martedì 26 gennaio 2016

BASTA UN INVITO A "NON ESAGERARE" QUANDO TI STANNO RADENDO AL SUOLO?



http://www.mymilitaria.it/liste_04/images/panzer_frey_4g.jpg

1. Prima di tutto, per comprendere lo scenario che avevamo preannunziato, invito a rileggervi (almeno) questi recenti post:

LA GRANDE TRANVATA: LA VERA EUROPA DEI VERI TRASFERIMENTI AL TEMPO DELL'UNIONE BANCARIA

 L'ERF CI ATTENDE ALLA FINE DEL QE? E SE ARRIVA PRIMA IL BAIL-IN CON L'ESM? O ANCHE ENTRAMBI


2. Una ricostruzione della progressione germanico-euro-tecnocratica, che mostra i passi intrapresi per concretizzare lo scenario in questione, la traggo poi dalla mail che periodicamente mi invia L'EIR- Executive Strategic Review- Strategic Alert:
"Il 19 gennaio sia il capo dell'Eurogruppo Jerome Dijsselbloem che il membro del Consiglio della Bundesbank Andreas Dombret hanno proposto, autonomamente l'uno dall'altro, di allineare agli altri strumenti finanziari i titoli di stato detenuti dalle banche dell'Eurozona. Il viceministro tedesco del Tesoro, Jens Spahn, aveva trasmesso una simile proposta al Bundestag nel dicembre scorso prima di proporla a livello europeo.
Se passasse, la regola costringerebbe molte banche della periferia, che detengono una quota consistente di titoli di stato dei rispettivi paesi, ad aumentare le riserve di capitale. Un'altra tegola sulle banche italiane, che sembra si voglia spingere apposta in una situazione critica. Essa rivela anche l'intenzione di schiacciare le nazioni che stanno dietro quei titoli sovrani.
"C'è bisogno di un trattamento regolatorio più realistico dei titoli di stato detenuti dalle banche. La crisi ha chiaramente mostrato che tale esposizione non è scevra da rischi", ha scritto Dijsselbloem in un articolo sul Wall Street Journal il 18 gennaio.
Dombret ha affermato nello stesso giorno in un'intervista che "è divenuto più che ovvio che i titoli sovrani non sono esenti da rischi. Dal mio punto di vista, questo è un tema che va finalizzato, possibilmente dopo le riforme Basel III".
Dijsselbloem ha anche difeso il regime di bail-in - dopotutto, fu lui a coniare il termine "modello cipriota" per universalizzare l'esproprio dei risparmi dei cittadini al fine di salvare gli speculatori - e ha proposto di accelerare il processo di costruzione dell'Unione dei Mercati di Capitale (UMC) in modo da stabilire gli standard per "cartolarizzazioni semplici e trasparenti".

3. In parole povere, verrebbe attribuito un €-rating ai titoli del debito pubblico, massicciamente detenuti dalle nostre banche, che obbligherebbe le stesse a ponderarne il valore attualmente iscritto in bilancio per un fattore di rischio che, appunto, ne diminuirebbe il valore nominale (ai corsi attuali di piena solvibilità dello Stato italiano).
Da qui, l'obbligo di nuovi accantonamenti (che servono ad aumentare il capitale netto immobilizzato in "garanzia") per l'emergere di potenziali perdite di bilancio determinate dalla revisione dei criteri di valutazione dell'attivo, nella parte costituita dai titoli del debito pubblico. 
ADDENDUM: Marco Zanni ha già fatto un calcolo, semplice ma eloquente, di quanto ci costerebbe il disastro sistemico a cui porterebbe questo nuovo "regime" di rating del debito pubblico.

Insomma si aprirebbero nuove voragini nei bilanci delle nostre banche, in aggiunta a quelli perennemente in contestazione, relativi ai debiti inesigibili, c.d. NPL, per i quali già ballano, proprio in vista della costituzione di varie bad bank che rilevino tali crediti "non performanti", possibili perdite "sistemiche", ed esigenze di ricapitalizzazione, complessive, per almeno 25-30 miliardi, da spalmare sulle diverse condizioni di bilancio delle varie banche: diciamo "almeno" perché in realtà il flusso di trasformazione degli incagli (quali classificabili alla luce dell'attuale normativa dettata dall'EBA, altro organo UE) in ulteriori sofferenze, non si sta arrestando e, in ogni modo, non verrebbe minimamente attenuato dalle bad bank (che comunque non si come finanziare con riguardo alla garanzia che dovrebbe apprestare lo Stato a tutta l'operazione e che sarebbe, alla faccia dell'art.47 Cost., un "aiuto di Stato": cosa di cui Padoan dovrebbe andare a parlare domani con la Commissaria UE alla concorrenza Margrethe Vestager. 
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4. E tutto questo si innesterebbe, sull'attuale situazione, in via di interpretazione euro-normativa dei valori del debito sovrano: interpretazione anche retroattiva (in quanto incidente sul presupposto della conclusione del "negozio", variandola contro ogni aspettativa ragionevolmente formulabile, e quindi in contrasto con la vincolatività del principio di buona fede insito nel rebus sic stantibus). 
Quindi si ha una retroattività variativa della convenienza dell'affare rispetto al momento stipula dei contratti sottoscritti tra banche e Stato, al collocamento del debito pubblico: cosa che ricorda moltissimo la questione della tutela del "consumatore" (!) di fronte al regime deteriore delle obbligazioni bancarie subordinate, in danno dei risparmiatori italiani: ora dovremo mandare le banche a fare "corsi" di aggiornamento e lo Stato italiano a fare avvertenze sulla "speculatività" e il "rischio", in appositi moduli, per poter collocare i propri titoli?

5. Prontamente in esecuzione di tale disegno, - preannunziato da Schauble (v. il  primo post linkato) come linea principale di attuazione delle conseguenze del c.d. bail-in, in quanto strettamente complementare ai parametri del fiscal compact (che, a sua volta, è la conseguenza necessitata dell'euro) -, la Commissione UE inizia a "graduare" la sostenibilità del debito (ex) sovrano in UE e pone le premesse per il "trattamento regolatorio" indicato da Dijsselbloem e Dombret e Spahn (la Commissione, si sa, esegue prontamente ciò che desiderano i padroni tedeschi):

"Per il momento i conti pubblici italiani tengono ma le sofferenze bancarie potrebbero metterli già a rischio nei prossimi mesi, visto l'alto debito pubblico che pone l'Italia tra i Paesi a rischio nel medio periodo
E se la riforma delle pensioni (Wow! Ditelo agli spaghetti libbberisti e a Boeri!) ha messo il Paese al sicuro per il futuro, resta il nodo del rispetto della regola Ue del debito: per questo serve una "forte determinazione nel migliorare la posizione fiscale". Per la riduzione effettiva del debito ed evitare una procedura, infatti, l'avanzo primario dovrebbe essere di almeno il 2,5%-3,8% su un arco di dieci anni, uno sforzo "estremamente ambizioso", per non dire impossibile, che finora pochissimi tra i 28 sono riusciti a fare. E' l'analisi che emerge dal rapporto 2015 sulla sostenibilità delle finanze pubbliche della Commissione europea, che secondo il Mef invece "conferma ancora una volta che i conti pubblici italiani non presentano rischi nel breve termine e sono in assoluto i più sostenibili di tutti nel lungo termine". 

6. La stessa Commissione ammette, a ben leggere il report sopra citato, che il saldo primario italiano al 2,5% del PIL sarebbe insufficiente, dovendo risultare più prossimo a un 3,8%, per poter avere un rapporto debito/PIL al 110 nel 2026 (bontà loro perchè, comunque, sarebbe una diminuzione di tale rapporto inferiore al ventesimo annuale previsto dal fiscal compact!).
Ma questo a partire dal 2017 e quindi sul presupposto del raggiungimento della quasi parità di bilancio, cioè sul presupposto di una crescita che sia ben superiore a quella attualmente registrata e, comunque, una crescita che dovrebbe essere compatibile con gli inasprimenti fiscali che, nel frattempo, la stessa Commissione vorrebbe imporre
Se tale crescita non dovesse essere registrata (diciamo costantemente superiore all'1% all'anno) il saldo primario dovrebbe essere a sua volta ben superiore (persino al 3,8, se si volessero ottenere simultaneamente pareggio di bilancio e abbattimento del rapporto debito/PIL): e certamente non dovremmo ancora finire in recessione.

Ma il bello è che la Commissione ammette che anche solo mantenere il saldo primario al 2,5% per i prossimi dieci anni risulta quasi impossibile: almeno, implica, se si vuole crescere senza finire in un crescente output-gap...Essendo peraltro più probabile una crescita "0"; o anche una nuova fase di recessione, del tutto probabile in caso di shocks, prima di tutto legati al convergere delle strategie di aggressione al sistema bancario italiano che abbiamo visto sopra. 
Shocks, quindi, a questo punto, indotti proprio dall'esigenza di rispettare la disciplina fiscale, e bancaria, e sugli "aiuti di Stato", determinata dall'appartenenza all'euro, in un folle processo circolare di attacco...ai patrimoni dei cittadini italiani (che in un modo o nell'altro, gravitano dentro la questione "bancaria").

7. Di tutto questo si accorge in parte l'Huffington Post tirando un poco le somme sul quadro che rende vana, in un crescendo rossiniano, meglio sarebbe dire "wagneriano", la risolutività della stessa mission (almost impossible) di Padoan sulle bad bank:
"Il governo italiano arriva all’appuntamento che potrebbe rivelarsi decisivo sulla bad bank con ancora l’ultimo passo da compiere e che, spiegano fonti vicine al dossier, resta l’elemento dirimente per la valutazione della Commissione europea: il prezzo delle garanzie che il Tesoro metterà in campo per facilitare lo smaltimento dei crediti deteriorati. 
Fonti della Direzione generale Concorrenza spiegano che la palla è tutta nel campo italiano: “I paletti dell’Europa sono noti e cioè è fondamentale evitare che il prezzo sia troppo alto altrimenti si configurerebbe come un aiuto di Stato: spetta all’Italia indicare un valore congruo”. 
Se da una parte il governo ha la strada sbarrata è altrettanto vero che lo stesso prezzo delle garanzie non può essere fissato troppo in basso: si rischierebbe, infatti, di aumentare eventuali perdite sui bilanci delle banche. Il clima che si respira in ambienti governativi è comunque positivo e tutto improntato all’ottimismo: se domani si giungerà a un accordo, infatti, l’esecutivo è pronto a presentare un decreto sulla bad bank già nel Consiglio dei ministri di giovedì.
...
Il meccanismo, in via di definizione, prevede di velocizzare le cosiddette procedure concorsuali per ridurre sensibilmente il tempo che l’istituto impiega per far rientrare i crediti sofferenti, che derivano da prestiti e finanziamenti non ripagati da famiglie e imprese. Al Consiglio dei ministri arriverà anche la riforma delle Bcc (banche di credito cooperativo), uno dei cavalli di battaglia del presidente del Consiglio, Matteo Renzi. Non a caso il premier oggi è ritornato a parlare di banche, puntando su due argomenti che per il Governo sono diventati un totem: da una parte la solidità degli istituti, dall’altra la necessità di aggregazioni e fusioni. 
Dopo la riforma per la trasformazione delle banche Popolari in Spa, il Governo punta ora a dare un altro segnale in questa direzione nella convinzione che un mercato bancario frammentato non è più sostenibile come hanno dimostrato le fibrillazioni sui mercati.
Se il governo punta tutto sulle aggregazioni e spera in un rimbalzo positivo anche grazie a una chiusura positiva sulla bad bank, da Bruxelles arriva un messaggio chiaro, che è già nelle convinzioni dell’esecutivo italiano: la soluzione della banca, o meglio delle banche ‘cattive’, dove far confluire la spazzatura, non è salvifica
Dopo l’entrata in vigore delle regole sul bail-in (salvataggio interno), il sogno di una grande bad bank è sfumato e per quanto possa essere robusto il supporto del Tesoro, l’impatto sullo smaltimento dei crediti deteriorati non sarà comunque sufficiente
Ecco perché, spiegano in ambienti europei, il faro che la Commissione ha acceso oggi ha il sapore di un pressing all’Italia per spronarla a fare di più. A maggior ragione il governo italiano preme per portare a casa il maggior numero di risultati possibili: dalla bad bank ai due provvedimenti del Consiglio dei ministri di giovedì.  
La paura è che l’effetto Draghi, cioè le parole rassicuranti del governatore della Bce, sia già svanito e che le turbolenze sui mercati possano farsi ancora più consistenti, gettando alle ortiche gli sforzi messi in campo sul fronte proprio dei crediti deteriorati."

8. Infatti, anche superando il problemino dei crediti da stimare e conferire alle bad bank(s) (farlo a prezzi di mercato, come piacciono alla Commissione UE, "forse" non configurerebbe aiuto di Stato ma al tempo stesso, amplierebbe le perdite sistemiche che abbiamo visto sopra), rimane il disegno di imporre il rating e la svalutazione del debito sovrano detenuto dalle banche stesse
Che è poi come la storiella del lupo (tedesco) e dell'agnello italiano (hai voglia a spiegare che ti abbeveri al ruscello a valle del lupo: per lui rimani tu che intorbidi le acque a lui..).

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Compredendo benissimo che anche facendoci chissà quali concessioni sulle garanzie pubbliche al problematico costituirsi delle bad bank, il sistema bancario - e risparmiatori italiani- con la svalutazione del debito pubblico detenuto in bilancio, avrebbero un destino comunque segnato, il governo italiano cerca di essere rassicurante e invita (la Commissione UE, anche se per implicito) a non esagerare
"...il debito italiano, assicurano da Viale XX settembre, comincerà a scendere già da quest'anno. Lo studio di Bruxelles, infatti, ha sottolineato il vice ministro dell'economia Enrico Morando, "dice ciò che già sappiamo, ovvero che dobbiamo invertire la tendenza sul debito" invitando a "non esagerare".

9. Allora, così parla e "vuole l'€uropa":  
- le bad bank si possono fare ma solo a prezzi che fanno emergere nuove perdite; 
- ciò provocherebbe l'attualizzazione del rischio cui sono legate le garanzie dello Stato e, quindi, l'aggravarsi della situazione di indebitamento pubblico;  
- da qui, si arriverebbe ad attribuire il rating svalutativo del debito pubblico detenuto dalle banche, provocando ulteriori perdite al sistema
E anche che l'unico rimedio "interno", sarebbe una bella imposizione straordinaria sulla ricchezza mobiliare, cioè un prelievone sui conti correnti. O anche sul patrimonio immobiliare. Con gli effetti che tutti sappiamo.
Che poi non sono molto diversi dal ricorso all'ESM e alla trojka - cioè del "rimedio esterno", in termini di espropriazione della ricchezza nazionale. 

10. Vi pare folle? 
Macchè: l'importante è non ricordarsi mai che tutto questo dipende dall'appartenenza all'euro.  
Guai a chi ce lo tocca!
E poi dicono (Juncker e Merkel), chissà perchè, che la moneta unica è messa in pericolo dalla sospensione di Schengen!...?

Ma se fanno di tutto per costringere il governo italiano a reagire di fronte a un meccanismo distruttivo lanciato come l'offensiva di una panzer-division!
Perché mi sa tanto che non basta un "invito a non esagerare" quando ti stanno radendo al suolo!

32 commenti:

  1. Forse perché sanno che non ci sarà alcuna reazione...?

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  2. Un articolo di cristallina purezza e chiarezza come nessuno e ripeto nessun autorevole firma ha il coraggio di esprimere così a fondo e chiaramente che rende onore all'autore.
    È ormai chiaro, che ogni indugio nel permanere in questo € giogo di tal agghiacciante ferocia e proporzioni verso le nostre genti è pura follia. Il paragone con i campi di sterminio di Buchenwald sia per metodologia che per estrazione culturale degli esecutori sarebbe ormai definizione addirittura eufemistica.

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  3. Questo documento della DIW di Berlino (maggio 2015) tratta dei cambiamenti regolatori circa i titoli di stato detenuti dalle banche. Vi si trovano tabelle e proiezioni sul maggiore accantonamento di capitale che le banche dovrebbero fronteggiare. Ho copiato e incollato alcuni brani.
    In fondo ci dice pure da quale banca francese potrebbero partire le vendite di titoli italiani con conseguente aumento dello spread.
    Lo dicono chiaro e tondo:

    https://www.diw.de/documents/publikationen/73/diw_01.c.504838.de/diw_econ_bull_2015-20.pdf

    A change in regulatory stipulations would clearly disadvantage European governments because it would be less attractive for banks to invest in EU sovereign bonds with ratings below AA− [noi].
    Finance ministers of countries with such ratings would therefore have to offer considerably higher interest rates for new bond issues to encourage banks to invest.
    ...
    The cost to the banks of financing government bonds rises.
    To avoid making a loss, the banks must pass the increased costs on to the government by increasing interest rates.
    Interest on EU government bonds would therefore rise depending on the regulations.
    ...
    German, French, and Swedish banks also prefer to hold domestic government bonds. However, their good rating would mean no additional capital would be needed
    ...
    For the French banks, the capital requirement would be between zero and 1.03 billion euros.
    The Société de Financement Local has made relatively large investments, particularly in Italian government bonds. In relation to the existing Tier 1-capital, it would need to raise the most additional capital.

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    1. E pensa che tutto questo, come emerge dal linkato paper di Macro Zanni, è stato placidamente votato da europarlamentari italiani!

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    2. Sinceramente, visto il danno, spero siano in malafede...

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  4. Tranquilli Padoan sta negoziando con la commissione.
    Siamo in una botte di ferro. Chiodata dentro.

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    1. Tiè fatte du' risate
      http://linkis.com/blogspot.it/eJX1W
      E peraltro non è tutto: da non dimenticare che...
      http://orizzonte48.blogspot.it/2015/03/derivati-di-stato-chi-fruisce-veramente.html

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    2. Ma poverino non incolpiamolo di colpe non sue....ha fatto il possibile: sono i vecchi governi che non hanno ricapitalizzato le banche finché si poteva e ora con ke nuove regole questo è il massimo che si possa fare.

      E non domandiamoci quale maggioranza ha sostenuto i vecchi governi....e chi ha approvato appena pochi mesi fa le nuove regole europee in merito.

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    3. Ma pure 'sta storia dei vecchi governi: ma non erano queli che attraverso l'austerità dovevano furiosamente "abolire" il debito pubblico attraverso il pareggio di bilancio, panacea di ogni male e per il ritorno alla crescita'
      E quindi come si poteva intervenire creando nuovo debito?

      Questo per la "traiettoria" del lovuolel'europa del post 2011.
      Poi, rimane il fatto che nel 2010-2011, mentre i tedeschi mettevano su spesa pubblica in ricapitalizzazioni per 200 miliardi e garanzie per 380, IL SISTEMA BANCARIO ITALIANO NON AVEVA I PROBLEMI ATTUALI DI VOLUME DEI NPL: SEMPLICEMENTE PERCHE' QUESTO è STATO INDOTTO DALLE POLITICHE DEI PRECEDENTI GOVERNI, cioè dal lovuolel'europa per la stabilità e il ritorno alla crescita.

      Il problema tedesco, e inglese e francese, era determinato dalla crisi del 2008, per perdite sui derivati, da cui noi eravamo esenti.
      Per la cronaca...

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    4. non c'è niente di più illogico della narrazione dei tg di questi anni.

      niente. i paradossi sono meno paradossali di questa ricostruzione che ogni giorno diventa più assurda.

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  5. Sarebbe relativamente più facile avere davvero a che fare con carri Pantera come quelli della foto iniziale (che, per chi s'interessa di storia militare, restano tra i veicoli corazzati più belli ed efficaci del secondo conflitto mondiale): due bottiglie incendiarie, la gola asciutta e un bel po' di coraggio potrebbero esser sufficienti per metterli fuori combattimento.

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  6. Intuizione di Pertini nel lontano 1949 http://scenarieconomici.it/pertini-lue-ha-il-solo-scopo-di-fare-delleuropa-occidentale-il-campo-di-sfruttamento-della-finanza-americana/
    certo la resurrezione tedesca in veste di secondino europeo a quell'epoca non era prevedibile.

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    1. C'è qualcosa di orrendamente spaventoso e violento nel continuare ad associare l'UE alla fine dei nazionalismi "cattivi", eliminando, dal panorama del messaggio politico e dell'opinione pubblica, ogni traccia della responsabilità degli imperialismi mercantilisti come causa delle passate guerre e delle attuali crisi europee.

      Quanto agli USA sono i primi che giocano, incentivandola dai tempi del dopoguerra, sulla pan-europeizzazione di questo messaggio: di certo per conservare una supremazia geo-politica ormai indistitinguibile da quella global-finanziaria.

      L'UE è sostanzialmente il più grande esperimento di liberismo-sovranazionale "reale" mai compiuto: dalla durezza distruttiva di ogni sua manifestazione, - acclamata propagandisticamente contro i nazionalismi democratici!!!- discende un fondamentale ancoraggio per tutto il baraccone finanziario-mondialista.

      In pratica: finchè continua a vivere qualcosa di assurdo come l'autoritarismo disumano del "fogno" €uropeo, il resto del baraccone mondialista col suo monumentale schema-Ponzi, appare una cosa remota e quasi ragionevole. In confronto...

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    2. Se questi sono uomini.

      C'è qualcosa di mostruoso nell'essere seduti a tavola con i colleghi e vedere passare in TV, sul TG5, il servizio sulla Giornata della Memoria: le immagini strazianti dei militari (quali militari?) che prendevano a calci una donna a cui avevano appena strappato il bambino.

      Il commento della giornalista, o meglio, della lettrice di veline che con quell'intonazione da bambinaia riusciva goebbelsianamente a non citare mai, e dico "MAI", la parola: Germania.

      Però ci ha tenuto a sottolineare che NOI italiani non eravamo da meno (di chi? qual è il termine di paragone?) in quanto c'è stato chi "per soldi" ha venduto conoscenti ebrei a... a chi? Non pervenuto!

      Il punto è che siamo colpevoli: noi chi? Noi della RAZZA italiana!

      Eravamo quelli corrotti! che durante la seconda guerra mondiale (scatenata da chi?) consegnavano gli italiani di religione ebraica.. a chi? A CHI!?

      Chi era il corruttore? chi portava quegli stivali neri?

      Non pervenuto: o meglio il Presidente della Repubblica ha ricordato che il mostro era... il nazionalismo! ma certo! non il nazismo imperialista del capitale germanico gonfio di quello angloamericano! Sovranazionale per definizione!

      Quindi quale poteva essere il servizio seguente?

      Quello su Transparency International! ong fondata dalla CIA e con sede a Berlino che ci ricorda che l'Italia è un paese corrotto che si classifica tra l'Uganda e il Burkina Faso...

      Hanno sostituito il complotto ebraico con quello della corruzione della carne latina. Sono tornati.



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    3. Osceno: è la parola giusta del frame che associa gli italiani all'olocausto come principali responsabili e gli italiani alla corruzione misurata (v.link) dai tedeschi che non si possono neppure nominare. Osceno!

      E quindi, a proposito di produzione di paper (tu sai chi, tu sai perchè, tu sai come), eccoti un esempio ben fatto di quel che poteva essere, volendo:
      http://scenarieconomici.it/la-corruzione-di-mio-cuggino-ed-il-dottor-livore/

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    4. Il rischio è di rispondere in modo dialettico e quindi inevitabilmente parziale alle provocazioni e strumentalizzazioni del regime.
      Le peggiori bugie sono le mezze verità ... per cui occorre completare il discorso più che rigettarlo.
      Sul fatto che gli italiani siano stati entusiasticamente fascisti e alleati dei nazisti, non ci piove, come entusiasticamente sono sempre stati a favore di chiunque abbia il potere.
      E nemmeno è da porre in dubbio che non abbiano mai fatto i conti con se stessi, bevendosi la vulgata apparentemente autoassolutoria del popolo allegro, poco rispettoso delle regole ma fondamentalmente buono, che è stata la premessa dell'atteggiamento autorazzistico odierno.

      E sono / siamo oltre modo corrotti. Parliamone pure di corruzione, ma non nel senso tecnico-giuridico, cioè dello specifico reato previsto e punito in base al codice penale. Parliamone nel suo significato proprio, di essere marci, adulterati, avariati in maniera irrimediabile, perfettamente adattati alla vita inumana che ci aspetta.
      A volte il modo migliore di rispondere al regime è "completare" le sue affermazioni, più che negarle.

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    5. Quel "qualcosa di orrendamente spaventoso e violento" si accresce e diviene palpabile se si visitano musei come quello di Caporetto, sacrari come Redipuglia, o forti come Belvedere e Verena, oppure Douaumont in Francia. O ancora se si cammina per le trincee tuttora aperte sull'Ortigara. Perché associare quelle immani sofferenze - peraltro ripetute nel secondo conflitto - allo scongiuro che la salvifica panacea europeista dovrebbe garantire per evitarne la ripetizione non è un ammazzar due volte gli uomini che le patirono, ma il distratto continuare a farlo in tempo perpetuo.

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    6. Grazie Paolo Corrado: è proprio così.

      Gli Italiani si distinsero per impegno profuso nel tutelare i concittadini di origine ebraica e non solo.

      Alcuni eroi italiani sono stati riconosciuti, rintracciati e premiati dalle associazioni ebraiche solo decenni dopo la fine della guerra.

      Eroi anonimi che onorano la cultura umanista italiana che non ha pari al mondo.

      (Bisogna poi capire se sono stati più disonorevoli il grottesco imperialismo fascista, le rappresaglie degli "antifascisti", oppure la tutela dei criminali nazisti da parte di Adenauer)

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    7. I Lager furono dunque, in sostanza «impianti piloti» anticipazioni del futuro assegnato all’Europa nei piani nazisti. Alla luce di queste considerazioni, frasi come quella di Auschwitz, «Il lavoro rende liberi», o come quella di Buchenwald, «Ad ognuno il suo», assumono un significato preciso e sinistro. Sono, a loro volta, anticipazioni delle nuove tavole della Legge, dettata dal padrone allo schiavo, e valida solo per quest’ultimo."

      @ Duccio Tessadri:
      Prima scrivi che gli italiani sono stati "entusiasticamente fascisti e alleati dei nazisti"? Ah, les Italiens...

      Poi scrivi pure: "E sono / siamo oltre modo corrotti. Parliamone pure di corruzione, ma non nel senso tecnico-giuridico, cioè dello specifico reato previsto e punito in base al codice penale. Parliamone nel suo significato proprio, di essere marci, adulterati, avariati in maniera irrimediabile, perfettamente adattati alla vita inumana che ci aspetta."
      Vuoi parlarne? E parliamone allora!

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    8. L'ultimo link rimanda a questo articolo: http://www.primolevi.it/@api/deki/files/809/=MAUSC_000007.pdf.

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  7. Ho visto il film americano Fury. Stanno cercando di dire qualcosa?

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  8. Quanto ai benefici economici tanto sbandierati, la Bad bank è come il QE. Insieme ai due post da Lei segnalati, ricordo a me stesso anche questo passaggio:
    “Sorge spontanea allora una ulteriore domanda:
    - che correlazione, in termini di soluzione efficace, avrebbe una bad bank di sistema, che risolvesse SOLO UNA PARTE del problema del (solo) lato dell'offerta creditizia?
    Cioè che risolvesse esclusivamente quello della "condizione patrimoniale" delle banche, (in quanto troppo cariche di crediti inesigibili), non potendo, per definizione, ciò influire nè sulla "rischiosità dei prenditori", nè sul connesso e PREVALENTE (secondo Bankitalia in tempi non sospetti) problema della domanda dello stesso credito?
    Cioè cosa potrebbe far pensare che solo perchè le banche si ritrovano in condizioni patrimoniali meno "difficili" (cioè con attivi ripuliti e più "veritieri") ciò risolverebbe il problema del:
    a) calo dei consumi (legato all'aumento della disoccupazione ed alla connessa diminuzione dei redditi);
    b) calo delle quotazioni immobiliari (minacciato, nonostante qualche recente segnale, anche dalla prospettiva di aumento delle rendite catastali, tra l'altro fortemente consigliato dall'Europa);
    c) caduta strutturale e difficilmente reversibile della propensione agli investimenti (quantomeno quelli "lordi" delle imprese NON prevalentemente esportatrici)?
    6. Ecco allora che ci pare palesemente irragionevole ed imprudente iniziare, media in testa, a raccontare agli italiani che "per avere più posti di lavoro, serve un’impresa più forte. In un sistema bancocentrico come il nostro, ripresa vera ci sarà quando si potrà riaprire il rubinetto del credito" (http://orizzonte48.blogspot.it/2015/02/bad-bank-welfare-bancario-supply-side-e.html).

    Il solito aiuto alle banche a spese dei fessi contribuenti. Le banche vengono ripulite cartolarizzando l’impossibile a spese dei cittadini (l’operazione mi ricorda quella dei mutui subprime, però con garanzia pubblica del solito pantalone). Ma lo Stato, per gli ordoliberisti, non era brutto e cattivo?
    Le banche non presteranno un centesimo né a imprese né a famiglie perché siamo messi come sappiamo. E se dovesse accadere, essendo un problema di domanda come Lei ci ha più volte ricordato, tra un po’ di tempo siamo punto ed a capo. Vallo a spiegare a Manny tuttofare-Padoan con la sua borsa degli attrezzi

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  9. Mi chiedo una cosa: l'art.43 della Costituzione è stato recentemente riesumato per mettere una pezza alla faccenda Ilva, non so se per motivi elettorali o evitare una vera e propria rivolta..

    Se proseguisse lo scontro (vero o di facciata non so) con l'UE, si potrebbe applicare anche alle banche? magari quelle più grosse che se venissero trattate come quelle 4 "di provincia" finirebbero per mandare al governo le attuali opposizioni?

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    Risposte
    1. Sia l'art.43 che il più "diretto" (in tema sistema bancario) art.47 Cost, presuppongono che si riaffermi che la c.d. Costituzione economica sia parte fondamentale della stessa Carta,in quanto proiezione diretta degli articoli sul fondamento lavoristico: dunque non soggetta a revisione ex art.130 nè derogabile da alcun trattato ai sensi dell'art.11 Cost (e questo in tema di protezione della legalità costituzionale sarebbe il minimo sindacale).

      Ma non appena fatto ciò:
      a) verrebbe meno la supremazia del diritto europeo: praticamente nella sua interezza, perchè è un trattato economico (dunque incide sulle stesse materie) e, laddove finge di non esserlo, pone stadards di diritti civili più bassi della nostra Costituzione;

      b) chi iniziasse una simile riaffermazione del diritto costituzionale e della sovranità democratica, dovrebbe ammettere di aver navigato "in", se non di aver apertamente propugnato, decenni di illegalità costituzionale.

      Entrambi gli effetti sarebbero quindi tollerabili e sostenibili solo per forze politiche non compromesse nè con il "fogno" €uropeo, nè con l'attacco sistematica del neo-liberismo alla Costituzione.
      E allo stato forze politiche (rappresentate in parlamento) del genere, in Italia, non ce ne sono. Neanche si avvicinano all'orizzonte, peraltro...

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    2. A proposito, non posso non rimarcare che i temi illustrati nella parte iniziale del precedente commento sono esattamente l'oggetto de "La Costituzione nella palude"

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  10. @Maimone. Ho paura che questo accordo di bad bank non sia affatto finalizzato a ripulire i bilanci a spese dei cittadini (la germania e gli altri che ci dominano vogliono che noi si ripulisca i bilanci delle loro banche, mica le nostre), ma molto peggio. Vengono classificati gli incagli, attribuito un rating (da chi e sulla base di cosa, sara' trasparente?)ai crediti problematici. Cosi' ad occhio, mi pare perfetto per far collassare definitivamente -tramite fughe di depositi- le banche piu' deboli, sotto le forche caudine del bail in, e quindi a ruota il sistema bancario italiano. Se e' cosi' era l'ultimo tassello che mancava per golpizzare del tutto l'Italia; praticamente ci siamo infilati nella tana del lupo; la reazione del mercato oggi lascerebbe supporre che e' cosi, stiamo a vedere.

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  11. Certo che è veramente incredibile l'inganno pluridecennale che abbiamo subito (e personalmente mi sto convincendo che l'inganno c'era già fin dai Trattati istitutivi degli anni 50 ...).
    Penso che finirà male, molto peggio di quanto possiamo pensare. Anche oggi che abbiamo preso un po' di consapevolezza, grazie a blog come questo, credo che non riusciamo veramente a immaginare quanto finiremo male.
    Finirà male, infinitamente peggio dei nostri peggiori incubi.
    Le banche saranno gli esattori del sistema, accorpate, fuse, burocratizzate, disumanizzate da ogni rapporto col territorio, spietate, rapide ed efficienti grazie alle nuove procedure esecutive (bella la frase "velocizzare le cosiddette procedure concorsuali per ridurre sensibilmente il tempo che l’istituto impiega per far rientrare i crediti sofferenti, che derivano da prestiti e finanziamenti non ripagati da famiglie e imprese"...).
    Per inciso, l'insistenza sui debiti non restituiti da imprese e famiglie come causa primaria della messa a rischio dei risparmi dei cittadini è un ulteriore, efficacissimo strumento di divisione sociale: il nemico è l'imprenditore che si è indebitato per pagare gli stipendi ... bastona il cane che affoga, no?

    L'esproprio dei beni dei debitori (resi) insolventi sarà lo strumento per la finale riduzione in schiavitù dei cittadini. Non saremo proprietari di niente, ogni bene e ogni servizio sarà un debito da ripagare e un modo per tapparci la bocca. Lavoreremo per loro.
    I beni espropriati verranno "messi a credito" o dalle banche stesse o dalle caritatevoli organizzazioni para-istituzionali che le avranno acquistate alle aste o con procedure di vendita diretta.
    Nemmeno quando avremo perso tutto ci lasceranno stare, non ci lasceranno mai in pace, i paranoidi cinici e psicotici che ci comandano da decenni. Lavoreremo per loro. La schiavitù per debiti.

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    1. Non c'è dubbio: se in sè uno Stato senza moneta e con l'obbligo del pareggio di bilancio doveva arrivare ad avere cittadini/ex risparmiatori trasformati in debitori di massa, - auspicabilmente espropriabili a piacimento e senza effettive garanzie giurisdizionali da privati operatori -, questa €-soluzione dei NPL implica la brutale accelerazione dell'intero processo.

      Probabilmente in vista - e come giustificazione a posteriori- dell'analogo sistema di rating per i titoli del debito pubblico.

      Inutile dire che le banche (le poche che rimarranno in piedi), si trasformeranno inevitabilmente in tante €-equitalia private, in posizione di monopolio concertato (che avranno tutto l'interesse a rafforzare), IN MANO A ESATTORI ESTERI.

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  12. Riprendendo quello che ha detto Duccio Tessadri, oltre a condividere quello che ha scritto, vorrei aggiungere che l'atto corruttivo Supremo di una Elites è quella di svendere la propria nazione agli interessi stranieri.
    Per cui secondo me quando i piddini con un solo neurone ci dicono che l'euro non c'entra nulla con la crisi, e che il vero motivo è perchè c'è la corrrruzzioneee, forse sarebbe opportuno ricordarli quello che ho scritto sopra, aggiungendo poi che in caso di guerra i traditori vengono passati per le armi e chi difende ancora questo sistema è solo un Traditore del proprio Paese.

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  13. RICORDI DELLA MEMORIA

    Dalle immagini della liberazione idei campi di contramento di Auschwitz, Treblinka, Sobibor, Bergen Belsen, Birchenwald, Matghausen, Dachau ad opera dell’esercito sovietico ai fotogrammi hollywoodiani dei liberatori “stelle&strice” che affermano “libertà” e “democrazia” sulle macerie dei crimini ed orrori del secolo “breve” europeo.

    Dallo sfruttamento della manovalanza gratuita degli internati e deportati usati nell’industria bellica bellica del revanscismo tedesco alla consacrazione Shoaoh ebraica, la storia è sempre scritta dai vincitori ma sotto i tappeti c’è altro da spazzare

    Una sommaria ellittica che parte oltreoceano negli anni attorno al 1917 quando il presidente USA Wooddow Wilson dichiara che l’ “America non enta in guera per ristabilire i vecchi imperi ma per potare la democrazie in Europa” supportata dall’attività di propaganda statale del Creel Commitee – con la collaraborazione degli spin doctor Lippman e Bernays che scovano un zio Tom in cappello a “stelle&strisce” ad arruolare la gioventù nella US Army.
    [sarà forse e anche la tutela del differente credito USA verso Inghilterra e Germania a scegliere lo schieramento e comunque la salvaguardia e assoggettamento di un importante mercato di sbocco per economia USA).

    Dai drappi damascati della corte di Versailes della Conferenza di pace di Parigi (1919) dove i vincitori - “i cugini “ (Clemenceau, Presidente francese, Wilson, presidente USA) quantificavano gli esorbitanti danni di guerra imposti alla Germania (420.000 tonnellate di oro) raccontata dalla preveggenza di Keynes, la Cassandra, aprendo le porte all’inflazione e al revanscismo nazista.

    Un cambio marco/della della Repubblica di Weimar scambiato con dollaro americano fissato a 8:1 (1916), 26:1 (1918), 100.000 (19234,200 miliardi (4.200.000.000) (novembre 1923) cancellado ogni equilibrio della società tedesca, spazzando fulmineamente le classi intermedie e quelle salariate, dramma crescente della disoccupazione, invasione militare francese del bacino minerario della Ruhu a titolo di garanzia togliendo alla Germania la principale risorsa per la ripresa economica, i corvi della finanza internazione a volteggia nei cieli sopra Berlino, il piano Dawes americano per ristrutturare il debito tedesco con emissioni obbligazionarie contro garantite da azioni delle ferrovie e delle entate fiscali tedesche facilitando l’afflusso di investimenti USA ricordando tra i più significati Standard Oil (famiglia Rockfeller), Ford (automobili) e Opel (General Motor) nella meccanica, la famiglia Warburg (capo della US FED) nella I Farben divenuta collosso chimico multinazionale e cuore finanziario della Germania nazista.

    Pecunia non olet e vale anche da sporca.

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    1. carissimo Poggio grazie di aver ricordato cosi efficacemente cose che sto imparando solo ora , io la SStoria credevo di conoscrela, ma che botta ho preso con la Arendt e ancor di più leggendo Daniel goldhagel, senza contare Il libro nero degli Usa , due popoli ,americani e tedeschi, riuniti in un solo grandissimo complesso di inferiorità. entrambi si dichiarano eccezionali, ed entrambi portatori di pace e prosperità.E' dal "47" che ci benedicono, quini è un pezzo che hanno perso L'Innocenza .

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