mercoledì 5 luglio 2017

FIDUCIA SULLO IUS SOLI: UN SUICIDIO NEGOZIALE CHE CONTINUA AD IGNORARE I TRATTATI

 
http://www.ansa.it/sito/notizie/topnews/2017/07/04/migranti-prodi-macron-mi-ha-ferito_ba8426ea-2863-49e6-9f1a-662f23a0632b.html 

1. Con qualche incidente di percorso sul calendario, la legge denominata (impropriamente) allo "ius soli", andrà all'approvazione del Senato con il governo pronto a mettere la fiducia.
Si continua a prospettare che tale legge "archivierebbe" lo ius sanguinis, che invece rimane intatto nella sua precedente disciplina, mentre è vero che si tratta semplicemente di un'estensione agevolativa della già vigente disciplina dello ius soli, a cui si aggiunge uno "ius culturae", quello sì piuttosto elastico (e non riguardante i nati in Italia). 

2. Abbiamo altrettanto evidenziato che semmai vi fosse un calcolo elettorale dietro a questo improprio "spin" relativo all'agevolazione all'acquisto della cittadinanza, questo avrebbe il respiro corto: gli stranieri già regolarmente residenti a vario titolo, secondo l'attuale disciplina, che sarebbero i destinatari delle nuove norme, non sono affatto confondibili con quelli che affluiscono sui gommoni deliberatamente sgonfi che solcano le acque territoriali libiche in attesa delle navi delle Ong, che navigano esclusivamente a questo scopo nei pressi, e spesso all'interno, di tali acque. 
Al contrario, questi residenti non cittadini hanno ovvii interessi, - di prospettiva occupazionale e di fruizione legittima e attuale di livelli decenti delle prestazioni pubbliche fondamentali-, del tutto opposti a quelli propugnati dai confusi sostenitori dell'accoglienza illimitata: un'accoglienza che, non si sa perché, deve avvenire solo in Italia, come mostrano le eloquenti vicende di tragicomico "rilancio" €uropeo di questi giorni.

3. I cittadini stranieri regolarmente residenti, infatti, secondo le norme costituzionali vigenti in tema di riconoscimento "a tutti" dei diritti fondamentali, inclusi quelli di prestazione (scuola, sanità e previdenza, pubbliche), sono già in una situazione di sostanziale equiparazione ai cittadini italiani, che, tra l'altro, non muta sostanzialmente in melius, con l'aggiunta dei diritti politici che sono molto legati, in tutto il mondo, al senso civico di appartenenza escusiva ad una certa comunità territoriale nell'ambito della quale si identificano i propri interessi fondamentali, attuali e futuri, secondo un vincolo di fedeltà non più risolubile. 
E notare che tale equiparazione dei residenti non cittadini, anche in superamento del limite della permanenza nel territorio italiano, avendo maturato requisiti contributivi e di età pari a quelli dei lavoratori italiani, riguarda anche l'aspetto previdenziale (e quindi è innfluente sulla sua, molto presunta, insostenibilità).

4. Ma l'acquisto della cittadinanza,  secondo un ovvio percorso di ragionevole accertamento della radicazione in Italia di tali interessi, è già oggi largamente ottenibile, secondo la legislazione oggi vigente, come attesta il fatto, incomprensibilmente trascurato nel dibattito, che l'Italia è prima in tutta l'UE nella concessione di nuove cittadinanze (qui p.10).
Sta di fatto, o meglio dire, "di diritto"...€uropeo, che la falcidia dei diritti sociali, in virtù delle continue "riforme" e manovre di consolidamento fiscale, opera praticamente allo stesso modo su cittadini italiani e residenti non italiani.
Il fatto eclatante, la "mucca nel corridoio", è piuttosto che preoccuparsi dell'allargamento a questi ultimi di diritti già riconosciuti dalla nostra Costituzione (e legislazione), risulta piuttosto contraddittorio se, per tutti-tutti, l'appartenenza all'eurozona e la regola del pareggio di bilancio, determinano la convinta e inesorabile limitazione sostanziale di tali diritti, come, d'altra parte, ammette anche Prodi, riferendosi esplicitamente alle politiche economico-fiscali imposte da L€uropa.

https://aramcheck.files.wordpress.com/2016/06/senza-titolo.png?w=590&h=446

5. Concedere quindi l'allargamento dei diritti politici, in questa situazione di crisi permanente euroindotta, al fine di smantellare lo Stato costituzionale pluriclasse italiano, equivale soltanto a consentire anche ai neo-cittadini, e specialmente a quelli nati in Italia, la possibilità di rendere tangibile, dentro le urne, il dissenso, logico e inevitabile rispetto a tali politiche, specialmente con il più che probabile insorgere, nel tempo, di una maggior attenzione ai loro effetti, naturalmente legata alla titolarità dei diritti politici.
Questo articolo di Famiglia Cristiana mostra di non aver compreso nulla di tale assetto e di continuare a confondere l'accoglienza illimitata con la concessione della cittadinanza italiana, cioè correla la nuova legge con un presunto, e totalmente sconnesso, più esteso diritto all'entrata incondizionata nel territorio italiano; laddove, del pari, il ministro Del Rio, ritiene erroneamente che la nuova legge allarghi i diritti portando a "più ricchezza e più sicurezza".

6. Il punto che sfugge agli irrazionali e contraddittori sostenitori dello ius soli è quindi clamoroso: sono tra l'altro gli stessi trattati (v. qui, p.9), nelle loro norme fondamentali su questo tema, che pongono l'obiettivo primario comune dell'Unione, relativo al contrasto alla immigrazione illegale, cioè a quella puramente economica e non giustificata da eccezionali e transitorie esigenze umanitarie circoscritte a uno specifico "Stato terzo. Come conseguenza (logica) di tale principio, il Trattato, infatti, lascia agli Stati la decisiva autonomia politica di regolarsi su come e quanto consentire l'afflusso di cittadini da paesi terzi (rispetto all'Unione...e non solo, in verità), secondo le rispettive esigenze del mercato del lavoro e della effettiva coesione sociale sostenibile in situazioni di svalutazione del lavoro, come quella attuale, che, - come si guardano bene dal denunciare "accoglisti" e varie Caritas-, risulta inevitabile entro l'eurozona, che è un sistema che equivale al gold standard (ed al valore supremo della stabilità monetaria che si mantiene attraverso un'alta e crescente disoccupazione e precarizzazione lavorativa "strutturali"). 

7. Norme internazionali e principi di diritto puramente immaginari, e conformi agli interessi perseguiti da oscure forze di influenzamento estranee alla sovranità democratica, sono dunque alla base di questa isteria collettiva e altamente mediatizzata, verso l'accoglienza illimitata, e senza alternative, "solo in Italia".
La legge sullo ius soli, abbiamo visto, pur scorrelata, ed anzi antitetica a questa logica di isteria immaginativa, (oltre che ingiustificata sul piano dei dati del numero crescente di cittadinanze già attualmente concedibili) corrisponde tra l'altro a pressioni evidenti che sono derivate da organismi €uropei (qui, p.11).


Ora l'Italia è impegnata, a quanto pare, in un braccio di ferro con gli altri Stati-membri che accusa, a torto sul piano giuridico, di egoismi e di indifferenza alla "questione immigrazione" italiana;  tuttavia, i nostri governi hanno prima rinunciato ad applicare la propria autonomia in materia, riconosciutale dall'art.79 del TFUE e poi si sono legati, quanto all'area del Mediterraneo, ad accordi largamente insufficienti e mossi da autolesionistica ambiguità (v. la lettera sulla revisione di "Triton" a zero possibilità di ottenere un diverso assetto, a fronte delle legittime ragioni di Spagna e Francia).

8. Ma allora, che senso ha questa accelerazione sullo ius soli che risulta in un'oggettiva acquiescenza alle suddette pressioni provenienti dall'€uropa?
Possibile che non si veda come una linea del genere sia esattamente opposta a qualsiasi possibilità di essere presi sul serio in una difficile negoziazione, in cui si parte già avendo la responsabilità di non aver tenuto la linea di autotutela dei propri confini e della propria coesione sociale che proprio i trattati già consentivano
Non dico la consapevolezza e l'attenzione ai diritti costituzionali di tutti i legittimi residenti  in Italia (un lusso che, a quanto pare, non ci possiamo più permettere), ma almeno un minimo di accortezza e coerenza negoziali dovrebbero essere, in questo momento, un atto dovuto: se non alla legittimità costituzionale, almeno alla logica...

32 commenti:

  1. "Che senso ha questa accelerazione sullo ius soli?"

    Questa domanda mi ha fatto subito venire in mente un'altra domanda:

    "Che senso aveva la pratica delle decimazioni nella I GM?

    Il generale Luigi Cadorna pare credesse ciecamente che i suoi soldati non fossero sufficientemente combattivi perche' sovversivi (cioe' anarcoidi e socialisti), quindi era sicuro che far fucilare un innocente padre di famiglia, estratto a sorte ogni dieci fanti, avrebbe persuaso i sopravvissuti a farsi ammazzare piu' convintamente andando all'assalto dei reticolati sotto il fuoco della mitraglia.

    E perche' San Pio decise (in uno degli episodi di bilocazione a lui attribuiti nella causa canonica di santificazione) di impedire a Cadorna di suicidarsi dopo Caporetto?

    Soprattutto, perche' non gli sparo' lui stesso prima (visto che potendosi bilocare poteva facilmente commettere l'omicidio perfetto e salvare qualche decina di migliaia di innocenti dalle decimazioni)?

    Ritornando alla prima domanda credo che i moderni Cadorna, fautori del progetto EU a tutti i costi, siano convinti anche loro che a furia di decimazioni dei diritti sociali a quanti piu' soggetti possibile (di qui lo 'iuslaqualunquis')la immancabile vittoria finale si avvicinera' indubitabilmente.

    Io aspetto pazientemente 'Caporetto'....

    Per quello che riguarda le nostre capacita' negoziali rammento che (in base alle carte rinvenute negli archivi imperiali) l'Italia entro' nel carnaio della I GM dopo aver rifiutato l'offerta austriaca (fatta pervenire a Giolitti dall'ambasciatore tedesco a Roma) di cessione con trattato di tutti i territori 'irredenti' reclamati dal Regno d'Italia PURCHE' l'Italia si tenesse fuori dal conflitto.....

    Ma pare che il Re pippetto si fosse gia' impegnato con Inghilterra e Francia ed avesse gia' sottoscritto i prestiti necessari, per cui si ritenne di evitare pure il dibattito parlamentare.

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    1. Sì, di quest'ultima disastrosa vicenda dell'entrata nella IWW abbiamo già discusso. E approfondito la figura di Salandra (e le relazioni creditizie con i banchieri anglosassoni, che non evitarono l'esclusione italiana a Versailles da ogni riparazione, da cui la galoppante svalutazione che condusse alla crisi post conflitto e al fascismo..col plauso di Einaudi)

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    2. Presidente, scio me abuti patientia uestra, ma malgrado segua con discreta puntualità i Suoi post da qualche anno, non trovo quello qui citato, sulla IWW. Potrei avere un riferimento, da Lei (o dall'ottimo Luca, o da altri lettori più diligenti di me)? Grazie sin d'ora.

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    3. Grazie per il post... ed in merito a questi due commenti, come non aggiungere una frase che ha fatto storia (purtroppo per noi, tragica) : "... Lei, signor maresciallo, non ha la calma sufficiente per una esatta valutazione della situazione. Le affermo che in settembre tutto sarà finito e che io ho bisogno solo di alcune migliaia di morti per sedermi alla tavola della pace come belligerante...". Non c'è ombra di dubbio, le elìte italiane hanno sempre, e dico sempre, fatto le scelte sbagliate al momento sbagliato, per il futuro del paese e dei suoi cittadini... altro che cittadini fannulloni... qui se c'è qualcuno che dovrebbe andare sulla graticola, come sempre, è la classe dirigente italiana "alla Bonino" et compari... inetti, venduti e chi ne ha più metta...

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    4. Bonino=Radicali= liberismo (cfr. Atac) = distruzione welfare e Costituzione...

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    5. Direi che anche i rapporti Austro-Italiani non erano i migliori, anzi l'atteggiamento del Austria nei confronti del Italia era estremamente arrogante. Gli Austriaci vecero tanta propaganda anti-italiana nei suoi territori slavi, sopratutto Croazia. L'Austria in modo arrogante non informò l'Italia sui piani austriaci nei confronti della Serbia. Ultimatum (che la Serbia aggettò) e successiva dichiarazione di guerra alla Serbia.


      Sulle competenze di Cadorna c'è poco da discutere. Fallimentari.
      Sulle competenza negoziale della dirigenza italiana mi viene in mente solo una parola: IL NULLA. Allora come oggi.

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    6. Gli austriaci facevano il loro mestiere, in quelle circostanze: che erano già disperate per l'esistenza stessa di uno Stato unitario italiano a sud.
      Ma l'offerta dei territori orientali rivendicati, in cambio del non intervento, fu successiva rispetto alla dichiarazione di guerra alla Serbia e all'inizio stesso della guerra.

      E, specialmente, l'entrata in guerra italiana fu largamente respinta dal parlamento del tempo, che fu aggirato nelle sue prerogative (non costituzionalizzate, peraltro, secondo lo Statuto Albertino), dalla decisione del re e di Salandra, dopo essersi procurate le linee di credito in dollari e sterline che finanziare gli oligopolisti che spingevano per le commesse di guerra...

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    7. @ Luca Pasello

      E' Salandra stesso che conferma i termini ultimi della trattativa con l'ambasciatore tedesco Von Bulow (cioe' che da parte italiana - i.e. Re e Salandra - si penso' che si poteva "ottenere" di piu' col Patto segreto di Londra del 26 Aprile 1915 - gia' sottoscritto - rispetto alle concessioni territoriali offerte dell'Austria Ungheria ai primi di maggio su pressione tedesca):

      https://it.wikipedia.org/wiki/Missione_von_B%C3%BClow

      "....nella prima decade di maggio (1915) scese in campo il più autorevole personaggio neutralista: l'ex presidente del consiglio Giovanni Giolitti. A vantaggio dei neutralisti giocava la segretezza del Patto di Londra con le relative offerte della Triplice intesa. Bülow e l'ambasciatore austriaco Karl von Macchio (1859-1945) diffusero invece le proposte austriache che con le manifestazioni giolittiane «s'intersecavano e si accordavano in un fine unico».[Salandra, L'Intervento, Milano 1930, pag. 262]

      Il Patto di Londra fu poi ampiamente disatteso alla fine del conflitto....

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    8. Grazie Luca, sempre prezioso!

      Parlavi di archivi imperiali, mi chiedevo di quale impero (ero al corrente della posizione di Salandra - solo mi interessava la lettura che se ne era data su questo blog; anche dell'offerta austriaca sapevo, solo temevo di non essere al corrente di documenti eventualmente emersi da ricerche recenti).
      Sempre un po' diffidente, avevo tralasciato Wikipedia.

      Non so, invece, se sia documentato o solo probabile il legame della Corona con finanziatori britannici nel 1915.
      Ma non voglio parassitarvi tutti: su questo proverò a documentarmi da solo.

      Grazie ancora.

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  2. Sembrerebbe quasi che gli €urocrati vogliano indurre l'Italia a fare da innesco all' implosione di questa malaugurata unione che ESSI considerano ormai insostenibile senza doversene prendere la responsabilità. O forse più semplicemente la situazione é diventata totalmente ingestibile nel caos ormai inestricabile di interessi divergenti e si naviga a vista (molto miope).

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    1. La seconda...la prima mi pare più un wishful thinking (ESSI ci crederanno sempre oltre ogni evidenza e livello di distruzione)

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    2. Mi sento impotente. Ma da soldato (siamo in guerra mi pare) dico : é un onore combattere al suo fianco.

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    3. Concordo con Domenico Scalamandrè.........un soldatino in più fa sempre bene,credo.

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  3. non è che lo ius soli e la cittadinanza facile non servano invece a fornire un bel passaporto alle masse in arrivo, col quale poi accompagnarli al brennero?

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  4. Recentemente mi sono imbattuto in un vecchissimo articolo, intitolato "Il problema militare italiano", di R. De Zerbi, pubblicato sulla "Nuova Antologia" del 1892 (oltre un secolo fa).
    Mi permetto di citarne un passo:

    "...Finché l'Italia non si senta difesa dalle proprie forze, essa seguirà come satellite la grande massa degli imperi centrali [...] Se gl'italiani sapessero d'aver difese le loro coste e chiusi i loro valichi alpini senza bisogno d'alleanze, la loro natura tranquilla e borghese prenderebbe immediatamente il sopravvento; e alla politica della triplice alleanza succederebbe, a voti unanimi dell'Assemblea e con la prepotenza d'un plebiscito, la politica della neutralità [...] Permettere all'Italia, dunque, di sentirsi sicura dentro i suoi confini equivale a ridare autonomia alla sua politica e ad emancipare questa da Berlino ...]"

    Ora quello che vedo oggi è: un Paese economicamente stremato, messo sotto una forte pressione migratoria (e quindi 'incapace di difendere i confini'), proprio da quell'Europa che poi si propone come la nuova "Triplice" (Ti offro la difesa).
    Un panorama che sembra rendere il passo citato decisamente 'attuale' se non quasi...... rivelatore!

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  5. In correlazione all’autonomia riconosciuta dall’art. 79 del TFUE, Le chiedo, Presidente, se non sia ormai configurabile anche in tema di immigrazione un problema di “ordine pubblico” causato delle inarrestabili migrazioni di massa a senso unico (anche in considerazione degli atti di intolleranza che cominciano a manifestarsi nel Paese):

    L'esigenza dell'ordine pubblico, per quanto altrimenti ispirata rispetto agli ordinamenti autoritari, non é affatto estranea agli ordinamenti democratici e legalitari, né é incompatibile con essi. In particolare, al regime democratico e legalitario, consacrato nella Costituzione vigente, e basato sull'appartenenza della sovranità al popolo (art. 1), sull'eguaglianza dei cittadini (art. 3) e sull'impero della legge (artt. 54, 76-79, 97-98, 101, ecc.), é connaturale un sistema giuridico, in cui gli obbiettivi consentiti ai consociati e alle formazioni sociali non possono esser realizzati se non con gli strumenti e attraverso i procedimenti previsti dalle leggi, e non é dato per contro pretendere di introdurvi modificazioni o deroghe attraverso forme di coazione …. Tale sistema rappresenta l'ordine istituzionale del regime vigente; e appunto in esso va identificato l'ordine pubblico del regime stesso…

    … l'ordine pubblico é un bene inerente al vigente sistema costituzionale, non può del pari dubitarsi che il mantenimento di esso - nel senso di preservazione delle strutture giuridiche della convivenza sociale, instaurate mediante le leggi, da ogni attentato a modificarle o a renderle inoperanti … - sia finalità immanente del sistema costituzionale… la tutela costituzionale dei diritti ha sempre un limite insuperabile nella esigenza che attraverso l'esercizio di essi non vengano sacrificati beni, ugualmente garantiti dalla Costituzione. Il che tanto più vale, quando si tratti di beni che - come l'ordine pubblico - sono patrimonio dell'intera collettività
    ” [così, fra le tante, C. Cost. 16 marzo 1962 n. 19; C. Cost. 14 aprile 1965 n. 25].

    Disposizioni sull’ordine pubblico e sull’interesse nazionale in relazione alle libertà civili sono contenute, come si sa, anche in convenzioni internazionali (Convenzione europea dei diritti dell’uomo e persino dalla Convenzione sui rifugiati, che può essere derogata in condizioni “gravi ed eccezionali”).

    Voglio dire, Ranelletti già nel 1904 scriveva che “il diritto dello straniero è subordinato e dipendente dalle esigenze ed interessi del pubblico. Di fronte ad esso, è riconosciuto un potere discrezionale dell'autorità statale per l'apprezzamento delle esigenze dell'ordine pubblico” [cit. da S. ORLANDO, Traffico Di Migranti: Sicilia, Italia, Europa? Incontro di studi interdisciplinare 19/20 novembre 2014, Palermo, in Rivista Italiana di Diritto e Procedura Penale, 2014, 2229].

    Se esiste al riguardo (come io credo) una vera e propria questione di O.P. innescata da forze sovranazionali e sovversive , non si può credere che chi ci rappresenta non riesca a far valere un principio che si insegna al primo anno di università. Ulteriore indizio di un dolo sp€cifico (benedetto da Papa Broglio).

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    1. Tralasciando il dolo (specifico) e, volendo, anche l'innesco da parte di forze sovranazionali e sovversive (aspetto che legittimerebbe tutta una serie di iniziative che presuppongono un'autonomia nella comunità internazionale che forse l'Italia non ha mai posseduto: v. commento di Lorenzo più sopra), l'ordine pubblico è peraltro contemplato anche dai trattati come generale clausola di deroga per molte previsioni sulle competenze o i "programmi" dell'Unione (elemento decisivo nel ritenere l'UE un mero Staatenverbund, come ritiene la Corte tedesca, giustamente, e come non è capace di realizzare un'intera classe politica al governo da circa 40 anni).

      Ma anche in tal caso, considerando l'attivazione della clausola di ordine pubblico il "sintomo" di esistenza minima di uno Stato sovrano e agente nell'interesse della sua comunità di cittadini, manca ogni traccia dei prerequisiti istituzionali indispensabili per far valere questa modalità/contenuto, sia in proiezione interna che esterna, della sovranità.

      Ogni pallida speranza, dopo decenni di sistematica distruzione del senso stesso dell'interesse nazionale, è lasciata alla sede elettorale.
      Ma anche in tale prospettiva, vedo la difficoltà degli italiani di riconoscersi, da ogni parte del territorio, come parte di un'unica comunità e di reagire uniti, coscienti che questa è una di quelle partite in cui si vince o si perde, definitivamente, come comunità libera e non come singoli individui.

      Se vuoi approfondire la rilevanza nei trattati della clausola di ordine pubblico (specie sugli oggetti fondamentali di tipo economico) sei sempre "idoneo e arruolato" alla causa :-)

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  6. Cercando di rispondere alla domanda finale, il senso è quello, direi, del rispetto, da parte delle nostre élite globaliste eccellentemente rappresentate da E. Bonino e dal suo partito, di un accordo internazionale segreto che prevederà, a spanne, la trasformazione dell'Italia nel CIE della Germania (tramite il combinato disposto del "sbarchino tutti qui" + "ius soli") in cambio di un piatto di lenticchie, in perfetta continuità col trattato di Londra del 1915, che potrebbe essere appunto il "niente troika sino alle prossime elezioni".
    In questa ripetizione marxiana della tragedia della Grande Guerra, il novello Cadorna avrebbe dovuto essere Napolitano, se ne avesse avuto le forze. Minniti si atteggia a novello Diaz. Ma chi sarà il novello Mussolini? Noi, probabilmente, siamo i novelli Menotti Serrati, ahimé...

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    1. Accordo internazionale in forma semplificata, direi...cioè tra esecutivi e senza consultare il parlamento (ma anche se fosse non cambierebbe nulla).
      Tanto segreto non pare, visto che l'ammujna di Tallinn, - col rifiuto di modificare Triton su timida richiesta di facciata, e senza addurre ragioni serie di recesso/riconduzione a equità, ex diritto dei trattati-, andrà presto in cavalleria.

      E si passerà al nuovo fronte di €uroricatto: prosecuzione dei salvataggi bancari deficit-esenti fino alla dead-line dell'arrivo di Weidman, con conseguente rating del titoli del debito pubblico-stato di eccezione-esproprio dei conti correnti (via bail-in o via patrimoniale straordinaria, comunque il destino è segnato).

      E sempre che prima del 2019 non intervenga una bella crisi finanziaria "esterna": il che anticiperebbe i "rientri" di ogni e qualsiasi linea di credito e l'esproprio patrimoniale dell'ital-tacchino...(con disoccupazione iperbolica e qualche milione di immigrati in più).
      Presto, molto presto, su questi schermi...

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    2. Spero che qualcosa di questa oscura previsione di Quarantotto non si avveri, anche se la ragione la dà praticamente come un corso ineludibile.
      Ma la speranza è l'ultima a morire: possibile che in Italia non ci sia più qualcuno (come quelli che firmarono l'ordine del giorno Grandi il 25 luglio), in grado di recuperare un po' di buon senso?

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    3. Può darsi che qualcosa non si avveri: ma è pur vero che non ho messo in campo tutte le variabili "negative". Il CETA lo vogliamo ricordare? E gli obblighi di pareggio di bilancio entro il 2019 (ormai), pure? E gli effetti crescenti sul mercato del lavoro e sul welfare delle riforme già varate? E quindi la deindustrializzazione crescente con controllo estero di tutti i settori rimasti?

      Per eventuali colpi di scena, non ne vedo i presupposti: salvo "manona" da oltreoceano che rimetta in riga una parte del regime e lo induca a riposizionarsi velocemente...Ma senza averci mai capito un tubo

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    4. E a proposito di
      Ceta :"Con la prospettiva dell'accordo di libero scambio tra Unione Europea e Canada sono aumentati del 15% gli sbarchi di grano duro del Paese nordamericano in Italia nei primi due mesi del 2017, con manovre speculative che stanno provocando la scomparsa della coltivazione in Italia.". Per non parlare della crisi già in atto di buona parte dei nostri settori come riso, olive, arance ... La Svizzera, per dire, noto paese del Terzo Mondo, come si regola? Ecco qui : "...Per ogni prodotto c'è un periodo amministrato e uno non amministrato. Tali periodi sono per lo più in funzione dell'offerta di merce indigena. Si applicano, a tal fine, diverse aliquote di dazio e possibilità di importazione....

      Nel periodo amministrato possono essere liberati contingenti, qualora l'offerta indigena non sia sufficiente a coprire la domanda. Le importazioni nell'ambito del contingente possono essere effettuate a un'aliquota di dazio più bassa (aliquota di dazio del contingente, ADC). Se contingenti non vengono liberati contingenti, le importazioni possono essere effettuate soltanto a un'aliquota di dazio più alta (aliquota di dazio fuori contingente, ADFC, codice 1)...".

      Questo solo per quanto riguarda l'agroalimentare della Svizzera, noto paese del Terzo Mondo. Noi che facciamo invece? Facciamo entrare la peggio peste lasciando andare al macero le nostre produzioni (anche ciliegie di Cerignola ecc.).

      Ma questi lobotomizzati della nostra classe dirigente fanno finta di non vedere... tanto a loro che je frega? Franza o Spagna purchè se magna...

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    5. a quel punto spero scoppino le violenze e le rivolte per le strade perché se non ci ribelliamo a quel punto allora c'è lo meritiamo.

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  7. leggermente OT forse ma comunque calzante in quanto al cupi o dissolvi che possiede la cosiddetta sinistra. Oggi sul Fatto Quotidiano succinta intervista ai quattro pilastri della suddetta sinistra nell'ordine : Speranza, Civati, Fratoianni e Montanari. Tutti incondizionatamente per l'€uro e tutti con propositi assolutamente incompatibili (ma comunque meramente propagandistici) con la politica che sottende l'€uro. Io che non sono mai stato di sinistra e che avrei volentieri votato a sinistra grazie anche all'instancabile e molto qualificata opera culturale di questo blog e di altri, mi vedrò costretto a votare Salvini quando mai ci sarà data l'opportunità di farlo; sappiamo come sia forte la pruderie golpista. Sullo stesso giornale dell'affievolirsi del fervore anti€urista della Le Pen e questo getta un'ombra sulla fiducia con la quale voterei. D'altra parte non votare vorrebbe dire consentire a un Macron qualsiasi di poter governare senza alcun mandato.

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  8. Ma prima di questo finale noto, avremo il nostro 28 ottobre, sempre "marxiano", ovviamente. E il fatto che non si sappia se aggiungere "temo" o "spero" la dice lunga sulla bella situazione in cui ci ritroviamo

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  9. Ogni tanto penso al piddinismo e alla realtà dei fatti; alla Storia che si presenta spietata con le sue evidenze, con la sua razionalità e le sue logiche conseguenze, con la sua struttura armonica e la sua inoppugnabile fattualità. Alla dissonanza cognitiva del piddino, dell'europeista, che esplode in faccia al moralismo idiota come una granata.

    Penso alla filologia che esce, come sempre, oggettivamente vincitrice.

    Poi penso ai vari "fascisti" di oggi...


    (non c'è speranza di redenzione in questa vita...)

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  10. Il volto orribile della storia che converrebbe farsi amico secondo il consiglio dell'ammirevole colonnello Kurtz.

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  11. Renzi cerca di smentire la Bonino: “La posizione dell'Ue, ho visto anche il dibattito di Emma Bonino, non dipende dalla scelta dell'ultimo governo ma da un regolamento di Dublino poi modificato e reso forte nel 2013 che decide che chi arriva in Ue va accolto dai singoli paesi di primo approdo. E' colpa di Dublino, non abbiamo deciso noi di spalancare le porte. Nel 2015 abbiamo fatto un accordo perché anche altri paesi Ue potessero farsi carico ma è rimasto sulla carta". Così Matteo Renzi nella rassegna stampa a 'Ore Nove”.
    Ma la Ravetto:”Ho il dovere di smentire il segretario del Pd Matteo Renzi: la posizione di chiusura dell'Europa rispetto alla condivisione degli sbarchi dei migranti non dipende certo dal regolamento di Dublino - che rimane comunque nella sua versione rafforzata del 2013 un accordo scellerato per ben altri motivi - ma dipende bensì dalla deroga espressa che il governo italiano accettò nella sottoscrizione dell'accordo per l'avvio dell'operazione Triton nel 2014". Così Laura Ravetto, deputata di Forza Italia e presidente del Comitato Schengen, replica al segretario del Pd Matteo Renzi. "Nell'avviare Triton, l'Italia acconsentì che si derogasse a un principio fondante del diritto internazionale marittimo e cioè che se un migrante sale su una nave battente bandiera di uno Stato straniero quello è lo Stato da considerarsi di 'primo approdo' del migrante stesso".” mi sa che gli ha stangato i denti...

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    1. Ma infatti Dublino non c'entra nulla: la sua applicazione presuppone che colui che è entrato nel territorio di un qualunque Stato aderente, sia comunque entrato legittimamente (permesso di lavoro o status riconoscibile di rifugiato et similia, cioè i casi allargati da zoppicanti previsioni del diritto europeo).

      Dublino o non Dublino, chi entra al di fuori di questi presupposti, ove sussistenti all'entrata (come dovrebbe essere normale in base all'art.79 TFUE), o comunque debitamente accertati (come implicano l'art.78 TFUE e la convenzione sui rifugiati), deve essere semplicemente espulso e non smistato ad altri Stati: osservando regolarmente queste previsioni, su identificazione e, prima ancora, sul pattugliamento in funzione repressiva del traffico di esseri umani, il numero dei soggetti coinvolti dovrebbe essere gestibile).

      L'emergenza può nascere solo dall'inosservanza sistematica del quadro normativo europeo e nazionale.

      Come possa accadere, quindi, che centinaia di migliaia di persone entrino in Italia, in base a convenzioni che, come Triton e Sophia, sono in realtà volte a proteggere le frontiere esterne dell'UE, IN AGGIUNTA ALL'OBBLIGO COSTITUZIONALE DI PROTEZIONE DELLE PROPRIE FRONTIERE COMUNQUE INCOMBENTE SULLA REPUBBLICA ITALIANA (e appunto riconosciuto dall'art.79 TFUE), è un mistero "buffo" (ma forse non troppo "misterioso").

      Anche ove vigesse la deroga alla "territorialità" delle navi raccoglitrici in deroga a Dublino, infatti, ciò può riguardare solo operazioni di salvataggio legittimamente operate ALL'INTERNO DEL MARE DELIMITATO DALLA CONVENZIONE TRITON; ed inoltre, se, e solo se, sussistano i presupposti per il legittimo salvataggio, ove non sia operato da imbarcazioni militari o di pubbliche autorità coinvolte nell'operazione.
      Quest'ultimo compito in realtà, secondo Triton e Sophia è secondario e complementare, - cioè eventualmente dettato da emergenze normalmente non prevenute dal pattugliamento "impeditivo"-, non primario, delle operazioni congiunte.

      Al di fuori di questi presupposti, la stessa missione Sophia, ove attuata correttamente, imporrebbe infatti l'impedimento allo sbarco e il sequestro delle navi che violano le condizioni di diritto del mare sul salvataggio e compiano sistematicamente salvataggi al di fuori delle acque delimitate in cui opera la convenzione.

      In questi casi, quindi, non è legittimo invocare alcuna deroga a Dublino: i salvataggi contrari alle convenzioni sul diritto del mare e estranei ai confini dell'operazione Triton-Frontex Plus ricadono sotto la responsabilità integrale degli stati di bandiera delle relative navi.
      Ove questa "bandiera" fosse italiana, e si trattasse quindi di soggetti privati e non autorizzati a operare nelle acque estranee a Frontex-Triton (come si deve legittimamente supporre), ne dovrebbe seguire perciò l'intercettazione e la sanzione alla stregua dell'evidente mancanza di qualsiasi legittimità del loro operato, sia secondo la convenzione, che secondo il codice di navigazione che secondo le convenzioni internazionali (che comunque, infatti, impongono di portare i "salvati" nel porto di destinazione della navigazione intrapresa per ragioni oggettive e diverse dal mero salvataggio in acque prossime alla Libia, o quantomeno nel proto sicuro più vicino; id est. in pratica in Tunisia o Malta).

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    2. Era solo per rimarcare la caratura dell'attuale segretario del PD (cioè IL partito che dovrebbe fare gli interessi dei lavoratori essendo erede di quello che fu il PCI). Un inetto, come lo sono i suoi consiglieri che nemmeno sanno cosa gli suggeriscono. Ben ha fatto la Ravetto (per una volta).

      Sui porti si, è la stessa cosa che dico pure io ai "miei" piddini... Malta per dire ha chiuso i porti.... se il nostro governo del marchese/conte Gentiloni Silveri avesse le palle, potrebbe affittare una nave confortevole e spedirne una per ogni porto dei nostri cosiddetti "amici" spagnoli, francesi, olandesi, tedeschi, e vedere come e cosa fanno... ma siccome non ce le hanno, zitti e mosca. Tanto a casa loro non vanno....

      Ah, solo per inciso: strano come cambia la percezione del "pericolo" da quando la parola "CLANDESTINI" è stata soppianta dalla parola "MIGRANTI", nevvero?

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  12. La legio piddina pretende di riformare la U€, ma sembra che proprio non sappiano di cosa parlano.

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