venerdì 4 ottobre 2013

E VEDIAMOLI QUESTI SALDI.

Tanto le chiacchiere stanno a zero.
E allora mi prendo un articolo de "Il Messaggero" di oggi (pag.9), che parla dell'argomento.
Questo giornale è mainstream ortodosso senza alcun tentennamento e asciuttamente "ben informato" (non la fa tanto lunga e mette nero su bianco i numerini) E infatti ci scrivono Cisnetto, Fortis, il "perdonato" Giannino e, per condire il tutto di qualche colpo al cerchio (di una parvenza di critica all'assetto UE, a giorni alterni), lo stesso Prodi.

Il clou della nuova manovra è presto detto.
"Quasi 5 miliardi (4,8) da trovare per il 2013 a meno che - come è concretamente possibile- il tema della seconda rata IMU venga rimesso in discussione.
E POI una legge di stabilità il cui conto complessivo per il prossimo anno potrebbe avvicinarsi ai 10 miliardi
".

Quindi un "decreto di correzione", a la carte, su pressione di Olli (e di Moody's, cosa che fa un pò ridere: pare di stare a Ballarò) + legge di stabilità. Il tutto incidente tra fine 2013 e 2014 per 15 miliardi circa di tagli alla spesa e nuove tasse. Ma è veramente così e, soprattutto, che significa?

Prima di procedere alla "valutazione di impatto", però, dovremo precisare che i calcoli, ex parte €uro-led-governance, vengono fatti scontando il pagamento dei "debiti della p.a. verso le imprese". E, quindi, ipotizzando una ondivaga valutazione di incassi IVA legati a tali pagamenti (un'IVA spesso già fatturata e, dovremmo presumere, altrettanto spesso già contabilizzata dallo Stato).
Al riguardo c'è da dire che, al governo, "parrebbe" che valutino un effetto positivo in termini di liquidità e ripresa dell'economia.
Ma di ciò c'è da dubitare; si tratta in effetti di una spesa pubblica già effettuata, ma ferma al momento della fase di liquidazione-pagamento da anni (per ragioni di contabilità pubblica di "cassa", cioè per i "conti in ordine" €uropeizzati).
La liquidità in questione, per quanto immessa nel sistema, corrisponde in generale a crediti che o sono stati già oggetto di operazioni di sconto (e che quindi costituiscono un sottostante che viene dato in soluzione alle banche) o che, comunque, corrispondono, inevitabilmente, - in una situazione di crollo dei consumi e degli investimenti privati e pubblici (con volume degli appalti pubblici ai minimi storici)-, a posizioni debitorie delle imprese che verranno così (in parte) estinte. E, come si sa, il pagamento del debito estingue la moneta e la sua conseguente circolazione. Forse, in una misura minima, - si tratta di 20, o 30, miliardi in prospettiva, e ne sono stati pagati 8-9-, a quanto pare, possono consentire il riaccesso al credito di posizioni in precedenza "sofferenti", ma di fronte a un ammontare crescente delle sofferenze, oltre i 130 miliardi, si tratta di poca cosa.

Questo, dunque, ci conduce a valutare l'impatto "restrittivo" del "paso doble" in gestazione quasi nel suo valore nudo e crudo: cioè non è possibile stimare realisticamente l'impatto sulla crescita di questa anomala spesa pubblica tardiva, data la concatenazione con precedenti posizioni di debito e la sua natura "non aggiuntiva" rispetto ai volumi già incorporati nella contabilità nazionale.
Ed invece, nonostante questa concretissima incertezza, traspare dalle valutazioni dei tecnici del tesoro l'idea che sarebbe questa massa di denaro (appunto neppure quantificabile per volume e imputazione di cassa nell'anno) a portarci fuori dalla recessione nell'ultimo trimestre.
Salvo poi avere, nel 2014, non solo gli effetti della legge di stabilità coi suoi saldi "a prescindere", ma l'attivarsi del sistema di copertura dei vari decreti sul "pagamento alle imprese", con tagli della spesa a livello locale e centrale, dei pagamenti in questione: aspetto, qui più volte evidenziato, che, nella migliore delle ipotesi, essendo "spesa in pareggio di bilancio", finanziata con...equivalenti tagli della spesa, DOVREBBE AVERE MOLTIPLICATORI CHE SI ANNULLANO A VICENDA (grosso modo) E QUINDI EFFETTO ZERO (nella migliore delle ipotesi).
Se mi avete seguito fin qui, l'ultimo aspetto appena evidenziato, dovrebbe rafforzare l'idea che gli effetti del "paso doble" siano ragionevolmente da considerare in sè, e senza l'influenza (presunta) dei "pagamenti" sulla crescita.
Tra l'altro, la stessa correzione di fine anno, effettuata su basi meramente contabili (scostamento del deficit puramente corrispondente alla mancata IMU e alla maggior recessione "ammessa" nel DEF+ rifinanziamento CIG+missioni di "pace") e non corrispondente al gettito di alcuna maggiore base imponibile, neppure allo stato ipotizzata, ne è una implicita confessione.
Ma sulla crescita "sperata" a quanto pare, come vedremo, in questo inestricabile giochino di coperture che vanno e vengono, ci sperano.
Cerchiamo di capire (ma anche qui è una mera speranza).

Sul "decreto di correzione", il "grosso delle coperture dovrebbe venire dai tagli ai ministeri (con esclusione di voci sensibili quali istruzione e ricerca...comunque ridotte storicamente ai minimi termini, ndr.) per un importo che potrebbe anche crescere(!) rispetto ai già previsti 415 milioni, e dall'operazione straordinaria di vendita degli immobili che dovrebbe fruttare circa un miliardo. Non è escluso però che questo intervento sia abbinato all'approvazione della legge di stabilità...servirà qualche giorno in più per decidere del destino della seconda rata dell'IMU relativa alle abitazioni principali: se l'evoluzione politica al centro-destra lo consentirà, il versamento potrebbe non essere cancellato del tutto".
Si nota come per finanziare una "correzione" di 4,8 miliardi, si appostino risorse per circa 2 miliardi, mentre il resto potrebbe essere oggetto di una copertura subordinata a qualche imposta sostitutiva, anche solo parziale dell'IMU (la famosa tax service). A meno che la matematica non sia un'opinione. E quindi, legge di stabilità o meno, si attende l'andamento delle entrate di fine anno per capire "quanto" si dovrà fare un ulteriore correzione!

E veniamo alla legge di stabilità: questa sarebbe un provvedimento in teoria autonomo dalla correzione, ma in realtà già la questione delle vendite immobiliari - effettuate col mercato in caduta libera e quindi pro-ciclica del settore, innescando una aggiuntiva sovraofferta- dimostra che non è così.
La legge di stabilità sarebbe impostata così: anzitutto, contrattazione coi sindacati sullo sgravio relativo al "cuneo fiscale".
Il governo vorrebbe mettere sul piatto 2 miliardi; i sindacati intendono 5 miliardi, rifacendosi al volume dello stesso provvedimento del governo Prodi che, evidenziano, comunque non servì a cambiare le condizioni lavorative (potere d'acquisto dei lavoratori) e non fu creato "alcun posto di lavoro in più".
Ammujna totale: l'€uropa vuole fortissimamente che il livello salariale sia aumentato solo conseguentemente alla produttività e che dunque il salario diminuisca in termini reali. Lo scarico fiscale non risponde alla logica di incrementare la domanda, ma solo a quella di tamponare il crollo dei consumi, per cercare di stabilizzare il livello della disoccupazione e non gravare la spesa per ammortizzatori sociali. E tra i due obiettivi c'è una bella differenza.Come verrebbe finanziato tutto ciò?
Ancora una volta in modo aritmeticamente zoppicante. Due miliardi di (pressocchè inutile) decontribuzione per due miliardi di service tax.
Ma quest'ultima, in realtà, con la Commissione alle costole, potrebbe essere già stata imputata, nel frattempo, a coprire la correzione di fine anno, atto I. O forse il già indicato suo atto II.

Insomma, sta service tax, che finirà per essere come i carri armati nelle sfilate di Mussolini, gira a coprire un pò tutto. Al cuneo fiscale, si dovrebbe aggiungere 1 miliardo di spesa per "missioni di pace" (again!), 500 milioni di "ulteriori incentivi per le assunzioni non solo dei giovani", 1,6 miliardi di allentamento del patto di stabilità, nonchè, probabilmente poco più che simboliche ("cose concrete"), maggiori deduzioni forfettarie IRAP (prorogate dallo scorso anno), qualche maggior detrazione IRPEF, e riduzioni delle contribuzioni INAIL per le aziende virtuose.
Insomma, 4-5 miliardi di spesa, o meglio di attenuazione impositiva, da finanziare non si sa come.

Eh sì, perchè, abbiamo il pareggio di bilancio e tutto questo deve trovare copertura.
E questa, dunque, potrebbe essere rinvenuta o in un maggior gettito fiscale "spontaneo" (la ripresa fantasma) o in un duplice meccanismo:
a) balzelli aggiuntivi vari (accise e bolli auto e quant'altro)+ provvedimento di revisione integrale delle detrazioni IRE . Già previsto da Tremonti, ma che implica che si riprenda con una mano tutto quanto concesso con l'altra e anche di più, se i conti non torneranno, com'è probabile;
b) ulteriori tagli alla spesa pubblica (altro provvedimento collegato che troveremo in qualche formula involuta ed illegibile dentro alla legge di stabilità).

Risultato: la cifra di 10 miliardi non significa molto, mischiando voci di sgravi e maggiori spese, da coprire, con coperture a cifra attualmente indeterminata (e i sindacati vigileranno...state tranquilli!...?).
Non è cioè un "saldo", ma solo un numero che balla e che non può nascondere le assolute esigenze di spesa in pareggio di bilancio con obbligo di aumentare, come sempre, il saldo primario.

Per fare un pronostico, allora, bisogna ricorrere al solito criterio per praticoni: il deficit di fine anno, cioè a "correzione" avvenuta, sarà del 3%; quello programmato dal DEF - che è poi agli occhi dell'€uropa e dei "tecnicideltesoro" l'unico che conta per capire i saldi della legge di stabilità- è fissato nel 2,4.Dunque un saldo "restrittivo" di consolidamento ulteriore, di 0,6 punti.
Che, essendo composto dal consueto mix "tagli+tasse", avrà un moltiplicatore all'1,4 (già visto tante volte in questi lidi).
E quindi invece di una crescita all'1%, lo scenario più probabile (e suscettibile di peggioramento per "correzioni" 2014 imposte dai vari Olli), è una recessione "almeno" allo 0,8/0,9 del PIL. Salvo che non intervengano prima i commissari two packs con misure alla "greca".
Una recessione emergente, senza troppe possibilità di nasconderla e di non prendersi pure il biasimo sussiegoso di Olli, proprio in vista del semestre italiano.
E vai!

4 commenti:

  1. Il paragone tra la Service tax ed i carri armati (ma anche con gli aerei facevano la stessa cosa), di mussoliniana memoria è strepitoso.

    L'unica cosa che, davvero, mi viene in mente, è che questi accettino il twopacks allo stesso modo in cui Badoglio rassicurò l'alleato tedesco sulla prosecuzione della guerra al suo fianco. Magari, nel frattempo, preparando una scusa credibile per i crucchi (tipo: ce la abbiamo messa tutta, VOI però avete chiesto troppo. Ad impossibilia nemo tenetur, etc etc).
    Nel frattempo, prima del pronunciamento del fatidico brocardo, avranno venduto ai loro accoliti tutto quello che c'era da vendere. E, "tenendo i piedi in due staffe" contano perfino di rimanere dove sono.........

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    1. NOn è detto che il two packs sia commissarialmente attivato: questi qui sono bravissimi a fare tutto da soli...
      Ma non dimentichiamo che, dopo lo sbarco in Sicilia, prima di arrivare all'armistizio, Badoglio trattò coi crucchi del tempo un riarmo, fornito dai medesimi valorosi alleati, per difendere la penisola.
      Hitler si consigliò coi suoi che lo dissuasero e decise invece, alla chetichella, di iniziare l'occupazione militare cominciando da Roma e dall'invio di unità navali e aeree. Pensando di fare dell'Italia un campo di battaglia per le sue truppe.
      La scusa del "tradimento" in effetti servì solo per effettuare le rappresaglie sulle truppe italiane.
      Il che si prefigura, nella versione farsesca e finanziaria, negli atteggiamenti sprezzanti di Schauble e nei documenti deutschebank sulle privatizzazioni, riprodotti su carta intestata UE...

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  2. Buongiorno,

    un punto che lei ha già discusso più volte è il probabile tentativo di "riciclarsi" di tutte queste persone che ora prendono queste decisioni scellerate, quando sarà evidente a tutti la disfatta. Ovviamente non sarà possibile un ricambio totale della pubblica amministrazione e credo nemmeno della politica.

    Il dubbio che mi sorge però è: abbiamo ancora le competenze per gestire la sovranità? Lei ha un punto di vista privilegiato: quante sono le persone nelle Istituzioni che sarebbero pronte per un cambio di paradigma? Il discorso è analogo all'industria: a forza di deindustrializzare e finanziarizzare, quanti sono gli imprenditori italiani che saprebbero approfittare della trasformazione?
    Le domande non sono provocatorie, ma servono per farmi un'idea il più possibile realistica della situazione (solo uno come Prodi direbbe che visto che non ci sono più competenze tanto vale fare gli Stati Uniti d'Europa).

    Spero di non fare domande troppo banali, ma sono nato dopo il cosiddetto "divorzio", sono cresciuto nel "sogno" dell'euro e devo dire che leggendo questo ed altri blog mi si è aperto un mondo che non immaginavo.

    Con stima,
    Gian

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    1. Nell'immediato, non avremmo le competenze di governance e di capacità industriale, in effetti. Ma, pur essendo ciò un grave problema, si era riproposto an che nel 1943-45 (anche se sul piano procduttivo al tempo la questione era più semplice)

      Nella pubblica amministrazione, il problema sarebbe minore: la complicazione normativa, procedurale e gestionale, deriva essenzialmente dal caotico sovrapporsi di standard UE e dall'ossessione fiscal-finanziaria.
      Insomma, senza l'€uropa, (e purchè non si faccia come Cameron), l'idea di rendere la p.a. un interlocutore che freni, punisca, metta in stallo, pur di non dover erogare un pubblico beneficio (in modo da rispettare i parametri di maastricht!), dovrebbe venir meno.
      E con esso pure le pletoriche strutture e sprechi legati alla cosmesi politically correct UE...Hopefully

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