martedì 25 agosto 2015

'STA CINA: I MERCATI INTERNI E IL FRANCHISING "WALL STREET"



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1. Qualcuno si affretta a dire: ma dov'è il problema?
Consideriamo che le esportazioni in Cina costituiscono rispettivamente il 3.7% e il 5.4% delle esportazioni totali dell'eurozona e della Germania.
Poi arriva qualche espertone e ci dice che le difficoltà di crescita della Cina pongono in pericolo il settore del lusso "made in Italy": un settore che pesa relativamente poco sull'export italiano, a rigore, e che, in ogni modo, è ormai quasi tutto a controllo estero


La mappa del nuovo Made in Italy

http://www.madeinitalyfor.me/wp-content/uploads/2013/06/grafico.png
"Non è un caso, insomma, se la crescita dell’export italiano sta esplorando e sempre più esplorerà le nuove geografie dello sviluppo. Quella dei Paesi Iets (Indonesia, Egitto, Turchia, Sudafrica) realtà dove la popolazione ha un’età media inferiore a 30 anni e nei quali è prevista, nei prossimi anni, una rapida crescita dei consumi interni, le previsioni di crescita dell’export italiano tra il 2014 e il 2016, viaggiano attorno a una media del 10%, così come quella dei Next-7 (Corea del Sud, Egitto, Filippine, Indonesia, Messico, Nigeria, Turchia). O ancora quella dei Rapid-Growth Market (Arabia Saudita, Argentina, Brasile, Cile, Cina, Corea del Sud, Egitto, Emirati Arabi Uniti, Hong Kong, India, Indonesia, Malesia, Messico, Nigeria, Polonia, Qatar, Repubblica Ceca, Russia, Sudafrica, Thailandia, Turchia e Ucraina), Paesi ricchi di materie prime e con basso costo della manodopera. Qui la crescita delle esportazioni italiane è stimata attorno al 9,6%, con un peso sul totale che passerà dal 21,7% nel 2011 al 24% nel 2016. La stessa Africa subsahariana potrebbe essere in un futuro prossimo un’importante bacino di sviluppo per questo nuovo made in Italy, visto che già ora le importazioni dei Paesi dell’area sono trainate da progetti infrastrutturali e da investimenti nel settore petrolifero, che vedono coinvolte alcune grandi imprese italiane."


2. E poi arriva qualche altro espertone e ci dice pure che la Cina mette in crisi il Brasile (che esporta in Cina soia e altre materie prime), che mette in crisi le grandi multinazionali (tipo Siemens e Caterpillar) che producono o esportano in Brasile e, ovviamente, in tutto il resto del mondo che non...potrebbe più esportare in Cina.

Insomma, messa così, si capisce che è tutto un fatto di contrazione delle esportazioni e di modello free-trade arrembante e, come vedremo, finanziarizzato e senza ripensamenti; come avevamo già detto.
La potremmo mettere anche in questi termini: si aspettava da tanto questo momento, per compiere la revenge sulla Cina, e pareggiare i conti dell'export, dopo che per tanti anni si era subita la sua "aggressività", e invece la Cina che ti fa? Ti va in crisi.

4. Forse, l'ha fatto apposta, suggeriscono alcuni.
In un certo senso è vero: come dice Sapelli su "Il Messaggero" di oggi, la Cina intende, comunque, "passare da un modello fondato sull'esportazione (del manifatturiero mondiale accentrato presso il suo territorio), a un modello fondato su un mix di esportazioni e di creazione di mercato interno, per porre l'Impero di Mezzo al sicuro dalle fluttuazioni del commercio mondiale. Solo che la creazione di un mercato interno sta andando incontro a ripetuti fallimenti. La condizione per crearlo è staccare i contadini dalle campagne e gettarli nelle città dove non c'è spazio per l'autoconsumo e l'autoproduzione, non solo del cibo". 
Invece, si ritrovano, oggi, con "decine di città programmate e costruite che sono vuote: i contadini non abbandonano le campagne in misura sufficiente per introdurre il mercato" Dopo averci illustrato gli eccessi repressivi per realizzare manu militari questo disegno, Sapelli conclude: "la crisi è di natura strutturale ed è tipica di un ersatz (surrogato) dell'economia capitalista simile a quella del nazismo: una sorta di capitalismo monopolista di Stato a dominazione militare e non politica, come dimostrano le recenti vicende dove emerge chiaramente come l'esercito sempre più prevalga sul partito".

In tutto questo sarebbero "compassionevoli e allarmanti...le idee di coloro (FMI compreso) che si cullano nell'ipotesi che l'abbassamento di valore dello yuan abbia di mira l'entrata nel mercato sia della moneta sia dell'economia cinese tutta..."
E dunque: "la prima conseguenza della situazione cinese è la moltiplicazione delle tendenze in atto verso una deflazione mondiale tipica dell'avvento di una terribile stagnazione planetaria...
Occorre invertire il passo e capire che l'unica salvezza è fare ciò che la Cina non riesce a fare. Ossia abbandonare la via della crescita fondata sulle esportazioni e i bassi salari. Essa è fallita.  
Solo i mercati interni e la creazione del capitale umano, ossia di persone ben preparate e ben pagate che lavorano sicure tutta la vita, solo una nuova economia di piena occupazione può garantire lo sviluppo e la crescita. Altrimenti faremo tutti la fine della Cina".

5. Vi ho riportato questa analisi di Sapelli e le sue conclusioni perchè ci portano dritti a un altro interrogativo, quello vero: ma quali sono le condizioni in cui si realizza la piena occupazione e la valorizzazione del capitale umano, nella sicurezza del posto di lavoro?
Noi lo sappiamo; lo abbiamo visto tante volte. Ci piacerebbe che Sapelli sviluppasse il discorso esplicitamente.

6. E lo stesso vale per Krugman che sul NY Times di oggi, ci racconta: "Cosa sta causando la contrazione globale? Probabilmente un misto di fattori. La crescita demografica sta rallentando in tutto il mondo (...!) e nonostante tutto i clamore sulle nuove tecnologie, non pare si stia creando nè un innalzamento della produttività nè la domadna per investimenti nelle imprese. L'ideologia dellìasuterità, che ha condotto a una debolezza senza precedenti nella spesa pubblica, si è aggiunta al problema. E la bassa inflazione in tutto il mondo, che singifica bassi interessi anche quando le economie sono in espansione, ha ridotto lo spazio per tagliare i tassi quando le economie sono indebolite....I "policy makers" dovrebbero seriamente prendere in esame la possibilità che l'eccesso di risparmio (ndr: figlio delle logiche export-oriented, della finanziarizzazione e della redistribuzione verso l'alto della ricchezza, in una frase, figlie di questo mercato del lavoro - Draghi dixit- dove il salario segue la produttività reale e non quella nominale), la persistente debolezza globale è la nuova normalità"

7. E allora?
Per Krugman: "La mia sensazione è che ci sia una profonda mancanza di volontà, anche tra i più sofisticati responsabili delle politiche economiche, di accettare questa realtà". 
E Krugman ci pare eccessivamente cauto e, anzi, "eufemistico", quando aggiunge: 
"Ciò è in parte (?!) dovuto a "special interests": Wall Street non vuole sentire che un mondo instabile esiga una forte regolazione finanziaria, e politicamente chi vuole distruggere il welfare State non vuole sentire che la spesa pubblica e l'ndebitamento non siano problemi nella situazione attuale".
Krugman, dunque, fa un passo in più, rispetto alla diagnosi senza terapia di Sapelli. Come al solito, il problema è la democrazia in senso sostanziale. Quella "lavoristica" che si rivela, più che mai, il vero motore dello sviluppo sostenibile.

7. La democrazia costituzionale italiana, per dire...
Speriamo che, visto che l'€uropa è quanto di più lontano e anzi di opposto a questo modello, qualcuno se ne ricordi e lo rivendichi. Magari la Corte costituzionale, anche se è molto improbabile ormai.
Magari qualche rinascente partito di massa: ma senza finanziamento pubblico ai partiti, - cioè senza la garanzia che non siano i gruppi finanziari più forti ad indirizzare il gioco elettorale nella "finzione idraulica" -, la Wall Street di turno (è un marchio "politico" di frande suggestione e diffusione) ci può sempre trascinare sempre più nel baratro.
Con nuove riforme strutturali e privatizzazioni...

24 commenti:

  1. Ma Quarantotto, non sai che l'economia è un'opinione?

    (se ti fosse sfuggita la segnalazione su goofynomics)

    Parliamoci chiaro, non sono analisti ed economisti che devono dire l'ovvio: sono i partiti politici.

    Anche non di massa.

    Non c'è nulla, nada: vuol dire che il capitale è compatto e il caos finanziario è pilotato.

    Le ultime sovranità rimaste sono state trascinate nel campo in cui i porci grufolano da secoli: ed è difficile rotolarsi bene nel letame come fanno i suini col cilindro.

    Credo che i BRICS, oltre le solite ONG "arancioni", debbano buttar fuori i vari MacDonald, Ikee, Cochecole e le varie Corporation controllate dagli insaccati.

    Se non lo fanno si faranno fregare, matematico.

    E contestualmente i loro servizi dovrebbero organizzare partiti o movimenti che facciano breccia nella propaganda totalitaria che ammorba l'occidente.

    Siamo nelle loro mani.



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    1. Dal punto di vista della prassi,nulla da obiettare.
      Attendere la palingenesi democratica delle masse occidentali è di un'ingenuità sconcertante.
      Appena ci vediamo ti butto giù una road map di soluzioni di fuga... :-)

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  2. Ciao Quarantotto per quanto concerne i mercati, ho visto in rete un frattale borsistico che si attaglia perfettamente al mio modo di sentire, al mio pathos e al mio vissuto. Stiamo in qualche modo replicando il fine estate del 1998, ci aspetta un autunno da panic selling, poi ripresa dei corsi azionari. Allora il massimo assoluto fu segnato nel marzo 2000, ora dovrebbe essere fatto nei primi mesi del 2017, poi si salvi chi può.
    Dopo gli ultimi avvenimenti visti in rete e su Twitter sono sempre più convinto che l'unica via di salvezza collettiva passi solamente attraverso la nascita di più partiti di massa, i quali dovrebbero avere un punto in comune: IL CONTROLLO DEI MOVIMENTI DI CAPITALE, se non si disciplina il Capitale, sarà esso a disciplinare la politica sia monetaria che fiscale. Questa dovrebbe essere la linea di demarcazione che ci separa da Essi e dai loro schiocchi servi, che come tali dovrebbero essere trattati, Trasch umani.
    Qui si apre l'annosa questione Basso o Alto, allora bisognerebbe mettersi d'accordo sui termini. Per quanto mi concerne chi ( soprattutto il tuo blog) in questi anni ha lavorato in rete per spiegare il progetto euro , fanno parte di una Elites Culturale e con loro molti lettori. Domanda il Partito Socialista, il Partito Comunista, sono nati da una Elites Culturale o da una Elites Finanziaria? Sono nati Partitoni, o sono nati come partitini dello 0, qualcosa, e è vero o non è vero che questi partiti hanno scritto nel bene e nel male la Storia d'Italia? Ma quando Benito Mussolini fondò i fasci siamo sicuri che all'inizio aveva la grande Borghesia alle sue spalle che lo finanziava, ovvero era uno pieno di debiti e con le pezze nel deretano? Nel 1919 il Partito fascista aveva 870 iscritti, poi 3 anni dopo, non 30, prese il potere e più nel male che nel bene segnò la storia di questo paese per vent'anni. Quando Umberto Bossi nel 1984 fondò la Lega Padania era espressione di una Elites finanziaria o Culturale? Era un visionario senza arte ne parte, 10 anni dopo era al Governo con Berlusconi.

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    1. Se bastasse questa estrinseca registrazione dei dati a spiegare "perchè" dei soggetti politici abbiano poi una rapida ascesa, in tempi sorprendentemente veloci (parlando di partiti che non avevano una ideologia generale ma "speciale" e contingente), la politica assomiglierebbe ai corsi della Borsa.
      E anche lì, per arrivare a essere quotati, bisognerebbe ricostruire la formazione del capitale e il passaggio verso una sua dimensione "socialmente" consistente.

      Il che vale anche per il finanziamento effettivo di qualsiasi formazione politica, cioè per quella che poi è l'aggregazione degli interessi finanziari, materiali, sottostanti, (comunque orientati), che si sviluppano invariabilmente nel "sottotraccia" di ogni fenomeno partitico.

      Però una cosa la possiamo dire: il controllo del movimento del capitale, cioè la regolazione finanriaria (ovviamente, riacquisita a Stati sovrani, auspicabilmente coordinati tra loro in un ambiente negoziale "rinnovato"), è un buon programma, Tra l'altro, anche parti consistenti dei meno ottusi esponenti di questo paradigma, ormai ne parlano apertamente.

      Cosa preclude a una persona dotata di una chiara visione come la tua, nonchè di una capacità analitica ed espressiva non irrilevante, di individuare la sua linea di azione?

      So che mi risponderesti che la tua esortazione è verso ben altre direzioni. Ma poi, alla fine, il punto è sempre e solo quello, per ciascuno di noi.
      Essere parte di un elite culturale, peraltro, è un fatto - se pure vero (qui si fa modesta divulgazione a impatto periferico) del tutto involontario, e non corrisponde ad alcuna scelta, politica o meno.

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    2. Ciao a tutti.
      Il controllo dei movimenti di capitale potrà nascere solo se lo vorrà il "maistirmme", perché se aspettiamo che i movimenti di massa abbiano piena consapevolezza della necessità di un coordinamento internazionale nel controllo dei capitali, stiamo fresci e belli morti prima.
      Noto che negli ambienti accademici internazionali escono sempre di più pareri autorevoli di studiosi che sono sempre più favorevoli al rilancio della domanda interna.
      Attenzione: non che prima non lo dicessero, anzi, ma la tempistica ad essere sospetta, pouche prima dovevi andare a cercarteli certi wp o pubblicazioni, e se non eri esperto del settore macroeconomico ed internazionale era una vera impresa.
      La Cina probabilmente darà una lezione di capitalismo reale alla patria del liberismo poiché è fuor di dubbio che il mondo sta andando verso un modello forzatamente bipolare ( Cina e Russia ), e anche se cio lo auspico, un po di paura lo provo. Ma non per me.
      Qui in cialtronia si continua rimestare nel fango ad opera di esperti del settore "tuttaltocheesperti" ( come sappiamo su tw e sui media ), continuando a soffiare su un fuoco che prima o poi divamperà bruciando tutto e tutti.
      Non vorrei essere nei panni degli utili idioti.

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    3. Chiedo scusa per alcuni strafalcioni grammaticali.

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  3. Grazie per avermi dato la possibilità di leggere sia Sapelli che Krugman. 1+1 fa 2, e mettendo insieme i pensieri dei due prof. ho aggiunto del bel fieno in cascina. Fa ancora strano leggere, dopo l'intossicazione mediatica sulla "Ciiina", come e quanto grandi siano le problematiche di questo immenso paese... ed a quali conseguenze ci sta portando il modello export (low wages) led messo in campo qui in Europa su "base cinese"...

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    1. Parlando di "base cinese" - il Nemico come punto di riferimento - vale la pena di sottolineare quanto sia usato e abusato questo modello, tipico del nazionalismo più sfacciato.
      La "lotta ai nazionalismi" è l'attuale linea di difesa della "sinistra europea" (alla faccia dell'ossimoro!), e vediamo gli argomenti che invece sono accettati.
      La Cina è brutta, cattiva,aggressiva, esportatrice, anche se sta correggendo da anni questa linea di azione.
      La Germania, più o meno "eccessiva", resta comunque un modello per tutti noi; il valore di ogni impresa si misura da quanto export riesce a fare.
      Quello che facciamo "noi" è giusto e buono "a prescindere" perché noi siamo giusti e buoni, quello che fa il Nemico è sbagliato e cattivo perché non potrebbe essere diversamente. Qualsiasi cosa accada all'euro è positiva: una valuta forte ci difende, la svalutazione di Draghi è una splendida mossa, fino ad arrivare a un delizioso titolo di Repubblica che "tiene" da tre giorni.
      Qualunque cosa facciamo "noi"... non può essere nazionalismo!

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    2. Plauso a Frank!
      E pensare che le origini del federalismo ce l'avevano tanto coi nazionalismi guerrafondai che ragionavano così.
      Evidentemente è un problema di scala: basta farla veramente grossa per poter commettere gli stessi errori...

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    1. Viene ceduta DelClima un sottogruppo di DeLonghi, DeLonghi resta italiana.

      Causa di tutte queste cessioni secondo mè è il prosciugamento del mercato creditizzio italiano, causato a sua volta delle deliranti politice reccessive è deflatorie da monti in poi. Sè non mi sbaglio i Bad Debt delle banche italiane prima di monti erano ca. 60 Mrd. ora siamo a 200 Mrd. è si continua come sè niente fosse, non riescono a capire che bisogna fermare a tutti i costi questo andamento, niente da fare si continua con stato brutto, spesa pubblica brutta, corruzzione.

      Dopo la crisi Subprime l'italia si stava riprendendo a passo delgi altri paesi come Francia o Germania, poi nel 2011 venne monti è l'italia cadde in una terribile double dip recession. L'italia prima della crisi Subprime non aveva esposizioni bancharie problematice come i cosidetti paesi FIRTUOSIIIII, il debito estero era ca. il 25%. L'italia in altre parole scelse in un modo grotescamente passivo è deliberatamente di fare l'utile idiota specialmente per Francia è Germania. La Francia continua felicemente a sforare il deficit del 3% è la Germania continua a sua volta felicemente a sforare il Surplus del 6%. Solo gli italiani applicano minuziosamente le stronzate che vengono da brüssel, senza guardare ai costi.



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  5. Cerchiamo di essere pratici: lo scopo primario è la caduta del governo Renzi entro la fine di Settembre, prima che possa fare altri danni. Il resto è ideologia, magari colta, ma ideologia. In particolare dobbiamo ricordare che in Europa è in fase di avanzata attuazione la dottrina Brezhnev della sovranità limitata...non mi pare ci sia bisogno di partiti politici schierati su quelle posizioni.

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  6. Per erne. 1947: scusi ma proprio per essere pratici chi dovrebbe far cadere il governo Renzi?. Questo Blog quello di Bagnai o gli altri blog no euro? E una volta caduto cosa cambierebbe? Qualsiasi governo all'interno di questo quadro giuridico europeo ha due scelte. O spingere sulla ripresa, e indebitare il paese verso l'estero, e quindi chiamare la troika in casa, oppure continuare nella strada della stagnazione quando va bene e nella recessione quando il quadro economico mondiale volge al brutto tempo, con conseguente devastazione dello stato sociale, e messa in pericolo sulla tenuta del debito pubblico. Insomma all'interno di questa situazione non abbiamo scampo.
    Certo che ci troviamo all'interno della dottrina Brezhnev della sovranità limitata, questo lo impone la libera circolazione dei capitali, ma è proprio per questo che è necessaria la nascita di partiti politici che abbiano come programma politico il recupero della nostra Costituzione e principalmente del suo modello economico. L'edificio libberista imposto all'occidente dall'impero Usa è destinato a sfasciarsi, via aumento insostenibile dei debiti aggregati. Quando tutto andrà a catafascio solamente se ci saranno dei partiti nati fuori dalla logica libberista, avremmo forse qualche possibilità di salvezza Altrimenti saranno dolori sui dolori. Tradotto ci troveremmo nel disastro assoluto senza avere una classe dirigente che ne abbia colto anche lontanamente le cause, vedasi crisi post Lehman

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    1. Lo vedi Mauro quant'è difficile?
      Ti ringrazio per avermi risparmiato una risposta a chi, evidentemente, non segue - o non comprende- questo blog.

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    2. Tra l'altro io uscirei dal marketing politico: non siamo "noeuro".

      Abbiamo semplicemente le risorse umane e culturali per auspicare ad un ordine democratico: come da Costituzione Italiana in un contesto internazionale come da Carta di Algeri.

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  7. La schematicita' indotta dallo smartphone mi ha fatto fraintendere. Credo che la troika sia entrata in Italia con Monti e non ne sia mai uscita. Altrimenti non si spiegano tre governi non eletti che eseguono un programma dettato fuori dall'Italia. Ovviamente, non sono stupida né ignorante, nessun blog fa cadere un governo. Possono farlo solo i parlamentari, negando la fiducia. È a questo che bisogna mirare con urgenza prima che la Costituzione venga ulteriormente snaturata da una riforma elettorale che ci regalerebbe un regime distruttivo per i prossimi venti anni.

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  8. Aggiungo,scusate, che introdurre la discriminante fra chi può attendere e sperare e chi è OGGI in situazioni di estrema precarietà, mi sembra alquanto inopportuno. Se questo è il Parlamento che abbiamo, dobbiamo fare leva su questi parlamentari e persuadere loro innanzitutto che il cambiamento è indispensabile ed urgente. I Trattati contro la Costituzione possono e devono essere denunciati. Si deve trovare il coraggio di uscire dalla trappola dell'euro. Non dimentichiamo che nei caveaux della Banca d'Italia ci sono le lire pesanti immediatamente disponibili per il cambio della moneta.

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  9. Ciao Bazaar grazie per avermi fatto conoscere la Carta di Algeri, sei anche tu sempre fonte di arricchimento: riporto alcuni articoli:

    Articolo 25
    Tutti i trattati, accordi o contratti non paritari, approvati in spregio dei diritti fondamentali dei
    popoli non possono produrre alcun effetto.
    Articolo 26
    Gli obblighi finanziari esterni divenuti eccessivi e insopportabili per i popoli cessano di essere
    esigibili.
    Articolo 27
    Le violazioni più gravi dei diritti fondamentali dei popoli, soprattutto il loro diritto all'esistenza,
    costituiscono crimini internazionali che comportano la responsabilità penale individuale dei loro
    autori.
    Articolo 28
    Ogni popolo i cui diritti fondamentali sono gravemente misconosciuti ha il diritto di farli valere
    soprattutto attraverso la lotta politica o sindacale e anche, in ultima istanza, attraverso il ricorso alla
    forza.

    Il trattato di Maastricht, non è un accordo paritario per l'Italia in quanto ci ha costretto ad avanzi primari che nessun paese occidentale ha mai fatto. E gli effetti di questi trattati ( in questo Blog sempre bene evidenziati) stanno facendo venir meno i nostri diritti fondamentali, come la sanità, l'istruzione il diritto/dovere del lavoro.

    La violazione dei diritti fondamentali è un crimine internazionale sanzionato penalmente, altro che Piazzaloretisti. E se propio volessimo mettere i puntini sulle i, Piazzale Loreto è divenuto famoso per la strage dei 15 partigiani fucilati dal gruppo Oberdan. Prima della triste vicenda della fine di Mussolini appeso a corpo in giù c'è il martirio di circa 450 mila italiani morti inutilmente, e la distruzione materiale di una intera nazione. Basta soffermarsi sulla sofferenza dei soldati Italiani durante la ritirata di Russia.

    Siccome nessun partito in Italia ha il coraggio di riconoscere le vere cause di questa distruzione dei diritti fondamentali, non io Signor nessuno, ma la Carta di Algeri riconosce il diritto di farsi valere attraverso la lotta politica ( e quindi formazione di nuovi partiti), anche se necessario con l'uso della forza, cosa che io depreco, però non posso non vedere la violenza che viene inferta ai soggetti più deboli di questa società e vorrei ricordare che nostro Signore Gesù Cristo ci ammonì : Se uno ti dà uno schiaffo porgi l'altra guancia" ma non ha detto come devi comportarti quando uno ( il potere) ti schiafeggia tutti i giorni. Violento in questo momento è il potere non il popolo che subisce.

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    1. Caro Mauro,
      l'ottimo Bazaar mi "costringe" a scrivere un post sulla "Carta di Algeri" (che pone problemi interessantissimi ma non meno complessi...).
      Un abbraccio a entrambi

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    2. Ciao Mauro, considera che l'iniziativa segue le sconvolgenti investigazioni del II tribunale Russell.

      Ovvero esponenti delle più grandi personalità del Novecento documentano le mostruosità della shock economy patrocinata dalla Mont Pelerin society; intuiscono quale lucida demoniaca follia si stava preparando: la feroce controrivoluzione neoliberale.

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    3. Mont Pelerin society promossa, per chi ancora non lo sappia, da Friedrich ( von) Hayek nell'aprile del 1947" presso l'impervio Hôtel du Parc sito in cima al Mont Pèlerin, che domina il lago di Ginevra."

      Giusto una piccola nota storica di uno dei think tank piu nefasti degli ultimi 70 anni.

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    4. Quando si dice venire a sfondare una porta aperta proprio in questo blog :-)

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    5. "....per chi ancora non lo sapesse,,,,"
      O sono un asino o il caldo insieme alla fretta mi ha preso alla testa.

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    6. che poi stando ad alcune fonti meno diffuse Gesù non era poi così favorevole alla sottomissione verso i più forti.

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