martedì 29 ottobre 2013

IL FUTURO PROSSIMO DI CONSUMI E INVESTIMENTI E COME CE LA RACCONTERANNO I MEDIA.

AVVERTENZA INIZIALE. Se vi piace e vi interessa procedete nella lettura; se vi pare arido il sistema dei calcoli, abbiate pazienza perchè NEL FINALE CI RIALLACCIAMO AL TEMA DELLA "INFORMAZIONE"...n.b.: IN FONDO TROVATE UN ADDENDUM DELLE 19.49)

La bilancia dei pagamenti di parte corrente, come già in settembre, si conferma, a ottobre 2013 con un attivo che sfiora i 9 miliardi, pari a quasi 0.6 punti del PIL, (allo stato ipotizzabile, in quanto a fine anno, il PIL stesso sarà ulteriormente calato anche in termini nominali rispetto al 2012, per via degli effetti recessivi "residui" del rientro per 0,1 punti- o forse più-, disposto a ottobre per rispettare il "programmatico" 3% di deficit).
Nel 2012 la correzione di parte corrente dei conti con l'estero era stata nel senso di passare da un -3,1 a un "lusinghiero" (eufemisticamente e certo solo per Monti), -0,6% del PIL, con una riduzione del deficit, rispetto al dicembre del 2011, di 2,5 punti (stavamo appunto al -3,1).
Va nuovamente evidenziato quanto rilevato in un post "anticipatore (ripreso un pò da tutte le parti), che questo risultato è stato raggiunto "austeramente" mediante un calo dell'occupazione sobriamente ricercato e a costo di un inevitabile calo dei consumi: per il 2012 questo è stato di circa -7,8, pari a circa 3,5 punti di PIL (56 miliardi di contrazione "assoluta" dei consumi). Quindi, una riduzione del deficit di parte corrente per 2,5 punti di PIL ci è costata una riduzione di 3,5 punti di PIL.
E nel 2013?
Il miglioramento sul 2012 di CA, ipotizzabile allo stato, che passa da -0,6 a +0,6, cioè 1,2 punti di PIL (circa e allo stato), e purchè i dati non peggiorino repentinamente a causa della rivalutazione dell'euro a 1,40 sul dollaro attualmente in corso, parrebbe, in base ai dati tendenziali della Confcommercio, essersi attestato "solo" sul 2%, e quindi su circa 1 punto di PIL (o poco meno). Il che vuol dire che quest'anno, dando per buona una recessione al -1,8, circa la metà della recessione è dovuta al calo dei consumi.
Il resto, però, è, necessariamente un calo degli investimenti per quasi un punto di PIL: ma considerato com'era già andata negli anni precedenti, ciò conferma che non si tratta più di mero stop ma di vera e propria prolungata distruzione di impianti che non solo non vengono più ampliati (nuove iniziative e rinnovi) ma neanche più manutenuti e riconvertiti. Esattamente come evidenziato da Nuti, citando Kaldor.

Rifacciamo, sotto il profilo qui segnalato, un conticino sul PIL 2014: partendo dal dato di correzione del deficit su basi programmatiche (cioè in base alla legislazione varata tra correzione di fine anno e legge di stabilità), la correzione complessiva, con effetti essenzialmente ormai sul 2014, dovrebbe andare dal fatidico deficit a -3,1 all'obiettivo di -2,5. Qui, a fine pagina, i dati del DEF che lo attestano.
Recentemente, avevamo ipotizzato che questa misura della correzione (ennesima, e in attesa della prossima imminente), pari a 0,6 punti avrebbe generato una recessione 2014, abbastanza certa, di 0,9 punti di PIL. E questo applicando un moltiplicatore di 1,4-1,5, suggerito da Sapir, su basi FMI, e che sconta l'inevitabile incremento tendenziale del moltiplicatore stesso in situazione recessiva.

Se mi avete seguito fin qui (fatemi un segno, please), va però fatta una ulteriore precisazione.
Questo scenario, infatti, presuppone:

a) di non applicare un moltiplicatore più alto in relazione alla prevalenza dei tagli alla spesa pubblica sia per effetti di trascinamento della "inefficiente" copertura dei pagamenti alle imprese (di effetto solo nullo sul PIL, e non negativo, a condizione che si abbia una corresponsione molto più veloce di quella che si sta verificando);

b) di non conteggiare una netta prevalenza di tagli alla spesa pubblica nei saldi della manovra 2013, in omaggio alla tendenza invocata a gran voce e
di cui si vanta anche il buon Fassina;

c) di ritenere sostenibile il mantenimento nell'attuale misura (o addirittura un incremento) del saldo delle partite correnti: infatti, da un lato, l'euro a 1,40, con possibile, anzi probabile, ulteriore apprezzamento, potrebbe peggiorare il quadro di "competitività di prezzo" scontato a cavallo tra fine 2012 e inizio 2013. Dall'altro, il calo prolungato e distruttivo degli investimenti (e anche dei consumi, cioè della domanda interna), potrebbe portare a una vera e propria eliminazione delle imprese italiane, per fallimenti diffusi, anche laddove queste abbiano una precedente quota significativa di export sul proprio fatturato. Infatti, nelle attuali condizioni, non è ipotizzabile che la loro offerta sia sostituita da nuove imprese che sostituiscano quelle definitivamente uscite dal mercato.

Detto questo, c'è un ulteriore fattore da sviscerare: i consumi.
Il calo di questi ultimi, specialmente in situazione di innegabile (almeno per osservatori in buona fede) calo distruttivo degli investimenti, sostiene l'attivo delle partite correnti (comprimendo le importazioni) ma deprime il PIL in misura quasi corrispondente se non superiore.
Abbiamo visto: nel 2012, per un miglioramento di 2,5 punti di CAB, abbiamo avuto 3,5 punti in meno di PIL imputabile a minori consumi. Mentre, nel 2013, è ipotizzabile una quasi parità a fine anno: 1,2 punti di PIL di miglioramento CAB contro poco meno di un punto in meno di PIL-consumi (al lordo degli effetti sui consumi stessi di prelievo fiscale sopravvenuto e del già citato cambio sul dollaro).
Al governo questo è interpretato come un segno di ripresa: ma, viste le condizioni sopra elencate, si tratta di una scommessa...sulla nostra pelle e sui corsi dell'euro che contraddicono la tendenza auspicata.

Va aggiunto, poi, che ai creditori bancari "core" che governano saldamente l'€uropa (avendo BCE e Commissione come passa-veline), sempre più in difficoltà per le loro magagne, il rafforzamento deflattivo dei loro crediti, via euro forte, sta molto bene.
E' facile prevedere che siccome i tagli della spesa pubblica corrente in forniture e servizi e anche in conto capitale, aumenteranno la disoccupazione, persino gli irrisori aumenti di defiscalizzazione del lavoro dipendente risulteranno di impatto inferiore al previsto sulla crescita, cioè sotto i pochi decimali previsti ottimisticamente dal governo.
Il che ci conduce per la consueta via "austera" e imposta dall'€uropa, a manovre correttive già nei primi mesi del 2014 e, quindi, a un aggravamento, rigorosamente fiscal-led, della recessione.
Ma, se ciò come appare sempre più probabile avvenisse, il governo potrebbe effettuare la correzione senza finire in crisi?
La cosa "buffa" (ma non divertente) è che la crisi sarebbe probabilmente provocata da quelli che avrebbero voluto più tagli alla spesa pubblica (diciamo praticamente tutti quelli che oggi hanno interesse alle elezioni anticipate).

IN SOSTANZA, NELLA OSTINATA IGNORANZA SPAGHETTI TEA-PARTY, RISCHIAMO UNA CRISI TRA POCHI MESI PER...NON AVER PROVOCATO ABBASTANZA RECESSIONE.
Ma ovviamente, qualche giornalista "economico", ci verrà a dire che la recessione era proseguita:
a) perchè non siamo stati capaci di tenere sotto controllo il debito pubblico...che in sè frenerebbe la crescita! ADDENDUM: UNA DICHIARAZIONE IN TAL SENSO E' STATA FATTA OGGI DAL MIN.SACCOMANNI ED E' STATA TAL QUALE ACRITICAMENTE RIPORTATA DAI MEDIA;
b) per via di corruzione-evasione-clientelismo-malagestione e quindi perchè non siamo capaci di fare "le riforme" - ADDENDUM: SACCOMANNI HA RIBADITO ANCHE L'ARGOMENTO "RIFORME", con un genericissimo rinvio alla semplificazione della legislazione sull'impresa, che, dovrebbe sapere, è dovuta al 90% a recepimento di norme europee- nonchè di liberarci della casta.
Attendiamo fiduciosi queste spiegazzzzioni illuminanti sul FQ e su Report.

27 commenti:

  1. Chiarissimo! Non fa una piega. Solo non mi sembra corretto identificare il m5s (che vuole le elezioni) come colui che vorrebbe più tagli alla spesa pubblica. A me pare che il 5s chieda più spesa per sanità e scuola, ad esempio, e un taglio a corruzione, finanziamento partiti e similari, tagli non rilevanti magari a livello macroeconomico ma in funzione di una moralizzazione della politica che è evidentemente necessaria (se non girassero i milioni di € attuali forse avremmo una classe dirigente meno tentata di svendere il Paese, forse).
    Complimenti anche per la, seppur breve, ma appassionata, presentazione a Pescara.

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    1. Non c'è un solo partito che vuole le elezioni. Tutti quelli di governo principali hanno al loro interno forti pulsioni in tal senso; per i motivi più vari (mai attinenti alla contestazione della teoria del "vincolo esterno" come cura per l'Italia corrotta, sprecona e sfaticata).
      Quanto alla non contestazione di politiche riduttive del deficit, estremizzata fino alla accettazione più o meno motivata del pareggio di bilancio (e delle linee di politica fiscale imposte dall'UEM), tutti i partiti rappresentati oggi in parlamento sono sostanzialmente in linea..

      IL "taglio ala corruzione" non è configurabile come voce del bilancio dello Stato: i tagli ai costi della politica non eccettuano dalle tendenze ostinate all'autodistruzione industriale italiana una certa forza politica.
      Che invece coltiva attraverso questo strumento propagandistico, la sua vena antiitaliana e che devia completamente l'attenzione dalla distruttività del vincolo esterno e dell'euro stesso, in sè alla base di OGNI aspetto della crisi italiana (come mi sono affaticato a mostrare in molti post del blog).
      Di cui perciò tali esponenti politici non indicano le reali cause e, anzi, censurano le voci interne che tentano di farlo...

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    2. Chiara, scusa, ma francamente il taglio dei finanziamenti pubblici ai partiti o all'informazione a me sembra una sciocchezza, oltre ad essere del tutto irrilevante ai fini della moralizzazione.

      Il mondo dell'informazione dovrebbe fare, appunto, informazione e secondo me ha maggiori possibilità di farlo emancipandosi dai "padroni", attraverso un sistema pubblico di finanziamento (e su questo discuterei, non della sua abolizione). Chiaro che sicuramente alcuni continueranno a servire, ma almeno sarà una scelta, non una scelta obbligata.

      Il fatto che la loro informazione sia fortemente condizionata dal dover produrre ascolti (quindi una logica profittuale), dovrebbe dirla lunga sul servizio che poi rendono e di cui poi ci si lamenta...

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    3. Sì Francesco: correttamente sollevi il problema dell'interesse generale sottostante alla informazione mediatica. Dovrebbe configurarsi normativamente un editore "puro" e che indichi pubblicamente quale sia la propria fonte di credito e capitalizzazione, rendendo trasparente l'assetto proprietario, da cui dovrebbero escluso il controllo di qualsiasi impresa di dimensioni tali da creare automatico conflitto di interesse e escluse comunque le imprese, quali, fra le altre le banche, che esercitano attività di interesse generale soggetta a vigilanza pubblica.
      Ammesso un trasparente sistema di pubblico finanziamento (ben distinto da quello ai partiti per evitare incroci e duplicazioni di privlegio in danno dell'accesso al settore dell'informazione), nonchè di concessioni pubbliche, dovrebbe imperniarsi il tutto sulla figura dell'EDITORE PURO (che non potrebbe a sua volta incrociare con partecipazioni in altri settori meno che mai per fare sussidio incrociato). Soggetto temperato da esigenze determinate dai costi legati alla innovazione tecnologica di grande dimensione: ma in questo solo per periodi transitori e attraverso pubblica ostensione obbligatoria dei bilanci.
      Ma il tema merita un'apposita trattazione se lo desiderate

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    4. Si, quello dell'interesse generale è un argomento fondamentale da trattare, partendo, come dal libro, dal porsi una domanda per aprirsi una riflessione. Le proposte spesso dividono, mentre le domande assolutamente uniscono.

      L'attuale contesto storico mi sembra la realizzazione delle riflessioni di Rosmini, nella loro interezza. Va bene, era un cardinale, ma possibile che siamo arrivati al punto di ritenere, come collettività, addirittura accettabile, nonché virtuoso, perseguire il profitto evolvendoci nell'homo oeconomicus in un crescente individualismo?

      Possibile che non si veda che bellezze come la Cappella Sistina, la Tour Eiffel, il Partenone, la metropolitana di Mosca siano state finanziate dalla spesa pubblica e testimoniano oggi un passato? Fra 100 anni, i nostri pronipoti, cosa vedranno come espressione della nostra cultura?

      Allora, ben venga qualunque argomento teso a ricordarci e ad apprfondire il fatto che non esistono solo gli interessi individuali o collettivi, ma che esista un interesse più ampio, appunto, generale e che questo raramente coincida col profitto o con l'assoluta libertà individuale.

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  2. caro 48, sono qui per sapere se effettivamente parteciperà, insieme al Prof Guarino e Rinaldi, alle 2 giornate di studio del Forum Economia del 15 e 16 novembre presso l'auditorim di via Rieti , organizzato dal Comitato Forum. Grazir

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    1. Dovrei partecipare alla giornata di sabato 16 che, a quanto mi dicono, si svolgerà all'hotel Parco de' Principi (solo la prima giornata a via Rieti)

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  3. Quarantotto, lungi da me, considerare la rimozione del finanziamento pubblico ai partiti un fine in sé (peraltro in sé, in questo senso, io sarei contraria, @Francesco). Il taglio delle spese della politica inoltre ha un significato marginale a livello macroeconomico.
    Per come la vedo si tratta dello strumento necessario per combattere la corruzzzione.
    Non si danno perle ai porci.
    La vs opera di studio, approfondimento, diffusione della verità (e aggiungo l'impegno disperato che ci mettiamo nel diffondere anche noi, i "lettori") sulla crisi imposta dal vincolo esterno, dall'euro, non può germinare tra rappresentanti corrotti, che abbiamo consentito (ho consentito) si occupassero della cosa pubblica con interessi esclusivamente privati. Sanno tutto ma l'interesse a svendere il Paese li obnubila. Si tratta della necessaria pulizia, e lo stesso discorso vale per i vari conflitti di interesse, fondazioni con bilanci occulti e prebende varie.
    L'alternativa snobbistica è attendere la deflagrazione dell'euro e l'issamento della bandiera ad opera di chi, pagato per farlo, continuerà a perseguire le politiche liberiste, o del capitalismo assoluto alla Fusaro, di cui l'euro è solo espressione.
    Che in Germania la corruzione sia altrettanta lo so, e come è ovvio le elite politiche perseguono criminalmente, lì come in Italia, analoghi obiettivi non pubblici, non volti al bene della popolazione. Lì come qui ci si riempie la bocca di una produttività non proporzionalmente ridistribuita.

    Si tratta di fare tabula rasa, ripeto, poi sulla democrazia liquida ho molte perplessità da approfondire.
    Lungi da me sentire o propagandare sentimenti antitaliani, chè se proprio devo dire (oltre i gioprnalisti) un diffettuccio, ma veramente minimo, della conferenza di Pescara è questo coro di dichiarazioni di EUROPEISMO CONVINTO che non capisco, a meno che non si parli ovviamente della necessità di perseguire obiettivi di scambio civili, e l'amore, ammirazione, curiosità rispetto alle reciproche storie e culture.
    Per concludere darei una chance al nuovo, al 5s, con Borghi dico infiltriamolo di verità.

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    1. Sai cosa non mi convince affatto?
      L'inversione adattativa per conservare la priorità alla lotta alla corruzione, alla crociata moralistica diretta ossessivamente verso una causa o meglio un effetto secondario (mentre il palazzo sta crollando non litigo sull'uso dell'ascensore).
      Prima, questa priorità ossessiva, la si è giustificata, senza neppure saperne DEFINIRE I CONFINI E LE CAUSE, come RIMEDIO ALLA CRISI.
      Poi, di fronte alla insostenibilità di questa posizione, per un persona informata e razionale, la si vuole giustificare come PRECONDIZIONE "CULTURALE" PERCHE' RIESCA LA LIBERAZIONE DAL VINCOLO ESTERNO.
      Forse questa idea è giusta: ma chi la sostiene non mi dà la sensazione di aver capito cosa sia oggi il fenomeno corruttivo e neppure la sua presenza insopprimibile in un capitalismo democratico.

      La corruzione esiste in tutti i paesi e la sua dimensione può variare per molti fattori, ma non provoca nè la crisi economica nè la crisi dello Stato democratico. (anzi la bandiera della lotta alla corruzione è stata costantemente strumentalizzata per depotenziare la democrazia). Lo attesta la realtà storica (specialmente italiana).

      Ma ammesso che mi si offra una obiezione persuasiva a questo dato storico-economico, nonchè sociologico e di teoria generale del diritto, la verità è ancora peggiore: la schiacciante maggioranza della base non è affatto cosciente della decisività del VINCOLO ESTERNO RISPETTO ALLA CRISI.
      DI SICURO QUESTA VERITA' E' DECISAMENTE CONTRASTATA DAL VERTICE, che controlla il movimento in modo ferreo (per quanto messo in discussione, ma prevalentemente per le ragioni sbagliate).

      Borghi pensa seriamente che sia infiltrabile di verità? Non lo so.
      La formula è affascinante, la realtà (sub)culturale livorosa, inconsapevolmente (forse) al servizio delle oligarchie, però è un'altra cosa.

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    2. Credo che Chiara si riferisca a questo storify di Borghi. Comunque, se vuoi divertirti (per così dire), gira una vecchia intervista a Monti che contiene questa ammissione: "Well, we are gaining a better position in terms of competitiveness because of the structural reforms. [se, buonanotte] We're actually destroying domestic demand through fiscal consolidation. [Ma no??] Hence, there has to be a demand operation through Europe, a demand expansion." Monti che dice che ci vuole la domanda: valeva la pena vivere fino a oggi solo per sentirlo.

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  4. Sì forse pecco di dietrologia ma non sapendolo, perché, dacchè li voto, in questo senso ho inteso gli attacchi alla casta, ai finanziamenti, alla corruzione.
    Ci potrà essere anche del livore, più che giustificato però. Un certo tasso di corruzione è tollerabile, o meglio storicamente esiste, in rapporto al grado di partecipazione democratica capace di denunciarlo efficaciemente. Quello che manca ora.
    E leggo i commenti su twitter della base, nei blog; anche il resoconto dei parlamentari presenti a Pescara, fa molto ben sperare.

    A onor del vero Borghi, ch'è uomo pratico, mi pare ritenga quale unica Via Italiana (intanto che aspettiamo la Francia o la deflagrazione) l'infiltrazione dei partiti esistenti in generale. Col 5s direi lo sta già facendo positivamente. Mi piacerebbe sapere chi si sacrificherebbe per infiltrarsi-infiltrare il PD...

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    1. Chiara, l'ho capito che ammetti i livorosi. Allora ti ripeto:
      "Prima, questa priorità ossessiva, la si è giustificata, senza neppure saperne DEFINIRE I CONFINI E LE CAUSE, come RIMEDIO ALLA CRISI.
      Poi, di fronte alla insostenibilità di questa posizione, per un persona informata e razionale, la si vuole giustificare come PRECONDIZIONE "CULTURALE" PERCHE' RIESCA LA LIBERAZIONE DAL VINCOLO ESTERNO.
      Forse questa idea è giusta: ma chi la sostiene non mi dà la sensazione di aver capito cosa sia oggi il fenomeno corruttivo e neppure la sua presenza insopprimibile in un capitalismo democratico"

      I parlamentari presenti a Pescara ritengo che non abbiano visto il mio intervento, essendo giò andati via. Peccato: non perchè fosse il mio, ma perchè indicava ciò che pure Borghi ha indicato come priorità: la disattivazione della sostanza della Costituzione (offuscata dall'ossessione "corruzione" e dall'attenzione spasmodica alle alchimie, irrilevanti in tal senso, sul funzionamento di parlamento e rapporti col governo...)

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    2. nella base e tra i portavoce del M5S sta crescendo rapidamente la conoscenza sui problemi euro e vincolo esterno, strano che nel dibattito a Pescara i giornalisti e tutti i relatori non lo abbiano ignorato commentando i risultati del sondaggio di Scenari Economici. Per esperienza personale la mia divulgazione procede bene attraverso una "lotta dialettica quotidiana" con attivisti M5S e posso dire che il terreno è fertilissimo e la buona volontà e la passione sono presenti in tali gruppi. Contrariamente ad altri ambienti, in area PD la chiusura è totale per conflitto di interesse , in area SEL e estrema SX la chiusura è quasi totale per l'invidia di non essere solo loro "i contro" e mancanza di "reality testing" non riescono a vedere le cose per quelle che sono perchè hanno davanti un filtro ideologico vecchio e coperto di fango. Nel CDX il ragionamento è puramente utilitaristico per continuare a spolpare l'osso e arrivare a mettere le mani su prossimi bocconi di QE stampati in proprio. Infine forse non visti nel trambusto finale, i parlamentari del 5 stelle sono rimasti tutti e 6 fino alla fine della tua presentazione
      Per certo hanno ricevuto indicazioni e link al tuo blog e libro (consigliato anche al buon Vito Lopez che ha dimostrato interesse all'argomento trattati per suoi futuri articoli di approfondimento). Oltre a dimostrarsi aperti e disponibili a capire e approfondire i portaVOCE del M5S stanno organizzando a Roma in Senato conferenze e incontri sull'argomento, chiedendo la partecipazione di economisti, giuristi e esperti del mondo del lavoro , tutto questo viene diffuso e condiviso in rete.
      Mi sembra positivo e sono fiducioso perchè è l'area che potenzialmente può associare a questa battaglia la migliore e più innovativa "traiettoria culturale" che , come diceva Cesare Pozzi , va associata ad una futura azione sia per la revisione del sistema monetario che dei trattati ma soprattutto per fare un piano di azione per il futuro economico e sociale dell'Italia. Contro il CAPITALISMO ASSOLUTO bisogna mettere l'unione di tutti i nodi locali di partecipazione, libera e consapevole, interconnessi tra loro. La RELAZIONE ASSOLUTA tra le comunità che, per mia lettura dello storify di Claudio Borghi, mi auguro comprenda tutti gli attivisti del M5S tra i protagonisti.

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    3. Sono felice di constatare questo atteggiamento aperto e positivo.
      Attendiamo fiduciosi che ciò si sviluppi in chiare prese di posizione!

      Al termine "capitalismo assoluto" preferisco "capitalismo sfrenato", come ripreso da Popper (anche nel mio libro), dato che contrariamente a Fusaro, a cui l'ho detto personalmente, qui non si tratta di un processo lineare di degenerazione continua del capitalismo (in realtà, visione molto vetero-marxista, ma non degli economisti marxisti, più attenti all'evoluzione storico-economica): qui abbiamo un'operazione reazionaria di restaurazione del capitalismo ante crisi del '29. Cosa che trapelava chiaramente anche dall'intervento di Cesare Pozzi.

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    4. concordo su questa definizione di "capitalismo sfrenato" - reazione di restaurazione - dove il predominio dell'avidità non viene controbilanciato dallo stato e dai diritti collettivi. Solo i diritti individuali vengono sanciti, vedi trattato di lisbona, ma in pretica resi inesigibili quando i singoli , separatamente tra loro, si devono relazionare con macchine di profitto complesse e organizzate. Più difficile cambiare la mia definizione di RELAZIONE ASSOLUTA in "relazione frenata" , perchè può far pensare ad altro.

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  5. due sono state oggi le dichiarazione di saccomanni :1) che il 3% è grasso che cola occorre subito arrivare al pareggio , forse è per questo che nelle privatizzazioni parte in primis dall'eni e 2) limitarela soglia dei pagamenti in contanti. Quest'ultima mi ricorda quanto disposto dalla jpmorgan ( o goldman sachs ???) che limita i prelievi mensili per qualsiasi fine a soli 50.0000$ a qualsiasi soggetto economico, come se volessero limitare la fuoriuscita di capitali in vista di una qualche crisi.... a quale fa riferimento lei ????

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    1. Sono alcune delle cose dette alle Commissioni bilancio di camera e senato. Ne trovi ovunque i resoconti, più o meno "selettivi"

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    2. L'impressione (assolutamente intuitiva, basata su "sensazioni"), che ho al momento è questa:

      a) Che ci sia un "redde rationem" futuro, e probabilmente nel prossimo futuro, è nell'aria;
      b) In vista di questo, è possibile che si attuino alcune misure "prodromiche". La limitazione dell'uso del contante (che opererebbe, peraltro, in aggiunta alle limitazioni già implementate da Monti), è un "corralito", o quanto meno la sua anticamera. Mascherata con i soliti argomenti "pseudo-morali" (chi usa il contante è, per definizione, un evasorecattivobrutto);
      c) Saccomanni ha fretta di svendere lo svendibile prima del "redde rationem" (il motivo? Forse per poi presentare le avvenute privatizzazioni come "diritto quesito" di fronte alla "controriforma" della repressione finanziaria, più o meno all'acqua di rose?);

      Nel frattempo, sempre nelle audizioni presso le Commissioni competenti, la Corte dei Conti, se non ricordo male, ha individuato i veri bebeficiari del taglio al cuneo fiscale: i ricchi........

      http://www.affaritaliani.it/economia/legge-stabilit-la-corte-dei-conti29102013.html

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    3. amaramente divertente un commento di Sapelli pochi minuti fa su raidue che diceva: "Dobbiamo sempre tenere presente che le cose giuste sono sempre il contrario di quelle che dice Saccomanni"

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    4. Il corralito si è visto com'è andato a finire. Siamo alle solite: speriamo solo che la gestione del "dopo" non vada come in Argentina (obliquamente acora avvinti dal mito del cambio forte ad ogni costo, specialmente da noi un controsenso che dura da 30 anni). Inutile dire che, come sapete, per me tutto passa per la collocazione e configurazione della banca centrale: altrimenti, potremmo pure dire "benvenuti" italian tea-party, il che non mi pare...igienico

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  6. DERIVATE & INTEGRALI
    (ndr ... OTC come sempre  )

    Interessanti i sondaggi presentati sulla moneta unica europea (n-euro, alias OCA STORPIA) che indicano una tendenza anti-euro diffusa tra i più bassi gradi di istruzione.
    Come splendide le opere di ’48 the knight & Co. nella divulgazione, cioè dare al volgo incolto, svelando le menzogne della contabilità cosmetica di un DEF repubblichino con aritmetica della somma e sottrazione per giungere ai prodotti e ai resti, cioè i cocci, depredati.
    Un DEF repubblichino, fallace e menzognero che si rivela incongruo agli occhi stessi della Corte dei Conti, dell’ ISTAT, della BdI oltre a quelli degli in/soliti analisti esteri.

    Ora marcia (su Roma, essi hanno studiato) alle rotative con le “veline” edulcorate da ritrasmettere al fronte del volgo incolto tra analisi meno aritmetiche e, forse, più matematiche con l’uso algebrico delle FUNZIONI (ce lo chiede l’Europa ... ect, ect,ect) usando la grafica matematica della DERIVIATA che rappresenta la narrazione del VALORE della TANGENTE (into the public opinion della tendenza) che DEVE assume il paradosso assunto vero.

    Ammetto interesse per Archimede, il siracusano, e per le logiche rappresentazioni – e non narrazioni - che hanno suscitato, e suscitano, le funzioni inverse della derivata, gli INTEGRALI, cioè il VALORE che assume la FUNZIONE considerata nell’INTERVALLO, un tempo definito.

    Da ultimo, tra narrazioni e rappresentazioni, il solito quesito obbligato da sottoporre al in/solito volgo incolto, per non dimenticare FUNZIONE e VALORE:
    Come mai in questo INTERVALLO di crisi economica globale che induce a perdita di DIRITTI e DIGNITA’ diffuse c’è qualcuno e qualcosa che festeggia con il valore della tangente?

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    1. Quando una tangente non è più..."tangenziale", è una traiettoria persa nel vuoto geometrico. Ergo, mi sa che qualcuno festeggia con una montante angoscia: l'horror vacui nel festino oligarchico-finanziario si sta insinuando come un virus e non credo che si sentano così tanto sicuri del futuro (passato lo stordimento di un trionfo, melioratio ante-mortem, del neo-capitalismo sfrenato)

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    2. Come efficacemente spiegato da M Bottarelli con l'ultimo record del margin debt reso noto da NYSE di 401 mld di US$ con un + 20 mld rispetto al pre-Lehaman.
      Un nuova bolla innescata pronta ad esplodere, non prima però del prelievo universale del 10% del risparmio privato ufficializzato da FMI tra il ciarpame derivato dai ciarlatani rimandati a "settembre"..
      Un mondo difficile, vita intensa, felicità a momenti, futuro incerto ... :-)

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  7. Il tenore dell'articolo è sicuramente "cerchiobottista". Tuttavia, in occasione del compleanno del trattato di Maastricht, l'ANSA sembrerebbe "accorgersi" dello strapotere di Berlino......

    http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/economia/2013/10/30/Trattato-Maastricht-compie-20-anni-li-dimostra-tutti-_9541700.html

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    1. E questo è niente: in molti ambienti sta iniziando, con le dovute cautele, non sia mai!, l'operazione "prendere le distanze da se stessi" :-)

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  8. Pare che gli americani (pdf di 34 pagine) stiano veramente cominciando a spazientirsi un po': "Germany has maintained a large current account surplus throughout the euro area financial crisis, and in 2012, Germany’s nominal current account surplus was larger than that of China. Germany’s anemic pace of domestic demand growth and dependence on exports have hampered rebalancing at a time when many other euro-area countries have been under severe pressure to curb demand and compress imports in order to promote adjustment. The net result has been a deflationary bias for the euro area, as well as for the world economy."

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    1. L'avevano già detto col primo report del Treasury non appena la nuova Amministrazione Obama si era presentata al Congresso (parliamo di gennaio 2013).
      http://www.ilsussidiario.net/News/Economia-e-Finanza/2012/12/4/FINANZA-Dagli-Usa-un-attacco-alla-Germania-che-fa-esultare-l-Italia/343928/

      Si sono poi mossi a qualsiasi livello di quelli possibili?
      http://orizzonte48.blogspot.it/2013/06/frattale-dello-sbarco-in-sicilia-quanto.html
      Non risulta.
      Oggi siamo ridotti a intepretare i retroscenza del ridicolo balletto delle intercettazioni USA.

      Rammento allora che il problema è di "vuoto"...
      http://orizzonte48.blogspot.it/2013/10/le-forme-frattaliche-opache-e-la-fede.html
      E la natura odia il vuoto

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