giovedì 26 dicembre 2013

THINK ABOUT IT

Forse ora, in questo clima rarefatto delle festività, avete un momento di più per fare delle riflessioni.
Pensateci: nessuno farà al posto vostro il lavoro che vi spetta per recuperare la democrazia. Nessuna significativa forza salvifica "nazionale" è all'opera e, per di più, nel prossimo futuro, neppure si manifesterà.
Questa è la sicurezza che potete porre a fondamento delle vostre (eventuali) riflessioni.

Anzi, altrettanto sicuro è che l'ordoliberismo troverà sempre nuove e multiformi tattiche di incanalamento dello scontento montante al fine di sopirlo (continuate a "fognare"); la moltiplicazione degli strumenti di deviazione/mascheramento della comprensione della crisi sarà, anzi, il clou della neo-strategia mediatica prossima ventura (austerity brutta-€uro bello, internazionalista e per la pace).

Quello che non farete voi non lo farà nessun altro, dunque. Quello che farete voi, lo potete fare solo voi.
Sembra poco, o nulla, è invece è un grande punto di partenza.
Ritornano più che mai attuali le riflessioni già svolte sul punto.

14 commenti:

  1. Consiglierei al prof. Piga l'assunzione di un buon amaro: i tre giorni di "incontinenza alimentare" hanno evidentemente
    lasciato strascichi. Solo una cattiva digestione può spiegare il reiterato convincimento che "la stupida austerità" nasca così, per partenogenesi, senza che quest'ultima sia il passaggio inevitabile a cui conduce l'adozione del suo amato feticcio. Ha francamente stancato, oltre ad essere ormai antistorica, la tiritera della "liretta" che ci fa "guardare al cortile di casa", generatrice
    di rancori e divisioni; forse all'insigne economista sfugge (?) che nel frattempo le recriminazioni tra i vari Paesi sono aumentate in maniera esponenziale, esacerbate dalle violazioni di quei Trattati internazionali che Egli non si perita di considerare intangibili; immagino che Egli sappia di alcune cosucce riguardo la Germania, nonché del persistente sforamento del famigerato 3% della Francia e del "miracolo" Spagna, quando gli italiani devono sputare sangue per uno 0,1% in eccesso.
    "[...] I Viaggiatori ritengono l'euro lo strumento appropriato per accelerare la costruzione di un'Europa unita[...]"; una frase del genere contiene una violenza e una visione così alienata della realtà da far pensare che colui che l'ha pronunciata sia la reincarnazione di un
    giudice della Santa Inquisizione, un Torquemada del XXI secolo contro " l'eresia "sovranista"; 70 anni fa anche il baffetto di Braunau am Inn aveva trovato uno "strumento" per l'integrazione europea: come faceva le "riforme strutturali" lui, non le faceva nessuno.
    In effetti dal "Viaggiatore in Movimento" una cosa l'ho imparata: L'Euro si PI(e)GA ma non si spezza!

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    1. Ma, la via "flessibile" all'autoconservazione dell'ordoliberismo va comunque messa in conto. Attendiamoci numerose altre manifestazioni dello stesso fenomeno.
      Poichè però non sposteranno di una "virgola" lo sviluppo implacabile della crisi, mirando solo a sedazioni "psicologiche" (credibili come dire "bundesbank, Draghi e la Merkel finora hanno giocato"), il problema (opportunità) rimane "quel" punto di partenza, così scarno, ma così chiaramente delineato...Da lì c'è molto cammino "libero" per chi vuole percorrerlo...

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  2. I VESTITI NUOVI DELL’IMPERATORE
    dedicato alla progenie delle Dames & Knight ma non solo .. perché il raccolto è ciò che si semina

    Per caso e necessità, qualcuno - complice la partenogenesi o la copula di una Natura matrigna - ha figliato e nel rarefatto gozzoviglio festaiolo trova ancora un senZo giocondando con loro, magari narrando qualcosa tirato fuori dalle valigie vecchie del senso ”comune".
    Magari anche solo con maligna curiosità, “per guardare di nascosto l’effetto che fa” anche nella platea di progenie un poco meno "verde" e poco più attempata.

    Ce n'è una, una bella fiaba danese che stimola ancora le declinazioni culturali di studenti interessati a dissodare i territori di un'arida “opinione pubblica”.

    Una traiettoria culturale che parte dal “re è nudo” e si dirigere verso “nuove” forme della democrazia a supporto dei “decisori” pubblici con un progetto internazionale finanziato da UE per una sempre più snella, efficiente, produttiva, veicolare e veicolata OPINION MINIG TECHNOLOGIES.

    Mi fermo a rievocare un K Popper sempre più rivalutato che riflette attorno ad “uno dei temi centrali della convivenza umana è: come controllare chi comanda. L’essenza della democrazia è il controllo di chi governa. Il cittadino non deve mai rinunciare alle sue capacità razionali di critica” (K Popper - Come controllare chi comanda, 1995).

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  3. L'avevo visto ieri ma mi è mancato il coraggio di postare il link per non guastarvi la giornata festiva.
    "I Viaggiatori concordano nel rispetto dell’articolo della Costituzione recentemente introdotto che richiede la sostenibilità del debito pubblico e il bilancio in pareggio tenendo conto del ciclo economico."
    E sappiamo in quale conto si tenga il ciclo economico,tralasciando il fatto che il recentemente introdotto sia in conflitto palese con diversi dei meno recenti,come dimostrato in lungo e in largo su questo blog.Mi chiedo solo cosa potranno sostenere gli Insigni Giuristi presenti.

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    1. Bella domanda. Immagino che si proclamino vicendevolmente "insigni" nei rispettivi campi e passino poi a darsi ragione...a vicenda.

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  4. Colgo l'occasione di fissare il "mio" punto di partenza con alcune riflessioni. In questi due anni, infatti, ho avuto anche molti confronti con opinioni differenti dalla mia.
    Una prima obiezione che sento spesso è definibile come "argomento morale", a difesa dell'euro. Non è colpa né dell'euro nè dell'europa se in Italia vi sono la corruzione e l'evasione fiscale.
    Che l'Italia abbia questi problemi, è vero. Ma questa obiezione, però, non è immune da critiche. Innanzitutto la corruzione e l'evasione fiscale c'erano anche prima (molto prima), dell'entrata nell'euro, eppure l'economia del Paese non ha mai risentito di una crisi economica come quella attuale. In secondo luogo, se l'euro avesse avuto queste proprietà "moralizzatrici", dodici anni di permanenza avrebbero già sanato il presunto difetto. In terzo luogo, il discorso evasione è legato anche all'insostenibilità della pressione fiscale, imposta proprio dall'€uro percorso, dando luogo al classico "coccodrillo che si morde la coda". Ma la verità, è che l'argomento morale postula, a quanto mi par di capire, un nesso causale tra corruzione e crisi economica che, in verità, è tutto da dimostrare e che, anzi, con buona probabilità non c'è! I due problemi sono di differente ordine, e ciò che si imputa all'Europa èla cattiva gestione crisi economica, non la mancata prevenzione della corruzione.
    Un altra obiezione ricorrente è quella dell'uso "liberista" della svalutazione. La storia, dicono gli obiettori, dimostra che lo strumento della svalutazione del cambio si è spesso accompagnato a misure sfavorevoli ai lavoratori. Tuttavia, anche a prenderlo per buono, il predetto dato storico non vale, da solo, a dimostrare l'opposto, ossia che un sistema come quello implementato in europa sia "per definizione" di natura socialdemocratica. Anzi, un'Europa caratterizzata da un conclamato gap democratico (lo dice la corte costituzionale tedesca), e nella quale spadroneggiano le lobbies è assai lontana da quel principio ed ancora più difficile appare il riformarla in tal senso.
    Numerose altre obiezioni sembrano confutarsi a vicenda. Da un lato, i sostenitori di "questa" Europa dicono che dobbiamo unirci per competere con i big players mondiali ed evolverci in un vero "Stato federale"; dall'altro questo "stato federale" non deve possedere nessuno degli attributi suoi propri: i trasferimenti fiscali sono aborriti, il debito unico vietato, la banca centrale deve essere non solo indipendente ma limitata nelle sue funzioni ed all'interno della "federazione" non si coopera, ma si è in un ring dove vince il più forte e si pratica il beggar-thy-neighbour. Che razza di "Stato federale" possa diventare un organismo che si regge su tali, macroscopiche contraddizioni, onestamente non riesco ad immaginarlo.
    La mia conclusione è che la sovranità (monetaria e politica), non è, per carità, "la" soluzione. E' una misura che dovrà essere seguita da tante altre. Ma credo sia premessa della quale non si possa fare a meno in una democrazia. Una politica "non sovrana", per definizione non potrà concretizzare il mandato ricevuto dal popolo e assai difficilmente eviterà di corrompersi. Inoltre, la sovranità viene a sua volta delegata ad un organismo che non si regge, come attestato dalla sua stessa architettura istituzionale, sugli stessi principi degli ordinamenti che sta contribuendo a paralizzare, dando luogo ad una pericolosa (e autoritaria), a-simmetria. E' democratico, tanto per dirne una, un sistema istituzionale dove le politiche vengono dettate dal banchiere centrale tramite lettere informali ai governi?
    Riconoscere gli errori ed i difetti di un tale sistema e fare un passo indietro sarebbe forse un gesto di buon senso, nell'interesse della stessa idea di Europa. Ma, evidentemente, proprio a chi la sostiene , l'Europa sembra importare molto poco.......

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    1. Gli importa molto poco perchè tutto l'ordoliberismo fa uso strumentale di termini suggestivi e dissimulatori, per ottenere i propri fini: la "Grande Società" dei mercati.
      Bello il tuo punto di partenza: l'avessi visto prima, l'avrei inserito nel prossimo post come suo complemento.:-)
      Ora però bisogna pensare alla via "mediatica" di liberazione. O rassegnarci...

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    2. Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.

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    3. Il commento anonimo non è generalmente ammesso.
      E questo anche a voler pubblicare un intervento in cui la spesa pubblica è considerata eccessiva e la corruzione-evasione alla base della crisi, citando il Sole24h...Consiglio:
      a) di dotarsi di un nickname;
      b) di leggersi il blog prima di riversare nei commenti i luoghi comuni che qui vengono confutati

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    4. Non so cosa volesse obiettare il commento anonimo.
      In ogni caso preciso: il mio intervento non sostiene che i fenomeni della corruzione-evasione non siano un problema. Mette semplicemente in dubbio il loro legame con la crisi, se non altro perché sono fenomeni riscontrabili "da sempre", almeno dagli anni '60. Abbiamo la crisi "da sempre"? NO. Anzi, siamo stati ammessi nel G8, nel G20 e nell'UE. Era un dato "nascosto" quello della corruzione? NO.
      E questo senza citare l'invito, rivolto da Monti a Berlusconi negli anni '90, a prendere ad esempio l'Argentina di Menem, ossia uno dei paesi al tempo più liberisti al mondo e...... tra più corrotti al mondo e nel quale la "disciplina moralizzatrice" del cambio fisso non ha portato la fine della corruzione ma, semplicemente, il default......

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  5. Buonasera,
    il post di Piga è in effetti paradossale, per chi ha seguito il percorso di questo blog. In esso si cita un fatto storico vero però, quello della manovra di austerità poche settimane "dopo" la svalutazione del 1992, il che mi inquieta da qualche tempo perché non me lo so ben spiegare. In uno dei commenti viene detto che il fine era di entrare nell'euro. Qualcuno mi saprebbe gentilmente dare qualche fonte per capire meglio le motivazioni? Vorrei capire se l'austerità dopo la svalutazione è dovuta alle persone che gestiscono la svalutazione (che ripercorrono il modello liberista) oppure se è una prassi per "tranquillizzare" il cambio ed evitare una svalutazione troppo forte.

    Vista l'opinione pubblica attuale, se in qualche modo dall'esterno saremo forzati ad uscire dall'euro tra pochi mesi, sarà probabile una gestione simil-92. Se ci fosse più tempo si potrebbe lavorare di più sull'opinione pubblica, ma avremmo un sistema economico più compromesso.

    Secondo voi se riottenessimo tra pochi mesi una sovranità monetaria "limitata" (ovvero con ancora una BC indipendente), sarebbe più semplice l'opera di convincimento dell'opinione pubblica contro le politiche neo-liberiste? L'idea che è meglio/inevitabile arrivare al collasso per ripartire bene ogni tanto mi attrae, ma non credo sia utile per decidere che cosa fare.

    Grazie delle interessanti discussioni,
    Gian

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    1. Mi limito, asetticamente, a rilevare che è lo stesso Piga a precisare, in altro post, la questione sulla manovra deflazionistica del 1992.

      http://www.gustavopiga.it/2013/cuneo-e-credito-le-illusioni-via-dalleuro-o-dallausterita/

      Tesualmente cito: "Basterà ricordare, aggiungo io, l’episodio della grande svalutazione italiana del 1992 che, con grande sorpresa di tutti, non si scaricò sui prezzi. Uno dei possibili motivi? La grande manovra austera e deflazionistica, immediatamente scatenata dal Governo Amato per rassicurare che i mercati che sì, l’Italia era stata monella con la sua svalutazione, ma non lo sarebbe più stata. Quello che da sempre ammonisco avverrebbe se uscissimo dall’euro: nessuno mi toglie dalla testa che, con un governo che non abbia voglia di combattere l’austerità direttamente, fuori dall’euro faremmo immediatamente una durissima manovra come allora per rassicurare i mercati. E che, se invece avessimo un governo che capisce quanto sia importante far cessare l’austerità, allora non avremmo bisogno di uscire dall’euro, basterebbe essere attivi con la leva fiscale per combatterla."

      Ora, premesso che anche adesso stiamo facendo non una, ma più manovre in successione "per rassicurare i mercati", e con lo scopo non di uscire, ma di rimanere nella moneta unica......
      Io, credo dica, in sostanza, che non conta solo un'eventuale uscita dall'eurozona ma come viene gestita politicamente. Per carità, sono d'accordo. Ma questo, lo diciamo anche noi qui, quando sosteniamo che si può uscire da destra o da sinistra, e più volte abbiamo posto l'accento sulla necessità di superare il liberismo e di una nuova consapevolezza politica che recuperi i valori della costituzione del 1948. Lo sostengono anche Bagnai e Borghi, che non hanno mai sostenuto uno scioglimento "disordinato" dell'area euro. Nessuno in questo blog ha poi attribuito alla svalutazione poteri magici. La domanda secondo me dovrebbe essere: quale contesto è più favorevole al recupero di una politica orientata sui valori della costituzione, in Italia, premessi i rischi? Insistere su quello dell'attuale UE non pare, oggettivamente, un'idea esente da critiche. E se Piga crede che possa essere cambiato dall'interno, beh, forse dovrebbe -a mio avviso- vedere bene di cosa si tratta. Un sistema asimmetrico ed antidemocratico, in cui il banchiere centrale, come ho detto, detta, anzi, impone indirizzi politici tramite lettere informali abusando della sovranità delegatagli, difficilmente potrà evolversi in uno stato federale democratico, secondo me. Ci vorrebbe, nelle istituzioni UE, una consapevolezza che, personalmente, non vedo.
      Poi, per carità, io credo nell'Europa dei popoli, quindi sarò lieto di essere smentito.

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    2. la spiegazione della "non impennata inflattiva", susseguente all'uscita dallo SME (indicata come "uno" dei "possibili" motivi), non mi persuade del tutto. L'inflazione si crea non per il famoso "eccesso di liquidità" in offerta, ma per via dei costi che determinano la formazione dei prezzi.I prezzi petroliferi dell'epoca ci aiutarono. La definitiva abolizione della indennità di contingenza (scala mobile) nel settore pubblico, svolse un ruolo. Ma più di tutto fece il repentino aumento delle esportazioni: mantenne il livello della svalutazione in termini accettabili per il sistema produttivo e la stessa domanda estera sostenne la produzione e l'occupazione. I "mercati", in quel frangente, non avevano alcuna prospettiva di guadagno nello speculare al ribasso sulla lira inducendo un effetto di boom esportativo mentre i prezzi delle materie prime erano freddi.
      Anzi, senza quella manovrona e con una banca centrale capace di sostenere l'intervento pubblico avremmo potuto fare molto meglio. Avremmo potuto tenerci le imprese pubbliche, effettuare su di esse investimenti (che poi comunque furono in parte regalati ai nuovi proprietari privati) e godere dei relativi profitti (nel bilancio dello Stato). Ciò avrebbe sostenuto l'ancoraggio territoriale con le PMI e l'occupazione sarebbe cresciuta insieme con la produttività. E dunque i salari, con un effetto di rilancio generale della domanda interna.
      Di conseguenza, sarebbero aumentate le basi imponibili (purchè si fosse voluto fare una seria azione fiscale su evasione ed elusione) e migliorati i conti dello Stato, consentendo rilancio delle infrastrutture e maggiore competitività dell'offerta nel lungo periodo.
      Ma non avremmo dovuto aderire a Maastricht, ovviamente, e avremmo dovuto disporre di una banca centrale capace di fare il tesoriere...

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  6. Si, lo possiamo fare solo noi....

    Un bacione sulla fronte sudata e polverosa. Mi sa che qui ce ne sarà da scavare prima di vedere la luce.......


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