mercoledì 21 agosto 2013

USQUE TANDEM?- 2 EURO-SPACCHETTAMENTO E IL PERICOLO IRLANDA

ADDENDUM "CIRCOSTANZIALE": il fatto che nella ipotesi dello "spacchettamento" ci sia, per l'Italia, "anche" Claudio Borghi, non può essere che un attestato di serietà della considerazione dell'interesse italiano. Poche persone, quanto lui, hanno saputo costantemente inquadrare con nitidezza, e andando veramente al punto, le varie problematiche di questa gigantesca €uro-truffa ai nostri danni. Per molti aspetti di comprensione "negoziale" e di essenzialità di analisi e soluzioni, Borghi è una garanzia. Ad avercene, in Italia...


Nel post di ieri abbiamo passato in rassegna il versante italico della faccenda. Almeno nel senso delle dinamiche che, probabilisticamente, in assenza di fattori nuovi, ci attendono.
Ora vi propongo una visione di "osservatori internazionali", apparentemente neutrali: qui si fa una premessina di prammatica mainstream sugli indicatori della "ripresa", dell'attendibilità dei quali abbiamo già detto (nei commenti è poi emerso un dibattito sul..."fascismo"). Qualificata così la sua base scientifico-ideologica, lo studio (?), prosegue: "L’Eurozona, inoltre, mostra segnali di un riequilibrio. Negli anni del boom i costi unitari del lavoro sono aumentati troppo rapidamente nell’Europa periferica e in misura insufficiente in Germania. Ciò si è tradotto in un ampio divario di competitività nell’Eurozona, che comincia a ridursi (anche se paesi come l’Italia e la Francia hanno ancora molta strada da fare; si veda il post sul nostro blog). Per quanto concerne il saldo delle partite correnti, l’Italia e l’Irlanda fanno registrare un avanzo, la Grecia ha ridotto il suo ampio disavanzo e la Spagna e il Portogallo evidenziano deficit modesti.
Si tratta di piccoli passi ma necessari, per assicurare la sopravvivenza dell’euro
".
Per fortuna ci risparmia, poi, l'idea che la Germania sia la locomotiva d'Europa e piuttosto, sottolineandone il boom - e dimenticando alcuni "piccoli dettagli" sulle sue cause- ci dice che essa, piuttosto, è la "Cina" d'Europa (il che fa persino torto alla Cina se si volesse guardare specialmente alla situazione attuale). E ammette: "Le eccedenze di capitale generate dall’accresciuta competitività internazionale della Germania si sono riversate in Europa meridionale e in Irlanda. Le banche e gli investitori tedeschi sono parte della comunità internazionale che ha fatto credito ai governi e alle imprese nei paesi periferici, con l’obiettivo di realizzare maggiori rendimenti di quelli offerti dai Bund. Naturalmente, in assenza di questi apporti di capitale, i paesi dell’Europa meridionale e l’Irlanda non avrebbero potuto accumulare tanto debito (nel 2008 circa l’80% dei titoli di Stato greci, irlandesi e portoghesi era detenuto da investitori esteri). In aggiunta, l’aumento dei costi unitari del lavoro in questi paesi sarebbe stato probabilmente più contenuto (specialmente nel settore pubblico) e il divario di competitività tra la Germania e le nazioni periferiche sarebbe stato meno pronunciato.
La Germania ha beneficiato della moneta unica più di ogni altro Stato membro. Un eventuale default avrebbe effetti devastanti sul sistema bancario e sulle esportazioni nazionali. Il Paese si trova in una situazione delicata, quindi è difficile capire perché potrebbe abbandonare l’euro
". Già perchè mai?

Infine conclude che i PIGS non "potrebbero" uscire, nonostante il massacro cui si sono (auto)sottoposti: "L’argomentazione più convincente proposta finora è che i costi dell’uscita dall’UEM sarebbero nettamente superiori ai benefici. Deflussi di capitali, impennata dell’inflazione, fallimento su scala nazionale, disoccupazione di massa e disordini sociali non rendono questa opzione particolarmente allettante. Provate poi a immaginare cosa accadrebbe se Italia e Spagna decidessero di uscire dall’euro. Restare nell’Eurozona è la scelta meno deleteria per i paesi debitori". Infine, lodata la BCE perchè sarebbe pronta a salvare l'euro "a qualunque costo", invita a "non sottovalutare il desiderio politico di preservare l'integrità dell'area euro", anche se, si ammette, tale area "resta per noi una fonte di preoccupazione". E poi conclude con una frasetta raggelante: "Tuttavia, dato il track record di UE e BCE e per le ragioni sopra elencate, forse l’euro potrebbe sopravvivere molto più a lungo di quanto alcuni analisti economici attualmente non si aspettino".

Insomma, tra terrorismo e "volontà politica" ci facciamo andare bene il massacro, il che comprova che per molti, la propaganda €uro-PUD€, ben diffusa nel continente, funziona e pure molto efficacemente. Il dato è che alla M&G, banca di investimenti UK, pur con "preoccupazione", la prosecuzione dell'euro pare star bene.

Un pò più seria, come analisi presupposta - dato che certo alla Germania l'uscita non conviene, ma altrettanto certamente non gli aggrada sostenere il benchè minimo costo di una correzione che vuole e sempre vorrà solo a carico dei paesi debitori- e come proposta, è quella che ormai dovrebbe essere ben nota: la "segmentazione controllata". Da cui si desumerebbe che l'euro rimarrebbe per i...PIGS e uscirebbero, o condividerebbero un euro "pesante", Germania, Olanda, Finlandia e Austria. Almeno a interpretare Henkel.
La questione critica di questa prospettiva, riguarda com'è intuibile e come abbiamo già evidenziato, il trattamento dei crediti pregressi, emergenti in Target 2. Questa è la questione, a nostro modesto parere (forse sbagliato? Vedremo):
"La partita è tutta qua: finito il "loro" dividendo per collasso della domanda UEM- provocato dalla loro imposizione di austerity e, in definitiva, dalla loro gretta avidità nell'assumersi un rischio che consegue a strategie di mercantilismo imperialista in violazione dei trattati- l'oligarchia tedesca vorrebbe conservare il malloppo e portarselo a casa intatto.
Probabilmente, tenteranno di convincere i deboli governi PIGS che i corsi dell'euro siano "ultrattivi": cioè che per i debiti contratti prima dell'eurobreak, si continuino ad applicare i valori, ad es; euro-dollaro, vigenti al momento in cui il debito è stato contratto, o, per semplificare, ad un dato momento anteriore all'euro-break.
Potrebbero essere i recenti minimi dell'estate scorsa, quando appunto il mondo scontava la oggettiva insostenibilità dell'euro (che permane), con i picchi degli spread. Spread che appunto riflettono l'approssimarsi dei valori monetari conformi ai tassi di cambio reale dei diversi paesi UEM.
O potrebbero essere gli alti corsi di quest'anno, non solo susseguenti all'OMT di Draghi (che, va rammentato a commentatori disattenti, in sè, non ha portato finora ad un solo acquisto), ma, ancor più, all'indebolimento di altre importanti valute attribuito alle politiche monetarie fortemente espansive.
E' chiaro che i tedeschi punteranno alla seconda soluzione.
Cioè, in pratica, a portare avanti una trattativa in cui, di fronte alla fine dei saldi commerciali, dai paesi UEM, che si sta prospettando, non offra alcun compromesso effettivo.
Ma anche la prima soluzione "compromissoria" pone un interrogativo: perchè si dovrebbe accettare di attenuare il rischio che essi si sono intenzionalmente assunti, stressando la moneta unica per avvantaggiarsi a spese degli altri paesi e eludendo-violando una pluralità di vincoli dei trattati, rispondenti alla "causa" cooperativa degli stessi?
Perchè farlo quando i paesi in sofferenza crescente - inclusa ormai la Francia- possono lo stesso determinare l'euro break semplicemente coalizzandosi e imponendo un assetto "naturale" dell'euro break con la normale applicazione delle rispettive "lex monetae"?"

Ora il punto è che gli ultimi dati (Istat), risalenti al 9 agosto, danno di nuovo in attivo il conto corrente estero italiano, partita merci. E non è una novità, anche lo scorso anno il dato era positivo, anche se in misura inferiore: si può segnalare l'incoraggiante dato della crescita del surplus, per beni strumentali e durevoli, proprio verso i paesi UE. Il che significa che (nonostante i Van Rompuy e i...Giannino), l'Italia sta aggiustando, repentinamente i tassi di cambio reale, cioè perseguendo una svalutazione interna.
Su base annua, ultimo dato Bankitalia di agosto, relativo a giugno, saremmo ormai in leggerissimo attivo, con quasi due punti di PIL "commerciali", ma con una partita redditi e una partita "trasferimenti" che si "mangiano" circa l'85% degli attivi.
Un quadro che conferma che la recessione-deflazione giova a un settore (manifatturiero, di PMI, ma anche di imprese ormai sotto il controllo estero) ma è pur sempre recessione e, quindi, è una cuccagna di paglia, dato che la caduta degli investimenti, e, a monte, dei risparmi, rende precaria la prosecuzione nel tempo dello stesso attivo, e comunque, rende complessivamente il sistema industriale depatrimonializzato e suscettibile di acquisizione dal "miglior offerente" estero.
E quindi, vista la situazione "redditi" e "trasferimenti" una ulteriore prosecuzione della correzione dei tassi di cambio reale rischia di condurci alla situazione Irlanda. La cuccagna sarebbe per gli investitori esteri, l'occupazione in definitiva solo nei settori da questi controllati, e la compressione "coloniale" di salari e domanda interna diverrebbe un elemento strutturale.
Tornando all'ipotesi "euro-spacchettamento", i vantaggi sono dunque legati alla sopravvivenza dell'italianità.
Ovviamente, con le politiche attuali, il problema si pone, più che mai, anche in caso di permanenza nell'€uro-assetto attuale. E forse più drammaticamente. Ma è anche vero che se dovessimo ripagare la posizione debitoria estera intra-UEM determinata dagli squilibri commerciali degli anni scorsi, a "cambi" fissati su rapporti euro-dollaro convenienti per la Germania, il problema sarebbe non da poco: sarebbe insomma il "tacchino che si mette in forno da solo".
Tuttavia la partita, con la proposta "spacchettamento", sarebbe almeno aperta: diversamente non avremmo, probabilmente mai, nè una classe politica nè un supporto di politica industriale, finanziabile dal sistema attuale, per affrontare una uscita in solitaria.
E, a onor del vero, altri dati ci suggeriscono che una valuta (euro-2 o, in prospettiva, italiana "vera") a corso più basso, ci consentirebbe di avere un saldo commerciale ancor più vantaggioso con gli USA e, in generale, con i paesi extra-UE (vedi Turchia, ma non solo). Ecco: questo è un dato non trascurabile che coinvolge arredamento, moda, farmaceutica e agroalimentare, e non la sola "mitica" meccanica, specialmente considerando la (scarsa) performance del dollaro rispetto al super-euro. Un aspetto, questo della competitività "relativa" dei vari settori, di cui discutiamo spesso con il mio amico Cesare Pozzi.

Il problema è che, nella "filiera produttiva", non siamo più padroni dell'intero processo, e il prodotto finale, di cui produciamo ormai per lo più componenti, sfugge, in tale assetto, alla nostra determinazione di prezzo. E perciò dobbiamo accettare il prezzo di chi ci "domanda" e finchè ci domanda.
Il che, a sua volta, dipende dalla strategia di chi controlla le imprese che compongono la filiera, che, sempre più potrebbe divenire un controllo straniero.

Per impedire che questo aspetto faccia proseguire una situazione difficile, se non critica, anche in caso di svalutazione monetaria (comunque realizzata), occorre dunque pensare AD ALTRI STRUMENTI NON ESCLUSIVAMENTE VALUTARI.
In particolare, a un sistema creditizio nazionalizzato e commerciale "puro", e ad un sistema industriale di grande respiro che possa riprendere a fare investimenti su tecnologie competitive comunque detenute all'interno delle imprese, anche in partnership estera, ma in una posizione di forza almeno paritaria. E per far questo, poichè solo lo Stato ha la "endurance" e le risorse idonee a supportare investimenti di grande dimensione, nella situazione attuale più che mai, occorrerebbe non smantellare ma ampliare il sistema delle imprese pubbliche. Certamente nei settori giusti, e certamente dandogli il supporto del credito sinergico di un sistema bancario pubblico che pensi solo a fare credito industriale e non a giocare alla roulette russa della finanza derivata...Insomma, tutto l'opposto di von Hayek e dell'impostazione dei trattati (come sempre)



26 commenti:

  1. "Il problema è che, nella "filiera produttiva", non siamo più padroni dell'intero processo, e il prodotto finale, di cui produciamo ormai per lo più componenti, sfugge, in tale assetto, alla nostra determinazione di prezzo"

    Credo lo sia visto bene, questo fenomeno, nella situazione attuale giapponese, a luglio 2013, i dati della bilancia commerciale giapponese sono peggiorati, prendendo a riferimento lo stesso mese dell' anno prima (pre-svalutazione); ma come?
    C'è stato un forte aumento dell' export: +12,2% e un ancor più forte aumento dell' import: +19,6%.

    Non so, ma questo ci dice che -credo- c'è stato un forte aumento dell' interscambio commerciale e del attività produttive, ed infatti è atteso un forte (almeno considerando gli ultimi 20 anni d quel paese)aumento del pil, un aumento dei consumi (=del benessere diffuso, in un certo senso) e un miglioramento conseguente dei "mitici" conti pubblici.

    Ora, ovviamente bisogna studiare bene questi effetti, non tutti certo positivi (in particolare sul lungo periodo, direi -tuttavia- rammento che allora saremmo inevitabilmente tutti morti :-)...e io preferisco morire sul lungo periodo che sul breve....),e cercare dei correttivi (che mi sembra tu individui MOLTO correttamente), ma bisogna anche confrontarli con l' alternativa (deflazione forever "BuBa style"), che, finora, mi pare abbia portato i "piigs" ad avere export aumentati intorno allo zerovirgola% e import tracollati a picco, con annesso tracollo dei consumi, del benessere, del pil e dei "MITICI" conti pubblici...

    Ma non dovevano servire, le politiche "eurofanatiche" ad affrontare il (finto) probbbbblema der debbbbitopubblico?

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    1. 'acci loro...questi non sanno altro che affondare lo Stato e l'occupazione. E ci godono pure.
      Mica sanno la differenza tra crollo di consumi e importazioni e aumento delle esportazioni provocato da free riding occulto in violazione dei trattati, quando la domanda tira. Se no i crucchi stavano già fuori (ma buttati fuori, a norma dei trattati, a volerli intendere correttamente. E pensare che ora la Commissione lo ammette, alla chetichella
      http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=COM:2012:0777:FIN:EN:PDF
      Ma senza prendere alcun provvedimento...

      Quanto al Giappone: risente, per ora, del fatto che la domanda in oriente (cioè quella veramente pesante) è in calo, laddove la sua vocazione tradizionale è quella di fornire a Cina, Corea (inizialmente) e che sò, Tahilandia (ora in recessione) beni strumentali; cioè dipende dagli investimenti altrui. Ma gli effetti valutari, nel medio termine, dovrebbero consentire una ripresa anche su questo versante (pare poi che si stia riarmando e importi materie prime del caso...)

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    2. Sono ignorante del Giappone ma la politica di Abe più che essere dettata da motivi di" sinistra" mi è sempre sembrata dall.'interesse di difendere la nazionale stretta com'è tra la Cina., le coree e gli USA...
      Ora il fatto che tu dici che si sta riarmando me lo conferma...per l'Italia stendo un velo pietoso non vedo una classe dirigente capace dai portarci fuori da problemi....




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    3. Ma che c'entra Abe con la sinistra? O meglio, come t'è venuto l'accostamento? Abe e Aso sono esponenti del partito liberal-conservatore. Poi non è che debbano difendere la "nazionale" dagli USA; questa è roba degli anni '70, al massimo fino agli incontri dell'inizio anni '90 quando si trattava di capire come arginare insieme la Ciiina...
      I giapponesi si sono addirittura sviluppati con l'export, (programmato in deficit dagli USA), verso gli USA stessi.
      E poi hanno riempito di impianti tutte le ex-tigri d'oriente. La disastrosa scelta di deflazionare e comprimere la domanda interna, risponde alla ideologia della banca centrale importata dai monetaristi friedmaniani. E infatti Abe la prima cosa che ha fatto è buttarli fuori da BoJ.

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    4. Quaranto' devi considerare che uno come Abe, agli occhi di noi italiani può ben apparire "di sinistra"....(e questo fa capire bene la nostra situazione)

      Che amarezza....

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    5. si scusate ho mancato di precisare che
      ho letto oggi il post di goofynomics che rinvia ad un articolo su dagospia che a sua volta richiamava una articolo del senatore bufacchi del pd spparso credo sull'unità nel quale si affermava " Shinzo Abe è oggettivamente più a sinistra della Cgil, ma nel Pd ancora ci si scontra pro e contro Blair."
      ora l'affermazione aveva fatto storcere il naso anche a me. da qui il posto di cui sopra (nel quale la parola "sinistra" appare tra virgolette).
      "nazionale" è una correzione automatica delle tastiere touch android ovviamente mi riferivo alla " nazione". a me pare che qualche aggressione dai cinesi, anche con ripercussioni territoriali ce l'hanno avuta.... per non parlare della vicenda corea del nord...
      sul resto mi pare che le ex tigri siano state domate da qualcun altro e le ripercussioni abbiano coinvolto anche la nazione del sol levante (ma se sulla prima questione sono abbastanza sicuro -cfr. krugman Il ritorno dell'economia della depressione e la crisi del 2008,- sulla seconda un pò meno...a me pare evidente ...ma dovrei cercare conferme)

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    6. @bargazzino
      guarda io al fatto che abe fosse di sinistra mi ci riferivo con ironia...sulla base dell'articolo di bufacchi che avevo letto prima e al quale avrei probabilmente dovuto far riferimento, ma essendo intervenuto al volo dallo smartphone ho peccato di "frettolosità".

      io ammmetto (e ammettevo già in partenza) la mia ignoranza sul giappone in generale, sia dal punto di vista politico che economico, poichè del resto le mie conoscenze derivano da puro interesse personale e non possono avere l'approfondimento professionale o quasi di chi a quelle questioni vi ci si dedica per mestiere o comunque dettato dall'intenzione di fare divugazione.
      ma preferisco sparare un post un qualche ingenua imbecillità piuttosto che manifestare come hai fatto tu, con il tuo intervento alquanto fuori luogo, ironica arroganza e paternalismo latente

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    7. l'articolo è del sen. mucchetti http://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/mucchetti-larghe-intese-di-fronte-alla-cittadina-lombardi-mara-carfagna-per-tutta-la-vita-54614.htm
      bufacchi è una giornalista del sole24ore e non c'entra niente
      scusate ancora. sono fuso in quesot periodo

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    8. Mucchetti è un (parzialmente) atipico di cui ci siamo già occupati
      http://orizzonte48.blogspot.it/2013/04/mucchetti-alla-riscossa-rodota-che-fara.html

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    9. grazie... me l'ero perso.
      molto molto interessante...

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    10. scusa, Jackari, non volevo assolutamente essere arrogante e tanto meno paternalista.
      Mi scuso se ho dato questa impressione.
      tra l' altro ho scritto "NOI italiani", mettendoci dentro anche me stesso...
      Inoltre, sono assolutamente d' accordo col passo che hai citato di Mucchetti; Abe, sta effettivamente a sinistra della CGIL, e con ciò si capisce bene cosa sia la """"""sinistra""""""" italiana...
      Questo era proprio il senso del mio intervento

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    11. scuse accettate. evidentemente ho frainteso il senso del tuo post.
      io rimango perplesso sul discorso della "sinistra" accostata al giappone e a shinzo abe in particolare.anche se l'articolo di mucchetti, per il resto, mi sembra abbia dei contenuti non disprezzabili

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  2. Il fronte dello "spacchettamento" si rafforza di Bundesbank come evidenzia l'acuta analisi di F Forte, ex MinFinanze con Fanfani e Craxi.
    Oltre l'analisi economica dei costi/benefici sulla permanenza in area euro, sui vantaggi acquisiti dalla Germania con l'euro, rimane aperto il "dossier" della prossima inevitabile unione bancaria UEM che solleverebbe il tappetto sotto il quale è ancora nascosta l'immondizia degli "idioti di Dusserdorf".
    Con quello che bolle in pentola UEM e soffrigge nei nostri tegami, il 23 di settembre a Roma sarà proprio un bel giorno e potrebbe aggiungersi qualche volto nuovo.


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    1. "L'acuta analisi" l'avevo vista (però per il tuo bene ti sconsiglio di leggere taluni suoi precedenti).
      Per il 23 sono curioso; speriamo che venga fuori qualcosa di più, digiamo, approfondito sulla nostra posizione negoziale. Certo, ai crucchi, e hai fatto bene a ricordarlo, potrebbe convenire uscire prima che esploda la loro bomba-bolla bancaria, dato che, come ho già osservato, stavolta non potrebbero prendersela coi PIGS e inoltre l'UEM li potrebbe costringere a fare i prelievucci dai conti dei depositanti (magari loro li farebbero "solo" da quelli degli italiani che ci hanno portato i soldini dall'estate 2011...ma non potrebbero :-))

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    2. Sono banale, ma quando li conosci e quali "aperture" usano nel "giuoco", ricordando la "scuola" scacchistica che hanno frequentato, è sempre importante e, comunque di questi tempi, il "lasciarsi" in inutili e sterili "ars" polemica non fa "bene" ma solo "pene" e meno "gioie".
      La Storia è piena di depistaggi, di infiltrazioni, di .. come anche di idiomi idioti e di idioti idioti.
      Tirem innanz, suvvia, c'è la Costituzione repubblicana.

      Da quando l'inviato in Germania tace m'è sempre meno "dolce il naufragar" nel mare crucco e, ammetto, non ho letto neppure tra le righe il bollettino mensile della BuBa.
      La lettura rimane politicamente acuta e limpida quanto quello che le "veline" nostrane hanno invece ritrasmesso ammaestrate: afferma, per quanti in patria e fuori non abbiano ancora chiaro, chi comanda.
      E J Wiedmann considera come efficiente, efficacie, produttivo, quello che W Sinn sta "raccontando" da tempo e che ha tolto qualche sorriso alla Merkel.

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    3. Ma ovviamente mi riferivo a precedenti articoli: nel casospecifico non riesce a non simpatizzare per il monetarismo e a storpiare come attribuita a Keynes una singolare teoria

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    4. Grande knight,
      tanti conoscono il "forte" molti meno i "contrafforti".

      keep in touch ;-)

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  3. Quarantotto, vorrei segnalati questo:

    http://www.scenarieconomici.it/la-grande-rivoluzione-dello-shale-gas-la-risurrezione-egemonica-tedesca-in-europa-e-lapparente-declino-italiano-non-solo-economico/

    analisi complessa, forse con qualche contraddizione, sarebbe da confrontare con i tuoi frattali. Mi sembrano visioni opposte... chi lo sa, magari la verità sta nel mezzo.

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    1. Se trovo il tempo lo guardo...Quanto alla verità "nel mezzo", le bucìe e le manipolazioni mainstream non avrebbero neanche più biosgno di essere sottolineate. Il materiale pubblicato è già imponente, anche sulla questione energetica
      http://orizzonte48.blogspot.it/2013/03/oltre-il-pud-2-oil-and-finance-thats-all.html
      http://orizzonte48.blogspot.it/2013/02/usa-germania-e-il-prezzo-della-presunta.html

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  4. Buongiorno a tutti. In questo post
    http://www.rischiocalcolato.it/2013/08/la-grande-rivoluzione-dello-shale-gas-la-risurrezione-egemonica-tedesca-in-europa-e-lapparente-declino-italiano-non-solo-economico.html
    viene posta l'ipotesi che lo schiacciamento del sud europa sotto i cingoli del panzer tedesco sia stato accettato dagli Usa in chiave anti Russia, argomentando la cosa con il fatto che essendo la Russia stessa la maggiore detentrice mondiale di risorse energetiche, e' il nemico piu' temibile per loro.
    Queste riflessioni mi inducono a pensare che la cosa piu' importante e' cercare di capire le intenzioni di chi conduce il gioco al livello piu' alto, altrimenti rischiamo di girare a vuoto nell'analisi consuntiva e preventiva dei problemi. Senz'altro questo e' il blog giusto per riflettere su questo tema...

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    1. Ma se guardi ai post citati nella precedente risposta esistono alcune forti...incongruenze storiche rispetto a tale interpretazione. Vedremo (a secondo me stiamo già vedendo) quanto gli USa non avallino lo schiacciamento PIGS in funzione anti-Russia (consentendo poi la saldatura, già in corso, di certe strategie tedesche con forze oligarchiche russe, e il famoso corridoio con la Cina).

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    2. Le avevo lette, ma forse volevo solo essere "confortato" nel vedere che hai sempre, tutto sommato, una visione contrapposta! Del resto anche l'articolista stesso poneva dubbi, perche' poi i tedeschi troppo forti li fermi solo con la guerra, e faceva presente che e' da considerare la presenza di Israele, come entita' che ostacolerebbe tale teoria.

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  5. Scusa 48, non pubblicare il mio intervento, sono gia' stato preceduto, chiedo venia..

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    1. Ma no, il succo del discorso da te riassunto è comunque servito...

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  6. OT ma ... come resistere.

    Caro 48, se ti servisse mai (non credo) la conferma dell'efficacia degli sforzi profusi in questo blog, eccola!
    Una breve anticipazione :
    «Quello che, invece, oggi rischiamo è il realizzarsi della teoria di un illustre del passato, von Hayek, personaggio che oggi sarebbe stato messo in croce perché destrorso. Mentre i debiti sovrani fanno affondare le nazioni, infatti, torna alla mente la sua lezione clandestina sulla teoria del circolo economico: bilanci nazionali gonfiati artificialmente per mantenere in vita politiche di benessere consumistico prive di solide fondamenta.»

    ps non ne usciremo vivi : in ogni caso ci sarà da morire dal ridere

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    1. I piddini, direttamente o indirettamente, lo conoscono e applicano da tempo. Ora sono al punto che, fatta una riflessione un pò più approfondita e congruente, rischiano di doverne rendere conto.
      Hai ragione: esilarante! E non credo che gli "sviluppi" (quando sarà uscito il libro) si fermeranno qui :-) (almeno speriamo, senza farsi troppe illusioni)

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