queste infatti, rivivono in positivo proprio e principalmente per contrappunto e per il fallimento effettuale dei suoi detrattori.
      MA OCCORRE UN'ANALISI DI LUNGO PERIODO, perchè, come ho detto, le fiammate ESPANSIVE delle politiche neo-classiche, specie negli USA, sono dovute (nella mia ipotesi) all'impiego speculativo del risparmio consentito...dalle precedenti politiche keynesiane. E quindi per focalizzare il "fallimento" occorre evidenziare i meccanismi per cui questi soggetti hanno BRUCIATO QUESTO ACCUMULO DI RISPARMIO DIFFUSO LASCIANDO IN EREDITA' DISOCCUPAZIONE IN CRESCITA E DEFLAZIONE, da cui non sanno come uscire..solo in >Europa perchè al di fuori l'hanno capito.
      Ed è questa contrapposizione, ormai di rilevanza politica mondiale, che occorre evidenziare in questo momento, in cui si sta clamorosamente evidenziando, segnando un cambiamento epocale. Appena trovo il tempo- non so quando- provo a farlo. Se vuoi darmi una mano, possiamo farne un percorso ragionato...

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  2. Un altro link. Anche i greci stanno salvando le banche tedesche:
    http://ilcontagio.wordpress.com/2013/02/07/cosa-sta-accadendo-in-grecia/

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  3. Il mio minuscolo grazie ad un Grande Flavio

    That's all, folks!

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  4. "A questo punto, ed alla luce di tutto questo, Vi chiediamo: ma le cicale, alla fin dei conti, siamo noi “meridionali” o loro nordeuropei? E secondo voi, visti questi “piccoli” problemi finanziari, come pensano i nostri amici nordici di recuperare questi soldini, alla luce dei crediti inesigibili che si ritrovano in mano un po’ in tutto il mondo Occidentale?
    Volete proprio saperlo? "

    ESM
    ESM ESM
    ESM
    ESM ESM
    ESM
    ESM

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    1. Sì anche...ma prima bunga-bunga (il riferimento è all'originaria barzelletta da cui il simpatico termine è tratto) :-)

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  5. Non finiró mai di ringraziare bagnai per goofynomics e 48 per questo blog. Adesso sono molto piú incazz#$%&##"#$ di prima ma ne capisco i motivi!
    L'opera di informazione che state facendo é impagabile.
    Io cerco di diffonderla nel mio piccolo tra amici e conoscenti.
    Adesso anche se con ovvie difficoltá, comincio a riuscire "ad unire i puntini" delle notizie che trovo sui giornali e a smascherare bufale e storture.
    Grazie, un milione di volte GRAZIE!

    PS: Complimenti a Flavio! questo Post é favoloso!

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  6. ottimo flavio anzi Eccellente ( detto con voce di Mr bruns) l'incipit di 48 sembrava troppo
    accodiscendete e invece hai sommato una serie di dati e informazioni con uno stile
    che rende la lettura scorrevolissima...

    A mio parere DB ha venduto i bond italiani sia per specularci (con ovvio short , sapevano gia' che sarebbero scesi...) sia perchè era gia' stato deciso di forzare il riequilibrio macroeconomico dei piigs (e questo non è un opione perchè sta' scritto nelle anali del centro studi di DB...) quindi sapevano in anticipo che l'italia sarebbe stata destabilizzata perchè l'avevano deciso loro (è un po' tautologico anzi palindromico forse...)

    la decisione del governo tedesco sulla divisione fra banche commericiali e finanziarie
    da' la misura della drammaticita' del momento , e mettono le mani avanti per anticipare la rabbia della gente prima delle elezioni in germania...

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    1. Sulla divisione bancaria "alla tedesca" ho espresso lo stesso identico "allarme"...
      http://orizzonte48.blogspot.com/2013/02/hollande-e-leuro-e-sedan-e-il-1943.html?showComment=1360168083342#c1253228414067964541

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    2. Concordo, stanno mettendo le mani avanti...che poi non so, ma a me sovvengono ulteriori dubbi...

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  7. Grazie Flavio questi tuoi reportage mi rallegrano, perchè io alla storia delle cicale non ho mai creduto. Il mio girovagare nel web alla ricerca di prove "scintifiche", che mi aiutassero a difendere questa posizione , iniziò proprio con una convinzione : il postulato della Virtù Germanica (come tutti i postulati) è stato dato , ma non dimostrato, neppure per assurdo, (hanno tentato di farlo, usando i Vizi dei Piigs).
    Saluto tutti , con questo "pensierino" dedicato ad Angelina not Joli, ma anche agli idioti di Dusseldorf e ai cagnolini di Roma:
    http://keynesblog.com/2013/02/08/la-guerra-monetaria-e-colpa-di-angela-merkel/#more-3182

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    1. Infatti i dati non supportano affatto il postulato dell'Alamanna virtute, anzi, lo rovesciano!!!

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  8. Mi unisco (doverosamente) ai complimenti a Flavio e, why not?, a 48.

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    1. Beh non facciamo per vantarci -dato che stiamo applicando regole induttive-deduttive elementari- ma l'intepretazione qui partita da "Aso e Abe..." e poi con Hollande e Sedan, trova puntuale risontro in questa intervista-analisi di Cesaratto del 7 febbraio
      http://politicaeconomiablog.blogspot.it/2013/02/le-responsabilita-europee-nei-riguardi.html#more

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    2. Ops... 48 io i ringraziamenti non te li ho fatti ma erano impliciti. Si capiva?:)
      Il link che hai messo di Cesaratto mi sembra porti alla stessa intervista contenuta nel mio link:) fratello:)

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    3. Gira gira le cose sono quelle...ma noi ci arriviamo "prima" (il drift di "Aso e Abe" proviene da fine 2012) :-)

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    4. Quel che mi fa rabbia è che noi ci si arriva prima, però poi devono essere gli Usa a svincolare il paese dai nazieuristi, cioè gli inventori dei mutui subprime invece degli inventori del telefono, i Bell e non i Meucci: un déjà vu.

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