sabato 30 gennaio 2016

RENZI-MERKEL: CONOSCERE I RAPPORTI DI FORZA E SAPER USARE GLI SPAZI NEGOZIALI


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1. Che "Il Giornale" sia critico sugli esiti del "vertice" Merkel-Renzi, in un certo senso, è (quasi) logico:
"...per mettere un tappo al flusso di disperati che affolla le strade della Germania. «L'attuazione dell'accordo con la Turchia è urgente», dice Angela. Così quello che è un problema sociale e politico tedesco, lo pagheranno tutti i Paesi europei. Come avvenne per la riunificazione delle due Germanie. Renzi, al contrario, non ha ottenuto alcuna apertura in termini di flessibilità di bilancio: vero obbiettivo della missione del premier.

«Non mi immischio - ha detto Angela - in queste cose. É compito della Commissione decidere le interpretazioni» su tempi e livello di riduzione del debito pubblico. La Merkel, insomma, davanti a Renzi veste i panni di Ponzio Pilato: si lava le mani del problema italiano del mancato rispetto del fiscal compact.

Tocca a Juncker decidere, dice. E Juncker ha già fatto sapere come la pensa. I suoi uffici hanno già detto che la manovra di bilancio del governo Renzi non rispetta il fiscal compact per quanto riguarda la riduzione del debito (l'avanzo primario è un terzo di quello promesso) e non onora il Patto di Stabilità, in quanto non riduce il deficit strutturale dello 0,5% all'anno.
E tra breve, bisognerà aspettare all'incirca un mese, la Commissione europea dovrà fornire un parere completo sulla Legge di Stabilità, approvata sub judice da Bruxelles."

2. Ma la criticità del momento è talmente grave che criticare il premier per qualcosa che hanno fatto tutti, ma proprio tutti, i nostri capi di governo (cioè fare acquiescenza totale non appena la Germania si trincera dietro l'applicazione, da parte della Commissione, delle regole che noi abbiamo accettato, normalmente con entusiasmo, senza obiettare nulla al fatto che le stesse fossero poste nell'esclusivo interesse della stessa Germania), appare quasi ingeneroso.

Basta rammentare cosa avvenne tra il 2010 (cioè ben prima della famosa "lettera") e il 2011 (anche qui in gran parte prima ma anche dopo la "lettera", in zelante acquiescenza) per ricordarsi che esiste un PUD€, ovvero, secondo la più evoluta definizione, un P.U.O. (partito unico ordoliberista), saldamente al potere in Italia e mandatario-margravio degli €-poteri centralizzati a Berlino e, in via sollecitamente esecutiva, a Bruxelles.


3. L'idea, scritta sull'acqua di effimere intenzioni ad usum politica interna, che il nostro Premier intendesse realmente aprire un contenzioso con la Germania, cioè col cuore (nero) del new-Sacro Romano Impero e, inevitabilmente, col suo "Bargello" costituito dalla Commissione, si è rilevata per quello che era
Effimera e destinata, sul piano della navigazione interna, a eccitare (coloro che pian pianino vogliono riposizionarsi sull'€uropa, senza dover ammettere le proprie enormi responsabilità) o in alternativa, a tacitare (coloro che dall'€uropa ora ritraggono, tardivamente, una seria minaccia alle posizioni che ritenevano perennemente favorite dall'euro).
Ma poi, di fronte alla realtà materiale delle cose, è importante seguire gli opportuni consigli, non quelli di chi, per legittimarsi a darli, non può portare alcun altro risultato che un'acquiescenza ancor più zelante di quella rimproverata ora a Renzi (anche se addossata ad altri).
http://scenarieconomici.it/monti-al-corsera-mi-sono-sacrificato-io-al-posto-della-troika-per-la-ue-durante-il-complotto-del-destino/
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4. Ora, Renzi ha opposto fondamentalmente due ragionamenti, all'algida sufficienza della Merkel
"Durante l'incontro, il presidente del Consiglio deve aver compreso il «muro di gomma» (od il gioco di specchi) della Merkel, così ha invocato il rispetto dei patti. «La commissione europea ha adottato a gennaio del 2015 una comunicazione sulla flessibilità», ha ricordato Renzi. «Questo per noi è il punto di riferimento. Noi non stiamo chiedendo che le regole siano cambiate ma che siano applicate senza equivoci, la flessibilità era una condizione per l'elezione di Juncker»."(Tratto sempre da "Il Giornale" sopra citato).
Ma anche, più in dettaglio sulla questione "elezione di Juncker" (tratto da "Il Messaggero" odierno, pag.2, e ripreso da molti altri media): "La flessibilità è una condizione necessaria all'accordo che ha portato all'elezione di Juncker: io non ho cambiato idea sulla flessibilità, spero non lo abbia fatto Juncker".

5. Ma questi ragionamenti  sono sia contraddizione tra loro che in contraddizione con la realtà operativa, cioè col vincolo, dei trattati.
Sono in contraddizione tra di loro perché una cosa è richiamarsi alle regole scritte e trasposte nelle variegate fonti del diritto europeo, cioè a regole formate col metodo intergovernativo che, più o meno, viene attuato in base alle trattative precedenti e "intorno" all'operato della Commissione; altra cosa, è richiamarsi a un accordo informale, di tipo esclusivamente politico, come quello che precede la formazione della Commissione in esito alle elezioni per il parlamento europeo.
Se queste elezioni avevano condotto a un risultato che rendeva decisiva la partecipazione al voto di fiducia della compagine italiana facente capo all'europarlamento, questo potere negoziale avrebbe dovuto condurre a un patto ben dettagliato, almeno quanto lo sono le regole del fiscal compact: un patto che, secondo un'elementare logica degli equilibri e delle convenienze che si intendevano garantire a favore dell'interesse italiano, avrebbe dovuto essere trasposto immediatamente in un accordo formalizzato in seno al Consiglio dei ministri e, in aggiunta, ribadito dall'Eurogruppo.

6. Cioè si sarebbe almeno potuto tentare di ottenere una fonte giuridica europea, a ratifica del patto di fiducia a Juncker, che avesse una formalizzazione e una vincolatività (politico-giuridica) "comparabile" alle regole del fiscal compact.
In assenza di ciò, i rapporti di forza imposti dalla Germania sarebbero rimasti intatti e il potere negoziale sarebbe stato, ed è stato, sprecato invano.
Quello che si è ottenuto, (cioè, la Comunicazione della Commissione del gennaio 2015), è invece la realtà operativa con cui occorre avere a che fare: richiamare l'intesa negoziale informale in sede di fiducia alla nuova Commissione è inutile, perché è null'altro che un'intenzione espressa durante una trattativa, vista dalla parte italiana, superata dall'effettivo accordo raggiunto
Ripetiamo: se poi l'accordo finale (essendo quello "politico-fiduciario, evidentemente molto, troppo, informale), e quindi il suo prodotto (la "Comunicazione") si rivelano insufficienti, ciò è determinato dall'aver negoziato in modo imperfetto e incompleto al momento in cui si disponeva del potere negoziale "interdittivo".
Rimane il fatto che riferirsi alla fase pre-accordo e alle intenzioni negoziali, sulla concessione di flessibilità, ormai assorbite e riflesse nella Comunicazione, non ha più alcuna rilevanza giuridica e, ovviamente, di "buona fede" (c.d. precontrattuale).

7. Ma, nel complesso, le dichiarazioni di Renzi sono in contrasto (a questo punto dovrebbe essere chiaro) col quadro giuridico e vincolante della stessa flessibilità: la Comunicazione evidentemente, calata nei prevedibilissimi "rapporti di forza" non contiene ciò che intende il governo italiano
Comunque, al di là della insufficiente formulazione letterale (a fini di tutela dell'interesse italiano a garantirsi una ragionevole ripresa economica), la sua applicazione, com'era prevedibilmente scontato, è rimessa anch'essa a tali scontati rapporti di forza interni alla UEM: rapporti di forza che con la negoziazione "a monte", non si poteva realisticamente mutare (altrimenti, non avremmo dovuto accettare il fiscal compact nei suoi contenuti attuali nè eseguirlo anticipatamente con l'introduzione in Costituzione del pareggio di bilancio).
La Comunicazione della Commissione sulla flessibilità, in ogni modo, e questo non dovrebbe sfuggire ad ogni livello, politico e mediatico, nazionale, è una fonte debole, di ragno inferiore allo stesso fiscal compact, e inidonea perciò a mutarne il quadro.
La stessa, poi, proprio per tale sua natura di fonte inferiore, non contiene affatto clausole che si possano obiettivamente intendere come restrittive della durezza del fiscal compact, visto che non solo l'applicazione omogenea e paritaria di quest'ultimo è, fin dall'inizio, lasciata a una totale discrezionalità (v. i casi Francia e Spagna) della Commissione stessa, talmente estesa da sconfinare putualmente nell'arbitrio, ma che la Comunicazione aggiunge discrezionalità arbitraria a quella precedente, lasciando intatto, il quadro "estorisvo" nei confronti dell'Italia (soltanto).

8. Avrebbe avuto alternative il nostro premier di fronte a questo quadro, comunque gestito in base ad un serie apparentemente senza fine di erronee valutazioni e fatti compiuti, imposti da una controparte più forte?
Probabilmente no.
Ma questo solo perché, nella realtà dei fatti, non è mai esistita o emersa, nella continuità dell'atteggiamento istituzionale italiano, alcuna vera consapevolezza della essenza economica dei problemi effettivamente legati all'adesione e alla permanenza nella moneta unica.
Si naviga a vista, affrontando come fossero degli iceberg imprevedibili, e mandati da una meteorologia inclemente, ostacoli e pesanti attacchi in realtà orchestrati (Bail-in, ESM, OMT) e programmati (ERF, TTIP) da anni, e con una chiarezza inequivocabile, anche nei loro inasprimenti più recenti: ci riferiamo alla già ben avviata manovra che porterà, (finora persino col voto degli europarlamentari italiani!) al rating sui titoli del debito pubblico dell'area UEM e alla definitiva devastazione dei bilanci della banche italiane e degli stessi conti pubblici.

9. Della discussione di tutti questi fondamentalissimi aspetti non c'è traccia nei resoconti dell'incontro Merkel-Renzi: e non si dica che l'eventuale loro trattazione sia necessariamente coperta da riservatezza diplomatica

Un'obiezione del genere scadrebbe nel ridicolo: anzitutto perché, il governo italiano dovrebbe aver imparato (in teoria), quanto i rapporti di forza attuali consiglino di prevenire il fatto compiuto di provvedimenti €uropei contra Italiam dopo una lunga, ben manifesta, e mai contrastata gestazione.
Non basta la questione dell'Unione bancaria (quale ormai chiaramente denunciata anche da Bankitalia)? Non basta la sostanziale e ormai plateale "presa in giro" sulla "flessibilità"
E prevenire il fatto compiuto, e l'imbarazzo del "perdente", si può tentare di ottenerlo proprio appellandosi alla rispettiva opinione pubblica; e questo, se non altro, per non doversi poi trovare a fare salti mortali e giri di parole per trovare delle giustificazioni (come fa Padoan nel frangente attuale, ma anche prima..).

10. Ma poi c'è un altro motivo che fa ritenere che su questi argomenti non avrebbe senso non discutere in un vertice con la Germania e, poi, renderne conto all'opinione pubblica italiana.
La pubblica ostensione di questa circostanziata continuità €-aggressiva rispetto all'Italia, per una conduzione intelligente delle nostre relazioni internazionali, è essenziale per far comprendere agli USA che se vogliono confidare sulla nostra qualità di alleati sempre fedeli, molto più affidabili e rispettosi dell'atlantismo della Germania, il loro intervento non può essere ignaro delle difficoltà distruttive che ci impone l'appartenenza alla moneta unica.
Se ha un senso appoggiarsi a chi si ritiene il "più forte" è proprio per evitare che i rapporti di forza interni all'eurozona, - sbilanciati a favore della Germania in un modo che gli ambienti statunitensi denunciano apertamente ma in modo generico (da anni)-, rendano l'Italia una vera e propria polveriera di instabilità economica e finanziaria (determinata dal crescendo demenziale dei diktat €uropei). 
Cosa che assume contorni ben più rilevanti della (pessimamente "non" risolta) questione greca e pone, ora e non chissà quando, un'urgenza che gli USA non si possono permettere di ignorare....

16 commenti:

  1. Qualcosa del genere è osservato anche da Vincenzo Visco, nel suo commento sul Sole. Tuttavia Visco sostiene che "la guida dell’iniziativa non potrebbe che essere degli Stati Uniti e delle Nazioni Unite, ma gran parte dei costi dovrebbe essere affrontata dall’Europa", il che pare poco probabile, a dire il meno (vedasi la salda e determinata posizione tedesca sui contributi alla Turchia).
    Alla vigilia di una elezione presidenziale non mi aspetterei grosse iniziative USA (salvo naturalmente che in caso di disastro) e Visco potrebbe trovarsi a cantare "Scendi, Mosè, e libera il mio popolo" (gli italiani entrano al minuto 2,30", si noti il vincolo esterno).

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    1. Tralasciando Visco, che vuole comunque rilanciare il più €uropa, nessuno deve chiedere nulla di "attivo" in termini di intervento politico-militare e meno che mai finanziario (diretto) agli USA: ma solo che non ostacolino e, anzi, si rendano conto della insostenibilità della situazione, spingendo per un suo realistico superamento.
      Con ciò, dovrebbero agire in via diplomatica essenzialmente: dovrebbero ordinatamente, cioè prevenendo l'arroganza ormai sconfinata dei tedeschi e dei francesi della "elite", promuovere un nuovo assetto di relazioni monetarie ed economiche (più attento alla domanda e meno a regolare i conti con welfare e "lavoro"): nel loro stesso interesse.

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  2. Senza uno scossone in USA, ovvero al centro dell'Impero, siamo in mano ai nazisti: purtroppo rimane sempre il nodo per cui non si vedono né Roosevelt, né - su tutti - Stalin.

    Certo che dopo il disonore della I e, soprattutto, della II Guerra Mondiale, è curioso capire da dove esca tutta questa arroganza. Come se le elites queste guerre non le avessero mai "veramente" perse...

    Rimane il fatto che il tempo passa, gli Italiani non capiscono nulla, infarciti delle confuse cazzate della propaganda totalitaria, e ripiombano nella miseria più nera.

    Oggi un mio vicino - un agente delle forze dell'ordine che mi ha spiegato come risolvere tutti i problemi del mondo in base "a quello che sente in TV" - mi ha raccontato che ha visto due nostri vicini di casa pensionati... frugare nei cestini della spazzatura.

    Basterebbero dieci minuti in TV a reti unificate per aprire gli occhi a sessanta milioni di persone.


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    1. Non lo so: bene o male rimangono dell'idea che i nostri problemi siano la corruzione e l'evasione fiscale. La raffinata concezione di Travaglio (che non leggerà mai Chang).

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    2. lo scossone in usa ci sarà e arriverà dall'esplosione della prossima bolla.

      "Andando a guardare i numeri nel loro insieme, vediamo come la produzione industriale in Italia sale nell'arco di tutto il 2015 dello 0,9%. Se si guarda al comparto automobilistico nel mese di settembre li la produzione sale invece del 23,2%, merito in particolar modo di Fiat Chrysler Automobiles , che in certi stabilimenti come quello di Melfi opera ormai con piena occupazione grazie al successo commerciale di alcune vettura tra le quali i crossover Fiat 500X e Jeep Renegade. In futuro le cose dovrebbero ulteriormente migliorare."

      abbiamo quindi una produzione industriale che viene traina in larga parte da fca e dal suo indotto, questo aumento però deriva dalla bolla americana (http://www.zerohedge.com/news/2015-07-21/presenting-americas-900-billion-auto-loan-bubble-6-charts).
      sinceramente non vedo come, al verificarsi del prossimo shock esogeno, l'italia e l'europa possano salvarsi da altri anni di recessione profonda con questa classe dirigente al comando.

      ricapitolando come nel 2008 abbiamo una bolla americana con la differenza che nel frattempo:
      -il tessuto industriale è stato gravemente danneggiato;
      -i risparmi sono stati erosi;
      -le banche italiane sono più deboli;
      -la democrazia è stata stuprata tante di quelle volte che ormai non ci si fa più caso.

      ora con questo quadro non riesco a vedere come questa storia possa finire bene, anzi penso che non si faranno scappare una buona crisi per poter limitare libertà di espressione e implementare l'uso dell'eurogendfor.

      P.S. grazie mille per il lavoro svolto nel blog.

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    3. Infatti, vedi i "divertenti" dati dell'ultimo post, cui ti rinvio...

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  3. Nostro malgrado, la rotta per il nostro Quisling è chiaramente tracciata e tutto procede secondo i piani definiti dall'Oberkommando der Wehrmacht: la farsa tra Junker consolida Renzi nella posizione di "uomo" giusto al comando degli italiani in "pantofole", capace di operazioni che né Monti, né Letta sarebbero in grado di svolgere, rilanciando da Ventotene un compatto "piùEuropa" che favorisce, in questa fase, anche gli USA in una posizione defilata ma attenta a lanciare bordate (VW e DB ..) per ricordare chi è il padrone del bastimento.

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    1. a proposito di ventotene e.........come la chiamiamo,riforma della scuola?
      http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/01/31/ventotene-80-milioni-per-recuperare-il-carcere-degli-antifascisti-renzi-sara-luogo-di-formazione-per-lelite-dellue/2420968/#disqus_thread

      complimenti per il blog!

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    2. Oltre il danno anche la beffa dell'UE.

      Il carcere borbonico di Ventotene si ispira al progetto settecentesco del filosofo e giurista Benthan: poche persone (nascoste nella torre centrale) osservano (opticon) il tutto (pan), metafora del potere invisibile ripreso da Focault, Chromsky e Orwell.




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  4. Cari amici, io sono preso dallo sconforto, l'irrazionalità e la menzogna elette a sistema di governo assieme allo strozzinaggio mi risultano sempre più difficili da accettare. Vorrei fare di più, rispetto all'informazione che nel mio piccolo tento di portare a chi mi sta vicino (e non avete idea di quanti "amici" ho perso) ma è una battaglia davvero impari, perchè "essi" sono presenti a 360° e non lasciano nulla al caso.
    Secondo me l'opinione pubblica non è formata dai vari "esperti" e/o "tecnici" che tutto sommato hanno una audience ristretta, ma da influencers maggiori che hanno gioco facile nel creare un certo sentiment... mi spaventano di più i commenti tra un piatto e l'altro di Antonella Clerici, degli articoli di un Alesina qualunque.
    Leggevo per esempio questo articolo:
    http://www.corriere.it/sport/16_gennaio_30/andrea-agnelli-attacca-le-nazionali-ci-tolgono-calciatori-60-giorni-all-anno-unicum-cf437534-c749-11e5-b16b-305158216b61.shtml
    da cui cito:
    "Tra la Juventus e la Nazionale, o meglio le Nazionali, è ormai scontro aperto. «Ci vediamo sottratti dalle Nazionali per 60 giorni all’anno i nostri migliori talenti, un unicum nel suo genere. Provate ad immaginare la stessa situazione in un’azienda privata con i migliori manager prestati per una causa comune come un Mondiale o un Europeo». Queste sono le parole, chiarissime, del presidente della Juventus, Andrea Agnelli, all’inaugurazione dell’anno accademico del Collegio di Milano, critica la gestione calciatori-Nazionali.
    «La Fifa è detentrice dei regolamenti del gioco calcio, ma è anche lontanissima dagli interessi dei club» sottolinea ancora Agnelli."
    A me sembra di intravedere la stessa mano, che muove le pedine, magari sono un folle, a volte lo spero... Però io i commenti tipo "che rottura fermare il campionato per la nazionale" li ho già sentiti, e in un mondo dove si deve sgomitare e calpestare il prossimo per guadagnarsi panem et circenses non mi stupisco più di nulla. Cosa ne pensate?
    Saluti e grazie a tutti per le preziosissime informazioni che mettete a disposizione.
    G.

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    1. Al di là delle lamentele della Juve (non isolate ma che rientrano nella dissonanza tra meccanismi del mercato e "nazionali" che non svolgono più il precedente ruolo di ri-valutatori dei prezzi di mercato dei calciatori), il meccanismo a cascata del funzionamento dell'opinione di "massa", funziona nel modo indicato nel commento.

      Attenzione però: parliamo dell'opinione di massa, del senso comune a larga diffusione, che è diverso dalla "opinione pubblica", allocata presso lo strato culturalmente accreditato della società e, quindi, capace di prefissare i principi e le iperconvinzioni (parareligiose in quanto fideistiche) che si propagano agli strati inferiori attraverso gli influencers pop.

      Questi ultimi,indubbiamente hanno un effetto numerico, del loro condizionamento, a largo raggio: ma presuppongono sempre la fissazione dei concetti da parte degli orientatori dell'opinione pubblica. Il messaggio pop (di massa), dunque, si riversa sempre come un riassunto in forma di slogan dei paradigmi culturali fissati al livello superiore.

      Insomma, lo slogan che serve al "cittadino comune" per avere l'illusione di sapere come stanno le cose (e te le viene pure a spigare, con la profonda e aggressiva convinzione che sia una sua originale elaborazione, conforme alla "vera" esperienza diretta della realtà), è la sintesi conseguente agli pseudoragionamenti "espertonici" e agli pseudo-dati (accuratamente selezionati) al livello superiore della c.d. opinione pubblica.

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    2. L ultimo capoverso mi ha fatto sorridere.
      Difatti ieri in tv c era un altro espertologo drl Corriere, a otto e mezzo in una sala piena di suoi simili tutti d accordo ovviamente, che spiegava come non meglio definite "inequivocabili statistiche in tutto il mondo" mostrino che i Paesi più corrotti siano "quelli dove si fanno più grandi opere". Per cui erano tutti a redarguire il governo per non aver tagliato abbastanza sulla spesa infrastrutturale.
      Cosa che ga del ridicolo...considerata la carenza trentennale di investimenti nel settore...se le inequivocabili statistiche e il ragionamento che ne viene dedotto fossero attendibili...dovremmo piuttosto essere fra i paesi MENO corrotti al mondo...molto meno dei paesi nordici.

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  5. Cio’ che lascia allibiti non è solo l’incompetenza giuridica di Renzi e del governo italiano, ma il fatto che nessuno a livello politico si sia mai chiesto perché gli eurocrati adottino un sistema di discriminazione applicativa dei trattati. Una interpretazione rigida ed intransigente nei confronti dell’Italia ed un’altra blanda per altri paesi aderenti. Una rediviva “casa delle libertà” sovranazionale dove ognuno fa quello che gli pare, tranne l’Italia anche quando avrebbe giustificazioni per deviare dall’applicazione capestro dei trattati. Si sarà mai chiesto Renzi perché con gli italiani l’europa (cioè la Germania) è sempre così rigida? Come è possibile che l’Italia sia perennemente sculacciata, richiamata all’ordine, messa in castigo? Probabilmente Renzi pensa che si tratti solo di antipatia, di dissonanza antropologica e che il tutto possa quindi risolversi con il dialogo (che puntualmente manca, perché quando, illuso, ha chiesto ad Angela “dammela, dammela….la flessibilità”, Angela ha risposto “Parla con papà Juncker”), con la cooperazione insomma e con il “più Europa”. Il nodo politico, prima che giuridico, è proprio questo: perché ce l’hanno sempre con noi? Che cosa c’è che non va in noi italiani?

    Siamo i concorrenti diretti dei tedeschi nell’industria e nel manifatturiero e quindi dobbiamo essere massacrati; Spagna, Grecia e compagnia non lo sono e, inoltre, sono debitori dei tedeschi e lo strozzino non può strangolarli, altrimenti non possono pagare. Poi restituiranno quanto possono, meglio di niente.

    L’Italia invece deve essere indebolita, fiaccata nel suo sistema produttivo in modo irreversibile e definitivo, in modo che non possa rialzare mai più la testa; probabilmente anche i tedeschi sono sorpresi dal fatto che dopo anni di euro e austerità, l’Italia tutto sommato sia ancora in gioco. Ci temono perché siamo più bravi, più capaci, più creativi. La Germania ha tuttavia bisogno di fare presto perché, forse mi sbaglio, è la prima a sapere che questa europa è destinata al collasso. Ed allora massima intransigenza perché, quando l’euro crollerà, non deve esserci il rischio che l’Italia (come avvenne dopo l’uscita dal SME) ricominci a correre e per tale ragione non deve rimanere pietra su pietra; questo scenario non ha da ripetersi e quindi la soluzione finale deve essere rapida, senza tentennamenti, imponendo con grande umiliazione quante più perdite possibili.

    Se Renzi non comprende l’ovvio, il banale o nemmeno si è posto il problema, allora faccia altro nella vita; ma se comprende, allora è un traditore e merita la fine dei traditori

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    1. Rammentiamo che Schauble, secondo lo "Hillary-leak" intende mantenere l'euro ad ogni costo.
      Certo, non sappiamo cosa pensino dal lato USA, attualmente: ma di certo, hanno loro il pallino in mano. Alle condizioni indicate alla fine del post...

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  6. Peraltro il fiscal compact fu ratificato proprio sotto il governo Monti, con la legge n. 114 del 2012 (approvata -in sostanza- con la stessa maggioranza bulgara imposta "via spread" che aveva già approvato il pareggio di bilancio). Ed anche in questo passaggio, si dispiegano tutti gli effetti negativi della figura di Monti, che, approfittando della neutralizzazione del Parlamento operata dall'emergenza spread, ha sostanzialmente legato le mani a chiunque venisse dopo di lui, mettendolo in un "cul de sac" politico: che flessibilità può pretendere un Paese che ha solertemente ratificato il fiscal compact e che ha inserito la norma del pareggio di bilancio in costituzione? La risposta logica è "nessuna"!

    Paradossalmente, a Juncker basterebbe evocare la costituzione italiana e la legge di ratifica italiana del fiscal compact per costringere Renzi all'angolo. Quelle stesse leggi solertemente votate da tutto il PD, renziani compresi.
    "Voi" potrebbe dire Juncker "avete ratificato il trattato e voi ne avete recepito lo spirito addirittura nella vostra carta fondamentale! Cosa volete ora da noi? Di che flessibilità parlate? Sono le VOSTRE leggi che non ve la consentono! Prima cambiatele e poi tornate a parlare con noi." Fossi in lui, non esiterei un solo istante a pronunciare queste parole.

    Per giunta, più i piddini continuano a considerarsi fini ed acuti politici, più razzolano malissimo. Se ora vuoi battere i pugni sul tavolo, perché la scorsa estate hai lasciato da solo Tsipras ed hai consentito che la Troika lo piegasse? Non proprio una mossa furba, considerato che la fine della storia la si poteva agevolmente prevedere. Ora sul banco degli imputati ci sei tu, e sarai da solo.

    E qui si ritorna al 25 luglio. Il "patto d'acciaio" del XXI secolo, con la Germania e le sue estensioni europee, si sta rivelando insostenibile. E il PD non può salvare capra e cavoli.

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  7. Gli usa sono sotto presidenziali e hanno qualche problemino interno, dubito intervengano attivamente salvo che per prevenire l'esplosione dell'area euro.
    Comunque su col morale giocano un gioco che sono destinati a pardere certo il prezzo da pagare per vedere la loro disfatta sarà alto e lo pagheremo noi.

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