giovedì 22 settembre 2016

COMUNICAZIONE DI...CENSURA KAFKIANA

http://www.ukizero.com/wp-content/uploads/2014/03/Franz-Kafka-Il-Processo.jpg

Sono soggetto a censura su twitter: non solo non posso inserire links al blog, ma chiunque lo faccia viene bloccato. 
E i c.d. followers non ricevono più le notifiche dei miei tw e di chiunque retwitti orizzonte48.
Il tweet che contenga un link al blog orizzonte48, da alcuni giorni, è considerato da Twitter in questi termini:
"Questa richiesta sembra essere automatica. Per proteggere i nostri utenti da spam e altre attività malevole, al momento non possiamo completare questa azione. Per favore, riprova più tardi".
Dato che queste circostanze fanno pensare a una manovra articolata e studiata, in puro stile kafkiano di impenetrabile censura (ho esperito invano, più volte, le procedure "automatiche" di segnalazione del problema ai servizi account di Twitter), vi chiedo cortesemente di segnalare se la visione del blog e la possibilità di inserire commenti siano, negli ultimi giorni, "insolitamente" ostacolate per qualsiasi "impedimento" on web.
Grazie per la cooperazione.

E, se potete, per chi non l'avesse fatto, createvi un account su twitter e retwittate i links ai post e ai commenti più importanti: avranno difficoltà a "sterminare" molti utenti
Ovviamente, questa strategia implica un buon numero di aderenti: mentre invece siamo quattro gatti e pure non particolarmente motivati a lottare.
Spero di essere smentito, peraltro...

104 commenti:

  1. Gentile Quarantotto, il blog è visibile senza problemi. Pur non avendo mai commentato sono una lettrice silente. Ho aperto un account twitter apposito, che spero di chiudere presto non appena sarà ricomparso. Non sono una scheggia informatica quindi non riesco a twittare link al blog. Non si potrebbe citare twitter in tribunale? Solo una domanda eh, non una polemica.

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    1. Bisognerà iniziare a pensarci, in effetti...
      Grazie della cooperazione (inserire un link in un tweet è facilissimo: basta evidenziare indirizzo del post in alto nella relativa schermata, premere col tasto destro del mouse su "copia" e, con lo stesso tasto, fare "incolla" dopo essersi posizionati sul riquadro dei messaggi su twitter. Persino io ci riuscivo...:-)

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  2. No, c'è stato un equivoco. Il perfido twitter blocca il link ma ho visto che altri utenti, come l'ottimo correttore di bozzi sono informaticamente avanzati e riescono a forzare il blocco. Sarei per il tribunale ma non sono un giurista quindi....

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    1. Grazie per l'ottimo (anche se non credo di meritarlo).

      Una breve spiegazione: fortunatamente la piattaforma Blogger su cui è presente Orizzonte48 rende accessibile il blog con indirizzi contenenti diversi domini di primo livello nazionali (ccTLD, i vari .it, .fr, .es, .uk ...), per le motivazioni spiegate in una sezione dell'articolo dedicato a Blogger su Wikipedia inglese, che vi traduco di seguito:

      «Indirizzi Blogger specifici per Paese

      A partire dal febbraio 2013, Blogger ha iniziato a integrare i blog degli utenti con più URL specifici per paese. Ad esempio, nomeblog.blogspot.com verrebbe ridiretto automaticamente a nomeblog.blogspot.ca in Canada, nomeblog.blogspot.co.uk nel Regno Unito. Blogger ha spiegato che in questo modo possono gestire il contenuto del blog più a livello locale, quindi se ci fosse qualsiasi materiale discutibile che ha violato le leggi di un determinato paese potrebbero rimuovere e bloccare l'accesso a quel blog per quel paese attraverso il ccTLD assegnato, pur mantenendo l'accesso attraverso altri indirizzi ccTLD e l'URL Blogspot.com di default. Tuttavia va notato che se un blog che utilizza un URL specifico per il paese è stato rimosso è ancora tecnicamente possibile accedervi inserendo l'URL utilizzando l'indirizzo regolare Blogspot.com e l'aggiunta
      /ncr [No Country Redirect override] dopo il .com.»

      Su Twitter pare sia stato censurato solo il .it, mentre per il momento il .com e altri ccTLD non vengono bloccati (ho visto utilizzare un .pt in un tweet).

      Quindi se Orizzonte48 si fosse messo in proprio ed esistesse solo Orizzonte48.it saremmo già fregati, non ci sarebbe modo di utilizzarlo nei tweet.

      Ripeto ciò che ho scritto su Twitter: nel caso censurassero tutti i link che cominciano per orizzonte48.blogspot.* (dove il * indica uno qualsiasi dei domini di primo livello precedentemente visti) –ammesso che su Twitter sia possibile– allora diventerebbe davvero inutilizzabile per diffondere gli articoli di Orizzonte48.

      Ad aver segnalato il sito potrebbe essere un singolo infastidito dal blocco su Twitter o dal contenuto del blog, oppure un test da parte di un gruppo organizzato: se gli funziona questo giochino e Twitter ci mette troppo, o non agisce per nulla, passeranno a segnalare altri siti a tema.

      Per un eventuale ricorso bisognerà leggersi bene i Termini di Servizio di Twitter.

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    2. Ripubblico questo commento, che Quarantotto m'informa essere andato perso (vedere sotto).

      Grazie per l'ottimo (anche se non credo di meritarlo).

      Una breve spiegazione: fortunatamente la piattaforma Blogger su cui è presente Orizzonte48 rende accessibile il blog con indirizzi contenenti diversi domini nazionali di primo livello (ccTLD, i vari .it, .fr, .es, .uk ...), per le motivazioni spiegate in una sezione dell'articolo dedicato a Blogger su Wikipedia inglese, che vi traduco di seguito:

      «Indirizzi Blogger specifici per Paese

      A partire dal febbraio 2013, Blogger ha iniziato a integrare i blog degli utenti con più URL specifici per paese. Ad esempio, nomeblog.blogspot.com verrebbe ridiretto automaticamente a nomeblog.blogspot.ca in Canada, nomeblog.blogspot.co.uk nel Regno Unito. Blogger ha spiegato che in questo modo possono gestire il contenuto del blog più a livello locale, quindi se ci fosse qualsiasi materiale discutibile che ha violato le leggi di un determinato paese potrebbero rimuovere e bloccare l'accesso a quel blog per quel paese attraverso il ccTLD assegnato, pur mantenendo l'accesso attraverso altri indirizzi ccTLD e l'URL Blogspot.com di default. Tuttavia va notato che se un blog che utilizza un URL specifico per il paese è stato rimosso è ancora tecnicamente possibile accedervi inserendo l'URL utilizzando l'indirizzo regolare Blogspot.com e l'aggiunta
      /ncr [No Country Redirect override] dopo il .com.»

      Su Twitter pare sia stato censurato solo il .it, mentre per il momento il .com e altri ccTLD non vengono bloccati (ho visto utilizzare un .pt in un tweet).

      Quindi se Orizzonte48 si fosse messo in proprio ed esistesse solo Orizzonte48.it saremmo già fregati, non ci sarebbe modo di utilizzarlo nei tweet.

      Ripeto ciò che ho scritto su Twitter: nel caso censurassero tutti i link che cominciano per orizzonte48.blogspot.* (dove il * indica uno qualsiasi dei domini di primo livello precedentemente visti) –ammesso che su Twitter sia possibile– allora diventerebbe davvero inutilizzabile per diffondere gli articoli di Orizzonte48.

      Ad aver segnalato il sito potrebbe essere un singolo infastidito dal blocco su Twitter o dal contenuto del blog, oppure un test da parte di un gruppo organizzato: se gli funziona questo giochino e Twitter ci mette troppo, o non agisce per nulla, passeranno a segnalare altri siti a tema.

      Per un eventuale ricorso bisognerà leggersi bene i Termini di Servizio di Twitter.

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  3. Buongiorno,

    anche io sono un "lettore silente".

    Ho provato a segnalare a Twitter il problema dalla pagina del supporto, incollo di seguito la risposta.

    Twitter "suggerisce" un automatismo dietro al problema, cosa che potrebbe essere vera o potrebbe essere una scusa di di facciata. Comunque sia dalla loro risposta sia dalla "fama" che hanno i social in casi simili temo che la soluzione possa non essere così vicina nel tempo.

    Risposta:
    In order to make Twitter more secure, we have automations in place that could impact your ability to Tweet certain links. If you’re having issues Tweeting a link, our team will review your request and take appropriate action on the reported URL. You can find more information on this topic in this help center article: https://support.twitter.com/articles/90491

    Though we cannot respond to individual reports, the information provided helps us make Twitter better for everyone.

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  4. Buongiorno.
    Anche io sono un lettore e ammiratore silente e un follower su twitter.
    Per lo più condivido i link del blog su facebook.
    Ora, ho provato su tw, il link per intero me lo blocca, se lo inserisco come short link, facendolo precedere dal titolo del post, lo prende...

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  5. Ecco però che messaggio appare se clicco sullo short link:

    Attenzione: questo link potrebbe non essere sicuro
    http://ln.is/blogspot.it/KFfey

    Il link al quale stai cercando di accedere è stato identificato da Twitter o dai nostri partner come potenzialmente pericoloso o associato a una violazione dei Termini di servizio di Twitter. Questo link potrebbe indirizzare a un sito che:

    ruba la password o altre informazioni personali
    installa programmi dannosi sul tuo computer
    raccoglie informazioni personali a scopo di spam
    è stato associato a una violazione dei Termini di servizio di Twitter
    Torna alla pagina precedente
    Per saperne di più sui link non sicuri

    Ignora questo avvertimento e continua

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  6. Risposte
    1. esiste già la pagina facebook, https://www.facebook.com/Luciano-BARRA-Caracciolo-httporizzonte48blogspotit-614845951948210/?fref=ts

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  7. Anche io confermo che il blog è visibile senza problemi.

    Per quanto riguarda twitter, non sono un esperto. Certo, un mondo volto alla neutralizzazione (se non alla finale abolizione) del voto, è compatibile con delle forme di censura. Per ora, magari, "accidentali", nonché coperte da plausibili capacità di smentita: un domani, invece, "codificate" in apposito atto legislativo?

    La mia potrebbe essere semplice dietrologia. Eppure, il contesto a mio avviso è inquietante.
    Il 15 novembre 1849, in occasione della necessitata ratifica del trattato di pace con l'Austria dopo la sconfitta di Novara, alla Camera subalpina Urbano Rattazzi ammoniva che "la necessità toglie il consenso e non permette una libera deliberazione (cit.)". Allora, all'indomani della sconfitta militare, altro non si poteva fare che subirla (ed egli stesso lo riconosceva), eppure, nelle parole di questo liberale dell'epoca si intuiva come l'imposizione di uno "stato di necessità" fosse, per l'appunto, il rischio più grande per la sopravvivenza dello stato di diritto.
    Il principio è certamente noto al decadente capitalismo odierno ed ai suoi margravi, che usano la crisi economica per consolidare il proprio potere ritenendo ormai lo stato di diritto un orpello inutile se non addirittura minaccioso. Meno noto a certe "anime belle di sinistra" che parlano della lettera della BCE come di un documento riformista e che credono, rinunciando ad ogni logica, che la democrazia possa essere salvaguardata attraverso la sua sostanziale neutralizzazione.

    Questo fenomeno è ormai macroscopico. Chi non lo vede è perché davvero non vuole vederlo: si pensi alla maggioranza bulgara eterodiretta "via spread" che ha apporvato il fiscal compact ed il pareggio di bilancio in costituzione, ovvero al carattere involutivo della riforma Renzi-Boschi. Tutti esempi lampanti di quello "stato di necessità che toglie il consenso".
    Accanto a ciò, poi, vedo sottilmente fare capolino alcuni principi giuridici che sembravano sepolti con la fine della II guerra mondiale. Il fenomeno è quasi nascosto perché la loro reintroduzione viene "coperta" dalla pretesa esigenza di affermare valori di per se più che condivisibili. Esempi pratici possono far comprendere meglio. Li formulo come domande, proprio per evitare fraintendimenti. Ad esempio: l'aggravante del reato di negazionismo, pur giustificata dal nobile e condivisibile intento di difendere l'aggravante dell'olocausto, non legittima, surrettiziamente, la figura del reato di opinione? Ancora: il disegno di legge che vuole riabilitare i puniti con la fucilazione della Grande guerra, pur volendo soddisfare a esigenze di perdono e di umanità, non reintroduce, sommessamente, il principio secondo cui la legislazione diventa strumento per reiterpretare autenticamente la storia e fornire giudizi morali?
    Non sono, questi, principi di diritto propri di quello stesso fascismo che oggi, formalmente, condanniamo?

    Il quadro, ripeto, è certamente incompleto e forse nemmeno esatto (io me lo auguro). Certo è, però, che in un contesto del genere, l'apparizione di una qualche forma di censura o -più in generale- di ostacolo a pensieri diversi da quello mainstream, non sarebbe una sorpresa così grande.

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    1. Se rammenti, più volte ho affermato che se dessimo veramente fastidio al regime mediatico, il blog non sarebbe già più esistito.
      Certo, questo sul presupposto che entrasse in crisi il ferreo sistema del controllo mediatico che, oggi all'interno della democrazia idraulica, neo-liberista, imposta dall'UEM, appare in effetti più violento (che mai), E QUINDI PIU' INSICURO della propria capacità manipolativa.

      Questo misterioso episodio di "ostacolo" (chiamiamolo così) potrebbe essere un indizio di una insicurezza crescente. Ma forse si tratta solo di un equivoco (che rimane sempre misterioso e con conseguenze oggettivamente kafkiane).
      Vediamo cosa accade...

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    2. Non c'è censura generale perché hanno il controllo del pensiero delle masse borghesi decadute.
      Le masse proletarie, quando ancora esistono, invece, non sono in grado di capire e quindi di indirizzare il proprio dissenso.

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  8. su twitter vengono bloccati gli url che contengono http://orizzonte48.blogspot.it/ quelli con http://orizzonte48.blogspot.com/ funzionano correttamente

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  9. Ho segnalato a twitter il problema, come ha fatto CBerg, e ho avuto la medesima risposta.
    Dal mio riesumato account twitter sto retwittando il retwittabile.

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  10. Uso Twitter in modo solo passivo: sono follower di vari blogger tra cui lei, e attraverso twitter ricevo segnalazione di articoli o notizie interessanti.
    Molte di queste notizie poi le divulgo su Facebook dove ho un certo numero di amici che leggono quanto scrivo.
    Posso mettere il sul link nel mio account in twitter, ma temo che abbia poco effetto, visto che non ho followers.
    Segnalerò su Facebook il problema che lei ed altri stanno avendo in Twitter.

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  11. Buon giorno & ciao '48, the knight,

    ti vedo classificato negli "meddlesome outsiders"

    Dici, forse, che siano sufficienti 140 caratteri, mio caro, a smuovere le acque limacciose dello stagno "paludato"?

    Leggilo come un inaspettato segnale da considerare nel quadro della guerra fratricida in atto.

    Tiremm innanz !!

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    1. No Poggio, twitter è (solo) un mezzo ULTERIORE a disposizione.
      Ha i suoi limiti a va preso in quanto tale.
      Forse non lo sai, ma grazie ad esso, il blog ha notevolmente aumentato i contatti negli ultimi due anni. E parliamo di migliaia di utenti. Piacciano o no i 140 caratteri.

      Ora, il punto è: è accettabile "facendo finta di nulla" questo stato di cose?
      Riguarda solo me e la mia narcisistica visibilità o l'accesso di molti, più di qualcuno, alle informazione e analisi che questo blog fornisce, praticamente unico in Italia?

      Certo, se riguarda solo me, la lettura del segnale è mia personale.
      Ma, ti rassicuro: l'ho già compiuta.

      Ma SE NON RIGUARDA SOLO ME, il problema di democrazia dell'informazione, e quindi di intensificazione di forme varie e striscianti di censura, dovrebbe riguardare MOLTI.

      Almeno tutti quelli che cercano di difendersi, con la cultura, dall'attuale svuotamento della democrazia sostanziale prevista dalla Costituzione del 1948 e che non ritengano superlfua, ma anzi un chiarimento indispensabile, l'informazione svolta in questa sede.

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    2. Caro '48,

      so quante energie competenti dedichi alla crescita e diffusione della verità e dello spirito originario della nostra Costituzione del 1948.

      La mia, solo una manifestazione ironica di solidarietà consapevole di cosa rappresenta la censura nei riguardi tuoi personali e dell'indispensabile lavoro da te svolto e quanto labile sia il confine tra ironia, sarcasmo, satira, spregio e provocazione - non a te rivolti e al lavoro titanico che svolgi - consapevole delle intolleranti pressioni cui sono sottoposti quanti sono in prima linea in questa subdola guerra, me ne scuso.

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  12. Io uso spesso twitter, ho appena provato a postare il link a questo articolo e non ci riesco. Di seguito il messaggio sulla schermata di tw:
    "Questa richiesta sembra essere automatica. Per proteggere i nostri utenti da spam e altre attività malevole, al momento non possiamo completare questa azione. Per favore, riprova più tardi."

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  13. Il blog funziona bene.

    Ho aperto un profilo Twitter provando a twittare un link ma la risposta è stata la medesima:

    "Questa richiesta sembra essere automatica. Per proteggere i nostri utenti da spam e altre attività malevole, al momento non possiamo completare questa azione. Per favore, riprova più tardi".

    A pensar male si fa peccato, ma a volte...

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  14. Sono Benevolence, mi hanno bloccato, non posso proprio twittare, account morto. Mi portano su una pagina dove l'unica alternativa è mettere il numero di telefono. Si f*****o.

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    1. Al di là di tutto, apprezzo la tua attiva solidarietà (e non da oggi). Te la rendo con affetto: ingegnati e trova il modo di riattivare l'account (in fondo dare il numero di telefono non è un danno incalcolabile) o, meglio, apri un altro account.
      La tua voce ha un peso. Non rinunciarci.

      Sarebbe spaventoso, e terribilmente deprimente, se queste censure, come ho detto a Poggio, riguardassero solo chi vi è coinvolto.

      Un atteggiamento, quello della compassata indifferenza (o di distaccato compatimento), che segnerebbe la più schiacciante vittoria di ESSI.

      Avrebbero cioè avuto ragione a dire che "la società non esiste" e che la SOLIDARIETA' TRA OPPRESSI è ORMAI IMPRATICABILE.
      Avrebbero definitivamente vinto.

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    2. Avevo un account di riserva, ma non me lo lascia usare, provo a farne uno nuovo con un client nuovo :-)
      GraZie :-)

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    3. Niente, qualunque cosa faccia mi ritrovo sulla pagina dove mi chiedono il telefono, ho provato anche un client nuovo e una mail nuova. E' un atto di imperio. Io non mi sento sicura a mettere il telefono, non ho mai usato Telegram proprio per quel motivo. Perché devono avere il mio telefono?

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    4. Mi è appena successa la stessa cosa. Domenica mi hanno chiesto la conferma dell'email con cambio password, ieri bloccato di nuovo, con richiesta del numero di telefono. Mi pare abbastanza stupido, visto che sono un pirla qualunque (FSettemezzo) nel maremagnum di tui tter. Tra l'altro, rispetto alle motivazioni che adducono, è parzialmente insensato: solo se avessi fregato l'identità a diversi account e gli dessi sempre lo stesso numero mi beccherebbero. In caso contrario al fake verrebbe dato il modo di bloccare, lui, l'utente vero. Non sanno (o non figurano di sapere) a priori il mio numero di telefono, visto che per la registrazione era sufficiente un indirizzo di posta elettronica.

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  15. Non sono su Twitter e se anche vi aprissi un account mi servirebbe un'infinità di tempo, temo, a farmi un bel gruzzolo di followers.

    Però linkerò sul mio profilo Facebook OGNI futuro post di Orizzonte48, anche commentando o invitando alla lettura.

    Non siamo demotivati, Presidente. È una questione statistica: la grandissima parte dei nostri conoscenti, contatti e followers è costituita da piddini i quali, poiché sanno di sapere, cestinano ogni nostro suggerimento o, face to face, si rivelano formidabili muri di gomma. Sappiamo chi ci legge, insomma...

    Su Facebook mi danno credito o almeno leggono senza pregiudizi solo i miei ex alunni (rectius, il 20% di loro), ovvero giovani che, in quanto tali, devono ancora diventare dei deficienti come gli esemplari del loro prossimo adulto/erato/ero.

    Poi, vedo che il 25% di quel 20% si salva... Un po' lento, come schema Ponzi, ma tant'è, e io non desisto.

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    1. Luca io ho aperto un account twitter (ci vogliono due minuti) a questo scopo. Non volevo averlo ma adesso serve. Quindi, se posso permettermi, aprirlo. Non serve avere followers, serve farsi sentire. E' poco ma se non siamo disposti neanche a questo minimo è gia persa.

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    2. Commento di nitida comprensione del post e del frangente che lo ha generato. Grazie

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    3. Già fatto.
      Non conoscevo i meccanismi di Twitter (che mi faceva schifo), ma qualcuno mi ha spiegato che la "voce" si sente anche senza followers.

      Però segnalo anch'io: NON PASSANO i tweet che contengano link a Orizzonte 48!

      (Ma perché qualcuno di noi riesce a linkare?).

      Presidente, se posso... Io desistente e pessimista lo sembro soltanto. Dal 12 settembre a stamane ho già utilizzato 2 ore per classe ad accennare alcuni temi trattati qua... Non si senta più solo di quanto non sia (e non molli!).

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    4. Al momento per twittare un link è sufficiente che al posto di orizzonte48.blogspot.IT inserisci .com (basta riscrive "it" con "com" sulla stringa copia/incollata).
      No, non mi sento solo: tutt'altro.
      Da quando il blog è sotto censura su twitter i contatti sono a livelli record.
      Ma questo perché si combatte. Ovunque e comunque. In prima persona

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    5. Solo a titolo informativo, ad adiuvandum: a me (versione "mobile") non compare l'avviso riportato da altri, ma una nuova finestra di scrittura messaggio, con la frase in rosso "Ops... L'hai già twittato".

      Questo, solo se linko Quarantotto.

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    6. Nun c'è limite alla teratologia umana...

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  16. Il comportamento di twitter potrebbe anche (è un mio maligno pensiero) esser legato a questo
    Ovviamente chi decide che la notizia sia 'falsa' e non divulgabile sono sempre ESSI.

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    1. In questo caso, se si giocasse regolarmente, tutto il PD verrebbe censurato.

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  17. Questa è la prima buona notizia della giornata. Intendiamoci: quando parte la censura diretta, ossia quando il censore ritiene che la scelta migliore a sua disposizione sia quella di oscurare le idee del censurato, significa che è già con l'acqua alla gola: è una lampante ammissione di impotenza da parte sua. Tu dirai: ma in fondo mi leggono in pochi. E quello dice: I tanti, all'inizio, sono sempre i pochi. Tuttavia, il mio ottimismo finisce qui per oggi, e ora, con permeismo metodologico, vi spiego il perché.

    Ero in giro e mi è capitato di parlare con un laureando in scienze politiche (che non conoscevo prima). Cadendo il discorso sui temi del blog, butta giù tutti dei distinguo sulla sovranità formale secondo il diritto internazionale, sul fatto che disporre della sovranità monetaria non implichi non avere sovranità fiscale, sul fatto che per lui il principale concorrente commerciale dell'Italia è la Francia e non la Germania perché siamo troppo poco competitivi rispetto ai tedeschi. Già ero molto poco ispirato per via dei cazzi miei - apro parentesi: se qualcuno di voi dovesse avere dei link seri sulla propaganda orwelliana che si rifacciano allo stesso Orwell o a qualche suo improbabile epigono (penso a Chomsky, per dirne uno), sul tema del panopticon o sulla società dello spettacolo, farebbe cosa buona e gradita (a me) se potesse gentilmente segnalarmeli; la ricompensa consiste in un bacio dell'anello al goofy5 -, ma la sua domanda che alla fine mi ha steso è stata la seguente: « Ma cosa intendi tu per principio lavoristico? » (ho risposto laconicamente articolo 3, comma 2 della nostra Costituzione, magari sbagliando tecnicamente, ma è sbagliando che si impara e a me in questo momento interessa l'efficacia più della forma).

    Questi poveri coetanei miei sono sistematicamente addestrati alla piddinitas ("so di sapere") e alla compartmentalization gnoseologica, o per dirla con Costanzo Preve, sono incapaci di pensare alla totalità (ad esempio, al fatto che politiche monetarie, valutarie e fiscali debbano, anzi devono essere coordinate, la butto lì, per perseguire politiche ritenute socialmente desiderabili, magari enunciate in quei principi fondamentalissimi che sono un programma e non un'esercitazione poetica da scuola elementare o da concorso di Miss Universo). Tutte queste cose, però, non gliel'ho dette certamente così, perché ero con la testa da un'altra parte, ergo poco lucido e molto demoralizzato.

    Sto maturando sempre più la convinzione che l'Italia nostra non sarà da ricostruire. Sarà da rifondare, con i bei materiali di una volta marchiati Basso, Mattei, Calamandrei, Moro, Gramsci, Caffé e compagnia bella. E pur probabilmente cadendo - quantomeno consapevolmente, che già non è poco, specialmente di questi tempi oscuri - nel "mito della radicalità" (terminologia de Il Pedante), oggi voglio persuadermi che tutto ciò è realizzabile, non in tempi brevi, siamo d'accordo, ma pur sempre realizzabile. Ed è bello essere illuminati dal "raggio di fede" di merighiana memoria, « che non sarà una gran fede nelle nostre modeste possibilità scientifiche, ma sarà però, ed è, una grande fede nella nostra missione di medici e di organizzatori socialisti ». E che cazzo (al posto degli applausi)!

    P.S.: scrivendo l'ottimismo si è fatto strada nelle parole. Mi scusino lorsignori per la lieve imprecisione iniziale.

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    Risposte
    1. Sul PS: l'avevo notato (dell'ottimismo che si faceva strada).
      Scrivendo hai messo a frutto ciò che era sedimentato, da qualche parte, in anni di lettura. Questo è esattamente il procedimento cognitivo della fenomenologia. Quindi mi dai una grande soddisfazione.

      Ah, se tutti i "giovini" fossero come te!
      Ma, in essenza, puoi essere un apripista. Il futuro è "vostro".

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    2. A proposito: è giusto l'art.3 comma 2, ma sempre in connessione e integrazione reciproca con l'art.1 (che più esplicito, sul principio lavoristico, non potrebbe essere) e il 4 (La Repubblica riconosce a tutti i cittadini IL DIRITTO AL LAVORO E PROMUOVE LE CONDIZIONI CHE RENDANO EFFETITVO QUESTO DIRITTO).

      Ma hai fatto bene a fermarti lì: magari censurano anche gli artt.1 e 4 non facendoli più comparire su libri e documenti on line. Misteriosamente.

      Sul 3 comma e, occorrono alcune precisazioni di aggiornamento: altrimenti, non si comprende perché (ESSI) oggi lo irridano senza preoccuparsene troppo...

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    3. A mo' di esempio su come funziona la mente umana: « Il futuro è "vostro" » mi ha fatto venire in mente il titolo di un lavoro di Diego Fusaro, "Il futuro è nostro", che pur non ho mai letto; poi mi sono ricordato del video di presentazione di Minima Mercatalia, un suo altro libro che altresì non ho letto, svoltasi insieme a Costanzo Preve in non so quale libreria qualche anno fa. Ad un certo punto Preve dice qualcosa sul rivalutare il pensiero di Vico, e Fusaro - in uno dei rarissimi momenti, forse l'unico, in cui l'ho visto fare battute di spirito -, esclama: « Bentornato Vico! », richiamandosi al titolo del suo "Bentornato Marx", di cui ho letto solo l'incipit, non per disistima nei suoi confronti, ma per mere ragioni di tempo. Tutto questo in the blink of an eye.

      Conclusioni provvisorie:
      - lo stream of consciousness lasciamolo a Joyce, che Orwell definiva, in merito allo stile, il miglior scrittore della sua (di Joyce) generazione;
      - conosco i titoli dei saggi filosofici che compongono l'opera omnia di Fusaro senza averne mai letto uno (magie della propaganda e prova provata di quanto poco occorrerebbe per creare consapevolezza di massa: basterebbe avere la Rai chiavi in mano; l'intoppo è che prima bisogna "prendere il potere" [ma se non fossero dei cialtroni quali in effetti in gran parte sono, la privatizzerebbero prima che tale condizione si verificasse (non che ci voglia molto a ricostituirla, tra l'altro)]);
      - tante parentesi in fila come nel capoverso precedente non le vedevo dai tempi del liceo;
      - ho una memoria straordinaria per ricordarmi i dettagli delle cose più insignificanti, ma quando si tratta di ricordare cose importanti, che pur mi sforzo di tenere a mente, non c'è verso (ma questo già lo sapevo).

      Ora attendo con ansia un profiler di Blogspot per vedere cosa azzecca su di me dalle informazioni che gli ho appena lasciato. Se azzecca qualcosa, potrebbe lavorare nella Rai della città futura (Gramsci, mentre l'Italia Futura rimanda, mi sembra, a soggetti che ora preferisco rimangano sfocati sullo sfondo).

      L'art. 3 comma 2 l'avevo citato, a voler essere sinceri, anche con un secondo fine: dire che era stato scritto da Lelio Basso in formulazione indipendente - perché era troppo impegnato nella vita di partito all'epoca per accettare l'invito in convento di Giorgio La Pira per poterne discutere insieme, sebbene alla fine La Pira avesse presentato una proposta molto simile alla sua nella forma nonché nella sostanza.

      P.S. (mi è sempre piaciuto inserirli): "giovine" con una precisazione: quando mi chiedevano cosa volessi fare da grande, io rispondevo placidamente: « Il pensionato! ». Beata ingenuità! Chissà cosa avrebbe detto von Hayek...

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  18. Sono anch'io un lettore silente. Confermo che per il blog è tutto regolare.

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  19. Non so se è rilevante, sono una follower passiva ma assidua, seguo sempre solo lo stesso gruppo ristretto ed omogeneo di persone ma twitto poco. Ieri il mio account Twitter è stato hackerato ( o quanto meno, ho ricevuto un'email di notifica di cambio password ma io non avevo cambiato nulla), anche se non mi sembra che sia stato cambiato né postato nulla di nuovo a nome mio. Ho poi cambiato nuovamente la password e adesso tutto sembra a posto, ma mi domando se la stessa cosa sia successa ad altri follower.

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  20. Attenzione anche a questa: - "PRIMA L’ALLERTA di Save The Children, ieri quella della Fondazione Terre des Hommes, attiva su vari fronti per la prevenzione della violenza sui bambini: “Includere nella definizione di cyber bullismo fatti decisamente gravi, ma che ineriscono la vita degli adulti rischia di depotenziare lo spirito della legge”. Il riferimento è al ddl sul cyber bullismo discusso martedì. Il testo è stato fortemente modificato rispetto a come era stato formulato e approvato in Senato: la platea della legge allargata anche ai maggiorenni e modifiche che lo hanno reso una sorta di bavaglio per il web." - La notizia citata è sul Fattoquotidiano di oggi. Un commento autorevole è qui.

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  21. Su tweeter fui bloccato qualche mese fa, per cui dovevo venire qui al blog per rilanciare i contenuti. Tutto ha funzionato bene fino all'altro ieri.
    Per ora riesco a fare il retweet di vecchi link al blog, oppure riesco a far passare il link all'articolo attraverso il mio blog.

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  22. Buonasera,Le comunico che con il dominio .com i link su tw li posto,ma non ricevo piu' le sue notifiche

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    1. E infatti questo è il problema: per il mio account, come pure per quelli di tutti coloro che, con entusiasmo e passione commoventi, retwittavano costantemente i links al blog.
      In pratica, è come se si fosse voluta disarticolare una "rete" di comunicazione e visibilità di "certi" contenuti, adducendo le più varie scuse (che avrebbero contenuti offesivi o conterrebbero spam o che sarebbero "unsafe" etc...)

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  23. Buonasera Presidente. Anche io leggo bene il blog,.
    Ora tentero' con twitter(che non so usare). Vedro' cosa riesco a ..combinare(???????).
    Buona serata

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    1. Bruna, ognuno fa quello che si sente di fare.
      Conosco già la tua instancabile e coraggiosa opera svolta su FB. E anche il resto dell'impegno e della costante attenzione che metti nella tua personale azione di "democrazia vivente"....

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    2. La ringrazio. è sempre comunque poco. Vorrei essere in grado di potere fare di piu' e meglio. Ho provato a mettere il link e mi dà questa risposta: "Questa richiesta sembra essere automatica. Per proteggere i nostri utenti da spam e altre attività malevole, al momento non possiamo completare questa azione. Per favore, riprova più tardi." Lascio agli esperti le conclusioni,. anche se a me pare un " boicottaggio organizzato". Comunque riprovero'

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  24. Quando twitto un suo post vengo bloccato , mentre il blog si legge bene come sempre. Tanti Saluti

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  25. Mi sono appena iscritto su Twitter e anche a me viene questa scritta:Questa richiesta sembra essere automatica. Per proteggere i nostri utenti da spam e altre attività malevole, al momento non possiamo completare questa azione. Per favore, riprova più tardi.
    Ciao Quarantotto spero sia solo un problema tecnico

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    1. sostituite il dominio .it con il dominio .com e per ora funziona

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  26. Le comunico che con il dominio .com riesco a tw il link diretto,ma continuo a non ricevere le notifiche se menzionato dal suo account tw
    Chomsky su twitter:
    Cosa pensa di Twitter, in cui si hanno 140 caratteri a disposizione per dire qualcosa?
    Me ne ha parlato Bev Stohl, un mio collega al Mit. Ricevo una tonnellata di email, e sempre più spesso i messaggi sono domande o commenti di una frase, a volte così brevi che stanno nell’oggetto della mail. Bev mi ha fatto notare che è appunto la lunghezza dei messaggi di Twitter. Se si analizzano questi messaggi si nota una certa coerenza: danno l’impressione di qualcosa che è stato appena pensato. Magari cammini per la strada, ti viene in mente un pensiero e lo twitti. Ma se ti fermassi a pensarci per due minuti, o facessi un minimo sforzo per riflettere sull’argomento, non lo invieresti. A dire il vero, sono arrivato al punto che a volte mando una lettera solo per dire che non sono in grado di rispondere a una domanda di una sola riga.(da Sistemi di potere ,cap sesto schiavitu' mentale)

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    1. E infatti, se ci pensi, qua stiamo parlando di contenuti che eccedevano il pensierino in 140 car. per definizione: il link ai post di questo blog. Nun se po', evidentemente

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    2. perdoni parte doppia del commento,ma la prima volta che ho postato mi ha dato "errore di collegamento al server" e credevo non fosse andato a buon fine (ne ha poi inviato solo una parte)

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    3. infatti,in questo caso la sua funzione di cinguettio la svolgeva fin troppo bene e TAAAAAAC (cit Il Pedante)

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  27. Sono anch'io una lettrice assidua ma silente, utilizzo Twitter per seguire le notizie in tempo reale, ho segnalato "l'errore" al supporto.
    Il mio profilo è privato e con zero follower, posso renderlo pubblico, per questo lasso di tempo, postando link agli articoli.

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    1. Confermo: sostituendo il dominio .it con il dominio .com nel link del sito, il tweet non viene bloccato.

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  28. Mi scuso per il post doppio, confermo che sostituendo .it con .com, il tweet non viene bloccato, si può arginare la "censura"!

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  29. Internet non è il web, e il web non sono i "social network".

    In linea di principio non ci sarebbe da agitarsi, visto che sono degli algoritmi ad individuare quella tragedia nelle comunicazioni digitali che sono i "bot".

    D'altronde, gran parte del traffico di rete globale è generato da "bot", software che devono generare profitto direttamente o indirettamente.

    È evidente che l'attività di segnalazione tramite link in Twitter ha incontrato una "regola" per cui chiunque ha linkato orizzonte48.blogspot.it è stato segnato come sospetto "bot": quindi deve dimostrare di essere umano e di non essersi fatto hackerare il proprio account a fini di pubblicità/truffa/ricatto.

    Tutto tecnico ed impolitico...

    C'è solo un punto: i domini *.blogspot.* appartengono a Google.

    Che, effettivamente è pericolosissimo - lui - essendo al centro del Panopticon: ma spam e virus dalla sua piattaforma... ecco. Dovrebbe pensarci lui a gestire attività sui suoi account.

    Questo è curioso: che finisca nella blacklist un dominio *blogger.*

    Notare: l'asterisco è un jolly: linkate .com .ch .fr .uk .jp

    Comunque: anche se si venisse censurati per motivi politici, potrebbe essere facilmente camuffato da motivi tecnici e non ci si può appellare a nulla: non si conta nulla come clienti e non si conta nulla come soggetti dotati di personalità giuridica: Twitter non esiste. Non esiste Google. Non esistono più neanche i fornitori di servizi pubblici.

    Se ti lamenti con il tuo operatore telefonico, ti fanno prima parlare con una macchina, e, se sei proprio fortunato, parli con un povero cristo che è pagato per prendere insulti.

    Ecco: Google, Twitter, Facebook (partecipato ab origine dalla CIA) non fanno "un servizio pubblico".

    Sono organizzazioni privati che fanno qualcosa aggratis...

    Aggr.. ehm.

    Se ho un account Google, purtroppo, è perché dopo un po' che seguivo Alberto e Quarantotto, mi sono rotto le scatole di non poter partecipare alla discussione.

    Pace.

    Chi ha riflettuto meglio su questo problema pare essere stato Il Pedante (e lui e i suoi consulenti sanno perché).

    Francamente non credo che si tratti di una forma diretta di "censura": ma è sicuramente un'occasione di riflessione e di non dar per scontato cosa sia il cyberspazio.

    Ricordiamoci che i resistenti sotto il fascismo non scrivevano grazie ai proprietari dei giornali di allora.

    I socialdemocratici se li stampavano da sé i volantini...

    È necessario prendere coscienza che bisogna essere indipendenti anche a livello digital-tecnologico, e che questo spazio - come è ben evidente negli ultimi anni in geopolitica - fa parte della "realtà", non del "virtuale".

    Chi non è un personaggio pubblico, dovrebbe imparare il valore dell'anonimato.

    Potrebbe succedere che i giganti del web filtrino in senso totalitario le comunicazioni: bisogna essere un minimo preparati.

    Fin tanto che daremo il numero di telefono e tutta la lista degli affari nostri - a partire dalla rete di relazioni - all'oppressore, nessuno si preoccupi perché non ci sarà alcuna censura.

    Per non incorrere in sanzioni non è necessario conoscere né tutti i segreti della matematica né tutti quelli della crittografia: basta scrivere cose intelligenti.

    Così i fascioglobalisti non le capiscono. :-)


    (L'anonimato è fondamentale! La prima cosa che fanno le HR ai colloqui di lavoro è cercare l'attività sui social network dei candidati. Le cazzate che i vostri figli pubblicano a 15 anni su FB, rimangono!)

    (Comunque, in generale son coincidenze: pensa che settimana scorsa il mio profilo pubblico è stato visitato dagli USA. Ma la cosa curiosa non è stata tanto la bandierina d'oltreoceano: è stata che l'indirizzo di provenienza era proprio Washington DC.
    Mi piacerebbe pensare che magari Obama si fosse svegliato con l'idea di farsi fare una consulenza sui trattati di libero scambio... gli chiederei sicuramente un modesto cachê)


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    1. I fatti e gli effetti complessivi che ne sono conseguiti, stanno un po' diversamente, in questo caso. Che NON si tratti di una censura, indotta da mani italiane sulla tastiera, è difficile dedurlo, conoscendo i fatti complessivi. Ma ne parliamo in privato...

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    2. Ops... non mi sono firmato.

      Leo Strauss

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    3. Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.

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    4. utile a proposito la lettura del libro "Codice libero" di Sam Williams,racconta la crociata di Richard Stallman per il software libero,lo si trova in rete (chiaramente con licenza GNU)

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    5. @bazaar osservazioni interessanti quelle sul cyber spazio. Sull'anonimato in campo politico-virtualreale non sono d'accordo. Sebbene viviamo in un sostanziale 1984, io credo che sia bene firmarsi col proprio nome e cognome perchè non farlo significherebbe accettare una condizione di sudditanza e, aggiungo, di irrilevanza: che valore e che potere può avere la voce di tanti anonimi che si sfogano sulla tastiera?

      Non voglio farla facile, capisco che per alcuni l'anonimato può essere una necessità, anche in riferimento al proprio lavoro, tuttavia continuo a pensare che si tratta dell'accettazione (inutile) di una condizione paradossale in cui coloro che dovrebbero nascondersi a causa delle loro azioni stanno alla luce del sole e coloro che dicono o fanno cose giuste debbono nascondersi.

      Comprendo anche l'utilità dell'anomimato, degli pseudonimi in campo letterario o letterario/politico se vogliamo, per mantenere il necessario distacco (carico però di empatia) e protezione, a volte utili, e in questo campo ascrivo quello di Quarantotto che comunque sappiamo tutti chi è.

      Ma anche in questo campo ci sono autori che hanno scritto coraggiosi libri o fatto film politici senza ricorrere all'anonimato, penso a Sciascia, ad esempio ( se penso a certi libri di Sciascia e Orwell o a certi film di Petri, Rosi, Loy degli anni 60/70, il paragone con quelli dei giorni nostri, in cui si attuano le loro intuizioni, è stridente ).

      Quello che più temo è l'indifferenza dei cittadini, l'irrilevanza, o meglio, il non raggiungimento della rilevanza che meriterebbero certi discorsi.

      Per questo dico, scherzando, che se si teattasse di censura sarebbe già un gran risultato. Censura, certo possibile: con riferimento a Facebook mi sono sempre chiesto secondo quale criterio vengono selezionati e messi in evidenza ( a volte mi sembra anche occultati ) i post.

      Alberto Monaco

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    6. Complimenti per la perfetta inquadratura.

      Carl Schmit

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    7. @Alberto Monaco, no, sono daccordo con @Bazaar, la *possibilitaà* di essere anonimi va difesa con le unghie e con i denti, è fondamentale e lo diventerà sempre di più, e per questo sarà sempre più sotto attacco da parte di ESSI.
      http://www.zerohedge.com/content/zero-hedge-manifesto
      https://www.eff.org/it/issues/anonymity

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    8. Bisogna intendersi su cosa significa "anonimato on-line": in molti casi basta e avanza la polizia postale a risalire all'identità dietro uno pseudonimo. Al livello successivo abbiamo i servizi segreti (anche quelli privati), a cui è molto difficile sfuggire. Poi tenete presente che tutto il traffico dati di Internet passa attraverso apparati di rete di pochissimi produttori.

      Lo scopo principale dell'anonimato on-line di basso profilo è proprio quello indicato da Bazaar nella penultima nota fra parentesi: sfuggire a quella diffusa rete di polizia del pensiero costituita "volontariamente" dalle tante scimmiette ammaestrate dal sistema. Un esempio fra tanti sono i cacciatori di teste, HR, indicati da Baazar; ma potrebbero essere i vostri parenti o i vicini di casa o un estraneo che comincia a perseguitarvi on-line —o anche off-line— perché detesta ciò che siete e esprimete.

      Quanto a Facebook ha di nuovo ragione Bazaar: è praticamente un'auto-schedatura di massa, gli risparmiate l'assunzione del personale necessario a creare e tenere costantemente aggiornato un dettagliato database di profili, comprensivo di reti di relazioni sociali (perché francamente che sia utilizzato "solo" per scopi commerciali mi pare una colossale panzana).

      Ma quelle informazioni, che alcuni di voi forniscono generosamente all'intera platea di utenti di FB o persino del web (complici impostazioni di sicurezza poco utilizzate dai meno esperti/sensibili a queste problematiche), potrebbero interessare anche a dei ladri, che, ad esempio, hanno appreso che siete appena andati in vacanza e, dalle foto pubblicate, che in casa avete dei quadri di pregio e dalle indicazioni del profilo e sempre dalle foto, hanno individuato esattamente dove abitate.

      P.S. per Quarantotto: solo per curiosità e se non implica perdita di tempo accertarlo, il mio precedente commento a questo post non è pervenuto, è finito accidentalmente nella cartella dello SPAM o hai ritenuto opportuno non pubblicarlo?

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    9. Sì, al di là della subcultura geek - cosmopolita ma a baricentro USA, in cui spesso non viene colta la differenza tra anarco-capitalismo e comunismo - a cui si rifà Massimiliano (Stallman è stato uno dei primi ad annusare il neoliberismo in formato digitale, e le licenze GNU sono la Costituzione rigida del mondo digitale), mi rifaccio semplicemente ai principi - per via analogica - presenti negli artt. 48 e 49 Cost.

      Art. 49:

      « Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale »

      Grazie a M.S. Giannini e a Lelio Basso viene messo in rilievo che la partecipazione politica - reale, ovvero quella nazionale - avviene tramite partiti: il movimentismo all'americana non è politica.

      È cosmesi in cui si confonde facilmente la differenza tra politica e politicamente corretto.

      Un altro conto è l'informazione, la discussione e, fiore all'occhiello, la divulgazione scientifica. Che è il nostro caso.

      Art. 48:

      « Il voto è personale ed eguale, libero e segreto. Il suo esercizio è dovere civico. »

      Non facciamo i liberisti: senza segretezza non c'è libertà di opinione.

      Libertà è possibilità di scelta.

      È una questione di educazione all'uso della piazza virtuale che comporta la pubblicazione di informazioni reali che diventano merce.

      E neoliberismo significa politica-merce.

      Ogni caso, poi, è diverso: per la stragrande maggioranza l'anonimato dovrebbe essere il coraggio dell'umiltà.

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    10. No, nessuna spammatura e nessuna ragione per non pubblicare i tuoi appropriati commenti. Boh...Tutti sono stati pubblicati nel marasma del rispettivo arrivo.

      Piuttosto ti rinvio ai commenti nel post successivo (molto goofynomico) e al primo intervento di Flavio
      http://orizzonte48.blogspot.com/2016/09/la-costituzione-democratica-keynesiana.html?showComment=1474622367114#c8961208400114023197

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    11. @enrico: la possibilità dell'essere anonimi è per me fuori discussione, come ogni libertà: io mi riferivo all'opportunità e all'utilità dell'anonimato, anche perchè, come ha detto @correttore di Buozzi siamo già probabilmente tutti schedati: io facebook lo uso come se fosse una piazza o una pubblica via, anzi, una sorta di Hyde park corner perchè per lo più pubblico pensieri o post di natura politica o culturale e praticamente mai foto o racconti privati (che non vuol dire intimi, perchè credo che intimo sia ogni cosa che coinvolge il nostro pensiero e le nostre emozioni, come quello che si legge in questo blog): in questo sono d'accordo con Bazaar, il virtuale è reale e proprio per questo cerco di agire nello stesso modo. Il voto è segreto ma la libertà di opinione è proprio libertà di esprimerla anche e soprattutto alla luce del sole, senza essere costretti a nascondersi nei vicoli della città, negli angoli di una stanza e guardarsi continuamente le spalle, come in 1984.

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    12. Alberto: non vorrei essere frainteso, ho cercato di chiarire quale è l'utilità dell'anonimato in rete, non ho affermato che è inutile.

      Facebook NON è una piazza o una pubblica via: fino a non molto tempo fa ciò che dicevi in pubblico rimaneva nella memoria di chi era presente in quel momento, se non eri un personaggio pubblico (se lo eri c'era la possibilità che qualcuno ti registrasse, ma in modo molto evidente).

      Oggi ciò che scrivi on-line non solo è accessibile ad una vasta platea, potenzialmente mondiale, ma rimane accessibile per un tempo indefinito (se non lo cancelli), e, cosa più importante, risulta recuperabile da chiunque effettui delle ricerche sulla tua persona, con un comune motore di ricerca.

      Non è una differenza da poco e proprio perché tutto ciò è molto reale (nonostante la fuffa del "virtuale" che non è reale) ha delle conseguenze reali.

      La diffusione di telecamere incorporate in telefoni cellulari ed altri dispositivi portatili ovviamente cambia questa situazione: in qualsiasi momento qualcuno potrebbe registrare ciò che dici in pubblico e successivamente diffonderlo, senza che tu ne abbia necessariamente cognizione. Questo è un problema ulteriore, ma non è un buon motivo per non tutelarsi con un po' di sano anonimato.

      Naturalmente tutto ciò, per forza di cose, non vale per chi diventa personaggio pubblico.

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    13. Avevo compreso ciò che intendevi. Ti avevo citato solo in riferimento all'idea, che condivido, che siamo probabilmente tutti schedati e controllati da motori di ricerca, social ntw, servizi segreti, ecc. per vari scopi, commerciali, politici, ecc
      Questi problemi che sollevate sono sicuramente meritevoli di attenzione, riflessione, preoccupazione, così come penso sia giusto preoccuparsi dei problemi opposti: la cancellazione o correzione di pensieri, articoli, notizie: esattamente come in 1984, che mi dispiace citare sempre, è che lo trovo calzante e illuminante, con la sua lucidità, la sua poesia ( il nome Quarantotto mi piace anche perchè contiene Ottantaquattro, oltre al riferimento alla nostra Costituzione e al possibile riferimento a moti di ribellione, pacifici).
      Tuttavia, io cerco di porre sempre la stessa attenzione ciò che dico, a prescindere dal fatto che venga registrato da uno strumento, di qualsiasi natura, o dall’orecchio di chi mi ascolta. Mi preoccupo di ciò che dico nel senso di cercare di esprimere idee pertinenti, giuste, non offensive e che rispecchino sinceramente il mio pensiero. Non mi preoccupo di chi mi ascolta ( di nascosto o meno ).
      Posso nel tempo contraddirmi, cambiare idee ( si spera in meglio) ma, anche in questo caso, penso che il modo migliore per difendersi da eventuali contestazioni, sia avere espresso queste idee sinceramente e apertamente. In fondo cos’è questo blog stesso, con tutte le decine di articoli di Quarantotto e di bellissimi commenti, se non una memoria, una registrazione di pensieri, di un’evoluzione di pensieri, di una reazione.
      Certo mi preoccupo e contesto l’enorme concentrazione di potere dei motori di ricerca, social, media e mi preoccupo dell’uso che possono farne; è chiaro che se il nostro vivere comune si fosse sviluppato secondo buon senso, ciò non doveva accadere, in nessun campo dell’agire umano.
      Ma non voglio ingigantire questo problema e questo loro potere nascondendomi ma anzi depotenziarlo con l’indifferenza; senza con questo voler contestare alcunché a chi preferisce restare anonimo o essere presuntuoso, perchè in questo blog resto un lettore e se ho scritto più del solito è perché si tratta di un tema sul quale ho più volte riflettuto.

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  30. Deep off topics... o forse no

    Sto vedendo in diretta su La7 Travaglio contro Renzi...
    Il Presidente del consiglio ha definito Camera e senato come due assemblee di condominio!!!! Pazzesco. Travaglio (che da perfetto "castacriccacorruzionista" non mi è' mai piaciuto) sta asfaltando Renzi sulla riforma costituzionale e mi chiedo: perché il presidente del consiglio è andato lì a fare la figura del deficiente? Tutto un teatrino? O è davvero alla canna del gas?

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  31. Buonasera Presidente. Prima di tutto massima solidarietà a Lei e, indirettamente a tutti noi, per quanto accaduto. Paradossalmente, suona come un riconoscimento della qualità del Suo lavoro di divulgazione.
    Le segnalo che le Sue notifiche continuano a non pervenire.
    Detto questo, credo che non vada trascurata l'opzione azione giudiziaria contro Twitter. Questo, sia sotto il profilo contrattuale per inadempimento al contratto atipico di utenza (che è pur sempre sorretto da un sinallagma) che sotto il profilo aquiliano per la lesione della Sua immagine derivante dall'accostamento di questo blog alla definizione di spam.

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  32. Ho provato a twittare questo articolo ma non ci riesco perché da errore e non parte il tweet.
    Posso raccontare la mia esperienza personale su Facebook. Fino a qualche settimana fa mi era impedito postare dei link a commento di altri post; non era neanche possibile fare copia e incolla di un mio stesso testo, potevo solamente usare la tastiera.
    Non so per quale motivo, forse perché sono un forte sostenitore del NO alla riforma costituzionale.

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    1. Riporto il link alle regole di Twitter tra le quali si elencano esempi di comportamenti che loro possono considerare come spam.
      https://support.twitter.com/articles/93870

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  33. Sottolineo anch'io quanto osservato da altri: 140 caratteri sono idiozia (le battute brevi di Quarantotto e Bagnai hanno un intero blog più una vita di studio e professione alle spalle, non sono solo battute brevi).

    Ma appunto, i link... altro che 140 caratteri!

    Mi fa vomitare Twitter, ma lo userò UNICAMENTE quale veicolo e amplificatore, solo linkandovi i post dei succitati e di Giacché e del Pedante.

    A questo proposito, poiché ad oggi è zero la mia conoscenza di un medium che mi fa ribrezzo, chi mi sa dire come si rende pubblico un account privato, senza che perda tempo a scoprirlo da me?

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    1. https://it.answers.yahoo.com/question/index?qid=20120519105006AA5Vp4Z istruzioni,roba di 10 secondi

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  34. Ho fatto una ricerca veloce su tweetter per vedere che nei giorni scorsi qualche account strano non avesse spammato il link, ma mi sembra di non aver notato nulla.
    Qualcuno ricorda se nei giorni scorsi vi fossero stati twit provenienti da account sospetti?
    La mia ipotesi è che l'autore dell'attacco possa avere utilizzato dei bot per far scattare le protezioni automatiche di twetter.

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  35. Il blog non da alcun problema, ma non posso lanciare tweet con link ai suoi articoli.
    Reetwitto tutto quello che riesce ad arrivarmi relativo a lei e al suo stupendo lavoro, ma non ho ancora capito cosa riesce a passare e cosa no.
    Io sono preoccupato, situazione assurda.

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  36. Come gia scritto sopra anch'io ho verifitato che il link su twitter si può spedire sostituendo il .it con il .com .

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  37. Caro Quarantotto, queste sono soddisfazioni ;))

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  38. Preciso che quelli di questo blog sono per me chiaramente tutt'altro che sfoghi ma contributi illuminanti che ammiro.

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  39. Interessante, vengo a scoprire ora che il fenomeno del shadowban pare sia tutt'altro che una novità in Twitter

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  40. Sono un assiduo frequentatore del blog, sul quale ho qualche volta commentato, e pur avendo sempre diffidato di twitter in quanto strumento più adatto a slogan propagandistici che a ragionamenti approfonditi, penso anch'io di aprire un account al solo scopo di rilanciare i contenuti del blog. Oggi più che mai, questo spazio di informazione e di riflessione, mi sembra un imprescindibile avamposto per quei pochi italiani che ancora credono nella nostra costituzione e si oppongono come possono al dilagare del morbo neoliberista, eurista e autorazzista (in proposito, segnalo a chi non lo avesse visto il terribile pezzo di Crozza di martedi scorso, nel quale viene ridicolizzata la polemica - certamente stumentale - di Renzi contro Merkel e Hollande, riprendendo tutti i peggiori luoghi comuni antitaliani, dal debito pubblico alla corruzione 'percepita', per ovviamente esaltare le qualità di rigore e serietà del grande popolo tedesco, il tutto nel tripudio del pubblico in studio e del conduttore Floris).

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    1. Mi permetto di dissentire. Twitter è un ottimo strumento, molto più efficace di altri. Abitua all'estrema sintesi e ciò lo rende efficacissimo. Ci sono dei veri maestri che con poche parole aprono squarci immenso di pensiero. Lo frequenti senza pregiudizi e vedrà. Chiaramente si tratta di una compagnia privata, per cui ci si sottomette a condizioni e termini imposti unilateralmente. Ma questo vale per tutte le piattaforme social , non esistendo una presenza pubblica in questo (e visto quanto sta succedendo ora con lo shadowban chissà che quella di una piattaforma pubblica che garantisca libertà di espressione non possa essere una nuova frontiera di lotta) . Saluti (su twitter: @stat_wald)

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  41. Doveva succedere prima o poi. Twitter è una azienda privata. Le alternative che si basano su software libero ci sono, usiamole
    https://directory.fsf.org/wiki/Collection:PRISM#Social_networking

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  42. io la vedo come una cosa positiva: se veramente ci censurano vuol dire che abbaimo raggiunto la massa crtica del dissenso. Come ben sai nei disegni di controllo del potere i centri di dissenso sono ben visti, si può sempre cercare di di controllarli o infiltrarli o frammentarli. Se destiamo preoccupazione,parlo di orizzonte ma anche di asimmetrie gooofy etc, vuol dire che stiamo incendiando la società

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  43. Io non commento mai e un po' me ne vergogno. Seguo assiduamente il blog e grazie a lei, Bagnai, IlPedante, Lameduck, VdE, VdG mi tengo a galla. E tengo a galla la mia famiglia.
    Purtroppo non so come aiutarla con Twitter, non lo uso. Ma non demorda, non molli, tenga duro e non ci abbandoni!

    Grazie di tutto.

    Danilo.

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  44. Buongiorno,
    anch'io sono un lettore silenzioso.
    Non ho problemi di nessun tipo ad accedere al blog,
    su twitter ho un account che uso pochissimo, ma ho twittato i link degli ultimi 2 post ( ierinotte e da poco ) e retwittato il post di un altro lettore che si lamentava della situazione:
    non ho riscontrato nessun problema.
    Aprofitto per ringraziarla per i suoi scritti,
    la leggo regolarmente e anche se il tipo di linguaggio "giuridico" che qui spesso si usa mi risulta a volte ostico e quindi ( mi perdoni ) noioso,
    alla fine il giovamento che ne traggo praticamente sempre "vale la fatica"
    Grazie ancora

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  45. Ho provato a condividere su twitter l'ultimo post di Orizzonte 48 e twitter mi ha risposto che il link non poteva essere condiviso, ho sostituito il link diretto con un URL alternativo generato con tinyurl (da me solitamente utilizzato per condividere URL estremamente lunghi) e il tweet con il link "travestito" è partito.
    Mi sembra evidente che esista un blocco selettivo automatico nei confronti del blog di Orizzonte 48, il perchè lo dirà qualcun altro, l'uso di questi servizi come tinyurl (ma ce ne sono altri) sembra aggirare il blocco.

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  46. Che putiferio! Dunque: niente social, per scelta personale (io non ho un blog politico e ci tengo alla discrezione di basso profilo per vari motivi), non ho uno smartphone e la mia SIM non va su internet. Posso, come ho fatto, raccontare la storia sul mio blog dai lettori manzoniani, segnalare i modi per aggirare il bando - a proposito @Bruno spiegheresti meglio la cosa di tinyurl? - e via via i nuovi post.
    Augurando che tutto finisca per il meglio: tienici aggiornati.

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    1. Ti posso aggiornare subito: su twitter stanno bloccando (per contenuti offensivi o "automatici") quasi tutti quelli che ancora osano retwittare orizzonte48.

      Ma anche ove sbloccati, a seguito di procedure inquisitorie, molti di questi utenti, tra cui io, sono soggetti comunque a SGADOW-BAN: cioè i tweet non compaiono regolarmente nelle conversazioni e non vengono notificati ai follower. In pratica un azzeramento della loro visibilità e tracciabilità.
      Sono talmente numerosi quelli soggetti a questo trattamento che molti ancora non se ne sono accorti.

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    2. Per rispondere a @Pellegrina
      Tinyurl è un servizio on line di "URL shortening" cioè di abbreviazione degli indirizzi internet ( https://it.wikipedia.org/wiki/Abbreviazione_degli_URL ) che crea degli indirizzi brevi facili da copiare che hanno una funzione di reindirizzamento, cioè tu cerchi di connetterti all'indirizzo breve creato dal servizio di tinyurl che invece ti reindirizza all'indirizzo originale. In questo caso la funzione di abbreviazione e reindirizzamento funge anche da "mascheramento" nei confronti del filtro che blocca il reindirizzamento da twitter a Orizzonte48. Ma è più facile da fare che da spiegare collegati a http://tinyurl.com e prova o leggi la pagina di wikipedia di cui ho inserito sopra il link.

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    3. @Quarantotto: tutto tristemente normale, allora. Comprendo e condivido tutto il tuo sconcerto impotente davanti al sopruso: io sarei sull'orlo dell'infarto. Potrebbe nel frattempo essere utile visualizzare i tweet nella banda laterale destra del tuo blog? Certo è una soluzione parziale, ma se come dici i contatti sono aumentati nel breve termine qualcosa farebbe: se non altro testimonierebbe ciò che sta avvenendo e avvertirebbe più persone. Con la speranza che la cosa si risolva, immagino ci starete lavorando già.

      In generale, questo dà l'idea o forse l'antipasto di quanto potrebbe accadere nelle prossime settimane, non solo a te, ma soprattutto ai lettori. Servirebbe un aiuto informatico, probabilmente, un supporto se si verificassero difficoltà e una formazione, forse, per far fronte al tentativo di disattivazione della rete dei lettori mediamente sprovveduti come segnalava qualcuno credo su G. Ma non basta; e del resto non avrete aspettato me per pensarlo.
      P.S.: Se ci fossero altri account twitter da seguire, aggiorno il post.


      @Bruno, grazie della spiegazione.
      @Enrico: la tua è una buona idea, con il limite che per raggiungere gli ignari, che sono la maggior parte, serve ancora, purtroppo, andare a trovarli dove stanno, cioè sul T. Grazie però per aver segnalato questa possibilità: in prospettiva, davanti a fenomeni analoghi si potrebbe indicare ai lettori di twitter di seguire le segnalazioni su un'altra piattaforma.

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  47. Attention attention. Ho appena linkato questa pagina su twitter, senza alcuna conseguenza: il link si apre. Per precauzione ho usato "com" anziché "it" (ma io visualizzo "de", trovandomi in germania) e ho cancellato le lettere e i segni che, nel link, appaiono dietro "html", ovvero "?m=1". Saludos...

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  48. Anche oggi mi hanno buttato fuori da Twitter (era già successo l'altro giorno, ma questa volta pretendono un numero di telefono, che non ho intenzione di fornirgli) e così mi sono deciso a fare qualche puntualizzazione, sia per gli espertoni che per i profani: Twitter e i suoi algoritmi.

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    1. Grazie.
      Quanto al numero telefonico è inutile darglielo: buttato fuori per due volte, alla fine gliel'ho pure dato. Ma lo shadow ban è proseguito come prima...

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  49. Volevo condividere via Twitter un suo post http://orizzonte48.blogspot.it/2015/11/il-terrorismo-la-durezza-del-vivere-e.html?m=1

    Mi blocca dicendo che la richiesta sembra essere automatizzata. Riesco a condividerlo solo tramite l'abbreviazione dell'URL ma volevo inserire il link non abbreviato

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