venerdì 23 settembre 2016

LA COSTITUZIONE DEMOCRATICA-KEYNESIANA E L'INCUBO (NAZIONALE) DEL CONTABILE


http://www.bibliotecapersicetana.it/files/asocc/02.jpg

Alberto non me ne vorrà. E d'altra parte voi ormai conoscete le difficoltà che incontra orizzonte48 nella diffusione delle sue analisi (macroeconomiche del diritto pubblico, compreso quello internazionale).
Ma questa sua sintesi è troppo nitida ed esatta per non farne una "ripercussione" anche in questa sede: riassume infatti sia il senso di anni di goofynomics-work-in-progress che l'essenza fenomenologica di ciò che si sta cercando di far capire in questa sede. 
Grazie Alberto della tua solidarietà: che va ben oltre a quella manifestata su un social che shadow-banna selettivamente.


Ma ora lascio la parola a Alberto (ho solo aggiunto un po' di "inevitabile" neretto e un link che ritengo importante ad autorevole conferma del tuo pensiero): una "parola" chirurgica, essenziale; fenomenologia pura della parodia dell'incubo del contabile, che ci aspetta a coltivare l'illusione che ci possano essere libertà e sovranità senza la Costituzione democratica e keynesiana del 1948 (spero che cogliate l'occasione per rileggere il post appena linkato):

"Sono un liberale?

(...qui l'originale. Segue traduzione...)

L'idea che per non farci mandare la troika usciamo dall'Eurozona e facciamo l'Italia federale, così poi mandiamo la troika in Calabria se questa non rispetta il pareggio di bilancio pubblico, può essere estremamente attraente per i gonzi, può costituire una sintesi politica di un discreto valore tattico per mettere temporaneamente a tacere i riottosi camuni o gli industriosi insubri, ma non sposta minimamente i termini del problema, che sono questi: oggi, solo un rigoroso keynesismo, come quello iscritto nella nostra carta costituzionale del 1948, può garantire la nostra libertà, e la vera libertà, prima ancora che quella di espressione (per la quale vedete cosa sta succedendo su Twitter, lo strumento delle varie primavere arabe e rivoluzioni colorate...), è quella dal bisogno (qui, p.6.4), come imparai da Lello, ex macchinista comunista che conobbi, quando avevo l'età di mio figlio, al Dopolavoro Ferroviario di ponte Margherita, lì dove conobbi anche Spartaco, Giuliano, persone alle quali fu possibile morire con dignità, perché avevano acquistato, lottando, il diritto di vivere con dignità."



32 commenti:

  1. Io ho frequentato la scuola presessantottina. E mi è rimasta impressa la massima di una mia professoressa di italiano (una fascistona): in media stato virtus. Ella intendeva che l'italiano, nonostante i suoi eccessi ideologici riusciva a fare una mediazione tra gli opposti e prendendone il meglio dava un nuovo impulso alla "civiltà".

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    1. E invece penso che, mai come in questo momento, occorra essere "radicalmente democratici", come dice Bazaar aggiungendo una rigorosa dimostrazione storico-economica.

      Che c'è da mediare oggi, in assenza di qualunque ideologia e con un'offerta politica in pensiero unico neo-ordo-liberista, che prende per i fondelli una massa condizionata dai media e inerme di fronte allo smantellamento sistematico dei diritti fondamentali garantiti in una democrazia?

      Consiglio caldamente di seguire il blog: cominciando dalla lettura dei links inseriti in questo post...
      Stiamo tornando, attraverso un rapido passaggio per l'assetto capitalista censitario dell'800, al feudalesimo.

      Non sarà il caso di abbandonare il "frame" delle contrapposte ideologie e di svegliarsi sul fatto che il neo-liberismo è, GIA' OGGI, TOTALITARISMO?

      Su questo punto provi a fare una ricerchina sul blog: ne ricaverà informazioni "sorprendenti" e di fonte diretta.

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  2. http://www.breitbart.com/tech/2016/02/16/exclusive-twitter-shadowbanning-is-real-say-inside-sources/ : "... Twitter maintains a ‘whitelist’ of favoured Twitter accounts and a ‘blacklist’ of unfavoured accounts... Our source was backed up by a senior editor at a major digital publisher, who told Breitbart that Twitter told him it deliberately whitelists and blacklists users...

    ...Accounts on the whitelist are prioritised in search results, even if they’re not the most popular among users. Meanwhile, accounts on the blacklist have their posts hidden from both search results and other users’ timelines...

    ...Shadowbanning, sometimes known as “Stealth Banning” or “Hell Banning,” is commonly used by online community managers to block content posted by spammers. Instead of banning a user directly (which would alert the spammer to their status, prompting them to create a new account), their content is merely hidden from public view.
    For site owners, the ideal shadowban is when a user never realizes he’s been shadowbanned...

    ...For weeks, users have been reporting that tweets from populist conservatives, members of the alternative right, cultural libertarians, and other anti-PC dissidents have disappeared from their timelines...

    ...Then, as now, it was suspected that “protecting users from abuse” was an excuse to implement a system that would later be used for political censorship.
    With shadowbans now confirmed by an inside source, there is little room for doubt that the platform is intent on silencing conservatives...". Chiaro no?

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    1. Grazie. Illuminante.
      Solo che "conservatives" non mi pare il caso :-)

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    2. Ma pensa te se ti devi beccare anche del "convervative" o "trumpiano"... il mondo gira davvero alla rovescia... cmq la pratica è "usuale"... chi è scomodo viene colpito "indirettamente"... mica scemi... certo che vista così c'è poco da ridere...
      Però c'è anche un risvolto comico... pensa te che a te t'hanno hellbannato, a quelli dell'Isis no... vedi tu se dobbiamo ridere o piangere... ;)

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    3. Se non altro dimostra che il "trumpismo", nel TOTALITARISMO dell'ordine internazionale dei mercati è molto più sociale e democratico dell'hillarismo.
      Per facta concludentia e per la proprietà transitiva

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    4. Che Trump sia la scheggia impazzita sono d'accordissimo. Cosa c'è di più sociale di uno che parla di re-impatriare le imprese? A sinistra ci si è scordati di una cosa fondamentale: del lavoro. E del fatto di averlo qui.

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    5. E fatte pure st'artre du' risate
      http://www.ansa.it/sito/notizie/tecnologia/internet_social/2016/09/23/youtubeeroi-contro-commenti-offensivi_7605a266-a5aa-4252-a31a-f8784d7d3637.html

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    6. Youtuberoi... che è? Una patata? ;) così gli stessi che postavano gli insulti vengono poi reclutati per segnalarli, geniale!!!

      Intanto bella la decisione della Corte Costituzionale di rinviare il giudizio su Italicum http://sollevazione.blogspot.it/2016/09/tanto-tuono-che-non-piovve-di-emmezeta.html ... come siamo messi... (male)

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    7. Ho letto ieri questo articolo, grazie alla segnalazione di Minuteman - Italy su Twitter.

      Mi trovo in parte d'accordo con ciò che ha scritto Baazar: una volta che Twitter ha individuato Orizzonte48 come sito indesiderato, scattano degli automatismi che spiegano il parziale oscuramento degli utenti che hanno pubblicato tweet contenenti link al blog.

      Non sono invece così sicuro che ci sia un automatismo dietro l'individuazione di Orizzonte48 come sito indesiderato o, almeno, non un automatismo che intercetta le reti di bot che promuovono siti commerciali o pericolosi per la sicurezza.

      Sembra trattarsi anche in questo caso di movente politico. Però non credo siano così sprovveduti da aver classificato Orizzonte48 come appartenente alla galassia della destra (apparentemente) non mondialista. Anzi, proprio perché non apparteniamo a quell'area, la nostra esistenza deve essere ancor più fastidiosa; citando dall'articolo segnalato da Flavio, i censori d'oltreoceano mi sembrano della stessa marca dei più accaniti censori nostrani:

      «The pattern of shadowban reports, which skews towards the alt-right, the populist right, and cultural libertarians, follows close on the heels of Twitter’s establishment of a “Trust and Safety Council” packed with left-wing advocacy groups, as well as Islamic research centre the Wahid Institute.»

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    8. Infatti la frase che più mi ha colpito è questa.
      "...Then, as now, it was suspected that “protecting users from abuse” was an excuse to implement a system that would later be used for political censorship.".

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    9. Mentono su qualsiasi cosa, distruggono paesi e popoli interi, e poi, via, calla caccia delle bufale e dei cyberbulli.

      Vorrai mettere la pericolosità sociale di una "bufala" rispetto ad un economista che propaganda il moltiplicatore della Grecia sbagliato?

      Vorrai mettere la pericolosità di un cyberbullo rispetto a quel pulcino meccanico che è un drone?

      È l'etica delle organizzazioni, dei marchi globali.

      Io rimango dell'idea che è un problema tecnico: altrimenti si dovrebbe pensare che in Italia operino dei fascisti - tutto olio di ricino e manganelli - contro chi promuova la comprensione della relazione tra ordine sociale ed economia, e le motivazioni profonde che han portato nel '48 a scegliere all'unanimità la democrazia sociale keynesiana fondata sul lavoro.

      E a pensar male si fa peccato.

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    10. p.s.

      Quarantotto: tu sei un "conservative": sei un reazionario che non vuole abbandonare il vecchio carrozzone democratico.

      Non sei un illuminista! Non Fogni!

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    11. Concordo appieno con la prima parte di Bazar.Alleluia.

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    12. @CorrettoreDiBozzi

      "Non sono invece così sicuro che ci sia un automatismo dietro l'individuazione di Orizzonte48 come sito indesiderato"

      Neanch'io: tralasciando la scrittura reticente straussiana, quando affermo:

      "C'è solo un punto: i domini *.blogspot.* appartengono a Google.

      ...

      Questo è curioso: che finisca nella blacklist un dominio [*blogspot.*]"

      Poiché le liste anti-spam vengono generalmente integrate tramite la "manuale" segnalazione di utenti et al. (come le community su YouTube), e poiché solo un imbecille potrebbe pensare di non mettere in whitelist di default (aka "automaticamente") domini di Google, Wordpress, ecc., è assai probabile che ci siano state segnalazioni fasciste.

      Solo un fascioimbecille può mettere in blacklist un dominio *blogspot.*, e solo un fascioimbecille può bannare una community tanto radicalmente democratica quanto radicalmente apartica e aconfessionale.

      Con l'aggravante imbecillità di pestare i calli a fenomenologi che per definizione fanno analisi scevre da parti ideologiche, tanto da non abbracciare la religione positivista, tempio delle peggio psicosi che affliggono la modernità.

      Bannare orizzonte48 è come proclamare erga omnes la propria estrema fascistitudine: è di per sé un danno d'immagine incalcolabile per chi - come gli oligopolisti del web - hanno costruito la propria immagine globale sul politically correct sorosiano.

      Bisogna pensare che a Twitter Italia ci sia chi possa accogliere attivamente richieste di censura o che passivamente le "lasci scattare"?

      Non posso pensare che ci sia chi si faccia un autogoal del genere: non posso quindi pensare che la situazione non venga ripristinata in fretta e che non si rimedi al "problema tecnico".


      (Voglio dire: tutta la botnet che retuittava le magie dell'Europa ai profughi, che invitavano ad immigrare in Germania da indirizzi nordamericani, perché non è stata bloccata?)

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    13. Si tratta di una becera censura di qualche ignorante animaletto neoliberista e leccapiedi al quale dà fastidio che quel “patrimonio ideale da difendere” (giuridicamente immortalato nella Costituzione, e di cui probabilmente il suddetto non conosce una cippa) possa essere conosciuto e diffuso:

      “… La censura è per se stessa uno strumento illiberale e, se non è possibile per la tutela del buon costume sopprimerla del tutto, bisogna perlomeno fissarle dei limiti il più possibile ristretti e precisi. Non si dimentichi che la censura ha in se medesima una forza espansiva e dinamica che le è connaturata: colui a cui è conferito il potere di censurare, di proibire, di tagliare, è portato inevitabilmente a eccedere nello zelo, sia perché la deformazione professionale lo rende sempre più insensibile ai problemi di libertà, sia perché teme che possa sfuggirgli qualche accenno o qualche battuta che riesca poi sgradita ai suoi superiori, sia perché la mancanza di responsabilità e il segreto che di solito circondano l’opera del censore favoriscono gli abusi, sia infine perché L’IGNORANZA, CHE È CARATTERISTICA ABITUALE DEI CENSORI (io non dimenticherò mai quel direttore della colonia di confino di Ponza che ci proibì la lettura del Contratto sociale di Rousseau, da lui considerato un “libello antifascista”) ha in sé delle possibilità sterminate di presunzione e di errori … QUESTI ACCENNI SONO SUFFICIENTI A MOSTRARE QUAL È L’IMMENSO PERICOLO DI UNA CENSURA …E COME ESSA POSSA PRATICAMENTE IMPORRE IL PIÙ BESTIALE CONFORMISMO. E questo è infatti lo scopo evidente cui mira la censura attuale … il fine vero della censura è, OGGI COME DURANTE IL VENTENNIO, un fine chiaramente politico e ideologico. [L. BASSO, L’azione del governo contro il cinema italiano, in Rinascita, marzo 1955, 162-164].

      Di fenomeni come quello a cui assistiamo bisognerebbe parlarne a scuola per spiegare bene cos’è il fascismo. Magari sacrificando qualche ora di informatica o qualche prova invalsa.
      Già, in un Paese democratico

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    14. Mi fai rammentare che la mia attività su blog nasce dal fatto che la censura non mi consentiva più di intervenire sul Fatto Quotidiano on line....Twitter, vista la composizione del Safety Council, è solo, scontatamente, un organismo della stessa pasta

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    15. Unico ovviamente è il centro di comando da cui parte l'input.
      La censura è d'altronde uno strumento della lotta di classe.

      Se hanno reagito, e perché sono stati colpiti. Un punto a Suo favore, senza alcun dubbio :-)

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    16. Bazaar: ti ringrazio, ogni tanto poggiare la maschera è utile ad evitare fraintendimenti con chi non ti legge frequentemente (come la recente attribuzione di tendenze "anti-comuniste").

      Purtroppo per noi, avendo loro praticamente il monopolio sulla gestione d'immagine, qualsiasi immagine ad uso e consumo delle masse, non è azzardato pensare che se ne fottano.

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    17. Caro Correttore, anche i fascisti e i nazisti "se ne fottevano".

      I figli di questa gente dovranno cambiare cognome.

      Qualsiasi "monarchia" è definitivamente sepolta da tonnellate di letame e discredito.

      Non ci son più inaffidabili fantocci come Hitler, Mussolini o Pinochet su cui scaricare le responsabilità: ci son direttamente i consulenti tecnocrati dei consigli di amministrazione occupati da ominicchi antropologicamente inadatti a prendere qualsiasi decisione senza l'aiuto infermieristico della badante.

      Il potere spropositato di questi ominicchi non è altro che fenomenologia della spropositata distorsione politica causata dall'abnorme fallimento del libero mercato.

      Come ha colto al volo Francesco, il dramma non è solo la diffusione totalitarista del fascismo cosmopolita: il dramma è che siamo in mano ad una classe dominante ignorante, incivile ed incolta, oltre che sociopatica e spiritualmente marcia per motivi strutturali.

      Ovvero la globalizzazione ci ha messo in mano all'arbitrio di un branco di imbecilli.



      (Come insegna Schmitt in riferimento alla massoneria, il concetto stesso di "straussiana" iniziazione è antidemocratico: ma, in alcune occasioni, i fraintendimenti generano dialetticamente molti chiarimenti: ognitanto persino nel profilo stesso di chi imbastisce la polemica...)

      Grazie a te per la tua precisione e per il rigore con cui fai informazione.

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    18. Hanno sospeso anche l'account twitter dell'autore dell'articolo su Breitbart...

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  3. “… Quanto si è finora detto, posto che abbia fornito una dimostrazione convincente delle radici remote del neoliberismo contemporaneo, non esclude, in linea di principio, che la soluzione dei problemi del presente e del futuro siano da ricercare in un ritorno alle concezioni del passato. Tuttavia, vi sono seri motivi per temere che L’ODIERNO INDIRIZZO NEOLIBERISTA, quali che siano le fonti ispiratrici cui si preferisca far richiamo, segni un PREOCCUPANTE ARRETRAMENTO CULTURALE. Indicherò in sintesi quali siano questi motivi.

    In primo luogo l’esperienza storica dimostra che ogni restaurazione reca in sé i germi dell’oltranzismo intollerante. Allorchè nella contrapposizione recente del mercato allo Stato, si giunge a negare anche le conseguenze sociali delle disparità dei punti di partenza individuali, attribuendole unicamente a fattori biologici, genetici, e di originaria dotazione intellettuale, SI SCIVOLA VERSO CONCEZIONI INTRINSECAMENTE RAZZISTE. Sul piano concreto, ciò si traduce nella deplorazione dell’egualitarismo “livellatore” e nella difesa della meritocrazia, esaltatrici delle individualità. In un mondo in cui si è fatto tanto poco per attenuare le cause sociali, e non già genetiche delle disparità delle posizioni iniziali, mi sembra che le ragioni di un maggior egualitarismo siano tuttora imponenti e prevalenti rispetto a disegni di una sua attenuazione per pretesi motivi meritocratici, che si identificano in concreto con la conservazione dell’esistente. Legato strettamente a questo punto è l’arretramento verso concezioni che ci riportano a un chiaro e insinuante invito ad “arricchirsi”, tipico di situazioni restauratrici. Sul piano concreto, le conseguenze aberranti della riduzione dell’assistenza ai poveri negli Stati Uniti, il propagarsi di istanze deregolamentatrici anche in paesi come il nostro sprovvisto di validi argini nei confronti delle forme più vistose di fallimenti del mercato sono esempi rappresentativi del carattere inevitabilmente involutivo del riflusso verso lo spontaneismo del mercato. (segue)

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  4. Del resto, in nessun ambiente questo clima di restaurazione è più evidente che nell’attività dell’insegnamento universitario. Prendendo a pretesto le esigenze dell’innovazione tecnologica, si delineano limitazioni e condizionamenti negli accessi che, con giustificazioni nuove, ripropongono la costatazione che Ordine nuovo sottolineava nel 1919, affermando che “OGNI CLASSE SOCIALE HA SEMPRE AVUTO LA PREOCCUPAZIONE DI FAR SERVIRE LE ISTITUZIONI A GIUSTIFICAZIONE E AL CONSOLIDAMENTO DEL SUO PREDOMINIO” (NdR: D. Losurdo, al riguardo, parlerebbe di “populismo”, proprio come quello dell’Italia Federale).

    La possibilità di un accesso in grado di SUPERARE LE STRATIFICAZIONI SOCIALI rappresenta UNA SCELTA DI CIVILTA’, UN PATRIMONIO IDEALE DA DIFENDERE … e poiché si tratta di una CONQUISTA CIVILE NUOVAMENTE INSIDIATA (NdR: l’art. 3, comma II, Cost.), occorre non perdere di vista la complessa natura del problema, che non va considerato soltanto in funzione dei possibili inconvenienti dell’accesso aperto all’università, ma altresì in funzione della forte concentrazione dei redditi e soprattutto dei patrimoni esistente nel nostro paese. Il potere connesso con queste forme di concentrazione rende del tutto retriva ogni forma di selezione anche se non ci si proponga di mirare all’ideale, ma ci si accontenti di realizzare il decente.

    In definitiva, anche quando si ammanti di formulazioni nuove e di strutture concettuali sofisticate il neoliberismo contemporaneo risulta INTELLETTUALMENTE DATATO E SOCIALMENTE RETRIVO. Riproporre oggi l’alternativa, tipicamente ottocentesca, “IL MERCATO CONTRO LO STATO” indica, nella migliore delle ipotesi, una disposizione nostalgica dell’animo verso un idealizzato “mondo di ieri”. Mentre, sul piano letterario un simile atteggiamento ci ha arricchito di opere memorabili, sul piano economico esso potrà condurci alla povertà delle nazioni, alla rassegnazione o alla esasperazione dei diseredati. Nel lavoro scientifico, le difficoltà maggiori sorgeranno non tanto dallo sforzo di progettualità innovativa da compiersi per la realizzazione di un interventismo pubblico efficiente; quanto dal vigile spirito critico necessario nell’esame metodico delle rielaborazioni, politicamente pressanti o filosoficamente accattivanti, di idee vecchie…” [F. CAFFE’, In difesa del Welfare State, Saggi di politica economica, Rosemberg & Sellier, Torino, 1984 58-60].

    Caffè era un liberale? (Chissà perché le persone perbene si trovano sempre d’accordo…)

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    1. Riallacciandomi al tuo discorso, ti linko un articolo che rende ancor più chiaro, a mio avviso, il tuo discorso:
      "Dall'eugenetica non solo nacque il settore della genetica, largamente finanziato dagli stessi interessi danarosi alla ricerca del controllo sociale, ma fu così anche per il settore del controllo della popolazione. Nella letteratura ambientale e nella retorica, un concetto che gioca una parte significativa, emerso nel corso degli anni, è quello del controllo della popolazione. La popolazione è vista come un problema ambientale, in quanto maggiore è la popolazione, più risorse essa consuma e maggiori terre occupa. All'interno di questo concetto, più persone ci sono e peggio diventa per l'ambiente. Così, i programmi volti a controllare la crescita della popolazione sono spesso concepiti sotto la lente ambientalista. Vi è in questo settore anche un elemento decisamente radicale, che vede la crescita della popolazione non semplicemente come una preoccupazione ambientale, ma invece inquadra la gente, in generale, come un virus che deve essere eliminato se la terra vuole sopravvivere.
      Tuttavia, visto dall'elite, il controllo della popolazione riguarda più il controllo del popolo piuttosto che la salvezza dell'ambiente. Le elite sono sempre state attratte dagli studi sulla popolazione che hanno aiutato a costruire, in molti settori, la loro visione del mondo. Le preoccupazioni sulla la crescita della popolazione furono realmente prese in considerazione con Thomas Malthus alla fine del XVIII secolo. Nel 1798, Malthus scrisse una "teoria sulla natura della povertà" e "chiese il controllo della popolazione senza vincoli morali", citando la carità come promotrice di "povertà di generazione in generazione che semplicemente non aveva alcun senso nel sistema naturale di progresso umano." Così, l'idea di carità divenne immorale. Il movimento eugenetico stesso si legò alla teoria di Malthus per quanto concerne il "rifiuto del valore dell'aiuto dei poveri."[28]
      Le idee di Malthus e più tardi quelle di Herbert Spencer e Charles Darwin furono rimodellate all'interno dell'etichetta dell'ideologia d'elite di "Darwinismo Sociale", che era "l'idea che nella lotta per sopravvivere all'interno di un mondo duro, molti esseri umani erano non solo meno degni, ma erano in realtà destinati a scomparire come un rito del progresso. La conservazione dei deboli e dei bisognosi, era, in sostanza, un atto contro natura."[29] Questa teoria ha semplicemente giustificato l'immensa ricchezza, potere e dominio di una piccola elite sul resto dell'umanità, perché queste elite si sono sempre viste come gli unici esseri veramente intelligenti, degni di possedere tale potere e privilegio."
      http://nwo-truthresearch.blogspot.it/2010/07/la-rivoluzione-tecnologica-e-il-futuro_23.html
      Oggi la cesoia è stata usata invece per tagliare il welfare, componente essenziale della socialdemocrazia keynesiana, ed è rimasta invece, anzi è fiorita, la carità stracciona del dare due centesimi ai poveri tanto per far vedere che si è tanto BBBUUONI...una carità che, alla luce dei fatti, non migliora per nulla la condizione di povertà in cui si trovano gran parte delle persone negli strati sociali più bassi...anzi, questa carità sembra essere una morte assistita..

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    2. ...continua..
      "Francis Galton coniò poi il termine di "eugenetica" per descrivere questo settore emergente. I suoi seguaci credettero che il 'geneticamente inadatto' "dovrebbe essere spazzato via", usando tattiche come "la segregazione, la deportazione, la castrazione, il divieto di matrimonio, la sterilizzazione obbligatoria, l'eutanasia passiva - e in definitiva lo sterminio."[30] La reale scienza eugenetica mancava di prove evidenti, e in definitiva Galton "sperava di rielaborare l'eugenetica come una dottrina religiosa," che doveva "essere presa come fede, senza nessuna prova."[31]
      Mentre era in corso il tentativo di rietichettare "l'eugenetica", un'edizione del 1943 di Eugenical News pubblicò un articolo intitolato "L'eugenetica dopo la guerra", che citava Charles Davemport come uno dei fondatori e principali progenitori dell'eugenetica, nella sua visione "di una nuova umanità divisa in caste biologiche, con la razza superiore che controlla e schiavizza le razze che sono al suo servizio."[32] Un articolo di Eugenical News del 1946 affermava che :"Popolazione, genetica [e] psicologia sono le tre scienze verso le quali gli eugenetisti devono guardare per l'effettivo occorrente su cui costruire una filosofia eugenetica accettabile e sviluppare e difendere proposte pratiche di eugenetica."[33]
      Nel periodo post-bellico, dagli anni '50 fino ad arrivare agli anni '60, le colonie Europee, si stavano ritirando in qualità di nazioni dal "Terzo Mondo", che stava conquistando l'indipendenza politica. Questo in molti circoli rinforzò il supporto per il controllo della popolazione, perché :"Per coloro che hanno tratto maggior beneficio dallo status quo a livello mondiale, le misure di controllo della popolazione erano un'alternativa molto più appetibile per porre fine alla povertà del Terzo Mondo o per promuovere un autentico sviluppo economico."[34]
      Nel 1953, "John D. Rockefeller III convocò un gruppo di scienziati per discutere le implicazioni del drammatico cambiamento demografico. Essi si incontrarono a Williamsburg, in Virginia, sotto gli auspici dell'Accademia Nazionale delle Scienze, e dopo due giorni e mezzo convennero sulla necessità di una nuova istituzione che poteva produrre una scienza solida per orientare i governi e gli individui nell'affrontare le questioni della popolazione."[35] Questa nuova istituzione diventò il Population Council (Consiglio sulla Popolazione). Sei dei dieci membri fondatori del Consiglio erano eugenetisti.[36]"

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    3. "Nel 2008, Matthew Connelly, professore alla Columbia University, scrisse un libro intitolato "Fatal Misconception: The Struggle to Control World Population" (Equivoco Fatale: la lotta per il controllo della popolazione mondiale), nel quale analizzava criticamante la storia del movimanto per il controllo della popolazione. Egli documenta la crescita nel settore avvenuta attraverso il movimento eugenetico:

      Nel 1927 uno studio sulla contraccezione finanziato da Rockefeller ricercò "qualche semplice misura che sarà disponibile per la moglie di un abitante dei quartieri poveri, di un contadino, di un operaio, anche se sordi di mente." Nel 1935 un rappresentante disse al Consiglio di Stato Indiano che il controllo della popolazione era una necessità per le masse, aggiungendo che "Non è quello che vogliono, ma è un bene per loro". Un funzionario della sanità pubblica nell'Indocina francese disse nel 1936 che il problema con gli indigeni era che "sono nati in troppi e non ne muoiono abbastanza".[38]

      La tesi generale di Connelly era di "come alcune persone abbiano lungamente cercato di ridisegnare la popolazione mondiale riducendo la fertilità degli altri." Inoltre:

      Connelly esamina il controllo della popolazione come un movimento globale, transnazionale, perchè l'obiettivo dei suoi principali sostenitori e praticanti era quello di ridurre la popolazione mondiale attraverso la governance globale e spesso i governi nazionali venivano visti come un mezzo per raggiungere questo fine. Fatal Misconception è perciò un'intricata relazione del network di individui influenti, organizzazioni internazionali, organizzazioni non governative e governi nazionali.[39]"

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    4. "Come riportato dal New Scientist, mentre la contraccezione e i diritti di fertilità delle donne erano in fase di espansione: "Per gran parte dell'ultimo mezzo secolo, il controllo della pooplazione venne prima dei diritti umani che furono sacrificati." Inoltre, il New Scientist scrisse che Connelly "mette a nudo gli oscuri segreti di un ethos autoritario neo-malthusiano che ha creato un programma internazionale sulla popolazione costruito attorno al controllo." Uno dei concetti orribili fu che "le politiche ufficiali che resero accettabili la distribuzione degli aiuti alimentari alle vittime di carestie solo se le donne accettavano di essere sterilizzate."[43] In una triste ironia, questo movimento dei diritti delle donne apparentemente progressista, in realtà, ebbe l'effetto di tradursi in una catastrofe umanitaria, con forti ripercussioni sulle donne dei paesi in via di sviluppo. Nel 1969 il biologo Paul Erlich scrisse il suo libro molto influente, "The Population Bomb", in cui predisse che la sovrappopolazione mondiale avrebbe causato carestie di massa già negli anni '70."[44] Nel suo libro, egli si riferisce al genere umano come ad un "cancro" per il mondo:

      Un cancro è una moltiplicazione incontrollata di cellule, l'esplosione demografica è una moltiplicazione incontrollata di persone. Trattare solo i sintomi del cancro può rendere più confortevole la vita della vittima in un primo momento, ma alla fine essa muore - spesso orribilmente. Un destino simile attende un mondo con l'esplosione della popolazione, se vengono trattati solo i sintomi. Dobbiamo spostare i nostri sforzi dal trattamento dei sintomi all'asportazione del cancro. L'operazione richiederà molte decisioni apparentemente brutali e senza cuore. Il dolore può essere intenso. Ma la malattia è molto avanzata di modo che solo con la chirurgia radicale il paziente ha la possibilità di sopravvivere.[45]"
      etc. etc.
      su:

      Elimina
    5. http://nwo-truthresearch.blogspot.it/2010/07/la-rivoluzione-tecnologica-e-il-futuro_23.html
      ma anche qui:
      "Reardon documenta quindi il discredito dell'eugenetica e il viraggio verso il basso della retorica proveniente dai suoi sostenitori. Uno dei fattori, citato da Reardon, che frenò l'entusiasmo, fu l'obiettivo della sterilizzazione delle classi superiori, dovuto alla loro detronizzazione finanziaria a causa della Grande Depressione. Reardon scrive:

      "Improvvisamente, molti degli appartenenti alle classi medie e alte, che avevano precedentemente giudicato la "non idoneità" ereditaria sulle basi della povertà economica, adesso si trovarono impoveriti. Questi "nuovi poveri" temevano che la selezione della "non idoneità" potesse essere confusa. Trovandosi classificati dagli eugenetisti come "l'aristocrazia dei non adatti", temevano di di poter diventare coloro a cui è applicata la sterilizzazione obbligatoria, non solo ad appannaggio del "veri inadatti". [3]

      James Lovelock, un importante attivista ambientalista, recentemente ha fatto notizia con i suoi commenti su ciò che egli considera come un'imminente catastrofe ambientale. E' interessante notare che Lovelock afferma che il mondo affronta una crisi ambientale che è in gran parte causata dalla sovrappopolazione dalla quale egli vorrebbe vedere sopravvivere "il meglio della nostra specie".[4] Questo ci porta all'era dell'eugenetica post Seconda Guerra Mondiale. Gli eugenetisti che mettono in conto il discredito dei principi eugenetici, adesso si affezionano a queste idee dell'ambientalismo e del controllo della popolazione in un tentativo di portare avanti l'eugenetica in una forma più velata. Adesso veniva enfatizzato il controllo Malthusiano della popolazione.

      I Rockefeller e gli Osborns

      Frederick Henry Osborn (1889—1981)
      Un'importante puntualizzazione da fare quando si affrontano tali questioni è che le stesse famiglie che in precedenza avevano finanziato e reso popolare l'eugenetica in America prima della Seconda Guerra Mondiale, nell'era post seconda guerra mondiale spostarono le loro risorse e i loro finanziamenti verso la promozione della riduzione e del controllo della popolazione. Diverse importanti famiglie furono responsabili del finanziamento e della promozione dell'eugenetica in America, vale a dire le famiglie Rockefeller, Carnegie, Harriman e Osborn. Due famiglie, i Rockefeller e gli Osborns, furono particolarmente significative. John D. Rockefeller Sr. contribuì con una gran quantità di denaro alla costruzione del Cold Spring Harbor Laboratory nei primi anni del '900, che ospitò l'Eugenics Records Office dal 1910 al 1944. L'influenza di Rockefeller si diffuse anche all'estero in Germania, dove risiedevano il Kaiser Wilhelm Institute per la Psichiatria, e il Kaiser Wilhelm Institute per l'Eugenetica, l'Antropologia e l'Eredità Umana. Gran parte del denaro utilizzato per far funzionare queste strutture venne da Rockefeller.[5] Questi istituti divennero i centri dei programmi eugenetici nazisti durante il regno di Adolf Hitler."
      etc etc su http://nwo-truthresearch.blogspot.it/2010/11/eugenetica-e-ambientalismo-dal.html

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    6. Hai capito Galton! Fu lui che coniò il termine "regressione", in senso dispregiativo, analizzando la dipendenza dei caratteri anatomici dei figli rispetto ai padri. Tra l'altro sbagliando grossolanamente. E ora ci sciroppiamo la curva di regressione in statistica, diventato termine tecnico.

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  5. ...I do not believe that the intellectual elements in the Labour Party will ever exercise adequate control; too much will always be decided by those who do not know at all what they are talking about; and if—which is not unlikely—the control of the party is seized by an autocratic inner ring, this control will be exercised in the interests of the extreme Left Wing—the section of the Labour Party which I shall designate the Party of Catastrophe.
    E alla fine negli interessi dei sacerdoti del "vincolo esterno" per completare la catastrofe.

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  6. Leggo il tutto ora; sopra il commento di Marco Zeloni. Mmh...stavo quindi pensando che la cosa ideale per Essi sarebbe veder vincere il si al referendum arrivandoci alla maniera austriaca, trucchi brogli volgari espedienti. Questo sarebbe il primo. Cosi' avrebbero dopo, causa scandali, anche la caduta del governo e l'ingovernabilita'. Il successivo di "tecnici", dovrebbe solo consegnare gli ultimi cocci. E' solo una remota ipotesi. Ma se non viene risolto il "problema tecnico"...

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