martedì 2 settembre 2014

LA STRANA (E DISASTROSA) SIMMETRIA DELL'EURO NELLA MANCANZA DI RISORSE CULTURALI

 Autunno 1978: la rinascita della "cultura" neo-gold standard

(In mancanza dell'apporto di Vocidallagermania, un blog che ci manca, ora più che mai, cerchiamo di supplire nel nostro piccolo...)
Rispetto agli ultimi 2 post qui pubblicati, troviamo subito una conferma esterna di autorevole fonte tedesca. Certo Munchau è una voce dissidente, come tutte quelle che cercano di portare ad una riflessione basata sul minimo buon senso scientifico, ma, come vedremo, rimane pur sempre fermo su basi teoriche monetariste (enfasi sull'offerta di moneta per incrementare la base monetaria e reflazionare) e neo-classiche (validità operativa delle "aspettative razionali").

Riassumiamo il senso dei due ultimi post:
a) http://orizzonte48.blogspot.it/2014/08/sovranita-democratica-cittadini-europei.html: essendo l'UE un trattato internazionale istitutivo di un'organizzazione in ultima analisi liberoscambista, esso non può portare, per sua essenza, a pari e simmetriche condizioni di "rinuncia" (tra l'altro neppure consentita dall'art.11 Cost.) della sovranità, ma, in omaggio all'inevitabile fondamento sulla maggior forza iniziale e poi rafforzata dei paesi aderenti, al potenziamento della sovranità - cioè della realizzazione degli interessi socioeconomici- del paese geneticamente più forte nonchè all'inesorabile ed accentuato indebolimento unilaterale della sovranità del paese "debole" e "rinunciatario"...che finisce in posizione di "ricatto" (salvo che non si richiami ai mezzi sovrani previsti dalla propria Costituzione, con una decisione politica di riappropriazione della prevalente tutela degli interessi del proprio popolo, titolare della sovranità sacrificata);

b)http://orizzonte48.blogspot.it/2014/09/draghi-al-telefono-con-merkel-le-due.html: Draghi, anche nel suo discorso di Jackson Hole, finisce in definitiva per leggere la crisi €uropea come "strutturale" e la ritiene necessaria, ed anzi registrabile quale propizia opportunità, per realizzare il valore supremo della moneta unica: l'instaurazione del mercato del lavoro "neo-classico", perfettamente flessibile, sia nei salari, intesi come mero "prezzo", che nella uscita dei lavoratori dalla situazione di occupazione "non competitiva" (cioè con remunerazione considerata rigidamente eccessiva in quanto trascinata dal precedente assetto dello stesso mercato: l'ipotesi è che non esista una fisiologica disoccupazione "frizionale", determinata dalla mancata sincronizzazione di domanda ed offerta aggregata, ma disoccupazione essenzialmente "volontaria", determinata dalla rigidità salariale innescata dalla sovratutela "monopolistica" dei sindacati e della legislazione sociale degli Stati democratici). 
Ciò in omaggio alle teorie "neoclassiche" di cui è propugnatore, che configurano un modello economico che neppure contempla la verificabilità di una crisi innescata da una carenza della domanda aggregata, ma che focalizza solo sul lato dell'offerta. Questo modello economico è fondato sulle aspettative razionali come drive fondamentale dei comportamenti degli operatori economici, confidando in questo elemento psicologico e "assiomatico-a priori", (contestato sul piano cognitivo da numerosi ed illustri economisti), più che nella capacità dei dati di descrivere, attraverso un processo deduttivo e di individuazione di costanti basate esclusivamente sui dati stessi, le effettive tendenze del sistema economico osservato.
La crisi viene così ritenura risolvibile all'esterno dei trattati, cioè in aderenza esclusivamente ad un modo di intendere il loro "spirito" - interpretato unilateralmente, ex auctoritate, da parte della BCE, unica "vera" istituzione UEM prevista dai trattati. Tale "spirito" è infatti determinato superando, (e comunque non criticando nelle sue evidenti lacune), il congegno normativo concreto dei trattati stessi. 
L' interpretazione di Draghi, dunque, risulta implicitamente (non c'è un'ermenutica, necessariamente giuridica, compiuta apertamente) volta alla generale instaurazione di quel modello economico, considerando quindi trascurabile la "contingenza" della altrettanto evidente, e distinta, crisi determinata dai differenziali di saldi commerciali e di tassi di cambio reale, inevitabile tra i paesi aderenti, che, invece, si connette direttamente a quel concreto congegno normativo (in assenza della cui effettiva elaborazione, la Germania non avrebbe ricevuto le garanzie considerate indispensabili per aderire ai trattati stessi).

Di queste analisi troviamo consistenti elementi di conferma nell'intervista di Munchau, pur essendo la sua critica imperniata sul fraintendimento, attribuito a Draghi ed alla BCE, della corretta visione di quel modello economico, che non viene contestato nel suo fondamento sebbene nella sua concreta applicazione. 
Ve ne riporto i passaggi significativi - con sottolineature dei punti salienti-, confortati dal fatto che un economista e giornalista di alto livello converga su diagnosi analoghe (ma, appunto, non identiche) sul piano economico e più fortemente convergenti sul piano "politico", rispetto a quelle qui adombrate:

«Intendiamoci, il discorso di Jackson Hole è stato ottimo, il migliore della sua carriera. Forse è andato un po’ più in là del previsto, ma ha detto cose giuste. Il problema sono i passi falsi del passato, ai quali temo che ne seguiranno altri».

Perché questo pessimismo? In un modo o nell’altro con la Cancelliera, e poi ieri con Hollande, si sono chiariti...
«Malgrado mese dopo mese sia smentito dai fatti, Draghi continua a ripetere ossessivamente che le aspettative d’inflazione vengono disattese. Non sembra capire che è il modello macroeconomico stesso su cui si basa a non funzionare e a non tenere in appropriato conto le aspettative, che sono un importante veicolo d’inflazione. C’è poi il problema centrale: la Bce non ha ancora lanciato il quantitative easing, rimasto l’unico modo per dare ossigeno all’economia »...

...Però lo stesso Draghi ha precisato nel Wyoming che aspetta le riforme per affiancare manovre monetarie e fiscali: e poi che ne è dei dubbi di “legalità” sul QE?
«Quelli restano. Possiamo stare certi che il QE verrà sfidato da fior di avvocati in Germania. Invece rientra nel mandato di stabilità monetaria: occorre insistere, anzi andava fatto un anno fa. Ora l’intervento dovrà essere più massiccio: diverse migliaia di miliardi di euro. Di meno, sarebbero soldi sprecati.

La Bce dovrà comprare di tutto, buoni governativi, obbligazioni, forse non azioni per non essere anche accusata di interferire con le Borse, ma titoli di ogni genere pur di far salire la base monetaria. Basta ritardi: già con la riduzione dei tassi, che era più urgente in Europa che in America perché qui ci sono condizioni fiscali più dure, ne sono stati accumulati abbastanza. Le dirò di più: paradossalmente le Omt, outright monetary transaction , rimaste un annuncio con la promessa di comprare bond, hanno ritardato gli interventi veri»...

...Draghi - diceva - non è l’unico ad aver commesso errori. Quali sono quelli della Merkel?
Wolfgang Munchau Wolfgang Munchau
«Il più grave è culturale. Da cinquant’anni gli economisti tedeschi, strettamente aderenti alla scuola neoclassica, si preoccupano solo dell’offerta: fanno sì che in casa loro, dai conti pubblici all’organizzazione del lavoro, tutto sia in ordine, e poi il mercato farà il resto. Non si sono accorti che la crisi attuale è di domanda, e che ormai fanno parte di una comunità di 18 Paesi le cui peculiarità vanno considerate.

Di qui l’ostinazione per l’austerity, e anche quel vero e proprio ricatto da cui è nato il Fiscal Compact, concepito in cambio degli aiuti alla “periferia”. Mi chiedo come un economista del calibro di Mario Monti abbia potuto firmare un trattato che, se applicato alla lettera, porterà l’Italia al fallimento: ridurre al 60% il debito in vent’anni significa andare incontro a una recessione che sottrarrebbe il 30-40% del Pil nello stesso periodo. Un disastro, e la fine dell’euro»

19 commenti:

  1. OT: dopo le ultime dichiarazioni di Renzi sul modello tedesco direi che mi tocca propendere anche a me per l'"irrilevanza totale" del nostro.

    Draghi ha parlato e lui ha ripetuto. la conferma l'avremo con la finanziaria ma le cose sono 2:

    - o pensa davvero che sia possibile seguire il modello tedesco senza tagliare i salari (e allora è un incompetente e avevi ragione ancora tu 48)

    - o è stato richiamato all'ordine in un modo che non lasciava adito a fraintendimenti (l'incontro con Draghi in centro italia dev'esser stato sullo stile di quelli Mussolini-Hitler). e allora c'è da avere un pò più paura forse per la velocità con cui pure un presidente del consiglio apparentemente senza scheletri nell'armadio può esser rimesso in riga.

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    1. Il "senza scheletri nell'armadio" è contrario al 1° principio della politica ordoliberista contemporanea:
      "puoi avere posizione politica solo se sei ricattabile".
      Il 2° principio è: (allo stadio più maturo di realizzazione di tale politica)
      "puoi avere una posizione politica se sei diretta espressione della conformità totalizzante al paradigma pop ordoliberista" (che include incompetenza ovvero "far finta di non capire dietro corrispettivo").

      Sulla "irrilevanza", non ci piove e non hai (abbiamo) ancora visto nulla: e come potrebbe essere diversamente se sono riscontrabili entrambi i principi della "termodinamica" ordoliberista?

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    2. @Luca Tonelli @48 Scusate l'intromissione. Veramente ci sono circostanziate denuncie alla magistratura da parte di un dipendente (del comune? ) a firenze su note spese, rimborsi esagerati di Renzi, anche risalenti al periodo in provincia. Per la magistratura, che tutto puo', ci vuole poco a...ricordiamoci dello scandalo del trota che esagerava con i pieni di benzina (!?)....in sostanza sono tutti tenuti per le @@@@@, basti vedere cosa si apprestano ora a fare in europa con le nuove sanzioni http://www.ilsussidiario.net/News/Economia-e-Finanza/2014/9/3/SPY-FINANZA-Le-sanzioni-contro-Putin-Sono-la-Lehman-d-Europa/524362/
      con le quali salgono gli indici manifatturieri non solo degli usa ma anche della Russia, mentre ovviamente cala quello dell'europa.... Ora forse le nuove sanzioni costeranno l'embargo delle auto in russia (anche tedesche...) e forse...meno gas in inverno ? ma si, cosi' questa farsa dell' euro e Ue arriva meglio alla fine....

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    3. Sulla prima parte: vai sul dettaglio dei "principi" sopra enunciati. Ma non sopravvaluterei l'onnipotenza della magistratura per cui è in corso una manovra di addomesticamento piuttosto evidente (tanto quanto deprivata delle resistenze incontrate in passato)...
      Sulla seconda parte: sempre partendo dall'analisi di Francesco Lenzi di fine maggio è facile comprendere il quadro evolutivo. Molto accelerato e articolato: magari, sarà il caso di farci un post apposito...

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    4. Renzi fu già condannato dalla corte dei conti della Toscana, insieme ad alcuni suoi amici, al risarcimento di circa 30.000 euro (solo lui, poi altri risarcimenti gli altri) per aver fatto assumere nella amministrazione provinciale, quando ne era il presidente, dei suoi amici senza che avessero alcun titolo idoneo per le mansioni a loro richieste..
      In rete si trova il documento ufficiale della sentenza con le motivazioni e le condanne sul sito della corte dei conti; o almeno era facilmente reperibile fino a tre anni fa nel periodo in cui lo scaricai.

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  2. La banda al potere ha una urgenza primaria: rendere operativi l'ERF e il TTIP. Fatto questo, cosa che comporterà la cessione totale dei nostri asset e beni al peggior offerente, il disegno sarà compiuto. Forse, tra qualche decina d'anni, una nuova Norimberga giudicherà i responsabili, inclusi i collaborazionisti, ma per ora il pessimismo prevale.

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  3. Forse Renzi è davvero un incompetente, la faccia allegra e bonaria dell'ordoliberismo di cui lui è solo il "front man" esecutore, ma lo sapremo solo quando e se sarà eliminato e sarà diventato irrilevante. E' infatti principio comune che, appena usciti dal "giro" e/o diventati irrilevanti ed ininfluenti, i nostri politici comincino ad ammettere la verità di ciò che prima negavano: ultimo esempio è il "buon" Fassina che, perso il ruolo di vice-ministro dell'economia, ha cominciato a dire la verità sull'euro ed oggi, insieme a Lauricella, ha firmato un emendamento per eliminare il pareggio di bilancio dalla Costituzione, lo stesso pareggio che sosteneva essere giusto e doveroso in un'intervista al Financial Times del 2011.
    Le cose le sanno e le conseguenze le conoscono, ma non le dicono, o, al massimo, le dicono ai giornali stranieri, vedi Monti: tanto in Italia chi li legge o li riporta?

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    1. Sull'intervista a Fassina, a suo tempo, v. l'incipit qui: http://orizzonte48.blogspot.it/2013/01/lart18-e-all-that-jazz-la-colpa-e-dei.html
      Sulla incompetenza...mi pare non si debbano neppure avere dei dubbi.
      Infine, direi, al netto di altri cofirmatari dell'emendamento, lode a Lauricella, che peraltro non ha prese di posizione precedenti contraddittorie...anzi

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    2. Su Lauricella, che ho avuto modo di conoscere a Roma, solo lode e plauso :-) Sono curioso di vedere questa minoranza del PD come si compone e quanto sarà coesa...

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    3. @Pecchioli

      "Le cose le sanno e le conseguenze le conoscono, ma non le dicono, o, al massimo, le dicono ai giornali stranieri, vedi Monti: tanto in Italia chi li legge o li riporta?"

      Non le dicono perchè hanno paura della reazione tedesca, guai a criticare le scellerate politice economiche tedesce, subito viene la risposta tedesca che è estremamente aggressiva che più o meno sempra la stessa, riforme, riforme, riforme, corruzione, evasione fiscale, il sudeuropa ha vissuto sopre i propri mezzi, sudeuropa sono fanulloni, noi pagiamo per tutti, debitopubblico brutto, spesa pubblica troppo alta, un unico bombardamento di rimproveri estremanente offensivi. Al inizio della crisi greca su tutti i media tedesci venivano raccontate queste storie (bisogna sapere che Merkel ha lavorato in un ufficio di propaganda nel ex-DDR) in altre parole una condanna generale del intero sudeuropa un tipo di tribunale di norimberga. Così vengono fatti tacere è in più intimiditi quelli che osano criticare la Germania.

      Fassina in un talk Show venne letteralmente imbottito dei rimproveri citati sopra da gumpel, Fassina non sapeva più reagire faceva solo pena, come se avesse avuto un senso di colpa. Sè si manda Fassina a negoziare con i Hardliner tedesci lo asfaltano in pochi minuti, per negoziare con i tedesci bisogna mandare tutto un altro tipo di politico, per negoziare con i tedesci devi esser un "Sauhund" in italiano un porco, sorry, Tipi come Berlusconi, Craxi è penso anche Renzi sè non fosse Piddino, ormai credo che ogni dibattito sul Thema sia impossibile, i tedesci non cambieranno nemmeno di un millimetro la loro posizione, più và avanti la crisi più i tedesci deventano ricidi.

      Pochi giorni fà un ministro francese criticò la politica tedesca, prontamente venne la risposta tedesca in forma di rimproveri, accuse è persino offese sui giornali tedesci.

      A Draghi ci ha pensato direttamente Merkel con la telefonata

      Ricordare i tedesci più pericolosi non sono i panzer, ma le tipice facce di latte tedesce (gumpel) che quando le incontri sulla strada sembrano che non possono fare male ad una
      moscha, ma che rigidamente fanno il loro servizio (dienst nach Vorschrift) senza fare tante domande.

      È questo è un altro esponente di quella tipologia

      http://www.dieeuros.eu/Okonom-Daniel-Gros-Lassen-wir-doch,4169.html

      Dal inizio della crisi la Germania è cambiata totalmente, questa non è più la Germania che conoscevo. Notare anche i toni bellici di Gauck. Ho la sensazione che è in atto una Guerra psycologica molto aggressiva.




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    4. Certo che la germania e' cambiata dall'inizio della crisi....pare che abbia ricostruito lo stesso impero di Hitler, graziosamente regalato dagli Usa e dagli altri europei , come da mappe dell'articolo
      http://translate.googleusercontent.com/translate_c?depth=1&hl=it&prev=/search%3Fq%3Dles%2Bcrises.fr%2Bl%2527allemagne%2Btient%2Ble%2Bcontinent%26client%3Dfirefox-a%26hs%3DYpS%26rls%3Dorg.mozilla:it:official%26channel%3Dsb&rurl=translate.google.it&sl=fr&u=http://www.les-crises.fr/todd-3-l-allemagne-tient-le-continent-europeen/&usg=ALkJrhjCXsAhyknaQWSRur4CdLwicHb8QQ
      naturalmente, credo che il south strem ce lo sogneremo.....il 90% del merito va all'amministrazione Obama....se credono che basti avere basi militari in Germania....i tedeschi ribalteranno il gioco alleandosi con Russia-Cina-Iran-iraq-India-turchia (e forse anche arabia saudita: si, Obama sembra riesca anche ad inimicarsi i sauditi..) materie prime+le 2 piu' potenti economie industriali, europa asservita e Cina....se non ha subito corso una reazione che inglobi l'ipotesi frattalica (con una crisi economica?), la direzione politico-industriale sembra questa...

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  4. Mai come in questo frangente mi pare che le discussioni economiche siano la maschera di interessi e strategie politiche. Da questo punto di vista tocca riabilitare Hayek, che almeno era più esplicito. Mi spiego: negli anni '70 il nostro amico austriaco rimeditò la sua posizione rigidamente liquidazionista in merito alla Grande Depressione ma non per ragioni economiche, bensì puramente politiche (a mio parere questa forte politicità di Hayek di rado è adeguatamente sottolineata). In altre parole, tenendo ferma la bontà (puramente tecnica e neutrale, s'intende) della piena flessibilità di salari, se negli anni '30 considerava la deflazione un fatto non positivo in sé ma politicamente "necessary to break the developing downward rigidity of all particular wages which has of course become one of the main causes of inflation.", negli anni '70 (tutte le citazioni sono stratte da New Studies in Philosophy, Politics, Economics, and the History of Ideas, London, Routledge & Kegan Paul, pp. 210 e ss.) si ritrovò a dire: "I no longer think this is a politically possible method and we shall have to find other means to restore the flexibility of the wage structure than the present method of raising all wages except those which must fall relatively to all others." E qui arriva il pezzo forte: "Nor did I ever doubt that in most situations employment could be temporarily increased by increasing money expenditure." Gulp...ma quando? L'esempio da lui riportato consiste in una lettera indirizzata da Hayek all'amico Röpke (uno dei padri dell'ordoliberismo), che aveva proposto, nell'ambito di un gruppo di esperti chiamati a studiare l'allarmante andamento della depressione in Germania nel 1930, di combatterla con un po' di reflazione. Hayek riteneva l'idea economicamente sbagliata (ovviamente...Non inefficace, però!) ma chiese a Röpke se giudicava la situazione politicamente rischiosa al punto da rendere necessario accantonare una critica pubblica; la risposta fu affermativa e Hayek decise di non pubblicare l'articolo.

    Ho raccontanto questo aneddoto perché penso possa in qualche modo gettare un po' di luce su certi dibattiti odierni.

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    1. Tra qualche anno (soltanto e purtroppo) in molti "si tratterranno"dal manifestare ciò che oggi è orgogliosamente ostentato (oggi visto Piga e Brunetta cinguettare sulla soluzione "riforma del lavoro+riduzione dello Stato") non tanto, come sarebbe giusto, per non essere rinchiusi, ma per opportunità politica.

      Ma metterla così è solo un modo per non ammettere la grossolana erroneità delle proprie convinzioni economiche.
      Si tratta di una scienza sociale intrisa di giudizi di valore: se fondamentalmente il valore base è detestare-disprezzare la schiacciante maggioranza dell'umanità...a premessa inaccettabili (antropologicamente) conseguenze disastrose (socialmente ed economicamente)

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  5. Buonasera. È la prima volta che intervengo su questo blog, quindi per prima cosa voglio ringraziarla per il suo impegno nel divulgare e nel difendere la nostra meravigliosa Costituzione (oltre ovviamente a tutto il resto della sua opera di divulgazione soprattutto di cultura).
    Poi , volevo chiederle se, quando scrive “Questo modello economico è fondato sulle aspettative razionali come drive fondamentale dei comportamenti degli operatori economici, confidando in questo elemento psicologico e "assiomatico-a priori", (contestato sul piano cognitivo da numerosi ed illustri economisti)”, lei si riferisce solo alla teoria della decisione sviluppata da chi studia economia, o anche agli studi di psicologia delle decisioni? Perché mi risulta (ma ovviamente potrei sbagliarmi e anzi, per favore correggetemi se è il caso) che in tale materia gli economisti non siano proprio aggiornati. Mi spiego meglio: stando a ciò che ho letto, le teorie insegnate a Economia fanno parte degli approcci psicologici cosiddetti normativo (di cui fa parte la teoria della scelta razionale, ormai ampiamente screditata dalle ricerche e declinabile come valore atteso o come utilità attesa) e descrittivo (che si occupa di descrivere come le persone realmente decidono e di cui fa parte ad esempio il programma euristiche e bias, con cui Kahneman e Tversky hanno vinto un Nobel per l'economia), mentre successivamente gli psicologi hanno sviluppato l'approccio cosiddetto prescrittivo, basato sullo studio del sistema neuro-cognitivo umano e che si prefigge di “far sì che le persone possano decidere meglio e/o in modo più consapevole”. Perché, se prendiamo in considerazione solamente l'approccio descrittivo, allora Draghi e molti suoi amici, soprattutto tedeschi, manifestano un caso eclatante di effetto sunk-cost, ovvero la tendenza a sovrastimare l'importanza delle proprie decisioni, anche qualora si rendesse disponibile un nuovo corso d'azione più conveniente (ovviamente in questo caso sto volontariamente sottostimando la cattiva fede di un bel po' di persone, la quale ha un valore esplicativo infinitamente maggiore, ma credo che per molti, soprattutto tedeschi e piddioti, il sunk-cost stia facendo gli straordinari non pagati).
    Ma credo “in my humble opinion”, sia più probabile che comunicativamente, da parte di chi qualcosa conta (Draghi, la Merkel, S&P e simili) sia in atto un'accurata opera di disinformazione e circonvenzione di “diversamente capaci”, unendo il frame (presentando l'€ come una cosa buona, si crea un frame positivo/guadagno, in cui le persone sono meno propense al rischio, al contrario del frame negativo/perdita in cui accade l'opposto), unito al nagging, una “gentile spintarella” (moralistica), ovvero un consapevole atto di manipolazione che si basa sul fatto che le persone tendono a non informarsi e a non cambiare le “impostazioni di default” e quindi li si spinge verso le scelte “giuste” (ad esempio in alcuni paesi questo è stato fatto per la donazione degli organi, per cui da qualche tempo non bisogna più dare il consenso alla donazione, ma il rifiuto, in questo modo gli espianti sono saliti moltissimo, poiché le persone o non sono a conoscenza di questo cambiamento, o comunque tendono a non agire; in Italia questo è stato fatto con il Registro delle Opposizioni, per cui i cittadini non devono più esprimere il consenso ad essere contattati telefonicamente per motivi di marketing, ma invece devono esprimere la propria volontà a non essere contattati: in questo modo si legalizza de facto quella grandissima rottura che sono le telefonate pubblicitarie a qualunque ora), impostazioni di default che in questo caso consistono in un ben preciso assetto economico totalizzante e soffocante, e nella deprivazione della Democrazia sostanziale.
    Spero di essere riuscito a spiegarmi decentemente e di non avervi tediato troppo,
    Buon proseguimento
    Andrea

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    1. Interessantissimo e spunti che mi trovano concorde. Le neuroscienze e le scienze cognitive, allo stato, ridicolizzano le convinzioni psicologiche degli econmomisti neo-classici, riducibili a poco più che deduzioni pre-scientifiche. Ma questa critica è nota, anche se altrettanto ignorata. V. ad es; il Nobel Herbert Simon, che ha approfondito l'aspetto cognitivo nell'approccio economico (c.d. scuola behavioralist).
      Ma sai, il Potere si gestisce la comunicazione (sulle sue scelte e imposizioni) come più gli conviene. E' il suo tratto inevitabile: altrimenti non sarebbe più veramente tale..

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    2. D'accordissimo sul fatto che il potere fa' quel che gli pare (altrimenti, come dice lei, non sarebbe Il Potere, ma una sua macchietta - e questo ci aiuta a distinguere i veri potenti da chi crede di esserlo o dalle esche che ci vengono lanciate), tuttavia resto convinto del fatto che molti di questi potenti, rimangano comunque legati ad un certo stile interpretativo e di azione (bastano le basi di euristiche e bias per capirlo) e che questo possa costituire una sorta di debolezza autodistruttiva. D'altronde non sono molte le persone in grado di mettersi veramente in discussione. Il problema è che nei loro deliri di onnipotenza e nella loro testardaggine, stanno facendo fuori dei popoli invece di limitarsi a loro stessi (che poi i popoli incorrano in errori e manipolazioni cognitive ancora più eclatanti è fuor di dubbio, ad esempio il ragionamento per appartenenza - spiegato benissimo dalla cognizione sociale di 30 anni fa e usatissimo dagli spin doctors - e ciò che ne deriva).
      Comunque grazie per la segnalazione, non lo conoscevo e andrò a leggermi qualche pubblicazione di Simon (al momento sono fermo ai libri di testo, sempre più poveri, e poco più - basta pensare che fino a un paio di anni fa psicologia delle decisioni era un corso del secondo anno della triennale, adesso è al secondo della magistrale...... ci stiamo proprio americanizzando e così ci stanno rubando il futuro e la cultura....).
      Molto interessante anche il racconto fatto qui sopra di come lo stesso Von Hayek si sia riciclato per salvare la poltrona, purtroppo la scienza sociale e cognitiva non ci offre molte speranze a proposito del ricordarsene e poi fargliela pagare. In ogni caso credo che almeno nel '900 uno dei maestri nell'uso di questa tecnica di autoriciclaggio sia stato Giuseppe Volpi, conte di Misurata e fondatore della SADE, che prima diventa molto rapidamente Ministro dei lavori pubblici con Mussolini e poi, dopo l'8 settembre, partigiano in Svizzera e pronto, per meriti di resistenza, a giocare coi governi successivi e costruire la diga del Vajont: ecco, tutta questa storia mi ricorda moltissimo quella tragedia (disastro annunciato, Hybris, irresponsabilità e giornalisti alla Montanelli che danno degli sciacalli a chi dopo, ricorda che prima, le evidenze c'erano tutte...), ma si sa che la storia si ripete, solo che noi non stavamo asacoltando...

      ps la diga è stata costruita benissimo, è un capolavoro e ha retto la frana (i virtuosi francesi in quel periodo le dighe le facevano crollare), segno che siamo sempre stati bravissimi a fare i compiti a casa; per l'uso che se ne fa invece.....

      buon proseguimento

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    3. Discorso da approfondire. Grazie dello stimolo...

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  6. LES SANSDENTS
    (OTC)

    Non di solo pane e pene (sost., pl., femm.: sofferenza, tribolamenti, dolori .. ) si vive ma anche di grevi “lievità” che aiutano – questa volta con efficacia ed efficienza – a comprendere qualche carattere, qualche spessore, qualche personalità di essi, cioè essi, gli “avidi odiatari dell’umanità”.

    Un quadro, con tinte dell’impressionismo francese, di Valérie Trierweiler diffuso nelle 200.000 copie di MERCI POUR CE MOMENT stampate clandestinamente in Germania e distribuite nelle librerie di Francia dopo i trascorsi con François Hollande, presidente di Francia, rivelano che non “ama” i ricchi ma che odia i poveri.
    LES SANDENTS, così definisce – sprezzante e fiero della battuta - i concittadini a cui ha s/venduto loro rinascita e benessere: un “character assassination”, ben oltre la vendetta di un tradimento.

    Un altro, dadaista, del “drago” monetarista libertario e morigerato libertino- votato a maggioranza senza l’umanità di BuBa, la banca centrale “indipendente” tedesca – che rilancia sul “tavolo verde” la richiesta di riforme strutturali per la “ricrescita” EUM con 500 mld di € in ABS – con consulenza US$ Blackrock – quando alla posta mancano 49.500 mld di US$ dilaniati dalle Landerbank tedesche.
    Piazza Affari gioisce “maglia rosa”, le altre ammiraglie alla finestra che non hanno partecipato al tour.

    L’ultimo il surreale stampato con un tecnocratico 6D dove qualcuno non comprende e capisce – forse solo non per limiti linguistici - cosa succede
    fuori e dentro.

    Chissà come commenteremo a “casa” questa galleria degli e/orrori.

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    1. Cronaca umoristica delle "pene" che da ultimo ci stanno precipitando, più che nel dadaismo, in un neo-espressionismo da censura autoritario-mediatica (voglio dire: riescono a relelgare nella espressività inconscia collettiva anche la più evidente tragicità delle loro boiate).

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