lunedì 6 gennaio 2014

TATTICHE DI COMBATTIMENTO SU TERRENO INNEVATO. "FASSINA CHI?"- 2

Per dare continuità ad un dibattito che si manifesta di vitale importanza per il solo fatto di rimanere "vivo", e proprio grazie ai vostri contributi informati, diamo seguito al post "Fassina chi", incentrandoci sul commento di "Sconsolata" e sulla risposta che ne è conseguita.

Dunque, "Sconsolata" ci dice una cosa senz'altro rilevante e dotata di un certo rigore razionale, dato che ciò che osserva consegue alla, del tutto ragionevole, esperienza consapevole connessa a 30 anni di dottrina del "vincolo esterno" assurta a paradigma morale, ("violento" perchè censorio di ogni minimo dissenso), dell'ordoliberismo dominante in Italia:
"Mah, la mossa di Fassina ridotta, da lui stesso, a ripicca per un"offesa personale; l'assicurazione che continuerà a sostenere il governo Letta, e quindi le inutili politiche suicide, dai banchi del parlamento...non mi sembra l'inizio di un nuovo giorno, purtroppo.
Non si può, credo, provare a sostenere delle cose giuste (nei convegni, nelle riunioni di partito, nelle lettere ai giornali) e poi dimettersi perché espressione di una "minoranza" cuperliana (quando Cuperlo era un eurista senza se e senza ma) o, peggio, perché offeso da uno sgarbo, continuando a dichiarare sostegno al governo. Con tutto il rispetto per le dimissioni, io voto per qualificarle come un inutile esercizio di cerchiobottismo
."

Una prima osservazione, extra dibattito emerso dai commenti: l'appoggio al governo Letta, così enunziato, diviene oggetto di un distinguo a sua volta significativo. Ciò non è, nel contesto politico che si sta delineando a grandi "strappi in avanti", così scontato nella sua enunciazione "intenzionale": e cioè, finchè esiste un governo Letta, nell'ottica obiettivamente assunta da Fassina, il suo appoggio implicherebbe la non avvenuta prevalenza "tombale" di una linea che potrebbe far capo soltanto alla nuova linea...che lui contrasta. E' poco (per le aspettative degli italiani consapevoli), ma non è irrilevante: non solo sarebbe stato difficile conservare una veste politica dotata di ascolto in assenza di questa precisazione, ma pone contemporaneamente un limite a ciò che si dichiara disposto a sostenere (endorsement), e la base di ciò che è disposto a dare come contributo (endowment).

Riportiamo, per gli altri aspetti, la risposta data a Sconsolata, in modo da consentire la focalizzazione del dibattito auspicabile:
Questa, in effetti, è la interpretazione dei fatti che sta emergendo dalla vulgata mediatica.
Cioè dalla selezione dei fatti operata dai mezzi di informazione (?) e dal risalto in termini di "rilevanza" che viene dato ai fatti selezionati.
In questa misura, hai perfettamente ragione: persino menzionare il piano "B", diviene cerchiobottismo, o meglio tatticismo politico, se annacquato nella continuità...cuperliana (cioè dell'uomo che ha dichiarato che degli ultimi 20 anni in Italia salverebbe praticamente solo l'euro).

Ma noi dobbiamo credere - non ingenuamente o "out of wishfulthinking"- che Fassina abbia posto il tema del piano "B" sulla base di scienza e coscienza: sia perchè, a differenza di Cuperlo (e probabilmente di Letta: per Renzi la questione neppure si pone...), Fassina conosce già l'aspetto "eziologico" dei problemi UEM, sia perchè, in soldoni, è stato il primo esponente governativo italiano (al momento della relativa dichiarazione) a parlare di piano "B".

Fassina non può non sapere, a questo punto, che per questo solo fatto, ove seguito sul terreno "del merito" da una possibile nascita di dissenso interno, ed organizzato, al maggiore partito ordoliberista (un fatto senza precedenti relativamente all'euro), è il nucleo di una rivoluzione (inversione?) politica.
Cioè la formulazione di un nucleo di programma, a valenza integrale, di recupero di legittimi margini di sovranità, prima fiscale che monetaria, che costituice un presupposto irrinunciabile della democrazia costituzionale.

Ovviamente, ogni pessimismo è...d'obbligo: non solo, per quanto ne sappiamo, "psicologicamente" (possiamo solo dedurre), per Fassina, cioè nelle intenzioni effettive, potrebbe non essere così - cioè al di là della oggettiva portata implicita del porre sul tappeto la locuzione "piano B"- ma la cultura ordoliberista, per sua natura portatrice di contraffazione ideologico-propagandistica, ormai saldata tra base e "rappresentanza" nella sua formazione politica, potrebbe rendere troppo avanzata, e quindi isolata e priva di vitalità, la sua posizione.

Certo, la sua stessa appartenenza e storia (tecnico-)politica, è assolutamente "privilegiata" nel consentirgli di porre la questione senza essere automaticamente brutalizzato dal battage mediatico €urozelota imperante.
Ma su questo staremo a vedere. Di sicuro, l'appoggio della parte sana e consapevole della base sociale non gli mancherebbe.
E qui si vedrà, ANCHE, SE questa parte sana, al momento, risulterà ancora irrilevante (dato di fatto che se fosse vero, ci condannerebbe per assoluta inadeguatezza alla stessa democrazia).
Il che ci interroga come popolo, e sulla capacità di esprimere impegno civile, un pò tutti...nel nostro piccolo, naturalmente.
E per concludere: la questione rilevante è il PIANO "B".
L'alternativa "pregiudiziale" ad esso, o meglio la ipotesi "revisionale" dell'assetto UEM, come individuata dallo stesso Fassina, ha, infatti, una vitalità attuale pari praticamente a...ZERO (terreno innevato con rischio slavine). Non servirebbe attuarne solo una parte, dato che ritarderebbe soltanto la fine di un'agonia lacerante; e non servirebbe attuarla in misura simbolica o posticcia - cioè solo nel "nomen", come l'Unione Bancaria- come sarebbe tipico delle tattiche dell'ordoliberismo (ben cosciente che i "popoli" non sarebbero in grado di valutare il senso pratico di quanto, ancora una volta, "misteriosamente" deciso).
E, come abbiamo visto, la efficace attuazione del quadro correttivo "effettivo" e non posticcio, appartiene al novero della pura utopia: se non altro perchè, PER TUTTA LA GOVERNANCE EUROPEA DEGLI ULTIMI 30 ANNI, SAREBBE L'AMMISSIONE ESPLICITA DI UNA GRAVE COLPA CHE RIMETTEREBBE IN DISCUSSIONE RESPONSABILITA', CONNIVENZE E SOPRAVVIVENZA POLITICA "COLLETTIVE".

19 commenti:

  1. Ad Atene c'era un filosofo che invitava a pregare per la vita del tiranno, perchè il tiranno che sarebbe venuto dopo sarebbe stato peggiore....

    Mi pare che la situazione ben si attagli a Letta (l'attuale tiranno) eRenzi (quello peggiore)

    Anzi, vista la recente cronaca si propone di pregare per la vita del tiranno Emerito, ora giaguaro in pensione al quale auguriamo di cuore un pronto riCuperlo ;) dall'intervento chirurgico.

    Naturalmente sempre nella speranza di liberarci da tutti i tiranni nazionali ma soprattutto internazionali.

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    1. Arguto commento, calibrato sulla cultura ma anche degno, nel finale in calembour, di un Pud€yrikon di inizio anno :-)

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  2. Sul 'pessimismo d'obbligo' la speranza è che, se Fassina ha fatto questo passo, FORSE vorrà dire che qualche ispezione trasversale (magari a sinistra) l'abbia già fatta. Certo dall'esterno è davvero difficile immaginare quali rappresentanti in carica si possano reclutare vs. l'ordoliberismo totalitario...

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  3. Il “trionfo” di Renzi alle primarie è stato apprezzato da numerosi esponenti... del centro-destra. Berlusconi ha detto di avere molto apprezzato il suo discorso, riconoscendogli doti di “grande comunicatore”, e
    Monti ha sottolineato che:

    «La vittoria di Renzi può certamente segnare una svolta nell'azione di Governo e dare slancio alle riforme politiche, sociali ed economiche per cui SC è nata e per le quali, oggi in modo più coeso e deciso di prima, si sente impegnata
    [...]
    SC offrirà al nuovo segretario democratico una vera disponibilità sui provvedimenti concreti, sulle priorità e sulla tempistica delle riforme nell'ambito della nuova maggioranza».

    Per meglio comprendere ciò che intende dire Monti può essere utile ascoltare il renziano Nardella, che a fine ottobre, su Radio 1, rilasciò alcune dichiarazioni su lavoro e riforma della giustizia:

    "Noi siamo dell'idea che il tema della riforma del lavoro va completato, che la pubblica amministrazione non è tabu […] Questa idea di vecchia sinistra per cui i lavoratori vanno sempre bene e difesi anche quando sono assenteisti, anche quando sono inefficienti. Combattere tutto questo non è di destra, volere la riforma della pubblica amministrazione è un tema di una sinistra moderna".

    Tradotto: con noi alla guida del Pd i lavoratori dovranno assoggettarsi ad ogni compromesso al ribasso che il capitale vorrà imporre al mercato del lavoro. E noi daremo manforte al capitale.

    Intervistato da Il Foglio nel giugno 2012, Renzi illustra la sua idea di “rinnovamento” del Pd, e si propone tra l'altro di dimostrare “che non è vero che l’Italia e l’Europa sono state distrutte dal liberismo ma che al contrario il liberismo è un concetto di sinistra, e che le idee degli Zingales, degli Ichino e dei Blair non possono essere dei tratti marginali dell’identità del nostro partito, ma ne devono essere il cuore”.

    In cosa consista il “cuore” lo spiega Davide Serra, uno dei suoi consiglieri, secondo il quale “la cosa bella è che dall'anno prossimo noi dobbiamo trovare questi 50 miliardi”, riferendosi agli impegni insiti nel Fiscal compact, ossia la riduzione del debito a tappe forzate per i prossimi 20 anni. Riduzione che avrà come prima conseguenza lo smantellamento di tutto ciò che va sotto la definizione di servizio pubblico, a partire da scuola, sanità, trasporti, ecc., e come seconda un disastro sociale paragonabile solo a quello del dopoguerra.

    Questo per evitare sorprese domani, quando il neo segretario Pd tenterà di “cambiare verso” all'Italia a suon di privatizzazioni, flessibilità, tagli ai costi della politica, e tutte le altre frasi fatte con cui la tv ha martellato l'opinione pubblica negli ultimi anni per convincerla della necessità di intervenire drasticamente sul bilancio dello Stato “sull'orlo del baratro”, mentre in realtà non lo è mai stato, come ha certificato anche la stessa commissione europea nel Fiscal Stability Report 2012.

    A mio avviso Renzi farebbe bene a non sopravvalutarsi; ha una risposta per tutto - quella sbagliata -, e sembra non rendersi conto che il presente e il futuro non coincidono con la sua data di nascita. Ascoltandolo torna in mente il principio di Peter, secondo cui “in una gerarchia, ognuno tende a salire fino a raggiungere il proprio livello di incompetenza”.
    A quelli che lo hanno votato non occorreranno più di due o tre mesi per rendersi conto della cantonata che hanno preso, e che il Pd guidato da lui non vincerà le prossime elezioni politiche. Dopo di che dovrà cercarsi un altro lavoro. Io lo vedrei bene a vendere tappeti sulle tv private di provincia.

    P.S. A neanche 24 ore dalla conferenza stampa di Renzi Fassina si è dimesso e Bersani è stato colto da ictus.
    Sarà un caso?

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    1. Ma Renzi "si" sopravvaluterà e i suoi elettori "naturali" lo sopravvaluteranno finchè esistera la loro fidelizzazione ai giornaloni e alle vulgate tv. Cioè, ciò accadrà fino allo sfinimento e contro ogni evidenza razionale: esattamente come la legge di Murphy assume sul piano generale e il corollario di Peter sul piano delle traiettorie carrieristiche (in un mondo neo-liberista, of course).
      Bisogna vedere se esiste ancora (o "già) un mondo italiano democratico (costituzionale e non ordo-propagandizzato), quindi sostanzialmente non liberista, e quanto sia capace di autoriconoscersi

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  4. Oggi sono uscite due interviste a Fassina, una sul Corriere, l'altra su Repubblica.(il link di quella a rebubblica non lo trovo) In sostanza, nell'intervista linkata, dice a Renzi proprio di non sopravvalutarsi e di ascoltare chi, testuali parole, ha idee diverse dalle sue. Mi sembra che, forse, non ha più tanta voglia di scendere a compromessi, ma confrontarsi a viso sempre più aperto.

    Segnalo inoltre, che si allarga la parte di estabilishment tedesco allergica all'euro. C'è da dire che i cattolici bavaresi non sono nuovi a sparate anti-euro, ovviamente in chiave " non dobbiamo aiutare i puzzoni del sud", ma stavolta pare facciano sul serio.

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    1. Mmmm, caro Federico, sono segnali ma non quelli giusti. La questione della Corte europea "rigestita" da rappresentanti nazionali è alquanto datata e comunque non tocca di un millimetro il cuore del problema. Ma dò per scontato che ti renda conto del perchè. La stessa enfasi sulla "euroidiosincrasia" in UK, saldabile con la nouvelle vague in Germania, si limita a ridisegnare le prospettive di un governo accentrato nella Commissione, senza rimettere in discussione minimamente il modello liberista a moneta denazionalizzata. E neppure il ruolo di una banca centrale unica così monetarista. Su questo piano, poi, gli inglesi non potranno mai intendersi coi tedeschi: si prospetta, al più, una solidarietà anti-latina, alimentata dai consueti stereotitpi corollario del liberismo.

      Insomma, al fallimento dell'ordoliberismo, si accompagnerebbe, in questo quadro, un'accelerazione liberista "pura", cioè il rafforzamento del diritto internazionale tradizionale, che ratifica e suggella i rapporti di forza once and for ever.
      So anche che sai benissimo che non ogni cosa anti-euro è una cosa giusta. Ma certamente, scaricare l'ordoliberismo (con tutta la sua "presentabilità" a sinistra) per riabbracciare apertamente i "bad samaritans" fa pensare che per l'Italia, almeno, si veda definitivamente acquisito uno status coloniale.

      L'unica cosa positiva è che il m5s, correttamente, non viene identificato come movimento "euroscettico": cosa che viene agitata solo in Italia, laddove, appunto, l'ordoliberismo è ancora un meccanismo che funziona e "lotta insieme a loro". Tutti.

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    2. Ma certo, caro 48! Io la Germania la conosco abbastanza bene e so che dai cattolici bavaresi non potrà mai venire nulla di "buono" per noi. Per capirsi, sono gli stessi che periodicamente se ne escono con proclami contro i trasferimenti interni alla Germania Est. Era solo per rimarcare che il treno verso la fine dell'euro sta accelerando, che la Germania si sta già attrezzando per mantenere l'egemonia anche in assenza della moneta unica. Con tutte le conseguenze/problematiche che tu più volte hai elencato.
      E aggiungerei, che a doversi svegliare non sono solo gli italiani, visto che anche in Francia vogliono dilettarsi nello sport di sbattere i pugni sul tavolo. Ridicoli quanto i nostri, direi.

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    3. Ma certo, i francesi, però, non devono fare i conti con una "autocolonizzazione" massiccia come noi. Ma, in compenso, poichè da loro ignorare il conflitto sociale non è esattamente quasi innocuo come da noi, la loro situazione si fa più esplosiva. Anche per i crucchi...

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  5. Cominciano le prese di distanza, i distinguo e i riposizionamenti? A giudicare da questa breve intervista sembra che in un futuro non troppo lontano il PD sarà foriero di un sacco di soddisfazioni

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    1. L'avevo vista e mi aveva fatto piegare in due dalle risate!
      Sul piano sostanziale è il nulla vestito di...niente.
      Sul piano politico-rappresentativo, ci dice qualcosa che sfugge- ovviamente- all'intervistato:
      e cioè, la grande bufala delle primarie, in cui tutto dipende sempre e soltanto dalla preparazione e predeterminazione mediatica (cioè dei padroni-finanziatori a trazione eurista= PUD€ "sostanziale"), e non ha nulla a che fare con la consapevolezza dei contenuti sociali ed economici che si accompagnano all'"uomo-immagine" prescelto pro-tempore.

      Certo, e quanto citi lo conferma, oltre un certo limite lo svuotamento finanziario-mediatico della capacità rappresentativa di modelli socio-economici (questi sconosciuti!), COSTITUZIONALMENTE COMPATIBILI, da parte dei partiti, finisce per portare questi stessi sull'orlo del collasso e della reazione autodifensiva.

      Naturalmente tardiva: i partiti si legittimano, nel quadro attuale, proprio per il ruolo e la missione affidatagli dalla Costituzione. Una volta che, con le primarie (ma pure con la democrazia liquida "on line"), siano svincolati dal quadro - partecipativo e democratico, almeno nel metodo- costituzionale, finiscono per essere solo dei fantocci soggetti alle tempeste agitate ad arte dal sistema mediatico-finanziario.
      Questo è dunque il punto di arrivo che essi stessi, presi da avidità di potere senza cultura (e non solo costituzionale), hanno evocato.
      E adesso ci dovranno fare i (pesanti) conti.
      Prodotto un Renzi, non puoi più liberartene con facilità. Non ti rimane che remare controcorrente...dopo averla pedissequamente seguita :-)

      Chissà che non serva, a qualcuno, per rendersi conto che sondaggismo e plebisciti preorientati, su un liberismo livoroso (e inavvertito, come lo è stato per 20 anni l'ordoliberismo) uccidono ogni traccia di democrazia sostanziale, compresi gli apprendisti stregoni che li hanno fatti entrare dalla porta principale nelle istituzioni...

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  6. L'ermeneutica delle dimissioni di Fassina ci sarà data dalle elezioni europee di maggio.
    Si legga questo questo sondaggio sulle intenzioni di voto europeo commissionato dal "Nouvel Observateur" in ottobre:

    -Front National 24%

    -UMP 22%

    -Parti Socialiste 19%

    -MODEM-UDF 11%

    -FRONT DE GAUCHE 10%

    -EUROPE ECOLOGIE-LES VERTS 6%

    -AUTRE LISTE 4%

    Se i risultati confermeranno le previsioni, nessuno (anzitutto Fassina) potrà più interpretare le dimissioni di Fassina come un fatto personale.
    -NPA 2%

    -Debout la République 2%

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    1. Questo sondaggio prova (solo) che in Francia il Front national sarebbe il primo partito (e per di più è già esistente....)

      Avere una "comprensione" delle dimissioni in questione a maggio (?!) in esito alle elezioni europee e sui risultanti francesi (magari non solo), ci pare sopravvalutarle un tantinello.
      E trascurarne semmai la portata rispetto all'immediato futuro dei prossimi mesi (su cui si può essere moderatamente pessimisti, beninteso).
      L'Italia non è il centro del sommovimento politico: è solo l'epicentro del maggior impatto distruttivo e della maggior convenienza dei paesi core determinata dall'ostinazione nella moneta unica

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    2. Guarda che era uno scherzo. Intendevo che una vittoria clamorosa del fronte euroscettico - guidato dal FN - alle europee cambierà lo scenario politico anche qui in Italia.

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  7. intanto il liberismo hayekkiano in italia compie un passo avanti , leggo da un'art del blog di grillo , che i docenti che nel 2013 hanno avuto uno scatto di anzianità saranno obbligati a restituire l'emolumento ( tenendosi l'anzianità ) a decorrere dal gennaio 2014 in comode rate mensili del massimo di 150 € ciascuna, si comincia quindi a "segare il pubblico , coloro che ritenevano di godere ancora di una sia pur minima tutela. I sindacti tacciono , renzi straparla , letta e saccomanni tessono l'elogio della loro stabile stabilità e tutto precipita precipitevolissimevolmente . ora il tabù è stato rotto , ora tutti sanno che nessuno è al sicuro. Credo che al prossimo passo avremo anche i dipendenti pubblici fra i forconi. ah non so se sia una bufala ma circola in rete la notizia che la cassazine avrebbe approvato l'inizativa referendaria sulla legge "ordinaria " che introduce la moneta unica , presentata a inizio 2013.....se fosse vero sarebbe clamoroso anche se poi occorre il vaglio della corte cost.

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  8. Caro 48, solo per un grazie: le tue analisi sono sempre profonde e mai banali.Su Fassina vedremo, quanto a Renzi, mi aspetto ( spero) che qualche nodo venga al pettine, fra i suoi sostenitori, quando la smetterà di parlare per slogan e fare battute. Nel frattempo, l'ordoliberismo prepara l'artiglieria pesante (vedi lo spread e relative sceneggiate). Please, resisti.

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    1. @Carla: la storia del referendum mi era stata riferita. Ho persino visto i quesiti proposti e la questione dell'ammissibilità da parte della Corte costituzionale ha aspetti potenzialmente clamorosi (ne ho discusso con Antonio M. Rinaldi). Magari ne parleremo al momento opportuno se la cosa dovesse andare avanti (per ora non mi sento di dover scendere nel dettaglio di ciò che implicherebbe "il rispetto dell'art.75 Cost. e dei vincoli ricavabili in via logico sistematica dalla Costituzione: certo coniderare la legislazione introduttiva dell'euro estranea all'attuazione di vincoli derivanti dal diritto internazionale potrebbe risultare difficile...anche se, ripeto, dei margini esisterebbero pure...).

      @Sconsolata: si resiste e non solo; anzi, l'impressione è di guadagnare terreno, persino.
      Pensa a poco più di un anno fa, e a come certi concetti siano stati inoculati nel discorso "pubblico", fino a divenire patrimonio (abbastanza) "comune", quand'anche coloro che oggi ne fanno uso non sappiano neanche bene (per lo più) da dove sia iniziata la loro diffusione...

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  9. Forse vado un po' OT, ma.... che politica farà, Renzi? Perché oltre alle dichiarazioni di facciata, c'è anche la concretezza dei fatti. Ad esempio, anche secondo un ortodosso come il prof. Manasse privatizzare non sarebbe proprio una bacchetta magica....

    http://paolomanasse.blogspot.it/2013/12/privatizzazioni-e-debito-nelleurozona.html

    Fanno riflettere le conclusioni, che cito testualmente:

    "Le privatizzazioni dovrebbero essere giudicate per i loro meriti: per ridurre il ruolo dello Stato nell'economia, se ed in quanto questo è associato alla corruzione, al finanziamento illecito clientele politiche, alla distorsione della concorrenza, a barriere all'ingresso e inefficienza. Come strumento di "emergenza " volto a migliorare la solvibilità in tempi di crisi, tuttavia, è improbabile che possano essere efficaci. Un paese in crisi ha poche alternative rispetto a un mix di rigore fiscale, ristrutturazione del debito e il deprezzamento reale, eventualmente da realizzare attraverso tagli a stipendi e salari. L'implicazione è che la politica della Troika di condizionare l’assistenza finanziaria alle privatizzazioni è sbagliata e controproducente. "

    E concludo: siamo sicuri che i meriti delle privatizzazioni siano veramente tali? L'espressione "se ed in quanto", fa supporre che lo stesso autore non è poi tanto sicuro dell'equazione spesa pubblica=corruzione, che, quand'anche fosse dimostrata, non postula che la privatizzazione sia una soluzione più efficace rispetto alla moralizzazione della gestione pubblica attraverso il perseguimento capillare dei reati.......

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    1. Persino i liberisti, nelle loro deduttivistiche supposizioni (mai suffragate dal raggiungimento degli obiettivi enunciati..di quelli "veri" invece...) hanno delle condiciones sine qua non; e anche qui, in Italia, siamo ben oltre queste stesse.
      Ma ormai, stiamo navigando nel mare aperto dell'ignoranza economica e per di più non c'è il fatidico nocchiero, ma solo garzoni del droghiere mandati a raccogliere i sospesi...

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