domenica 28 settembre 2014

PRO-MEMORIA: MANTENERE LA TEORIA E CAMBIARE I FATTI

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Sofia ci manda un pro-memoria che focalizza il "trend" della pseudo-informazione. Il mainstream non è mai stato così compatto e sfacciato nelle sue interpretazioni. A proposito, come mai con una svalutazione dell'euro sul dollaro, da inizio anno, già stimata in circa il 7,5%, - e che, secondo gli espertologi italici, corrisponderebbe invariabilmente ad un'inflazione nella stessa misura-  siamo alle prese con la deflazione?



L’Euro è un artifizio che sta determinando solo distruzione  e le giustificazioni fornite ai presunti vantaggi che l’euro determinerebbe sono un insulto all’intelligenza di tutti quei cittadini che versano in uno stato di povertà sempre più diffuso, dei giovani che vedono dissolversi ogni prospettiva dietro i dati, sconcertanti, della disoccupazione, di quelli che si sono rassegnati ad una diminuzione costante e continua dei servizi pubblici e non hanno abbastanza sicurezze economiche da permettersi (laddove è possibile almeno sostituire un servizio pubblico con uno privato) le assicurazioni private.

Come ha evidenziato  in questo articolo Stiglitz "Se i fatti non corrispondono alla teoria, cambia la teoria". Ma quello che è incredibile è che qui si mantiene  la teoria e si cambiano i fatti, anche se questi  continuano a negare la realtà.
Come in una sorta di gioco delle tre carte scambiano continuamente le cause con gli effetti e viceversa se ci va bene, perché arrivano anche a dare agli effetti cause diverse, ed effetti diversi alle cause.

Ne è un esempio l’imposizione reiterata ed ingannevole di limitazioni  della SOVRANITA’. Ma questo  è solo l’effetto. Qual è la causa?  Niente di più semplice, l’incapacità di autogestirsi del nostro Paese. Qualcuno ha scritto:” Negli ultimi dieci anni l’economia italiana ha inevitabilmente avuto più vantaggi che svantaggi dell’euro. In virtù della perdita della sovranità monetaria, Roma ha guadagnato in termini di credibilità. Adottando una politica monetaria comune, cioè quella basata sui dogmi della Bundesbank tedesca, ha controbilanciato le diverse svalutazioni competitive che hanno reso la lira una moneta poco credibile nel contesto internazionale. Non solo. Fra i benefici dell’euro possiamo trovare anche la riduzione dei costi di transazione, elemento che ha facilitato gli scambi all’interno dell’eurozona, e l’abolizione del rischio di cambio. Infine, nonostante i detrattori della moneta unica dicano il contrario, è aumentata la trasparenza sui prezzi. Con il cambio fissato a 1.936,27 lire per un’euro, l’economia italiana ha potuto quindi giovarsi di un assetto più grande di quello che avrebbe mai potuto sperare. In sostanza, L’euro ha ridato una direzione a un Paese che era troppo indisciplinato”.
E non è che voci più autorevoli non si siano associate:  L’euro è un meccanismo per forzarci a decidere se rimanere uniti al tavolo geopolitico o no per i prossimi 100 anni. E sta facendo bene il suo mestiere, mettendoci davanti alle nostre contraddizioni, le nostre diversità e le nostre essenziali peculiarità nazionali senza mitragliatrici o bombe. Sta a noi ora decidere se uscirne o rilanciare”

Altro effetto sono le politiche di AUSTERITA’ e la causa il debito pubblico eccessivo e gli sprechi. Eppure nonostante le politiche di austerità abbiano fallito, (dice Stiglitz) i suoi sostenitori la difendono  con le più deboli delle prove: se l'economia non è ancora crollata, allora  questo vuol dire che l’austerità sta funzionando.
Poco importa poi l’entità dei danni medio tempore prodotti dal perdurare della crisi (stagnazione, tripla-recessione, disoccupazione persistente a livelli record e reale, PIL in molti paesi al di sotto dei livelli pre-recessione) o il fatto che le soluzioni in pillole personalizzate per ciascun paese non abbiano alcun senso.


 "Attesi?"
Ma...ooops!

Avanzo primario e tasso di risparmio

Risparmio delle famiglie: il lungo crollo

In  Francia (sostiene Stiglitz) si è applicata una politica di aumento delle tasse per i ricchi e obiettivi di spesa per i poveri che dovrebbe stimolare l'economia con un moltiplicatore particolarmente elevato. Ma il governo francese sta abbassando le imposte sulle società e tagliando le spese - una ricetta quasi garantita per indebolire l'economia.  La speranza che le imposte più basse sulle società possano  stimolare gli investimenti è pura assurdità. Ciò che frena gli investimenti (sia negli Stati Uniti e in Europa) è la mancanza di domanda, non le tasse elevate. Infatti, dato che la maggior parte degli investimenti è finanziata dal debito, e che i pagamenti di interessi sono deducibili dalle tasse, il livello di tassazione delle imprese ha poco effetto sugli investimenti. 

In Italia si incoraggia la riforma delle pensioni e del lavoro, e la privatizzazione accelerata nonostante l’esperienza dica che bisogna andare in una direzione esattamente opposta. La privatizzazione delle pensioni, per esempio, si è rivelato costoso in quei paesi che hanno provato l'esperimento e  il sistema sanitario privato americano è il meno efficiente del mondo. 

Chi insiste caparbiamente nel dire che il male dell’Europa (la causa) è l’INFLAZIONE è soltanto chi si ostina a dire che la deflazione (l’effetto) non esiste. 
Eppure alcuni degli effetti del basso livello d’inflazione in Europa li spiega bene Krugman in questo post e anche in questo. Mentre per anni l’obiettivo di inflazione al 2% pareva un giusto compromesso, adesso la crisi finanziaria globale e le sue conseguenze, indicano che le economie avanzate sono molto più suscettibili di raggiungere il limite inferiore dello zero di quello che si credeva in precedenza, e che i costi economici di tale limitazione sulla politica monetaria convenzionale sono assai maggiori di quello che non ritenesse il senso comune prima della crisi.  
Tra questi, la rigidità verso il basso dei salari nominali non è un condizionamento così duro come quello dei tassi di interesse al limite inferiore dello zero, ma ci sono ora molte prove che i tagli ai salari nominali hanno luogo solo in condizioni eccezionali, il che significa che la correzione reale o relativa dei salari diventa più difficile con la bassa inflazione. Inoltre, abbiamo ora ragione di credere che la necessità di ampi mutamenti nei salari relativi intervenga più di frequente di quanto non si immaginasse in precedenza, particolarmente in una unione monetaria imperfettamente integrata come l’area euro, e che tali correzioni siano molto più facili in un contesto di inflazione moderata che di deflazione o di bassa inflazione…ci sono prove crescenti che le economie che entrano in un dura recessione con una bassa inflazione possono anche troppo facilmente restare bloccate in una trappola economica e politica, nella quale c’è un circolo vizioso che si autoperpetua tra debolezza economica e bassa inflazione. Sfuggire a questo circolo vizioso sembra richiedere politiche economiche più radicali di quelle che sono probabilmente in arrivo. Di conseguenza, un obbiettivo di inflazione relativamente alto in tempi normali può essere una forma di assicurazione fondamentale, un modo per ipotecare la possibilità di esiti davvero negativi.

E si arriva infine perfino a negare il collegamento tra causa ed effetto, per cui non esiste la curva di Phillips, e quindi non esiste alcun collegamento tra il controllo della inflazione e il crollo dell’occupazione, non esiste il moltiplicatore e quindi non vi è alcun collegamento tra politiche di austerità e decrescita del Pil o tra decrescita del PIL e diminuzione delle entrate fiscali. Non esiste neppure il vincolo di bilancio messo in costituzione e quindi non vi è alcun collegamento tra questo e la mancanza di fondi per investimenti pubblici, nonostante (come Stiglitz ribadisce) sia evidente la necessità di politiche industriali che favoriscano la crescita della produttività nei paesi più deboli. Le aziende continuano a chiudere e aumentano i fallimenti? È colpa del sistema inefficiente delle PMI italiane e della corruzione (e non ci scordiamo poi le colpe dell’inefficienza della giustizia e della magistratura).

Insomma l’effetto sarà pure che l'economia non è ancora crollata, ma la causa non è affatto che l’austerità sta funzionando, ma che gli italiani, illusi, raggirati, beffati, defraudati dei propri diritti e della propria dignità non abbiano compreso il valore e l’attualità dei diritti e delle regole stabilite nella  Carta Costituzionale, non abbiano ancora riscoperto il “diritto di resistenza”, non abbiano ancora riscoperto la forza e la capacità di rialzarsi una volta che si è toccato veramente il fondo.

31 commenti:

  1. Grazie di cuore a Sofia per questo eccellente post. Possiamo andare a rotoli, ma lo faremo credibilmente ed è questo l'essenziale. E infatti l'informazione mainstream tedesca ci copre di stima e apprezzamento.
    Ho trovato particolarmente delizioso il link a Piga: eccolo! Pure lui geopolitico da bar (l'altro è Scalfari, ovviamente) che "sa" che ci vuole la dimensione continentale per... giusto, cosa vuol dire in soldoni "sedere al tavolo geopolitico"? Credo intenda "Nel mondo globale la ricchezza tende a ridistribuirsi tra i paesi che emergono dalla povertà e gli altri che riposano passivamente su un'antica opulenza. Questo movimento ha una forza e una ineluttabilità che non possono essere arginate; possono essere tutt'al più contenute entro limiti sopportabili attraverso un confronto tra le potenze continentali."
    Cosa contano per certa gente le infinite promesse disattese? L'importante è (ri)fare un Grande Stato Europeo: ne abbiamo avuti già due, si chiamavano "imperi", vuoi vedere che riusciamo a fare il terzo?
    (Ci avevano già provato Napoleone e Hitler, ma erano dei populisti, no buono).
    E dopo potremo... (cominciare i progetti per la Morte Nera?)
    C'è qualche adulto fra il pubblico?

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    1. LOL...Nel ribaltamento attuale essere "adulto" risulta un atto rivoluzionario. O forse anche solo non recitare a soggetto...

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    2. @ Frank

      L'unico impero che riuscì a tenere insieme gran parte del Europa per più di 200 anni mi sembra che fù l'impero romano.

      Fallirono anche loro.
      L'impero romano d'oriente comunque durò altri 1000 anni, dopo il sacco di Roma.

      I Turchi sono fierissimi di avere sconfitto l'impero romano d'oriente.

      Anche i tedesci sono molto fieri del loro Arminio, forse ancora più di Bismark. Gli hanno dedicato anche un `monumento, il più alto in Germania. :-))
      I Nationalsocialisti tedesci adorarono Arminio più di Bismark.
      I tedesci oggi si autodefiniscono i successori del impero romano è sono fierissimi.

      http://it.wikipedia.org/wiki/Hermannsdenkmal

      In Svizzera Divico che riuscì a vincere una battagli contro i Romani nel 107 a. Chr.. quasi quasi divenne l'eroe nationale, la gara poi la fece Guglielmo Tell.

      Ancora oggi Generali di tutto il mondo studiano le tattice da guerra dei Romani.

      E' gli eroi degli italiani dove sono ? di soggetti ne avrebbero tantissimi.
      Se fosse per i politici italiani o individui come scalfari, dovrebbe essere il fantozzi, l'eroe italiano.


      Perchè gli italiani non sono fieri del impero romano, boh.
      Dapertutto vengono ammirati, tranne in italia.

      Un pò di consapevolezze della loro storia agli italiani farebbe bene, che sembra essere inesistente.

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    3. In my very humble opinion: l'impero romano non è cosa bella per semplice associazione cognitiva: siccome a zio Benito piacevano i romani de Roma, allora zio Benito è brutto quindi Roma è brutta. Anche se ha inventato lo stato civile come oggi lo conosciamo (oltre ad aver raggiunto l'eccellenza in qualunque altra cosa o quasi). Ps c'è qualcuno che saprebbe consigliarmi un bel testo sulla caduta dell'impero? Perché mi pare un argomento molto attuale....
      Buona vita,
      Andrea

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    4. @Andrea Caputi
      La penso come te, con l'aggravante che zio Benito esagerava un po', andava sul greve (come nelle sue pose pubbliche così innaturalmente enfatiche) proponendo una romanità modello kolossal (celebre il costoso film, detto "Sciupone l'Africano", in cui alcuni legionari portavano orologi da polso) che era troppo lontano da una possibile identificazione.

      @Paolo Corrado
      Ho trovato piuttosto interessante il libro di Aldo Schiavone "La storia spezzata" in cui propone la tesi che l'impero romano si sia retto sul regolare flusso di beni e mano d'opera (schiavi) derivante da una sistematica espansione, cessata la quale il progressivo collasso era inevitabile.
      Dell'analisi di Schiavone ricorderei in ogni caso l'osservazione che la decadenza era avvertita e ricondotta a questioni morali (ma no?) quando si trattava di fatti economici. Almeno avevano la buona scusa che la scienza economica non c'era ancora!

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    5. Sulla fine dell'Impero Romano d'Occidente quanto ai suoi meccanismi istituzionali e politici specifici: il collasso della centralità economica italica era già verificato sostanzialmente all'epoca di Diocleziano (forse prima) e poteva coesistere, mantenendosi una effettività culturale e politica dell'Impero, con la decentralizzazione, specialmente in Gallia e in Illiria maggiormente interessate all'attiva difesa militare del limen, della classe dirigente (in specie dell'esercito e della forza produttiva).
      Veramente interessante ed accuratissima è la trilogia di romanzi di Giulio Castelli
      http://www.newtoncompton.com/autore/giulio-castelli

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    6. @Frank
      D'accordissimo sul fatto che Mussolini esagerasse ""un pochettino"", e se non sbaglio nelle sue manie ha anche asfaltato una bella porzione dei Fori per trasformare il Colosseo in uno spartitraffico... Insomma se avesse davvero amato SPQR (che ovviamente sta per Sono Pazzi Questi Romani), non credo che avrebbe osato fare una cosa simile... ma magari sono io che ricordo male.

      @Tutti
      Avevo letto qualcosa sul fatto che la crisi dell'Impero fosse arrivata con la fine dell'espansione, ma non ricordavo la fonte (grazie dei bei consigli di lettura che date, a proposito); in ogni caso mi sembra che attualmente USA e GER siano in una simile fase di blocco dell'espansione aggressiva (armata o €pea, sempre che siano due processi distinti e non due facce dello stesso fenomeno), e il collasso mi pare molto più rapido...
      Buona Vita,
      Andrea

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  2. Cito:
    " Insomma l'effetto sarà pure che l'economia non è ancora crollata, ma la causa non è affatto che l’austerità sta funzionando, ma che gli italiani, illusi, raggirati, beffati, defraudati dei propri diritti e della propria dignità non abbiano compreso il valore e l’attualità dei diritti e delle regole stabilite nella Carta Costituzionale, non abbiano ancora riscoperto il “diritto di resistenza”, non abbiano ancora riscoperto la forza e la capacità di rialzarsi una volta che si è toccato veramente il fondo. "
    Cara Sofia commento a caldo (e al volo)
    Ad un numero crescente di italiani che hanno seguito la lezione di economisti e divulgatori di buona volontà appare ormai chiaro il disegno generale. Tanto più che i contributi ricordati hanno" invogliato" tutti quelli "fino al rogo (questo ultimo escluso)" a manovre di riposizionamento. È mia convinzione che la lezione di costituzionalisti e volenterosi divulgatori potrebbe ottenere risultati analoghi anche per la Costituzione.

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    1. il problema è che ancora non troviamo rappresentanza politica.

      noi "consapevoli" non abbiamo un partito da votare.

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    2. Questo è un poblema effettivo ma la cui soluzione non passa per una possibilità realistica di breve termine: mancano i numeri per una massa critica, l'appoggio mediatico, la stessa aggregazione dei principali interessati (PMI e dipendenti, portati su sponde diverse della scissione del famoso "slogan").
      Se trovi una soluzione praticabile...

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    3. io la soluzione praticabile al momento non la conosco: ma so che i numeri per la massa critica ci sono eccome.

      la gente disposta a votare un partito che si faccia portatore delle istanze su questo blog espresse è davvero tanta.

      non la maggioranza ovvio...ma una minoranza corposa più di quanto si possa credere.

      il problema è che nei media attuali non si troverà mai spazio. e PMI e dipendenti non si aggregheranno mai in tempo. questo darà meno rappresentanza a eventuali movimenti alternativi.

      io ripeto che una soluzione non la conosco. mi limito a certificare che in Italia c'è un'astensione ENORME e che buona parte di quegli astenuti saluterebbe positivamente un partito anti-euro e pro-crescita e pro-investimenti per un nuovo piano di rilancio del lavoro.

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    4. @AP
      Sono consapevole che il numero di quelli che ha capito è sempre più ampio, ma non posso fare a meno di provare un forte senso di scoraggiamento quando ancora adesso, la maggior parte delle persone con cui parli, ti risponde che l'euro non è il male dell'Italia ma lo è la CORRUZIONE e che per questo dobbiamo essere commissariati e comandati a bacchetta dai tedeschi perchè loro si che dono bravi! Quelli che hanno capito sono quelli che si sono posti una domanda a un certo punto e hanno provato, attivamente, a capire. Tutti gli altri subiscono passivamente la menzogna ogni giorno e il bello è che non bogliono capire perchè questo vorrebbe dire smantellare i propri schemi mentali e le proprie convinzioni fideistiche. Non sia mai!!

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    5. Considero di frequente "scoraggiamento" un lieve eufemismo, ma ormai ci hanno trascinato a forza dentro al Kursaal, per lo più nolenti e pagheranno caro un tale errore, e ci conviene ballare. Inutile ribadire il potere unificante della Costituzione che contiene il Patto dettagliato (qualcuno disse che ci manca solo l'orario dei treni). Questo blog fa da collegamento di altissimo livello con i contenuti economici svolti da accademici di buona volontà che, anche loro, mettono a rischio la carriera futura.
      Costituzionalista accademico, meglio per te emerito o decano, se ci sei batti un colpo!

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    6. "ma lo è la CORRUZIONE e che per questo dobbiamo essere commissariati e comandati a bacchetta dai tedeschi perchè loro si che dono bravi!"

      Mai visto un massocchismo è autolesionismo del genere, santo dio che ignoranza.
      Come può un popolo desiderare di essere commisariato, veramente incredibile.

      Sti idioti assomigliano i soldati italiani che dopo il 43 si arresero ai tedesci volotareamente è pensarono di andare a fare la pacchia in Germania.

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  3. non lo seguivo più da un annetto direi....ma alla luce di questi ultimi pareri di Gustavo Piga posso uscirmene con un moderatissimo:

    "ma si è bevuto il cervello?"

    o esagero?

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    1. ed è ancora di questa idea? che l'euro ci abbia fatto bene mettendoci di fronte alle nostre contraddizioni?


      io avevo capito che, per quanto fosse già una tesi ovviamente fallata, lui sostenesse che sono stati fatti errori ma ormai è tardi per tornare indietro e si deve andare avanti.

      che per quanto sia una posizione cmq sbagliata come sappiamo (soprattutto x un economista) è ancora diverso dal dire che l'euro ci ha fatto bene.

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    2. Battute a parte, Piga è un economista con serie ambizioni politiche, tanto è vero che a suo tempo aderì a Scelta Civica (con Monti, oh yes). Direi quindi che vuole essere dalla parte dei vincitori in un angolo non troppo affollato e che per i suoi discorsi può vestirsi da tecnico, ma è comunque il politico che li fa.
      Come hai detto più sopra, in ogni caso "noi critici" siamo una minoranza e "noi informati" una ulteriore frazione di essa. Per noi informati sono discorsi da demente, ma il resto dei votanti incerti o critici è un target interessante e probabilmente lui si propone di cercare lì un po' di voti da portare al PUDE, che evidentemente giudica ancora la parte vincente.
      D'altra parte ha un curriculum da liberista di tutto rispetto.

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  4. Piga rimane europeista convinto anche se è tra quelli che vorrebbe che i nostri politici andassero a sbattere i pugni ed è tra i promotori del referendum per sbrogazione di alcune norme applicative dell'art. 81. Ma quarantotto dovrebbe aver scritto su questo ( oppure potrà essere approfondimento di separato post)

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    1. Oddio, cara Sofia, non mi sento di essere un "commentator" di Piga o altri. Ritengo anzi che l'idea di quell'inutile referendum (lo stesso FC è inapplicable e praticamente inapplicato e alla fine il ref. lascia intatta l'impostazione del deficit cap tendente al pareggio) vada lasciata ad un naturale oblio.

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  5. Non intendevo dire che Piga meritasse un commento ma ricordavo, male, che avessi spiegato le ragioni di inutilità del referendum ( ed eventualmente mi proponevo volontaria ma solo per attinenza del tema e perchè mi diverte smascherare alcune ipocrisie).

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    1. Su formiche.net ne hanno parlato in abbondanza. Rimane la pregiudiziale: non muta il quadro costituzionale "revisionato", non muta la stretta adesione all'eurofollia, anzi la rafforza lasciandola intatta nei suoi capisaldi.
      In TV fanno uno speciale sulla Polonia per dirci quanto sono più bravi di noi, fuori dall'euro, dal FC, fuori dal relativo sistema sanzionatorio, potendo far fluttuare il cambio e fare deficit oltre il patto di stabilità senza dover aggravare il saldo delle partite correnti.
      Ecco: poter continuare a tacere su questi piccoli "dettagli", è il vero cuore del referendum...

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  6. Un sentito ringraziamento a Sofia per il suo splendido articolo. Forse la mia è suggestione per i posti che frequento, ma questa follia la paragono alla stessa vissuta un secolo fa nella Grande Guerra. Anche allora, la colpa,per i risultati non ottenuti, non era nella mancanza di mezzi, nella carenza di strategie da parte dei vertici militari, no, la colpa era di quegli smidollati ventenni, che non avevano l'impeto, lo slancio, per conquistare le fortificazioni dei nemici. Anche allora si capovolgeva la realtà. Un solo episodio esplicativo per capire la crudeltà che si abbatteva su quei poveri ragazzi da parte delle gerarchie militari, che nel mentre mandavano a morire decine di migliaia di giovani mezzi analfabeti, loro banchettavano allegramente a Padova:
    Nell'assalto all'arma bianca del monte Ortigara, l'ordine di ritirata venne dato dopo otto giorni dall'inizio della battaglia. I pochi sopravissuti per tutto quel tempo rimasero lì immobili nel fango dei crateri fatti dalle bocche del fuoco nemico. Non potevano tornare indietro, dovevano aspettare che fosse dato l'ordine di ritirata, altrimenti sarebbero passati sotto il fuoco dei carabinieri Fu una autentica carneficina, gli stessi austriaci incitavano i nostri soldati a ritirarsi.
    Forse, ma la mia ripeto è solo una suggestione dettata dai posti che frequento in bicicletta, la follia che viviamo adesso è figlia di quel tempo. In un mondo normale, quei vertici militari, finita la guerra sarebbero dovuti tutti passare sotto il fuoco dei Carabinieri, con l'accusa di Crimini contro i propri soldati. Anche adesso abbiamo un intera elites che sta perpretando un crimine contro le future generazioni del proprio paese, e invece di finire processati, salgono alla ribalta dei media.

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  7. Incredibile: il Presidente del Senato "scopre" che se non c'è la domanda, non c'è motivo, per un'impresa, di assumere gente....

    http://www.affaritaliani.it/economia/lavoro-grasso-pd-renzi29092014.html

    Una luce molto fioca, per carità. La consapevolezza delle cause di questa crisi e dell'incompatibilità del liberismo con la democrazia costituzionale non sfiorano neanche lontanamente le grandi menti della sinistra italiana.
    A onor del vero, va detto che di consapevolezza ce ne è poca anche fuori, almeno in Finlandia. Interessante, al riguardo, questo articolo riportato dall'ottimo Voci dall'estero. Ovvero "come citare le premesse giuste, per invocare la soluzione sbagliata!

    http://vocidallestero.blogspot.it/2014/09/finlandia-la-competitivita-attraverso.html

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  8. Sofia ha scritto: ma non posso fare a meno di provare un forte senso di scoraggiamento quando ancora adesso, la maggior parte delle persone con cui parli, ti risponde che l'euro non è il male dell'Italia ma lo è la CORRUZIONE e che per questo dobbiamo essere commissariati e comandati a bacchetta dai tedeschi perchè loro si che dono bravi!

    Ciao Sofia lo sconforto sale ancora di più quando queste stesse persone poi vanno a commemorare i caduti della Resistenza, quelle giovani vite spezzate per liberarci dall'occupazione tedesca.

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  9. Perché la Chrysler (senza la Fiat) va benissimo

    http://www.panorama.it/economia/aziende/perche-chrysler-fiat-benissimo/

    Il settimanale piddino si domanda perchè la Chrysler và cosi bene, sottolineando, senza la fiat.
    Forse cari piddini perchè negli USA non avevano un certo genio di nome Monti che in italia a distutto la domanda interna.

    Ormai i prodotti Chrysler sono pieni di Know How che viene da Fiat. Forse i piddini non sanno che ci fù un trasferimento tecnologico Fiat verso Chrysler, ed era una delle condizioni che il governo americano fece a Fiat per avere il pacchetto di azioni detenuto dal governo americano, l'altra era la costruzione di una macchina che è in grado di viaggiare 40 miglia con un gallone di benzina, niente più facile per gli ingenieri Fiat :-) così in pochi mesi è nata la Dodge Dart.

    Cari piddini il successo di Chrysler è anche il successo di Fiat, che non ha ricevuto nemmeno un dollaro di sussidio dallo stato americano al contrario di Ford è GM.

    Quello che bisogna chiedersi perchè la domanda dei cosidetti Trucks sta letteralmente esplodendo.
    I Trucks non sono macchine comuni, sono macchine da lavoro, paragonabili ai furgoncini in Europa.
    Uno che non ha lavoro non và a comprarsi un Truck.


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    1. Piccolo suplemento

      http://www.inautonews.com/us-chrysler-increases-production-quota-for-rams-1500-ecodiesel#.VCpkx3YcThk

      Since the model’s launch back in February, the 1500 diesel has been among Chrysler’s fastest-selling products. The situation is no surprise, considering the optional EcoDiesel engine has been rated by the EPA at 28 mpg, the best highway figure for any pickup. Fiat SpA subsidiary VM Motori produces the 3.0-liter EcoDiesel V6 engine in Cento, Italy and the Jeep Cherokee diesel also uses it for the US market.

      Come si vede i Truck RAM non si vendono solamente benissimo, ma il prodotto RAM 1500 con motore ecodiesel è considerato il migliore del intero segmento dei Trucks.

      Il motore Ecodiesel è stato progettato e viene costruito da VM Motori, azienda italiana di Ferrara. Oggi appartiene a Fiat.

      Per quelli che dicono che l'italia produce solamente prodotti nel basso o medio segmento.

      I Motori Ecodiesel vengono anche installati nel prodotto Jeep Cherooke.

      Solo per dire che nel successo di Chrysler c'è dentro più Fiat di quel che si pensa.

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  10. Giusto per lasciare altra testimonianza e del fatto che la nostra classe politica sarà l'ultima ad accettarlo.

    " Financial deregulation in recent years has vastly increased the ability of the financial markets to allocate international capital efficiently. It has also sparked explosive growth in financial transactions and resulted in a restructured, more competitive, and less costly financial services industry. But the deregulation has proceeded so rapidly that the volume of purely financial transactions now greatly exceeds that of transactions driven by international trade in goods and services. This new pattern has led to growing economic uncertainty and instability. Markets now run around the clock and respond to change so rapidly that there is a growing danger of chain reactions that could precipitate global market failure. Regulators in the major trading nations need to address the possibility of a full-scale breakdown of the financial system."

    http://www-wds.worldbank.org/external/default/WDSContentServer/IW3P/IB/1988/08/01/000009265_3960927021206/Rendered/PDF/multi_page.pdf

    Sono cose ribadite dalle istituzioni internazionali negli ultimi 2 anni, ed è evidente la malafede di che deve decidere e della crassa ignoranza del piddino medio italico ed europeo.

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    1. World Bank si vanta di essere meno delirante del FMI. E per l'intanto si rende conto che il gioco non può durare all'infinito ripetendosi sempre a carico nostro (di lavoratori colpevoli "a prescindere"). Il "full address" è la financial repression o regulations sulla libera circolazione dei capitali: cosa che non solo non ha mai impedito gli scambi e la crescita dell'economia mondiale, ma anzi, l'ha favorita. Compresa la fine dell'ossessione dei cambi fissi sulle monete circolanti anche all'interno dei paesi vincolati. Ma prima occorre ridimensionare la potenza di fuoco della moneta bancaria e del debito sovrano in mano ai "mercati": POi si scannassero tra di loro: ma vedrai che il Gran Casino si sgonfierebbe senza troppi drammi, una volta che fossero privi del pagatore di ultima istanza: le nostre tasche...

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  11. E se gli USA aspettassero la fine dell'€ -con conseguente caos finanziario- come alibi per reintrodurre il Glass-Steagal ?

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    1. Difficile: gli USA sono enormemente interessati a tenere in vita l'euro che, di per sè, consente omogeneizzazione dei sistemi economici, fiscali e bancari nel senso auspicato da chi controlla rigidamente le politiche USA.
      Più probabile il contrario: caos finanziario che provoca rottura dell'euro come conseguenza della insostenibilità della liberalizzazione finanziaria a risoluzione deflazionista delle crisi (stile ante '29) e costrizione autoconservativa della società USA a reintrodurre Glass-Steagall. Da cui recupero di una certa misura di democrazia...

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