martedì 21 gennaio 2014

INIZIA LA FARSESCA RESA DEI CONTI FRA ORDOLIBERISTI...(tecniche di combattimento su terreno innevato-2)



Si sta concretizzando il prevedibile scontro che si profilava allorchè dicevamo:
"...la parte più consolidata di questo sistema di potere ragiona ormai su orizzonti che, incautamente, scontano la uscita di scena dell'(ex) partner "liquidato" e ormai, ai loro occhi, fuori dal "patto di sindacato" di controllo.

Il che, tuttavia, non impedisce che, in prospettiva, questa "epurazione" sia un segno di eccessiva sicurezza: perchè la forza monopolistico-mediatica del "controllo istituzionale sovranazionale", perderebbe, entro poco, il "villain", la cui presenza in scena era fondamentale per poter proseguire, contro ogni realtà dei fatti, nella falsificazione su cause e rimedi della crisi. Il che apre uno spiraglio di incertezza (almeno questo) sulla efficacia e sulla irreversibilità della "loro" strategia di distruzione della democrazia dei popoli."

La maggior forza ordoliberista italiana ha un assoluto bisogno di questo villain, non della sua definitiva distruzione: ed è perciò perfettamente comprensibile che la sua parte più estremista, oggi al potere, intenda conservarne la presenza tangibile, in modo da perpetuare la falsa contrapposizione che serve da "coperchio" della pentola.

In questo senso, la (repentina) defenestrazione della fazione ordoliberista "originaria" risulta un'operazione che,  sul piano dell'indirizzo politico-economico, è essenzialmente irrilevante (e, anzi indice di coerente pervicacia nel mutare le forme per mantenere gli obiettivi) e in fondo motivabile solo con l'esigenza di riassorbire elettoralmente il dissenso che la stessa propaganda mediatica ordoliberista aveva suscitato, facendo male i propri calcoli
Ma la giustificazione meramente propagandistica di tale defenestrazione,  implica allora che la reazione di tale fazione defenestrata risulti puramente strumentale (nella sostanza, il dissidio non sussiste, tranne forse che per posizioni obiettivamente minoritarie)
In effetti, solo un diretto e formale commissariamento da parte di forze estere avrebbe potuto evitare agli ordoliberisti, di qualunque fazione, di dover resuscitare la rappresentazione bipolare in precedenza propagandata.
Ma per farlo, sempre per quel "tappo" si deve passare

Dunque, la critica risulta scontatamente tattica: chiunque, al posto di Renzi, avrebbe dovuto passare per quella trattativa. In una forma o nell'altra. 
Ma al punto attuale, la "reviviscenza politica" proietta, sullo sfondo dell'intera politica italiana, l'ombra di un nascente ed inevitabile "badoglismo".

Perchè altrimenti, nel tempo necessario all'attuazione delle politiche autodistruttive (notare la concordia di Sapir con quanto qui affermato da molti mesi) che proprio la riforma elettorale dovrebbe consentire di svolgere al meglio, il consenso verrebbe omogeneamente perduto da qualunque delle due parti dell'attuale patto che si ritrovasse a governare.
Paradossalmente, anche questa legge non sarebbe da applicare con imminenti nuove elezioni, poichè, per entrambi i "contraenti", è molto meglio che a dover agire su quelle linee politico-economiche, e a bruciarsi, sia qualcun altro.
A meno che, appunto, una delle parti non voglia avvantaggiarsene per "prendere le distanze da se stesso" e non "autosmascherarsi". Ma sempre rimanendo fedele allo schema di fondo: pareggio di bilancio e "spaghetti tea-party".
Il che peraltro può riguardare le più varie fazioni politiche, scatenando la caccia al "who's the next Badoglio frattalico?"...
Chi è più spaghetti "tea-party", supply-sider e (solo secondariamente) "pareggista",  in Italia? Ecco, questi potrebbe persino ritenere di prendere la distanze dall'euro. Ma deve avere anche altri requisiti: non essere "europeista" ad ogni costo ed avere ottimi rapporti col "monarca" italico...
Il campo si restringe... 

24 commenti:

  1. CHE GIORNO E' OGGI?

    Amici cari Vi scrivo così .. per con/prendere gli eufemismi raccontati al "camionista" che segue le indicazioni stradali della "pop",
    Quelle di un disarticolato iachino che narra che "una" di/soccupazione originata dalla dis/connessione tra offerta e domanda (???) e del coccodrillo senza neppure la dignità delle lacrime, esso il de/raglio, che s'acciambella sulle scialuppe.

    ps: oltre il "pop", oggi come ieri, il minuscolato è VOLUTO ma, oggi come domani, l'articolato è DOVUTO per ricordare, oltre l'eufemismo, di ricordare di non dimenticare COSA SIAMO E COSA VOGLIAMO e quando lieve è l'imparare "come è difficile trovare l'alba dentro il tramonto".
    Essi, cioè essi, sanno il "contare" senza conoscere "partita d/oppia" (mi figuro cosa sia per essi, cioè essi, il derivato e l'integrale di Archimede, il pitagorico), altri scrivono la Storia, anche quella scritta da essi, cioè essi.
    Epimeteo - colui che riflette in ritardo - ha rotto il vaso, dentro SPERANZA.

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    1. Dai che mo' fanno er rimpastone e Iapino lo fanno ministro del...lavoro (...?)

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    2. Del RIMPASTO v'è la certezza di quanto a loro dura.
      Molti con il cucchiaio della solita RIBOLLITA a mettere in fila ordinata quanti dal ponte sgomitando vogliono salire sulle scialuppe.
      Confesso di preferire altro, molto meglio far dell'altro, meglio godere di QUEL CHE SIAMO e DI QUELLO CHE CONOSCIAMO D'ALTRO ESSERE
      Per oggi va bene cosi, basta ESSERCI :-)
      onfesso

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  2. Scusa quarantotto, sono fuori tema ma leggere questa intervista a Zingales mi ha lasciata senza parole. Ma come si fa ancora a dire che la situazione attuale non é colpa dell'euro e che se non vi fossimo entrati il nostro Paese sarebbe fallito? http://www.ilfoglio.it/soloqui/21558

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    1. Se n'è occupato benissimo Alberto Bagnai su goofynomics...

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  3. si restringe a....suspance. io cmq un pezzo grosso che faccia la mossa ancora non lo vedo.

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    1. La "mossa"? E' vero che non si vede; ma ora non ci sono decisioni economiche e riforme strutturali al centro del dibattito: ci sono le ben più paracule firome istituzionali.
      Lo potremo capire non appena si avvicineranno elezioni europee, il semestre europeo (proprio per la sua pratica irrilevanza: non cambia per la presidenza GRECA!...figuriamoci per la nostra), e, prima ancora, le trimestrali di cassa, le proiezioni-tendenze sul PIL (con le loro fantasiose spiegazioni), e l'applicazione della spending review (qualunque essa sia).

      E c'è di più: sospetto che Renzi abbia una sorta di intesa con la Merkel che se riesce a togliere di mezzo l'art.18, ci sarà più tolleranza sul deficit e disponibilità sulla moratoria del FC. Ovviamente in cambio della massiccia entrata dei loro capitali in Italia, per assumere il controllo di banche e manifatturiero ancora interessanti

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  4. Eh già. Dopo "l'incontro tra i due", ben si potrebbe dire "morto il re, viva il re"!

    Politicamente, ritengo possibile che Renzi possa fare la stessa fine di D'Alema. Ce lo ricordiamo, D'Alema? Quello che, con aria paternalistica si atteggiava a "padre fondatore" della nuova Italia? Che accoglieva nella sua "Bicamerale" B. come il figliuol prodigo che tornava all'ovile? La Bicamerale saltò, ed il figliuol prodigo scaricò tutta la colpa sul "padre fondatore"......

    Ma del resto, se il tuo potere è meramente "di facciata" (come sarebbe quello di Renzi), e se sei costretto, per mantenerlo, a vivere solo di consenso (comunque preso), se ti privi anche del "nemico ideologico", sicuramente ti trovi in una posizione difficile. Ovvio che il nemico ideologico deve (per quanto possa sembrare paradossale), ricevere una legittimazione politica. E' il prezzo da pagare!

    Per quanto riguarda la sostanza, mi limito (tristemente) a notare come al di là degli aspetti definitori (a cominciare dal titolo), il moderno "Jobs Act" (all'inglese), non fa altro che prendere di mira il solito (ed odiato) articolo 18. Lo stesso contro cui parlava il berlusconiano ministro Sacconi.
    Il problema è e rimane uno. E non è quello della destra (che si comporta da destra), ma della sinistra (che si comporta da destra pur di governare...... ma allora a che serve?).

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    1. L'ultima domanda che poni è in realtà un'affermazione relativa al presupposto del ragionamento :-)
      Ma la dura realtà dei dati economici si rivelerà nei prossimi mesi come un bombardamento su S.Lorenzo, come uno sbarco in Sicilia...(D'alema in fondo è durato molto di più ed ha saputo tenere unito un partito facendo persino nuove acquisizioni "popolari").
      Ovviamente cercheranno di rappresentare in modo ingannevole i dati che si andranno inizialmente svelando...Per condurre in porto la svendita ai crucchi (e ai francesi...non si sa mai dovesse interrompersi "l'emozione di Maastricht"). Ma a quel punto, persino i residuati bellici della imbelle e antiitaliana Confindustria si saranno finalmente svegliati (ovviamente il grosso sta preparando i bagagli)

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    2. A proposito. Segnalo l'imminente mattanza del pubblico impiego, dietro esplicito "lo vuole l'€uropa".-....

      http://scenarieconomici.it/il-gap-tra-i-salari-pubblici-e-privati-uno-studio-della-commissione-europea-direttorato-generale-per-gli-affari-economici-e-finanziari-ottobre-2013/

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    3. Ma ceeeerrrto! Ma vallo a spiegare ai Zingales e via discendendo negli inferi del sonno della ragione.
      E non è che la Corte dei conti da me segnalato da circa un anno non lo avesse ben spiegato.

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  5. a me quello che mi fa impazzire è che nessuno, non di coloro che conosco dinamiche e argomenti, ma tra la gente faccia la domanda che a me davvero "sorge spontanea".
    "dobbiamo fare le riforme, dobbiamo fare le riforme, dobbiamo fare le riforme, dobbiamo fare le riforme..."
    "Scusate, QUALI RIFORME?"
    si potrebbe avere un elenco e discutere i singoli punti, grazie?
    Io protesto, timidamente, ma protesto - come scrisse Puccini a uno dei suoi librettisti.

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    1. Discutere? Sei impazzito? Hanno già votato alle primarie e ormai tutto è risolto! E va bene a tutti, specialmente a chi non vi ha votato e non sta in Italia.
      Intanto, se può paradossalmente consolarti, il FMI inizia il consueto balletto al ribasso delle stime della crescita italiana del 2014: ora ha limtato un altro decimale. A marzo, e ancor più nel trimestre successivo, Blanchard, costretto ad applicare il suo moltiplicatore e ad essere coerente con quanto ha appena detto sull'importanza della domanda interna, inizierà a confermare le stime fatte qui
      http://orizzonte48.blogspot.it/2014/01/la-ri-crescita-fenice-e-il-fiscal.html

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  6. Ciao Quarantotto, è possibile che il nuovo Badoglio sia Amato? Badoglio fu l'unico a cui non furono attribuite responsabilità della disfatta di Caporetto, Amato fu l'unico della dirigenza socialista a salvarsi dal ciclone tangentopoli. Badoglio fu il vice di Diaz, Amato nel pieno di tangentopoli fu primo ministro.
    Se ho detto cavolate non pubblicare

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    1. Nessuna cavolata, anzi; se vedi i dibattiti sul punto in passato, questa è una delle ipotesi deduttivamente più accreditate. Ora pare "lontano" da una tale entrata in scena: ma occorre attendere gli eventi dei prossimi 5-6 mesi per capire meglio.
      Senza trascurare che, in effetti, dovendosi rinegoziare per salvare ambiguamente la costruzione europea, in una situazione che, sebbene altamente prevedibile (per chi usa i neuroni), sarà prospettata come emergenziale (l'ennesima), è l'uomo più qualificato. Occorrerebbe però un riavvicinamento, con negoziato sotto traccia, col "monarca" (e non è detto che non sia anche per quello tra i più adatti)

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    2. Sì e se lo leggi fino in fondo, evidenzia lo spirito compromissorio che potrebbe essere proprio di un Amato, non a caso il capostipite degli ordoliberisti, compromissori e negoziatori, di origine socialista (neo-liberista, emergenziale e, all'occorrenza, come nel 2000, disposto a fare concessioni sulla spesa pubblica mirata).
      Forse che potrebbero tranquillamento confluire nella fazione neo-badogliana derivante, probabilmente, anche da eventuali scissioni dei neo-liberisti originari piddini (non dimentichiamo la matrix comune con i vari Bassanini e la abilità tattica nel garantirsi una posizione trasversale nel sistema)

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  7. Tremonti? Ma guardate un po' chi altro si sta smarcando...

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    1. Risposta appena sopra inseritavi per fretta "battitrice" (e febbre da cavallo in corso) :-)

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    2. Sdrammatizziamo, restando in tema di febbre da cavallo.
      Io mi giocherei una tris: King Soldatino e D'artagnan, cioè Amato Renzi Berlusconi (o chi per lui nel suo entourage.)
      Renzi appare improbabile, ma anche King Soldatino e D'artagnan lo erano.
      Gioco d'azzardo almeno ci divertiamo, dobbiamo tornare a farlo, perché questi deprimono ad punto tale, che si verifica un crollo del livello di serotonina, non appena proferiscono parola.
      Ho visto il commento di Sofia su Zingales concordo pienamente , e devo dire che Bagnai
      lo ha egregiamente messo all'angolo, in questo caso parlerei di dividendo del MIT dissipato.
      Tornò dall'America come l'oracolo, per fare la figura del dilettante allo sbaraglio. Congratulation.

      Se non ci fossero blog come questo, Goofynomics, Voci dall'estero, e tutti gli altri, questa crisi sarebbe ben più triste.

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    3. Avete notato che in tutto l'articolo (nenache brevissimo) il pigmeo è riuscito a dire un sacco di cose giuste e condivisibili, illustrando in pratica il ciclo di Frenkel, senza mai scrivere una sola volta la parola EURO?
      Quando c'è l'onestà intellettuale c'è tutto eh...va detto. :-)

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    4. Ma se credi nella trattativa e sei keynesiano avventista dell'ultima ora (spiaggia), crederai in una trattativa in cui la copa sia dell'austerità? Piga docet

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    5. @Sandrina: secondo me il Soldatino proprio no. E King è senz'altro B., che fa una gara a sè, che potrebbe andare oltre il badoglismo, che manovrerà dall'esterno...E' il minimo

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  8. Io intravedo una serie di ipotesi frattaliche parallele.
    La prima, è definibile come 1943. Se il PUDE rimane uno, al suo interno le componenti frondiste stanno manifestando una certa insofferenza, se non altro perché in un mondo dove oggi si sta peggio di ieri e meglio di domani appare un po' difficile accollarsi -persino di fronte a un'opinione pubblica "livorosamente rimbecillita" come quella italiana- delle responsabilità politiche.
    B. ha preferito perdere un 5 per cento di voti nell'immediato passando all'opposizione. I media si sono concentrati sul suo cane e sulla sua decadenza, ma il dato politico è che qualsiasi operato del governo Letta ricadrà, d'ora in poi, solo sul PD e le altre forze politiche che lo sostengono.
    Dopo l'inevitabile caduta, chi avrà più buon gioco nel riciclarsi? Chi ha sostenuto certe politiche o chi ha detto, anche solo formalmente, "io non sono d'accordo"?
    Lo capiscono, con buona probabilità, i Fassina ed i Cuperlo; lo capisce -forse- lo stesso Renzi, che ha cercato di coinvolgere il "villain" in qualche modo.
    Certo, per Von Renziek le cose non stanno messe bene, a prescindere dalle apparenze. Recuperare il "villain" ha avuto come prezzo la legittimazione politica del medesimo. Ora, che genere di "nuovo che avanza" possa essere colui che discute di riforme con il "più corrotto dei corrotti" per antonomasia, può arrivare a capirlo perfino il livoroso italiano (il demagogo Grillo ha già preso la palla al balzo). E questo stesso patto infame è preso a pretesto dai Cuperlo e dai Fassina per sganciarsi dall'involuzione liberista del PD con una buona scusa.
    E' vero. Sembra essersi messo in moto un sistema di "tatticismi interni" che cominciano a logorare il PUDE dal di dentro.

    Allo stesso tempo, però, secondo me, si afferma, parallelamente una seconda ipotesi. Questa ricalca periodi "pseudo-parlamentari" della storia d'Italia -come quello umbertino della fine dell'800 o le prime fasi dell'affermazione fascista, dal 1922 al 1926- connotati da una forte insofferenza per il parlamentarismo e la democrazia rappresentativa. O meglio, la fine di questi periodi. Messo alle strette dagli eventi, il PUDE sembra giocare la carta dell'involuzione autoritaria per mantenere il potere. Come finirà?
    Finirà come a fine '800, con le leggi liberticide di Pelloux respinte dal Parlamento, la fine (purtroppo brutale, che passa da Bava Beccaris a Gaetano Bresci) dell'era umbertina e l'affermazione del suffragio universale e di un periodo di relativa pace sociale (età giolittiana)?
    O finirà come nel 1925, con le leggi "fascistissime", la decadenza delle opposizioni, e la fine della democrazia parlamentare?
    Nel primo caso, gli eventi potrebbero anche confluire nella prima ipotesi (1943). Nel secondo caso, ahimè, nel PUDE sarebbe in corso solo una "notte dei lunghi coltelli" che eliminerebbe le fronde rafforzandone il potere.

    Queste sono le mie personali sensazioni.

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    1. L'ipotesi frattalica "1943" non solo è di per sè duplice, perchè si snoda su 25 luglio che diverge dal post 8 settembre, ma anche "molteplice", come lo fu, in termini di conflitti confluenti, la stessa II WW. Solo una semplificazione ex post può ridurre quest'ultima a una lotta fra mondo libero e totalitarismo nazifascisti (come attestano le vicende complesse che durante e dopo la guerra di svolsero nei balcani e in europa orientale e la stessa ambiguità del dopoguerra nei paesi più "occidentali").
      Voglio dire: la riafferrmazione della sovranità nazionale può accompagnarsi a diverse soluzioni ordinamentali. Ma su tutto predomina l'incognita di quale "modello" di uscita dalla crisi del capitalismo finanziario-liberista ci offriranno gli USA, una volta imploso l'ordoliberismo per il suo palese fallimento intollerabile da tutto il resto del mondo
      Ad es; http://www.ilsussidiario.net/News/Economia-e-Finanza/2014/1/20/GEO-FINANZA-Cosi-l-Italia-puo-scappare-dall-Ue-tedesca/459617/
      INquietante, ma incombente...in modo ancora non stimabile appieno

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