giovedì 13 agosto 2015

DOMANI "TI PAGO", DOMANI DIGIUNA GIOVANNI. TRA €LEZIONI E GOV€RNO T€CNICO



1. Lobensapete che la Cina ha avviato una fase di svalutazione della sua moneta: e dico "fase" perché le svalutazioni, di riallineamento rispetto ad una situazione alterata (dall'aggancio al dollaro) di ingiustificata ipervalutazione valutaria, sono come le ciliegie. Nei giorni, una tira l'altra, fino al riequilibrio (tanto libbberatorio, come diceva il Funari-Guzzanti di tempi migliori...).

Prima di iniziare seriamente a preoccuparsi per le esportazioni dei (fantomaticamente) "nostri" marchi del "lusso-made-in-Italy" - ormai essenzialmente a proprietà/controllo esteri, con relativa esportazione dei profitti, pur quando realizzati nelle poche unità produttive ancora rimaste in Italia-, pensiamo a cose che ci riguardino più immediatamente.

2. Allora: ci vengono a raccontare che ci sarà una manovra da 30 miliardi ("legge di stabilità") considerata una occasione unica per il rilancio della crescita e per "l'equità sociale": la cifra dei 30 miliardi, com'è mediaticamente e "governativamente" invalso da qualche anno, viene determinata sommando capre e cavoli, cioè i saldi e gli impegni di spesa relativi ai vari provvedimenti insieme con le stime del gettito delle nuove entrate e dell'ammontare dei tagli di spesa pubblica. 
In piena estate, l'impressione che deve essere data dai giornaloni è che un governo spregiudicato, e preoccupato del benessere degli italiani, voglia grosso modo alimentare per quasi 2 punti di PIL consumi e investimenti.
Naturalmente non è così: anche volendo fare la improba fatica di suddividere in poste attive (nuove imposte e tagli di spesa) e passive (sgravi fiscali, spesa pubblica di qualunque genere, tra corrente e in conto capitale), cioè anche districando le mutevoli e volutamente confuse indicazioni su impegni di spesa e coperture, sarebbe impossibile scalfire la ormai consolidata convinzione mediatica di massa che la prossima manovra sarà...espansiva.

3. Non è ovviamente così e lo possiamo anticipare senza alcuno sforzo previsionale "mesmerico": la miracolosa politica di ripresa-equità-sociale, che l'ubriacatura propagandistica dei giornaloni ordoliberisti sta cercando di propinarci, si muove su due alternative:

- o il "pieno" rispetto del fiscal compact ("reale", cioè quello di cui tutti i paesi UEM se ne fregano e che si applica solo all'Italia), e quindi la prosecuzione della linea di raggiungimento del pareggio di bilancio per obiettivi intermedi; tale linea dovrebbe comportare una manovra di consolidamento, cioè restrittiva, di circa 0,5-0,6 punti di PIL (portando il deficit pubblico verso una misura che sarà in una forchetta del 2%-2,3% del PIL. 
Beninteso, muovendo dal 2,65% programmato, (dopo l'approvazione della Commissione), dalla "stabilità" dello scorso anno ed ammesso che, a conti fatti, tale sia la misura di riferimento, ben potendo risultare che la base di partenza - e quindi di correzione- del deficit realizzato nel 2015, sia ben più alta);
- ovvero, sfruttare un'ulteriore flessibilità consentita dalla "Comunicazione" della Commissione UE del gennaio 2015, e quindi mitigare il consolidamento di ulteriori 0,25 punti di PIL. 
Questa, e non altra, è la misura che sarà consentita, nella assolutamente migliore delle ipotesi, per proseguire "crescita&equità". Si tratterebbe, indubitabilmente, solo di una minor misura del consolidamento: il deficit sarebbe ammesso, - e sempre che vada in porto la difficile trattativa con la Commissione, che parte anche prima della prevista scadenza del 15 ottobre (se si è persa la sovranità fiscale, non c'è limite alla prassi informale del neo-potere extracostituzionale dominante le patrie vicissitudini)- in una misura che si aggirerebbe intorno al 2,5%.

Insomma, in questa ipotesi "espansiva" (per la propaganda non certo per la realtà degli effetti sul PIL), il deficit consentito potrebbe "persino" avvicinarsi al 2,7-2,8, ove si usasse tutta l'abilità negoziale derivante dall'aver appoggiato la linea Merkel-€urogruppo nella trattativa con la Grecia: di fronte a "meriti" di fedeltà così encomiabili, i decimali di tolleranza potrebbero crescere - purché si stia sotto il 3%- e si potrebbe estendere all'Italia la logica della "burletta o vaudeville" del fiscal compact che tanto conta per il PIL della Francia (e che spiega il "milagro" spagnolo)...

4. Ma -fermi tutti!- tutto questo se e solo se sia ammesso che ricorrono le condizioni di investimenti e riforme strutturali che, in base alla super-vaghe ed arbitrarie clausole del fiscal compact, consentono tale flessibilità ad un paese che si dichiara - o comunque risulti- non più in recessione e, quindi, in "condizioni" non più (come lo scorso anno) "eccezionalmente sfavorevoli". 
La clausola della flessibilità per investimenti-riforme strutturali, sarebbe giustificata, e ve lo dico anche se ora passa abbastanza sotto silenzio, perché si darebbe il "via libera"
1) alla derogabilità aziendale della contrattazione collettiva nazionale
2) all'inserimento, nei decreti attuativi della riforma della p.a., di clausole più stringenti sulla licenziabilità di dirigenti e impiegati pubblici
3) alla revisione (accelerata) delle rendite catastali, in modo da compensare largamente qualsiasi ipotesi di alleggerimento dell'IMU e della TASI sulle varie tipologie di cespiti; 
4) al conteggio ed alla rapida conclusione delle varie privatizzazioni di quel che rimane del patrimonio pubblico industriale (v.Poste e Finmecccanica) e immobiliare; 
5) infine, saranno immancabilmente introdotte delle misure di riconteggio restrittivo delle pensioni, estendendo retroattivamente il sistema contributivo sulle posizioni "a metà" e sugli assegni già erogati. 
Altre riforme, come quella (ennesima) della giustizia civile o i tagli alla sanità, saranno considerati poco più che un contorno, unendosi a ulteriori misure lasciate alla continuità della consolidata fantasia propria dell'austerità espansiva. Lascio a voi fare qualche ipotesi (AP e Carla Montanari ci hanno già parlato della prosecuzione implacabile del meccanismo di svuotamento assistenziale pubblico dell'ISEE...).

5. Ma il governo, così dicono i giornali, ipotizza anche di più
Vale a dire, immagina di essere autorizzato ad eccettuare dal deficit ciò che tradizionalmente la Commissione (e l'Eurogruppo) non ammette a tale beneficio (sempre con regola su misura operativa solo per l'Italia): il cofinanziamento della spesa effettuata coi vari "FONDI EUROPEI",
Questi fondi sono quelli che, - anche a poter spendere tutto entro i termini dei programmi approvati (e già sull'approvazione abbiamo avuto numerosi problemini), anche a poter trovare i soldi per il cofinanziamento-, corrispondono comunque solo ad una parte di quanto noi annualmente versiamo all'UE, ampliando di 6-7 miliardi il nostro deficit annuale (dipende dagli anni e dalla "lentezza" con cui i bilanci europei rivedono l'andamento del PIL a cui è commisurata la contribuzione che, nel caso italiano, è "netta", cioè un trasferimento "a fondo perduto" di soldi dei contribuenti italiani agli altri paesi UE, anche in crescita ben superiore alla nostra, anche aventi una variazione positiva del PIL ben più accentuata e anche aventi una diversa situazione di accumulo di deficit delle partite correnti).

Durante questa estate, dunque, il "sogno" europeista giunge ad immaginare qualche forma di sbattimento dei pugnetti sul tavolo per poter addirittura sforare gli stessi limiti della flessibilità e aumentare, senza sanzioni e infrazioni (immancabilmente minacciate e applicate solo all'Italia), il deficit persino oltre il 3%!

Che tale autorizzazione, o "consenso", delle istituzioni UEM ci sia concesso, risulta altamente improbabile; è pure possibile che lo sforamento a ciò legato - che, attenzione, si assommerebbe a quello, di per sé altrettanto incerto, relativo alla clausola di flessibilità per "RIFORME STRUTTURALI"- sia comunque effettuato
Cioè che lo si faccia anche "invito domino" - quindi contro la (mancata) autorizzazione €uropea- andando successivamente a scaricare sugli esercizi di bilancio futuri dosi massicce di correzione del deficit Monti-style (cioè rispettando in modo dilazionato il fiscal compact e lasciando un pesante conto da pagare ai futuri governi, quali che essi siano). 

Il che farebbe però pensare a elezioni anticipate, sulle quali preparare una politica"espansiva" di captazione del consenso; sarebbe una sorta di "giocarsi il tutto per tutto", sperando in una trattativa stile-Grecia successivamente alla presentazione della manovra, per arrivare in posizione di vantaggio alle elezioni e/o, comunque, anche per evitare, raggranellando qualche decimale aggiuntivo di crescita, un governo tecnico che concluda la legislatura.
Insomma, tra potenziali elezioni anticipate e ombre di governi tecnici che si allungano, la tecnica finanziaria di governo potrebbe essere quella di lanciare la palla lunga e rinviare a futuri governi la correzione lacrime e sangue che conseguirebbe al cumulo di "eccettuazioni" dal fiscal compact accompagnato alla inflessibile volontà di non rinunciare, mai e poi mai, alla moneta unica.

11 commenti:

  1. cosa ne pensate anche delle mitiche tutele crescenti e dei 3 anni di sgravi contributivi: eventuali mancati rinnovi cadranno prima o dopo le nuove elezioni?

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  2. Alcune considerazioni a "caldo" che - pur condividendo gli scenari politici del Bel Pase espressi da 48 a "bocce ferme" nel panorama UEM - andrebbero messe nel "paniere".

    a.) le recenti posizioni del ministro delle finanze tedesco, W Schaeuble e sostenuta dal 70% dell'"opinione "pubblica tedesca, sull'uscita della Grecia dalla UEM sono la manifesta dichiarazione di REVERSIBILITA' dell' €uro.
    Le valutazioni tedesche sono sicuramente di natura ragionieristica dei propri legittimi interessi nazionali:
    - salvato il salvabile delle esposizioni creditizie delle sistema bancario tedesco attraverso i fumosi meccanismi dei "fondi salva Stati" (costati all'ignavo contribuente italiano > di 60 mld di €uri dal 2010) con il malloppo accumulato con la politica mercantilistica (dati TARGET > 600 mld di €uri) c'è ora poco e da nulla da "convincere" il proprio elettorato e la struttura industriale che il mantenimento dell'n/€uro-delirio porterebbe all'insostenibile costo pari al 8-12% del PIL tedesco nei prossimi anni attraverso trasferimenti federali per il mantenimento del sistema UE.

    b.) R Prodi - padre fondatore UE, attento e fine conoscitore dei meccanismi tessuti nei trattati UE, ex presidente del Consiglio UE - nell'intervento pubblicato sul quotidiano "Il Messaggero" lo scorso 9 agosto 2015 evidenzia i "pericoli" della dissoluzione del progetto UE avanzato dalla Germania proponendo improbabili alleanze franco-italiche.

    Parrebbe che la dissoluzione del sogno federale UE sia possibile e prossima - da sommare agli accorati appelli dell'emerito ex PdR - e le riflessioni da elaborare dovrebbero essere chi saranno i GESTORI e quali STRATEGIE POLITICHE messe in atto.

    Molti sono nei camerini a cambiar casacca, altri tecnici a prenotare voli di ritorno in patria ..

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    1. Considerazioni su cui in linea generale concordo.
      Il problema è che, come ormai appare evidente, la (dis)cos-truzione €uropea non è una creazione...€uropea in senso stretto, ma una manifestazione del neo-liberismo "reale", lanciato (come una bomba ai neutroni) dalla governance finanziaria mondiale a epicentro negli USA.

      Ciò fa pensare che - come già negli USA- possano e vogliano andare avanti fin che possono per pura inerzia. Per il puro gusto di distruggere le società de-solidarizzate delle Costituzioni sociali, anche senza avere alcun vantaggio di lungo termine e, quindi, senza avere neppure ormai la certezza della sostenibilità del loro "ordo novum" bacato.

      Insomma, andranno avanti a oltranza perchè...possono.
      Il costo da pagare è che nessun prezzo umano e sociale è considerato insostenibile per ESSI e che quellli che si volessero riposizionare in realtà non sanno che pesci prendere; si limitano e si limiteranno a prendere le distanze da qualche generico effetto senza neppure contestare le cause.

      Una lunga agonia ci attende; inutile farsi illusioni al riguardo...

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  3. Nubi nere si addensano all'orizzonte...

    (Come se adesso ci fosse il sole...)

    Non capisco se sto passando troppo tempo davanti al computer, o se era meglio evitare di leggere un libro sugli esorcismi imprestatomi da una suora.... però mi sembra di vivere in un incubo in cui sono immerso ad una follia collettiva.

    Come se la Storia - interrotta nel '45 - abbia ripreso il suo percorso delirante in coerenza alla follia degli anni del nazifascismo.

    La follia della modernità.

    Gli ultimi vent'anni sono già all'insegna dell'assurdo. Dell'antiumano.

    Tutto è falso.

    Nulla di ciò che viene detto sui mezzi che formano la pubblica opinione corrisponde a realtà.

    La dissonanza cognitiva dovrebbe mettere in allarme. Ma non avviene.

    Comunque, datemi qualche settimana, mettetemi alla BCE, mettetemi nella stanza con Draghi, Monti e compagnia cantante, e vediamo cosa succede.

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    1. Sì tutto è falso ma ESSI non possono, semplicemente non possono, neppure più prenderne atto. Come belve ferite lotteranno fino all'eccesso e contro ogni evidenza per conservare l'assetto di potere che gli sta franando addosso.
      Per il resto, ti rinvio alla risposta data a Poggio.
      Non c'è esorcista per tutto ciò: semplicemente perchè non c'è un'entità vera e benefica cui ipoteticamente appellarsi per effettuare il rito. Hanno già fagocitato e contraffatto ogni residuo di "entità" possibile e immaginabile, assorbendola nel concetto di "mercati".

      In confronto i liberisti del tempo di Ricardo e poi di Marshall erano degli ingenui idealisti...

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    2. Vedi. Paradossalmente, con una risposta così, dopo un post così, rendi questo spazio di condivisione un conforto.

      Perché, fuori da qua, la drammatica inconsapevolezza spesso accompagnata da piccole meschinità se non bruttura morale, mi angosciano di più che una risposta franca, lucida, e di una profondità sconosciuta ai più: schiavi del proprio "io" parassitario...

      Spero di portare delle buone dal "cuore del mondo".

      Sono molto ottimista.

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    3. Non so come si sia arrivati a questo punto (un'idea ce l'avrei) ma come più volte sottolineato in queste pagine chi si trova ai vertici o limitrofi , non ha la minima capacità di analisi cognitiva della realtà (atrofizzata o mai sviluppata ?)
      Un esempio banale quanto immediato : "l'ovvio" argomento secondo cui l'Italia , pur avendo l'enorme serbatoio di risorse architettoniche e culturali cui tautologicamente ci si riferisce oramai in qualsiasi trasmissione televisiva , non riesce a sfruttarlo per "uscire dalla crisi" . Il retrogusto autorazzista è onnipresente , non serve neanche ribadirlo , ma l'esempio che sollevo non si riferisce a ciò , ma all'incapacità analitica basilare per comprendere di che cosa si parla
      Questo fantomatico serbatoio di risorse la cui inettitudine congenita dei contemporanei lascia marcire non è una condizione piovuta dal cielo bensì è la materializzazione dell'intelletto di individui , che lavoravano e producevano , con cui incastonavano la comunità che vivevano . Il ben di dio architettonico e culturale con cui questi cialtroni si sciacquano la bocca è irrimediabilmente perduto già in partenza se si pensa minimamente che esso sia una risorsa da sfruttare anzichè il risultato ultimo di lavorazioni di primigenie risorse . è un pò come pensare di far crescere un campo di grano da una torta ai cereali . è l'esatto contrario : i mastri dolciari possono fare torte ai cereali perchè c'è chi coltiva il grano .
      ma vaglielo a spiegare che alla faccia dei loro master in espertologia che sono solo degli ignoranti stupidi inetti che latrano del nulla

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    4. Giunto alle considerazioni di cui sopra le preveggenze del MINSKY MOMENT con le considerazioni di McCulley - gestore del fondo di investimento PIMCO, 1.600 US$ - in occasione della crisi russa (1998) e quella dei US sub-prime (2008).

      A "me" mi sa che questa volta sarà diverso, considerando i recenti posizionamenti geopolitici e finanziari, e non sia ha raggiunto ancora la consapevolezza dell'importanza del dibattito politico della democrazia.

      Sarà che, pur affetto dal male incurabile di ogni umanista, attorno a quel tavolo si tornerà a sedersi dopo le inevitabili dichiarazioni del US industrial-militar complex ..

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  4. Bene Luciano scusami. E quindi?

    carlo (quello del flauto)

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  5. Eh appunto. Credo si sia tutti d'accordo sul fatto che si dovrebbe recuperare la vecchia costituente ormai vanificata, svuotata whatever. Ma se questo, in fin dei conti, sta succedendo, è successo sta ritornando ancora perché i precedenti storici sembrano esserci una piccola riflessione su questo "eterno ritorno dell'eguale" sul quale Nietzsche, tra l'altro, è uscito pazzo la si potrebbe fare? Tentare? Io non ho la parola che il mondo possa aprirvi ovviamente. Forse anche programmaticamente a questo punto.

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  6. Scusi 48, ma la discussione con AP riguardava Brina Magni : "Juncker sotto l'ombrellone"era il post
    i meriti vanno attribuiti a chi appunto li "merita". Lo dico perchè oltre ai suoi post , leggo avidamente sempre i commenti che forniscono spesso ulteriori informazioni e fonti di approfondimento.Che io, essendo in "fase di domanda " come dice Baazar, trovo interessantissimi ! Ciò nonostante un "brivido " mi è corso lungo la schiena : ancora grazie a Lei e ai commentatori !

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