domenica 28 aprile 2013

IL FEDERALISMO "LITE" DELLA BONINO E I DATI DI SAPIR

Ormai scrivere di quel che sta accadendo possiamo farlo col "montaggio" di quanto già detto. Lo potreste fare persino voi, da soli, ma vi facilito il compito.
Nel post "Osservatorio PUD€-5", abbiamo esordito con questo incipit:
"L'introduzione a questo quinto capitolo dell'Osservatorio PUD€ la lasciamo tutta a queste recenti parole di Krugman:
"Ciò che l'élite Europea non riesce a cogliere è che la percezione pubblica del loro diritto di governare dipende dalla loro capacità di raggiungere almeno alcuni risultati effettivi.
Quel che hanno consegnato in realtà, tuttavia, sono anni di sofferenze incredibili accompagnate da ripetute promesse che la ripresa era proprio dietro l'angolo - e ora si stupiscono che molti elettori non si fidano più del loro giudizio, e si rivolgono a qualcuno, chiunque, che offra un'alternativa.
Vorrei poter credere che le elezioni italiane siano servite da campanello d'allarme - una ragione, ad esempio, per dare alla BCE il via libera per una maggiore espansione, una ragione per la Germania di fare un po' di politica espansiva e per la Francia di sospendere il suo non necessario stringere la cinghia.
La mia ipotesi, tuttavia, è che avremo soltanto altre lezioni per gli italiani e per tutti gli altri su come non stanno dandoci abbastanza dentro."
Inutile dire che tutto questo diverrebbe attualissimo nel caso in cui si interpretasse il voto, da parte delle forze politiche tradizionali, solo come un fatto di "volti nuovi",  e cioè che, in  pieno delirio "cosmetico" (non a caso), pescassero qualche Jolly "inedito" rispetto alle stanze dei governi post-Maastricht, e ritirassero fuori le solite vecchie politiche...mentre i grandi gruppi finanziari e industriali esteri "mettono nel mirino" le imprese italiane, pubbliche e private, da acquisire a prezzi di saldo."

Ora come volto "sempre-nuovo" (una caratteristica che è "ontologica" nel personaggio in questione, come la verginità della Madre di Dio) pescano la Bonino, ministro degli esteri, destinata a farsi valere in Europa per un futuro radioso.
La Bonino, per capirci subito sulle prospettive che offre, ha scritto un libro con Marco de Andreis ("già consigliere del Ministro per le politiche comunitarie (2005-2006) e funzionario della Commissione europea (1995-2000), dirige l'ufficio studi economici dell’Agenzia delle Dogane"), “Making the case for a ‘federation lite'”.
Cioè gli Stati Uniti d'Europa "leggeri", che dovrebbero "gestire la crisi economica in maniera più efficace e puntuale". Come?
"Per fare questo - sostiene il saggio - è necessario ripensare il bilancio europeo. Proprio quel bilancio che - nell’ultima stesura riguardante il settennato 2014-2020 - è rimasto per il momento bloccato senza l’approvazione del Parlamento europeo. Il bilancio europeo è costituito quasi esclusivamente da trasferimenti da parte degli Stati membri (l’Ue non ha il potere di tassare direttamente i cittadini) e pesa circa l’1% del Pil europeo; non viene utilizzato per funzioni fondamentali di governo e - quasi per la metà - va a finanziare il settore agricolo.
Il trasferimento di alcune funzioni di governo dal livello nazionale e quello europeo - spiega il saggio - come la difesa, la politica estera e la ricerca, non dovrebbe comportare un aumento della spesa pubblica, ma al contrario potrebbe determinare un risparmio grazie alle economie di scala. Basterebbe così un bilancio pari al 5% del Pil europeo (laddove le percentuali, in Stati veramente federali come gli Usa, sono molto più alte) per dare sostanza a questa maggiore integrazione. Bilancio che andrebbe a coprire i seguenti capitoli di spesa: l’1% per la difesa, l’1% per la diplomazia (inclusi gli aiuti umanitari), l’1% per la ricerca e lo sviluppo, lo 0,7% per le politiche di redistribuzione sociale e regionale, lo 0,5% per il controllo delle frontiere, lo 0,5% per le Reti Trans-Europee (TEN) e lo 0,3 per l’amministrazione. Una proposta ‘leggera’ ma incisiva che potrebbe costituire il motore di quella nuova politica comunitaria verso cui il Governo Letta sembra voler tendere".

Come primo commento generale, riportiamo quanto detto sempre in Osservatorio PUD€-5:
"...in USA  i trasferimenti arrivano al 33% (20% agli Stati, 13% alle municipalità) delle entrate fiscali del bilancio federale e il sostegno finanziario conseguente oscilla tra i 9 e i 30 punti di PIL per i singoli Stati. Anche negli USA i singoli Stati si noti, sono vincolati al "pareggio di bilancio", ma sempre sulla predetta condizione di trasferimenti differenziati in un range che sarebbe impensabile in Europa. E questo perchè politicamente inaccettabile nelle chiarissime e "vibranti" posizioni espresse dalla Germania.
Il bilancio federale USA, invece, è in deficit eccome: solo che ricorre alla politica monetaria "concertata" con la FED, che acquista il debito connesso al deficit-fabbisogno con vari sistemi coordinati a banche operatrici su mandato. Non bisogna poi dimenticare che negli USA il tutto si basa sulla unità di regime fiscale delle imposte a maggior gettito (altro punto inaccettabile non solo per i tedeschi, ma anche per paesi "creditori" come Olanda e Lussemburgo che fanno del dumping fiscale un punto di forza e che fuggirebbero rapidamente dall'euro zona in caso di "federalismo"-OCA "US-pattern"), nonchè su una forte mobilità della forza lavoro, e quindi, non dimentichiamolo, della stessa base imponibile".
Premettiamo che l'1% del PIL euro-zona per la difesa, supponendo una contribuzione equamente proporzionale dell'1% a carico di ciascun Stato-membro, è un decremento delle spese militari; ma non per l'Italia, peraltro, che sta allo 0,9 del PIL,("in rapporto al PIL la Gran Bretagna si posiziona al 2,3%, la Francia al 1,7%, la Germania al 1,8%, l'Italia al 0,9%, la Spagna al 0,7%...").  
Decremento dunque significativo  che incontrerebbe il dissenso USA per la asimmetria a suo carico evidenziata in sede NATO: il che non è un problema politico da poco. Sempre che non si vogliano acuire le tensioni con gli importanti alleati d'oltreoceano, già messe a dura prova dal deflazionismo e dalla compressione della domanda dell'eurozona. E si vorrebbe una gestione della crisi "più efficace e puntuale". 
Ma su tutto il resto lasciamo la parola a Sapir, che ha seriamente calcolato il "costo del federalismo in Europa" (trad. Vocidall'estero):

I trasferimenti che si calcolano qui riguardano solo quattro paesi (Grecia, Portogallo, Spagna e Italia), e non includono gli aiuti comunitari già esistenti.  Il primo punto consiste nel calcolare lo scarto accumulato in 10 anni nel campo della R&S. Questo divario ammonta, in percentuale del PIL, per ciascun paese, a :

Spagna
17,3%
Italia
17,2%
Portogallo
18,8%
Grecia
24,0%

A questo va aggiunto  la deviazione annuale (nel 2010):

Spagna
1,43%
Italia
1,56%
Portogallo
1,23%
Grecia
2,37%

Se calcoliamo un recupero su 10 anni, questo implica un trasferimento annuale dai paesi del "nord", calcolato in punti percentuali del PIL di ciascun paese, per recuperare lo scarto accumulato in spesa per R&S :

Spagna
3,16%
Italia
3,28%
Portogallo
3,11%
Grecia
4,77%

Il secondo punto importante consiste nel permettere a questi paesi di recuperare nei loro sistemi di istruzione. Le spese necessarie per ridurre il numero di giovani che abbandonano la scuola con un livello più basso del 2 ° ciclo di istruzione secondaria, sono stimate, ancora in punti di PIL del paese, a:

Spagna
2,00%
Italia
2,00%
Portogallo
3,00%
Grecia
3,50%

Il terzo punto è quello di stabilizzare la domanda in questi paesi, perché altrimenti gli sforzi nel campo della R&S e nel campo dell'educazione non serviranno a nulla. Questa stabilizzazione della domanda può passare attraverso la ristrutturazione o costruzione di infrastrutture, ma anche sostenendo la domanda di alcune categorie della popolazione. Calcolate in punti percentuali del PIL di ciascun paese, queste spese ammontano annualmente, per un periodo di dieci anni, a :

Spagna
3,00%
Italia
2,50%
Portogallo
4,00%
Grecia
6,00%

Se sommiamo queste spese, da finanziare mediante trasferimenti di bilancio dai paesi del "nord" della Zona Euro, si arriva al totale seguente, che ricordiamo è la cifra annuale calcolata sulla base di un recupero in 10 anni (!) degli scarti di questi diversi paesi:


Contributo in% del PIL, per recuperare il ritardo in R & S
Contributo in% del PIL, per recuperare il ritardo in materia di istruzione
Contributo in% del PIL, per rilanciare la domanda
Totale (% del PIL per ogni paese)
PIL2011 per ogni paese in Mlrd euro
Importo dell'aiuto annuale in Mlrd euro nell'ipotesi di trasferimenti federali
Spagna
3,16%
2,00%
3,00%
8,16%
1.063,36
86,76
Italia
3,28%
2,00%
2,50%
7,78%
1.580,22
122,99
Portogallo
3,11%
3,00%
4,00%
10,11%
170,93
17,27
Grecia
4,77%
3,50%
6,00%
14,27%
215,09
30,69

Il totale ammonta quindi a € 257,71 miliardi di euro all'anno. Questo non è il totale di tutti i trasferimenti - vi sono le esigenze di altri paesi -, e  non comprende il contributo comunitario (che è un costo netto per paesi come la Germania e la Francia), ma copre solo i bisogni necessari perché la zona euro possa sopravvivere, al di fuori dei bisogni finanziari immediati, che già implicano un significativo contributo di Germania e Francia."
Va quindi considerato che il bilancio ipotizzato nel citato libro non si riferisce ai trasferimenti, ma proprio alle funzioni, cioè all'ammontare globale della spesa che continuerebbero pro-quota (proporzionale) a sostenere tutti i paesi; tale bilancio, in tal modo, include anche quanto, in proporzione esatta del PIL, verrebbe ovviamente speso in Germania.
Ed allora le cifre non tornano neanche un
Solo per recuperare il ritardo in investimenti per la "ricerca", all'Italia e alla Spagna dovrebbero essere attribuiti oltre 3 punti del rispettivo PIL a titolo di trasferimenti, evidentemente aggiuntivi rispetto alla contribuzione. E a carico prevalentemente della Germania. E sugli altri settori le cifre sono altrettanto eloquenti.
La Bonino, invece, ipotizza 0,7 punti di PIL (europeo? eurozona? Parrebbe la prima ipotesi) per le politiche di redistribuzione sociale e regionale, cifra cui pare logico sottrarre l'attuale ammontare dei fondi UE per lo sviluppo, pari a circa 0,5 punti di PIL-UE. Il che porta l'ammontare (UE, non UEM) dei trasferimenti addizionali appunto al rimanente 0,2%: si tratterebbe di circa...28 miliardi di intervento "puntuale ed efficace" per risolvere la crisi, e riferito a tutta l'UE!
Rimanendo nella zona UEM, più pragmaticamente, perchè questa è la posta di sopravvivenza in gioco, va detto che il relativo PIL si aggira sui 10.000 miliardi e qualchecosa.
La cifra indicata da Sapir, - che include solo i calcoli su Italia, Spagna, Portogallo e Grecia, e solo i trasferimenti "minimi di sopravvivenza"-, e, come precisa, esclude appunto i fondi europei attualmente sorretti da contribuzione, corrisponde (per i soli paesi indicati e per il limitato range di intervento ipotizzato), a oltre 2,5 punti di PIL dell'eurozona, cioè ben oltre 12 volte quanto ipotizzato dalla Bonino nel suo libro, (in quanto operato con riferimento all'intero PIL UE, che si aggira sui 14.00 miliardi di euro).
Insomma, il federalismo "leggero" (per una gestione della crisi "più puntuale ed efficace") non solo non risolve nulla, ma, permanendo le asimmetrie (di sviluppo, di fattori socio-economici, quindi di crescita) nella enorme forbice attuale, li perpetuerebbe. Fino all'inevitabile collasso.

35 commenti:

  1. "i media collaborino" + "auspico un invasione dalla germania" + "formazione di governo dichiaratamente reazionario (senza guanti)" + ora abbiamo durante il giuramento dell'attuale governo un attentato a palazzo chigi.

    Se non avessimo il passato che tragicamente abbiamo avuto sarebbe da rimanere pietrificati, tutto sembra condurre a tappe da ora forzate verso il medesimo fine. Non ho voglia di apparire complottista primariamente perché non lo sono, secondariamente perché ho la sincera allergia nei confronti di questi disturbatori della coscienza e dell'intelletto razionale .... ma unire i puntini come Murphy purtroppo ultimamemente traccia sempre la solita curva. Purtroppo una ulteriore tragica conferma.

    Rimane comunque un elemento di base che nessuna organizzazione complessa opera alla stregua di un unico ente o soggetto razionale con tutto quello che ne consegue, ma mettere in atto un parco di meccanismi di un certa tipologia porta ragionevolemnte a dei fini relativamente preordinati. (deregolamentazione generalizzata).

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    1. Beh, sai deregolamentazione (in senso colloquiale) significa "affidamento al privato". Solo che per i paesi debitori, di fatto, significa privatizzazione a favore di stranieri. Salute e previdenza in testa.
      Ma se sono "europei", in fondo di che ci lamentiamo? Lo Stato minimo di von Hayek, europeo: un sogno a portata di mano.
      Peccato per quelle clausole costituzionali che non lo consentirebbero. Ma non credo che, nelle loro intenzioni, sia un grave ostacolo...

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    2. Scusa Salvatore, una domanda. Hai affermato di non essere un complottista. Non conosco la parola, quindi sono andato a cercare il suo significato.

      La parola "Complottista" non l'ho trovata.

      Ho trovato però "Complotto":

      Dal dizionario Gablielli

      “Complotto: Congiura, cospirazione, trama, maneggio, macchinazione, intrigo, intesa segreta per fini non buoni. Un complotto contro lo stato, un complotto di ammutinamento | Anche in senso non grave. Un complotto tra studenti per beffare un compagno.”

      Quindi...

      Cos'è un "Complottista"?

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    3. Perdonate, ma sono stato troppo sbrigativo nella mia comunicazione, ritenevo necessario che passasse un principio minimo di un mio elementare pensiero, e nulla più.

      Sovente purtroppo, l'esercizio di valutare fatti, porli nel loro contesto, dedurre le tendenze di fondo dell'intero sistema, (di cui si possono ragionevolmente immaginare le interazioni tra tutti i suoi enti), è facilmente appellabile dal sistema come "complottismo"; non c'è niente di strano o innatuirale in questo, è un naturale anticorpo di elementare fabbricazione per disattivare qualsiasi tentativo di costituire un punto di vista differente dalla maggioranza operato dal sistema che deve preservarsi.

      Mi riferivo a questo esercizio quando ho infelicemente utilizzato il termine "complottista"; a dirla tutta "complottista" è un neologismo come "laicista", che odio cordialmente, poichè nel momento in cui viene utilizzato sancisce la sconfitta, almeno sul piano meramente intellettuale, di chi lo utilizza perché opera utilizzando direttamente una categoria dell'avversario (dialettico) per descrivere un fenomeno visto dalla propria prospettiva. Lao Tze ha già detto molto a riguardo, tanto forse troppo tempo fa.

      Detto questo, non penso che per il semplice fatto che questo blog (ad esempio), argomentando con considerazioni assolutamente logiche, fondate su analisi raffinate di fatti e tendenze, molto spesso si arrivi a conclusioni che diventano a loro volta fatti in tempi ragionevolmente brevi: sia un covo di complottisti; tendo a pensare che chi scrive e commenta, siano entrambi degli analisti molto accorti, raffinati e privi di pregiudizi.

      Mi rendo anche conto di aver buttato il cuore oltre l'ostacolo con l'utilizzo del termine deregolamentare,
      ma era un modo per riferirsi alla pressione sul singolo individuo che questo sistema è in grado di esercitare, ed al fatto che se questa pressione viene protratta troppo a lungo può, per sua natura, può causare eventi traumatici.

      Certamente non esistono modelli quantitativi che possano a seconda delle condizioni al contorno e condizioni iniziali predire il cosa, il quanto ed il quando, ma qualitativamente se poni libere volpi in un libero pollaio, certamente le probabilità che una qualche preda cada vittima di un qualche predatore è superiore a quella che in quel pollaio l'entropia diminuisca.

      In definitiva non importa quale è la causa del tragico gesto di oggi, ma il potere, comunque vada, ne saprà approfittare appieno, come è sempre accaduto.

      Era a questo che volevo riferirmi, spero mi perdonerete per non essere stato chiaro a sufficenza.

      Ad ogni modo spero che i due carabinieri coinvolti nella sparatoria, ce la facciano a superare questo maledettissimo tragico evento, e che si rimettano al più presto possibile e possano tornare presto alla loro vita; di questo episodio nessuno ne sentiva la mancanza.

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    4. Non ti eri spiegato male.
      La questione del "complottismo" affibbiato in "inversione" come connotazione negativa, cioè la controsatira reazionaria, non era ascrivibile al tuo intervento. Ma introdurre il vocabolo ha consentito una precisazione.

      Sulla questione del criminale ferimento dei 2 carabinieri, speriamo che si faccia chiarezza presto...Semmai la chiarezza sia un risultato frequentemante ottenuto dalle indagini sui "crimini strani" che capitano in Italia

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  2. In generale sul complottismo: è un etichetta pericolosa, come tutte quelle ormai utilizzate per neutralizzare il dissenso mediante una paradossale forma di "controsatira". Certo c'è che sostiene che alla base della creazione delle katane vi sarebbe l'insegnamento degli extraterrestri. O che ritiene di dover imputare agli "illuminati" un disegno coerente da secoli, attribuendo ad essi tutto e il contrario di tutto (se si valuta bene il significato effettivo degli eventi ascritti). Ma, si tratta quasi sempre di procedimenti deduttivi manifestamente fallaci e viziati nei presupposti.
    Come abbiamo detto qui:
    http://orizzonte48.blogspot.it/2012/12/pensiero-autonomo-e-pensiero-eteronomo.html

    "IL TERMINE COMPLOTTISMO AFFIBBIATO A CHI RICERCA A FONDO E COMPIE OPERAZIONI DI CONNESSIONE INTUITIVA E DEDUTTIVA TRA FATTI CERTI NON MI PIACE: SEMBRA UNA QUASI-CENSURA ALLA LIBERTA' E ALLA CAPACITA' DI OGNUNO DI NOI DI COMPRENDERE E DI ARRICCHIRE LA VITA DEMOCRATICA COL NOSTRO CONTRIBUTO DI PENSIERO AUTONOMO E CRITICAMENTE INFORMATO.
    Insomma una forma strisciante di PATERNALISMO riassumibile nel discorsetto: "non puoi fidarti di quello che frulla nella tua testolina. Non ti si può lasciare a pensare da solo se no combini casini e dici chissacchè. Lascia pensare me che la so lunga e fidati che tanto da solo non ci arrivi. Alla fine ci penserò IO che sono tanto bravo a GUIDARTI e ti spiegherò tutto tutto. Intanto dormi (Pierino) che te lo dico io quando e come devi "decidere" di muoverti". Mmmmm....All'arme: però, questa volta per noi..."

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  3. «Inizialmente, i cittadini europei avevano un’idea molto positiva della UE; nel tempo, questo sostegno ed ottimismo è svanito. La massiccia burocratizzazione-centralizzazione, l’arroganza della burocrazia europea, la mancanza di rispetto per l’indipendenza, la storia e la cultura degli Stati nazionali ha distrutto la fiducia nel progetto. Dobbiamo ammettere che, personalmente, ci abbiamo messo troppo tempo a riconoscere la vera natura del progetto europeo; ma si deve deplorare che molti altri sono ancora più in ritardo, e che i nostri politici ovviamente non ci sono arrivati».

    «La grande domanda è se la Ue sia più il problema che la soluzione alla presente crisi. L’euro ha mostrato la sua reale consistenza e chiunque abbia un po’ di razionalità vede che l’unificazione valutaria è stata un fallimento storico. Un fallimento che può trascinarci ad altre fatali conseguenze per l’Europa e per la nostra competitività di fronte al mondo. C’è una cosa, ed una sola, che può salvare l’euro, ed è una molto più completa integrazione fra i Paesi europei; una politica finanziaria comune, una comune emissione di debito pubblico, la volontà di pagare gli enormi trasferimenti (necessari) dai Paesi ricchi ai poveri, o più precisamente, dalla Germania agli altri stati membri».

    «Questa è la rotta possibile; ma non è desiderabile. È venuto il momento di avvertire gli europei delle conseguenze future di questa scelta, in modo che gli europei ne capiscano l’importanza. Spero personalmente di non doverla sperimentare mai. Ma oso predire come sarà l’Europa “forte”, se la Commissione Europea, il Parlamento Europeo, e i Barroso e Van Rompuy di questo mondo avranno quel potere che sognano, e che sono sul punto di conquistare».

    «Più tasse e più povertà. Ci sarà un sistema di tassazione uniforme, e di livello molto più alto di oggi. La UE avrà il potere di tassazione diretta, e il gettito andrà direttamente alla Commissione e al bilancio Ue. Ci saranno gravi tassazioni d’uscita, multe ed altre barriere contro coloro che volessero uscire dalla UE. E se qualcuno comunque uscirà dalla UE, la UE esigerà diritti globali di tassazione».

    «Ci sarà più povertà in una quantità di “regioni” che un tempo si chiamavano Spagna, Italia, Grecia ed altre. Grandi e crescenti poteri saranno concentrati nelle mani dei tedeschi (e dei francesi, per il loro sostegno al progetto). Gli Stati nazionali non avranno alcun diritto di veto, e i piccoli Stati avranno ben poca influenza».

    «Stagnazione economica. Tutta la UE soffrirà di stagnazione economica. Il settore finanziario si sposterà in Usa, Cina, Hong Kong e Singapore. L’industria finanziaria emigrerà in Asia, e i giovani di talento e con alta istruzione se ne andranno via sempre più. In compenso, la UE sarà la guida mondiale in attività irrazionali e simboliche: le più basse emissioni di CO2, aziende “verdi” ed altre idee costose ed economicamente perdenti».

    «Si sopprimerà sempre più la libertà d’espressione e di critica riguardo ad altre culture, religioni e riguardo alla stessa UE, e si perseguiranno atteggiamenti “devianti e antisociali” come lo scetticismo sui progetti climatici, i diritti “sociali” e così via. La political correctness raggiungerà vertici mai visti».

    «Sul piano internazionale, la UE sarà un attore debole con poca credibilità e poco rispettato, e dovrà obbedire alle grandi nazioni creditrici, in quanto l’Unione dipenderà fortemente da esse. Nelle Nazioni Unite, la UE cercherà la collaborazione del terzo mondo perché tenterà di trasferire il suo proprio sistema ad una istituzione globale».

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  4. «Si sopprimerà sempre più la libertà d’espressione e di critica riguardo ad altre culture, religioni e riguardo alla stessa UE, e si perseguiranno atteggiamenti “devianti e antisociali” come lo scetticismo sui progetti climatici, i diritti “sociali” e così via. La political correctness raggiungerà vertici mai visti».

    «Sul piano internazionale, la UE sarà un attore debole con poca credibilità e poco rispettato, e dovrà obbedire alle grandi nazioni creditrici, in quanto l’Unione dipenderà fortemente da esse. Nelle Nazioni Unite, la UE cercherà la collaborazione del terzo mondo perché tenterà di trasferire il suo proprio sistema ad una istituzione globale».

    «Possiamo lasciare che ciò accada? Gli europei come popoli stanno facendo, e faranno, la scelta giusta (ossia il rifiuto del progetto eurocratico, ndr) quando avranno chiaro fra quali vie scegliere. Non sono tanto sicuro che i politici europei faranno la scelta giusta. E non ho fiducia che si cureranno di chiedere il parere agli europei, se appena potranno evitarlo. Sicché l’imperativo del momento è obbligare i politici a chiedere il parere degli europei. È venuto il tempo di far capire bene agli europei quali sono gli esiti futuri di questa prospettiva; e che gli europei capiscano il rischio che probabilmente non avranno mai più la possibilità di decidere da sé il loro destino. Io sono sicuro che riusciremo a mettere in guardia gli europei. E penso che riusciremo la via d’uscita dall’Europa». (SaxoBank CEO: «We Must Re-Evaluate The European Union»)Lars Seier Christensen

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    1. L'avevo letto: è un pò il "visto da destra" dell'antieuro. In realtà non ci sarà affatto un'esaltazione dei diritti sociali, quali sanciti almeno nella nostra Costituzione, incompatibili col deflazionismo salariale neo-classico. Quelli veri saranno disattivati. SARANNO PIUTTOSTO RIDENOMINATI: NEI FAMOSI DIRITTI COSMETICI. In questo senso è vero: sarà la fiera del "politically correct", ma anche dell'abbandono del welfare.

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  5. Caro '48. Io ormai non mi ci metto nemmeno più a discutere. Sento opinioni di gente convinta dell'autorevolezza del Governo Letta. Per carità, sono io il primo ad augurarmi che abbiano ragione, nell'interesse del Paese intero. Ma come al solito il discorso sull'esecutivo mi appare impostato in maniera decisamente "cosmetica": tutti a sottolineare il numero di donne, l'età media dei ministri che si abbassa, l'inedita ministra di colore.....e nessuno a rendersi conto che, nel punto più strategico della scacchiera, ci hanno invece piazzato tale Saccomanni, pupillo di Draghi, che non mi sembra sia un campione di economia orientata al sociale ed appare, invece, piuttosto in linea con il trend deflazionista BCE/Bundesbank. Cosa dice, il sig. Saccomanni? La solita storia della "spesapubblicacattivabrutta": alleggerire la pressione fiscale con i tagli alla spesa corrente. (per chi vuole approfondire, questo il panegirico del Beobachter romano: http://www.repubblica.it/politica/2013/04/28/news/saccomanni_un_grande_patto_per_l_italia_meno_tasse_e_pi_crescita_tagli_alla_spesa-57598712/).
    Insomma, un'opera di maquillage, di cosmesi che si spera ben riuscita: impresari nuovi per la stessa vecchia e fallimentare impresa.
    Però, come detto da un autorevole piddino che conosco, "non si poteva andare avanti con Monti e con l'economia allo stremo". Ed allora teniamoci Saccomanni, nella speranza di avere torto.

    P.S.
    Sull'episodio di oggi di fronte palazzo chigi, non voglio pronunciarmi. L'Italia del PUD€ sta già strumentalizzando e contro-strumentalizzando. Io, preferisco rispettare il dramma umano con il silenzio.

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    1. Saccomanni è una paradossale fortuna, in chiave "25 luglio-8 settembre". Non si differenzia in nulla da Monti se non nel mandato un pò diverso che avrà: prendere tempo facendo ammujna.

      Ma come lo scorpione con la rana, nel famoso "apologo", non potrà tradire la sua natura: la RECESSIONE e la DISOCCUPAZIONE (che è poi lo scopo effettivo della linea economica basata sull'EQUILIBRIO NATURALE) DILAGHERANNO.
      E non solo perchè mirano ad applicare la curva di Philips, credendo che abbassando con la disoccupazione i salari, otterranno maggior competitività e quEsto è un calcolo che si è GIA' RIVELATO sbagliato.
      No, non solo: ma PROPRIO PERCHE' NONOSTANTE BLANCHARD-FMI, NONOSTANTE THE REINHART-ROGOFF HYPE, CONTINUNANO A NEGARE IL MOLTIPLICATORE.
      E DEVONO NEGARLO. altrimenti, dovrebbero ammettere che Keynes aveva ragione e la teoria della aspettative razionali una bufala e con essa tutta l'economia di Maastricht e seguenti.
      TI RENDI CONTO? non hanno scelta, per LA LORO STESSA SOPRAVVIVENZA, AI LORO OCCHI MOLTO PIU' IMPORTANTE DEL BENE DEL PASE, di cui non gli frega assolutamente nulla.

      E quindi, non potranno che peggiorare le cose e la gente si troverà sempre più nel baratro, fino a che inizierà a capire che a provocarlo sono le loro politiche. INEVITABILMENTE.
      Non dureranno a lungo...

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    2. Ineccepibile.
      Le nostre simpatiche "attiviste del PUDE" hanno tratto un "instant-movie" (qui in spanish version) sull' attuale cul de sac in cui si trovano i "nostri" Saccomanni & Co.:

      https://www.youtube.com/watch?v=-BcZ6jb-lN4

      :-)

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    3. Se ci fosse stata una recessione così intensa e prolungata ai tempi del divorzio (ma ovviamente non era percepito l'immediato outputgap sia perchè partivamo dalla ripresa di fine anni 70 sia perchè la spesa pubblica non era ancora allo stadio attuale), la gente si sarebbe accorta anche di questo discorso di Ciampi
      http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2011-02-14/cosi-battemmo-inflazione-cifre-200212.shtml#continue
      E si sarebbero risparmiati errori distruttivi dell'economia italiana e del proprio benessere.
      Ma questi non saranno altrettanto fortunati: Monti già ha avuto la stroncatura che gli precluderà di atteggiarsi a "padre della patria"; questi qui dovranno proprio scappare (non con la cassa che non c'è èiù, anche se in molti hanno abbondandi fondi all'estero)

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    4. Secondo me non si salveranno, oltre ai Saccomanni e ai Letta, anche i "grandi padri (ig)nobili" (Andreatta, Ciampi, Padoa-Schioppa, Prodi, ecc. ec. ecc.) loro ispiratori.
      Lo sputtanamento degli incensatori mediatici dei figuri di cui sopra porterà a nuove consapevolezze tra le masse e a riscritture della storia.
      Letta fallirà (come tu hai ben indicato) e con lui fallirà anche la sua ideologia reazionaria ispirata dai "padri (ig)nobili:

      http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=uSefocmsw10

      leggiti i commenti all' articolo del sole24ore che hai postato (si va beh, siamo sul Sole, ok, ma l' idea che quei figuri siano dei benefattori dell' Italia era larghissimamente diffusa) e i commenti al video su letta che ti ho postato.

      guarda che cominciano ad esserci tante persone che si fanno domande banali del tipo :"ma allora, questa banca centrale giapponese che fà? Non è che me stanno a pijà per er culo?"

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  6. http://www.adnkronos.com/IGN/News/Economia/Lavoro-la-proposta-Capaldo-salari-a-1000-euro-licenziameni-facili-e-zero-contributi_32130154939.html >

    Grillo sarà d'accordo.

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    1. Ichino e Sacconi concordano che sia una proposta interessaante: e dopo uno non si spiega che il PUDE abbia fatto un governo unitario buttando da parte ogni maschera...
      Quanto a Grillo, vorrebbe il reddito di cittadinanza senza sapere bene cosa significhi e a cosa si sia ridotto ormai il mercato del lavoro: a quel punto perchè chiunque dovrebbe lavorare? Siccome è ovvio che on ti regalerebbero mai di che mantenerti (in povertà comunque); come pure che ai livelli salariali cui tendono, non ci sarebbe la base imponibile nè il livello di consumi-occupazione per erogare il reddito di cittadinanza; che tutto ciò è oltretutto una certezza col pareggio di bilancio...ne consegue che Grillo non solo non ci capisce un tubo, ma che parla su imbeccata di precisi interessi.
      Ma come la gente abboccò (e ancora abbocca) a che la BC indipendente diminuisca l'inflazione, così abbocca alle sue uscite. E come se abbocca!

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    2. A meno che Grillo (o chi per lui) non pensi a un reddito di cittadinanza "tarato" sui livelli salariali su cui si sta tendendo, in cambio di un'eliminazione pressoché completa di tutti gli attuali strumenti di protezione. Un reddito di cittadinanza di 150 / 200 euro mensili sarebbe forse sostenibile.

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    3. Non mi sprecherei neanche troppo a "interpretare": anche il "chi per lui" avrà un disegno generico, senza, com'è ormai evidente, conoscere il quadro normativo e finanziario di dettaglio. Quel che è certo è che, se non si parla simultaneamente dei problemi di BC indipendente e di pareggio di bilancio, si tratta di applicazioni neoclassiche e che la gente non se ne rende conto...

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    4. Le vie infinite del reddito di cittadinanza.

      Qui si nasconde l’insidia peggiore per gli aspiranti della poor card, in quanto non sempre la burocrazia comunale sarà efficiente e veloce nel fornire questi progetti personalizzati.

      Pero' come e' fico chiamarla poor card. E i comuni brutti e cattivi che con la loro inefficiente burocrazia ostacolano un progetto cosi' bello. Non si stancheranno mai di mentire.

      Ma almeno anche Barbapapa' nei commenti al suo sermone domenicale comincia a prendere schiaffoni dai lettori.

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    5. E' ovvio che si tratta di applicazioni neoclassiche. La funzione di Grillo, come nel passato di Santoro etc, sembra essere quella di sviare la rabbia e l'indignazione popolari dai bersagli giusti, per indirizzarle verso strade già ampiamente battute dai media mainstream (cricastacorruzionebrutto etc), e di perseguire, in concreto, politiche antipopolari. Sarebbe interessante determinare il ruolo di Enrico Sassoon nelle strategie ortottere.

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    6. Si possono commentare le ... battute di barbapapà sulla tastiera?
      Da quando? dove?
      Non siate reticenti o voi che detenete la conoscenza! (mettere link, prego)

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    7. Mah, per quanto l'argomento sia ripugnante sotto ogni profilo, qui ne parlano con certezza
      http://www.dagospia.com/rubrica-2/media_e_tv/a-scalfari-piace-letta-e-i-lettori-lo-esodano-54937.htm

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    8. Il link non volevo metterlo per evitare portare connessioni a quel giornalaccio. Ti posto la ricerca su google dove puoi trovarlo, questa.

      L'interpretazione di dagospia mi era in effetti sfuggita. Mentre i lettori sfuggono a Scalfari c'è l'insidioso Mauro che li aspetta in un altra trappola. Speravo in un lento risveglio. Io sono di indole pessimista ma la realtà mi supera troppo spesso.

      Intanto seguendo il tweet di Bagnai scopro l'ultima dichiarazione di Silvio: Guiderò io la Convenzione per modificare la Costituzione: è già deciso. Se non sbaglio anche questa volta, chiedo venia per la distrazione, dovrebbe essere lui il re frattalico. Pare che si stia palesando lentamente.

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    9. Il re frattalico, servito dal badoglio di turno, è proprio lui. Ma è stato individuato proprio in base a decenni di dominanza dei propri miopi interessi personali, tutelati a costo di lasciare ad altri la effettiva gestione della res publica: ai tronfi detentori dell'autoritarismo "lovuolel'europa". I gerarchi sciocchi e velleitari del regime della deflazione salariale, il cui leader mitizzato è il governatore pro-tempore di bankitalia.
      Gerarchi che hanno fatto di noi il più fedele alleato della germania, manifestamente contro il nostro interesse. In una follia collettiva che pervade le masse dei piccoli borghesi rancorosi e sordi ad ogni richiamo della logica, ubriacati di propaganda.
      Gli elementi frattalici del ricorso storico ci sono proprio tutti

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    10. Naturalmente avete ragione. E' che l'idea di impallinare un entusiasta sponsor di sindona, mi ha sempre attirato e, non avendolo mai incrociato dal vivo ...
      @Giovanni : argomento ineccepibile. Grazie della ricerca che posti.

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  7. <<[..] E il commercio, magnifica sentenza dei moderni politici, nella repubblica universalmente fioriva, non già nel lusso civile o nello spaccio delle derrate; merce de' trafficatori fu sempre la povertà dello stato, la quale riparata con usure ognor raddopiate e provocate forse, palliata veniva ed esulcerata ad un tempo, talchè ogni debito spento uno più grave ne accendea, dote le pubbliche sostanze facendosi della infedele astuzia mercantile che spesso, mutati i nomi, i padri della patria arricchiva. [...]>>

    Ugo Foscolo, "Orazione a Bonaparte", scritta in occasione dei comizi della Repubblica Cisalpina di Lione, 1802.

    "merce de' trafficatori fu sempre la povertà dello stato". In fondo, si potrebbe dire che l'economia neoclassica è "roba vecchia".....
    Chissà se Letta e Saccomanni hanno mai letto Foscolo....

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    1. Credo che, come Pippo ("Pippo non lo sa", quello della canzoncina), non sappiano di ispirarsi a un concetto di Stato pre-bonapartista (che in effetti, pur nei mutamenti istituzionali di vertice e per recepimento "piemontese", resse fino alla istituzione allargata delle regioni coi DPR del 1977)...

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  8. Mi ha colpito parecchio la dichiarazione di Saccomanni, per cui bisogna " Puntare sulla crescita e coinvolgere le banche, le imprese e i consumatori in un grande "patto", capace di rimuovere quel "fattore di incertezza psicologica" che finora ha indotto tutti questi soggetti all'attesa frenando gli investimenti".
    Nessuna dignità negoziale riconosciuta al mondo del lavoro, siamo solo consumatori.

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    1. Ma vedi questo linguaggio sarebbe anche il meno: il peggio sono le teorie economiche che seguono. Per cui il patto coi lavoratori è meglio che non lo menzionino: da 20 anni significa accordo col fronte sindacale per la diminuzione dei salari reali (già ottenuto ma non gli basta). Il resto sarebbero defiscalizzazioni e supply sides policies finanziate, nel pareggio di bilancio, con tagli della spesa

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    2. Secondo me quello che Saccomanni dimentica è che lavoratori e consumatori saranno pure due concetti differenti ma fanno, tuttavia, capo ad una sola persona fisica! Un essere umano, non lo puoi dividere in due!
      E' allora, a mio personale avviso, "fisicamente" impossibile svalutare i salari ed allo stesso tempo pretendere che i salariati consumino. L'incertezza psicologica del consumatore può essere rimossa -volgarmente- solo garantendo il potere d'acquisto del salario del lavoratore, assicurandogli altresì la stabilità dell'impiego. Sono la stessa persona, quindi è impossibile, nella realtà dei fatti, trattarli distintamente.
      Quindi: a) il "patto con il consumatore" è una bufala (se non patteggio con te come lavoratore, non patteggio, automaticamente, nemmeno con il "te" consumatore), e si punta, secondo il modello mercantilista, al consumo estero per garantire la crescita. Credo sia l'ipotesi più credibile. La "balla politica" è solo sparata per raffreddare gli animi.
      b) il patto con il consumatore è voluto, ed allora devono rinnegare le politiche mercantiliste e la deflazione, con tutto quello che ne consegue (sondaggio: chi vorreste sulle nuove banconote da 5 lire? :-) ).

      Si tenga presente che il credere che ci penserà "l'Europa federale" è smentito da Sapir, che dimostra come, oltre la politica, il federalismo sia tecnicamente insostenibile per i paesi core. La matematica, recita un proverbio, non è un'opinione e quindi residuano solo le due ipotesi precedenti.

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    3. "ciascun capitalista vorrebbe pagare bassi salari (sì da godere di elevati profitti), ma al contempo vorrebbe che gli altri capitalisti pagassero alti salari in modo che i consumi dei lavoratori sostengano la domanda aggregata"
      (Karl Marx)

      Vedi, questi , altro che prekeynesiani, questi sono pre-fordisti...

      E' una delle contraddizioni tipiche del capitalismo, ma in realtà, trattasi semplicemente di mercantilismo cieco e da invasati. L'eurokrukkia, per l' appunto.

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    4. Che poi, a ben vedere, qualche segnale c'era. Dieci anni fa, ero un luogocomunista come tanti. Uno che credeva nell'Europa dei popoli ed alla favola dell'inghilterra-cattiva-cavallo-di-troia-USA-contro-l'integrazione-europea. Eppure, rileggendo spezzoni del mio diario, già allora intuivo che c'era qualcosa che non tornava. Non eri più ricco, con l'euro. E "loro" lo sapevano benissimo: Tremonti mandava gli spot dove diceva che "i tuoi acquisti fanno girare l'economia", ed il messaggio subliminale della pubblictà era chiaramente un "indebitati basta che compri".
      Insomma: dato che nessuno voleva pagare i salari ma si dovevano mantenere i consumi di massa, si spingeva il lavoratore-consumatore ad un sereno indebitamento.
      Questi "elementi accidentali" erano sotto gli occhi di tutti. Il giochetto neo liberista si poteva sintetizzare così: un lavoratore da slum londinese dell'800 ma allo stesso tempo un consumatore del 2000.
      Quanto c'entrava lo "statocattivo" in tutto questo? Nulla. anzi, se solo provava ad entrare, giù le catilinarie!!! Poi è successo il dramma: dopo aver fatto indebitare chi non poteva pagare per vivere loro stessi al di sopra dei loro mezzi, i capitalisti si sono accorti che..... non poteva pagare!!!! E giù col debitobrutto, i consumicattivi, e la perla delle perle: la colpa è dello STATOCATTIVO (che era in avanzo primario), che non deve sprecare ma COMPORTARSI COME UNA FAMIGLIA!

      Ma signori capitalisti: PER 10 ANNI AVETE PRETESO CHE LE FAMIGLIE SPENDESSERO A DEFICIT per costruire una finta ricchezza: la vostra!!!

      Lasciamo perdere. Sono contento di avere, secondo le mie capacità, "unito i puntini"......

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    5. http://icebergfinanza.finanza.com/2013/04/23/olandesina-crash/

      C'è chi ha cominciato prima di noi!

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  9. Fuori dall'Euro l'Italia non avrebbe futuro! Una nazione piccola come la nostra non ce la farebbe in mezzo ai colossi come Cina e Usa...l'Euro ci ha protetto!! Anche Letta è colpito dalla sindrome di Linus...sempre con sta coperta dell'Euro, du' palle...

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    1. Per la protezione dell'euro dalla Cina ti posso anche riportare, a maggior forza, la mia esperienza personale.

      Era il 2005 e, dopo un già lungo precariato accademico ed età non proprio tenera, decisi di spedire il curriculum ad una grossa ditta, ST Microelectronics. La risposta puoi immaginarla. Mi ero pure proposto per uno stage anche non retribuito. Da "intermediazioni personali" mi fecero sapere che l'azienda in quel momento stava investendo in Cina. Cielo come mi sono sentito protetto, eppure ancora non capivo nemmeno lontanamente cosa potesse essere davvero l'euro.

      Un altro collega, che non vedevo da tempo, aveva fatto uno stage finanziato con l'aiuto di mammà ed era ritornato con le pive nel sacco. Certo dopo essermi proposto per lo stage gratuito mi arrivarono alcune chiamate, ma vista la situazione non ho dato seguito alla cosa.

      Altri colleghi già dentro ST stavano cercando di prendere l'abilitazione a scuola, cominciavano ad avere paura anche loro. E continuando così la cura Marchionne, se non peggio, non gliela toglie nessuno. Né a loro né alle realtà pubbliche che dovessero essere privatizzate.

      Per "fortuna" avevo trovato un altro contratto precario ma lungo all'università, tornandomene a fare il dipendentepubblicoimproduttivo, così come il mio collega dello stage gratuito. Cos'altro potevamo fare nell'età dell'euro.

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