domenica 16 febbraio 2014

IL VASO DI COCCIO COSTITUZIONE (DEMOCRATICA DEL 1948). Frattali: la "partita in progressione"...



In attesa di una più chiara evoluzione della situazione, ci pare interessante segnalarvi questo articolo di Raffone, sul "Sussidiario.net", che pragmaticamente, e senza troppe analisi "giurisprudenziali", parte dal presupposto che già ora la Corte tedesca, avendo esplicitamente affermato sul proprio versante l'applicabilità della Lissabon Urteil doctrine all'OMT, ha già tirato fuori la Germania dal vincolo europeo, anche quand'anche la CGUE lo dichiarasse conforme all'art.123 (e a gli artt.124 e 125 TFUE). Quindi: qualora essa - OMT- si manifestasse in una qualsiasi "azione", la Germania vi parteciperebbe solo previa approvazione del Bundestag (in base al prevalere della norma costituzionale interna sulla "determinazione" dell'istituzione UE).
La conseguenza, come leggerete tra le righe, è quella di una "non svalutazione" dell'euro rispetto al dollaro. Cioè un compromesso, tra le righe, che la Germania è disposta a fare per proseguire utilmente il drang nach ost.
Quello che è interessantissimo, in chiave frattalica è l'assunto che l'Italia cerchi ora, in tutta fretta, un assetto di vertice istituzionale che faccia in qualche modo contenti sia i tedeschi (Prodi) che gli USA (Renzi), almeno per quanto è dato di intuire fra le righe del pezzo. 
Letta avrebbe contrariato i secondi (tra l'altro, but not only, col non possumus sulla bad bank italiana), mentre Renzi, specie con il Job Act, e lo svuotamento delle tutele pensionistiche del sistema pubblico, garantirebbe l'assetto conforme all'avanzamento dei negoziati Ttip (l'accordo di libero scambio USA-UE).
Sono tutti temi su cui avremo modo di tornare.
La prospettiva che ci fornisce l'articolo è quella di un "compromesso" di assetto politico- istituzionale che dia l'impressione che l'Italia assecondi entrambi i contendenti, affrancandosi, (rigorosamente) a metà, da una linea "esclusivamente" filogermanica (rischiando di contrariarli entrambi: ma la speranza, evidentemente, è quella che, nel frattempo, uno soltanto ne esca vincitore e si possa, poi, compattamente dichiarare di essere stati dalla sua parte...altra reminiscenza dejavu). 
Un vecchio atteggiamento che portò al 25 luglio (con la necessaria rimozione del "vertice" che si connotasse per il fronte perdente) e poi all'8 settembre.
Intanto possiamo dire (ma anche su questo si tornerà) che la Germania non ha realisticamente alcun interesse a "uscire" dall'euro (la sua "dote" nel commercio mondiale drang nach ost), quanto, piuttosto può puntare a tirare tatticamete la corda per costringere "altri" a farlo

 
Se mai avessero il coraggio (oligarchico nazionale) di farlo; cosa molto improbabile - e su questo puntano anche gli stessi tedeschi per tenere aperta la difficile partita "mondiale"- visto che l'euro stesso è il presupposto emergenziale continuo, badate bene, per fare le riforme strutturali gradite "anche" agli USA in prospettiva Ttip.
Il che ci indurrebbe a pensare "siamo fritti!", almeno come democrazia costituzionale...basterà infatti accelerare le riforme costituzionali, che a questo punto diventano una partita in progressione: dall'aspetto "istituzionale-deliberante" (monocameralismo e legge elettorale per maggioranze "stabili") a quello successivo abrogatore-manipolatore, dei principi fondamentali dello Stato sociale, consentito da un assetto deliberativo più snello ed "efficiente"
Insomma, nel nome della logora parola d'ordine della "governabilità" si punta al "bersaglio grosso" indicato da JP Morgan e Wall Street Journal.

Ecco i passaggi salienti dell'articolo linkato:

"...I problemi sorgeranno (a seguito della già assunta posizione della Corte tedesca, ndr.) per i governi che dovessero trovarsi in difficoltà con i titoli di debito. Dovranno sottoporsi alle “cure” della Troika, attivando gli strumenti “di salvataggio” (Esm; Efsf) accettabili dal Bundestag. È chiaro che la questione è eminentemente politica: da un lato, la Bce di Draghi ha ancora il “bazooka”, ma nella realtà può solo annunciarne l’uso che senza l’accordo politico del Bundestag è escluso; dall’altro, il Bundestag difficilmente accetterà qualsiasi forma di bailout ex ante (Omt). Quanto alla sentenza della Corte europea, sarà difficile che essa si schieri contro la Bce sull’Omt, lasciando quindi alla politica la responsabilità sulla sua eventuale attivazione.
Il fatto che finora non sia salito lo spread sui titoli di debito dei periferici potrebbe essere interpretato come un atto di speculazione “politica” dei mercati che, come la Corte tedesca, fanno finta di credere alle parole di Draghi perché sanno che al momento giusto potranno far man bassa nei paesi in difficoltà. Infatti, la “non-decisione” sull’Omt è un chiaro segnale di sfiducia per il presidente della Bce, Mario Draghi. Come evolverà lo scontro politico tra la Bce di Draghi e il Bundestag dipenderà anche dagli equilibri che si verranno a determinare nella politica interna tedesca, e in quella europea, dopo le elezioni europee del maggio 2014.


...A questa situazione si deve aggiungere che nel campo finanziario europeo la frattura tra i due sistemi di valorizzazione borsistica, Ice-Nyse-Euronext e Deutsche Borse-Clearstream [2], si traduce in una divergenza strategica: l’una euratlantica, con perno a Londra e New York; l’altra, eurasiatica, con perno a Francoforte, Singapore e Shanghai.
È noto che l’americana Ice vorrebbe consolidare in area dollaro i valori reali del suo sistema borsistico, mettendo sul mercato l’enorme massa di derivati finanziari (prevalentemente di origine energetica e monetaria) che Londra sarebbe pronta ad acquistare. Questo spiegherebbe il dichiarato interesse britannico sul modello di “Unione bancaria europea” e su quello della costituzione delle “bad banks”, e le frizioni appena celate tra Londra e Berlino su queste materie

D’altra parte, è noto che la Germania e la Russia hanno una consolidata “relazione speciale”, non solo energetica, che presuppone da un lato il mantenimento della “dote tedesca”, il mercato unico europeo, e dall’altro la supervalutazione dell’euro a spese dei paesi periferici ma a vantaggio dell’intermediario, la Germania, nel commercio mondiale...
Su tutto ciò si inseriscono gli interessi americani che non si fidano dell’Unione europea, ma temono che una Germania troppo forte si incunei nell’equilibrio strategico globale, particolarmente con Russia e Cina. La crisi ucraina e le velate tensioni tra Usa e Russia rischiano di riproporre una “nuova Guerra fredda” che avrebbe lo scopo di mitigare l’autonomia strategica tedesca che il 2 febbraio era stata invece rilanciata dal presidente federale Joachim Gauck nel suo discorso alla conferenza sulla sicurezza di Monaco di Baviera.
Intanto, di ritorno da Sochi, il 9 febbraio Enrico Letta aveva dichiarato di bocciare la proposta “europea” (cioè anglosassone) di costituire una “bad bank nazionale”, perché avrebbe avuto riflessi sul rating dell’Italia. Nel giro di una settimana, il governo Letta è stato indecorosamente “licenziato” dalle “smisurate ambizioni” del Pd a guida di Matteo Renzi. Le “ambizioni” di Matteo Renzi sono commensurate al contesto che abbiamo appena descritto?
... Sarebbe interessante capire se la fine del governo di Enrico Letta si debba cercare tra i sostenitori di Matteo Renzi per il posto di primo ministro e di Romano Prodi per quello di presidente della Repubblica, invece che nelle combriccole squattrinate nazionali. La scelta di sostituire il governo Letta, piuttosto che a “smisurate ambizioni” nazionali potrebbe rispondere a filiere di interessi euratlantici ed eurasiatici. La doppietta Renzi-Prodi soddisferebbe entrambi.
Se così fosse si dovrebbe inserire questo scenario nel quadro più ampio dei dissapori tra Usa e Germania, particolarmente in merito alle politiche di rilancio dell’economia. 
Mentre alacremente si firmano capitoli del documento Ttip (Transatlantic Trade and Investement Partnership) sia a livello (segreto) dell’Ue, sia a livelli nazionali, il presidente Obama in visita in Europa a fine marzo ha bisogno di tornare a casa con qualcosa di concreto
Oltre alle firme in calce al trattato di libero scambio, quel che interessa di più è il consolidamento dei valori borsistici dell’Ice-Nyse-Euronext a sostegno della “ripresa” economica americana e il mantenimento del cambio valutario favorevole alle esportazioni in dollari. Come abbiamo visto sopra, Londra ha interesse a che la cosa passi in modo da recuperare tutto il lucrativo mercato europeo dei derivati. La Germania, con la decisione sull’Omt, ha dato il segnale di essere aperta a trovare un compromesso utile per tutti.
Se questo scenario troverà conferme nei prossimi giorni, resta comunque da chiarire quale sia stato e qual è il ruolo del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Certo è che se un peso massimo del giornalismo anglo-americano, Alain Friedman, è intervenuto proprio in questi giorni negli affari italiani non è casuale. Elkann e Marchionne lo avevano già capito e così prudentemente hanno deciso di migrare in “giurisdizioni” più favorevoli ai loro interessi, con buona pace della Cgil, della Fiom, del Pd e del governo italiano.
Un dubbio mi perseguita: Matteo Renzi è consapevole delle conseguenze di quel che sta facendo? Invece, sono quasi certo che il maltrattato Enrico Letta si sia già amaramente pentito di aver dichiarato la sua contrarietà alla creazione della “bad bank” come era stato richiesto dai poteri forti di Londra. Una svista o un errore patriottico?

23 commenti:

  1. epperò se è questo lo scenario bisogna che gli USA mettano sul piatto anche qualcosa per allentare la morsa. cioè vogliono il trattato di libero scambio e in più tenere il cambio fisso a come è ora? non penso, oltre alle aziende di Stato le cui nomine dirigenziali si rifanno tra poco, che possano ottenere molto altro in recessione perpetua.

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    1. Ma infatti, questo spiega l'ipotesi di alleggerimento delle aliquote IRPEF e di riduzioni IRAP ventilate per ridare fiato a redditi e profitti e sfruttare la ripresa: cioè la mera fine della recessione mentre si realizza la deflazione salariale. Cioè la successiva ripresa dell'occupazione su livelli retributivi più bassi (e con buona pace di Brancaccio che associa questo effetto, attualmente accelerato, solo alla uscita dall'euro).

      Il problema è che nè gli ordoliberisti UEM nè i manistream-neo-keyesiani (nella migliore delle ipotesi) USA ammettono gli effetti recessivi del finanziamento di ciò con tagli della spesa sociale (e corrente, cioè riforma pensioni, ennesima+spending review amplificata)

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    2. ma appunto. cioè gli USA sono veramente ancora fermi a questa strategia? cioè al di là delle prospettive in termini di democrazia reale (che sono importantissime) ma proprio questi pensano di mantenere un mercato esterno attivo deflazionandoci? pensano davvero che il lavoratore italiano deflazionato ma liberato da questa pressione fiscale riverserà i propri risparmi nel circuito?

      se è così i casi sono due: o mettono in conto molti anni di recessione-stagnazione prima di farci abituare a indebitarci come gli americani per sostenere l'economia (cosa verso cui gli italiani sono culturamente più diffidenti) prima del prossimo crollo sui mutui...oppure stanno facendo male i conti e c'è da sperare se ne rendano conto prima piuttosto che dopo.

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    3. Purtroppo non ci arrivano. La stessa parabola di Obama dimostra che ancora credono nel crowding-out, nella flessiblità e nella bassa inflazione, affidandosi nelle politiche espansive alla sola manovra monetaria.
      Purtroppo, come dice Krugman, siamo in una specie di Medioevo dell'economia, dove i principi più attendibili e affidabili non sono neanche più compresi (e come nel Medio Evo in nome di una teologia dei mercati finanziari).
      Ma ti pare normale che la "teoria della decisione pubblica" e la expertise di analisti finanziari sostituisca gli economisti politici e gli studiosi di teoria generale dello Stato nel formulare il modello sociale da imporre, per di più con leggi i cui presupposti sono l'apparente scoperta dell'acqua calda senza neanche sapere come riscaldarla?

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  2. Ma come? Non sai che abbiamo già una nuova Costituzione? Ma dov'eri durante l'appassionato dibattito per il nuovo patto sociale?

    Ancora con queste rigide ed antiquate sacialdemocrazie! Con sti partiti dell'800! Basta finanziamento ai partiti corrotti! Ha ragione Grilleggio!!

    NOI abbiamo i Valori e i Principi, non come i Calamandrei e i Mortati!

    Siete troppo corrotti, quindi poco meritocratici, quindi poco competitivi, quindi poco liberi e quindi... infelici.

    Notare che è la "legge ad essere sovrana", non il popolo.

    Ma di perle ce ne sono veramente tante... si sconsiglia la lettura dopo i pasti.

    «La risorsa umana viene qui valorizzata» und «Arbeit macht frei» - Roma, 2014


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    1. In effetti quello che colpisce è la "raffinatezza" e la profonda conoscenza dei meccanismi istituzionali e della stessa "utilità" non stimabile pecuniariamente (ma comunque incidente sul PIL) dell'apparato pubblico.
      Si tratta di un programma scritto da persone che appena appena masticano ciò che teorizza il diritto amministrativo USA.
      E, altrettanto, presuppone, come immancabilmente prevede il post, un radicale stravolgimento della Costituzione dei suoi fondamentali principi di valore e organizzativi.
      L'impoverimento generale in nome di una meritocrazia modellata sulle (mai verificate) carriere dei fichetti della finanza speculativa, da porre all'apice della piramide, è una sicurezza.
      Ma poichè la maggioranza dei piddini "in love" non se ne rende conto, ne pagheremo tutti le conseguenze. Ma anche loro...e quando si tiroveranno con culo per terra sarà troppo tardi.
      E pensare che fa parte della loro cultura pop "in automatico" sparlare degli USA: "hai mai provato ad ammalarti in America?"
      Ecco ora potranno sperimentarlo pure in Italia senza spendere i soldi del viaggetto (magari a carico della giunta di appartentenza). Ma con grande attenzione ai "diritti della persona"....Vuoi mettere?

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  3. Basta la diagnosi a (s)qualificarli:

    "I problemi dell’Italia sono quelli tipici di un’azienda o una famiglia".

    Povera patria


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    1. Sì quello è l'esordio niente affatto rassicurante...o meglio che ci dà a sicurezza che il "luogocomunismo" più becero è finalmente giunto al potere.
      Naturalmente paludato di master in finance-vattelapesca (o a pija' ndercucco) in qualche universitas del mainstream USA, elemento di "merito" assolutamente significativo; insomma si tratta di gente che poi, per lavorare (si fa per dire), ha giocato con numerini, sbagliando regolarmente tutti i calcoli, sulla pelle degli altri o direttamente sul portafoglio degli altri.
      E di fallimento di calcolo in fallimento, ha preso pure lauti premi, confermando l'idea che l'importante è il metodo, non il risultato. Se questo non "torna" è regolarmente colpa degli zotici che non si sono comportati come operatori razionali...their way, of course

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  4. Debbo ammettere di essere un po' confuso. Mi permetto una serie di domande:

    a) La figura di Napolitano, non era sufficientemente filo-tedesca? Al contrario, il suo erede, Prodi, si starebbe attestando su posizione critiche (vedi recente studio di nomisma e ipotesi di "triplici" franco-italo-spagnole....);
    b) La figura di Renzi, apparentemente sembra addirittura meno progressista di quella di Letta. Renzi vede la spesa pubblica e lo stato sociale come nemici assoluti; la "competitività" guadagnata via spending review era sollecitata anche dai filo-tedeschi.

    Sembra un cambiamento molto gattopardiano. Alla fine, i principi cardine della politica italiana rimangono sempre quelli: attacco allo stato sociale, privatizzazione/svendita di quel poco che ancora rimane dei "gioielli di famiglia", deflazione salariale, involuzione in chiave semi-autoritaria della forma di Governo. Che questo sia fatto in funzione di diventare una futura "fabbrica cacciavite" in area tedesca o per uniformarsi al modello americano, poco conterebbe, in sostanza......
    Ma a quel punto, il ragionamento di Luca non fa una piega. Siamo fritti......

    A meno che non ci sia qualcosa che mi sfugga.......

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    1. A tale apparente "stranezza" avevo pensato anche io, naturalmente.
      Il fatto è che gli ordoliberisti italici (che non sanno di esserlo se non in minima parte: ci vuole troppa cultura), sono stati finora preoccupati della loro origine geneticamente posta a sinistra.

      Quindi, alla fine, sono stati considerati troppo esitanti e non abbastanza efficienti.
      E, tra l'altro, dovevano preoccuparsi pure di distinguersi dagli spaghetti tea-party berluscoidi.

      Con von Renziek tutto questo viene meno e alla grande.
      Di conseguenza, si passa a soggetti che, allo stato puro, possono vantare la non commistione con la origine dell'ex-PCI (di qualunque grado) e divenire un fronte INTERNO unico di ordoliberisti, sia filo-USA che filotedesco, ma caratterizzato dall'AVERE LE MANI LIBERE RISPETTO ALL'OBIETTIVO DEL LAVORO COME MERCE E ALLA CONCENTRAZIONE DELLA RICCHEZZA VERSO IL 3% (per ora).
      Poi, ciò non toglie che per motivi geopolitici, allo stato irrisolti, occorra anche soddisfare simultaneamente e per quanto possibile, e istanze dell'interesse nazionale, NON COINCIDENTE, di entrambe le superpotenze poste in RAPPORTI DI FORZA tali da convergere, come teoria socio-economica, nell'imporre l'ordoliberismo, ma tali da divaricarsi quando si tratta di perseguire le modalità, appunto geo-politiche, del rispettivo interesse egemonico nazionalistico.

      Cioè: non dimentichiamo che sempre di colonialismo si tratta, quando parliamo di ordoliberismo IN AMBIENTE LIBEROSCAMBISTA; e che il colonialismo ha sempre bisogo della COMPLICITA' DECISIVA DELLE ELITES LOCALI. Le nostre, sfruttano un momento di eccezionale favore per accelerare sull'ordoliberismo, a non di meno incerto circa il padrone a cui assoggettasi in quanto colonia.
      E possono farlo essendo ESAURITA LA NECESSITA' ORIGINARIA DI UTILIZZARE IL PARTITO "PROGRESSISTA" CAPACE DI FAR ACCETTARE "DA SINISTRA" gli approcci iniziali dell'ordoliberismo.


      Insomma, oggi emerge un COMPROMESSO INTERMEDIO tra le due potenze CHE PONE DA PARTE LA VECCHIA ESIGENZA DELLA GRADUALITA' (e infatti o non ci fanno votare o ci faranno votare con una legge "peculiare"): INTANTO SI REALIZZI LA COLONIZZAZIONE ORDOLIBERISTA, E SIMULTANEAMENTE SI DIFENDA PURE L'EURO,
      MA QUESTO VIENE IN RILIEVO SOLO COME STRUMENTO UTILE E NON PIU' COME FINE ASSOLUTO: in un certo senso ora più che mai; su questo aspetto si instaura una NUOVA FLESSIBILITA', essendosi finalmente BUTTATA GIU' LA MASCHERA, CI CI CURA DELL'OBIETTIVO "PURO".
      Ma esso (OBIETTIVO), ovviamente molto neo-con, ridiviene NEUTRO se collocato SUL PIANO GEOPOLITICO (degli interessi nazionali delle superpotenze), e alternativamente piegabile all'interesse concreto della potenza che prevarrà.

      MI sono spiegato?
      Ciò non esclude neppure un "certo recupero" di alcune forme istituzionali precedenti, come ho più volte espresso, purchè funzionali all'obiettivo principale. Persino la futura possibile rimessa in contestazione dell'euro nella forma attuale o ad es; della BC "pura"...

      E grazie per la domanda, che anticipa le precisazioni che avrei fatto in apposito post (consentendomi di focalizzare meglio) :-)

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    2. E allora si ritorna allo scenario della mera lotta interna al regime. In sostanza, l'unico dato certo è il commissariamento -all'interno del PD- della componente ex-pci in favore di quella.democristiana, riciclatasi all'insegna dell'ordoliberismo. Insomma, mi par di capire che "quelli col grembiule.rosso" non servono più. E quindi vengono commissariati. La base, è sufficientemente rimbecillita e/o inibita dai meccanismi burocratici interni al partito (come spiegato da Giannulli), ed il.gioco è fatto.....

      Mala tempora currunt......

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  5. Derivati? Gli americani non si muovono ancora per staccare la spina all'euro, perche' vogliono prima appiopparci il trattato di libero scambio, una congrua quota parte di derivati ed altre porcherie simili. Ho inteso bene? Non mi e' inoltre molto chiaro il ruolo del Prodone, perche' sarebbe verso i tedeschi? sembrerebbe ancora che si agiti contro di loro http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2014-02-15/prodi-non-so-se-italia-e-pronta-presiedere-semestre-ue-195040.shtml?uuid=ABvWirw
    da un po' di tempo fa dichiarazioni interessanti, non e' che mi aspetti niente di buono eh, pero'....

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    1. Si agita contro i tedeschi ma sempre per "salvare" euro e europa, cioè l'originaria versione dell'ordoliberismo affrancata, finalmente, dalla facciata dell'essere-de-sinistra.
      Per il resto ti rinvio alla risposta a Lorenzo....

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  6. Ciao 48, sarò matta e visionaria, ma da qualche giorno, dopo essermi ricordata di quest'articolo scritto da
    Prodi nel 2009 mi "danza" in testa (procurandomi un po' di fastidi:-) un pensiero molto molesto: non è che si stia preparando l'uscita dall'€, per poi predisporre, qualche annetto dopo, il tempo di fare le riforme, pardon: le controriforme, di completare anche gli accordi del Ttip e di simulare una falsa ripresa, il trionfale ingresso in una moneta unica mondiale che tanto utile sarebbe all'accordo di libero-scambio UE-USA? Ormai mi è chiaro che per questa cricca di fanatici dello Stato minimo von Hayek, le dosi di liberismo non sono mai abbastanza! La cosa più tragicomica, è che conosco piddini che nel contempo sostengono R€nzi e svolgono anche ruoli sindacali nella CGIL illudendosi di difendere i diritti dei lavoratori!?
    In fin dei conti siamo usciti a pezzi dallo SME che era il precursore dell'€, abbiamo rivalutato la lira qualche anno dopo per poi rientrare nel '99 nell'aggancio valutario con l'€...e sempre aumentando ogni volta le dosi di veleno per noi letali, utilizzando la strategia della gradualità, a quanto pare un classico dell'ordoliberismo....

    Ecco cosa diceva Prodi nell'articolo del 2009:

    "Ci vorrà ancora tempo perché si possa parlare di unica moneta di riferimento mondiale ma il problema è ormai sul tavolo e, se i nuovi membri del G20 faranno fronte comune, le loro richieste non potranno essere per sempre ignorate. Perché il mondo è veramente cambiato.

    La seconda riflessione riguarda l’Euro. Questa moneta è una grande positiva realtà che, nella presente crisi, ha salvato l’Europa da disastrose svalutazioni competitive. L’Euro, tuttavia, costituisce solo il 26% delle riserve monetarie mondiali, che sono ancora per il 65% basate in dollari e la Cina stessa, nonostante il suo obiettivo politico di diversificare le proprie riserve, ha continuato a comprare soprattutto buoni del tesoro americani. E le transazioni internazionali, nonostante ripetuti annunci e ripetute minacce e nonostante la grande forza dell’economia della zona Euro, continuano a svolgersi in dollari.

    La spiegazione è semplice: perché una moneta possa affermarsi come punto di riferimento nel mondo non basta la forza economica rappresentata dalla moneta stessa. Occorre una forza politica che guidi le grandi scelte che dalla moneta verranno sostenute e rafforzate. Un’unione monetaria non sorretta da una comune politica economica non può essere un punto di riferimento per l’economia mondiale.
    Se questa è la situazione credo che sia interesse dell’Unione Europea appoggiare apertamente i tentativi in corso per arrivare alla costruzione di una moneta unica mondiale.

    Ci vorrà un enorme lavoro e tantissimo tempo ma sarà un altro passo in avanti per rendere meno probabili le ricorrenti crisi dell’economia mondiale."


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    1. Bretton Woods ti dice niente, "I Gringo" in pratica con gli accordi di Bretton Woods il controllo sulla moneta mondiale l'avevano, però ad un certo punto li hanno abbandonati, c'è qualcosa che non torna.

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    2. Savona in commissione finanze spinge per una rapida approvazione dei ttip ma con accordo di cambio fisso col dollaro... Al min 1:02
      http://m.youtube.com/watch?v=kc6NgTXhc9Q&desktop_uri=%2Fwatch%3Fv%3Dkc6NgTXhc9Q

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    3. @Cristina, se te lo fossi perso
      http://orizzonte48.blogspot.it/2013/11/il-rilancioliberoscambista-ue-usa.html

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    4. @Cristina
      pardon, il minuto è 1:02:30 circa poi riprende sul TTIP verso la fine 1:49:00 circa.
      Il cambio non è subito fisso ma aggiustabile ed "amministrato" dalle banche centrali ("SMEuratlantico credibile").

      Poi Savona propone la scuola europea per dare concretezza al fogno entro 2 generazioni (la "via politica" all'integrazione) e di procedere per la "via giuridica" come la Germania tramite corte costituzionale reclamando lo sviluppo...

      Il piano B serve per avere una posizione negoziale credibile secondo la teoria dei giochi.
      La "via economica" del mercato interno UE ormai è esaurita quindi dobbiamo necessariamente proiettarci all'esterno tramite i TTIPS confidando che almeno alcune aziende resistano all'urto.
      I disoccupati nelle zone rurali se la possono cavare con caccia pesca raccolta e baratto se hanno un tetto di proprietà mentre sono spacciati i poveri nelle città .

      Sbattiamo i pugni sul tavolo o alternativamente la testa al muro (in affitto) e comunque, potendo, andiamo a raccogliere asparagi, funghi, puffbacche o tuberi selvatici. Godetevi il pecorino sardo prima che gli USA se lo comprino tutto.

      Video assai interessante.

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  7. Risposte
    1. Ecco appunto: Hollande poi sposa le riforme Hatrz e i fichetti analisti finanziari riscrivono la Costituzione italiana senza saperne niente di niente. Il collegamento di ciò con la vita di ciascuno di noi, infine, viene accuratamente nascosto dall'acclamazione beota dei giornaloni e dei tg.
      Pare un incubo eppure si sa avverando a velocità incredibile, senza vere reazioni di un popolo sospeso tra il grillismo e il renzismo, tutto compattamente livoroso

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    2. Ha ragione, pare un incubo... eppure, non vuole essere una critica - o una predica (figuriamoci!) - ma se posso dirglielo senza offendere, alla sua analisi dell'orrore che ci sta travolgendo manca la prospettiva di Fede. Glielo dico da cattolico apostolico romano. Cioè: la forza apparentemente invincibile dei processi che si stanno svolgendo sotto i nostri occhi non hanno, NON POSSONO avere, una spiegazione meramente naturale... Dice bene quindi: pare un incubo, cioè qualcosa che di cui non si riesce a dare ragione! Ho visto che nel suo ultimo post ha fatto un passo verso quello che sto tentando di dirle: "la teologia del liberismo", o meglio la controteologia, o ancora più propriamente la parodia della teologia del liberismo...
      Mi fermo qui e torno a leggerla (e a leggere Bagnai e i non molti altri che cercano di illuminare le tenebre che si stanno facendo più fitte... ma del resto è proprio prima dell'alba che la notte è più scura...)

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    3. Non mi offendo, ci mancherebbe. Però, sul piano della "fede" in senso cristiano, dovremmo rammentare che essa riguarda la spinta profonda alla consonanza con la Grazia divina, che il Signore concede come sostegno nel cammino verso la salvezza dell'anima (vivendo "in Cristo").
      Mi attengo all'insegnamento agostiniano, in tal senso: intendere una Provvidenza che distingua il bene dal male rispetto agli eventi dell'uomo, nella cecità delle sue ambizioni terrene, conduce alla deviazione dall'esperienza di amore e perdono cristiano, attendendosi cioè come "dovuto" dal Signore, dallo "Spirito", ciò che invece ben può essere contraddetto dall'imperscrutabile disegno del concreto destino umano, che è piuttosto una prova, per fortificare la fede e la testimonianza cristiana.

      Insomma, non metterei in gioco la fede come complemento (quantomeno espositivo), in un'accezione che implica (mi par di capire) questa predeterminazione dell'espressione della stessa Provvidenza. Teologicamente, rischierebbe di essere un'eresia.
      Credo che ogni uomo, intanto, debba dare testimonianza della sua connessione con la Scienza (intesa come "Conoscenza"), anche considerandola nella sua radice divina, cercando di "comprendere", al di là dal muro farisaico; il difffondere la Scienza in sè, può (deve) essere concepito come esercizio di grazia, appunto nel non trattenere per sè tale scienza, aiutando (per quanto possibile) la comprensione degli altri, come spirito di servizio (nella Grazia).
      Tutto qua.

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  8. L'ultima frontiera della "piddinite": il Governo Renzi nasce in maniera costituzionalmente legittima, basta con le critiche!
    Prima osservazione "a caldo": E CI MANCHEREBBE ALTRO! Doveva anche nascere in maniera anticostituzionale? Va bene che al PD ordoliberista ed al Presidente della Repubblica la nostra Costituzione sta stretta da un pezzo, ma almeno la "forma"...
    Osservazione "meno a caldo": il rispetto delle procedure costituzionali è indice, da solo, della democraticità di un processo politico? La risposta è no e la Storia è lì a dimostrarlo. Esempio: dal 1922 al 1925, le trasformazioni operate dal fascismo erano anti-costituzionali? No. Erano antidemocratiche? Sì......
    Obiezione del Piddino: Renzi non ha marciato su Roma quindi la cosa è diversa! Eh, perchè i piddini la storia la conoscono! Del resto, sono "colti" e "sanno di sapere". Peccato che non conoscano il fatto che a Roma c'erano delle divisioni dell'esercito pronte a rimandare a casa i "marcianti", che le alte sfere delle Forze armate garantivano di risolvere il problema del fascismo in 48 ore, che Facta era di fronte al Re con lo stato d'assedio da far firmare......... che il Re, in maniera "costituzionalmente legittima", non firmò, dando poi l'incarico a Mussolini.
    L'ordinamento statutario aveva i mezzi, politici, giuridici e materiali per reagire? Sì. Li usò? No. Era "costituzionalmente legittimo" questo "mancato utilizzo"? Sì. E ritorniamo al discorso di prima.
    Questa negazione del discorso storico, basata sulla non assoluta identità col presente dell'esperienza che viene citata, è -forse- uno degli aspetti più penosi della piddinite. Ma poi, dopo la bagarre alla Camera a seguito dell'approvazione del decreto IMU-Bankitalia, Eugenio Scalfari non aveva scritto, il 2 febbraio, un articolo intitolato "Il bivacco di manipoli accampato in Parlamento"? Perché nemmeno Grillo ha marciato su Roma con i moschetti, ma dato che la citazione storica proviene da Eugenio allora per il piddino, evidentemente, "è diverso", giusto?

    http://www.repubblica.it/politica/2014/02/02/news/bivacco_di_manipoli_accampato_in_parlamento-77503700/

    Comunque, già che ce lo ho sotto gli occhi.......

    a) sono contento che Scalfari si accorga che "la governabilità ha gravemente mortificato la rappresentanza.". Era ora! E' un pensiero suo o glielo avrà scritto qualcuno? Chissà se, proseguendo in questa analisi interiore, non sia folgorato sulla via di Damasco (ma ne dubito....);
    b) Interessanti anche queste parole: "[...] l'Europa e l'Italia [..]a hanno l'handicap del dollaro debole. [..] L'interesse europeo e italiano sarebbe che il dollaro scendesse verso l'1 o almeno verso l'1,10..". Ecco, Eugenio: hai illustrato l'interesse "italiano", ma non tedesco e quindi non "europeo". Ancora con questa illusione?

    c) ma la chicca più bella è questa: "[..] la stabilità del governo Letta è un punto per noi essenziale. L'ha capito anche Renzi e speriamo che non cambi idea. Ma Berlusconi può cambiarla, lui è abituato alla capriola. Meno male che Napolitano c'è."
    E non serve nemmeno commentarla. Eugenio, il profeta non è lavoro per te....

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