giovedì 14 marzo 2013

FRATRES! FRATTALICA SUNT CONSEQUENTIA RERUM

Lo so; siete tutti presi dall'elezione del nuovo Papa e sdegnati dalla notizia dell'approvazione parlamentare UE del two packs. Ma non proprio tutti (spero): perchè in ciò non c'è nulla di soprendente.
Il two packs era decisione già presa da un pezzo (luglio 2012) e solo definitivamente formalizzata dalla consultazione parlamentare, la quale, in generale, come poi osservato da Juncker nel suo "addio" (già ve lo siete dimenticati?) è un'acritica fase "passacarte".
Solo in Italia si può "rivendere" la cosa come un "primo passo contro l'austerità", dato che fondi europei (o criteri di bilancio "in pareggio") per investimenti in misura ridicola rispetto alle esigenze dei trasferimenti proprie di un governo federale dell'OCA, nonchè per sostituire, con degli pseudo-eurobonds, un pò debito emesso dai paesi in difficoltà, non risolvono proprio nulla e ormai neppure rallentano la "fine".  
Non risolvono certamente gli squilibri commerciali, nè la logica della deflazione dei "debitori" con cui, distruggendone l'economia, li si vorrebbe far tornare competitivi. Piuttosto quello che conta è che alimentare l'equivoco su tali prospettive presunte di sopravvivenza dell'euro, serve soltanto a forzare il rilancio della svendita patrimoniale nei paesi debitori.

Per chi volesse un'analisi sintetica di questa situazione, che affronti pure il "mito" dei pagamenti arretrati della p.a., riporto quanto oggi osservato nel blog "fratello" Vocidall'estero:
Andiamo al punto: lo squilibrio commerciale intra- UEM (cioè indebitamento strutturale privato dei paesi a inflazione più alta), innestatosi sulla crisi finanziaria 2008, ha interrotto, per ovvia mancanza dell'elemeto fiduciario, il credito interbancario.
Gli Stati non possono iniettare liquidità, perchè l'unica liquidità pesante è in mano alla BCE che "condiziona" comunque alla riduzione del deficit (cioè alla riduzione del risparmio privato e investimenti pubblici e privati) nei paesi debitori.
Il blocco dei pagamenti statali consente di abbassare i fabbisogni di cassa nel bilancio dello Stato e di accedere così all'ombrello OMT di Draghi agli occhi dei "mercati" (cioè degli stessi soggetti che intendono rientrare dei crediti). OMT ritenuta unanimemente (come mera prospettazione) la vera chiave dell'abbassamento degli spread.

In questa situazione monetaria, quindi è impossibile una via d'uscita: sbloccare i pagamenti contrasterebbe la condizionalità (vanificando sui mercati l'effetto "psicologico" dell'ombrello OMT) e, più ancora, ci porterebbe dritti dritti al veto sul bilancio dello Stato da parte della Commissione, secondo l'appena approvato two packs.
Questo è una forma di condizionalità con vaghe clausole di attenuazione che, già sulla carta, sono inefficaci per modalità (pseudo-eurobonds) e misura (i trasferimenti, quelli razionalmente necessari in un'oCA, necessari sarebbero a carico della germania per almeno 9 punti del suo PIL, secondo il calcolo prudenziale di Sapir).

Ma, decisivo: anche alimentando di liquidità le imprese italiane in sofferenza (insolvenza), il vincolo valutario riprodurrebbe in breve la situazione di crisi di liquidità (via CAB) e non sarebbe sufficiente a calibrare domanda interna e occupazione.
L'output-gap è un effetto che risponde ormai a un ritardo nell'effettuazione degli investimenti necessari che si prolunga praticamente da 20 anni (inizio dell'austerity di Maastricht).
Ogni soluzione-palliativo immaginata, poi, si scontra anche col fatto che la crisi da indebitamento corrisponde ormai alla ferma volontà tedesca di arrivare ad attaccare il patrimonio dei paesi debitori: il prima possibile (sia perchè si corre il rischio che la Francia faccia nel frattempo saltare tutto, sia perchè il loro sistema bancario è in situazione critica)

Quanto all'elezione papale: beh, nei commenti al precedente post sono arrivati, immediati e copiosi, i links su certe vicende del passato argentino. Certo che la scelta pare proprio preannunciarsi problematica.

In attesa di vedere il 25 luglio, reso sempre più probabile dalla suddetta narrazione della molto ipotetica e propagandistica "inversione dell'austerity", possiamo sempre rammentare che la Francia, nonostante Weidman & co. si sprechino ormai giornalmente in "richiami" sul suo deficit (che nel 2013 supererà il 4%), tenterà la via della deflazione "competitiva" fiscale senza riuscirvi. E quindi? Finirà con lo sbarco in Normandia. Ma dopo l'8 settembre in Italia. Quando i badogliani saranno già fuggiti dopo aver fatto un colpo di mano.
Alegher!

6 commenti:

  1. Paolo Savona: Il protettorato e la resa. In questo video http://m.youtube.com/watch?v=6JG4JJvVSIg ( dal min 10): " invece di muovere verso un'unione politica su basi democratiche ci stiamo muovendo verso una forma di protettorato economico. Che cosa può fare l 'Italia ? A mio avviso può sedersi al tavolo...e trattare la resa e chiedere che cosa volete.?... Il paese e' sconfitto e non può tornare indietro... Allora sediamo al tavolo e trattiamo la resa... Al tavolo delle trattative diremo: io possiedo una ricchezza delle famiglie di 8 volte il pil, patrimonio pubblico, oro etc"

    Al minuto 4:30 si parla metaforicamente di "fucilazione" per Padoan...
    Io allungherei la lista

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    1. Sono contento che ora la pensi integralmente così: in precedenza avevo sentito (e a lui obiettato) cose in parte diverse

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  2. In attesa del 25 luglio (e spero che arrivi presto), mi permetto anche un frattalico spunto di riflessione sul "dopo".

    Allora come oggi, infatti, l'Italia appare come il "molle bassoventre" da cui tentare l'assalto alla "Fortezza Europa". Ma chi è che tenta questo assalto, e, soprattutto: cosa si vuole ottenere con la campagna d'Italia?

    Nel 1943-45, l'articolarsi degli eventi risentì della infausta "important divergence" anglo-americana. Per Churchill, l'Italia era una corsia preferenziale per arrivare nei Balcani prima dei russi. Per Roosvelt, i Balcani erano già dei russi. Il risultato fu una lenta e riluttante avanzata, che incoraggiò i tedeschi ad abbandonare la strategia di Rommel (che, temendo gli sbarchi, voleva attestarsi da subito sulla linea Pisa-Rimini), per quella di Kesserling (che li andò ad aspettare più in basso, a Cassino) ed a regalare l'esperienza dell'occupazione a buona parte dello stivale. Avanzata che fu sempre incerta nell'approfittare dei vantaggi strategici (come lo sbarco di Anzio attesta), arenandosi senza più alcun risultato sulla linea gotica fino al marzo del '45.

    Memori dell'esperienza storica, pensiamo allora cosa volere da una futura "campagna d'Italia", magari non lasciandoci trasportare dagli eventi decisi da altri "in casa nostra" in modo da rendere la liberazione talmente lenta dal consentire all'occupante di far tutto il danno possibile.
    Ma questo presupporrebbe, me ne rendo conto, una consapevolezza che la società italiana odierna, (che ancora si accalcherebbe sotto il balcone di Palazzo Venezia "in nome dell'Euro"), non può strutturalmente avere. E la cosa mi rattrista.

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    1. Ottimo! E' esattamente uno dei concetti che mi preme qui esprimere (quando ho più volte parlato dell'equivoco-titubanza di Obama, cui viene tutt'ora raccontata la stabilità UE come legata alla realizzabilità degli "Stati uniti d'europa in itinere"), rivestito di una puntuale forma "frattalica".
      Danke: il dibattito collettivo di questo blog serve proprio a questo.
      Sulla tempestiva e autonoma forza italiana di guidare la propria ripresa economica e democratica, però, sussistono altrettanti parallelismi frattalici con l'orrido presente che ne fanno dubitare.
      Ma Keynes è vivo e lotta insieme a noi :-)

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  3. Aspettando Badoglio, osserviamo Bergoglio e facciamo una poco seria annotazione "frattalico-fatalista":
    Dal papa Benedetto (ispirato dal santo patrono d' Europa) al papa Francesco (ispirato dal santo patrono d' Italia)

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  4. intanto il padrone parla, non dobbiamo assolutamente sforare il deficit, altrimenti le nostre PMI non falliranno:

    http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2013-03-16/weidmann-bundesbank-italia-blocca-125022.shtml?uuid=AbkDFieH

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