giovedì 19 settembre 2013

"L'ALIENO" BERNANKE E LA RIPRESA ITALIANA. L'OCEANO ATLANTICO NON E' MAI STATO COSI' GRANDE

Ieri notte mi è capitato di assistere alla diretta televisiva della conferenza stampa di Bernanke, dopo l'annuncio della decisione del Federal Open Market Committee di mantenere l'attuale livello di acquisti a 85 miliardi di dollari al mese.
Non ho passato "in rassegna" tutta la stampa italiana; ma leggendo qua e là, mi avvedo che una frase significativa letteralmente pronunciata da Bernanke, praticamente scompare. Dichiarandosi non ancora rassicurato dai risultati di una ripresa in cui il tasso di disoccupazione al 7,3% viene letto in relazione a un diminuito tasso di popolazione attiva (lavoratori "anziani" che ahnno smesso di cercare un lavoro), e ritenendosi appropriato un obiettivo di disoccupazione al 6,5%, Bernanke, a un certo punto, ha dichiarato:
"la prosecuzione di politiche fiscali restrittive, con l'insistenza su tetti al deficit, è un problema".
Un problema, nel corso delle domande-risposte che venivano via via date, che si collegava al miglioramento del mercato del lavoro: ma questo inteso non come tendenza alle "riforme", come ormai si intende senza ombra di ripensamenti in Italia, spingendosi per ulteriore precarizzazione e flessibilizzazione, e puntando alla "fiscalizzazione degli oneri sociali" finanziata con tagli alla spesa. Con buona pace del moltiplicatore in pareggio di bilancio di Haavelmo (cioè perseguendo, un'ulteriore manovra fiscale di compressione della domanda in situazione recessiva prolungata, e quindi ampliando le condizioni di prolungamento-ampliamento del livello di disoccupazione).
No, Bernanke, intendeva precisamente che il "mercato del lavoro" migliora, e con esso lo stato di salute dell'economia, proprio quando si versi in una congiuntura di debole crescita (ma a maggior ragione in recessione), quando lo Stato può dare il suo sostegno di spesa pubblica alla domanda aggregata. Che si traduce in sblocco degli investimenti, in una situazione che, non ignorano, è di "trappola della liquidità", e in relazione alla stessa induzione di un miglioramento dei conti fiscali: per risparmi nel welfare da disoccupazione e per allargamento della base imponibile.

Tutto ciò com'è riportato in Italia? In modo "sopito, troncato", accuratamente scisso da questi principi che negli USA sono dati come "basic" in chiave di politiche anticicliche.
In Italia infatti, ad autorizzare la prosecuzione della politica di severa restrizione del bilancio, basta il grande successo di un "raffreddamento" della recessione. Cioè: placatisi un attimo, grazie (senza paradosso, beninteso) alla "non" stabilità politica, i furori di pareggio di bilancio (sebbene già siano stati gettati i semi di tagli a spesa corrente e investimenti pubblici nel 2014), il semplice e scontato momento di stasi nel rastrellamento della liquidità da parte dello Stato, autorizzerebbe un pronto inasprimento delle stesse politiche che ci hanno portato in recessione.

Questo riassuntino del bagaglio concettuale della politica economia governativa, ben noto ai lettori di questo blog (tanto che forse vi sarà venuto a noia sentirvelo ripetere), rafforzato dalle incursioni italiane di Olli, viene prontamente avallato dal modo in cui il Sole 24ore riferisce le parole di Bernanke:

La Fed lancia anche un avvertimento indiretto al Congresso: "la politica fiscale sta limitando la crescita economica". E' come se la battaglia sul bilancio fiscale e il tetto al debito che sta andanto in scena a Washington tra Casa Bianca e repubblicani deve essere risolta prima che la Fed pensi a tirare i remi in barca. Ecco perché, ricordando il suo doppio mandato di creare occupazione e tenere sotto controllo i prezzi, la banca centrale spiega che "una politica monetaria altamente accomodante resterà appropriata per un periodo considerevole di tempo", anche quando il piano di acquisto di bond sarà finito


Cosa ne avrà capito il lettore standard del Sole (il moderatamente livoroso che è convinto che il problema italiano sia l'inefficienza della pubblica amministrazione, risolvibile "tagliando" spesa per investimenti, consumi e, specialmente, personale)? Da che parte potrà pensare che si sarà schierato Bernanke? E, soprattuto, per quali "oscuri" motivi?
Si potrebbe persino arguire che la Fed ritiene, alla stregua di Letta e Saccomanni, che la "precondizione" per la ripresa sia "avere i conti in ordine" (cosa che, non si nutre alcun dubbio, coincide con la logica UEM del fiscal compact e del pareggio di bilancio). Che ritenga, "monitando" alla Draghi" o alla "Olli-Barroso", che, insomma, il Congresso e il Senato debbano, una volta per tutte, ristabilire un tetto che impedisca gli "sperperi" e le indebite interferenze dello Stato sulla libera esplicazione delle forze del mercato (del lavoro: magari per "attirare gli investitori esteri").
E invece no: Bernanke ha, in modo sufficientemente diretto, affermato qualcosa che è esattamente l'opposto di quanto si sostiene acriticamente in Italia (ovviamente sulla base dei diktat UE, dandoci a bere che si tratterebbe di decisioni autonome). Eppure gli USA non sono in recessione ed hanno un tasso di disoccupazione per cui in Italia si stapperebbero bottiglioni di spumante (la gente comune, almeno: non certo Draghi e i suoi followers "stabilmente" al potere, che all'effetto disciplinante della curva di Phillips tengono sopra ad ogni cosa).
Che poi 'sti investimenti stranieri non ci spiegano mai come sarebbero conciliabili con tutta questa sbandierata "eccellenza italiana": ma insomma, eccelliamo o siamo una colonia di indisciplinati fannulloni che deve attendere un salvatore straniero?

27 commenti:

  1. beh bisogna dire che, se questi concetti come dici sono ben chiari di là dall'atlantico, le manovre anticicliche adottate dall'amministrazione Obama non sono state ad oggi poi così consistenti.
    voglio dire, se fossero veramente convinti della cosa (o meglio se non avessero resistenze interne a una linea che sanno essere giusta) avrebbero dovuto fare molto di più. no?

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    1. Il punto è che la politica monetaria non controlla pienamente nè la ripresa degli investimenti (produttivi) nè il livello dell'occupazione. Quindi Bernanke ributta la palla, in un certo senso, verso le responsabilità delle maggioranze repubblicane che hanno bloccato la spesa pubblica in sostegno all'economia, cioè un'azione anticiclica che Obama avrebbe voluto intraprendere, ed introducendo invece tagli del deficit.
      Tra Budget control Act del 2011 e American Taxpayer Relief Act del 2012, l'effetto finale del "sequestro" della manovra legislativa, congegnata a inizio anno da Obama, si è convertito in prosecuzione del minor prelievo sui ricchi e tagli ai programmi di spesa (sociale, in ricerca, sull'istruzione). E il deficit non è stato nemmeno tagliato nella misura che intendevano i repubblicani per raggiungere i propri obiettivi (cioè "meno Stato" per tutti e il mercato provveda).
      http://en.wikipedia.org/wiki/United_States_fiscal_cliff

      Insomma, si conferma che LM è altamente elastica, e IS rigida e quindi che una politica monetaria espansiva non può fare molto. Mentre invece la ripresa dell'occupazione è stata troppo timida (com'era inevitabile) persino per rilanciare i consumi...e Wall Street ha continuato ad arricchirsi col suo giro di scommesse.
      In questa situazione (in cui banche e operatori finanziari hanno trovato modo di aggirare i labili limiti del Framk-Dodd Act), ovviamente non ci sono neppure i rapporti di forza per ripristinare il Glass Steagall Act e indurre a reimmettere una parte della liquidità nel sistema produttivo.
      Impasse politica che ci dice che la razionalità economica e Obama sono ostaggio dei Chicago-tea party&co (a proposito, nonostante i calcoletti dei nostri monetaristi, il QE gigante non ha neppure fatto salire l'inflazione, che è rimasta sotto il 2% e non accenna ad approsimarsi al 2,5 che la Fed preconizzava come obiettivo per considerare il tapering).
      Più chiaro ora?

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    2. eh però qui si pone un problema: se la linea della ragione (voglio chiamarla così cavolo!) non riesce a prevalere nemmeno in casa USA (seppur non si arrivi a livelli di follia europei), come possiamo sperare che gli USA stessi facciano pressione consistente in casa europea?

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    3. E infatti stiamo messi come stiamo

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  2. Visto che parliamo di FED, 48, ti chiedo -abusando al solito della tua generossisima attenzione verso i tuoi lettori- un parere sulla recente "trombatura" di Larry Summers.

    Nella "minore" delle ipotesi, rappresenta un chiaro atto simbolico. E i simboli sono importanti, eccome.

    Inoltre vorrei chiederti un parere sulla candidata in pectore alla poltrona di governatorA della FED.
    Queste domande sono poste, ovviamente, anche agli altri commentatori, e specialmente al nostro "web-reporter" preferito: Flavio.


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    1. Summers, ex segretario del tesoro, aveva in realtà, per tale ragione, un "ruolino" più "Wall Street friendly". La Yellen, come riportano un pò da tutte le parti, ha invece un marito premio Nobel, (con cui è stata anche coautrice), piuttosto...Minskiano
      http://it.wikipedia.org/wiki/George_Akerlof
      Teoricamente è un segnale post-keynesiano.
      In pratica, la politica monetaria pare aver raschiato il fondo del barile. Certo, con quel substrato scientifico "familiare" (ma non certo per mancanza di autonomia: è un indizio), potrebbe spingere per il neo-Glass Steagall. Ma è sempre roba che esige maggioranze nel Congresso.
      Ovviamente, no mi metto neanche a dire dei tiori di "ripresa dell'inflazione" a causa del QE (fantascienza monetarista e, anzi, obiettivo stesso della Fed...come di Abe); il problema sono le bolle e "il cavallo che non beve". E le centinaia di miliardi di liquidità fermi nelle imprese industriali USA, che aspettano una ripresa della domanda, magari in UE.
      But everything seems so...stuck

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    2. Ancora una volta c'è una vasta falla culturale. Infatti ci sono concetti che vengono tenuti "freschi" dall'applicazione coniugata in tutti i meandri e artifici della prassi quotidiana. Tra queste va senz'altro annoverata la legge bronzea dei salari.
      Altri concetti, anche coevi al precedente e indicati tra quelli fondativi della struttura teorica portante del sistema economico corrente, sono in uno stato di polveroso abbandono applicativo benché fastidiosamente presenti in tutte le conversazioni salottiere. Mi riferisco ovviamente alla legge degli sbocchi.
      E' ora che gli USA utilizzino un QE per rinfrescare la legge di Say nella prassi operativa industriale del loro paese.

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    3. Ricordiamo anche che il controverso "Dodd–Frank Wall Street Reform and Consumer Protection Act" è un articolato di oltre 2000 cartelle quando le 29 "paginette" del "Glass Steagall Act" hanno regolamentato per oltre 50 anni il "mercato" drogato della finanza: esempio di efficienza, efficacia e produttività della "grande società" autoregolamentata.
      Una finanza creat(t)iva che continua a festeggiare le "vette" inesplorate della "volatilità" istantanea e fatua dell'high frequency trading mentre negli USA la partecipazione al mondo del lavoro crolla al 63,2% (valore degli anni '70), cresce la fascia di disoccupazione dei 25-52enni con cultura universitaria e il dato "ufficiale" della disoccupazione risulta alterato dal crescente esercito degli sfiduciati rinunciatari affiancato a quelli di "riserva" e degli "arrotondatori" (vedi il meretricio consentito, ovviamente nel "dopolavoro" nelle fabbriche Foxxcon).
      Come spesso accade, poche e confuse idee gattopardiane che corrono a comprare "tempo" in attesa che qualcosa di "nuovo" appaia.

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    4. Marco, 48 ha ben riassunto la cosa, infatti mi ha sorpreso il ritiro di Lawrence Summers visto che, dopo gli anni passati con Reagan e Clinton durante l'era Rubin , era il cavallo su cui puntava Wall Street. Ma, mai dire mai. Sottopongo a tutti voi questo bell'articolo trovato sul Guardian. Sono cose risapute, ma una rinfrescatina su "cosa" sia il mercato oggi non fa mai male. Il vero problema di oggi, è, oltre a quanto dice Chang , l'orizzonte "corto" del mercato, e chi ha letto Keynes sa bene di cosa parliamo:
      "I know people who achieved financial independence for life on the back of no more than a few deals. First they did a few huge deals in NPV terms. Next they let another bank recruit them for a huge guaranteed bonus. The thinking at that bank went like: if this guy can make £15m in a year we can pay him a few million.
      Now you can see how NPV could make people aggressive. No longer do you need to maintain a relationship with a client over many years.". Questo è l'investimento oggi. Ed è questo il dramma: lo stesso che sottolinea Chang: "Welcome to the age of irresponsability..." The same one who hits Germany...alla faccia dei PIIGS dissoluti...la Merkel c'ha messo 680 miliardi di dollari (530 mld. euro) per salvare le proprie banche... Questo è il problema. Chi è responsabile? Boh. Chi le salva? Lo Stato (cioè noi). Il bello è che poi ci dicono che siamo noi a vivere al di sopra delle nostre possibilità. Cmq, riassumendo il papocchio che come sempre mi scappa, il succo è: Yellen o non Yellen, ciò che dice Bernanke è vero. Serve politica FISCALE=redistribuzione - altrimenti puoi fare politica monetaria quanto vuoi, hai inflazione asset o aumento prezzo titoli senza andare a toccare il reddito (che traina l'economia reale) - e separazione banche commerciali/banche investimento. Come dicono bene 48 e Poggio. Infine mi chiedo: ma cosa si sarebbe potuto fare in USA con 18.000 miliardi di dollari?!?!?!?!

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    5. Carissimo Flavio, an another Knight,
      cosa sin sarebbe potuto FARE nel mondo con US$ 18.000 mld di moneta di "riserva"?
      :-)

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    6. Stiglitz, al riguardo, e partendo dal problema delle BC indipendenti, ha parlato di alterazione dei processi pubblici di "appropriazione"...dai cittadini comuni alla finanza.
      "The loans by the Fed and ECB to banks at low interest rates was, in effect, a gift worth tens of billions of dollars, a gift from the public, but which circumvented the usual public appropriations process. It is unconscionable that such power over the purse be given to a non-elected body."
      http://timesofindia.indiatimes.com/business/india-business/Stiglitz-against-central-bank-independence/articleshow/17878411.cms

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    7. .. "e sempre allegri dobbiamo stare, diventan tristi sei noi piangim, fa male al re e al cardinale .." :)

      ps: caro knight siamo in opzione B.5: "quando le parole non hanno più significato .."
      keep in touch!

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  3. Clamoroso! L'On. Lupi si ricorda che l'Italia è un paese sovrano (lui, si sa, è un nazionalista) e che le decisioni economiche le deve prendere il governo e non un commissario (e Monti, non aveva forse anche l'appoggio di Lupi? Ma si sa, la memoria dei politici è come quella dei pesci rossi). Neanche repubblica può fare a meno di accorgersene anche se poi tutto l'articolo è un continuo sostenere che, in fondo, i dubbi del commissario europeo, a cui Microsoft ha appena sfilato l'unica azienda di rilievo globale del suo paese, sono più che giustificati. Riportando la solita pantomima buffa dell'inutile balletto delle cifre 3.1, 3, po'meno di 3 fino ad arrivare all'immancabile minaccia finale di saccomanni: o aumenta l'iva o torna l'imu.
    Tutto questo mentre è proprio di questi giorni la notizia che il rapporto deficit/PIL della Francia non sarà il 3.7% ma molto più probabilmente il 4.1 per la Spagna invece per quest'anno si prevede almeno un 6%.
    Un'europa che evidentemente è di già fatto, non a due velocità ma a quante ne siano necessarie in ogni momento per tirare avanti la baracca ancora per un po', con l'Italia che viene sistematicamente richiamata all'ordine mentre tutti gli altri si fanno platealmente i fatti propri nell'indifferenza generale.

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    1. Come ben saprai, qui su questi argomenti, sfondi una porta aperta.
      Ma il fatto è che, quello che non viene mai detto, è che ormai, commissariamento diretto o meno, ogni minimo dettaglio della politica economico-fiscale italiana è prescritto dall'UE. Le "raccomandazioni" sono previste, come preludio a sanzioni in caso di inosservanza, dall'art.126, par. 7 e ss., del trattato TFUE.

      Certo è singolare che queste si preoccupino, in tutta europa, solo del disavanzo "eccessivo" italiano.

      Altrettanto singolare è che MAI si sia tenuto conto del criterio dell'art.126 stesso, par.3, per cui nell'esaminare il disavanzo eccessivo la Commissione debba tenere conto "dell'eventuale differenza tra il disavanzo pubblico e la spesa pubblica per investimenti"; ai tempi di Monti, questo criterio, pur discrezionale ma vincolante, istituzionalmente incombente sulla istituzione UE, fu oggetto di...richiesta di permesso alla Merkel!!! Che lo negò (nonostante gli annunci dei giornaloni sulla grande vittoria di Monti relativa alla "golden rule"...mai pervenuta)

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  4. Gentile 48, butto giù un dubbio, sperando tu abbia il tempo di rispondere. Lo spunto mi sovviene dalla seguente considerazione: dopo le parole di Bernanke il $, in un sol giorno è passato da 1.32 a 1.36 sull'€. Cioè noi abbiamo tre quarti dell'EZ che è in una crisi profonda, con le banche in stato pre-fallimentare, e che succede? L'€ si apprezza del 3% dall'oggi al domani. Venendo al punto, che mi prude da qualche tempo; non è che sotto sotto USA e Germania sono in qualche modo d'accordo nell'attuare (nel caso americano) o nell'imporre (nel caso tedesco) politiche economiche antitetiche, ma entrambe funzionali ai loro interessi?

    Tradotto in modo più diretto, può essere che da una parte la Germania è lasciata libera dagli USA (che ufficialmente invece criticano l'atteggiamento tedesco) d'imporre politiche deflazioniste al resto dell'EZ per rientrare dei crediti esteri succhiando il sangue dei paesi periferici, mentre dall'altra gli USA attraverso politiche monetarie espansive, non contrastate da analoghe politiche in zona UEM (e qui starebbe il tacito accordo tra le due superpotenze, visto che cmq per la Germania il rapporto €/$ è sempre a suo vantaggio, visto che l'€ "tedesco" è fortemente svalutato rispetto ai fondamentali della sua economia), abbia via libera al deprezzamento del $ per aggiustare i suoi conti con l'estero e per attuare politiche di acquisizione a buon mercato di importanti aziende e assets strategici di paesi come l'Italia e non solo? In tale scenario non è secondario considerare che un enorme flusso di liquidità pompato nel sistema finanziario USA dalla Fed è in attesa di collocazione nei mercati mondiali.
    Forse sono solo mie congetture, per carità, ma mi interessa avere il tuo parere in merito.

    Grazie

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    1. Bingo!
      Ragioniamo in via logico-deduttiva :-):
      1. se un (tacito, occulto) reciproco via libera di questo tipo sussistesse, saremmo fritti;
      2. Siamo friggendo;
      3. ergo, come direbbe Andreotti...

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    2. con il prossimo mercato unico USA / EU che i Tedeschi stanno rimandando fino a quando non avranno il completo controllo dell'apparato produttivo della EZ e avranno finalizzato gli accordi con Russia e Cina a est. A quel punto potranno accettare il mercato unico atlantico e se necessario fare politiche monetarie espansive. Ma senza più industria nazionale con una politica monetarie espansive in EZ cosa accadrà delle altre nazioni europee ?

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    3. @Quarantotto
      Oh my God! Quindi anche per te è plausibile che Zio Sam anche stavolta abbia deciso di sacrificarci. Temevo proprio questa tua risposta. Spero proprio di avere torto marcio, ma se avessi ragione, allora liberi tutti e al posto di continuare a fare informazione sui disatri dell'Euro converrebbe darsi al giardinaggio!

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    4. Meglio un orto, per essere pratici. E anche considerando che con l'accordo di libero scambio atlantico scomparirebbero DOC, DOP e analoghi, l'autoconsumo avrebbe un senso. Difensivo: la decrescita infelice

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    5. Ecco.
      La mia paura si materializza.
      Più Cile (quello pinochettiano) per tutti.
      In Olanda il re nel messaggio alla nazione dichiara la fine del welfare state.
      Finmeccanica sarà svenduta (come tutto il resto).
      Le nostre aziende sono comprate a man bassa non solo dai tedeschi, ma anche dagli americani (oltre che da tutti gli altri).
      Costituzione soppressa.
      Stato "leggero" pesante come un macigno per i comuni cittadini, penso che sarà sempre più oppressivo.

      Per l'orto mi sto attrezzando, 10 anni fa mi sono comprata un pezzo di terra, un po' in alto, e non che ami la campagna, ma come forma di autodifesa, l'unica che mi è venuta in mente immaginando dove saremmo andati a parare.

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    6. A me invece la campagna piace. Solo che, pure lì, intanto che continuano a votare PUDE e passano il tempo al bar a parlare di calcio, je stanno a sfila' pure quella...

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    7. E infatti! Vedi che ho ragione: NON ABBIAMO SCAMPO!
      Mi resta il pagliaio... oltre la decrescita - infelice, ovvio, come sarebbe piaciuta (per noi) a TPSchioppa. Sai come sarebbe contento ora, peccato sia crepato prima di godersi la nostra misera fine.
      (disponibile ad offrire asilo politico ai "consapevoli")

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    8. sulle acquisizioni ok...ma non vedo come gli USA potrebbero beneficiare di una svalutazione della loro moneta nei confronti dell'euro con l'intero continente che comprime i salari....nessuno comprerebbe da loro cmq.

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    9. "O Fortuna,
      velut Luna
      statu variabilis,
      semper crescis
      aut decrescis"

      "In terra summus
      rex est hoc tempore nummus
      [...]
      Nummo venalis
      favet ordo pontificalis.
      Nummus in abbatum
      cameris retinet dominatum.
      Nummus nigrorum
      veneratur turba priorum"

      Ma, come fanno i marinai quando c'è carmina bur(i)ana, c'è 'na cappa secca o filante e 'na ardimentosa trinchettina senza contare che noi ce la si "cavi" ma consapevoli che la nostra "genia" dal Medio Evo esce sempre con la Ragione, come la Storia insegna.
      Un abbraccio grande.

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    10. Il problema di fondo rimane: se gli USA non vogliono più fare il "minotauro globale", i surplus europei chi se li piglia ora che anche i mercati emergenti devono aggiustare?
      (Scusa, una sciocchezza: Haavelmo ha la doppia a non e. Non per essere precisazionista, ma avevo fatto una ricerca sul blog tempo fa e non l'avevo trovato :-)).

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    11. Grazie: ho già corretto.
      Sugli USA siamo sempre lì. Una geopolitica che aveva senso all'epoca dei blocchi, non è stata sostituita da un paradigma adeguato a una realtà che non può essere governata da Wall Street, dato che il capitalismo finanziario è un parassita che non gravita, in senso di appartenenza solidaristica, su alcuna comunità statale. Nemmeno sugli USA. Che però non riescono a essere nè carne nè pesce, a livello di politiche di sostegno alla domanda.
      Quello che vediamo è la prosecuzione della guerra valutaria aiutata dall'ostinazione UEM, pro domo tedesca.
      Ed è altrettanto chiaro che gli USA non si decidono con chiarezza a comprendere che la chiave di volta della domanda globale è...la domanda interna dell'area matura più grande del mondo. Però dalle proposizioni di inizio anno, ad Obama appena rieletto, sembre essersi registrato un arretramento, tutto testimoniato dalla faccia di Bernanke durante la conferenza stampa.
      http://orizzonte48.blogspot.it/2013/01/dal-wsj-dear-mr-president-la-rilettura.html

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    12. Ma guarda,
      proprio qualche giorno fa parlavamo con Sil-viar dei problemi del giardinaggio... :)

      La storia dell'orticello non è proprio nuovissima... :)

      Il problema è che anche una mera sussitenza è resa impossibile dalle imposte sui terreni (leggi IMU), che ti costringono a rientrare nel mercato (uno dei punti centrali, se ricordo bene, de "Il tallone di ferro").

      Prodigi di internet, eccolo qui il passaggio:

      "Moltissimi agricoltori, spinti dalla passione per la terra e desiderosi di mostrare fin dove potevano giungere nel ritorno alla vita selvaggia, cercarono di sfuggire all'espropriazione desistendo da qualsiasi accordo commerciale. Non vendevano né compravano più nulla. Fra loro cominciò a rinascere un sistema primitivo di scambio in natura. Le loro privazioni e sofferenze furono orribili, ma resistettero e il movimento acquistò una certa importanza.

      La tattica con cui furono sconfitti, fu quanto mai logica e semplice: la plutocrazia, forte del controllo del governo, aumentò le imposte. E i tributi erano il punto debole degli agricoltori."

      :)

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