venerdì 22 novembre 2013

DEPRESSION!

L'Ocse si dice "preoccupata" per l'aumento esponenziale dell'uso di antidepressivi. "Secondo un nuovo studio dell'OCSE, pubblicato oggi e ripreso dal Guardian, l'uso di antidepressivi è aumentato nel mondo ricco in modo esponenziale nell'ultimo decennio, accrescendo le preoccupazioni tra i medici che questi farmaci vengano prescritti in modo eccessivo".

Ora, a proposito di "depressione", è chiaro che l'OCSE mostra preoccupazioni tutte "a modo suo".
Per cui, nell'imminente futuro, lo stile, che dico!, l'ideologia economica OCSE, verrà trasposta all'Istat: la recessione finirà, la cura è stata l'austerità, what else?...la depressione non esiste. O meglio: è un fenomeno di psicopatologia che dilaga - nei paesi sottoposti alle cure economiche propugnate dall'OCSE-, chissà poi perchè.

Pure Krugman, ci parla di depressione...quella economica (che all'OCSE non "je risulta": preoccupa più la "bolla" sugli psicofarmaci): "le condizioni depressive potrebbero essere presenti ancora per un decennio". Solo che stavolta lo dice insieme a Larry Summers e ad un convegno del FMI (di quelli che la Commissione UE-Bundesbank ignorano a piè pari, come il moltiplicatore fiscale ricalcolato correttamente).

Come vedete, la stessa parola, "depressione", nel linguaggio tecno-mediatizzato della "grande società" €uropea, neo-hay€kkiana, finisce "allegramente" per significare qualcosa di diverso da quello che preoccupa il resto del mondo civilizzato.
Intanto, prepariamoci ai futuri bollettini Istat in stile OCSE che ci diranno che tutto va bene, la ripresa è a portata di mano...solo che bisogna completare, quanto prima, le riforme del lavoro. Se mi pagassero quanto il presidente Istat, potrei dire le stesse cose anche io, "a prescindere", come diceva Totò, senza neanche scomodarmi a "valutare" i dati. Deduttivamente, si intende.

3 commenti:

  1. depressione in aumento e cure economiche ocse negli stessi paesi?...le magie della correlazione spuria.

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  2. Avevo letto la discussione Krugman-Summers. Quel che trovo un po' contorto, a dire il meno, è affermare, via teoria (neoclassica) del tasso naturale di interesse, che avremmo bisogno di bolle (!) per evitare la trappola della liquidità e che è la riduzione demografica del tasso di aumento della forza lavoro che riduce la domanda di investimenti. Ma non sarebbe più semplice affermare che la domanda è il fattore che determina la crescita anche nel lungo periodo e quindi quel di cui avremmo bisogno sono salari un po' più decenti (con inflazione un po' più alta)? Troppo semplice e poco controintutivo?

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    1. :-) assolutamente d'accordo; ma che ci vuoi fare, l'impostazione neo-classica, nella fattispecie, la matrice neo-keynesiana (che deve sempre trovare una colpa in qualche "irrazionale" comportamento del volgo), è difficile da discrostare...

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