mercoledì 16 ottobre 2013

SAPIR, DEFAULT/DEFICIT CAP USA E AREA EURO IN "DISSOLUZIONE BANCARIA": UNA CORSA CONTRO IL TEMPO (con addendum su French connection)

Mentre in Italia, il PUD€ mediatico acclama ottusamente la manovra, senza capire che ad es; una riduzione "sistematica" delle detrazioni fiscali equivale a ampliamento della base imponibile e quindi a aumento della pressione fiscale - quand'anche per coprire uno sgravio ridicolo e di misura inferiore-, Voci dall'estero ci riporta un intervento di Sapir sullo scenario dello shutdown USA e sulle prospettive comunque connesse al suo esito.
Comunque: cioè sia in caso di default che in quello di un accordo sul deficit cap, che sarebbe solo "un po' meno" disastroso (cioè porterebbe comunque ad una riduzione della crescita USA, solo un pò rallentata).

Quanto affermato da Sapir ha dei passaggi impliciti; in ciascuno dei 2 scenari il cambio euro/dollaro è destinato a rivalutarsi, come dice, rispettivamente a 1,45 o a 1,38.
E, dunque, indebolisce complessivamente la domanda estera (export) dell'area UEM, già di per sè, anche a prescindere dalla minor crescita USA.
Ed infatti, il sostegno all'industria USA da parte della spesa federale (come a suo tempo implicato da Blanchard) non sarebbe sostituibile in pari misura da un recupero dell'esportazione dovuto al cambio più favorevole del dollaro.
Questo semplicemente perchè tutto il resto del mondo è impegnato a ridurre i deficit CAB o, come nel caso dell'UEM, a perseguirne un attivo: e ciò o mediante rincorsa al ribasso sui corsi valutari (Giappone, India, Brasile), o mediante la logica del consolidamento fiscale prociclico, che riduce l'import comprimendo la domanda e i salari (politica UEM).

La tattica tedesca di perseguire ora un export prevalente al di fuori dell'UEM, data la riduzione generalizzata dei consumi intra-UEM, è destinata a fallire, nonostante la riserva mentale che l'euro sia sempre più debole del valore del marco (cioè del cambio naturale tedesco).

Alla Germania, nonostante i facili trionfalismi sulla rielezione della Merkel (un effetto dovuto al "passato", ma privo di reali prospettive di governabilità, al punto che si ipotizzano elezioni anticipate entro un anno), non rimarrebbe che reflazionare e puntare sulla domanda interna: in parte lo sta facendo per non bloccare l'assorbimento della sovraproduzione cui è ormai incatenata.
Ma la struttura dei redditi e anche patrimoniale del paese, dopo 15 anni di "riforme" (le stesse che vogliono e stanno imponendo in Italia), non consente un'alta efficacia nemmeno a questa eventualità: la sua misura, ora comunque insufficiente, dovrebbe accompagnarsi a controriforme politicamente impensabili. Che rischierebbero un effetto domino sulla prosecuzione, via Commissione-BCE, delle riforme procicliche e pan-mercantiliste imposte agli altri paesi UEM.

Ed è qui che si colloca lo sboom del sistema bancario tedesco e poi in tutto il resto dell'UEM. Semplicemente, finchè c'è l'euro, questi sistemi bancari sono "segnati"; e proprio mentre trionfalmente si annuncia il controllo europeo a fine 2014 e il FMI auspica il prelievo fiscale al 10% sui depositi da parte del settore pubblico; e se arrivano insolvenze patrimoniali accelerate bancarie (private) dovremmo aggiungere il bail-in sempre a carico dei depositanti?
Secondo l'UE sì.
Secondo logica, la distruzione accelerata di risparmio, successiva a calo della domanda, significa deindustrializzazione che dai PIGS rimbalza alla stessa Germania. Che già, nonostante la grancassa PUDE menta sul punto, è indietro con gli investimenti, cioè con ammodernamento e sostituzione degli impianti (rammentiamo lo studio dell'Istituto Peterson riportato sul FT e da vocidall'estero).

Ora i tedeschi per effettuare, nel medio periodo, gli indispensabili reinvestimenti hanno bisogno di domanda interna (per ricostituire il risparmio non finanziario e propensione all'investimento) e non di proseguire a sostenere, contro il ciclo mondiale, quella estera.
Ergo, devono abbandonare il quadro fiscale e monetario UE. Magari non oggi o domani; ma prima possibile, se prevarrano gli interessi industriali e vogliono evitare la crisi bancaria (come alcuni mesi fa aveva indicato lo stesso Sapir).


ADDENDUM: vale la pena di incorporare nel post, per completare lo scenario, il riferimento alle vicende francesi, come segnalate da questo intervento di Lorenzo. Pare che in Francia si pongano il problema di andare ad elezioni anticipate ovvero di indire un referendum su "aspetti specifici" (indovinate quali?).
Questa accelerazione - inconcepibile in un'Italia che ne avrebbe ben più fondate ragioni-, ci porta ad osservare:
In un certo senso le due cose - problemi di investimenti+domanda interna+stabilità bancaria tedeschi e acuirsi del peggioramento dei conti esteri francesi- si connettono: la Francia infatti continua a importare massicciamente dalla Germania, obbligando oltretutto quest'ultima ad acquistare il suo debito, con rischi di futuri innalzamenti degli spread (e perdite patrimoniali bancarie tedesche a tale titolo), via via che la posizione estera francese si deteriora (anche perchè l'export francese è in misura maggioritaria verso l'area extra UEM, risentendo ancor più della rivalutazione dell'euro).

Come già accadde nel maggio-giugno 2011 per l'Italia, la "Tedeschia" potrebbe non voler più assumere il peso (e il rischio) del sostegno al debito francese (aspetto evidenziato anche dalla Granville alla presentazione italiana del "Manifesto di solidarietà europea" a Roma); ma con la Francia, sottrarsi a tale sostegno, con vendite massicce e improvvise di titoli sovrani francesi, è molto più grave che con l'Italia.
Metterebbe direttamente a repentaglio l'esistenza dell'euro.
E quindi, sapendo ciò, a quanto parrebbe, entrambi si "preparano" al grande evento.

In Italia i piddo-puddini si troverebbero alquanto spiazzati: ma certamente pronti a difendere la bontà dell'austerità espansiva fino all'eroico affondamento..."loro" (con sospiro di sollievo di tutti gli italiani normali)

35 commenti:

  1. Che anche il PUD€ francese inizi a scricchiolare?

    http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/topnews/2013/10/16/Borloo-Hollande-sciolga-Parlamento_9469163.html

    RispondiElimina
    Risposte
    1. In un certo senso le due cose si connettono: la Francia infatti continua a importare massicciamente dalla Germania, obbligando oltretutto quest'ultima ad acquistare il suo debito con rischi di futuri innalzamenti degli spread (e perdite patrimoniali bancarie tedesche), via via che la posizione estera francese si deteriora (anche perchè il loro export è maggioritario verso extra UEM).

      Come già accadde nel maggio-giugno 2011 per l'Italia, la tedeschia potrebbe non voler più assumere il peso del sostegno al debito francese; ma con la Francia sottrarsi, con vendite massicce e improvvise, è molto più grave che con l'Italia.
      Metterebbe direttamente a repentaglio l'esistenza dell'euro.
      E quindi, sapendo ciò, a quanto parrebbe, entrambi si "preparano" al grande evento.
      In Italia i piddo-puddini si troverebbero alquanto spiazzati: ma certamente pronti a difendere la bontà dell'austerità espansiva fino all'eroico affondamento (con sospiro di sollievo di tutti gli italiani normali)

      Elimina
    2. Che poi mi domando. Ma i nostri piddo-pudini che guardano tanto alla Germania come "paese da imitare", perché, oltre ai minijob, non approfondiscono le tematiche sollevate dal "Lissabon-Urteil" della Corte costituzionale tedesca (datato 2009), e dalle sentenze successive?
      Scoprirebbero cose interessanti...... dato che quella sentenza è l'esatta ANTITESI della riduzione del ruolo parlamentare e delle isituzioni nazionali perpetrata in Patria.
      Scoprirebbero che, secondo la "virtuosa" corte tedesca, l'Europa presenta un deficit democratico non colmato dall'accrescimento dei poteri del Parlamento europeo. E che l'orientamento maturato (e ribadito da sentenze successive), è proprio quello di non ridurre il Bundestag al ruolo di mero "notaio", certificatore dell'altrui volontà..........

      Ma mi sembra di aver capito che, al di là delle "manifestazioni di facciata", in casa PD la democrazia ed il parlamentarismo sono passati di moda.......

      Elimina
    3. Ma Lorenzo, hai già letto il libro o sei arrivato per conto tuo al Lissabon Urteil? :-)
      Nel primo caso saresti il primo a lettura già eseguita...

      Elimina
    4. Ahimè, non sono ancora in possesso del Libro. :-(((

      Ci sono arrivato, come dire, "per vie traverse", imbattendomi in una serie di articoli su "federalismi.it" e su Astrid.
      E se non erro, la loro costituzione è molto più "in linea" nei principi fondamentali, con l'impostazione comunitaria, mentre sarebbe stato molto più logico riscontrare questa "opposizione" in Italia, stante il concetto di "democrazia fondata sul lavoro" contenuto nella nostra costituzione materiale, che -come osservi- stride profondamente con i principi della stabilità dei prezzi, della BC indipendente e del pareggio di bilancio......

      Elimina
    5. Pare che oltre che su Amazon e IBS, il libro possa essere ottenuto andando fisicamente presso le librerie Feltrinelli.

      Detto questo, la norma costituzionale tedesca sui principi non revisionabili e sui controlimiti è in realtà ancora più stringente ed esplicita, nel riferimento ai diritti fondamentali, del nostro art.139 Cost.
      Insomma, la loro Corte è fortemente orientata a preservare l'interesse nazionale in base a clausole generali espresse, che non rinunciano ad attualizzare sui Trattati.
      Da noi, per trovare enunciati simili occorre andare a leggersiil Mortati degli anni '70 (riportato in uno dei post iniziali di questo blog). Rammenti? :-)

      Elimina
  2. A proposito dell' ipotetico prelievo del 10% suggerito dal FMI, pare che da indiscrezione giornalistica a qualcosa di più concreto: infatti "il Fondo monetario internazionale ha inserito nel Fiscal report di ottobre l’ipotesi di una patrimoniale una tantum del 10% nei 15 paesi dell’eurozona per abbattere il debito pubblico dei paesi interessati, Italia compresa " [fonte: http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/10/16/patrimoniale-del-10-nelleurozona-ipotesi-choc-dellfmi/745696/].

    Mi chiedo il senso di un annuncio del genere: nell'ipotesi se ne iniziasse anche solo a parlare nei paesi a rischio, si rischierebbe una corsa agli sportelli con conseguenze difficilmente immaginabili ma sicuramente non positive nè dal punto di vista economico che da quello della stabilità politica, e ovviamente questo il FMI lo sa bene. (il ragionamento è analogo a quello di un' eventuale uscita dall'euro, che non andrebbe annunciata in precedenza ma svolta alla stregua di un "blitz" notturno).

    Lei che ne pensa ?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. 1) il prelievo è nei paesi UEm con debito "eccessivo": quindi compresa la Germania (il cui sistema bancario come abbiamo visto nel commento di prima e nel post stesso è a rischio e esige deleverage anche sul fronte titoli sovrani);
      2) Se il FMI "ce lo sa bene", vorresti forse implicare che mira a scatenare fuga di capitali? E verso quale valuta (visto che l'area sarebbe pressocchè integralmente colpita)? Oppure: mira ad accelerare l'euro-demise prima che si arrivi a default incontrollabili (che riposano su la solita idea della insostenibilità del debito in base al solo rapporto debito/PIL)?

      Elimina
    2. Penso si tratti della consueta strategia comunicativa della troika: prima annuncio di una misura tipo Attila: sterminiamo tutti dai sei anni in su; poi si vedono le reazioni: c'è qualche politico o personalità di rilevo che si oppone con fermezza? se non c'è (e di solito non c'è) si passa all'azione con una misura da mezzo Attila: sterminiamo solo i maggiorenni, dai. Alle proteste, si ribatte: "Ma come, c'era chi voleva sterminare tutti dai sei anni in su! Non vedi come siamo buoni e moderati?" E funziona, ragazzi. Funziona fin da quando s'è cominciato a parlare di "riforme" nel newspeak...

      Elimina
  3. In realtà, leggendo il report vero e proprio del FMI [http://www.imf.org/external/pubs/ft/fm/2013/02/pdf/fm1302.pdf], pag. 49, ho l'impressione che si tratti di un' esagerazione giornalistica.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. E allora le domande sulle "intenzioni" ascrivibili al FMI le potremmo attribuire alla stampa. Che puddina-puddina, chiotta chiotta, vuole preparare il terreno al prelievo al nostro governo, facendo sentire in colpa gli italiani del debito. Saremmo alle solite propagande.

      Insomma, aspettiamo che Report auspichi, come moralizzazione "seria" e indispensabile, tale misura.
      O la elogi, severamente, a cose fatte...

      Elimina
    2. se la notizia è stata fatta uscire nell'informazione mainstream in italia
      è perchè vogliono sondare per capire il grado di accettabilita' dell'operazione...se ritirranno ci siano le condizioni lo fanno davvero...
      magari fanno il 4 fino a 100k e l'11 sopra ....comunque la possibilita' del
      prelievo stile cipro è concreta specialemente se questo non inficia la fede
      nell'euro e nell'europa ( notate che sarebbe perfettamente in linea con
      il must della deflazione...)
      E' , sarebbe anche un modo per testare il grado di accettabilita' delle politiche europee ...non ho visto report ma da quello che leggo piu' che disinformazione siamo al livello di guerra psicologica (un operazione ben oltre le possibilita' di una gabbanelli o di una rimini o dei redattori di report) Fare accettare come desiderabile che l'italia diventi o prenda esempio dalla polonia è una cosa troppo ardita anche per gabanelli(che non è questo genio che si vuol far credere ma una persona piuttosto ottusa a mio parere)

      Eccellente lo stile perfezionato da 48 sempre piu' elegante e fluido

      per me come lettore ideale dovremmo immaginare uno studente di liceo...

      Elimina
  4. Anche perchè, una volta paventato un 10%, cosa volete sarà mai un 1 o uno 0,5%? Potranno dire che ci è andata bene !

    In ogni caso si continua a rilevare nel report del FMI (nonostante i numerosi, e tardivi, mea culpa ad es. sulla gestione del caso Grecia) un feticismo ossessivo sul debito pubblico che ha, francamente, fracassato i cosìddetti.

    Mi chiedo anche se sono l'unico preoccupato dalle possibili conseguenze della discussione sullo shut-down negli Stati Uniti sulla già debole economia europea. E' chiaro che dal punto di vista economico la discussione è paradossale, oserei quasi dire una barzelletta. Il punto è che l'ignoranza economica rischia di portare a decisioni che potrebbero avere conseguenze disastrose.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ma come "l'unico preoccupato": il post lo hai letto?
      E voi mi volete offendere... :-)

      Elimina
    2. Certo che ho letto il post! Mi riferivo al silenzio della stampa "mainstream" che non va oltre gli aspetti caricaturali della vicenda!

      Elimina
  5. Personalmente inquadro la crisi economica nei cicli di Juglar.
    Quindi il prelievo del 10% è solo un altro errore.
    C'è estrema necessità di inflazione e per quanto i creditori tentino di metterla sotto il tappeto, non ci riusciranno (spero). Se si continua a distruggere risparmio, o a non permettere di risparmiare, questa crisi si concluderà con un solo vincitore, e credo saremo noi (ossia quelli con il maggior risparmio), ma non sarà una bella vittoria.

    RispondiElimina
  6. E per il momento pare che Draghi prenderà tempo versando un altro LTRO.
    Così le nostre banche potranno avere un minimo di respiro, grazie al differenziale tra gli interessi dei BTP e i bassissimi interessi dei LTRO verso la BCE.
    Per ora magari non li prenderanno direttamente dai conti correnti, ma dalla nostra amata spesa per interessi...allegria.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Purtroppo non si uscirà da questa crisi finchè le banche non avranno ricapitalizzato e per ricapitalizzare hanno bisogno sia di non far più credito, sia di avere introiti. Non solo le banche, anche le famiglie e le imprese sono nella stessa condizione, non si possono fare investimenti, fino a quando non si saranno pagati i debiti pregressi. Dopo tutto i debiti vanno pagati e poi ci sono anche gli interessi (purtroppo) è nella natura del credito il verificarsi di questi cicli di investimento e rientro dagli investimenti, ed è nella natura degli interessi che ci siano fallimenti in questi periodi.

      Elimina
    2. Sì...anche se, almeno ogni tanto, assistere al fallimento di qualche banca, anzichè di migliaia di imprese, renderebbe questo processo più equo.
      Ad esempio non ho ancora capito (si fa per dire), per quale motivo il salvataggio di Alitalia si configurerebbe come un "immoralissimo" aiuto di Stato, mentre per i 2.9 miliardi di € concessi a MPS nessuno in Europa ha aperto bocca...

      Elimina
    3. No no. Hanno aperto bocca eccome anche sugli aiuti a MPS (4 miliardi).
      Almunia, mi pare.
      Non si è sentito nulla invece in merito ai 4-500 miliardi dati alle banche crucche dal loro governo, alle sovvenzioni alla loro industria pesante (ma gli aiuti all' Alcoa sono aiuti si Stato), non si sente parlare di aiuti di Stato nemmeno , per esempio, quando i vari piccoli aereporti (interamente posseduti dal pubblico) pagano le varie compagnie aeree straniere per portare da loro i voli e i passeggeri.

      E' il noto modello che 48 descrive con la solita genialità "Von Hayek per fessi"...

      Elimina
    4. Ariecchite...hai finito di andare a intervenire su lidi "improbabili"? :-)

      Elimina
    5. @Carlo, si vede che non frequenti più il blog e sei rimasto "indietro" con l'informazione :-)
      http://orizzonte48.blogspot.it/2013/09/mps-e-esa95-morire-per-maastricht.html (e ce ne sono altri in argomento)

      Elimina
    6. Quarantotto; dici a me?
      Se dici a me e ti riferisci ai miei commenti su "Rischio calcolato";
      bè, "confrontarmi" con gli austricanti (da quelle parti Hayek è un moderato) è un vero spasso, e poi ti fa capire bene la mentalità sedimentata dal mainstream negli "anti-sistema" che più "pro-sistema" non si puo' (loro la chiamano "la stampa sussidiata" con intento denigratorio, salvo poi, ripetere passo passo le tesi della stessa...).
      Troppo divertente e istruttivo.

      Elimina
    7. @48 e mi tocca darti ragione....in certi periodi o deflaziono vita e lavoro o deflaziono l'informazione. Ma per fortuna son solo periodi.
      In compenso ho già ordinato il libro e sabato sarò a Pescara; spero così di colmare un pò il gap ;-).

      Elimina
  7. NATIXIS segnala un rischio deflazione, non evitabile da interventi BCE, per Spagna e Italia.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Il link non va. Puoi rinviarlo anche per esteso (senza problemi)?

      Elimina
    2. Mi sa che è questo:
      http://cib.natixis.com/flushdoc.aspx?id=73167
      peraltro preceduto, nel febbraio 2013, da quest'altro:
      http://cib.natixis.com/flushdoc.aspx?id=62568

      Perfettamente in linea con la deriva gold-standard deliberatamente perseguita nella correzione UEM. Solo la bdp e solo il costo del lavoro vanno messi in carreggiata, in sensi inversi tra loro, e ANCHE a costo di sacrificare il livello dei profitti.
      Roba von Hayek, stigmatizzata nel ben noto Kalecky, con calcoli sbagliati che implicano correzioni naturali e veolci del livello dei prezzi che non hanno nessun senso in mercati complessi come quelli attuali, sotto il profilo dell'offerta e della velocità di innovazione tecnologica

      Elimina
    3. M'era scappato uno slash in più, chiedo scusa. La spiegazione sarà mica che "the Commission acted as an agent defending the interests of the creditor nations, and not the interests of the eurozone as a whole."? 'Sto complottista è De Grauwe; che dà prova della sua vocazione alla fantascienza (un passione condivisa da Krugman, che però la tiene separata dall'attività scientifica...) con questa uscita: "It is also time that the Commission insists, and possibly sends Troikas, to the creditor nations to ensure that they fulfil their side of bargain in the adjustment process." :-)

      Elimina
  8. La politica economica delle cavallette

    Prima raziano un intero continente e poi si spostano armi e bagagli altrove, portandosi via pure la ex-nostra ricchezza accumulata in anni di surplus.

    Temo che l'unico fattore che possa, in qualche modo, invertire questa tendenza sia l'instaurarsi, nei PVS, di forme di protezionismo (assai improbabile) o di condizioni di estrema instabilità, tali da rendere rischiosi gli investimenti fuori casa.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ma non dimentichiamo che la french connection, come attesta il post di oggi su vocidall'estero, si sta rafforzando e, come si mostra nel post, collima con la stessa convenienza (sempre più imminente) della stessa Confindustria tedesca.
      E magari, non senza ulteriori conflitti, si arriverà a una soluzione concordata. Che aiuterebbe pure gli USA, spostando l'asse del G20-G8 su posizioni meno liberoscambiste (di cui l'UEM è oggi la concretizzazione più oltranzista)

      Elimina
  9. Ciao Quarantotto, scusa se vado fuori argomento, ma volevo segnalarti questo articolo, concernente i frattali.

    http://www.businessweek.com/articles/2013-10-14/hedge-fund-chart-guru-tom-demark-sees-dark-days-ahead

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Interessantissimo. E inquetante.
      Sul piano globale, alla crisi del '29 seguì il ricorso a Keynes; sul piano concreto, che dici compriamo oro? :-)

      Elimina
  10. Se ho compreso qualcosa dei mercati, almeno sul piano teorico, penso che un evento traumatico come un brekaout dell'euro, venga anticipato dai mercati almeno 6/12 mesi prima. Al momento questii sono impegnati nella loro corsa verso l'alto, impermeabili a qualsiasi notizia negativa. Salgono se le notizie sono meno brutte delle attese, salgono lo stesso anche quando le notizie sono negative, giustificazione la Fed rimanda il famoso Tapering.
    Quarantotto se pensi che sia utile io potrei aggiornare i livelli (dinamici) sotto i quali i mercati potrebbero anticipare il famoso evento brekaout dell'euro, anche se Claudio Borghi sarebbe mille volte più autorevole di me.
    Al momento i supporti che dovrebbero venire violati sui vari indici di borsa occidentali per innescare il Down Trend sono i seguenti:

    S&P500 1560, Dax area 7655/7418 EU stoxx 50 2492, Cac40 3574, FTSE100 6021 ( al momento il più debole) il nostro Ftse Mib 14900.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Non solo "puoi" ma sarebbe un'ottima cosa.
      Se ti senti di fare un post (limitando i grafici-immagine, perchè purtroppo la piattaforma è lenta e satura e non riuscirei a caricarli tutti), mandamelo a lbc.dreaming@gmail.com.
      Mi raccomando allegalo su un word.doc.."basic" che così me lo trasferisce senza dover fare converioni laboriose.
      Grazie :-)
      Poi a Claudio lo coinvolgiamo ner dibbbbattito...

      Elimina
  11. Mi chiedo se un evento catastrofico (anche solo sul piano economico) non possa essere una strategia allettante per coloro che hanno prosperato su questa situazione.
    Creerebbe ulteriore emergenza, conflitti fra parti sociali (= fra capponi di Renzo), la grande confusione che sarebbe utile per non rendere palese la verita'. I loro guadagni (sia economici sia in termini di arretramento delle posizioni delle classi medio-basse) sono gia' incamerati e consolidati. Meno consapevolezza delle loro responsabilita' emerge meglio e' per loro (piu' che delle loro responsabilita' delle reponsabilita' del modello di societa' da loro imposto come vangelo). Mi pare che una larga consapevolezza della faslita' e malafede del suddetto modello sia la cosa che piu' abbiano da temere, perche' potrebbe essere foriera di una forte diminuzione del loro potere dovuta alla rinascita di uno stato forte, orientato alla redistribuzione e supportato da largo consenso. Nel panico generale nascondersi o cavalcare qualche tigre sarebbe molto piu' agevole per loro.

    RispondiElimina