martedì 23 aprile 2013

MUCCHETTI ALLA RISCOSSA. RODOTA' CHE FARA'?

Massimo Mucchetti è uno di quei giornalisti che ci hanno per anni proposto le loro analisi sull'economia e la politica del paese, indicando modi di salvare l'euro dalla speculazione dei mercati "cattivi" e per conservarlo "in modo costruttivo" aggredendo il "debito insostenibile"...per colpa nostra.
Uno di quelli che, però, aveva già cominciato a dare segni di "ravvedimento". Sentite questa intervista riportata dal Manifesto e data a "Italia Oggi" nel 2011, e ripresa da Roberto Ciccarelli:
"Stella&Rizzo hanno fallito
Questa è la tesi dell’ex vice direttore del Corriere della Sera Massimo Mucchetti esposta in un’intervista a italia oggi. I due giornalisti del Corriere, autori di un fortunato libro-denuncia contro la “Casta” dei politici e dei dipendenti, mostrarono gli sprechi intollerabili della pubblica amministrazione, prodotti da privilegi oggettivi di una élite. Quella denuncia diede la stura all’immenso risentimento popolare contro una determinata categoria della classe dirigente, scatenando un duplice processo. Il primo è politico:...Fu, quella,un’intuizione giornalistica penetrante dell’allora direttore, Paolo Mieli. Ma lo stesso Corriere e il sistema dei media nel suo complesso non sono riusciti a sfidare realmente la classe politica sul piano delle soluzioni.Quelle inchieste si accompagnavano a una campagna politica che, mettendo in luce le debolezze reali del governo Prodi, puntava sui tecnici che avrebbero dovuto avere alla loro testa Montezemolo. Una grande idea giornalistica, una piccola idea politica. E alla fine, complice una politica cieca, la guerra alla Casta senza la capacità di proporre alternative reali ha generato il Movimento 5 Stelle. Che ora attacca politici e giornalisti.
Il secondo è sociale e ha investito un aspetto particolare, e ancora misconosciuto, del grillismo e in generale dell’organizzazione del lavoro in Italia. L’odio per la “Casta” ha generato il disprezzo contro chi lavora nel pubblico impiego. Se fa il medico, lavora all’università o nella scuola, in un ufficio avrà senz’altro truccato un concorso, vanterà una raccomandazione, ha truccato le carte penalizzando i “meritevoli”. Fa schifo, insomma.
Quando lo Stato è il più grande sfruttatore di precari
Come dimostrano i dati dell’Aran, la crescita del precariato nella pubblica amministrazione, e in particolare nei settori sensibili del Welfare, scuola e sanità, è avvenuta proprio negli anni in cui iniziava la campagna anti-casta. Insieme a questa crescita è avvenuta la contemporanea espulsione (dovuta principalmente ai pensionamenti) di oltre 200 mila persone. Il blocco del turnover non permetterà l’assunzione di nuovo personale, compresi i precari che attendono nel limbo una stabilizzazione impossibile.
Non solo dunque la virulenta campagna antiKasta si è ritorta contro i suoi autori, ma ha nascosto il processo di ridimensionamento del lavoro pubblico, in particolare nei settori che assicurano la riproduzione intellettuale, e la cura della persona. Insomma, direttamente o indirettamente, la guerra alla “Kasta” (cioè contro la discriminazione dei peggiori contro i migliori) ha alimentato il problema che voleva denunciare: il diritto e la libertà responsabile all’accesso ad un lavoro, nel pubblico o nel privato, in un mercato che è stato spogliato di ogni regola. A partire dallo Stato, il più grande sfruttatore di precari.
Sorpresa: l’Italia ha pochi dipendenti pubblici
Contrariamente a una delle leggende diffuse dai sostenitori dello «stato minimo», questi numeri dimostrano che l’Italia è sotto la media Ocse per numero di occupati nella pubblica amministrazione. Sono meno di quelli francesi, e lo si può capire, considerata le tradizioni dei nostri vicini d’Oltralpe. Ma, sorpresa, l’Italia si classifica sotto i paesi presi ad esempio dai sostenitori del neo-liberismo scatenato: gli Stati Uniti e la patria dell’Iron Lady Margaret Thatcher. Sotto di noi ci sono solo i «Pigs» Spagna e Portogallo e il nuovo «faro» della Germania.
Nessun problema, l’Italia la raggiungerà presto, anche grazie al rinvio dei pensionamenti voluti dalla riforma Fornero, il blocco delle nuove assunzioni e al mancato rinnovo degli interinali, tempi determinati e flessibili, già in atto da tempo. Secondo la Ragioneria generale dello Stato sono diminuiti di oltre il 26% negli ultimi 5 anni. Per l’Aran nel 2012 il calo sarà del 2,3% e continuerà nel 2013. Il risparmio sugli stipendi sarà notevole: nel 2011 la spesa è stata di 170 miliardi (-1,6% sul 2010). Nel 2012 è calata a 165,36 miliardi (-2,3%).
Siamo tornati al 1979
Anche nelle retribuzioni lo stato italiano viaggia a ritroso nel tempo. Oggi è tornato al 1979. E, purtroppo, non si fermerà.
I settori dove i tagli si sono fatti sentire di più sono quelli che garantiscono il Welfare, scuola e sanità, e poi gli enti locali e i ministeri.
Il processo è iniziato con l’ultimo governo Prodi, ma l’onda si è ingrossata rovesciando qualsiasi cosa davanti a sé quando Giulio Tremonti è tornato ad occupare la scrivania di Quinto Sella al ministero dell’Economia, spalleggiato da Renato Brunetta alla funzione pubblica e da Maria Stella Gelmini all’istruzione. Un concerto che ha posto le basi per i tagli del futuro che colpiranno in Lombardia (dove lavora il 25% dei dipendenti pubblici), il Trentino e il Lazio con il 19% e il 18% di dipendenti in eccesso. In Calabria gli uffici sono invece sotto organico del 23%.
Una controprova che l’austerità di Stato continuerà la offre il «rapporto Giarda» sulla spending review (a noi ben noto, ndr.).
Ci attendono nuovi tagli da 135,6 miliardi di euro sui beni e i servizi, 122,1 miliardi di retribuzioni nel pubblico, e un altro 5,2% a scuola e università che dal 2009 hanno già perso quasi 10 miliardi di euro. Sono previsti tagli del 33,1% alla spesa sanitaria, oltre a un’altra sforbiciata del 24,1% agli enti locali, già taglieggiati dal patto di stabilità interno.
Che fine fanno queste risorse finanziarie? Dovrebbero ripianare il debito, che però è aumentato nell’ultimo anno di 19 miliardi. È probabile che anche i prossimi tagli sulla pubblica amministrazione avranno lo stesso effetto. Questa è la regola dell’austerità: più tagli il debito (Monti l’ha fatto per 21 miliardi in 400 giorni), più il debito cresce a causa degli interessi pagati dallo Stato, mentre l’«efficienza» della spesa pubblica tagliata non migliora, deprimendo gli stipendi dei dipendenti (fermi al 2000 e in diminuzione dello 0,8% rispetto al 2011 e di un altro 0,5 e l’1% nel 2012). Nel privato, invece, sono aumentate del 2,1% negli ultimi 11 anni dove però l’Aran registra un calo dell’occupazione.
L’austerità è un circolo vizioso, anche se c’è chi ancora pensa di reinvestire i «risparmi» fatti sui ministeri e gli enti locali per finanziare il debito che la P.A. ha con le imprese".

Si tratta di cose qui ben note, che abbiamo aggiornato, proprio in risposta a livorosi interventi "grillini",  sia coi dati della Corte dei conti sull'andamento del costo del pubblico impiego, sia con l'analisi del contenuto del famoso studio Giarda.
Ovviamente, l'attacco all'austerity sia di Mucchetti che del "Manifesto", non menziona la parola "euro",: meno che mai in termini di "causa del problema".
Ma il ravvedimento di Mucchetti si sta sviluppando. Sentite qui:
"Non avendo fatto i conti con la propria storia, ex comunisti ed ex democristiani hanno accettato l'Europa di Maastricht che si andava costruendo attorno alla Germania. Hanno fatto propria la teoria del vincolo esterno che Guido Carli considerava essenziale, ma per costringerci alla virtù di Quintino Sella, non di Giuseppe Di Vittorio. Il divorzio tra Tesoro e Banca d'Italia, che ha favorito l'esplosione del debito pubblico anziché contrastarla, si è ossificata nei Trattati europei sui quali si fonda la Bce, ma non se ne parla come si dovrebbe: con competenza e libertà di pensiero.
Shinzo Abe è oggettivamente più a sinistra della Cgil, ma nel Pd ancora ci si scontra pro e contro Blair.
L'Italia ha bisogno di una destra onestamente liberale e di una sinistra modernamente keynesiana - non importa ex di che cosa, meglio se nuova - che sappia leggere e far di conto, che conosca il mondo per esperienza diretta e non limiti le sue fonti ai giornali e ai blog, che sappia reinterpretare il debito pubblico e il debito privato, la monetizzazione e l`inflazione, le liberalizzazioni e la politica industriale, il Pil folle e quello sostenibile..."

Ora, il punto non è tanto che tutte queste belle cose, anche Mucchetti, poteva dirle prima: e neppure che a questo punto rischia di essere inascoltato dallo stesso PD che non focalizza questi problemi, proprio per la mancanza di "competenza e libertà di pensiero" che affligge, per la verità tutto il resto dell'attuale classe politica di ogni collocazione e, gravemente, lo stesso M5s, a trazione livoroso-antikasta.
Il punto, piuttosto, è che si opera ancora la scissione tra "vincolo esterno-austerità-tedeschi "prepotenti" (cosa che fino a ieri si negava), e €uro-costruzione in sè e per sè, chiarendo come essa sia stata la facciata "bella" della politica "brutta" che ora, e solo ora, si denuncia come tale.
Manca, per il ripensamento de "il debito pubblico e il debito privato, la monetizzazione e l`inflazione, le liberalizzazioni e la politica industriale, il Pil folle e quello sostenibile", proprio l'idea stessa dello Stato costituzionale, nazionale, redistributivo e pluriclasse, negata a partire dal divorzio, e ultimo baluardo agli attacchi "Von Hayek" delle oligarchie, manovrone e incorreggibili, (che hanno giocato la carta "Stella e Rizzo").

Il paradosso è che voci come quella di Rodotà a questo stesso baluardo costituzionale si richiamano: ma non sanno collegarlo all'€uro(pa) in sè, originaria, non quella "cattiva" del fiscal compact/pareggio di bilancio, ma quella dello SME, del divorzio, dell'Atto Unico e di Maastricht e della efficienza, delle privatizzazioni e liberalizzazioni, bancaria per prima.
E, ignorando Rodotà, a quanto pare, tutti gli annessi e connessi della "dottrina delle banche centrali indipendenti", finisce, per altra via, a fare la stessa scissione di Mucchetti.

Magari se giuristi e filosofi che sanno di economia come Mucchetti sapessero comunicare tra loro, forse si avrebbe una visione unitaria del problema: i diritti sociali e i principi fondamentali della Costituzione non sono scindibili dalla tutela del lavoro e questa non è scindibile dalla sovranità monetaria delle istituzioni democratiche.
Forse è un problema di rispettive forme di "precomprensione", cioè di approcci che anticipano, in base a erronei pregiudizi, il senso dei fatti e delle norme europee che dovrebbero interpretare. Ma allora basterebbe che si leggessero entrambi questo post e specialmente si vedessero i relativi links. E lo dico per fare un esempio di procedimento di "sblocco" della incompiutezza delle loro visioni: quello che importa, come momento ormai indispensabile, è la comunicazione tra pensiero economico e pensiero giuricico.
Ma temo che non sia così semplice: temo che il problema sia "politico". Il "loro".
Cioè: come facciamo ad ammettere che abbiamo sbagliato e appoggiato teorie politico-economiche di obiettiva restaurazione oligarchica, liberista e anti-lavoro, senza contestare i Ciampi, gli Amato, i Draghi, e tutto il direttorio di Bankitalia? Che abbiamo continuato a porgere l'€uropa all'opinione pubblica come una meravigliosa soluzione ai problemi che invece aveva irreversibilmente creato e che continua a creare?
Mi sa proprio che non si può.
Ne vedremo delle belle, perchè in qualche modo, comunque la mettano, dovranno cercare di uscirsene. E siamo solo all'inizio...

35 commenti:

  1. Bellissimo post, come sempre.
    Io segnalo che il riarmo nucleare USA avrà in Italia una (o più) sua base strategica. Se non ricordo male se ne era parlato all'interno dell'ipotesi frattalica. Non posso dire che la cosa mi faccia piacere, ma un prezzo ai "liberatori" sarà necessario pagarlo.

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    1. Avevo visto. Ma si tratta in realtà di un programma rientrante da decenni negli scacchieri NATO. Fa sempre effetto, certo, ma se pensi che Francia e UK sono autonomamente potenze nucleari e che in sostanza la dissuasione nucleare è la via più paradossalmente efficace al mantenimento della pace (guerreggiata nelle periferie), tutto sommato non risveglierei il pacifismo d'accatto che serve tanto a dare l'idea di esseere-sinistra, limitandosi solo all'anti-imperialismo USA.
      La cosa angosciante è invece che sti liberatori non si sa bene cosa abbiano capito, o voluto capire, della crisi euro.
      Credo che all'interno degli USA la situazione sia estremamente confusa: da quando hanno trasformato l'anticomunismo iperbolico in conservatorismo sociale ante-New Deal, si sono chiusi culturalmente.
      Krugman e Stiglitz, temo che siano parte di un'elite culturale che ancora non risponde al paradigma diffuso di media e del sentire popolare (se no, Occupy WS avrebbe costituito un permanente fattore in ascesa). E neanche all'ibrido che Obama non riesce a innervare di democrazia labour, senza dover fare ogni volta due passi indietro.
      Non vorrei deprimerti: forse non abbiamo le notizie che contano, ma certo la liberazione non pare una prospettiva tipo sfilata dei carri armati che gettano le caramelle (II WW). Forse è un fatto di corridoi e trattative riservate a latere dei G20. Forse...

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    2. Grazie mille della risposta!
      Posso dire che sono davvero stufo? Fa tutto troppo, troppo schifo...e la gente non capisce, continua a credere che Renzi sia la novità, che lui sistemerà tutto, che i tagli che farà saranno "socialmente sostenibili", perchè " fa pur sempre parte di un partito di sinistra!", che la Serracchiani "semplicemente europea!" farà chissà che grandi politiche sociali und so weiter.
      Seguire e partecipare a questo blog è come un sorso d'acqua fresca da bere tutti i giorni.
      Perdonate lo sfogo, ma la rabbia cresce sempre più.

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    3. L'opinione che esprimo è ovviamente personalissima.
      Con tutto il nord-africa pervaso dalla "primavera araba", connotata peraltro da una rilevante proiezione francese, il ruolo strategico italiano nel mediterraneo non credo sia venuto meno, tutt'altro. E non lo è soprattutto per gli Stati Uniti. Questa, unita al prezzo già pagato -anche, purtroppo, in termini di vite umane- nelle proiezioni in Afghanistan ed in Iraq sempre al seguito degli USA è la carta politica che si potrebbe giocare ai fini della "liberazione" dal giogo europeo a trazione tedesca.
      Certo, c'è un prezzo da pagare. Lo si è già pagato in termini di vite umane e lo si paga con le atomiche e con gli F-35. Del resto, se si deve avere uno strumento militare orientato non alla mera auto-difesa ma alla proiezione internazionale al seguito degli USA, il rinnovo degli equipaggiamenti è anche necessario: non possiamo mandare i nostri uomini come mandammo l'ARMIR in Russia (ed ovviamente, l'industria americana pretende le sue "marchette").....
      Certo. E' piuttosto desolante passare da un colonialismo a un altro. Tuttavia, se si è ragionato "alla piddina" per 30 anni, cosa impedisce di farlo ancora avendo -però- un po' più a cuore gli interessi nazionali? E "ragionando alla piddina", il colonialista a stelle e strisce appare sicuramente più "illuminato" rispetto a quello centro-europeo, che è ancora ancorato a criteri egemonici e di superiorità razziale e morale alla stregua dei quali i colonizzati sono soltanto schiavi. Insomma: l'america è dichiaratamente il "meno peggio", "l'unico voto utile", metaforicamente parlando.
      Certo, "frattalicamente" c'è incertezza, anche perché, oggi come nel 1943, l'America stessa deve riflettere sulla valenza politica e strategica della "campagna d'Italia". Allora, Roosvelt decise che l'Italia non aveva, militarmente un ruolo primario perchè i Balcani dovevano essere dei Russi. E la campagna fu lenta e lunga.....

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    4. Sì realisticamente. Forse, ripeto, agiscono per vie diplomatiche (com'è naturale per assetti global-finanziari) in modi che non implicano una conclamazione conflittuale con la germania, ma solo una correzione de facto cui l'Italia si sta avviando alla faccia dell'intangibilità delle regole dei trattati. CHE ALLA FINE MORIRANNO PER DESUETUDO DIFFUSA 8come già si sta vedendo in Francia).
      E probabilmente questo potrebbe spiegare le prese di posizione più esplicite (i ravvedimenti) che si stanno via via manifestando; puzza di 8 settembre :-)

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    5. desuetudo quindi senza rottura? mi riesce difficile immaginare un'uscita dall'euro non traumatica ormai...

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    6. La desuetudine su molte disposizioni del trattato è prassi frequente. D'altra parte scrivendo una miriade di norme assurde e lunghissime, deliberatamente incomprensibili, è normale. Voglio dire che la rottura sarà prima nei fatti e poi formalizzata (e però sulle norme che oggi paiono le più intangibili.
      Ma ci tornerò; specie se i fatti, appunto, degenereranno alla velocità che è verosimile attendersi

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    7. io credo che tu abbia ragione 48 (tanto per cambiare...)

      Insomma, già oggi, l' euro cipriota (con i limiti alla circolazione dei loro capitali) io credo non valga piu' come l' euro tedesco.
      o sbaglio?

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    8. Sì se introduci limitazioni alla circolazione valutaria da un paese dell'OCA all'altro questo è inevitabile; ma pure l'alterazione dei valori comparabili che si verifica per i tassi di cambio reale per i capitali. Cioè, a seguito del prolungarsi dei differenziali, i valori monetari comparati dello stock dei rispettivi paesi non "tornano" più. Ma queste sono distorsioni decisionali o strutturali dei trattati. In realtà arriverà un momento in cui non verranno applicate le norme basic, così, senza spiegazioni o contrasti plateali...il "rompete le righe" dell'impero del male

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    9. si si, ho capito quello che volevi dire, cioè che l' euro si dissolverà per "deperimento" diciamo così.

      ma io volevo dire che in realtà questo processo è già in atto.
      E, in realtà, "il mercato sovrano" già lo ha stabilito un paio di anni fa' questo fatto con i famosi "spredde" a forbice....
      Diciamo che la politica è solo in "leggerissimo" ritardo...diciamo....

      ...ma tanto il vento con le mani non lo si ferma...che te lo dico a fà, a te poi :-)

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  2. "Quando ammetteremo tutti che l'euro è un fallimento? la risposta, naturalmente, è mai. Troppa storia, troppe dichiarazioni, troppo ego sono stati investiti da chi è coinvolto nel progetto moneta unica per ammettere che forse è stato un errore. Perfino se il progetto termina in un disastro totale, insisteranno che non è vero che l'euro non è risultato adeguato all'Europa: l'Europa non è risultata adeguata all'euro"

    P. Krugman, 15 aprile 2013 (da un commento su Goofy).

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    1. Ma vedi, alla fine dei giochi, ti rinvio a quanto riposto sopra a Lorenzo

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  3. E il buon Krugman, ormai, non sa più come fare a dirlo con parole diverse.

    Per tirarci un pò su, se non lo avete mai visto, ecco anche un bel video di Farage che bituma el Renna senza mezzi termini (non risparmia nemmeno l'aggettivo criminale :-)).
    Ma possibile che debba sempre essere chi viene da fuori a difenderci?

    P.S.
    Non me ne sono andato eh... ero solo entrato in una fase di "overloading", avevo bisogno di decomprimere. E poi ora ho scoperto twitter :-).
    Un consiglio...fatti un account "48", magari non lo usi, ma intanto tienilo pronto, mica vorrai farti scippare un nick così glorioso dal primo che passa ;-)
    Vedrai che in futuro....
    A presto

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    1. Ciao Carlo, su twitter ho delle perplessità. Si finisce per farsi inghiottire ancor peggio che con la nobile arte dello scritto ragionato su un blog. E poi ci vuole il tempo fisico per seguirlo :-)
      Tu però lotta e "rilancia"...

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  4. Aiuto! mo'pure Gawronsky & La Malfa salvano l'euro con politiche keynesiane (e i saldi con l'estero? l'export extra UE è in calo!). Comunque Savona è di quel giro lì e mi pareva l'ex-ministro più sveglio sulla piazza https://www.youtube.com/watch?v=6JG4JJvVSIg.
    (Padoan collaborazionista, trattiamo la resa o diventiamo un protettorato etc)

    "La rottura dell'euro è dunque inevitabile? In realtà, esiste una possibilità che l'Italia ce faccia da sola, senza uscire dall'euro, ma riaffermando, in modi che siano formalmente rispettosi dei trattati europei, la propria determinazione a condurre politiche di sostegno della domanda. Politiche in grado di incidere in tempi brevi sulle condizioni dell'occupazione, portare in 12 mesi la dinamica di medio termine del Pil da -4,8% a +2%, frenare l'attuale tendenza esplosiva del rapporto debito/pil fino ad invertire il trend."
    di Piergiorgio Gawronski e Giorgio La Malfa - Il Sole 24 Ore - leggi su http://24o.it/n7LvO

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    1. A onor del vero La Malfa è il primo euro-perplesso italiano (ci scrisse pure un libro critico negli anni 90), mai contraddettosi.
      E già era uscito con Gawronnsky pro-keynes. Ma non so perchè poi fa scelte politicamente assurde (Monti e italian tea-party). Savona l'ho proprio conosciuto a una delle conferenze di economia che La Malfa organizza di tanto in tanto, per dire.
      Il problema di fare Keynes-policy fregandosene dell'euro, è un pò paradossale. Se non sei la Francia, a cui comunque neppure riesce, non hai proprio la liquidità di base: e inventarsi manovra sull'oro, con la CCDDPP, o altre diavolerie incontra un piccolo inconveniente. Comunque la BC rimane europea (e lo sconto dei titoli collaterali per la liquidità to be carried li decide lei), i "mercati" (sistema bancario creditore franco-tedesco) si regolano sui comportamenti BCE e così via.
      Insomma, il potere di ricatto sarebbe immenso; specie se vai a quantificare le cifre degli aggiustamenti e ti accorgi che il tuo blilancio lo controlla la commissione e Olli. Insomma, i trattati non implicano la possibilità di manovre anticicliche e meno che mai a sostegno della domanda: a meno che non siano meramente supply side, che tra l'altro Gawronsky non condivide, ma col divieto degli aiuti di Stato di mezzo, e il pareggio di bilancio pure...

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    2. Tea-party europerplesso lo posso capire, ma pure keynesiano boh!
      Strategia? tattica? interesse personale? confusione mentale?

      La manovra sull'oro mi mette ansia. Lo utilizzerei solo uscendo dall'euro o al limite per acquisire tecnologia nucleare militare (da usare come collaterale 8^D ).

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  5. la situazione è tragica ma non seria.

    Avevo smesso nei giorni seguenti all' insediamento della junta-Monti di guardare la televisione. non la sopportavo piu'.
    poi, ultimamente mi sono messo a riguardarla, al solo scopo di vedere "come butta il vento".
    Si assiste a delle scene incredibili, dibattiti allucinati in cui il paradosso aleggia sovrano (senza che nessuno dei figuranti -e dico nessuno- dica "pio").
    Due esempi , per far quattro risate:

    1) Giuliano Ferrara, rai 1, sosteneva che "l' europa è il continente piu' prospero grazie al suo stato sociale, ma per vincere la sfida della prosperità bisogna tagliarlo, abbatterlo" -giuro! nessuno ha detto niente

    2) Della valle -Piazza Pulita-la7:
    Solita intervista genuflessa: giornalista: "che giudizio da del governo Monti?" Della Valle: "buono nei primi mesi (mia nota: quelli della riforma fornero/esodati)"
    Verso fine intervista: Della Valle: "io sono marchigiano e è inaccettabile quello che sta succedendo; la vicenda di Civitanova marche ...bla bla...(MIA NOTA: IL SUICIDA IN QUESTIONE ERA UN ESODATO)

    Mi sembrano dei mosconi impazziti rinchiusi in una veranda che sbattono contro le finestre....

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    1. Beh te li sei scelti proprio bene. Indubbiamente la TV, a reti unificate, è un baluardo oltranzista di incompetenza e disinformazione molto più che qualsiasi giornale. E' perchè altrimenti temono che la menzogna dell'inflazione cattiva e galoppante, all'uscita dall'euro, metta il panico ad ascoltatori ormai assuefatti dalla propaganda. Quando le cose vireranno pure in TV, con gli espertologi ufficiali in ravvedimento, vorrà dire che siamo arrivati all'8 settembre. E pure oltre :-)

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  6. nota a margine.
    Come è noto l' Italia "è rimasta indietro con le riforme" (come se non avessero fatto cosidette riforme delle pensioni e del lavoro a nastro in questi ultimi 20 anni)

    in Italia ci sono troppi dipendenti pubblici (peccato che i dati dicano l' opposto e dicano anche che E' L' UNICO PAESE EUROPEO che ha visto CALARE il numero dei dipendenti pubblici in questi anni di euro)

    Orwell a questi (n)euro-soloni je fa na pippa...

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    1. No ma vedi, siccome sono come i bambini capricciosi e reclamano loro stessi terapie neo-classiche, cioè ante '29, è solo da vedere quale pena corporale da antico maestro di scuola gli andrebbe comminata. Oltre a scrivere sulla lavagna per 100 volte "ho la testa piena di cazzate e non conosco i dati e non li so comunque leggere"

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  7. E visto che di Badogliate e di fughe dalla sconfitta ne vedremo molte divertiamoci così:
    C'era una volta Barbara:
    http://orizzonte48.blogspot.it/2013/02/barbara-spinelli-e-il-pensiero-unico.html

    E ora c'è Barbara versione 2.0 , la grillina.
    http://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/santabarbara-spinelli-oroscopista-il-pd-sar-spazzato-via-e-il-cav-salir-al-colle-54678.htm

    A noi che seguivamo le avventure dei nostri eroi , e continueremo a seguirle fino all'8 settembre, piace vederli fare inversione ad U, siamo posizionati qui , come un'autovelox un po' bastardo.
    Anche la parola euro comincia lentamente a scemare dalle loro visioni mistiche, si parla di un'altra Europa possibile. Sì, possibile in un qualsiasi universo parallelo non sulla terra, per salvare l'euro hanno distrutto l'Europa: e pagheranno.
    Non ci resta che narrare (seppur con disgusto) dei nostri miti, come antichi cantastorie , perché la memoria non vada perduta.

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    1. Miiii...! La Spinelli!
      Solo che non basta seguirli fino all'8 settembre: temo che sia da lì in poi che comincerà la stagione in cui bisognerà rendersi partecipi del recupero della democrazia, e occorrerà essere pronti (e non dico a te)...Tutti quelli che tengono alla democrazia e un pò hanno capito non potranno tirarsi indietro e chiedere attivamente il ripristino della Costituzione...acci loro!

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    2. Lo supponevo che non potevi dire a me :)

      In un paese decente le seguenti domande non suonerebbero retoriche :
      Ma Monti non aveva perso le elezioni?
      Ma Renzi non aveva perso le primarie?
      Ma Berlusconi non era impresentabile per i mercati?
      Uno squadrone non c'è che dire, poi se aggiungiamo Grillo che auspica l'invasione tedesca, fingendo di non vedere che ci hanno già colonizzato...
      Un tripudio di statisti non c'è che dire, alle prossime elezioni sulla scheda scriverò : Farage.

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    3. Oh sì! Ma poi tutti a vedere Ballarò e a cercare di capire i prossimi sviluppi...da Ballarò. In fondo è rassicurante e sai pure con chi prendertela...per cose del tutto irrilevanti.
      Mi sa che agli italiani piace così. Perchè sono furbi: sanno che, e insomma, "non siamo un paese normale"...e poi l'euro ci preserva dall'inflazione

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    4. E a me me lo dici.? Lasciam perdere io sono per l''assalto alla Bastiglia , ma prima devo passare per l' Hôtel des Invalides :)
      Oggi pare che la rivoluzione si faccia sul web e davanti alla tv.
      Di democratico è rimasto solo il telecomando.

      A parte dirlo direttamente i tedeschi che devono fare marchiarci come gli ebrei e rastrellarci tutti?
      http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2013-04-23/schauble-macche-generosita-difendiamo-175633.shtml?uuid=AbTGTvpH

      Non ci sono più le rupi Tarpee di una volta (e invece servirebbero ).

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  8. Forse non servirebbe proprio un Blair?Quello che disse il labour è il partito degli affari?Così lo si capisce e li si manda affanculo e magari svegliatisi giuristi e filosofi che sanno di economia come Mucchetti potrebbero comunicare tra loro, forse si avrebbe una visione unitaria del problema.
    Ma forse sono troppo vigliacchi per riuscire ad essere quello che sono delle merde blairiane,mi scuso per la scurrilità,ma quanno cce vò cce vò :)

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    1. Ma per la verità di essere il partito degli affari le componenti del PUDE lo hanno implicitamente affermato con ogni loro atto.
      Il problema, more solito, è mediatico: è stata per caso denunziata la creazione delle fondazioni bancarie con la loro evidenza affaristico-politica? E' stata per caso denunziata l'impressionante serie di risultanze relative alle privatizzazioni e all'uso di strumenti societari in partnership pubblico/privato?
      Eppure ha creato voragini di bilanci, 750.000 assunzioni senza concorso nel pubblico settore (molte in precariato e tutte in sostituzione di posti pubblici tradizionali e meno costosi)..Tutto questo come sistema (non per i suoi "sprechi", non per macchine blu e cellulari degli inutili cda): affarismo allo stato puro.
      Non ti rinvio tanto al "noto" post "La corruzione e il fogno...", ma a questo con i brani dell'articolo di Massimo Florio, massimo economista studioso della questione: http://orizzonte48.blogspot.it/2013/04/1.html

      Ma i media, invece, hanno creato Stella e Rizzo, ascoltati persino dal governo monti come "esperti", o hanno dato fiato a Ballarò e a Santoro...
      I vigliacchi di certo sono quelli, spesso accademicamente quotati, che hanno assistito a tutto questo, sapevano, o potevano sapere, e parleranno solo quando servirà per salvarsi. Forse

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    2. Curioso,giusto stamattina avevo rimandato una mia amica al famoso post "la corruzione e il fogno",mi rileggerò il post con i brani di Florio.
      Concordo che siano il partito degli affari,vivo a Bologna dove la gente prega per finir sotto un padrone e non in coopoerativa,quello che gli manca è la faccia come il culo,li vorrei vedere non fare come Veltroni e i suoi ma anche,vorrei vedere qualcuno dal palco che dice noi stiamo con i padroni,col capitale ecc.Questo intendevo parlando di Blair.
      In questi ultimi giorni mi capita di sentir sempre lo stesso discorso.Lo ripropongo per metafora:
      Se una bella e avvenente signora di nobili origini Italia viene stuprata da un poco di buono di nome PDL è un fatto gravissimo.Se viene stuprata da nu bravo guaglione di nome PD molto probabilmente è colpa dei modi e dell'abbigliamento della signora....Con questa gentaglia si ha a che fare ma,a tutti quelli che mi chiedono:non ti senti disilluso non avresti voglia di arrenderti e lasciar stare chi te la fa fare sempre co sto euro ecc.ecc. ho imparato a rispondere come Pierre Cambronne.......MERD

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    3. Hai ragione.
      Allora mettiamola così: di essere il partito degli affari non lo hanno detto come autodefinizione, alla Blair. Qualcuno del PD peraltro l'ha pure detto a ben vedere, col linguaggio involuto degli addestrati al mimetismo nelle scuole di partito.

      Ma d'altra parte siamo pur sempre la terra dei preti e del potere del Vaticano. Anche loro non lo dicono e la gente abbocca e legge, mentre aspetta dal medico (che riceve 2 ore al giorno) "Gente" e "Oggi" che parlano del Papa come un santo. Chiunque egli sia.

      Ma senza i media lo smascheramento, di ciò che non fanno nulla per nascondere, sarebbe stato fatto da un pezzo. Al punto che se vediamo bene le vedettes dei media sono in posizione di forza: tipo "tu - politico-mi hai creato (eh sì, il busillis), ma io potrei distruggerti. Perchè so qual'è il sistema e lo nascondo. Salvo che per attacchi "su commissione". Connubi mostruosi

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  9. La Merkel dice che dobbiamo prepararci a cedere la sovranità.... (a lei personalmente?), schaeuble ci insulta costantemente e dice che stiamo troppo bene...
    La voce del padrone che richiama i servi litigiosi che stanno facendo tardi a portare il pranzo.
    Il pranzo siamo noi, è l'Italia.
    Ho seguito in questi giorni le scaramucce del PUDE.
    E' impressionante la bassezza, la distanza, la pochezza di tutta questa gente che decide del nostro destino. Che pure sa bene quello che sta facendo.
    Di noi non gliene importa nulla, e nemmeno del loro Paese. Possono vendersi qualsiasi cosa, e la venderanno, possono lasciare solo macerie e le lasceranno.

    Non credo nemmeno che Rodotà non sappia come stanno le cose. Anche se non si capisce nulla di economia, quando ho cercato di leggere i trattati e le direttive europee io che sono ignorante sono rimasta basita, eppure l'ho fatto ben prima che iniziasse la crisi, e non ero fuorviata da preconcetti, a parte l'odore thatcher-pinochettiano che ho sempre sentito quando si parla di "riforme" del lavoro, di privatizzazioni, di forte competizione ecc.
    Insomma, caro 48, come ci insegni, l'euro è stato la "soluzione finale" per diritti costituzionali di un progetto che faceva piuttosto schifo (per i popoli, per i banchieri che l'hanno progettato ovviamente no).

    Mi convincono le tue analisi, ma poi mi guardo intorno e mi deprimo.

    (avevo mandato un paio di commentucci, ma evidentemente non sono arrivati, ho il computer che mi sta abbandonando, ti ho anche scritto... boh! vediamo se questo arriva)

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    1. Rodotà credo proprio che non conosca affatto la teoria delle BC indipendenti e la fallacità delle teorie di Friedman: suppongo si fidi tutt'ora ciecamente di Ciampi. Perbacco!
      E Mucchetti non credo abbia mai avuto la più pallida idea del senso degli artt.11 e 139 Cost. come li intendevano Mortati e Calamandrei: si fiderà ciecamente, magari, di Onida o di Zagrelbesky, che a loro volta...
      E' un problema di conformismo culturale, da rispettare rigorosamente: altrimenti si corre il rischio di non rimanere a galla. Affondare nell'anonimato, quando si può regnare nel proprio campo, acclamati e riveriti dai media, sarebe imnpensabile...per "loro"

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  10. I BOCCIATI PROMOSSI DAI MAESTRI CHE LI HANNO BOCCIATI

    Dalla distopia (etimologia dal greco: [dis] cattivo [topia] luogo) di Orwell siamo giunti alle patologie criminali descritte nelle realtà aumentate di “Shatter Island” di M Scorsese (2010).

    Ieri bocciati (segreteria PD) dal “buon” maestro (il “re”) tra applausi (ir)riverenti, oggi promossi dagli stessi “buoni” maestri” rievocando, con referenza autoreferente, i curricula di N Andreatta.

    « Siamo impegnati in un gioco in cui non possiamo vincere. Alcuni fallimenti sono migliori di altri» (1984, G Orwell)

    That’s all, folks!

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    1. Shatter peninsula, laddove la dissonanza cognitiva diviene metodologia di governo

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  11. OT. Enrico Letta è l'autore di un libro del 1997 dal titolo profetico: "Euro Si'. Morire per Maastricht" (Laterza). Come dice Prodi, esiste anche il suicidio...

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