venerdì 22 aprile 2016

EUROPEAN FISCAL BOARD: L'INDIPENDENZA AL CONTRARIO NELLO "STATO DI DIRITTO" €UROPEO




"La Commissione europea ha aperto la procedura per le manifestazioni di interesse per la selezione dei membri dell'European Fiscal Board, l'organismo di supporto alla governance economica per la zona euro per la valutazione delle politiche di bilancio, la cooperazione con gli organismi indipendenti nazionali che vagliano le scelte di bilancio degli stati e di fornire consigli e orientamenti su richiesta del presidente dell'esecutivo europeo".

Detto in soldoni, si tratta di un organismo che raffozerà e inasprirà l'applicazione del fiscal compact, sotto lo scudo cosmetico dell'apparente "buona intenzione" di "fornire alla Commissione una valutazione dell'attuazione del quadro di bilancio Ue, in particolare per quanto riguarda la coerenza delle decisioni e l'attuazione della sorveglianza di bilancio, i casi particolarmente gravi di inosservanza delle norme e l'adeguatezza dell'effettivo orientamento di bilancio a livello nazionale e della zona euro. Nell'ambito di tale valutazione il Comitato puo' anche formulare proposte per la futura evoluzione del quadro di bilancio dell'Unione, fornire pareri alla Commissione circa un adeguato orientamento di bilancio per il futuro per l'intera zona euro, sulla base di un'analisi economica".

2. Il core business è dunque quello della "rigorosa" coerenza delle decisioni nell'attuazione della sorveglianza di bilancio dei singoli Stati, in particolari quelli sottoposti al fiscal compact
Dunque, una sorveglianza più tecnica ed efficace, cioè inevitabilmente più "austera", nel modulare la sorveglianza di bilancio attuativa del fiscal compact: ciò in quanto, tutt'oggi, si accusa la Commissione di attuare tale sorveglianza, - nell'ambito del c.d. twopacks, cioè in sede di approvazione dei bilanci e delle manovre finanziarie annuali, nonché in sede dei vari monitoraggi trimestrali (o aggiustati tatticamente in un accorta serie di rinvii, negoziati sottobanco coi vari Stati PIGS)-, in modo troppo accomodante; cioè, facendosi influenzare da un'eccessiva cautela nel non forzare gli equilibri politici interni dei paesi a cui imporre l'inasprimento delle manovre di (sempre) drastico consolidamento fiscale in vista del raggiungimento del pareggio di bilancio strutturale.

Considerata la natura misteriosa delle differenze di trattamento imposte ai vari €uro-membri, che viene giustificata col criterio (in astratto dettato da una complessa formula matematica, mai verificata nella sua attendibilità nel promuovere la "crescita" e mai pienamente connotata dall'ostensione di trasparenti dati statistici ed attuali, delle varie realtà economiche), dell'out-put gap derivante dal livello di rispettiva disoccupazione: quest'ultima, a sua volta, ci si dimentica costantemente di collegarla all'adozione delle precedenti misure di "riforma", cioè prioritariamente di flessibilizzazione e precarizzazione del lavoro, funzionale alla deflazione salariale che ogni paese dell'eurozona dovrebbe, più o meno rapidamente, raggiungere per allinearsi alla competitività (Costo del lavoro per unità produttiva-CLUP, come ribadisce Flassbeck)) del bench-mark tedesco

Il bench-mark tedesco, è infatti divenuto, per fatto compiuto, estremo di eccellenza della corsa alla competitività in danno degli altri euro-Stati, grazie alle riforme Hartz: a loro tempo, adottate non solo in violazione degli obblighi, gravanti sulla stessa Commissione, come sui singoli Stati, di coordinamento delle politiche economiche e del lavoro, ma anche dei limiti di bilancio al tempo vigenti; che furono allegramente sforati dai tedeschi, per finanziare il neo-welfare (hayekiano o ordoliberista, a scelta) legato ai circa 10 milioni di lavoratori super-precari (mini e midi-jobs), sotto-pagati e privati di future coperture previdenziali di minima dignità. Almeno rispetto agli standard del precedente ordinamento socio-economico comune ai paesi della Comunità europea, e, all'interno della stessa Germania, rispetto ai livelli, divenuti fortemente dualistici, degli addetti alla grande industria esportatrice, e tutt'ora tutelati dalla contrattazione collettiva sindacale tedesca.

3. Tale azione sindacale, a costo di instaurare un drammatico e irreversibile dualismo del mercato del lavoro tedesco, risultava già di per sé fortemente collaborativa col grande disegno mercantilista teutonico, per definizione anticooperativo nell'ambito di un trattato multilaterale di liberoscambio, che, invece, avrebbe dovuto giustificarsi ai sensi dell'art.11 Cost, cioè come volto alla pace e alla giustizia tra le Nazioni, in condizioni di parità. 
Tali condizioni, presupposto legale-costituzionale inaggirabile, per i nostri principi inderogabili della Carta (ma anche presupposto implicito di un "giusto" diritto diritto dei trattati secondo il diritto internazionale "generale" quale codificato dalla Convenzione di Vienna e conforme all'art.55 della Carta ONU),  sono alterate per definizione:
a) sia dai differenti oneri del debito pubblico tra i vari Stati, all'entrata e durante la vita della moneta unica, in relazione agli effetti macroeconomici della manovre fiscali rispettivamente rese necessarie dal criterio limitativo del deficit (fino all'estremo del pareggio di bilancio), - e quindi dall'iniziale verificarsi di gravi divergenze di out-put gap determinate, inevitabilmente, dal raggiungimento di diversi, e spesso distruttivi, livelli di saldo primario di bilancio pubblico;
b) sia dai differenziali di inflazione, originari e poi generatisi in conseguenza dell'unilaterale - e mai sanzionata- violazione tedesca delle norme teoricamente cooperative del trattato: i livelli di inflazione, per rendere minimamente funzionale (almeno inizialmente) e non portatrice di squilibri commerciali e finanziari privati, l'eurozona, avrebbero dovuto, PRIMA DELL'INTRODUZIONE DELLA MONETA UNICA, essere stabilmente collimanti, e non semplicemente divergenti entro un'amplissima forchetta del + o - 1,5%, quale prevista dai frettolosi e approssimativi criteri di convergenza verso la creazione dell'eurozona.

4. Senza dilungarsi su questi presupposti, che appaiono del tutto dimenticati dalle autorità comunitarie - come la stessa questione degli "aiuti di Stato" ai rispettivi sistemi bancari dopo la crisi del 2008, giunti a un sudden stop, come al solito, "su misura" per l'Italia-, dovrebbe essere chiaro che il nuovo organismo di tecnicizzazione della sorveglianza delle politiche di bilancio degli Stati, appare riguardare soprattutto l'Italia, il bersaglio grosso delle politiche "tecniche" di pareggio strutturale di bilancio, finalizzate dai controllori di fatto, cioè in base ai meri rapporti di forza commerciali e finanziari inevitabilmente creatisi (grazie anche alle segnalate gravi violazioni dei trattati sopra riassunte), alla eliminazione del principale concorrente, manifatturiero ed esportatore, della stessa Germania sul mercato interno dell'eurozona.

I rapporti di forza, così determinatisi a favore della Germania, fanno "andare in prescrizione" ogni violazione precedente dei trattati posta in essere dalla stessa Germania, e rendono, sempre di fatto, lecita la costante perpetuazione del mega-surplus della partite correnti tedesche.
Questi squilibri risultano esiziali per la sostenibilità della moneta unica,  ma nessuna istituzione UEM si azzarderebbe mai a sanzionarli come dovrebbe in base alle (molto blande e del tutto inadeguate, e non a caso) disposizioni vigenti e, infine, in base alle sempre più evidenti dinamiche proprie dei trattati liberoscambisti multilaterali, fanno risaltare come il Fiscal Board null'altro sarà che un organismo di (più) intransigente applicazione del "rigore dei conti" nei confronti essenzialmente dell'Italia. Dunque, servente l'obiettivo finale tedesco di destrutturazione industriale (e bancaria) italiana, fino all'esito della sostanziale colonizzazione, col passaggio in mani estere del controllo del sistema sia bancario che industriale nazionale.

5. Per concludere l'analisi di questo fosco scenario, che sempre più incombe sull'Italia, sottolineiamo la "curiosa" concezione dell'indipendenza e dello "Stato di diritto" che contraddistingue l'UEM in genere e, in particolare, il sistema di istituzione e reclutamento dei componenti del Board

Questo dovrebbe essere "indipendente", ma l'indipendenza in senso organizzativo e istituzionale, è neutralità rispetto all'indirizzo politico della parte più forte delle istituzioni di governo della realtà sociale considerata (nel caso l'intera popolazione dell'eurozona). 
Dunque, l'indipendenza è indipendenza dai rapporti di forza che privilegiano la visione dell'Esecutivo: questo, nel caso dell'UEM, è ora inevitabilmente sotto il controllo della Germania, e per di più, completamente privo persino della legittimazione elettorale, (di tale "esecutivo") di cui, a maggior ragione, si dovrebbe evitare la visione necessariamente di parte. 
Evitando, quindi, di ampliare la logica dei bruti rapporti di forza che, come abbiamo tante volte evidenziato, governano la vita dei trattati economici (inevitabilmente neo-liberisti, cioè tesi a destrutturare ogni azione solidaristica degli Stati).
L'indipendenza, per essere quindi tale, implica una necessaria "insulation" dalla linea dell'Esecutivo, che, in UEM, per quanto riguarda le competenze attribuite dai trattati in materia di sorveglianza di bilancio, spettano alla Commissione.
Dunque, il Board dovrebbe essere garantito nella sua indipendenza mediante insulation dalla stessa Commissione, in modo da rendere (tecnicamente) neutrali, rispetto agli interessi incumbent che essa si trova di fatto e inevitabilmente a perseguire (quelli tedeschi, detto in soldoni), i pareri che dovrebbe rendere alla Commissione e la guida che dovrebbe esercitare rispetto agli indirizzi fiscali dei singoli Stati.

5.1. Invece: 
- la procedura è unilateralmente indetta proprio dalla Commissione europea, alla stregua di un qualsiasi reclutamento di propri funzionari;
- l'indipendenza è dichiaratamente connotata in partenza come "controbilanciamento" della eccessiva flessibilità della Commissione stessa, predeterminandosi non una neutralità, neppure tecnica, dell'organismo, sebbene una sua forte discrezionalità fortemente preorientata ad un più intenso rigore fiscale;
- la nomina che segue alla procedura indetta dalla Commissione (cioè il potere in senso lato politico da cui il Board dovrebbe essere "insulated") è effettuata dalla stessa Commissione;
- la procedura selettiva si limita alla fissazione di genericissimi e quasi del tutto arbitrari requisiti di nominabilità, apprezzati in totale discrezionalità dallo stesso esecutivo-Commissione. Infatti: per farne parte occorre avere almeno 15 anni di esperienza post-laurea, ci cui almeno 10 in ambiti pertinenti alla politica macroeconomica;
- lungi dal tentare, anche solo formalmente, di compiere la verifica, in senso meritocratico, imparziale ed oggettivato, di tali vaghi requisiti, - come ad esempio attraverso la valutazione di eventuali prove scritte e dell'attività scientifica e professionale dei candidati, in base a criteri e oggetti dettagliati e rigorosamente predeterminati già al momento dell'invito a proporre le varie "manifestazioni" di interesse-, ci si limiterà a un semplice colloquio da parte dei responsaibili della stessa Commissione: quanto di più corrispondente ad una sostanziale fiduciarietà con l'indirizzo discrezionale apertamente predeterminato (più austerità) della Commissione, e dunque, quanto di più contrario alla insulation e alla indipendenza correttamente intese.

Risultato pratico: il Board sarà un braccio armato della Commissione, e delle forze di fatto tedesche che ne dominano ogni policy.
In tal modo, risulterà inevitabilmente servente della cosmesi di far apparire "tecnico e neutrale" ciò che è invece un inasprimento dell'enforcement del fiscal compact che la Commissione stessa non riesce a svolgere in prima persona: per non far saltare l'eurozona sul piano politico, deresponsabilizzandosi in nome del tecnicismo di una discrezionalità...molto politica, e molto poco cooperativa, che inasprirà i caratteri asimmetrici dell'eurozona e la totale assenza di democraticità della sua folle gestione ordoliberista.



22 commenti:

  1. In questo fosco quadro, di rafforzamento di sistemi di governance europea a danno del nostro Paese, si colloca anche la futura scadenza del mandato di Draghi, nel 2019. Se l'erede, come par di capire, sarà tedesco (Weidman?) o filo tedesco, per l'Italia sarà davvero il redde rationem: o fuori dall'euro, più povero ma almeno libero, o dentro l'euro e ridotto alla stessa stregua della Grecia, nulla più e nulla meno.

    In questa seconda opzione, però, per la strada non ci andranno solo i soliti noti (piccoli e medi imprenditori, statali, commercianti, lavoratori del settore privato, etc...), ma anche i vertici economici e politici del Paese, che sarebbero completamente commissariati.

    8 settembre alle porte (con sganciamento dall'alleato/nemico tedesco), o definitiva occupazione?
    Una situazione tristemente complicata.....

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    1. Tristemente (o brutalmente) semplice, tutto sommato.
      Sempre che la si voglia capire: e non si sia pagati per non farla capire, oltretutto.
      Temo che, ormai, siamo oltre la soglia di un possibile 8 settembre, e in un territorio sconosciuto: quello dove la mancanza di una minaccia di impossessamento stalinista di gran parte dell'Europa, unita alla carenza di una linea di difesa consapevolmente patrocinata dagli USA, sempre più privi di una classe dirigente radicata nell'American People (ciò che aveva una certa legittimazione all'epoca di Roosevelt), portano a un vuoto totale di facciata di democrazia.

      Ciò per "pochi" costituisce una grande e tanto attesa rivincita, ma per moltissimi è un salto nel buio epocale.
      Vissuto per di più nell'oscurità sonnolenta della ragione.

      Il che cortocircuita verso la generazione di ogni possibile "mostro". Ogni possibile...

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    2. Una speranza, che però credo sia già vana...

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    3. Un'altra spina nel fianco della Germania è stata la Yugoslavia: e sappiamo come è stato premiato l'intransigente vassallo.

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    4. Peraltro, una volta caduta l'Italia, la Francia si troverebbe nella (sgradevole) situazione di colui che "quando vennero per me, non c'era rimasto più nessuno". Forse Hollande non ci arriva, forse l'establishment francese, si......

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    5. Ho paura che lei presidente abbia fortemente ragione, non c'è limite a le abberrazioni che questa situazione potrà generare.
      L'umiliazione inflitta ai popoli in nome del libero scambio, del capitale esigerà come ha sempre esatto la sua oncia di carne.

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    6. Gli squadroni della morte?
      Incorporeranno direttamente qualcuno delle società di consulenza che gestiscono licenziamenti e smantellamenti aziendali? Non so, ma non potrebbero essere costoro il braccio che fa il lavoro pratico e spiccio in giro per la UE? Renzi ha uno di costoro come consigliere economico giusto mentre si appresta a diventare PdC o sbaglio? Ora si tratterebbe di centralizzare il tutto per controllare da un solo ufficio "tecnico" l'intera UE, vista come un'amministrazione recalcitrante, da cui poter inviare missioni ovunque senza troppe procedure di preparazione, coordinando un'unica politica anche nei dettagli e nelle misure "tecniche".
      Già alcune nuove leggi puntano a creare situazioni molto simili. Mi chiedo se non sarebbe interessante paragonare i testi dei vari non-diritti del lavoro imposti nei PIIGS. Sono scritti in modo diverso formalmente certo, quello francese è particolarmente insidioso perché basato su continui rimandi ad altre norme senza che se ne capisca la portata a una lettura diretta. Il nostro è disperso in più decreti. Degli altri non so.
      Ad ogni modo, fare tutto da Bruxelles sarebbe molto più rapido, efficiente ed efficace. Scelte politiche definitivamente ridotte ad avere il peso e l'iter di una pratica corrente: "Ah, hanno detto che non si può? e vabbè, tanto lo dicono sempre, aggiusteremo".
      Davvero mi chiedo quale delirio si sia impossessato dei politici all around the UE... come facciano a non capire che stiamo gettandoci in un abisso di follia, come pensino di uscirne salvi, loro.
      Ma magari l'UK riuscisse a sganciarsi, malgrado Obama sia andato a tirarli per le orecchie: la democrazia avanti tutto. Le chance sembrano molto scarse purtroppo.

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    1. Non si può non evocare la celebre frase che Ferruccio disse a Maramaldo: "Vile! Tu uccidi un uomo morto!".

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  3. Ho come l’impressione che i tedeschi abbiano fretta di riprendersi il malloppo dai Paesi debitori e di stringere definitivamente il nodo scorsoio al collo dell’Italia, come sottolineato nel post. Ci mancava pure questa sottospecie di “brain trust” di psicopatici contabili. Le potenti lobby con domicilio permanente presso la commissione europea sono passate dalla teoria alla pratica ed i membri del Fiscal Board verranno certamente scelti tra consulenti tirapiedi delle multinazionali che fanno parte del Business Europe (BE) e dell’European Roundtable of Industrialists (ERT). Già nel 2002 l’ERT aveva voluto che “le implicazioni dei bilanci nazionali e delle politiche di spesa allo stadio della prima ideazione (fossero) controllati a livello della UE” (ERT, EU Governance, ERT Discussion Paper, 30 maggio 2002, http://www.ert.be/doc/0053.pdf). Non perdono un colpo. Ho riletto “Ci facciamo buttare fuori?” e fantasticavo sul fatto che basterebbe veramente poco. Poi è arrivata la notizia che il Governo di Topo Gigio era tornato alla carica sulla privatizzazione dell’acqua e mi sono destato, chissà perché, con il pensiero al porto d’armi!

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    1. Sulla provenienza "ambientale" dei super-consulenti che verranno prescelti, non ci sono dubbi: l'hanno acchittata su misura per questo risultato.

      Sulla fretta dei cucchi: non direi.
      Assunto, allo stato, il controllo dei processi decisionali, la loro azione è placidamente tarabile sul lungo periodo.
      Infatti, mentre da noi soltanto sparute minoranze si affannano sulla prospettiva che tale follia possa aver fine, i crucchi sanno benissimo che l'attuale controllo mediatico garantisce alla spolpatura un solido consenso disinformato delle masse maialoidi.

      Per affondare la lama nel burro, possono contare su tutto il tempo che vogliono, tanto reazioni informate dei meccanismi causa/effetto non si affacciano minimamente all'orizzonte.

      Basta scatenare di tanto in tanto la consueta sovraesposizione mediatica sugli episodi (sempre ritrovabili alla bisogna) di corruzione, - magari con una bella contrapposizione coi magistrati-, e il meccanismo prosegue: coi suoi bei tempi da squartatore diesel, in tutta tranquillità...

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    2. Tanto non c'e' pericolo che la gente capisca una fava del gioco delle tre carte. Per gli italiani uno dei dilemma e': Totti firmera' o no il contratto con la Roma?!

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  4. NE’ MAI PIU’ TOCCHERO’ LE AMATE SPONDE
    (sonetto ABAB ABAB CDE CED)

    Né più mai1 toccherò le sacre sponde
    ove il mio corpo fanciulletto giacque3,
    Zacinto mia, che te specchi nell'onde
    del greco mar da cui vergine nacque
    ..

    Che potenza la poesia ..

    Tiremm innanz !!
    (Amatore Sciesa, 1851 – Milano)

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  5. A proposito degli inconvenienti causati dall'assenza di sovranità monetaria - cioè di sovranità tout court - nessuna colonia fa eccezione.

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    1. “Se questa malefica strategia finanziaria, che ha le sue origini nel nord America, perdurerà fino a mettere radici, allora il Governo fornirà il proprio denaro senza alcun costo. Estinguerà i propri debiti e rimarrà senza alcun debito. Avrà tutto il denaro necessario per portare avanti il proprio commercio. Diventerà prospero senza precedenti nella storia mondiale. Le menti e le ricchezze di tutti i paesi andranno nel nord America. Questo paese deve essere distrutto o distruggerà ogni monarchia sulla faccia della terra.”
      The Hazard Circular, rivista della Banca d’Inghilterra, citazione apparsa sul London Times nell’anno 1865, riferendosi alla pratica di emissione dei Green Backs di Abraham Lincoln

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    2. Hai per caso un link o fonte edita e rintracciabile?

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    3. Da una rapida ricerca in rete sembra che la cosiddetta Hazard Circular fosse un documento privato inviato nel 1862 dai banchieri inglesi a quelli americani tramite tale Mr. Hazzard, mentre il pezzo citato è per l'appunto tratto da un articolo del London Times dell'epoca.
      Il presunto testo della Hazard Circular, tradotto da me, è il seguente: «Pare che lo schiavismo sarà abolito in conseguenza della guerra [civile americana], e la schiavitù spazzata via. Io e i miei amici europei siamo in favore di questo sviluppo degli eventi, poiché lo schiavismo altro non è che il possesso del lavoro e porta con sé la cura del lavoratore, mentre il piano europeo, indicato dall'Inghilterra, prevede il controllo del capitale sul lavoro mediante il controllo dei salari. Questo risultato può essere raggiunto avendo il controllo sull['emissione dell]a moneta. Il grosso debito risultante dallo sforzo bellico, la cui contrazione i capitalisti si accerteranno che abbia luogo, deve essere utilizzata quale misura per il controllo del volume di moneta [in circolazione]; per ottenere ciò le obbligazioni devono essere utilizzate in qualità bi base bancaria. Stiamo ora aspettando che il Segretario del Tesoro faccia una siffatta raccomandazione al Congresso. Non sarà opportuno consentire che il "greenback" [il dollaro emesso negli anni della Guerra civile dal governo americano, slegato da oro e argento], come è chiamato, resti in circolo un solo secondo di più, giacché non possiamo controllarne l'emissione, ma siamo in grado di controllare l'emissione di obbligazioni, e attraverso queste ultime di risolvere il problema bancario.»

      Fonti: ricostruzione storica e citazioni. Ci sarebbe poi questo lungo articolo che ora non ho proprio il tempo di leggere, ma che mi pare riporti copiose fonti storiche del periodo considerato.

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    4. il passaggio in inglese si trova anche in atti ufficiali, per agevolarle la ricerca riporto il testo: If this mischievous financial policy, which has its origin in North America, shall become indurated down to a fixture, then that Government will furnish its own money without cost. It will pay off debts and be without a debt. It will have all the money necessary to carry on its commerce. It will become prosperous without precedent in the history of the world. That Government must be destroyed, or it will destroy every monarchy on the globe

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  6. Crisi finanziaria , shock mondiale con ripercussioni dirompenti in europa

    Collasso finanziario in europa , deflazione di portata storica in tutta l'eurozona parallela a politiche fiscali espansive e di sostegno della domanda negli states anch'esse da annali storiografici

    TTIP : i sussidiati si comprano per quattro briciole i deflazionati



    Sintesi da bar

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    1. Non sono però del tutto sicuro che per gli States possa parlarsi di autentiche politiche fiscali espansive e di sostegno alla domanda: molto welfare bancario e molta tamasha in Wall Street, sicuramente; ma il mercato del lavoro è intangibile e strutturato secondo l'ortodossia più drastica del capitale globalizzato, al punto che non reagisce più neanche a politiche in deficit spending. L'accumulo di debito privato che corrisponde a una crescita basata solo su consumi e redditi insufficienti, sta ridivenendo spaventoso...E infatti Yellen fa le sue stime su U6 non su U3 (statisticamente manipolato), come in €uropa. E ciò spiega che l'inflazione sia un poco superiore a quella UEM, ma non certo indice di risanamento effettivo dell'economia (fino alla bolla successiva)

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  7. Anche il Fatto Quotidiano, che insorge quotidianamente (appunto) contro la sgangherata riforma costituzionale, tace della devastazione che i trattati europei pretendono della nostra Costituzione. E Micromega non è da meno.
    Non ho i vostri strumenti culturali, ma qualcuno di voi, 48 in testa, ha mai provato a contattarli? Zagrebelsky mi pare abbia detto qualcosa sul taglio neoliberista dei Trattati, proprio in una sua intervista sul Fatto. Forse si potrebbe tentare di coinvolgerlo. Ci avete già provato?

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    1. Allo stato attuale del suo pensiero, inclusa la sua interpretazione storico-istituzionale genetica e continuativa del federalismo europeo, non pare ci siano i presupposti per condividere una rivendicazione comune.

      Ma se anche questo aspetto fosse superabile attraverso un ipotetico dialogo (al quale occorrerebbe essere anzitutto disponibili), -ovvero attraverso l'ascolto e la presa d'atto di cosa realmente abbiano significato, sul piano del modello socio-economico perseguito, il "manifesto di Ventotene" e l'influenza decisiva dell'ordoliberismo-, la convergenza sarebbe resa molto difficile dal fatto in sé che, spontaneamente, questa presa d'atto, raggiungibile mediante una comprensione diretta di fonti facilmente accessibili, non si sia verificata.

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