mercoledì 11 novembre 2015

SPESA PUBBLICA ATTACK! AVVERTIMENTI DI MUNCHAU, LOBBISMO €UROPEO E GERARCHIOLOGIA (Tomo Sesto di Murphy)

http://image.slidesharecdn.com/generaleenricocaviglia-vittorioveneto1920-140316130350-phpapp02/95/generale-enrico-caviglia-vittorio-veneto-1920-65-638.jpg?cb=1394975754

1. Insomma: la parola d'ordine convergente e ossessiva del PUO (partito unico ordoliberista) mediatico, a "input" essenzialmente bocconiano (sia pure con qualche singolare battuta d'arresto della sua marcia trionfale), in questi giorni, è: 
- passiamo alla sanità privata perchè quella pubblica non ce la possiamo permettere, anzi paghiamocela di tasca nostra, o almeno con più ticket e fondi regionali da finanziare con aumento delle tasse locali altrimenti bisogna tagliare (di più), dato che il Censis si lamenta che la quota "out of pocket" di assicurazione sanitaria privata a carico degi italiani sta pericolosamente diminuendo (per via del calo dei redditi, dell'occupazione e della capacità di risparmio...ma non lo dice);
- tagliamo le spese dei ministeri, inclusi gli uffici periferici e gli immancabili "acquisti" (la cui tragicomica situazione attuale non è evidentemente risentita nelle alte sfere dei "tagliatori" bocconiani), che tanto lì non c'è limite al "metodo Chomsky";
- e, naturalmente, facendolo passare come "tagli della spesa" (la tax expenditure, caso contabile di macroscopica illusione finanziaria), facciamo un bel aumento della pressione fiscale sui redditi;

2. L'offensiva è percepibile, senza particolari sforzi, da chiunque apra un giornale o si veda un TG o un talk, ed è pari soltanto a quella che ci racconta che stiamo registrando una forte ripresa e che quindi siamo sulla strada giusta.

Ora noi sappiamo che il consenso un po' ci vuole, così come la "serva serve", specialmente se, alla fine, lo si associa in modo decisivo a un referendum sulla riforma costituzionale che conta così tanto, anche per il segretario generale dell'OCSE, e non è mica poco: come ci ricorda Lorenzo Carnimeo, 
"il segretario generale dell'OCSE ci ricorda che "la riforma del Senato e la legge elettorale creano le condizioni per [...] una ripresa solida, quale era impossibile con un sistema politico incartato e farragginoso dove far passare una legge era un'impresa immane"
E noi abbiamo imparato nei fatti (!) quanto ciò sia vero e documentato...
Infatti 'sto bicameralismo ci ha proprio "tanto"  impedito di fare (tante) leggi veloci (v qui, per i dati "reali" su produttività e tempi effettivi del bicameralismo; p.4)), e specialmente in tema di ratifica dei diktat €uropei: tipo lettera BCE (3 manovrone in 4 mesi), e fiscal compact (con manovra aggiuntiva attuativa e introduzione del pareggio di bilancio in Costituzione addirittura anticipate rispetto alla ratifica parlamentare dello stesso "fiscal compact"!).

3. E, però, il buon Munchau, per non smentire il suo milieu mainstream cerchiobottista, ci avverte
 “se Renzi non sarà baciato dalla dea” della fortuna “non solo la manovra finanziaria si rivelerà insostenibile, ma verrà rimessa in discussione la partecipazione dell’Italia all’Eurozona“. La profezia affidata alle pagine del Corriere della Sera è di Wolfgang Munchau, editorialista del Financial Times non nuovo alle analisi a tinte fosche sul futuro della Penisola."



4. Dunque, alla prova dei fatti non cosmetici e non ridotti a luoghi comuni autorazzisti, la "€-governance", cui siamo soggetti "incontrastabilmente", (regnante questa classe politica), per vincolo sovranazionale, diviene un grande sistema di holding gerarchizzate e controllate quasi apertamente dai soggetti dominanti sui "mercati". Insomma, un grosso gruppone para-aziendale dedito a elaborare il diritto internazionale, privatizzato ma super-costituzionalizzato.
http://www.intermedia86.com/pages/Casting/book_/upload/2014/05/29/20140529164203-e96def72.jpg

5. Per non sorprendersi delle logiche a cui risponde questo conglomerato "aziendalistico" che chiamano governance €uropea, e per non lasciare inspiegati i suoi risultati fallimentari clamorosi e in aggravamento - in fondo di questo ci avverte Munchau: della dipendenza del modello export-led dalla sorte dei mercati esteri - BRICS in testa- di cui tenteremmo la invasione strutturale-, riporto la fondamentale illustrazione ripresa da Bazaar su il:

Eccone l'ineffabile tassonomia da non perdere mai di vista: 
"Legge della comunicazione
L'inevitabile risultato del miglioramento e dell'allargamento della comunicazione tra differenti livelli in una gerarchia è il considerevole ampliamento dell'area di incomprensione.

Teorema di Peter
Incompetenza più incompetenza uguale incompetenza.

Principio di Peter
In una gerarchia ogni membro tende a raggiungere il proprio livello di incompetenza.
Il lavoro viene svolto da quei membri che non hanno ancora raggiunto il proprio livello di incompetenza.

Corollari
Col tempo, ogni posizione tende a essere occupata da un membro che è incompetente a svolgere quel lavoro.

Inversione di Peter
La coerenza interna è assai più apprezzata dell'efficienza.

Osservazione di Peter
La super competenza è peggio dell'incompetenza.

Regola di Peter sull'incompetenza creativa
Create l'impressione di aver già raggiunto il vostro livello di incompetenza.

Fondamentale:

Legge di Peter sulla sostituzione
Preoccupati delle pagliuzze e le travi si arrangeranno da sole.

Marcello Foa ha anche sostenuto dei corsi in merito a:

Prognosi di Peter
Passa abbastanza tempo a confermare il bisogno e il bisogno sparirà.

Placebo di Peter
Un grammo di immagine val più d'un chilo di fatti.

Regola di Freeman
Le circostanze possono forzare un incompetente generalizzato a diventare competente in un campo specifico.

Legge di H.L. Mencken
Chi sa fare, fa.
Chi non sa fare, insegna.

Estensione di Martin
Chi non sa insegnare, amministra.

Prima legge di socioeconomica
In un sistema gerarchico, il pagamento per ogni lavoro è inversamente proporzionale
alla spiacevolezza e difficoltà del lavoro stesso.

Dove si pensi Hayek abbia studiato?

Legge di ferro dell'oligarchia
In ogni attività organizzata, in qualsiasi sfera, un ristretto numero di persone si metterà a comandare e gli altri eseguiranno.

In merito all'art.1 Cost. e "Riforme", si suggerisce:

Assioma di Vail
In ogni impresa umana, il lavoro cerca sempre il livello gerarchico più basso.

Dilemmi del lavoratore
1. Per quanto uno faccia, non farà mai abbastanza.
2. Quel che non si fa è sempre più importante di quel che si fa.
"

27 commenti:

  1. Segnalo due articoli, uno sul mito della produttività del buon Pizzuti (anche perchè mi sono stancato di sentire le cazzate su lavoratori produttivi, lavorare di più, lavoro flessibile ecc.) ed il secondo di Gallino (pace anima Sua) che, a mio modesto parere, pare utile leggere per le riflessioni che vi vengono sviluppate. Alla faccia del pm Renzi... e della Sua spocchia... la prossima crisi ci colpire ancora di più, ma non vedo l'ora di gustarmi la sua faccia... e quella del duo Perotti Severgnini. Voglio proprio vedere, con il taglio detrazioni che lui vorrebbe, dove andrebbe la già comatosa edilizia italiana e, perchè no, industria del mobile. Mentre per il secondo: dobbiamo proprio sprecare parole per uno del genere? No. Quindi chiudo.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Concordo su Severgnini. Ma in effetti, il suo modo di fare "informazione" è particolarmente grave i questo momento,

      Sul resto, grazie: specie Pizzuti è sempre un'ottima fonte...

      Elimina
    2. Certamente hai ragione. Quando ho visto la pubblicità l'altra sera in tv mi sono cadute le braccia. Ho pensato: "Eccolo là... il caro buon vecchio Savergnini... il campione dell'esterofilia... il primatista dello sputo nel piatto dove fino a ieri aveva mangiato...". Mi è salita la bile e stavo per iniziare ad imprecare... Poi la razionalità ha preso il sopravvento, mi sono calmato, e c'ho riso su... Anche se concordo sul fatto che fare informazione in questo modo è davvero grave

      Elimina
    3. Severgnini è interessante ed esemplare. Non starà gigante nella Storia, ma ci troverà il suo posticino in buona compagnia.
      E il bello è che è appare tutto l'opposto: la figura è scanzonata, la "razza" da svilire è la sua. È la trombetta di un'informazione totalmente artefatta ma che mai deve apparire di regime.

      Chiedo ancora scusa per una generazione "di sinistra" che ha sempre vigilato "a destra" adocchiando ogni simbolo. Sporti in avanti, binocolo in mano e brache calate.
      Intanto, alle spalle...

      Elimina
  2. Nell'elenco iniziale hai dimenticato il capitolo università, che deve ispirarsi al modello Boston!
    http://www.huffingtonpost.it/2015/10/16/universita-matteo-renzi_n_8314220.html

    come se per le mense aziendali il modello dovesse essere Eataly ( o Cracco)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Hai ragione: ma ho "dimenticato" anche altre cose. Qui è come turare uno scolapasta con le dita delle "mano" :-)

      Elimina
  3. "la coerenza interna è più apprezzata dell'efficienza"

    Quanto è vero, e non solo in questo contesto!
    A tal punto che si potrebbe definire un vero e proprio principio di "illusione ottica della coerenza" in base al quale la coerenza interna non è solo più apprezzata, ma (spesso ed erroneamente) considerata efficienza in sé......

    RispondiElimina
  4. Dopo "istanti" trascorsi - seduto debilitato - con l'"arcangelo" dopo i saluti di Alberto e Vladimiro sul basamento del dito L.O.V.E. di Cattelan (Libertà. Odio, Vendetta, Eternità) - ci tocca tornare a Murphy: all'ignoranza, all'incompetenza & all'ignavian tra secoli di Storia umana per tornare sui banchi della I elementare di Alberto Manzi: NON E' MAI TROPPO TARDI.

    Ho da cancellare Vendetta e Odio, s'ha preferenza per Libertà e Eternità ... :-)

    RispondiElimina
  5. I giornali di oggi sono zeppi di commenti a senso unico sulle dimissioni di Perotti dall’incarico di commissario alla spending review. Ovviamente, è tutto uno stracciarsi le vesti sulla impossibilità di tagliare la spesa pubblica per le resistenze della casta dei burocrati, che ha già fatto fuori Giarda, Cottarelli e ora Perotti. Nessun riferimento viene fatto ai dati ufficiali, secondo i quali l’andamento della spesa in Italia (al netto degli interessi sul debito) è analogo a quello dei principali paesi europei, ed anzi la riduzione di risorse riservate al settore del pubblico impiego - tra blocco del turn over e degli stipendi - è nettamente più accentuata negli ultimi anni rispetto a Francia, Spagna e perfino Germania. Ciò che conta ancora una volta non sono i fatti ma il messaggio ossessivo e pervasivo, che l’opinione pubblica deve recepire e introiettare. Né si differenziano i rappresentanti dell’opposizione, che anzi si mostrano su questo tema compatti nell’attacco a Renzi… perché non taglia la spesa:
    “Sono ormai 3 anni che il governo fa finta di voler prendere di petto la spesa pubblica, tagliare la burocrazia, aggredire gli sprechi. Nelle stabilita' di questi ultimi anni, nulla e' stato fatto. Le dimissioni di Perotti sono l'atto di accusa piu' efficace che sconfessa Renzi e la sua non volonta' di trasformare gli annunci in atti amministrativi. La macchina pubblica elefantiaca additata come un problema del sistema italiano tale resta” (Rampelli-Fratelli d’Italia).
    “Nel programma di governo che stiamo predisponendo insieme agli alleati e che abbiamo incominciato ad illustrare domenica durante la manifestazione a Bologna uno dei punti principali è la riforma della macchina statale con la privatizzazione degli Enti Pubblici e il taglio degli sprechi con la riduzione della spesa pubblica di almeno il 2% all'anno. Queste riforme liberali sono nel Dna di Forza Italia, mentre per il Pd la spending review, come dimostrano i fatti, è solo un esercizio retorico e teorico per ingannare i cittadini" (Bergamini- Forza Italia).

    RispondiElimina
    Risposte
    1. I tea-party sono la vera maggioranza interna e esterna, post 2011, che governa questo paese votato all'autodistruzione per carenza di risorse culturali.

      E non mi pare che il "Quarto Partito" extraparlamentare, ma molto governativo, di degasperiana memoria, sia mai stato così forte.
      Grazie agli spaghetti tea-party presenti in tutti e 3 gli schieramenti politici principali da cui dovrebbe uscire qualunque futuro esito elettorale...

      Elimina
    2. Beh, questo fa il paio con le recenti dichiarazioni di Grillo, che ha già promesso che, una volta conquistata Roma, "licenzierà tutti".

      Credo che, ora come ora, la P.A esista principalmente come strumento di propaganda elettorale. "Licenzieremo anche loro!", è il (robesperriano) imperativo categorico.

      Elimina
    3. Beh, Il partito del RdC, che "dimentica" l'effetto esiziale dell'euro sul mercato del lavoro, e persino come si copre la spesa pubbilca in pareggio di bilancio da raggiungere nell'ambito del fiscal compact, e quindi cosa sia una gravissima crisi deflattiva da domanda, alla fine mi pare il più tea-party allo stato puro.

      E anche quello più ferocemente attestato su un moralismo livoroso, non idoneo neppure ad aprire un discorso di comprensione sul modello costituzionale di equilibrio.
      Decisamente...

      Elimina
    4. Io vorrei capire una cosa: Grillo parla tanto di mandare a casa tutti (neh, questi che ci sono in parlamento, essendo meri yes-men and women lo meriterebbero e lo meritano), tagli ai vitalizi, quant'altro. Ok, perfetto. Bello e giusto a parole e/o bar sport. Ma se io un domani esco ed ho bisogno di gente coi controcazzi per gestire la situazione, posso essere così illuso da pensare che uno venga a sbattersi in PA per due denari? Perchè alla fin fine la logica dei "ai parlamentari stipendi normali" cozza :
      a) con la preparazione che devi avere a priori
      b) con gli spostamenti logistici che devi fare (1 perchè se vai a tutte le conferenze/feste/ incontri che ti invitano sprechi soldi ma CI SEI, 2 se non vai allora vuol dire che non te ne frega un beneamato e la gente poi ti abbandona. Non lamentarsi poi la polistica "non è vicina alla gente")
      c) ma è tanto scontato capire il fatto che se vuoi gente preparata che amministri la cosa pubblica, la devi pagare?!?
      Poi siamo d'accordo che non è giusto esagerare, fra diarie, vitalizi, pensioni ecc. ma ILLUDERSI che un domani ci si possa permettere di assumere persone capaci pagandole MENO del "privato" è davvero un'illusione che nemmeno i principianti si possono permettere...

      Elimina
    5. Eh... se è per questo, c'è un'altra (sommessa) domanda.....

      Ma un politico pagato la metà, sarà più o meno corruttibile? Sarà più o meno sensibile alla mazzetta proposta dal corruttore di turno? Sarà così fiero della sua nuova povertà da rifiutare a priori? Ne siamo così sicuri? In un mondo dove la politica di professione si riduce a mera facciata? Ai posteri l'ardua sentenza........

      Elimina
    6. Il ragionamento che faccio sempre ad alta voce poi su 'sta farsa della corruzione quando la sento sui vari TG è il seguente: "Ohibò, certo il corrotto è da punire... ma se egli esiste, ci sarà anche un corruttore... e se il corrotto è "pubblico", di certo il corruttore sarà "privato"... quindi: ma perchè cazzo si continua a parlare di corrotti e spedirli come mostri in prima pagina, mentre sui "corruttori" tutto tace?!?!? A casa mia ladro è anche chi tiene il sacco... si vede che per i cacciatori di streghe sulla corruzione, non è così...

      Infine si Lorenzo, pure io mi faccio la stessa domanda... Basterebbe ogni tanto fermarsi a pensare su quello che ci propinamo a reti unificate per rendersi conto di quante cazzate dicono i rappresentanti di questa classe politiche che NON fa gli interessi della sua nazione...

      Elimina
  6. Non credo ce ne sia bisogno, ma questo wp di Tancioni e Beqiraj (nella schermata scorrere fino al numero 167, cliccare "Segue" e poi scrollare fino a "Documento") della Sapienza propone modelli econometrici per mettere a confronto permanenza ed uscita, esposti in due scenari: “Il primo, coincidente con ciò che verosimilmente caratterizzerà il prossimo futuro, mette in luce la preoccupante traiettoria su cui l’economia italiana è proiettata. Viene mostrato un andamento macroeconomico per certi versi più preoccupante rispetto al secondo, lo scenario di uscita. La contrazione del prodotto tende ad assumere caratteri di forte persistenza, mentre si sperimenta un aumento del tasso di disoccupazione ed una persistente contrazione del salario reale, di dimensione anche maggiore rispetto a quella dei trimestri immediatamente successivi alla svalutazione (secondo scenario). Queste dinamiche si spiegano con un andamento del saldo primario persistentemente positivo in tutto l’orizzonte di simulazione (dall’1,6% del 2015 al 4% del 2019), mentre il leggero aumento dell’inflazione è connesso allo spostamento tendenziale del carico fiscale dalle imposte dirette a quelle indirette.

    Per quanto attiene al secondo scenario, quello facente riferimento ad un’ipotesi di uscita, il modello proposto da Tancioni afferma che il salario reale subisce inizialmente una contrazione moderata ma persistente, con uno scostamento negativo massimo dell’ordine di un punto percentuale tra 7° e 8° trimestre, e vira in territorio positivo a partire dal 14° trimestre… L’effetto espansivo sul prodotto si instaura dopo circa sei trimestri, producendo una deviazione positiva rispetto al tendenziale dopo 3 anni. L’espansione indotta è pari a circa 2 punti di PIL all’orizzonte di simulazione. La disoccupazione tende a ridursi sensibilmente dopo sei trimestri, e la contrazione massima, dell’ordine del 4%, si ha dopo 5 anni. La dinamica del rapporto tra debito e PIL è prima positiva e poi negativa, seguendo sostanzialmente quella del prodotto, (espansione massima 4%).”. Tancioni credo sia in buone con Alberto. Ma chi glielo dice ora a Perotti???

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Me lo leggerò, sapendo che, in genere, paper di questo tipo (magari no, nel caso) sono ceteris paribus sulle condizioni istituzionali: es; persistente divieto di monetizzazione del debito pubblico e, essendo "economisti" gli autori, dell'attuale art.81 Cost.; cose difficilmente prese in esame; e faccio solo l'esempio degli aspett più eclatanti (potremmo aggiungere eliminazione modello universale di banca, abrogazione implicita del fiscal compact, pianificazione di investimenti pubblici infrastrutturali e per ripristino immediato di filiere e tecnologie immediatamente utili all'effetto sostituzione, piano di assunzioni mirate nel settore pubblico in rimozione di decenni di blocco del turn over, ecc.).

      Da ciò, se vogliamo, previsioni di post €xit persino più punitive di quelle realizzabili in situazione di ripristino del modello costituzionale (artt. 4, 36 = indicizzaz su vari ipotesi inflattive, e 47 Cost.; divieto di tetto al deficit che implichi impossibilità di risparmio diffuso e preclusivo di accesso a abitazione, proprietà agraria e promozione attività artigianva ex art.45 Cost., indubbiamente connesso).

      Ma cercherò di vedere in dettaglio (sempre che non riesci a produrre un commento "postabile" anche fondato su questa indispensabile road map "ripristinatoria" della legalità costituzionale tu stesso)...
      Grazie

      Elimina
    2. A conferma di quanto contino le "condizioni istituzionali" sulle stime di crescita (sia pure in termini "€-conservativi", helicopter-man, diciamo), guarda come c'è arrivato persino Tabellini al "nocciolo" del problemino
      http://www.ilsole24ore.com/art/commenti-e-idee/2015-11-01/il-nemico-dell-inflazione-zero-112742.shtml?uuid

      Elimina
    3. C'è già una sintesi dello stesso Tancioni (pregevole anche quest'altro suo intervento):

      "Nello scenario di uscita, si assume che la politica monetaria segua una regola di reazione in cui il peso della variazione di prodotto reale abbia un ruolo rilevante nella fissazione del tasso di policy, pur rimanendo un ancoraggio forte alla stabilizzazione nominale nel lungo periodo. La politica fiscale è interamente neutrale. Non vengono considerati schemi di indicizzazione totale o parziale, né dei prezzi, né dei salari."

      Devo ringraziare Badiale per avermeli fatti scoprire.

      Elimina
    4. Decisamente ceteris paribus in assunto (e deflattivo, neo-macroeconomico classico)

      Elimina
    5. Credo che AB conosca Tancioni ed in ogni caso il secondo link postato da Arturo ne mette in evidenza le affinità con le vedute economiche ed econometriche che qui e su gufi su svolgono. Naturale che non c'è molto spazio per l'analisi giuridico-costituzionale. Però c'è un altra freccia all'arco da potersi "giocare"...

      Elimina
    6. Che "non ci sia spazio" è una delimitazione di variabili conoscibili, e certamente rilevanti in qualsiasi modello predittivo, non razionalmente giustificabile: infatti, il venir meno del fiscal compact, e dei vincoli fiscali su deficit e riduzione debito, è automatico e preventivamente conoscibile, essendo oltrettutto l'art.81 fomulato in modo tecnicamente inesatto e comunque avendo bisogno di meccanismi attuativi che decadrebbero se formulati (come sono) sulla scorta dei vincoli del FC stesso.

      Lo stesso venire meno di una variabile economica di tipo istituzionale razionalmente accertabile e rilevante, investe pure il ruolo e il quadro della disciplina sulla BdI, ponendo, sul piano dei fattori e variabili considerabili, l'obbligatoria valutazione della ultrattività di leggi interne legate a norme del trattato: ciò in quanto, non più applicabili incondizionatamente e mutabili per libera determinazione nazionale, al fine del dovuto riadeguamento al dettato costituzionale (certo, politicamente è una variabile; ma è politica la previsione di qualsiasi politica economico-fiscale, senza che muti il tipo di giudizio meramente probabilistico da compiere).

      Insomma, gli economisti fanno previsioni e propongono modelli: ma la decisione politica ridiviene essenziale e predominante, proprio per via dell'uscita da un vincolo che tendeva esclusivamente a eliminarla.

      E questo è un fatto, economicamente decisivo, che andrebbe prudentemente accertato, magari proponendo più stime previsionali per diverse ipotesi alternative...

      Elimina
    7. Resta purtroppo il fatto che due visioni opposte da parte degli "economisti" c'erano: pro e contro. Si sapeva che l'Euro era "pointless from the start". Era noto a tutti in base a modelli economici ben precisi. Si è deciso, in base a pressioni esterne (che io non conosco e non saprei decifrare) di scegliere politicamente "per il nostro bene" la strada sbagliata... Così come lo furono divorzio Bankit / Tesoro, accordi di San Valentino, abolizione scala mobile, privatizzazioni selvagge, pareggio bilancio in Costituzione... Pertanto penso che aldilà dei modelli o delle inclusioni Costituzionali che ci devono essere incorporate (sono d'accordo su questo) quello che più mi spaventa è che non c'è la volontà politica di portare avanti scelte per il lavoro, il welfare ed lo stato sociale. Non ci sono oggi, ma a ben guardare non c'erano nemmeno "ieri"... Quanto accaduto in Grecia è esemplare. Il popolo greco era pronto ad uscire. Tsipras l'ha praticamente ributtato fra le braccia dei carnefici. E i modelli c'erano e non dico che era tutto pronto, ma ci si stava lavorando. Non ce n'è, è questo il dramma. Oltre al fatto che pensiamo più a Iphone, Ipad, Mercedes, Bmw e Tv Led che al nostro misero futuro, ma tant'è... mal comune mezzo gaudio

      Elimina
    8. Metodologicamente, peraltro, le mie osservazioni trovano conforto nel primo paper di commento linkato da Arturo (ovviamente l'approccio economico-istituzionale, di Chang e Galbraith è più ampio...)

      Elimina
    9. Si certo... quello che volevo sottintendere è che anche con modelli econometrici "mainstream" oramai uscita e miglior opzione... Essendo main stream quindi per me è stato "naturale" non trovarci indicazioni "sociali". Spero di aver chiarito.

      Elimina
    10. Segnalo infine questo bell'articolo (da leggere tutto, soprattutto finale e a cosa porta in temini finanziari il pareggio di bilancio, è cioè a instabilità finanziria) di Lavoie sul Federal Balanced Budget Act che ha passato la terza lettura nel giugno 2015 in Canada... Purtroppo tutto mondo è paese...

      Elimina
  7. Bel articolo di Franco Moscetti.
    Una boccata d'ossigeno in questo delirio autolesionista è autorassista italico.

    L'Italia impari da Berlino

    RispondiElimina