sabato 6 febbraio 2016

LA CORSA AD OSTACOLI: PREVISIONI DI CRESCITA MOLTO CONDIZIONATE (Deutsche Bank permettendo)


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1. Dunque, secondo i dati (solo previsionali) dell'aggiornamento del DEF di settembre, e in attesa della comunicazione Istat "a consuntivo" (da comunicare all'Eurostat ai fini del rispetto dei limiti all'indebitamento annuo delle p.a.), il deficit pubblico del 2015 risulterebbe attestato intorno al 2,6. Il che equivarrebbe al rispetto delle deroghe al saldo strutturale intermedio, in vista del raggiungimento del pareggio strutturale di bilancio, stabilito con l'applicazione della flessibilità concessa per l'anno 2015.

Il deficit pubblico per il 2016, attualmente e prima del pronunziamento della Commissione UE, si attesterebbe al 2,4%, scontando le misure di rafforzamento del settore della sicurezza e della "cultura" (per circa 3,2 miliardi), che lo hanno innalzato dall'originario saldo di 2,2%, inizialmente programmato nell'originaria versione della legge di stabilità.
La Commissione UE ha di recente comunicato che la definitiva, e molto eventuale (Katainen dixit), approvazione delle clausole di flessibilità invocate per questo esercizio di bilancio dall'Italia, verranno definitivamente vagliate a maggio (e non, dunque, entro marzo, come in un primo tempo era stato preannunziato).
Sempre per la Commissione, la crescita italiana sarà limitata all'1,4% del PIL in luogo della precedente stima di 1,5. Proprio a causa di questa diminuita crescita il deficit, stante l'attuale quadro della manovra fiscale di stabilità, dovrebbe attestarsi al 2,5%. 

2. Il deficit strutturale, quello cioè depurato da fattori inerenti alla congiuntura sfavorevole, e in particolare dal livello di disoccupazione effettivo, in quanto più alto di quello di "equilibrio", - stabilito per l'Italia, dalla Commissione stessa, nel 10,5% (!)-, si colloca invece all'1,7% per il 2016, quindi persino più alto di quello del 2015, cioè l'1%: ciò si spiega col ritorno della crescita e la fuoriuscita dalla lunga recessione iniziata alla fine del 2011 e con un certo "ufficiale" attenuarsi della disoccupazione (rispetto al 2015).

L'ultimo bollettino Bankitalia sul saldo delle partite correnti della bilancia dei pagamenti supplemento n.6 del 2016), ci riporta che tale saldo, "nei dodici mesi terminanti a novembre 2015" (ultimo dato rilevato), e pari a 32,5 miliardi; nel 2014 lo stesso saldo era stato pari a 27,5 miliardi.
Il grafico allegato (figura 1, pag.4) ci mostra come tale saldo CA, nella prima parte dell'anno, sia stato, nonostante il deprezzamento dell'euro, praticamente a incremento nullo rispetto alla fine del 2014, registrando un miglioramento, nella seconda parte dell'anno, essenzialmente dovuto a un "rallentamento" delle importazioni, secondo l'indicazione della stessa Bankitalia. 
Non solo il prezzo del petrolio spiega questa dinamica, quanto piuttosto il rallentamento delle importazioni nella seconda parte dell'anno, unito a rallentamento relativo delle esportazioni nonostante il calo dell'euro, confermano la difficoltà dell'interscambio mondiale, dovuto alla nota crisi di domanda mondiale.

3. Facendo due conti che scontano tra l'altro l'attuale nuova tendenza del dollaro a deprezzarsi (una cosa del tutto logica, ma "inaspettata" dagli operatori ancora alla fine del 2015), ipotizzare un saldo delle partite correnti intorno ai 30-32 miliardi per il 2016, rimane comunque moderatamente ottimistico. Se non "molto" ottimistico, come vedremo.
Significherebbe che la domanda globale rimarrebbe grosso modo inalterata, rispetto ai prodotti italiani (sono le "merci" la partita assolutamente trainante del saldo con l'estero italiano), nonostante un probabile più marcato apprezzamento dell'euro rispetto alle valute diverse dal dollaro (che comunque potrebbe attestarsi su valori più bassi rispetto al 2015 e non essere rafforzato da ulteriori aumenti dei tassi da parte della Fed).

4. Tutto questo, ovviamente, ipotizzando che non ci siano in Italia crisi bancarie che rendano inevitabile la doppia tosatura, cioè quella dei risparmiatori prima e, poi, comunque quella dei contribuenti, per via del "sussidiario" intervento pubblico di salvataggio successivo, e che non ci siano, soprattutto, scossoni sul fronte finanziario globale (quale che ne possa essere l'epicentro "ufficiale", riflettendosi sulla finanza USA come principale sede della debt deflation attualmente in corso).




Sintesi del discorso: saldo positivo delle partite correnti a circa 1,9 punti di PIL e consolidamento fiscale basso ("solo" di circa 0,2 di minor deficit rispetto al 2015, salvo che tale deficit risulti più elevato a seguito dela comunicazione da parte dell'Istat del mancato rispetto del tetto del 2,6 per il 2015).

5. Di conseguenza, la previsione di una crescita all'1,4 o all'1,5 potrebbe pure essere versosimile, se rimanessero invariate le condizioni attuali, cioè di fronte a un quadro dell'economia mondiale agitato se non turbolento (e cui abbiamo scelto di assoggettarsi una volta accettato che con l'euro si debba vivere essenzialmente sulla domanda estera, come pensano i padroni tedeschi del vapore).

Ma ciò vale entro un ambito di condizioni la cui verificazione (o "non" verificazione) lascia uno spazio sempre più ristretto alle previsioni anche solo "moderatamente" ottimiste".
Dunque si potrebbe crescere oltre l'1% in teoria; certo non se la Commissione ci obbliga a una correzione del saldo di deficit annuale, con la verifica di maggio; e certo non se si verifica una crisi finanziaria mondiale; e certissimamente non se si verifica una crisi bancaria italiana.
Insomma, una corsa ad ostacoli che si sta facendo sempre più difficile: sul crinale di un disastro mondiale in cui l'Italia ha il solo torto di non essere altro che un agnello sacrificale delle alchimie tedesche, escogitate per far ricadere su di noi gli effetti della loro pericolosissima situazione bancaria.
Che poi, si sa, "la guera è guera"...

Gli Usa accusano Deutsche Bank: software truccati per scambi valute

Is It Time To Panic About Deutsche Bank?

...And then there is the huge black hole that is China, and exposure to it... although others are starting to pay attention, and as New Europe wrote two weeks ago, "Major European banks... are significantly exposed to China and if there is significant deleveraging the impact will no doubt be global."
Banks such as HSBC, such as Deutsche Bank.
We bring all this up because here is what the stock price of Deutsche Bank has done since our first warning about the huge potential risks borne by Deutsche Bank, back in April 2013 - earlier today it touched on fresh post-crisis lows and down substantially since we first started warning about it:

9 commenti:

  1. Ho il sospetto che tra poco non ci saranno più neanche le macchine elettroniche per "dare i numeri"...

    Probabilmente il sistema bancario per come noi lo conosciamo potrà subire qualche lieve modificazione...

    Troppa propaganda angosciante, troppi "complotti alla luce del sole", e troppo "esoterismo" nella controinformazione.

    La mia chiave di lettura è che c'è un tale lavoro di intelligence economico, politico, militare ed informatico, che le dorsali oceaniche sono incandescenti.

    La mia chiave di lettura è questa:

    - tutto ciò che è pacchianamente abominevole nella sua assurdità cognitiva è farina delle operazioni propagandistiche alle soglie di un Olocausto:

    1 - tutto ciù che distrae dall'evolversi degli eventi è farina dell'élite occidentale, pronta a sacrificare i propri popoli in quanto razzialmente inferiori, e indiscernibili da qualsiasi forma animale che impesta di metano la superficie terrestre;

    2 - tutto ciò che ha a che fare con esoterismo, apocalissi, Fatima, satanismo imperiale, bancario o nobiliare, sono operazioni di propaganda russa ed eurasista.

    Al di là dell'evolversi surreale degli avvenimenti - sconsiglio vivamente di leggere la corrispondenza a cavallo tra gli anni '30 e '40 del secolo scorso... - è evidente che l'incognita risulta il Pentagono che, al di là della campagna (in gran parte miseramente fallita) di una reductio ad Hitlerum di Putin, non sta cercando una forma di unità identiristica dei popoli "atlantici" contro quelli "eurasiani" (da cui l'evidenza che siamo solamente carne da mecello keynesiamente troppo ingrassata), semplicemente preme l'acceleratore sul "caos": ha messo in mano ai nazisti tanto l'Europa, quanto l'Ucraina mentre Africa e Medio Oriente sono state consegnate ai nazi-jihadisti...

    Senza Stato-nazione, i cittadini occidentali sono stati lasciati a concimare il terreno.

    In Occidente sta diventando sempre più difficile distinguere l'imperialismo dalla lotta di classe.

    Come ci aveva ragione Lenin....




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    1. Questa tua analisi di medio periodo è, a dir poco, tragica, nel senso di segnalare la ri-nascita della tragedia.
      Operazioni di propaganda russa ed eurasista di questo tenore, a mio avviso, non aiutano: non possono avere veramente presa in un Occidente €uropoide così indebolito dalla melassa del "fogno" e della pace orwellianamente intesa.
      Un europoide capace di blaterare voltairrenaniamente, in totale confusione sulle priorità, accecato da ogni minima distrazione di massa.

      Comunque, che la situazione stia andando fuori controllo è sempre più nei fatti. Che in Italia, manchino, per sterminio sistematico pluridecennale, le risorse culturali per afferrare con lucidità la "traiettoria" è altrettanto un dato di fatto.

      Per concepire che una lotta di classe sia in corso, bisogna prima saperlo di appartenere alla classe aggredita: e non può saperlo per definizione una massa indistinta di individui votati a beccarsi reciprocamente in nome della corruzione e degli sprechi.

      Un agnello sacrificale, in fondo, ha solo una vaga e indecifrata intuizione di essere tale...nitida solo al momento in cui il coltello rituale gli sta arrivando alla giugulare...

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    2. Semplicemente vedo il parallelismo del risorgere dell'irrazionale del secolo scorso, cavalcato e prodotto dai nipotini di Freud, Bernays, Lippmann, Goebbels...

      La propaganda russa (se è così) sembra poggiarsi su un doppio aspetto: l'esoterismo intrinseco nel concetto di "geopolitica" (da distinguersi dalle "relazioni internazionali") e, come ho già proposto, un efficace tentativo di raccogliere simpatie e "quinte colonne" nell'occidente socialista non liberale (statualista e keynesiano, ad ora politicamente inesistente) e - soprattutto - la destra nazionalista non neofascista e neonazista (in orbita atlantista e liberale ... come il secolo scorso) che si rifà alla Tradizione che, come è noto, è intrisa di esoterismo. (Non è un caso che Blondet abbia un debole per l'ex agente del KGB).

      La sinistra economica (struttura), con la destra ideologica (sovrastruttura): alla strategia degli "opposti estremismi" per "catturare l'elettore mediano" e stabilizzare (ovvero sedare), viene opposta la strategia "degli estremi complementari", per "destabilizzare", ovvero cercare "forze resistenti" che si oppongano nel "campo avversario" al mondialismo unipolare. (E che per la terza volta i liberali facciano pagare agli altri i loro abominii...)

      Sui dettagli e le schematizzazioni ci sto lavorando....

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    3. p.s.

      Farei anche notare che per raggiungere il "centro politico" è necessaria la propaganda "pop", mentre facendo leva su socialismo, misticismo ed esoterismo, sembra che si cerchi - come nella tradizione sovietica - di accattivarsi i "circoli intellettuali".

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  2. A questo punto attendo un articolo del tipo "Bazaar for dummies". Percepisco che Bazaar dica cose interessanti ma non è che capisca granché di quello che scrive, soprattutto quando scrive di Russia, che a noi profani sembra poco più di una potenza regionale ... A rileggerci!

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  3. Buongiorno.
    Mi chiamo Maurizio Reina de Jancour. Devo ancora capire come ci si registra su questa piattaforma quindi temo che il mio commento compaia anonimo. Me ne scuso.
    Chiedo un chiarimento a Bazaar: davvero Lei pensa che la Russia stia avvicinando persone e associazioni qui da noi? Se è così, in che modo?
    La cosa mi incuriosisce molto: gli USA hanno da anni le loro ONG sia in Russia che in Est Europa e amen, ma pensavo che la Russia non avesse soldi ed energie per rispondere alla medesima maniera sebbene con le differenze di obbiettivi che Lei ha sottolineato.
    Attendo lumi, se possibile.
    Grazie
    MRdJ

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  4. @Duccio Tessadri

    Perdonami Duccio; ma non ho capito la tua domanda.

    @MRdJ

    En passant, le ONG sono state in gran parte espulse dall'Eurasia in quanto considerate "quinte colonne" atlantiste.

    Russian Today - che ha diffusione planetaria - dimostra la volontà eurasiatica di squarciare la propaganda totalitaria occidentale e il "pensiero unico" che impone.

    I contatti "ufficiali" sono stati smentiti da "Sputnik": ma esponenti del pensiero "eurasista" hanno incontrato diversi movimenti di destra non neofascista in Europa (i movimenti neofascisti sono, stando con l'intelligence eurasiana, storicamente allacciati al terrorismo di matrice atlantista, la famosa organizzazione "Gladio", ovvero "cellule dormienti" di civili con preparazione militare da risvegliare alla bisogna, come i neonazisti ucraini o gli stessi jiahdisti): sembra che, non a caso, gli USA hanno dichiarato pubblicamente che i Servizi sorveglieranno i partiti anti-europeisti tra cui il FN e la Lega Nord.

    Questo ad indicare la stretta connessione tra politica ecomomica e politica militare nelle relazioni internazionali.

    Della Russia non c'è da stupirsi di niente: è una Paese che all'inizio del '900 aveva una struttura feudale e che, nemmeno cinquant'anni dopo, come prima nazione nella storia umana, ha spedito un uomo nello spazio.

    Ma queste sono semplici considerazioni che si possono trovare in qualsiasi sito dedicato alle relazioni internazionali, tanto formalmente "occidentali" quanto "orientali".

    La mia opinione è che la NATO stia giocando al gatto con il topo ma che, se commette qualche passo falso, c'è il rischio che gli oligarchi della City e di Wall Street non mettano più il naso fuori dai loro bunker antiatomici per il resto dei loro giorni e di quelli a venire della loro prole...

    Ripeto: queste sono fatti piuttosto condivisi dagli specialisti e che invito a ricercare autonomamente.

    L'interesse in questa sede è soprattutto analizzare quali delle "teorie politiche in circolazione" sono compatibili con il nostro assetto costituzionale nel caso i rapporti di forza tra super-potenze si stabilizzassero in modo "multipolare" e (un minimo) "cooperativo".

    Questo interesse nasce dall'incompatibilità (usando un eufemismo) tra il nostro assetto sociale e il mondialismo unipolare fondato su liberismo e liberoscambismo autoritariamente imposto tramite trattati commerciali sovranazionali.

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  5. Solo per associazione di idee suscitata dal post di Maurizio Reina de Jancour, in ordine a quanto egli domandava relativamente all'eventualità che "la Russia stia avvicinando persone e associazioni qui da noi": per quanto si può ipotizzare della vicenda del povero Giulio Regeni, le carriere dei think-thanker sono tuttora instradate dalle intelligence occidentali, a ulteriore riprova (a mio avviso) dell'importanza e della conseguente necessità di controllare le future elites dell'Italia.

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  6. Grazie Bazaar.

    Per Duccio

    Infatti al caso italiano mi riferivo dove, a spanne e per quanto possa capire, non mi riesce di intravedere un qualche tentativo russo di formale un'elite eveuntualmente "amica". E ciò anche, credo, per motivi storici: l'Italia non è tradizionalmente tra le nazioni dove la Russia ha preteso avere peso nel corso dei secoli, e ciò per ovvi motivi. C'è stato poi il PCI, è vero, ma i giochi erano già stati fatti a Yalta (o a Teheran, per chi vuole...) e l'Italia, con o senza il partito comunista più forte d'Europa, sarebbe stata comunque fuori portata per la Russia.
    Comunque spero di sbagliarmi...
    MRdJ

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