lunedì 18 marzo 2013

CIPRO. IL METODO SOVRANAZIONALE E IL DIRITTO ALLA RESISTENZA INTERNAZIONALE

La vicenda di Cipro è indicativa di un metodo.
Il metodo è il seguente: la forza bruta dei mercati, organizzata in istituzioni sovranazionali composte da esponenti del mondo bancario-finanziario designati, all'interno della relativa comunità di privati stakeholders, da governi composti e comunque istituzionalmente condizionati da tali stakeholders, decide le vite dei cittadini di uno Stato (formalmente) democratico, fino a intaccarne gli interessi materiali più direttamente legati al benessere "minimo e fondamentale".
E non si tratta solo del fatto che viene imposto un prelievo considerevole di risparmio. Si impone la convocazione del parlamento nazionale per ratificare, senza alcun margine di scelta politica, un assetto predeterminato da tali istituzioni sovranazionali. Per far precipitare poi automaticamente il paese coinvolto in una recessione che, come insegna il caso Grecia, non sarà controllabile; questo con le istituzioni democratiche esautorate da ogni ruolo che non sia la trattativa sul quando e quanto realizzare le misure ulteriori di "rientro" di una condizione di indebitamento (sempre e comunque verso i mercati) che tenderà sempre più ad aggravarsi.
Contemporaneamente altri Stati, egualmente senza alcuna possibilità di scelta, essendo ormai esaurita la propria sovranità politico-fiscale nella sovranità delle istituzioni sovranazionali rappresentative dei "mercati", dovranno parimenti aggravare la propria situazione di indebitamento per garantire, con i redditi (prelievo fiscale) e il patrimonio (relativo prelievo fiscale e distruzione di risparmio per via di vincoli di bilancio pubblico) dei propri cittadini, gli interessi privati dei mercati, rappresentati nelle medesime istituzioni sovranazionali.
Tutto questo, infatti, pare condurre alla diretta aggressione del patrimonio dei cittadini dei paesi debitori e già precipitati in recessione a causa delle pretese dei paesi creditori, schermo, a loro volta, dei rispettivi sistemi bancari detentori della sovranità di fatto.
Cipro in realtà, a stare ai criteri imposti da queste istituzioni sovranazionali, che indicano nel debito pubblico (esposto sistematicamente ai mercati in virtù della adozione della dottrina "pura" dell'indipendenza della banca centrale all'interno di tale organizzazione sovranazionale) la causa principale della crisi, è nella stessa situazione della Germania all'indomani della crisi del 2008: debito pubblico al 70% del PIL e possibilità (teorica) di rifinanziamento statale del proprio sistema bancario in crisi. Una crisi determinata essenzialmente, al di là della comoda scusa del riciclaggio di denaro illecito della malavita organizzata russa (fenomeno che coinvolge certamente altri paesi considerati virtuosi e non problematici), dall'esposizione del sistema bancario cipriota sul debito pubblico greco, inservibile come collaterale per ottenere credito, proprio a causa dello stesso metodo sovranazionale adottato per il rientro del debito privato di quel paese.
La Germania invece aveva registrato le voragini nei bilanci bancari (peraltro tutt'ora in buona parte nascoste sotto il tappeto della virtù di facciata) a causa della spericolata esposizione speculativa sui derivati.
Come si era evidenziato in dettaglio su questo blog:  
"I nostri cari amici tedeschi (le classi dominanti, non di certo i lavoratori, sia chiaro) non sono nuovi a questo tipo di leggerezze. Ben sappiamo come il contribuente tedesco abbia praticamente salvato una dopo l’altra le banche tedesche in difficoltà quali Hypo Real Estate  con 140 miliardi elargiti sull’unghia, Commerzbank  per altri svariati miliardi  e le varie Landesbanken  e Sparkassen azzoppate dalle rischiose operazioni nell’Est Europeo o sui mutui ipotecari americani, di cui sono state, a livello europeo, le più voraci procacciatrici.
Effettivamente, come si riscontra leggendo Panorama  e come deve notare la stessa Repubblica, di certo non avvezza a queste rivelazioni, non è difficile notare come il “guardiano dell’UEM”, la tanto laboriosa e produttiva Germania che traina il pericolante carro dell’Eurozona e ne porta saggiamente in mano le redini, a conti fatti, sia un gigante dai piedi di pasta frolla (o marzipan?), con una esposizione al credito inesigibile americano abnorme ed una sofferenza nel settore periferico dell’Eurozona pari a 704 miliardi di dollari (circa 550 miliardi di euro al cambio attuale)."
Ma al di là delle differenze in termini di "moral hazard" (certamente più immorale nel caso dei tedeschi), Cipro, nella logica incongruente della "Europa=euro", dovrebbe potersi salvare da sola aumentando il debito pubblico come ha fatto la Germania.
Oppure dovrebbe potersi salvare da sola aumentando il proprio debito pubblico utilizzando il sistema dell'Outright Monetary Transaction di Draghi, tanto decantata come soluzione della crisi della moneta unica e mai utilizzata nella pratica, rimanendo quella "tigre di carta" paventata dal Financial Times e dall'Economist.
Oppure poteva salvarsi col sistema Irlandese: fruire, tramite la banca centrale cipriota di nuova liquidità gravante sul balance sheet della BCE, da utilizzare per capitalizzare una neo-istituzione bancaria (pubblica), inglobante quelle in crisi, avendo in cambio promissory notes dello Stato cipriota, da restituire in comode rate di debito pubblico; salvo poi, com'è clamorosamente accaduto nel caso irlandese, ricontrattare scadenze e restituzioni direttamente a carico di titoli del debito pubblico molto "speciali" (a scadenze lunghissime, un vero haircut de facto), cioè sottoscritti direttamente e autonomamente dalla banca centrale (irlandese), in violazione dell'art.123 "fatidico" del Trattato (TFUE) e completamente sostitutivi della stesse promissory notes.
Ma è inutile sottilizzare sulle assurde geometrie di un sistema UEM impazzito nell'autoritarismo "creditorio-bancario" in varie versioni e gradazioni.

Quello che conta, a questo punto, è che, pur trovandosi l'Italia in posizione di paese virtuoso per ammontare del deficit pubblico (tranne rispetto alla Germania che non dovrebbe esserlo, se fosse cooperativa...appunto) e dell'avanzo primario, l'obbligo europeo a innalzare ulteriormente il suo debito (e lo sforamento del suo indebitamento annuale programmato), per la demenziale condizionalità del pareggio di bilancio costituzionalizzato (prima nella pretesa costituzione-trattato UEM e poi in quella nazionale), provocherà esigenze di copertura (o rialzo degli spread, il che ai fini contabili è lo stesso) tali da aggravare ulteriormente la recessione, che già si preannunzia fuori controllo. Come avevamo puntualmente previsto e proprio con riferimento al "fattore Cipro"
E ciò con tutto il suo funesto corollario di mortalità a catena di imprese, aumento della disoccupazione, e aggravamento dei conti pubblici che vanifica la presunta efficacia dell'austerità espansiva precisata dai giannizzeri del sultano bancario che governa l'UEM

Ricordiamo allora come Mortati aveva prefigurato, in sede di Assemblea Costituente, il diritto di resistenza costituzionale, come diritto "naturale" pregiuridico e implicito nella Costituzione (ipotizzato nel non recepito art.30 del progetto):
"Con questo articolo si vuole individuare un caso particolare: quello, cioè, in cui i supremi poteri dello Stato opprimono la libertà, quando cioè siano eliminate, o non funzionino tutte le garanzie di carattere giuridico costituzionale. Noi abbiamo creato un insieme di garanzie atte a preservare dalla violazione dei diritti anche di fronte ai supremi organi dello Stato.
Ora quando si verifichi l'ipotesi che tutte queste garanzie siano esaurite e quando la stessa Corte costituzionale abbia convalidato — con la sua sentenza l'atto arbitrario della pubblica autorità, in questo caso il cittadino — secondo il significato della disposizione proposta — non deve acquietarsi alla violazione dei diritti supremi, garantiti dalla Costituzione come inviolabili, ma deve ribellarsi.
Intesa in questo senso la disposizione, ci si deve chiedere: è opportuno che essa sia inserita nella Costituzione?
Circa la sostanziale esattezza e, vorrei dire, la santità di questo principio, nessuno potrebbe sollevare delle obiezioni, e tanto meno noi cattolici, poiché è tradizionale nel pensiero cattolico l'ammissione del diritto naturale alla ribellione contro il tiranno. Ci sono scrittori cattolici che riconoscono la legittimità perfino della soppressione del tiranno. Quindi non è al principio che noi ci opponiamo, ma alla inserzione nella Costituzione di esso, e ciò perché a nostro avviso il principio stesso riveste carattere metagiuridico, e mancano, nel congegno costituzionale, i mezzi e le possibilità di accertare quando il cittadino eserciti una legittima ribellione al diritto e quando invece questa sia da ritenere illegittima.
Siamo condotti con questa disposizione sul terreno del fatto, e pertanto su un campo estraneo alla regolamentazione giuridica."

Ora dobbiamo rammentare che sebbene non possiamo ancora dire se la nostra Corte costituzionale abbia convalidato questa serie insensata e arbitraria di atti limitativi dei principi fondamentali della Costituzione imputabili alle autorità di governo, esistono vari elementi decisivi che rendono molto difficile l'attivazione di questa garanzia di "ultima istanza":
1) il fattore tempo: occorrerebbe che una serie di pronunce fosse adottata in tempi tali da non vanificare la loro stessa efficacia pratica, per avvenuta consumazione della stessa distruzione del sistema economico, industriale e occupazionale italiano;
2) la costituzionalizzazione del pareggio di bilancio, che obbligherebbe, per la prima volta nella sua storia, la Corte a prendere posizione su una norma costituzionale proveniente dal procedimento di revisione, operanto quel sindacato interno alla Costituzione sul conflitto tra norme di principio intangibili, quelle di cui parla espressamente Calamandrei, e fonte costituzionale "derivata";
3) la pronuncia della Corte di giustizia europea che esclude ogni profilo di illegittimità dell'ESM e, per assorbimento, della stessa variazione delle clausole del trattato legata al c.d. six packs, cioè al pareggio di bilancio; e, in tal caso, la Corte nazionale dovrebbe sindacare, in senso negativo e sempre per la prima volta, i limiti di intrusione del diritto europeo sui principi fondamentali dell'ordinamento costituzionale, operazione che, come abbiamo visto, può riuscire solo a condizione di:
a) dotarsi di una capacità di lettura della "attendibilità" macroeconomica delle previsioni europee nel loro impatto sui principi fondamentali;
b) essere capace di una visione di insieme, e non analitica (cioè portata sugli effetti di una singola previsione europea scissi dal contestuale effetto di tutto il sistema UEM).
Quindi:
- Una volta preso atto della pratica disattivazione della "estrema garanzia" della giurisdizione costituzionale, se non altro per la sua incertezza di esiti nel contesto attuale e, più ancora, per l'elemento temporale della sua tempestività, nel prevenire un timing distruttivo per il benessere dei cittadini italiani e la stessa sopravvivenza del patto fondamentale che li lega reciprocamente;
- una volta preso atto della assoluta indifferenza su questi temi dell'intero arco dei partiti che oggi siedono in Parlamento - tutti variamente orientati a sostenere il vincolo euro(peo) "whatever it takes", ovvero a colpevolizzare per la crisi la comunità nazionale, invertendo la percezione del suo meccanismo causa-effetto;
- non rimane che prendere in considerazione l'eventualità dell'attivazione spontanea e diffusa del diritto di resistenza a difesa della Costituzione.
Questo, trattandosi dell'aggressione perpetrata attraverso lo svuotamento dei principi immutabili della Costituzione da parte di norme di origine internazionale, e in patente violazione dell'art.11 Cost., dovrebbe anzitutto esplicarsi nella creazione di un Comitato di Liberazione Nazionale,  capace di riacquistare la capacità negoziale di cui i nostri governi si sono privati unilateralmente e senza riflettere sulla compatibilità costituzionale di ciò, e, quindi, di prendere contatto con analoghi organismi auspicabilmente sorti negli altri paesi interessati dal medesimo fenomeno distruttivo della sovranità popolare e dei principi fondamentali delle rispettive Costituzioni democratiche.
E' possibile immaginare una sensibilità diffusa di esperti (costituzionalisti, economisti) e cittadini "rappresentativi", esponenziali di una tale linea di salvezza in Italia e nei vari paesi dell'UEM?
Per quanto difficile, appare la unica vera possibile via d'uscita per il recupero della democrazia costituzionale (incombendo purtroppo anche vie d'uscita non democratiche e non rispettose della Costituzione).
E magari potrebbe spingere i governi a riconsiderare la propria posizione rispetto agli interessi costituzionali di cui sono istituzionalmente portatori, per riappropriarsi del dovere di esercitare la propria capacità negoziale in conformità a tali interessi (e non a quelli di potenze contrapposte e interessate solo a massimizzare il proprio disegno egemone sul piano di un anomalo ed autoritario diritto internazionale).


 

46 commenti:

  1. Un articolo straordinario. Sarebbe molto opportuno semplificarne il contenuto e farne un video da far girare sulla rete per raccogliere consensi.

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    1. Si è ritenuto di esporre rigorosamente tutti i passaggi per prevenire qualsiasi opinione in mala fede che interpretasse strumentalmente come insurrezionale il richiamo al ripristino della legalità costituzionale a cui legittimamente il popolo sovrano (art.1 Cost.) può aspirare...

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    2. Giusto farlo per iscritto. Ma adesso che ciò è stato fatto, un video consentirebbe di raggiungere un pubblico molto più vasto, il quale sarebbe poi indirizzato al testo scritto per qualunque approfondimento.

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    3. sul "cuore" del contenuto mi associo a Frank.

      Sono ignorante, lo sai, chiedo lumi al dotto giurista (e come ti ho già scritto sono felice e orgoglioso che nelle istituzioni esistano persone come te), è possibile istruire una interrogazione dal basso alla corte costituziunale sulla esautorazione (de facto)-niente popo di meno che- della costituzione stessa in luogo di trattati internazionali (per lo meno una iniziativa simbolica, nella vana attesa di sponde politiche)?

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      sulla "vicenda cipriota":
      ecco 'n' altro caso.....
      Ricordiamo nell'ordine i "paesi modello" del liberismo ; gli "allievi modello del FMI":

      (Quelli che....bassa tassazione....bassa spesa pubblica...basso deficit, anzi surplus!....e, soprattutto; grandi investimenti esteri....)

      Argentina (fino al 2001, quando è fallita), Islanda (fino al giorno del fallimento), IRlanda -"tigre celtica"- (fino a un minuto prima di andare a gambe all' aria), Spagna (sempre sia lodato... e irriso il rag. Boldrin), varie "tigri asiatiche" (sempre, rigorosamente fino ad un minuto prima che saltassero per aria). Gli è rimasto, truffaldinamente, solo i mitici paesi baltici.....

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      Sempre sulla "vicenda cipriota"; seguendo una nostra vecchia discussione , come la avrà presa Vladimir?
      Se il parlamento cipriota (nella remota ipotesi) si ribellasse?? Passaggio della "provincia" a provveditorato dello zar? (Il solo porto di Tartus, in affaccio sul Mediterraneo, è un po' soletto, con Assad "sotto tiro"...mica sarebbe male, come "piano B"?

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    4. Dunque: non si può fare alcuna petizione alla Corte costituzionale ma solo accedervi come fase "incidentale" a seguito di un autonomo giudizio già pendente. E sempre che esista un giudice di tale giudizio che ritenga di rimettere alla Corte. Per questo parlo di tempestività difficile da ottenere (ammesso che sia ben argomentata la ordinanza di rimessione del giudice della causa pendente e che la Corte accetti di approfondire aspetti finora lasciati sullo sfondo).
      Qunato a Vladimir: sta cercando di riconquistare il controllo della politica moentaria, limitare gli IDE e far crescere l'economia per aumentare l'occupazione, tralasciando di comprimere la domanda per lottare solo contro l'inflazione (fonte Financial Times!). CHe poi faccia politiche nazionaliste, mi pare il minimo, dato che non si vede perchè non dovrebbe farsi rispettare a livello internazionale, dove se sei ben dotato di materie prime, sei militarmente forte e hai il controllo della politica fiscale, puoi meglio resistere al commissariamento dei mercati e alla logica de "ma così allontani gli investitori", puntualmente usata dai rappresentanti della finanza russi, esponenti di deutscebank allorchè ha deciso di sostituire Ignatiev alla guida della BC russa con una esperta non "von Hayek"....Vedremo: non tutte le mosse russe sono "innocenti", ma neppure ingiustificate

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    5. Uh, guarda che io, non so se si era capito, sono tutt' altro che un "anti-Putin".

      Il mio giudizio è basato innanzitutto sulla constatazione di una dirompente crescita della classe media russa (indice primario di buona politica economica, secondo me), per quanto non sto certo a mitizzare il personaggio (ma se prende il 63% alle elezioni... e Monti il 10, ci sarà un perché).
      Queste tue "dritte" mi aiutano ad inquadrare ancora meglio una politica che "a occhio e croce" avevo abbastanza chiaramente intuito:
      Il nazionalismo (e perché non lo chiamiamo sano patriottismo?) di Putin, per me è una nota di merito, sulla quale , per altro, nutrivo pochi dubbi.

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    6. La cosa paradossale, come nel caso Ungheria (e Serbia!) è che si debbano intravedere speranze di democrazia dai paesi dell'est europeo! E solo perchè ancora si ricordano il sollievo della fine del socialismo reale e ora constatano il bad taste del capitalismo finanziario della finanza "no limits" all'attacco scientifico delle istituzioni costituzionali

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  2. Valerio, Modena
    Hai scritto:
    "creazione di un Comitato di Liberazione Nazionale, capace di riacquistare la capacità negoziale di cui i nostri governi si sono privati unilateralmente e senza riflettere sulla compatibilità costituzionale di ciò, e, quindi, di prendere contatto con analoghi organismi auspicabilmente sorti negli altri paesi interessati dal medesimo fenomeno distruttivo della sovranità popolare e dei principi fondamentali delle rispettive Costituzioni democratiche."

    Esiste l'"Associazione riconquistare la sovranità" che mi pare (ma non la conosco bene)si muova nella stessa direzione.

    Ci troviamo a vivere una situazione paradossale che sembra immodificabile, perchè i governi e gran parte delle società civili dei paesi UE non hanno sufficienti consapevolezze di cosa stà succedendo. Possibile che non riusciamo a trovare momenti organizzativi tra chi ha capito per tentare di saltarci fuori?

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    1. Ottimo interrogativo. La riposta evidenzia due variabili:
      - la difficoltà di raggiungere un'informazione consapevole allargata alla massa degli interessati (data la natura "proattiva", cioè che esige uno sforzo di attivazione alquanto faticoso, dell'unico spazio libero, cioè il web);
      - la stessa incomunicabilità tra i vari "spezzoni" del web, per ragioni varie, secondo i casi, ma che comunque è a un'impasse... che c'è da augurarsi solo momentanea (ma dipende molto dal retaggio della passività mediatica-culturale, trascinata anche in fidelizzazioni e acquisizioni informative nella rete)

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    2. Personalmente sto cercando di seguire in rete tutte le iniziative in qualche modo assimilabili al progetto che Quarantotto sintetizza nell'auspicio di un CLN.
      Ce ne sono sicuramente, ma il problema sembra essere quello dell'incomunicabilità o autoreferenzialità: progetti simili che si ignorano reciprocamente anziché interagire ed essere complementari.
      Quarantotto, che si diletta anche di psicologia, potrebbe dirci se ciò non dipenda da un anomalo tasso di narcisismo, sulla cui patologia mi pare ricordare un divertente post su questo blog.
      Su ARS in particolare, so che è in programma un'assemblea a Roma il 15 e 16 giugno, a cui penso partecipare come "osservatore".
      http://www.riconquistarelasovranita.it/?p=646

      PS: caro Quarantotto, un altro post fondamentale...

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    3. Me l'hanno detto anche a me: e credo che sarà interessante andarci.
      E' comunque una "traccia". Personalmente cerco di fare informazione e, si sarà notato, di coordinarmi con gli altri blog in un meccanismo di pubblicazione di post e links reciproci. Almeno con alcuni. Poi vedremo come intensificare un coordinamento anche più stretto. Ovviamente on dipende solo da me. Idee, proposte pratiche?

      Già è utile che molti blog riportino le pubblicazioni aggiornate dei post degli altri, anche se rimane una mera "notizia" neutra che non riflette una linea cosciente (ad es; alcuni riportano indifferentemente il link al blog di grillo e ad altri che non sono tra loro omogenei). Poi c'è chi si fa un punto d'onore nell'ostentare l'irrilevanza e anzi l'ostilità verso altri bloggers. Adda passa' a nuttata, my friend

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  3. http://icebergfinanza.finanza.com/2013/03/18/cyprus-news-commerzbank-e-la-patrimoniale-ditalia/

    Uno dei migliori sistemi dei tedeschi per esportare è stato quello di far credito a dogs and pigs....e poi farsi tappare i buchi dagli italiani! Nel contempo coprendoli di contumelie (vedi le esibizioni di Piller, spalleggiato dal noto economista plurilaureato Giannino).

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    1. Ma hai visto il link al "piano" Commerzbank di patrimoniale italiana, inserito nel post che si aggiunge al piano deutschebank, giò riprodotto su carta intestata della commissione UE (e illustrato nel "noto" post di Flavio deutsche(dutch)bank report-2)?

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  4. poi eleggono presidenti di camera e senato rispettivamente una dirigente dell'ANPI ed un magistrato anti-mafia .
    orwell si starà sbellicando dalle risate

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    1. Sai a questo punto non si sa neanche bene quanto durerà il Parlamento e se veramente formeranno un governo dotato di vitalità: sono veramente fuori dalla realtà. Tutti direi

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    2. Che il governo sarà dotato di "vitalità", mi sento di escluderlo.
      Come potrebbe nascere questo Governo? A parte l'illusione ottica di Bersani, che crede di aver "spaccato" il movimento di Grillo con il voto al Senato senza capire che un conto è l'elezione del presidente di una camera (carica super partes), ed un altro la fiducia ad un Governo ed al suo programma (posto che gli evanescenti e generici "otto punti" possano legittimamente pretendere questo appellativo)....

      A parte questo, domandiamoci che genere di esecutivo potrebbe venire fuori. Ebbene, il massimo cui si può sperare è un classico governo "stile DS/PD". Nato e sostenuto esclusivamente dalle astuzie contingenti della tattica parlamentare, cercherebbe di sopravvivere "un provvedimento alla volta", oggi con i voti di Grillo (o di qualche suo dissidente), domani con quelli di Monti, dopodomani andandoli a chiedere perfino all'odiato Berlusca (ce li vedete, Grillo e Vendola, che votano "si" alla missione militare in Afghanistan o al programma F-35? Io ci metterei un bel "no".....). Il tutto fino a quando il Bertinotti o il Mastella di turno (giusto per ricordare illustri precedenti storici), non si stufino di questa pagliacciata e decidano di far saltare in aria tutta la baracca.

      Come un governo di questo tipo possa patrocinare il varo di una nuova legge elettorale fatta -per una volta tanto- con la testa e non con i piedi, è mistero la cui comprensione sembra riservata ai Piddini e PDni. Chi meglio di loro? Del resto "sanno di sapere"....... Il tutto in senso ironico, ovviamente.
      Come un governo di questo tipo possa presentarsi in sede europea con l'autorità politica necessaria per chiedere un cambiamento di rotta è una domanda senza senso. Non vale nemmeno la pena parlarne. Eppure, a ben vedere, sarebbe "LA" domanda per antonomasia, ed allo stesso tempo la risposta di cui il Paese ha più urgentemente bisogno.

      E pertanto.... la "migliore delle ipotesi" sarebbe un governicchio che tira a campare cercando di barcamenarsi tra la "voce del padrone" tedesca e l'ira dei braccianti italiani che cresce sempre di più. Posto, naturalmente, che Grillo caschi nella trappola dei tatticismi parlamentari piddini..... Ma non credo sia così fesso: lui sta già facendo campagna per le prossime elezioni. Tutti, in fondo, hanno già la testa "oltre".
      Il problema è: e "nel mentre"???? CHE FACCIAMO????

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    3. Se la domanda essenziale è la legittimazione di un qualsiasi governo a chiedere un "cambiamento di rotta" (...??) in europa, stiamo freschi anche se facessero la migliore legge elettorale del mondo (si fa per dire). Chiunque conquistasse la maggioranza in esito anche a nuove elezioni, o preannuncia di voler continuare a rimanere nell'euro a qualsiasi costo o, come M5S, ritiene che noi siamo degli "incapaci" corrotti che non "meritano" di stare nell'euro che, altrimenti, si suppone, sarebbe una buona cosa (moralizzerebbe la corruzzzzzzzione e la spesa pubblica). Però questa è la consapevolezza dei problemi degli italiani.
      C'è altro in vista?
      Mah, forse solo se ce lo creiamo noi con le nostre scarne forze. Per provarci ci vuole anche, tra l'altro, una UNITA' delle poche migliaia di consapevoli che dovrebbe responsabilmente partire dalle coscienze...Stiamo attendendo

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    4. Bhe' intanto meglio provarci che aspettare supini la morte economica e civile di noi stessi delle nostre famiglie e dei nostri figli... Meglio provare a fondare un nuovo CNL che rimanere in casa preda delle paure. Io credo che il terreno sociale sia fertile per raccogliere una proposta autorevole, onesta... proviamoci. Per favore !!!!!

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  5. L'articolo dell'Ansa e del Sole24Ore paiono un ottimo sunto del problema cipriota...Ci sono 5,8 miliardi che devono saltar fuori. Come? Dai correntisti ciprioti. Dei 69miliardi depositati nelle banche di Nicosia (PIL=17miliardi, ed è tutto dire), 20 sono di provenienza "russa". Il resto è dei residenti. Indovinate un po' l'esposizione delle banche tedesche su sistema Cipro? 5,9miliardi. Coincidenze? Chi dovrebbe pagare poi per la sua avventatezza nel prestare allegramente a destra e a manca? Le banche tedesche stesse? Certo che no! Contribuenti ciprioti ed oligarchi russi? Certo che sì. Ma quest'ultimi hanno goduto degli utili delle banche tedesche negli ultimi tempi? No?

    Viste le indagini dei media tedeschi sulle nostre "capacità finanziarie" ben sottolineate nel link di Marco Di Felice, sorgono a questo punto spontanee molte domande:
    - ma noi non eravamo presi nella spirale del "debito"? Se allora siamo così ricchi, di quale debito parlano i tedeschi?
    - ma non è che i tedeschi fanno confusione un po' troppo spesso col termine schuld? Debito (pubblico) o colpa (di essere italiani)?
    - siamo alle prove generali per l'ennesimo prelievo forzoso, questa volta direttamente sui NOSTRI c/c, dopo le stangate IVA, Imu Irpef e chi più ne ha più ne metta?
    - ma possibile, come dice Vito Lops sul Sole24Ore, che ogni qual volta che sia da effettuare un salvataggio, salti fuori sempre la Germania come creditore "privilegiato"? Possibile che per le Sue disattenzioni creditizie, a pagare dobbiamo essere sempre e solo noi?
    - ma quando finirà questa farsa?
    Senza parole...

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    1. Caro Flavio: la risposta è sempre la stessa. La germania fa quello che noi gli consentiamo di fare. Pescano con la dinamite in uno stagno. Ma le acque le abbiamo chiuse noi (l'euro) e abbiamo ammesso pure ogni tipo di pesca (BC non solo indipendente ma anche non nazionale e controllata da bundesbank)

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  6. Ciao Quarantotto, come unire poche migliaia di persone sparse nella rete? Non ho risposte, temo ci siano troppi personalismi, ma spero vivamente di sbagliarmi. Ho la sensazione che non saremmo noi a governare gli eventi ma saranno questi a scandire le nostre vite. Forse abbiamo bisogno di subire una tosatura in stile Commerzbank per svegliare la nostra classe dirigente dal suo torpore. Insomma una bella patrimoniale di quelle che fanno male forse avrebbe il potere di accendere i riflettori sulla costruzione di questo mostro chiamato Ue e Uem.
    Cmq per il CNL io ci sono.

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    1. Che non saremo noi a governare gli eventi è pacifico: l'ipotesi frattalica si impernia proprio sulla ripetizione di questo schema rispetto a forze più grandi di noi che abbiamo in qualche modo improvvidamente attratto su di noi (quando poteva essere evitato).
      Che poi si debba creare e preparare un nucleo organizzato di risveglio civile capace di gestire un'epoca di transizione post-traumatica verso una rinascita democratica (accettabile) è però altrettanto indispensabile.
      Ma forse hai ragione: la maggioranza degli italiani (intesa come "reti familiari") è troppo "patrimonializzata" per credere di doversi svegliare sul serio. E forse ha bisogno di un crudo risveglio...naturalmente per vincolo esterno

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    2. Sul tema dell'unità e la difficoltà della sua realizzazione credo valga la pena richiamare la polverizzazione di ogni senso di appartenenza avvenuta con l'affermarsi della cultura dell'individualismo negli anni '80. Risegnalando il saggio: "L'eredita degli anni Ottanta: L'inizio della mutazione" di G. Santomassimo (qui dentro), che ho conosciuto grazie ad un vecchio link di Fiorenzo Fraioli su Goofynomics purtroppo rimosso da scribd. Il maccartismo 2.0 in cui abbiamo vissuto; basta co' 'sta giustizia sociale, roba da sfigati e fannulloni. Il mito del successo e della competizione, l'iniziativa individuale come solo motore di ogni progresso e vergognati se non sei abbastanza egoista. Come maldestramente teorizzava anche quella sociopatica di Ayn Rand, dai cui circoli proviene anche Greenspan, la quale stava alle sue origini sovietiche come Magdi Allam sta alle sue origini islamiche (che brutta cosa il livore).

      E' venuta meno una identità collettiva in cui diverse persone e gruppi possano riconoscersi, pur nelle legittime differenze e scontri. Il rischio è che abituati all'individualismo non si sia più capaci di una reazione comune e ci si impantani in una guerra fra poveri. Su questo piano la colpevolizzazione del debito pubblico e del pubblico dipendente, strillata anche da Grillo, trova gioco facile. Alimentata anche dall'esistenza di due mercati del lavoro, uno protetto e l'altro no (altra pugnalata alla costituzione), che ha fatto si che non tutti fossero ugualmente colpiti dalla crisi. E' per questo che l'Italia è ancora ben patrimonializzata, come giustamente sottolinei, e la situazione non è ancora esplosa.

      Occorre ricostruire un senso comune di appartenenza prima che su questo si innesti la truffa descrescista col suo mito del buon selvaggio. Questo è il passaggio essenziale. Questi blog sono un buon punto di partenza. L'apocalisse prossima ventura (inizierà con la patrimoniale? Coi fallimenti a catena? Chissà) sarà, purtroppo, condizione necessaria affinché questo avvenga, inutile sperare che vi siano grossi movimenti prima di ciò. Speriando che sia anche condizione sufficiente aspettiamo la palingenesi (ed il processo di Eurimberga, così gli restituiamo un po' di livore).

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    3. Io ci sono per il CLN. Per ora parlo e regalo libri e forse posso fare poco più che volantinaggio ma se può servire...

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    4. @Giovanni: la tua analisi (sulle note accuse agli anni '80, riguardo ai quali mi acquieto su 2 nomi: Craxi e Andreatta) vale per la generalità della società italiana. Purtroppo il problema immediato, in chiave CNL, si pone all'interno delle poche migliaia di persone già consapevoli. Più su ho parlato di incomunicabilità tra i vari spezzoni del web.

      @Stefano: intanto, nella tua realtà, attraverso la tua personale comunicazione, puoi verificare se ci sono persone con cui ti puoi coordinare...

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  7. ACHILLEA & MONETA

    Quell'altro giorno indietro ho ricevuto, con qualche mio "scontento", il dono della memoria del Mario.
    "Queelo" vero, il Maru etrusco, il Mar celtico, il Mars latino.
    Un Mario, "queeli" veri, che sornione giocondava con achillee & monete e, beyond, che ci raccontava l'impossibilità del "mutare" la "possibilità" ma, a fianco e vicino, insegnava la "mutazione" che è "dentro" con l'esempio, l'impegno e .. l' "appartenenza".
    La testimonianza di un "knight" .... :-)

    E.

    ps: 'uando che vo', c'è vo' .. e mò la tieni .. 'chè te fa' be' con gratidutine de' "queeli" che sono umani leggendo achillee .. :-)

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  8. E Wolfgang è tornato a stupirci con le sue analisi,
    puntualmente tradotte da Voci dalla Germania.
    Così pensavo di dedicargli un augurio frattalico, questo:
    http://cinquantamila.corriere.it/storyTellerThread.php?threadId=25aprile
    Caro Wolfgang siete i più odiati d'europa : fatevene una ragione.
    Ma a Cipro intanto:
    http://www.dagospia.com/rubrica-4/business/il-parlamento-cipriota-boccia-il-prelievo-forzoso-52704.htm

    http://www.dagospia.com/rubrica-4/business/fitoussi-su-cipro-questa-europa-d-ragione-a-grillo-52702.htm

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    1. E' perchè l'hanno fatta grossa, stavolta si sono allargati. In fondo, pensavano che la grancassa moralistica (ciprioti corrotti, amici delle mafie russe), avrebbe coperto il fatto che se la prendevano poi coi piccoli risparmiatori. E che costituendo questo precedente avrebbero aperto la via verso la penisola del Bel Paese. Senza che avessimo nulla da obiettare: noi italiani (il che pare ovvio, considerato chi globalmente ci rappresenta in Parlamento).
      Solo che credo che i russi non siano stati proprio con le mani in mano. Il che, in attesa di sviluppi, (perchè a un ultimatum inottemperato segue una rappresaglia o una figuraccia), mi fa persino pensare a una nuova ipotesi di Stalingrado. O addirittura al rovesciamento dell'offensiva post Stalingrado.

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    2. Spero tanto soccombano:) con qualcuno lo devono sbattere il grugno .
      Ispiriamoci alla resistenza degli alpini della Julia...
      http://it.wikipedia.org/wiki/Centomila_gavette_di_ghiaccio

      In ogni caso io tifo Putin: la guerra è guerra.
      Prepariamo comunque i CLN, perchè dopo macerie ci sarà molto, ma molto da ricostruire:).
      Grillo si deve svegliare , oggi finalmente ha pubblicato un grafico sulla produzione industriale in Italia ed in Germania dal 93 ad oggi:
      https://twitter.com/condorbox/status/313002274182025217/photo/1
      Casualmente eravamo in ascesa noi, before the fraud.
      Intanto a Ballarò si discute di benefit e privilegi: come al solito sul pezzo...pessimi as usual.

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    3. Stavolta allargati ..

      Caro Amico, sei di bontà senza fine quella che "altri" non hanno mai avuta.
      Le dimissioni di Michalis Sarris, ministro delle finanze cipriota, al rientro dal viaggio a Mosca ha rassegnato le dimissioni e i 5,8 miliardi a Cipro oggi sono stati "investiti" dalle "fregate" che scendono dai Dardanelli.
      Fituossi & Grillo o da un "altra" parte ? ;-)

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    4. "Allargati" rispetto alla sfera di massacro loro consentita. C'è una suddivisione di compiti geo-politica e anche una sua evoluzione
      http://www.geopoliticalcenter.com/2013/03/la-marina-russa-manterra-una-task-force-nel-mediterraneo/
      E in questa evoluzione la germania non può semplicemente dare per scontato di aver ottenuto una forza inibitrice anche rispetto agli interessi russi. Ancora no: ci può provare, ma solo se gli riesce di pacificare l'occidente sotto il tallone di ferro dell'UEM. E non ripeterò un'analisi già compiuta. Ma che ci soccorre nel cercare di capire come l'allargamento sia stato un pochino affrettato (la svizzera gongola)
      http://orizzonte48.blogspot.it/2013/02/la-francia-s-hollande-alla-roulette.html
      http://orizzonte48.blogspot.it/2013/02/usa-germania-e-il-prezzo-della-presunta.html
      Now: gli USA rimarranno dell'idea che gli USE "in itinere" siano un fattore di stabilità?

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    5. Beh, noi possiamo sempre inviare la Ashton!!

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    6. Non so: la Ashton pare che la vogliano usare per uno scambio con Ignatiev....a Berlino est :-)

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    7. La flotta russa userà come appoggio un porto siriano. Di una Siria "sedata", nonostante quanto tendono a raccontarci. L'accordo con gli USA su questo dovrebbe essere raggiunto.
      Il Mediterraneo orientale, in prospettiva, potrebbe avere un nuovo "garante". Cipro starebbe sempre più in area di influenza russa.
      E anche se tutto ciò non promette stabilità politica (e neanche militare) non è pane per gli attuali denti della germania...
      http://www.eurasia-rivista.org/beirut-imminente-soluzione-della-crisi-siriana-leuropa-sta-a-guardare/18769/

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    8. Tra l'altro la Russia ora ci tiene energeticamente per i corbezzoli, vero?

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    9. L'ORO DI CIPRO


      L'ottusità avida di Wolfgang e Jens non ha fatto i conti con Gerard & co, l'ex dell'agenda.
      Non crede ai suoi occhi: un nuovo prestigioso incarico gli amici dell'orso blu che rientra prepotente nella disputa dell'oro blu di Cipro.

      Un cambio generazionale anche all'Oberkommando: si "sente" la mancanza dei blitzrieg dei federalmarescialli di una volta e "a pensar male si fa peccato ma ci si azzecca quasi sempre" (Giulio A).

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    10. Cara Sandra, sembra che in Italia non si riesca proprio a superare la visione della democrazia come costo da tagliare "per far vedere". Perchè non lo aboliscono proprio, il Parlamento? Sai quanti risparmi? Moody's darebbe la tripla A "sulla parola"! Ormai sto rassegnandomi al fatto che l'importante è desistere. Ci penserà la Storia a rottamare questa classe dirigente.......

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    11. Caro Poggio, la cosa che fa tanto "badoglismo in arrivo" è che persino la repubblica parla di bluff tedesco
      http://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/1-ora-pi-chiaro-lallarme-rosso-per-il-caso-cipro-nei-palazzi-del-potere-52708.htm

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    12. @Lorenzo: la Storia farà cadere "questi", è si può convenire che sia irragionevole insistere nel cercare di illuminargli.
      Il fatto, però, è che qualcosa di simile al CNL va creato lo stesso: è dovrà essere pluralista, democratico, anti-"ochista" e antiBC-indipendente.
      E preocuparsi di evitare che soluzioni istituzionali anche peggiori siano adottate nel caos e nel vuoto di potere formale che si verifica nei momenti di rottura e transizione costituzionale. Think upon it. Very keenly.

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    13. @Lorenzo La Storia o i cannoni Russi: will see ..
      @48 la folgorazione di Repubblica sulla via di Stalingrado: che tipetti:)
      Sui i CLN io sono totalmente d'accordo, non basta resistere o desistere , servirà ricostruire.

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    14. caro 48, anche il sole , incredibilmente si mette a smascherare il gioco tedesco. Badoglio sta per arrivare.

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    15. Ma come sai caro Francesco, Badoglio incasinò le cose. E non esclude, come contraccolpo, il dilagare del "decrescismo" la formula politically correct della prosecuzione (con altri mezzi) della concentrazione di ricchezza.

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    16. @Sandra: anche alla luce della risposta data a Francesco possiamo ulteriormente...darci ragione reciprocamente :-).
      Mi sa che faremo l'I-Ching per capire meglio cosa fare...Gli uomini d'affari cinesi lo fanno e a quanto pare con buoni risultati :-)

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    17. Adesso il decrescismo felice è un trend, permettimi di dire : penosi
      Yes per I ching buttate giù qualche data no next week perchè devo fare le 5 giornate di Milano (lasciatemi sognare:).

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  9. Decrescismo. Tempo fa a casa di un mio amico sellino mi capitò sotto mano un libriccino dal titolo: “trattatello di fantasia politica ad uso degli europei”. Incuriosito leggo poche pagine che mi provocano smorfie di disgusto per la superficialità con cui trattava ambiente, euro ed europa tutto in salsa decrescista...
    Oggi per curiosità sono andato a vedere chi ne fosse l'autore (che non ricordavo) e google mi rende le seguenti informazioni: manifesto politico del leader di Europe Ecologie Daniel Cohn-Bendit europarlamentare impegnato a favore della costituzione europea e protagonista del 68 francese.
    La primissima associazione mentale è stata con i baccelloni de "L'invasione degli ultra corpi".

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    1. Là dove si vede che vetero-marxismo massimalista e oligarchie si sposano agevolmente in un'alleanza strumentale: i primi ottengono le masse impoverite che possano incolpare dei loro mali un astratto capitalismo (preferibilmente gli USA, causa sempre di ogni male); le seconde ottengono..il risultato voluto

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