sabato 22 febbraio 2014

IL FEMMINICIDIO- 2

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A legge approvata, giunge da Sofia il secondo capitolo di questa triste vicenda di diritti cosmetici, irta di contraddizioni rivelatrici della consueta ipocrisia che li circonda.

Le problematiche che attengono all’’emergere e l’affermarsi dei “diritti di quarta generazione”, è stato già affrontato in diversi post e anche nel libro Euro e/o Democrazia Costituzionale ed è stato evidenziato come, questi diritti, pur rivelando senza dubbio una lodevole attenzione pubblica verso esigenze spesso importanti e “dolorose” della natura umana, e in precedenza trascurate proprio perché non furono esplicitamente considerate nei modelli costituzionali posteriori alla seconda guerra mondiale, rischiano di spostare l’attenzione dall’equilibrio “principale”, cioè di tipo socio-economico, che le costituzioni stesse si erano preoccupate di garantire. 
Ed infatti, non a caso, in tempi recenti soffrono di una deliberata sovraesposizione, mediatica e anche istituzionale, che si orienta più nella ricerca della visibilità del “dibattito” che di soluzioni effettive che richiederebbero adeguate politiche pubbliche di spesa.  La gestione effettiva del problema dei diritti di quarta generazione, quindi, si presenta oggi col dar luogo a un fenomeno di “cosmesi”, cioè di apparente allargamento della sfera dei diritti che, in realtà, dissimula la disattivazione o la riduzione dei diritti fondamentali costituzionalmente più importanti, cioè quelli del “terzo tipo”. Tra l’altro i diritti della “quarta generazione”, nella sostanza, non sono altro che dirette proiezioni dei diritti “sociali”, e la tutela e la valorizzazione di questi, inevitabilmente determinerebbe la tutela e la salvaguardia anche dei primi.

Tra i vari casi pratici in questo post era stato riportato l’esempio del femminicidio: il disegno di legge, allora, era in fase di approvazione, ma era  sottoposto ad una forte esposizione mediatica ed acclamato come una grande successo del Parlamento che si mostrava sensibile anche a questo genere di problematica.
Nel post si evidenziò chiaramente questa forma di dissimulazione che però merita alcune puntualizzazioni e precisazioni alla luce del testo definitivo di legge ormai entrato in vigore. Stiamo parlando del D.L. 14 agosto 2013, n. 93 convertito in Legge 15 ottobre 2013, n. 119.


Una prima precisazione. Che si intende per femminicidio? Il termine viene fatto risalire (e lo si può appurare anche dalla proposta di legge) alla Convention on the Elimination of All Forms of Discrimination against Women (CEDAW), adottata nel 1979 dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite (una sorta di carta internazionale dei diritti per le donne). 
Secondo l’articolo 1 la discriminazione comprende la violenza di genere, vale a dire, la violenza che è diretta contro le donne in quanto donne, o che colpisce le donne in modo sproporzionato. Vi rientrano le azioni che procurano sofferenze o danni fisici, mentali o sessuali, nonchè la minaccia di tali azioni, la coercizione e la privazione della libertà. 

L’Italia ha ratificato la CEDAW il 10 giugno 1985 e successivamente ha aderito al protocollo opzionale, con cui si è assunta un obbligo ben preciso: adoperarsi affinchè le donne possano in concreto godere dei loro diritti fondamentali. Il che implica per lo Stato l’obbligo di attivarsi per rimuovere le situazioni discriminatorie, non solo attraverso modifiche normative ma anche e soprattutto promuovendo un cambiamento culturale, stabilendo che la libertà di scelta della donna, la sua integrità psico-fisica, sono valori assoluti da riconoscere. 
Ebbene questa Convenzione introduce una prima scriminante tra la violenza di genere sulle donne e i molteplici altri reati che, allo stesso modo, possono essere effettuati in danno delle donne.
La legge che tutti chiamano “LEGGE SUL FEMMINICIDIO”, quindi, dovrebbe avere ad oggetto questo fenomeno. Ma basta leggersi il titolo della legge («Disposizioni urgenti in materia di sicurezza e per il contrasto della violenza di genere, nonche' in tema di protezione civile e di commissariamento delle province» (!)), per rendersi conto che non solo la legge non fornisce una disciplina specifica sul femminicidio (ma sul contrasto alla violenza in generale), ma contiene anche norme che con il femminicidio non c’entrano nulla (tra cui protezione civile e commissariamento province  - che dire, tre materie davvero omogenee!!).

Seconda precisazione. La legge vorrebbe recepire indicazioni provenienti dalla Convenzione del Consiglio d’Europa, stilata ad Istanbul l’11 maggio 2011, concernente la lotta contro la violenza contro le donne e in ambito domestico (ratificata in Italia con un lieve ritardo di DUE anni, il 19.6.2013 e comunque dopo la ratificazione del CEDAW, che, a prima vista, appare comunque una duplicazione superflua).
Ma è interessante vedere cos’è questa Convenzione, perché la farsa, in effetti, inizia proprio da lì.
La convenzione contiene 81 articoli e la struttura dello strumento è basato sulle "quattro P": prevenzione, protezione e sostegno delle vittime, perseguimento dei colpevoli e politiche integrate. 
La convenzione, quindi, al di là di fornire un quadro normativo specifico, integrale sullo specifico tema, chiaro ed esauriente, contiene proclami, disposizioni di principio, indicazioni generali….disposizioni che, riferite ai paesi dell’Europa  (e non dell’Asia, o dell’Africa) che si presumono altamente civilizzati e tutti dotati non solo di specifiche Costituzioni, ma anche di sistemi normativi che certamente reprimono ogni forma di violenza contro donne, uomini o bambini, hanno un senso piuttosto vuoto o limitato.
Tra l’altro, nella Convenzione vi sono molte disposizioni che comporterebbero  investimenti e spesa pubblica: sono state recepite? 
Non pare proprio. Ed in ogni caso non dicono niente di straordinario o  particolarmente innovativo, semplicemente sono una esplicitazione di servizi che dovrebbero già sussistere o ne  suggeriscono il miglioramento (pensiamo alle azioni necessarie per includere nei programmi dei materiali didattici i temi quali la parità tra i sessi, i ruoli di genere non stereotipati, il reciproco rispetto, la soluzione non violenta dei conflitti nei rapporti interpersonali, la violenza contro le donne basata sul genere e il diritto all'integrità personale, appropriati al livello cognitivo degli allievi….). 

Certo è che se la Convenzione di Istambul è un insieme di proclami, certamente non potrà essere diversa la legge nazionale di recepimento.
Viene utilizzato il decreto legge (che dovrebbe essere utilizzato solo per ragioni di urgenza), per quale ragione?
Quale urgenza?  
La ratifica della convenzione è avvenuta con due anni di ritardo, la norma che recepisce i principi della convenzione non aveva alcuna urgenza straordinaria.

O forse era per rispondere ad una falsa urgenza creata dall’informazione mediatica negli ultimi anni o mesi? I giornali  hanno riportato continuamente la notizia (falsa) sull’aumento degli omicidi delle donne.
Ad esempio: LA REPUBBLICA, solo nei mesi di novembre e dicembre 2013 ha riportato 35 articoli su violenza alle donne (e sono solo quelli più letti, ma sicuramente vi saranno anche articoli ritenuti minori sull’argomento). Idem CORRIERE DELLA SERA.  
E prendiamone uno a caso: quello del 25.11.2013. Questo articolo si basa su un  rapporto dell’EURES (portale europeo che si occupa di fornire servizi di informazione, consulenza e assunzione/collocamento ai lavoratori e ai datori di lavoro nonché a tutti i cittadini che desiderano avvalersi del principio della libera circolazione delle persone. Il collegamento di questi servizi con i dati sulla violenza femminile, quindi, che c’entra?), e dice che gli omicidi negli ultimi 20 anni sono aumentati (1 omicidio ogni due giorni per un totale di 2.200). L’articolo aggiunge che La violenza subita dalle donne ogni anno ha un costo economico e sociale di quasi 17 miliardi di euro, l'equivalente di tre manovre finanziarie (dove li prendono questi dati?)…A stimare questo prezzo, altissimo, è l'indagine nazionale "Quanto costa il silenzio?" presentata nei giorni scorsi da Intervita onlus (che fonte è????).
Che il problema sia essenzialmente culturale lo conferma l'esito di uno studio condotto dall'Associazione europea disturbi da attacchi di panico (certo, altra fonte altamente accreditata e scientifica!!!!).
Da notare che i dati a cui si fa riferimento non distinguono tra violenza di genere, presa in riferimento dal CEDAW o dalla Convenzione di Istambul, ed le altre violenze e/o omicidi effettuati in danno delle donne ma per altre cause (pensiamo alla rapina in banca in cui rimane vittima una cliente o un’addetta dello sportello, che con il femminicidio non ha nulla a che fare). Con conseguente impossibilità, quindi, di verificare, in concreto, la reale emergenza che avrebbe giustificato (a quel che si dice) la legge sul femminicidio.

Dati ufficiali seri, invece, ci dicono cose diverse dai giornali. Anche con riferimento a questi dati, ovviamente, occorre fare attenzione (ad esempio con riferimento ad uno degli ultimi report pubblicati dall’OMS che mostrava una situazione drammatica con riferimento agli omicidi delle donne e riportato da tutti i quotidiani, vi rimando a questo link dove si spiega come è stato effettuato lo studio, dubbi e limiti).
In ogni caso:
-         ISTAT, qui i dati,  dice che dal 1991 gli omicidi sono sempre andati a diminuire, sia fra gli uomini che fra le donne, non solo in Italia  dove in vent’anni la riduzione è stata quasi dei tre quarti, ma anche in Europa. I dati mostrano che gli omicidi delle donne diminuiscono in misura minore rispetto a quelli di maschi: ciò è dovuto soprattutto alla flessione degli omicidi di mafia e della criminalità organizzata in genere (per cui sono diminuiti in misura maggiore gli omicidi degli uomini ma di certo non può ricavarsene – e i dati lo confermano – che vi è stato un aumento degli omicidi delle donne).  I dati medi parlano di 0,89 omicidi volontari consumati per 100 mila abitanti nel 2012. I grafici Istat mostrano anche che l’Italia è tra i paesi più sicuri d’Europa, fanno meglio solo Austria, Sloveni  Spagna.
-         EURES-ANSA: sostiene che si uccide sempre di meno in Italia. Gli omicidi sono stati 526 nel 2012. Si tratta del minimo storico degli ultimi 40 anni. Prosegue dunque la tendenza al calo delle uccisioni (-67,8% rispetto al 1990, quando erano state 1.633). Il 30% delle vittime (159) sono donne, dato pressoché immutato rispetto al triennio precedente, nonostante la crescente attenzione mediatica sul femminicidio.
-         Ministero dell’interno, in questa relazione, conferma i dati ISTAT.
-         EUROSTAT, dati qui, conferma i dati Istat, anzi attribuisce un tasso di omicidi ancora inferiore negli anni recenti che si attesta intorno a 0,7 e conferma la posizione dell’Italia rispetto agli altri paesi UE.
-         ONU, dati qui, confermano non solo la diminuzione degli omicidi negli anni, ma anche il dato dello 0,9 nel 2011. Inoltre secondo la Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), da quanto si legge qui:
  1. in Italia il tasso di vittime di omicidi e lesioni colpose sia di uomini che di donne è in lento declino a partire dagli anni settanta;
  2. questo declino è comune alla maggior parte dei paesi europei, con poche eccezioni;
  3. la media in Italia, negli ultimi 20 anni si è mantenuta al di sotto di quella della EU;
  4. il tasso di mortalità violenta per le donne in Italia negli ultimi anni è ampiamente al di sotto di quello degli uomini e si è ridotto anche rispetto agli anni '90;
  5. il tasso di mortalità per le donne in Italia è molto più basso della media delle donne europee, di quanto non sia quello degli uomini, rispetto alla loro media.
Insomma, questi dati mettono in evidenza con sufficiente chiarezza e probabile tasso di veridicità che i dati e le notizie sugli omicidi e la violenza alle donne, probabilmente sono stati falsati o utilizzati in maniera strumentale, e la legge sul “femminicidio” ne è il risultato.
Premesso poi che il nostro ordinamento già contiene (com’è ovvio) norme sull’omicidio, sulla violenza, anche sessuale, sullo stalking, vediamo i contenuti della legge sul FEMMINICIDIO.

La norma modifica diverse disposizioni del codice penale.
1)       È modificato l’art. 61 del c.p.: tra le aggravanti è aggiunta: l’aver commesso il fatto in presenza o in danno di un minore di anni diciotto (prima era 14)  ovvero in danno di persona in stato di gravidanza, ma tale aggravante (in danno di minore di 14 anni) era contenuta nell’art. 572 cp che con questo DL è stata abrogata (hanno tolto la disposizione da una parte e l’hanno messa da un’altra, anche se vi è stato l’innalzamento dell’età da 14 a 18);
2)       La stessa aggravante è stata trasposta nell’ambito dei reati sessuali (vi era quello di aver commesso il fatto nei confronti di minore di 16; con questo DL l’età è stata innalzata a 18; è stata aggiunta l’aggravante per reato di violenza  sessuale se il reato è perpetrato nei confronti di donna in gravidanza, nei confronti di persona della quale il colpevole sia il coniuge, anche separato o divorziato, ovvero colui che alla stessa persona è o è stato legato da relazione affettiva, anche senza convivenza);
3)       viene aumentata la multa per la minaccia  - da 51 a  euro 1.032;
4)       art. 612-bis (stalking): è considerato reato anche se commesso da coniuge anche separato e anche con mezzi informatici ed è prevista la impossibilità di ritiro della denuncia (disposizione che esisteva già – ma che è stata estesa anche allo stalking).

Quanto alle modifiche al codice di procedura penale.

1)       È modificato art. 101: la persona offesa deve essere informata che può avere difensore d’ufficio e patrocinio a spese dello stato;
2)       l’intercettazione telefonica diventa possibile anche in caso di stalking;
3)       aggiunto all’art. 299 altro obbligo di comunicazione su misure coercitive (I provvedimenti di cui ai commi 1 e 2 relativi alle misure previste dagli articoli 282-bis , 282-ter, 283, 284, 285 e 286, applicate nei procedimenti aventi ad oggetto delitti commessi con violenza alla persona, devono essere immediatamente comunicati, a cura della polizia giudiziaria, ai servizi socio-assistenziali e al difensore della persona offesa o, in mancanza di questo, alla persona offesa), nonché sulla  revoca e sostituzione di misure coercitive;
4)              art. 380: l’arresto in flagranza è esteso anche ai delitti di maltrattamenti contro familiari e conviventi e agli atti persecutori;
5)              all’art. 408, aggiunto comma: 3-bis (per i delitti commessi con violenza alla persona, l'avviso della richiesta di archiviazione è notificato dal PM alla persona offesa);
6)              all’art. 415bis è aggiunto altro obbligo di informazione in caso di conclusione delle indagini preliminari.
7)              All’art. 498, aggiunto comma per cui quando si procede per i reati previsti dal comma 4-ter, se la persona offesa e' maggiorenne il giudice assicura che l'esame venga condotto anche tenendo conto della particolare vulnerabilita' della stessa persona offesa, desunta anche dal tipo di reato per cui si procede, e ove ritenuto opportuno, dispone, a richiesta della persona offesa o del suo difensore, l'adozione di modalità “protette".

Sulla Violenza domestica la legge prevede:
1) all’art. 3, che nei casi in cui alle forze dell'ordine sia segnalato, ( in forma non anonima), un fatto che debba ritenersi nell'ambito di violenza domestica, il questore procede  all'ammonimento dell'autore del fatto. Si applicano, in quanto compatibili, le disposizioni dell'articolo 8, commi 1 e 2, del decreto legge 23 febbraio 2009, n. 11 (che attiene all’istituto dell’ammonimento che, infatti, esisteva già), e può aversi la sospensione della patente di guida per un periodo da uno a tre mesi (ma se per esigenze lavorative non è possibile, tale misura non si applica!);
2) che il Ministero elabori stime su questi reati;
3) che i dati di chi segnala il reato, ai fini dell’ammonimento, non siano resi pubblici e al soggetto ammonito siano comunicati  i dati relativi a centri di assistenza psicologica o altro;
4) se le violenze sono perpetrate a uno straniero, il questore rilascia il permesso di soggiorno per sottrarsi alle violenze.

Altre disposizioni:
·      il ministro per le pari opportunità redige un Piano d'azione straordinario contro la violenza sessuale e di genere (scopo: prevenire, sensibilizzare, formazione personale della scuola, potenziare forme di assistenza con centri antiviolenza, garantire la formazione di tutte le professionalita' che entrano in contatto con fatti di violenza, reinserimento di vittime di violenza).
·    Il Ministro delegato per le pari opportunità' trasmette annualmente alle Camere una relazione sull'attuazione del Piano.
·      Per il finanziamento del Piano, (e qui viene il bello), il Fondo per le politiche relative ai diritti e alle pari opportunità' e' incrementato di 10 milioni di euro per l'anno 2013. 
  Al relativo onere si provvede mediante corrispondente riduzione dell'autorizzazione di spesa di cui all'articolo 61, comma 22, del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112. Attenzione! Quest’ultima norma è quella che autorizzava la spesa per assunzioni in deroga, nelle forze di polizia per la lotta al crimine. Che è poi la forma più immediata ed efficace di prevenzione anche, e specialmente dei reati di "violenza", minata invece, negli ultimi anni, da tagli di personale, mezzi (anche i più minimi) e addestramento!!.
·      All'attuazione delle disposizioni contenute nel presente articolo si provvede mediante l'utilizzo delle risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente, senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica.  Anche al finanziamento delle case famiglia si provvede per il 2013 con 10 milioni di euro - tagliati però sempre dalle assunzioni delle forze di polizia-; per il 2014 con 7 milioni e per il 2015 con 10 milioni (presi dal Fondo per gli interventi strutturali di politica economica –Ispe-, una sorta di bancomat del Tesoro a cui si attinge per qualunque cosa).
·      Il DL, infine, specifica da chi sono o possono essere promosse le case violenza e aggiunge che queste devono cooperare con strutture territoriali e sanitarie esistenti e che la formazione delle figure professionali dei centri antiviolenza e delle case-rifugio deve promuovere un approccio integrato alle fenomenologie della violenza (ma pensa un pò!!). Il tutto sa di duplicazione di strutture rispetto a quelle che dovrebbe apprestare il servizio sanitario pubblico, se non fosse soggetto, a sua volta, a tagli di personale e di "posti letto": cioè di professionalità e spazi che, normalmente, dovrebbero essere orientati a scopi sanitari, cioè di tutela della salute ai sensi dell'art.32 Cost., come quelli del recupero non solo fisico ma psicologico delle vittime di violenza. Dimenticandosi, sempre di più e contraddittoriamente, che dietro ogni forma di disagio psichico si presenta una storia di violenza e sofferenza familiare.

Questa meravigliosa e fondamentale legge sul FEMMINICIDIO contiene, infine, altre norme che con la violenza alle donne non hanno nulla a che fare, né presentano alcun carattere di omogeneità con la materia trattata prima. Queste norme attengono:
- all'integrale utilizzo delle risorse dell'Unione europea relative al Programma operativo nazionale «Sicurezza per lo Sviluppo - Obiettivo Convergenza 2007-2013 (con cui sostanzialmente il Governo trova il modo di destinare risorse a seguito dell’immigrazione a Lampedusa);
- alle aree soggette a riqualificazione ambientale e recupero aree industriali;
-ad operazioni congiunte nell'ambito di accordi internazionali di polizia (regole su agenti della CE che operano sul territorio nazionale);
- all’aumento di pene per furti di  rame nelle ferrovie;
- alla frode informatica commessa con sostituzione d'identita' digitale;
- all’adeguamento dei requisiti essenziali di sicurezza degli articoli pirotecnici;
- alla protezione civile (e sulla uniforme/vestiario della protezione civile);
- al potenziamento vigili del fuoco;
- alla destinazione di 1 milione di euro, per attivita' di progettazione preliminare di interventi pilota per la realizzazione di interventi per la valorizzazione e la salvaguardia dell'ambiente e per la promozione dell'uso delle energie alternative;
- alla  Proroga del commissariamento delle Province al 30 giugno 2014  
(ed eccoci, qua! Quest'ultima disposizione, sì che in fondo giustifica l’urgenza di provvedere con decreto legge! Solo che chi glielo andava a dire agli italiani di un’altra proroga! Meglio  camuffare tutto con un bel diritto cosmetico, a quello abboccano sempre tutti!!).


11 commenti:

  1. Purtroppo ci sono persone che hanno costruito la loro carriera politica su questa, come su altre, false emergenze; altre ancora hanno trasformato la difesa dei diritti delle donne in un mestiere e, dunque, puntano tutto sulla concessione di finanziamenti da parte del Parlamento.
    Non di rado sono le stesse persone che manifestano per l'amnistia ai poveri detenuti (con l'ovvia eccezione di chi è dentro per avere dato uno sganassone alla moglie fedifraga...).
    E poi uno dice che il nostro sistema sanzionatorio sta perdendo coerenza...
    Aridatece Zanardelli (o anche Rocco...)!!!
    Cordialità,
    Le Baron de Cantel

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    1. in effetti una delle prime impressioni che ho avuto leggendo articolo per articolo la legge è stata proprio questa, ossia che, oltre ad utilizzare (soprattutto nella misura in cui lo fanno distorcendo dati e statistiche) la stessa allo scopo di distogliere l'attenzione dalla reale tutela di diritti fondamentali, la utilizzano per meglio incanalare risorse finanziarie(in particolare sulla formazione, nelle scuole e del personale che gestisce le vittime di violenza). Quindi da un lato tolgono risorse finanziarie destinate alle assunzione delle forze dell'ordine per fare formazione alle forze dell'ordine che non possono assumere o a quello già assunto (che, si presume, dovrebbe essere già formato sulle modalità di approccio e gestione delle vittime), dall'altro la legge si presta a giustificare la destinazione di fondi (tipo quelli comunitari) alla formazione sul femminicidio che invece potrebbero essere destinati ad altri servizi.

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  2. Cara Sofia, grazie per le tue preziose osservazioni! Che tristezza vedere come noi donne siamo utilizzate per meri fini politici e, come a volte accade, ne siamo complici!!. Oggi ho seguito il giuramento del nuovo governo, con le giovani ministro in prima fila, stordite e impacciate nelle loro fresche pettinature. Abbiamo anche la "fortuna" di averla all'ottavo mese di gravidanza, che presto, dunque, lascerà il suo posto ad altri (salvo rientrare al più presto, come la Gelmini, osservando dell'inutilità del congedo post parto!!!) Le risposte alle interviste? Giri di parole, al solito, per nn dire nulla. Il ministro degli esteri, altra donna, nn ha voluto rilasciare nessuna dichiarazione ( cosa avrebbe potuto rispondere, per esempio, su i marò?? meglio scappare!!) Ma Renzi e la sua squadra. nn doveva essere il nuovo, il diverso??!!! Ecco che, allora, anche queste NUOVE donne, rientrano nel fenomeno di cosmesi, da te ben evidenziato! Per dirla con le parole di Bagnai dal suo blog:" Fino a che però le cose andranno come stanno andando, il problema non sarà cosa vuole fare chi va al governo, perché una volta arrivato lì non avrà scelta. Il problema sarà perché ci vuole andare. Queste però sono scelte personali, che nessuno di noi può sindacare".

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    1. Indubbiamente il "perchè" voglia andare al governo è un problema: ma lo è, ancor più, il determinante aspetto del quadro cognitivo-professionale in base al quale ha formulato questo "perchè".
      E' un problema, come su suol dire, di merito: in base a quali esperienze professionali e conoscenze operative, e con quali esiti pregressi (parliamo di efficacia legittimante) si può formare la motivazione di un Padoan o di una Madia ad andare a ricoprire quella specifica responsabilità ministeriale?
      La risposta oggettivamente ritrabile è in ogni caso inquietante. Per i valori costituzionali che sarebbero chiamati a realizzare come primo dovere (enunciato nel giuramento)...

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    2. A me neppure sembra che le donne vengano utilizzate per fini politici, ma più che altro che gli slogan sulle donne e sul femminicidio vengano utilizzati come una sorta di calmierante, un distrattore di coscienze, di specchietto per le allodole e le nuove ministre sono sicuramente complici in questa operazione di distrazione di massa. Quanto poi alla penosa frase sull'inutilità del congedo di maternità, frasi di quel tipo possono venire solo da chi non si dove confrontare con i problemi dello stipendio insufficiente a pagare la baby sitter o a trovare posto negli asili nido pubblici insufficienti (o insussistenti), ma su queste tematiche 48 ha scritto post bellissimi tipo questo http://orizzonte48.blogspot.it/2013/05/le-mamme-gli-investitori-esteri-e-la.html
      o questo http://orizzonte48.blogspot.it/2013/05/continua-le-donne-e-la-guerra-delleuro.html
      Queste donne non sono il NUOVO, non lo sono affatto, sono peggio, e ne abbiamo già avuto la certezza ascoltando i comizi della Boschi ignorantemente (almeno questa è la mia impressione, ma il che è ancora più grave) asservita al sistema. Anzi sono state accuratamente scelte proprio per questo. Quelle che si occupano veramente delle vittime di violenza, che conoscono perfettamente come funziona il sistema e di cosa ci sarebbe bisogno, quelle che decidono di dedicare la loro vita agli altri prima che a se stesse e ai propri tornaconti personali, stai certa, ad occupare la poltrona di un ministero, probabilmente, non la vedremo mai.

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  3. Nel 2013 siamo scesi al minimo storico.....presentato come massimo! http://www.vanityfair.it/news/italia/13/12/20/femminicidio-2013-dati-vittime

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    1. vedi, proprio l'articolo da te citatato, riporta come primo esempio di femminicidio, quello di una ragazza suicida a causa di episodi di bullismo: un tipico esempio di distorsione dei dati sulla morte delle donne che con il femminicidio hanno poco a che fare. Ma hai ragione, tra le centinaia di articoli scritti sul tema, quasi tutti hanno ne hanno parlato come di un fenomeno in peggioramento per scatenare l'allarme. Ma nessuno di questi articoli riporta un solo grafico o la semplice illustrazione dei numeri rapportati rispetto a quelli di anni precedenti. Molto spesso richiamano pure statistiche dell'ISTAT o dell'OCSE senza riportare quanto tali enti illustrano rispetto ai dati raccolti.

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  4. Mi rendo conto che è inelegante citarsi, ma mi pare utile riprodurre qui la segnalazione di un grappolo di link sull'importanza di politiche attive, di lavoro e welfare, per prevenire e combattere la violenza di genere, che avevo raccolto in seguito a una ricerchina fatta tempo fa.
    Mi pare che questa storia del femminicidio sia la versione "de sinistra" del penal populism: anziché coll'immigrato, il tossico, lo zingaro ce la prendiamo col razzista, il femminicida, l'omofobo, nell'ambito di una prospettiva che comunque confina lo Stato a una dimensione puramente reattiva, come direbbe Damaska, cioè quella di "guardiano notturno" della tradizione liberista. L'espressione che, utilizzata in senso sarcastico, risale a Lasalle, era rivendicata orgogliosamente da von Mises (Liberalism, Cobden Press, San Francisco, 2002, pag. 37), a cui in effetti, come d'altra parte a tutti i liberisti, dell'emancipazione femminile (come quella di chiunque che non sia già empancipato da sé) non importava assolutamente nulla (la preoccupazione che nel rapporto fra i sessi venga meno la costrizione delle "social and economic conditions" mi ricorda qualcuno...).

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    1. Ottimo condensato che esprime la funzione "simmetrica inversa" dei diritti cosmetici

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  5. il tema dell'emergenza donne, è un tema un po più ampio, è qualcosa di più che uno dei tanti temi "cosmetici", le proporzioni della propaganda antimaschile (scusate se la chiamo col suo nome) infatti suggeriscono un interesse occulto più specifico rispetto ad un generico "sviamento dai reali problemi". per esempio: quando tutti i media hanno diffuso l'incredibile notizia che la violenza maschile era la prima causa di morte delle donne (più del cancro, o degli incidenti stradali), mi riesce difficile pensare che non ci sia un altro piccione, (oltre allo "sviamento") a portata di fava. secondo lei sono complottista?. con gratitudine (per l'opera di divulgazione). e mi scuso per il fuori/tema.

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    1. http://orizzonte48.blogspot.it/2014/02/il-femminicidio-2.html

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