mercoledì 2 settembre 2015

CRESCITA FENICE E DISOCCUPAZIONE: LA DEFLAZIONE SALARIALE CI AGGANCIA ALLA CORSA MONDIALE VERSO IL BARATRO


http://cdn2.vn24.it/wp-content/uploads/2014/05/Il-baratro.jpg

1. Per comodità di lettura e per una più diretta comprensione, riproduciamo il comunicato Istat relativo all'occupazione-disoccupazione nel II° trimestre 2015. Evidenziamo in neretto le parti "nevralgiche" che dovrebbero far comprendere le cose a un lettore non "sedato" dalla grancassa mediatica:

"...Nel secondo trimestre 2015 – ininterrotta da cinque trimestri – continua la crescita degli occupati, stimata a +180 mila unità (0,8% in un anno). L'aumento riguarda entrambe le componenti di genere e coinvolge soprattutto il Mezzogiorno (+2,1%, 120 mila unità). 
Al calo degli occupati 15-34enni e 35-49enni (-2,2% e -1,1%, rispettivamente) si contrappone la crescita degli occupati ultra50enni (+5,8%).
L'incremento dell'occupazione interessa sia gli stranieri (+50 mila unità) sia, soprattutto, gli italiani (+130 mila unità). 
In confronto al secondo trimestre 2014, il tasso di occupazione 15-64 anni degli stranieri diminuisce di 0,1 punti percentuali a fronte di una crescita di 0,6 punti tra gli italiani.
Nell'industria in senso stretto, dopo la diminuzione del trimestre precedente, l'occupazione rimane sostanzialmente stabile su base annua a sintesi di un aumento nel Nord e di un calo nel Centro e nel Mezzogiorno. Nelle costruzioni, dopo diciannove trimestri di calo, torna a salire il numero di occupati (+2,3%, 34 mila unità in un anno). Nel terziario gli occupati crescono dello 0,8% (+127 mila unità), soprattutto tra i dipendenti e nel Mezzogiorno.

Nel secondo trimestre 2015, i lavoratori a tempo pieno aumentano in misura sostenuta per il secondo trimestre consecutivo, con un incremento di 139 mila unità (+0,8%). Ininterrotta dal 2010, prosegue la crescita degli occupati a tempo parziale (+1,0%, 41 mila unità nel raffronto tendenziale) ma in oltre sette casi su dieci questa riguarda il part time involontario, la cui incidenza arriva al 64,6% dei lavoratori a tempo parziale (era il 64,5% un anno prima).

L'incremento di occupazione interessa soltanto i dipendenti, cresciuti nel secondo trimestre del 2015 dell'1,1% (183 mila unità), mentre gli indipendenti rimangono sostanzialmente invariati. Continua, a ritmo più sostenuto, l'aumento del numero di dipendenti a tempo indeterminato (+0,7%, 106 mila su base annua), associato all'aumento dei dipendenti a termine (+3,3%, 77 mila unità). Si riduce il numero di indipendenti con contratti di collaborazione (-11,4%, -45 mila unità).
Nel secondo trimestre 2015 il numero di persone in cerca di occupazione è stimato rimanere invariato su base annua, a sintesi dell'aumento per gli uomini (+2,6%, 44 mila unità) e del calo per le donne (-3,1%, -45 mila unità). Il 59,5% dei disoccupati cerca lavoro da un anno o più (era il 61,9% nel secondo trimestre 2014).
Dopo quattordici trimestri di crescita e il calo nel primo trimestre del 2015, nel secondo trimestre il tasso di disoccupazione si attesta al 12,1% (-0,1 punti su base annua); alla riduzione del Nord (-0,3 punti) si associa la stabilità nel Mezzogiorno e l'aumento nel Centro (+0,1 punti), con le differenze territoriali che si ampliano: l'indicatore varia dal 7,9% delle regioni settentrionali, al 10,7% del Centro fino al 20,2% del Mezzogiorno.
Nel secondo trimestre 2015, a ritmi sostenuti, prosegue la diminuzione del numero degli inattivi di 15-64 anni (-1,9%, -271 mila unità) dovuto in circa sette casi su dieci ai 55-64enni. Il tasso di inattività scende al 35,8% (-0,6 punti percentuali). Dopo la crescita ininterrotta dal terzo trimestre 2011, diminuisce lo scoraggiamento (-5,8%, -114 mila unità), soprattutto nel Mezzogiorno e tra i giovani di 15-34 anni"

2. Per un paio di brevi commenti "a caldo", che coinvolgono questo dato occupazionale - che oggi si rivela, oltretutto, scontare anche tra gli occupati i giovani stagisti a rimborso spese "simbolico", considerato retribuzione!, ed incidendo sia sul dato degli inattivi che su quello della disoccupazione "giovanile" -, così come la crescita del PIL (con l'annessa vexata quaestio del conteggio delle scorte). vi rinviamo agli amici di "Scenarieconomici":

Disoccupazione in calo, grazie agli invisibili e ad una pensione sempre più lontana

la “MIRACOLOSA” crescita del PIL Italiano: ECCOVI LA VERITA’

3. Si tratta di possibili punti di vista che contribuiscono a chiarire: di certo, quanto agli stagisti, l'inclusione "la vuole l'€uropa"; quanto alle scorte sappiamo come siano, per la parte prevalente, "scommesse di futura vendita", tanto più precarie - come, di fatto o di diritto, le assunzioni legate ad un ciclo produttivo riavviato su queste basi -, quanto più legate ad aspettative in cui, per lo più, le "imprese" credono come ad un mantra.

Quanto all'andamento del mercato del lavoro, il discorso in precedenza da noi svolto, risulta in pieno confermato, Adeguate alle nuove cifre riportate nel bollettino di cui sopra, infatti, le criticità rimangono le stesse (al netto del fatto che il dato di giugno sarebbe, a quanto pare, "grezzo", cioè non destagionalizzato in funzione del periodo turistico dell'estate che porta a un incremento meramente transitorio dell'occupazione). 

4. Vi riproduco l'evidenziatura delle tendenze attualmente in corso sul mercato del lavoro: 

"La disoccupazione nei settori trainanti del modello economico italiano - industriale manifatturiero e costruzioni- aumenta inesorabilmente: tutto il modesto saldo attivo registrato su base annua  - cioè non rispetto ai mesi precedenti, di cui abbiamo visto il dato di fine febbraio-,  è esclusivamente dovuto al settore dei servizi (+147.000 che compensa il dato negativo di tali settori trainanti).

Di questi oltre un terzo (51.000 unità) sono evidentemente "riassunzioni" di ultra 55enni, a cui, altrettanto palesemente, devono essere stati offerti lavori a retribuzione presumibilmente inferiore a quella del momento in cui persero l'occupazione; e questo in cambio della fine della prospettiva di essere senza stipendio e senza pensione. E' chiaro che si tratta di una condizione di tale debolezza contrattuale che si tenderà ad accettare condizioni retributive peggiorative. Oltretutto in presenza degli sgravi fiscali e contributivi previsti nel triennio dalla legge di stabilità, che opera entro tetti ben determinati, oltre i quali l'assunzione deflazionata (il "demansionamento") del lavoratore in precedenza inquadrato a livelli superiori non conviene più...
Tra questi "recuperi" di lavoratori "anziani" una parte consistente deve persino essere a tempo parziale; nel complesso prosegue l'aumento di questa formula che raramente corrisponde ad una reale aspirazione del lavoratore.
Infatti, quasi i 2/3 dei lavoratori part-time sono "involontari", cioè praticamente situazioni dove non c'è altra alternativa alla disoccupazione che non sia la sotto-occupazione.
Combinamo questi fattori col dato dei lavoratori delle fasce più giovani (15-34 e 35-49), dove infatti la disoccupazione aumenta: verosimilmente, ciò si verifica perchè questi lavoratori non hanno ancora accettato un posto part-time, o a retribuzione inferiore di quella precedentemente goduta,...nel settore dei servizi
Otretutto questi lavoratori hanno una prospettiva di permanenza abbondantemente ultratriennale: per loro la prospettiva di lavorare nei servizi rischia di essere una scelta professionale che, per esigenze anagrafiche, si estenderebbe ben oltre il beneficio triennale dello sgravio sui "nuovi" assunti (anziani e quindi alle soglie del pensionamento...).
E sempre nel settore dei servizi.
In questo settore, parrebbe trovino preferenziale occupazione i lavoratori più disperati e ricattabili; qui, infatti, una collocazione, magari a tempo determinato o a tempo parziale "involontario", si verifica di regola per una qualifica o per mansioni che ben poco possono avere a che fare con il profilo professionale posseduto. 
La concorrenza dei "vecchi" disoccupati e "esodati" - o in condizione analoga di attesa finale, a qualsiasi costo, della maturazione dell'anzianità contributiva per la pensione (ridotta)- pare rendere i lavoratori 35-49enni meno appetibili e "disponibili"(salvo che non accettino il bench mark dell'esercito di riserva...degli imminenti pensionandi)."

4.1. Quanto alla crescita del PIL, anche qui troviamo la conferma delle tendenze da poco evidenziate. 
Il bollettino Bankitalia relativo al primo semestre della bilancia dei pagamenti (dato mensile di giugno 2015, e dato su base annua terminante nello stesso mese) è stato nel frattempo pubblicato
L'attivo annuale di "conto corrente" (saldo CAB) sulla scadenza di giugno è di 37,176 miliardi di euro, in aumento rispetto ai 36,120, registrati a maggio (dato esaminato nel post sopra citato). Il che spiega, nei fatti, le "aspettative" di maggior vendita, all'estero, che portano all'aumento delle scorte: se invece provate a comprare sul mercato interno qualcosa, specie beni di consumo durevoli, vi sentirete ovunque dire che "dobbiamo fare l'ordine e ci vorrà qualche giorno". Invariabilmente. 
 
5. In sintesi, la competitività "relativa" italiana pare proprio aumentare perchè, dato che le condizioni favorevoli di:
 a) QE=svalutazione dell'euro, essendo questo è l'unico concreto effetto sull'economia reale del QE stesso, cioè la guerra delle valute a epicentro €uropa: perlomeno nella prima parte dell'anno, e in attesa delle notizie dalla Cina e dai BRICS e non solo;
b) calo dei prezzi petroliferi-energetici;
riguardano parimenti tutti gli altri paesi €uropei, il miglioramento del saldo CAB deve, logicamente, essere dovuto ai tassi di cambio reale (cioè agli indici di competitività che mantengono il loro valore decisivo pur dentro l'area valutaria dell'eurozona).
E quindi, se prosegue il miglioramento competitivo italiano, ciò dovrebbe essere ragionevolmente imputabile al calo del livello salariale medio.
E ancora non è arrivata la "grande riforma" della contrattazione aziendale!
 
6. Tutto ciò è perfettamente in linea anche con il discutibile e non trasparente (nei criteri di rilevazione) aumento dell'occupazione (prevalentemente nei servizi e per i lavoratori ultracinquantenni, come abbiamo visto).
Insomma, gli zoppicanti dati sull'aumento dell'occupazione - con contratti a tempo indeterminato a recesso libero da parte dei datori, una costante prevalenza del part-time involontario, la massiccia permanenza dei rapporti a termine, la stabilizzazione dell'enorme esercito degli "inattivi" -, sono perfettamente compatibili e spiegabili con la deflazione salariale, cioè con la diminuzione della ricchezza della prevalenza delle famiglie.
Ed infatti, l'inflazione è stabile a 0,2 su base annua, in Italia: il che, in base alla vera curva di Phillips, porta a un livello tendenzialmente invariato di occupazione altrettanto "vera" e a un presumibile tasso di crescita del PIL coerente: cioè anch'esso a variazione zero, al netto delle "scorte" e del loro possibile trasformarsi in un boomerang al minimo scossone internazionale
Una debolezza patologica in sè, che rinvia alla ulteriore evanescenza della crescita, se basata su un dato congiunturale come una svalutazione competitiva e su costi energetici che, in termini di domanda globale non indicano nulla di buono: dunque su fondamenti che il resto del mondo può rovesciare, nei prossimi mesi, in modi oltremodo drammatici.
 
7. Come abbiamo visto qui: 
 

 

 

16 commenti:

  1. D'altra parte, il modello economico di a/simmetrie dice che, in queste condizioni, se l'Italia cresce più dello 0,7% va in crisi la bilancia dei pagamenti. Quindi, che cresciamo a fare? Siamo nel migliore dei mondi possibili...

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    1. Ma vuoi mettere una crescita reale dello 0,5 contro una nominale negativa (quella "ultima" registrata nel 2010, per esempio)? Scherzi di cattivo gusto a parte, è chiaro che la questione va vista anche nel lungo periodo (nel breve peraltro, la crescita è talmente labile da poter evaporare in pochi mesi): questo paradigma export-led in deflazione salariale, per definizione, non riesce a contemplare investimenti che reggano, letteralmente, un sistema industriale nella sua sopravvivenza di lungo periodo.
      Una lenta agonia dove alla fine non saranno soltanto i "lavoratori" a pagare ma anche i seguaci (al contrari, ovvero i vincitori) di Kalecky.

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  2. ACRONIMI
    (otc .. s.m. [da akron, "estremità" + onοma, "nome"] – nome formato da lettere o sillabe di più parole)

    Smarrito, perduto, rimosso, alterato, travisato, travolto – a volte mai conosciuto – il SIGNIFICATO e il SIGNIFICANTE della PAROLA – s’è davanti a “narrazioni” di un sillabario che esondano og ni umana ragionevolezza.

    Senza giudizio – spremendo cicuta per domattina – sobbalzano gli “utimi” sconosciuti:
    • RPS (Rapid Response Team per l’informazione europea) in senso al SEAE (Euroean External Action Service) composto da circa una decina di persone, provenienti da alcuni paesi UE con la caratteristica di avere tra i propri skills un russo fluente - che entrerà in servizio operativo a partire dal prossimo primo settembre - con compito di monitorare la “propaganda russa” e di consigliare le media’s company e le istituzioni nazionali sulle azioni da porre in essere per contrastarla (ndr, conoscenti ucraini di ritorno estivo da vacanze in terra natia informano della persistente presenza di consiglieri USA anche nelle caserme periferiche di addestramento dei locali doganieri)
    • UNAR (Ufficio nazionale antidiscriminazione razziale, costola “burocratica” dellla Presidenza del Consiglio Italiano con funzioni anche di quella di «svolgere, nel rispetto delle prerogative e delle funzioni dell'autorità giudiziaria, inchieste al fine di verificare l'esistenza di fenomeni discriminatori» - ufficialmente richiamato nel 2011 da M Cecilia Guerra – allora vice ministro montiana per le Pari Opporunità – per inopportuna divulgazione nelle scuole pubbliche – elementari e superiori – di un kit di tre opuscoli dal titolo «Educare alla diversità a scuola» in cui si propone agli alunni che la famiglia padre-madre-figli è solo uno «stereotipo da pubblicità», che i due generi maschio e femmina sono un'astrazione, che leggere romanzi in cui i protagonisti sono eterosessuali è una violenza, che la religiosità è un disvalore».

    Continua a mancare il senso tra le “estremità”, quello degli INTERESSI GENERALI.

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    1. Beh, ma l'interesse generale è quello di trascinarci verso un nuovo (euro)Vietnam, camuffandolo sotto una questione etnica ed allargando, con la teoria gender, la platea potenziale degli arruolati nell'esercito armato (dopo l'arruolamento, indifferenziato e "gender" nell'esercito industriale di riserva dei disoccupati. Gender)

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  3. ma quale gender...http://www.uaar.it/news/2014/02/20/clericali-contro-opuscoli-anti-omofobia-scuole/

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    1. L'europa fa il suo lavoro strategico, la Chiesa (se e quando in contrasto) il suo
      http://it.radiovaticana.va/news/2015/04/23/gender_consiglio_deuropa_dice_s%C3%AC_a_autodeterminazione/1138898

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    2. non credo ci sia la volontà da parte di chicchessia in Italia e in Europa di imporre l'orientamento omosessuale, certo c'è l'arma di distrazione di massa che ora è l'immigrazione ora, appunto, il matrimonio gay, sì i 'diritti cosmetici' (non per niente in italia si straparla di diritti ma non si attuano in concreto) per impedirci di vedere che c'è un ben più grave problema di diritti sociali....ma l'ideologia 'gender' non esiste. esiste il diritto di ciascuno di vivere liberamente la propria sessualità ed esiste un problema di omofobia che è bene combattere, anche a partire dai banchi di scuola, con la mediazione degli insegnanti. Mereu Ponty diceva : "L'uomo non è una specie naturale, è un'idea storica". A definirci uomini donne etero o gay non è la natura, è la natura+la società, o il contesto che plasma il nostro essere. e la società si evolve: se prima era normale il delitto d'onore oggi si vuole il matrimonio omosessuale. anzi non 'si evolve', non ho fede cieca nel progresso, 'cambia'. è positivo un riconoscimento di diritti che non limita affatto i diritti di chi la pensa e agisce diversamente e che alza il tasso di laicità di uno stato che finanzia le scuole cattoliche. lo so, è un pour parler...non vedo vicino il riconoscimento del matrimonio gay in italia

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    3. Dico due parole. Distinguerei due profili: sul piano individuale, non c'è dubbio che la lotta alle discriminazioni europilotata non abbia niente a che fare con la "dignità sociale" dei soggetti discriminati, ma solo con un uso più efficiente dei fattori produttivi (lo scrivono anche su documenti ufficiali, nessun dubbio); su quello della famiglia, mi pare si intenda semplicemente sollevare un gran polverone per parlare di questioni simboliche, "etiche", anziché reali.
      Il disinnesco della trappola mi pare stia, ancora una volta, in un ritorno alla Costituzione. Come spiega in modo molto chiaro Pugiotto, l'art. 29 non intendeva costituzionalizzare un qualche preciso modello di famiglia, magari quello della morale cattolica: Moro ebbe a dire che l'espressione "società naturale", peraltro inserita su proposta di...Togliatti, "non è una definizione anche se ne ha la forma esterna". Il suo scopo era "circoscrivere i poteri del futuro legislatore" (Mortati); "qui naturale sta per "razionale"" (ancora Moro) "nel senso - quasi hegeliano - che la conformazione interna alla famiglia sarà rimessa alla razionalità dello sviluppo storico". (Pugiotto, che ha mille volte ragione a sottolineare come sull'art. 29 in Assemblea Costituente "non ci fu alcun compromesso, semmai un accordo preciso." Un giurista pacatissimo come Paladin definiva la descrizione della Costituzione in termini di compromesso "grossolana").
      Questo non esclude affatto mutamenti, anche profondi, dell'istituto, purché evidentemente, oltre al rispetto dei limiti specifici (l'eguaglianza fra coniugi, dell'unità famigliare e il mantenimento e istruzione dei figli se non adempiuti dai relativi genitori), tali mutamenti nascano da uno sviluppo guidato dal programma dell'art. 3 comma 2. Parlare di modelli famigliari mentre è in corso una vague politico-economica che va esattamente nel senso opposto è, nella migliore delle ipotesi, una truffa (e credo che sia questo largamente il caso, come l'"epico scontro" Scalfarotto - Adinolfi tende a confermare); nella peggiore un'imposizione autoritaria perché non fondata sulla reale autonomia e partecipazione di cittadini e cittadine. My two cents.

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    4. Proprio perchè non è vicino consente di prefigurare un lungo cammino di distrazione di massa e di impulsi europei che sfruttano la cosmesi per accreditare un mondo privato di democrazia, ma tanto umano perchè attento a problemi di costume e non agli assetti economici che, quello stesso "costume", tende a nascondere.

      La vera ideologia dissimulatrice e strumentale, consiste proprio nel creare conflitti; predicare la iperprotezione di minoranze (contro ogni misura di ragionevolezza circa la priorità del problema) che legittimi la irreversibilità dell'autoprotezione della più importante delle minoranze: l'oligarchia finanziaria.

      Il disegno classista, ovviamente, ristabilisce le classi: per farlo, come sostiene Kalergy, deve piegare ogni resistenza dei deboli, fondendoli in un meticciato che confermi che sono privi di valore e di valori.

      Dunque, la tutela delle minoranze, la cui rilevanza politica "di scottante attualità", è mediaticamente inventata, sfidando il senso comune (che "sente" che la sessualtà non sia un problema pubblico, da risolvere a colpi di proclami e regole autoritari, ma molto privato e da lasciare alla tutela della privacy nonchè alla naturale discrezione che prova l'individuo), è il banco di una prova di forza in accelerazione.

      Persino la nuova legge sulla dirigenza pubblica impone il rispetto della parità di genere nei risultati (!) dei concorsi e nei reclutamenti...

      Ma la sintesi è che ogni cosa che crei clamore rispetto all'istinto (millennario) di autopreservazione della dignità e dell'identità comuntaria dei popoli, viene così perseguita: non amano gli omosessuali, ODIANO L'UMANITA' (DEGLI ESSERI INFERIORI).

      Promuovono tutto ciò che crea disorientamento e svilimento e ostacoli, tramite il tentativo di riaffermare la democrazia della eguaglianza sostanziale (che riguarda TUTTI nelle loro differenti posizioni), la realizzazione del mondo orwelliano; internazionalista, senza confini (che non siano quelli privati e elettrIficati delle loro proprietà) e desovranizzato.

      Il resto sono eleganti disquisizioni che ogni essere umano intelligente risolve con la tolleranza empatica. Ma l'intelligenza sono ESSI a volerla estirpare.
      Perchè possano superare ogni scrupolo e vedere confermate le loro teorie deliranti...

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    5. @Arturo: simultaneamente, abbiamo confluito su ragionamenti sostanzialmente eguali :-)

      Il problema è quel "io non credo che in Europa ci sia la volontà...", Quella volontà c'è eccome ed è esplicitamente affermata.
      Finchè nno si afferra tutto il disegno, hai voglia a focalizzarti sulla fase "a valle" (simile alla discussioni tra tifosi calcistici): fai il loro gioco e, comunque, ti distruggeranno.

      Perchè, quale che sia il personale orientamento sessuale, O SEI DALLA PARTE GIUSTA (probabilità pochine, essendo un'oligarchia ristretta con al più accoliti zelanti: lacchè), o sei dalla parte "sbagliata".
      E allora, ti accorgerai che nessuna legge speciale di protezione ti salverà dal destino che, come essere umano (una categoria facilmente riconoscibile...?) ti hanno riservato.

      Ci vorrà che scatenino una guerra sanguinosa perchè il gioco sia smascherato?

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    6. Che la questione della parità di diritti degli omosessuali sia stata vergognosamente strumentalizzata ne sono perfettamente consapevoli anche i più attenti (e non venduti) di loro. Chi se la cava (benino, perché ha un accento del nord un po' spessotto :-)) con l'inglese parlato, può guardarsi questo interessante video dello spesso apprezzabile Owen Jones (è un giornalista del Guardian).

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    7. Comunque ci metto le mie due lire che non si tratta solo della solita ingegneria sociale volta a far dimenticare che il benessere è squisitamente legato ai diritti sociali, sottratti completamente a un popolo sovrano neanche delle proprie natiche.

      Questo è odio di classe portato a livelli arimanici.

      Tutto ha un senso se lo si legge in senso malthusiano e spenceriano: siamo di fronte ad una poderosa manovra globale e totalitaria volta al controllo demografico, strumentale a sua volta al controllo politico totale.

      Neoliberismo e radical-piddinismo esplodono in contemporanea negli anni '70: ora, per distrarre dal portafoglio ci sono infiniti modi, ma questi sono monotematici.

      Iniziamo?

      Aborto, divorzio, eutanasia, genderismo, gayismo, aidsfobia, libertinismo, pornografia massmediatica, cultura degli anti-concezionali dall'asilo nido, distruzione dei sistemi sanitari, americanizzazione dell'alimentazione, e via, nel delirio di un'élite che di elitario ha solo il record di sofferenza generato nel mondo e il consumo di antidepressivi per membro della famiglia.

      La mercificazione del lavoro è mercificazione della vita, che deve avere il suo "vincolo esterno" inflessibile a limitare "la sovraproduzione" che, nel caso, si smaltisce come si suole con i mezzi di produzione.

      Ma il peggio è che si prospetta un "genocidio di classe" totale: perché, a differenza di chi non ha ancora capito cosa è stato il nazifascismo, il problema delle migrazioni non è solo la destrutturazione degli Stati democratici in non-comunità sociali ghettizzate come gli USA: è la distruzione stessa della cultura umana che verrà custodita da chi, per estrazione sociale, la consuma ormai da secoli... senza averla mai compresa e alimentata.

      Fieramente nazionalista, campanilista, omofobo, xenofobo, idrofobo, sessista, maschilista, sciovinista, maleducato, familista (rigorosamente amorale), religioso non praticante, intollerante, antipiddino, e, soprattutto conservatore e tradizionalista per tutto ciò che ritengo siano valori strutturali della persona umana: ad iniziare dalla famiglia nel senso più ampio possibile, magari come suggerito da Osho, ma con la finalità prima della riproduzione (che comprende anche quella per cui due papà adottino un bimbo...)

      (Ormai dal progressismo non resta che affidarsi all'evolvenza)

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    8. Più semplicemente, si dovrebbero (tutti quelli che intendono votare) leggere Mortati. E capire dove andrà a finire una società che non può più permettersi di far studiare la propria Carta fondamentale su un testo di diritto pubblico di Mortati.

      E anche capire perchè un processo politico che cala dall'alto, senza alcun sommovimento elettorale (perchè poi in pratica si vota su sondaggi mediatici già effettuati o non si vota affatto), non è mai accettabile come "conquista". Può solo servire a chi ha lanciato il sondaggio...

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    9. Intendo vendere cara la pelle. In mancanza di meglio, seppelliro' di sghignazzi chiunque mi si pari davanti.

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  4. Merleau Ponty :) errata corrige. mi metto in castigo da solo

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  5. In sostanza, la gallina Italia, volendo continuare a produrre grandi e giornaliere uova ai colonizzatori esteri, decide un bel livellamento verso il basso delle condizioni dei lavoratori e pensionati, si scala di 5 anni:
    -non si va' piu' in pensione a 66-67 anni, ma il dipendente a 62 verra' licenziato , andra' in quiescenza rinunciando ad un buon 15% di pensione che gia' era stata falcidiata in precedenza. Questi lavoratori non usufruiranno della cassa integrazione e naspi.
    -la cassa integrazione e naspi andra' quindi agli altri licenziati pu' giovani, che inevitabilmente aumentano sempre piu' per la crisi del mercato interno ed il contesto generale.
    La flessibilita' e' la conclusione di tutto il percorso iniziato con le norme sui licenziamenti per motivi economici, il job act eccetera. Serviti sul coscio dal regime piddiota.
    -

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