lunedì 3 febbraio 2014

L'ANIMA FILANTROPICA CRUCCA DI LUFTHANSA: LE CONDIZIONI EQUE DI LAVORO AD ALITALIA E IL DIVIETO (?) AIUTI DI STATO...EXTRA-UEM (oggi l'Italia, domani il mondo)




Sappiamo come operi veramente la Germania e l'abbiamo più volte detto; questo post aveva sintenticamente ribadito il punto (che perfeziono in alcuni passaggi), proprio sul concetto di "aiuti di Stato" correttamente inteso in un'area valutaria comune (rigorosamente non ottimale):
"la questione va, come sempre, esaminata nel contesto del teorico funzionamento di una moneta unica: 
- se violando vincoli pattizi di deficit e di rapporto debito/PIL, per operare un sistema di aiuti sociali, a carico del bilancio pubblico, diretti a stabilizzare situazioni di disoccupazione/sotto-occupazione, nonchè di drastico contenimento del costo del lavoro, incidente sullo stesso assetto sociale dello Stato operante in tal modo, (come dimostra la drammatica situazione attuale dei minijobbers e midi-jobbers tedeschi), determino un vantaggio diretto di costi nei settori più vari, che diventano così o maggiormente esportatori (cioè acquisendo un diretto vantaggio competitivo sul mercato unico), o addirittura "diventano" ex novo competitivi in termini di esportazione, ( perchè prima non lo erano); 
- se inoltre, per effetto dello stesso sistema di aiuti, l'industria nazionale fruisce di ANCHE  di servizi resi, alle stesse imprese esportatrici, a prezzi più bassi sul mercato "interno", godendo così di un ulteriore abbassamento dei costi;
- non ho allora creato una distorsione del mercato al fine esclusivo di avvantaggiare commercialmente l'economica nazionale (violando gli artt. 5, 107, 119, 146 e 151 del trattato sul funzionamento dell'Unione)?"
C'è poi Il sistema tedesco di (ulteriori) aiuti alla esportazione
Questo sistema in Germania si incentra sulla "Ipex", la sua export bank, che, guarda caso nasce da una costola della Kfw, più o meno una cassa depositi e prestiti in salsa teutonica. L'operazione di spin off fu chiesta a gran voce dalla Commissione europea, preoccupata di una concorrenza sleale a danno delle imprese del resto del continente per l'appoggio fornito dalla cassa alla aziende tedesche esportatrici. Il commissario Ue per la Concorrenza che mise la firma in calce alla richiesta? Mario Monti, guarda caso tra i migliori sponsor di un'export bank in salsa italiana. Un destino che sembra già scritto.
Da notare che l'Ipex , nel solo 2011 (!), aveva messo in campo crediti agevolati per 61 miliardi di euro!
Tra l'altro il credito "pubblico" - perchè tale andrebbe considerato quello della Ipex, se non fosse che noi italiani, in modo "singolare", non adottiamo nello stesso campo le "best practices" ("legalmente" elusive) tedesche, consentite dal regolamento ESA-95, specie nel campo delle compagnie aeree in origine appartenenti a gruppi economici controllati dallo Stato-, è stato ritenuto ingiustificato "aiuto di Stato" solo per l'Italia, per condizioni che si rivelarono, carte alla mano, molto meno agevolative di quelle consentite a Francia, Germania e altri soci forti dell'UE: e quindi con una decisione della Commisssione che fu accertata essere, persino nelle larghe maglie delle decisioni arbitrarie ed imprevedibili della Corte europea, un vero e proprio arbitrio discriminatorio per la sola parte italiana. Ma tantè, ci siamo abituati.
E, tra l'altro, stiamo parlando di "aiuti di Stato" nel settore aerotrasporti, che per un paese come il nostro, che ambirebbe a "campare" sul turismo è molto importante: sempre meno importante del settore bancario (siamo in €uropa, non dimentichiamolo) dove gli aiuti, "molto di Stato", tedeschi al proprio settore bancario sono stati secondi, anche nell'elargizione USA-FED, solo a quelli del Regno Unito.
Fatte queste premesse, torniamo alla questione Alitalia
I tedeschi si lamentano di un "aiuto di Stato" dato da uno Stato extra-UE a un gruppo di tale medesimo Stato! E questo per contrastare ogni possibile ripresa di un'impresa italiana, guarda caso! 
Ovviamente i famosi 900 miliioni di risarcimento dovuti dalla Commissione europea ad Alitalia saranno finiti chissà dove, in chissà quali compensazioni astruse.
Sentite che cosa sostengono i tedeschi di Lufthansa: "Noi rifiutiamo i sussidi periodici e la parziale nazionalizzazione delle compagnie aeree europee - spiega la compagnia in una nota riportata dal sito MarketWatch del Wsj - indipendentemente dal fatto che questi siano provenienti da Paesi europei, Paesi non europei o imprese di proprietà statale". Lufthansa chiede alla Commissione europea di intervenire contro l'accordo che aiuterebbe il vettore italiano ad aggirare le regole in essere nell'Ue. "Il gruppo Lufthansa chiede ai politici che governano di impegnarsi a livello globale per condizioni di lavoro eque".
Aggirare le regole in essere nella UE, detto dai tedeschi? 
Condizioni di lavoro eque? Nel settore dei servizi e sempre detto dai tedeschi?
E dopo quello che è successo nel 2013, con l'annunciato taglio di 3500 posti proprio a Lufthansa (deflazione salariale nel settore servizi in progress)  e anche nel 2012 (e solo per una richiesta di aumento retributivo del 5%, dopo anni di blocco e per la protesta contro outsourcing e assunzioni solo di precari, a cui comunque hanno sempre risposto picche) ?
Ora, se non bastasse tutto quanto finora detto,- su massicci crediti all'export, aiuti diretti al sistema creditizio (para-nazionalizzato), riforme Hartz, violazioni elusive dei trattati strumentali ad alterare a proprio vantagio i costi dei settori industriali manifatturieri e dei servizi, in modo da orientare il tutto al vantaggio concorrenziale-, c'è pure il piccolo particolare che l'art.107 del TFUE, nel vietare gli aiuti di Stato, si riferisce a quelli elargiti dagli Stati membri alle rispettive imprese nazionali
Perciò la sfuriata di Lufthansa è un "pochino" esagerata (vorrebbero dettare legge, tramite Bruxelles, pure sugli Emirati Arabi Uniti): il primo comma dell'art.107, nella coerenza sistematica della termonologia prescelta, non parrebbe lasciare adito ad equivoci, dato che i trattati, come qualsiasi pattuizione, non possono obbligare altro che i paesi che li stipulano
Per questo "infilano" anche la considerazione della "condizioni di lavoro eque", facendosi crociati...delle maestranze italiane (!?), che finchè andavano in massa licenziate (permetterete che è un pochino peggio dell'essere eventualmente riqualificati mantenendo il lavoro) da Air-France, per gli amici crucchi (del giaguaro), risultava tutto a posto. 
E' proprio vero che l'€uropa è un sogno da tenere vivo ad ogni costo: e che chi protesta è solo uno xenofobo, populista, nazionalista. Peccato che i nostri eurofognatori non abbiano accusato, a suo tempo, di tutto questo, i dipendenti Lufthansa: magari sono ancora in tempo e riescono a intravedere la gigantesca anima filantropica dei tedeschi (si sa, sono dei sentimentaloni) da applicare ai residui dipendenti italiani di Alitalia.

8 commenti:

  1. IL NIDO DELLE AQUILE e LE AQUILE NEL NIDO

    Cambiano tempi e luoghi, ma vale sempre la “pena”, e che pena ricordare, le “plurali” singolarità degli interventi statali che qualcuno si concede perchè ha già fatto “i compiti a casa” con i risultati riportati da Voci dalla Germania da un inchiesta del settimanale Die Zeit.
    Alla lista, lunga, infinita, illimitata, aggiungo un paio di “casi” di cosmesi della pub(bl)ica finanzia tedesca.
    Il più simpat(t)ico riguarda le procedure di gestione delle aste dei bund tedeschi che "permettono" all’’ufficio governativo tedesco (Finanzagentur), gestore delle procedure d’asta sul “mercato primario” (40 soggetti tra banche e società tedesche e internazionali) di "trattenere" la quota non venduta ( Economist a certificare modalità e quote) presso Bundesbank per rivenderli in periodi migliori sul “mercato secondario”, manipolando i tassi di interesse (oltre a tassi di cambio monetario e i “tassi” di mengeliana memoria) a colpi di spread/spritz e contravvenendo, di fatto, alle regole monetarie UEM.
    L’altro, visto il lancio sul mercato (sottostante) di POSTE ITALIANE , un veloce ripassino - prima che passino a miglior vita – su come si fanno le PRIVATIZZAZIONI .
    Cioè lo Stato interviene, indirettamente attraverso KfW, nell’azionariato del soggetto “privato” che a sua volta riceve le disponibilità per l’acquisto della quota “pubblico” diventando proprietario.
    A giuochi fatti semplificando la triangolazione più articolata, complessa e fumosa, si ottiene la cessione a saldo zero (o regalia che dir si voglia) del bene pubblico a favore del soggetto privato con contropartita qualche titolo (forse tossico) di un “too big to fail”.
    Mi sa che c’è da ripassare l’ornitologia di AQUILE e CUCULI.
    Mi sa, e ne sono certo, che in questo NIDO europeo siano rimasti solo NEURI-KUKULI e “imbecilli”, o forse no, che non cambiano mai idea, a nutrirli.
    Che Natura matrigna.

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  2. Ciao Poggio io penso che chi ci tiene dentro questa gabbia ci stia guadagnando alla grande. Una piccola parte, a danno del resto del paese e della sua parte produttiva migliore.
    Penso che Confindustria ragiona più o meno così: abbiamo la moneta forte che ci consente di avere un alto potere d'acquisto all'estero, le nostre filiere produttive sono dislocate fuori dai confini nazionali e la moneta forte ci fa comodo. Inoltre abbiamo una moneta che non viene erosa dall'inflazione e funge bene come riserva di valore e per questo dobbiamo ringraziare solo i nostri fratelli maggiori tedeschi Per mantenere la competitività si abbassano i salari, ci pensano i media a dirre che è per il bene dei lavoratori, e se la domanda interna muore chi se ne frega, noi guardiamo la realtà non con la lente tolomaica rivolta alla nazione, che brutta parola, ma con la lente copernicana, noi guardiamo al mondo e vendiamo ai ricchi dei paesi emergenti. Con la distruzione della domanda interna muoino le piccole/medie aziende e che problema c'è, è la Legge della natura. Inoltre grazie all'europa a guida tedesca abbiamo anche lo Stato da spolpare vivo. Quindi via le privatizzazioni per un tozzo di pane.
    Qui siamo soli non possiamo contare su nessuno, inutile farci illusioni. Se vogliamo che la situazione cambi dobbiamo lavorare sul territorio a fianco delle piccole/medie imprese che sono il vero bottino di guerra, cercando di far capire loro che il peggior nemico non è lo Stato, ma la loro sorella Maggiore Confindustria. Tre milioni di piccole e medie industrie se si unissero avrebbero i numeri e anche la forza finaziaria per rovesciare il tavolo. Mille euro a ditta sarebbero 3miliardi e con quella cifra non c'è patto Berlusconi Renzi che tenga.

    E se ho detto cavolate perdonatemi, e scusatemi per la mia prosa poco evoluta.
    Forza ragazzi non perdiamoci d'animo.

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    1. Ottima prosa e ottima precisione concettuale.
      Sei "pronto": in giro non ci sono molte persone con le idee chiare e attendibili come le tue.
      Grande come sempre, Mauro...

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    2. Immaginifico Mauro, sintetico, efficiente, strategico, propulsivo: un massaggio d'EGO.
      Con le considerazioni che, se ciascuno con la propria natura, possibilità e consapevolezza contribuisce a creare un "sistema" (olistica), il risultato ottenuto è ben superiore alla somma dei singoli elementi, "inutile" ringraziare '48 e gli altri che catalizzano reazioni a catena con contributi diversi per natura e sensibilità, senza mai dimenticare "cosa non siamo e cosa non vogliamo".
      Neppure immaginabile da dove si è partiti (più di 3 anni fa da FQ): un dibattito innescato, profonda competenza delle analisi innescate, brecce evidenti nelle mura: vorremmo arrivarci prima ma per certo .. this shit must go out!


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    3. Poggio, lo sai ti voglio bene...Ma se mi rammenti 3 anni fa su FQ, le cose sono solo peggiorate: quello che appariva inaccettabile e "fuori di senno" allora è diventato senso comune..Oggi il "montismo" dal volto umano, può superare il "maestro" e l'ordoliberismo trionfa a forze politiche unificate..
      Ne parlerò nel prossimo post

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  3. Insomma, l'ordinamento comunitario - comprensivo di trattati, normativa derivata e organi - resta su un piano che è quello del diritto internazionale, senza differenze di sostanza: qualunque dubbio si potesse nutrire è caduto dopo quanto accaduto in Grecia. A chi mai verrebbe in mente di sostenere che segmenti progressivamente crescenti di un ordinamento costituzionale democratico dovrebbero essere disapplicati per far posto, per dire, a normativa o prassi di provenienza del FMI, se non quando ci si trovi coll'acqua alla gola?

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    1. Già a chi verrebbe in mente?
      Beh allora leggiti questo, che mi ha inviato l'antidiplomatico come presunta risposta alle mie "teorie"
      http://www.lantidiplomatico.it/dettnews.php?idx=6119&pg=6801

      Notare l'accurato stato confusionale nell'ordine degli argomenti utilizzati, con la reiterazione di mantra completamente irrilevanti come obiezioni (e anche il raffinato uso solo delle parti del trattato "fiscal compact" che gli risultano utili, tralasciando l'art.14 e di rilevare la gerarchia delle fonti).
      E notare la sviolinata finale ipocrita sui diritti fondamentali (intende sicuramente quelli cosmetici, mica il "lavoro" e la piena occupazione).
      La sostanza economica del fenomeno è assente, la considerazione degli inadempimenti della Commissione e dei paesi core su politiche comuni previste dai trattati in materia economica e dell'occupazione invece pure.

      E mica ha risposto a me direttamente...è un peccato che -consentendogli di buttarla in caciara (il finale sul FMI, che non c'entra una beneamata cippa, è un capolavoro di supercazzola), gli sia stato data dignità di interlocutore...

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    2. Il contenuto mi pare all'altezza della forma (nel senso che è illeggibile). Posto che l'intento non fosse confondere le acque, mi domando perché l'abbiano pubblicato.

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