martedì 30 settembre 2014

WELFARE NUOVO, RECESSIONE VECCHIA (MA SEMPRE DI MODA)

 

No, non vi parlerò nuovamente dell'art.18: la memoria degli italiani è ormai condizionata troppo "a breve" per rammentare che si tratta di una conseguenza diretta della "estorsione", cioè di un ordine diretto, - e corredato da minacce esclusivamente dirette ad un'Italia governata da imbelli privi di qualunque senso dell'interesse nazionale-, provenienti dalla Trojka; questa va intesa come momento di saldo tra spinte liberiste USA (con annessi investitori esteri della più predatoria matrice finanziaria) e ordoliberismo mercantilista germanico (che predica bene a casa propria e razzola malissimo, altrettanto impunito, a danno degli altri).

Mi basterà dirvi che non è la disciplina dei licenziamenti con reintegra la posta in gioco, essendo stati sostanzialmente disciplinati già dalla precedente riforma Fornero ed in termini pressocchè identici, - salvo qualche dettaglio mal interpretato-, a quelli di cui oggi si discute (nella totale ignoranza del concreto stato della legislazione già vigente): no, la posta in gioco è la realizzazione del nuovo welfare che andrebbe accompagnato ai diversi "stadi" e fonti di disoccupazione che il sistema, orgogliosamente coatto nell'adempiere agli ordini sovranazionali, stabilizza ed incentiva.
Questo nuovo welfare, infatti, restringerebbe la cassa integrazione nelle sue forme attuali, allargherebbe la platea dei legittimati al sussidio di disoccupazione, includendovi lavoratori precari (in tipologie non ancora ben definite), mentre, in piena frenesia "cosmetica", riconoscerebbe sostegni economici di maternità anche alle lavoratrici "autonome" e via dicendo. Non c'è limite all'indoramento della pillola.


inflazione-italia-eurolandia

Comunque, fermo restando che il nuovo "sussidio universale" innesca automaticamente la corsa al ribasso accelerato dei livelli salariali sui (presunti) nuovi lavori - che semmai si collocherebbero nel settore degli oligopoli gestori della distribuzione e dei servizi nonchè nelle fabbriche cacciavite a proprietà estera cui si sta riducendo progressivamente il manifatturiero-, cerchiamo di capire quanto costerebbe.

Qui siamo nel più irresponsabile e demagogico (non sia mai ci fossero elezioni in vista) marasma: per quanto riguarda il sussidio di disoccupazione, oggi definito ASPI, "il costo della misura è tra 8 e 18 miliardi. Ma stime attendibili bisogna aspettare di sapere in cosa consiste l’estensione, per quanto tempo e in che misura sarò prevista (oggi l’Aspi è intorno all’80% e dura da 12 a 18 mesi)."

A questa improvvisazione, che certamente non può essere indifferente sul destino di milioni di lavoratori, occorre aggiungere "una sorta di piano industriale per i singoli settori» (energie alternative, chimica verde, beni culturali…) sfruttando l’innovazione applicata alla ricerca e le potenzialità dei distretti tecnologici «che possono unire la capacità di investire sulle nuove generazioni con l’esperienza, la saggezza e la bellezza dei più grandi»." 
Non credo che questo programma possa essere attuato con zero risorse pubbliche: quantomeno dovrebbe essere innescato da misure di agevolazione fiscale se non crediti d'imposta e sgravi contributivi. E non sarebbe praticabile se non avesse un costo di "X" miliardi, allo stato attuale. 
Vedrete che tireranno fuori il mitico piano Juncker di investimenti e i fondi UE da "confinanziare" magari al 25% anzicchè al 50% (adempiuta la riforma strutturale deflattiva del lavoro si spera in questo).

Niente paura: si tratta di somme che o saranno oggetto di pesanti condizionalità sul raggiungimento degli obiettivi di indebitamento e di riduzione del debito pubblico dettati dal Fiscal compact, o si tratta di briciole e di risorse assolutamente inadeguate. E comunque a carico pubblico nella gran parte dello sforzo effettivo per innescare il (sempre) presunto "effetto leva" tra fondi pubblici e privati che darebbe luogo al totale "ipotizzato" dall'altrettanto mitico Juncker.

Draghi Juncker

Il problema è che in tale dimensione finanziaria di intervento, tra neo-welfare e piani "industriali" di rilancio- e ci aggiungiamo l'inevitabile ritorno alla carica della "riduzione del cuneo fiscale" (o estensione a regime degli 80 "euri" fate voi)-, potremmo fare un calcoluccio ad occhio ed a spanne (l'improvvisazione attuale non lascia adito ad altro criterio): diciamo una decina di miliardi per il solo "grande-ASPI", un qualche centinaio di milioni per la maternità delle lavoratrici autonome, un'altra decina di miliardi per qualche forma di taglio del cuneo fiscale, qualche miliardo per cofinanziare i "piano industriali di settore". 
Facciamo, con la dovuta cautela, un 25 miliardi?

Aspettate, come nel caso del decreto "sblocca-Italia, in cui le risorse aggiuntive sono risultate alla fine di 200 milioni, essendo il resto il reimpiego di fondi già stanziati e sottratti ad altri capitoli di spesa, si provvederà mediante tagli da altre parti, nella spesa pubblica, - e scommetto su pensioni e sanità- e nel più che sicuro piano di attuazione del taglio delle deduzioni e detrazioni ai fini tributari. E magari nella vista accelerazione della revisione delle rendite catastali: con gli effetti che sappiamo.
Ma questi tagli, per essere "credibili" dovranno pure essere rispettosi degli obiettivi di medio termine nella riduzione del deficit pubblico (su cui i vari Schauble e Katainen e gerarchi eurocrati hanno già preannunziato "tolleranza zero"): cioè imporre, per il 2014, una drastica riduzione dell'indebitamento.

Non mi ripeterò su come tutto ciò sia affetto da miopia suicida nel considerare l'effetto del moltiplicatore fiscale e la insostenibilità dell'euro (guarda un po' "dove" se ne stanno accorgendo!)
 
Diciamo solo che qualunque minima realizzazione di questi obiettivi tra loro del tutto inconciliabili si potrà solo misurare in diverse misure percentuali di (grave) recessione (e disoccupazione acuita) che deriveranno dall'esito della "grande manovra" (preelettorale?) che ci attende.


18 commenti:

  1. .la foto dei due.... corvi mi è piaciuta, prima pensavo al gatto e alla volpe, ma penso sia giusto dire che sono due corvi, o forse meglio sciacalli?

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  2. Secondo me alla fine finiremo tutti ai lavori forzati.
    Non li chiamerenno così, non li faranno apparire così. La faranno apparire come una cosa "figa"; anzi "cool", ma la sostanza sarà quella.
    D' altronde il lavoro non è un diritto, è un dovere, o no? ;-)

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    1. Ai lavori forzati in sostanza siamo già condannati: un'ulteriore inasprimento, rispetto a quanto stanno già ottenendo, non gli converrebbe neppure troppo (la caduta della domanda è vista come riorientamento all'export e la gradualità gli pare opportuna).

      Disciplina "nelle fabbriche"e flessibilità verso il basso dei salari assicurate a piacimento, illimitate prospettive di delimitazione dell'intervento pubblico in forza addirittura di norma costituzionale, consenso a tutto questo legato alla invocazione dell'attenuazione della pressione fiscale da ESSI stessi creata (al fine di indurre questo punto di rottura).
      Aggiungiamo un sempre più entusiasta appoggio mediatico-televisivo (per quanto "saturato" regge la botta), e il definitivo spostamento sull'Esecutivo del potere decisionale di attuazione dei diktat sovranazionali. Da cui sfiducia totale nei parlamenti (nel solo rimasto, peraltro) e rigetto della democrazia degradata a metodo idraulico.

      Ergo pratica impossibilità persino solo di "proporre" una qualche forma di rappresentatività politica del dissenso (tralasciamo l'opposizione attuale, per quieto vivere, perchè non solo è destinata ad essere ridimensionata ma se lasciata libera di realizzare i suoi programmi non si discosterebbe sostanzialmente nello smantellamento della Costituzione in senso sostanziale).

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  3. Gh'è pensa "Renzi", faccendo spendere subito agli Italiani il TFR, altri 80 Denari, che non avremo più quando saramo licenziati, che le piccole e medie imprese dovranno farsi prestare dalle Banche se gl'ì le daranno e che l'Inps (Che gestisce i TFR delle aziende con più di 50 dipendenti) non ha in cassa, avendo già un buco da una decina di miliardi di euri.

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  4. Molto inquietante..... stanno procedendo verso l'impoverimento generale di una intera nazione; stanno modificando -lentamente ma inesorabilmente- il sistema istituzionale per impedire che le future masse-schiave possano cambiarlo per vie legali, escludendo ogni alternativa pacifics al "furor di popolo".
    Furore che sono convinti di controllare con i media, che incitano gli schiavi della massa ad odiarsi fra loro......

    Che brutto esperimento. Veramente il segno più tangibile della profonda decadenza della cultura di un occidente sempre più "ancien regíme"......

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  5. Sottopongo all'attenzione del Blog anche questo articolo:

    http://temi.repubblica.it/micromega-online/come-uscire-dalla-crisi-senza-uscire-dalleuro/

    Con una domanda "terra-terra": se devo inventarmi una sorta di "moneta fittizia e parallela" che posso gestire senza incappare nelle rigidità dell'euro, mantenendo in vita l'euro, non cado in una contraddizione? E' come dire: debbo curarmi ma non voglio rinunciare alla malattia........

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    1. L'effetto è quello di sgravio fiscale differito. Ma emettendolo in anticipo ne consentirei la circolazione(sconto) come mezzo di pagamento e dunque, riserva di valore e misura di scambio. Cioè moneta: ma in aggiramento dell'esclusivo potere di emissione BCE sancito dai trattati eppure avente un implicito corso legale garantito dallo Stato.
      Insomma, non vedo come non possano incorrere in un divieto-infrazione dei trattati e, contemporaneamente, non implicare un rapido innalzamento del debito-indebitamento pubblico una volta portati in riscossione alla scadenza: l'idea sarebbe che il moltiplicatore farebbe innalzare il PIL di 6/7 punti e relative entrate (si suppone).
      Ma anche questo prescinde dal fatto che non è che principalmente le imprese non fanno ricorso al credito perchè le banche non lo concedono: è che nessuno investe e siamo in una trappola della liquidità per mancanza di domanda interna nella ricerca della competitività estera mediante deflazione.
      Liquidità in quella dimensione forse farebbe ripartire i consumi ma sfascerebbe il saldo CAB, dato che la moneta corrente rimarrebbe l'euro sopravvalutato: ammesso che la Commissione non vieti l'emissione o non lo consideri debito pubblico non coperto da liquidità raccolta dai mercati (e quindi autosottoscritto dallo Stato in violazione dell'art.123).
      E il deficit CAB, poi, diminuisce il PIL ed aumenta autonomamente il deficit pubblico.
      La vedo dura in pratica...

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    2. a dirla tutta lo stesso titolo è una contraddizione. almeno in termini di buonsenso

      titolare così significa ammettere che la causa principe della crisi (o almeno del suo perdurare) è l'esistenza dell'euro stessa. dunque a questo punto è chiaro che l'esistenza dell'euro è più importante della situazione economica.

      dunque le menate sulle catastrofi in caso di uscita perdono la tanto adorata credibilità fin dal principio.

      ovviamente mi riferisco agli autori del libro.

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  6. Buongiorno,
    le segnalo questo (anche se non vi troverà nulla di nuovo):

    http://baselinescenario.com/2014/09/30/game-of-thrones-the-wire-and-the-new-york-fed/?utm_source=feedburner&utm_medium=email&utm_campaign=Feed:+BaselineScenario+(The+Baseline+Scenario)

    In a less well developed political system, rich businessmen buy favorable policy by passing money under the table (or hiring politicians’ relatives, or giving them loans and then letting them default, and so on). In the United States, for the most part, you don’t have to do anything illegal: the system takes care of it for you, whether it’s bailout money from the Treasury Department or regulatory forbearance from the New York Fed. That system is a combination of personal incentives, cultural capture, and institutional sclerosis.

    it's sooo simple, isn't it?

    Clean hands... and empty heads...

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    1. Rammenta molto "plasticamente" la teoria generale della corruzione
      http://orizzonte48.blogspot.it/2013/11/teoria-generale-della-corruzione-guida.html
      Grazie della segnalazione, magari lo utilizzerò nel libro sulla corruzione :-)

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  7. comunque: possiamo dire di intravedere da lontano il "redde rationem"?

    http://www.ansa.it/sito/notizie/economia/2014/10/01/parigi-rifiuta-lausterita-e-bacchetta-lue_c8f5fe5d-b7c4-48f6-a091-14e741bca56b.html

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  8. la Francia inizia a prendersi le sue libertà e a mettere in discussione l'operato UE:

    "Non è un caso che il ministro francese Sapin, invece di scusarsi, abbia detto che l’Unione europea “deve a sua volta assumersi le sue responsabilità, in tutte le sue componenti”. In particolare “i Paesi in surplus”: espressione che si legge “Germania”. "


    e al Four seasons di Milano è appena andato in scena quel che potrebbe essere un Britannia 2. Che si voglia chiudere il saccheggio adesso perchè nel doman non v'è certezza?

    http://www.dagospia.com/rubrica-4/business/italia-saldo-come-britannia-92-jp-morgan-riunisce-milano-85480.htm

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    1. Il four season meeting è uno dei primi links di QUESTO post :-)
      Su Sapin se son rose...sfioriranno e con esse la stagione del "controlliamo i crukki con la monetat unica" Pori cocchi!
      Nondimeno pariamoci il c..., NOI, perchè non tira mai na bella aria quando si fanno nuovi accordi in Europa

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    2. mea culpa! il link mi era sfuggito. mi pareva strano in effetti.... :-)

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  9. Quindi non contiamo sui francesi , stanno salendo sul carro dei furbi per depredare i restanti alunni della Merkel...finite le industrie nazionali, ci sono ancora le municipalizzate italiane, che riscuotono le bollette di gas ed acqua, opportunamente da quotare in borsa, ci sono le banche popolari, anch'esse da diventare spa....se le contenderanno le multinazionali/hedge found gonfie di carta straccia varia.....il bell'articolo di micromega pone una bella domanda: come facciamo ad uscire, che armi abbiamo ? Conta solo chi ha armi nucleari e convenzionali, e debiti temibili....Gli usa, russia e cina hanno nucleare ed eserciti, I francesi hanno anch'essi l'atomica e le centrali nucleari, la germania con gli Usa e' la meglio di tutti, intoccabile, politicamente fortissima, perche' minaccia tutto il mondo con il deterrente della deutsche bank con 55 trilioni di derivati carta straccia....noi neanche questo . Da bravi scolaretti, vendiamo i beni reali ed aumentiamo i depositi in futura carta str..(euro). Ci vorra' molta fortuna...

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    1. Non so, per la Francia anche uscendo dall'euro ci si può assicurare shopping in Italia (valutariamente ancora più agevole). Basta che s assicuri che rimane questa classe politica che ha rincoglionito gli italiani che la salvezza sono gli investimenti esteri.

      Il bello è che lo slogan permarrebbe anche in caso di ritorno ai cambi flessibili. Sulla qualcosa tutti questi ostacoli politico-strategici non sono obiettivamente sostenibili: nessuno al mondo ha interesse a che il nostro debito estero commerciale si tramuti in ulteriori insolvenze per "valuta scarsa" di pagamento. Nè che un mercato complessivo come quello di Italia e Francia rimanga asfittico per l'eternità.

      Il problema rimane essenzialmente politico interno: ormai l'intera composizione della classe politica italiana è fatta da gente i cui leader preferiscono la colonizzazione in cambio della stabilità estero-garantita del loro potere.

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  10. Va buo'.
    Il mio commento precedente era molto sconsolato. La via che hanno segnato (o sognato?) è quella dei lavori forzati (per noi bruti corrotti degni solo del loro odio).
    Ma la mia età non mi consente ancora di lasciar campo libero al pessimismo.
    E loro, cioè "ESSI", infondo me lo concedono. La prima impressione è che siano degli strateghi ultraintelligenti che portano sempre "la baracca" dove vogliono.

    Ma.

    Onestamente, a ben guardare.

    Lo avete visto Padoan qualche giorno fa fare l' elogio dell' ottimismo (CON QUELLA FACCIA LI!) dissimulando la sua preghiera per "fata fiducia"?
    E daie. So umani anche loro. E sono tragi-comici come e peggio di Fantozzi!

    Secondo me non sanno che pesci pigliare. Questa è la realtà. I pennivendoli in servizio permanente effettivo in quatteo e quattrotto stan trasformando la "virtuosa Cermania" e la "lungimirante SIGNORA Merkel" in una manica di scalmanati ottusi.

    Per carità, la mia condizione socio-economica mi permette (ancora) di riderci su. Ma guardate che c'è veramente da riderci su. Non me ne vogliano i tanti che se la stanno (già) passando molto male e molto peggio di me.

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    1. Non sanno che pesci prendere solo tatticamente, cioè nel breve, e a causa delle contraddizioni denunciate ed evidenziate ormai in tutto il mondo...tranne che dai famosi pennivendoli nostrani (che alterano il senso di ogni notizia, invariabilmente). E infatti il florilegio di accuse verso la Germania serve solo a dire che, in fondo, con un po' di buon senso, l'euro rimane una cosa buona.

      Ma strategicamente non mollano: cercheranno anche di fronte all'imminente crollo di proseguire con la loro idea della società "senza risorse" pubbliche, colpevolizzando coloro che impoveriscono, ignorando il vero significato e le cause della deflazione, per "rimodellare" e distruggere l'assetto democratico che, in cuor loro, gli pare un inaccettabile fardello che mette in pericolo 30 anni di festa continua.

      E anche dopo "l'evento" tenteranno di proseguire imperterriti, forti dell'autorazzismo e delle radici profonde che hanno scavato nell'anima di una comunità sociale dedita all'odio reciproco.

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