giovedì 19 ottobre 2017

"L'ALTRO RIMEDIO" (AL..DEBITOPUBBLICOBRUTTO): IL QUARTO PARTITO MUORE MA NON SI ARR€ND€


https://image.slidesharecdn.com/napoleone-101110054403-phpapp01/95/napoleone-bonaparte-et-napoleonica-53-638.jpg?cb=1422671079

1. Cominciamo il nuovo post dalla parte finale del precedente:
"...la BCE ha già iniziato a inasprire i requisiti sugli accantonamenti di capitale corrispondenti al deprezzamento in bilancio delle sofferenze, posti essenzialmente a carico del sistema bancario italiano (i valori di bilancio dei ben più incerti strumenti derivati nel bilancio del sistema bancario tedesco, non sono stati sostanzialmente toccati: andrebbero bene così, mark to fantasy, con l'Imprimatur della vigilanza BCE!). 
Quindi, per quanto moralmente tentati, e scientificamente non attrezzati a comprenderlo, i banchieri italiani "fiutano" che al prossimo aumento degli spread sarà difficile, anzi controproducente per i  loro interessi patrimoniali e, ancor più, per la preservazione del loro controllo societario, invocare un nuovo "fate presto" che, via austerità" fiscale, induca un nuovo dilagare delle sofferenze (sicuramente soggette alle nuove regole BCE).
La totale falsità (usiamo la definizione di Milton Friedman) del debito pubblico come primo dei problemi italiani, potrebbe, anzi, dovrebbe, in un'ottica di istinto di sopravvivenza del nostro sistema bancario (se pure è rimasto), risultare un'arma spuntata. Anzi: una spada senza elsa, che ferisce pure chi la impugna.

...In pratica, lo spread, in un'eurozona depurata dalla droga del QE, si lega ad un parametro, o meglio, ad un'aspettativa, ben diversa da quella relativa all'andamento della PNE: i mercati tendono a prezzare la stupidità (Prodi dixit) dell'eurozona e dei suoi parametri fiscali, per paesi, altrimenti sani, come l'Italia e, quindi, la prospettiva di dover abbandonare la valuta unica e il conseguente ritorno a una moneta nazionale, che, in ipotesi, dovrebbe svalutarsi (ma ormai non è pronosticabile di quanto, in una valutazione seria e non terroristica) rispetto alle altre valute di scambio internazionale, come il dollaro o, molto teoricamente, al wannabe euro che si vorrebbe capace di sopravvivere senza l'Italia (che sarebbe sempre più un marco, prima sottovalutato, ma poi, a seguito dell'Ital€xit, da rivalutarsi).
E' bene rammentare queste prospettive, che si affacciavano nel 2011-2012, naturalmente al di fuori del "fate presto!" del mainstream. 
"Un altro fate presto" non è possibile: a meno che anche il Quarto Partito (qui. p.2) non voglia suicidarsi"

2. Quello che cercheremo di verificare più in profondità è se la consapevolezza, nel Quarto Partito (come definito da De Gasperi), della natura suicida (per se stesso) di un nuovo "fate presto!", cioè della richiesta di un drastico consolidamento fiscale post-elezioni e post QE (taglio della spesa pubblica in istruzione, previdenza e sanità, oltre che della spesa corrente per il funzionamento fisiologico "minimo" della pubblica amministrazione): 
a) possa essere originata a sufficienza dalla prospettiva di una perdita del controllo azionario nazionale del sistema bancario, in esecuzione del disegno normativo dell'Unione bancaria (e in derivazione da ciò, della perdita del controllo nazionale della ricchezza in impianti industriali e immobili, che verrebbero inevitabilmente assoggettati all'esecuzione creditoria accelerata da parte delle banche, e svenduti in sovraofferta a operatori esteri, in quanto gli unici dotati di liquidità e di credito da parte dei rispettivi sistemi bancari non italiani);
b) o se, invece, tale prospettiva - e la relativa consapevolezza del "suicidio"- siano, dal Quarto Partito, ritenute un costo tollerabile e/o limitabile di fronte alla praticabilità di un altro rimedio, capace di salvare queste posizioni di controllo mediante un intervento di soccorso dello Stato. 
Il che equivale a dire che l'interesse prioritario perseguito dalle istituzioni di governo è quello della tutela degli interessi di tale ristretto gruppo di potere, come evidenziava Gramsci rispetto allo Stato liberale pre-fascista: ciò vuol anche dire che sia ormai de facto superato il modello legale costituzionale nel senso indicato da Calamandrei, secondo un  disegno che è proprio dei trattati europei, e in particolar modo della moneta unica, che, di conseguenza, diviene un caposaldo istituzionale da preservare a qualsiasi costo, data la prevalente vantaggiosità rispetto ai rischi che esso comporta.
3. La certezza dell'assetto istituzionale garantito dalla moneta unica, in effetti, farebbe propendere per questa seconda soluzione: il Quarto Partito, cioè, muovendosi nell'orizzonte cognitivo implicito nella ideologia delle "riforme", pare (pare) non scorgere l'attualità del rischio legato agli effetti dell'Unione bancaria, e preferisce una visione statica, idealizzata, del quadro istituzionale favorevole così descritto da Zenezini (citato nello stesso post, parte finale): (pag. II): 
La ragione storicamente contingente della centralità assegnata alle riforme è da rinvenire nel processo di creazione del mercato interno europeo, della moneta unica e nei vincoli imposti dai trattati europei alla conduzione della politica macroeconomica. Questo mutamento del quadro di politica europea ha progressivamente prosciugato qualsiasi fonte di intervento nell’economia oltre gli ambiti “microeconomici” della gestione dei mercati del lavoro e dei beni, determinando una sistematica distorsione verso orientamenti “offertisti” nelle politiche economiche. Questi orientamenti si sono quindi tradotti in una continua azione di promozione di riforme economiche mirate a favorire il “buon funzionamento” dei mercati.” 

4. Il punto di riferimento, ideologico e materiale, risulta dunque chiaro: un vincolo, prioritariamente monetario, che limiti d'imperio ogni possibile intervento nell'economia alla gestione dei mercati del lavoro e dei beni, in senso "offertista", è un bene talmente prezioso, come insegnava d'altra parte Kalecky, che ben può generare la convinzione che rinunciare ad esso costituisca un male superiore a qualsiasi, e proprio qualsiasi, costo che tale vincolo potrebbe generare.
Forte di questa convinzione, (peraltro "statica", cioè non disponibile a essere rimessa in contestazione da qualsiasi situazione sopravvenuta), il Quarto Partito diviene naturalmente propenso a non vedere il suicidio (cioè la perdita di controllo bancario e industriale) come punto di approdo della moneta unica e, invece, a ritenere sempre praticabile, date certe condizioni politiche, - tipicamente rappresentabili a se stesso come un nuovo stato di eccezione legato agli spread e al debito pubblico-,  un "altro rimedio" (per l'appunto).

6. Questo altro rimedio è anche un...altro modo di definire "l'altra €uropa", cioè di cosmetizzare come riforma progressista quella dei trattati, dissimulando il fatto inevitabile che essa può solo consistere, a questo punto del processo €uropeista, in un inasprimento del modello antisolidale e anticooperativo dell'eurozona (pur considerandosi la migliore delle ipotesi! Qui, p.10). 

7. L'altro rimedio, per salvare "l'altra €uropa", - data l'implicita accettazione come dogma dell'incubo del contabile, in ciò insita- non può che essere la super-patrimoniale che, appunto, salverebbe "capra e cavoli" dentro la moneta unica: a fronte di un'austerità consistente in tale misura, lanciata dall'emergenza spread post-QE e quindi dal consueto slogan dell'abbattimento del debito pubblico, si otterrebbe la preventiva copertura dell'intervento statale (tosatura dei contribuenti-risparmiatori), complementare al burden sharing (tosatura degli obbligazionisti e piccoli azionisti), per salvare le banche che, notare l'ironia, vedrebbero aggravati i loro bilanci proprio dall'adozione di un tale drastico prelievo fiscale (cioè dal riespandersi delle insolvenze bancarie da cui si voleva sfuggire...).

8. Un giro euristico, ma solo nei volumi di tassazione rispetto alla riduzione della ricchezza dei cittadini (in alternativa al traumatico bail-in sui correntisti), perché, comunque, sarebbe una gigantesca redistribuzione fiscale in favore del settore bancario da tutelare; il quale, però, non rimarrebbe a lungo a controllo pubblico, dato l'obbligo di cessione delle banche salvate, che le regole europee prevedono a carico dello Stato il quale, eccezionalmente, - e derogando al divieto di aiuti di Stato in ragione di (ben tangibili) crisi di portata sistemica-, venga autorizzato a intervenire
Una cessione degli istituti transitoriamente nazionalizzati, ben difficilmente consentirà, comunque, la preservazione di un azionariato di controllo nazionale.

9. Ma anche prendendo per "buono" questo "altro rimedio", dal punto di vista delle aspettative statiche di permanenza del controllo istituzionale, esso dispiegherebbe effetti macroeconomici di cui, molto probabilmente, il Quarto Partito non si rende ben conto.
Ripercorriamo la questione dei riflessi sul PIL della patrimoniale, ordinaria o straordinaria, quest'ultima (come pare sfuggire ai più)  già preventivamente autorizzata dalla Corte costituzionale, prendendo il clou sviluppato in un precedente post:
"Prendiamo le mosse da uno studio Bankitalia sull' "effetto ricchezza": http://www.bancaditalia.it/pubblicazioni/econo/temidi/td04/td510_04/td510/sintesi_510.pdf
Per quanto concerne la sola ricchezza finanziaria, la propensione marginale al consumo è simile nei due paesi [USA e ITA], pari a circa 9 centesimi per ogni euro di ricchezza finanziaria. ...
Per quanto concerne la ricchezza reale (essenzialmente abitazioni e altri immobili), la propensione marginale al consumo delle famiglie italiane è pari a circa 2,5 centesimi per ogni euro di ricchezza reale."
...
Una patrimoniale ragionevolmente imposta solo sulle attività finanziarie liquide, visto che per gli immobili il "cappottino" è già confezionata "smoothly" e funziona in parte già a pieno regime,  e che volesse dare un gettito decente, - per un folle quanto irrilevante impiego in riduzione del debito e per il famoso innesco delle politiche vagheggiate da Renzi-, dovrebbe grosso modo attestarsi sul 15%, con (forse) una soglia di esenzione dei conti con attivi inferiori a 100.000 euro, o a 50.000 euro, o a chissà quanto.
Dipende dal concetto di "ricchezza sfrenata" e colposa che ci propineranno, come quando propugnano la riduzione delle centinaia di migliaia di pensioni superiori a 1500 euro al mese, giustificandole con quelle poche decine da 10.000 euro al mese, fruite da alcuni "amici" (o ex tali), in assenza di una contribuzione effettiva corrispondente (parliamo di contribuzioni figurative e virtuali concesse ai vari politici e grand commis, padri della Patria in servizio militante permanente).
Sia quel che sia,  arrotondiamo e facciamo che vogliano ottenere comunque un certo gettito, accomodando poi la base imponibile e le soglie di esenzione su questo risultato prefissato. Cioè, poi, in senso quella volta elargitivo, lo stesso metodo usato per la rivalutazione delle quote bankitalia: prima decido quanto voglio erogare di profitti (per modo di dire), alle banche private, poi capitalizzo sulla base di questo livello "a prescindere".
Arrotondando, diciamo che un "monte premi" che si estenda alle attività liquide in mano alle banche (cioè i comodi sostituti di imposta retribuiti a commissione), e forse esteso ai titoli del debito pubblico intestati a persone fisiche (quindi non a soggetti finanziari), - cosa che equivarrebbe a un consolidamento parziale "selettivo" a carico di gente certamente colpevole della "disoccupazione giovanile"- ,  darebbe una base imponibile "a spanne" di circa 1000 miliardi e un gettito di 150 (scontando, ripetiamo, una certa astuta fissazione delle soglie di esenzione).
Ora 150 miliardi di prelievo patrimoniale sulle attività liquide avrebbero i seguenti effetti:

a) una riduzione dei consumi pari a 13,5 miliardi ALMENO, essendo la propensione marginale USA assunta da Bankitalia alquanto riduttiva, e non correlata alle aspettative che il diverso assetto monetario e fiscale imposto dalla UEM innesca nella creazione di risparmio meramente di "riserva". Diciamo che più realisticamente si produrrebbe un calo recessivo dei consumi di almeno un punto di PIL;

b) un calo delle disponibilità per il pagamento di crediti in generale e di mutui immobiliari, in particolar modo, innescando un ulteriore incremento delle sofferenze bancarie..
Ciò determinerebbe un quasi esiziale fattore di instabilità del nostro sistema bancario, inducendo o lo Stato a trasferire il gettito di questo prelievo straordinario in salvataggi bancari, o, in omaggio al metodo Cipro istituzionalizzato dalla riforma bancaria UE, a procedere a ulteriori prelievi "forzosi" sui conti bancari privati (o a tutte e due le cose insieme);

c) un simultanea ulteriore situazione di minor domanda interna sul fronte immobiliare, che si sommerebbe alla sovraofferta che, autonomamente, è già in corso per via delle politiche fiscali attualmente intraprese, e comunque programmate in ulteriore inasprimento, di crescente tassazione patrimoniale (moltiplicazione dei titoli di imposizione e aumento legislativo delle basi imponibili). Da ciò: crollo dei prezzi immobiliari e aggiuntive insolvenze a catena di ogni forma di credito garantita da tali assets. E quindi sinergia distruttiva col punto b).
E perciò si avrebbe anche un'accelerazione di quella ulteriore perdita di consumi indicata da Stefano come conseguenza della propensione marginale al consumo della ricchezza immobiliare:  diciamo, attenendoci abbastanza moderatamente al suo calcolo, e ipotizzando un crollo dei prezzi immobiliari (aggiuntivo) del 10-15% sui valori attuali (già calanti), di un altro punto di PIL.

d) Insomma, solo sui consumi l'interazione distruttiva di una tale intelligente misura fiscale, inciderebbe con una recessione "diretta" di circa 2 punti di PIL (ottimistica e che esclude un effetto panico tra risparmiatori e sistema bancario: lì saremmo alla devastazione. Che però non è ragionevolmente escludibile)".
10. Ci pare interessante chiudere il cerchio riportando la risposta a una domanda ("perché distruggere l'Italia?") posta nei commenti seguiti al post appena citato (eravamo a febbraio 2014):
"La domanda è molto "essenziale": il fatto è che loro credono veramente non di distruggere ma di migliorare l'Italia.

La premessa da cui partono è che non c'è posto per l'Italia, nel suo tradizionale sistema industriale e culturale (ormai distrutti, effettivamente) nel mondo liberoscambista finanziarizzato, e che si sia creata una sola via di scampo: quella della compartecipazione assoluta con le mire dei grandi gruppi economico-finanziari che predeterminano gli assetti in Europa e in UE, ciò che implica una riorganizzazione sociale di base conforme ai loro obiettivi (cioè lo schema, già seguito in USA e Germania, del 99% appiattito dalla....curva di Phillips) e salvezza per "loro": cioè politici esecutori fedeli, executives bancari e industriali, residui che comunque si internazionalizzano, cui verrebbe sostanzialmente garantita una posizione di gestione "in nome e per conto" dei controllori sovranazionali del capitale finanziario.

L'unico elemento di incertezza è se una certa residua governance (una sorta di testa del "drago") di questo sistema di controllori sarà attribuibile ai tedeschi o agli USA (adde; il che è, ed è sempre stato, v.qui, p.5, a ben riflettere, un falso problema).

Ma gli obiettivi intermedi non mutano di molto, e come ho evidenziato, ormai la partita trascende persino quella della moneta unica.
La sua stessa conservazione o meno dipende dal raggiungimento degli obiettivi di strutturazione ordinamentale di questo predominio finanziario etero-diretto, al cui consolidamento potrà essere sacrificato lo stesso euro, al momento opportuno.

Ovviamente se ciò sarà utile per IL RILANCIO: allo stato cioè il trattato di liberoscambio interatlantico (seguendo lo schema: lo SME era in fondo sacrificabile purchè CONTESTUALMENTE, ne abbiamo la prova nelle date storiche, si avviassero mercato unico, criteri di convergenza e euro)".

16 commenti:

  1. “La sua stessa conservazione o meno dipende dal raggiungimento degli obiettivi di strutturazione ordinamentale di questo predominio finanziario etero-diretto, al cui consolidamento potrà essere sacrificato lo stesso euro, al momento opportuno.

    Ovviamente se ciò sarà utile per IL RILANCIO: allo stato cioè il trattato di liberoscambio interatlantico…..”

    Già…. Come lei ha sempre detto… (e che molti non capiscono):

    “Siccome la prospettiva di questo nuovo "rilancio" dell'internazionalismo liberoscambista, che simulerebbe persino una concessione, del tutto immaginaria, alle esigenze produttive e commerciali nazionali "punite" dall'euro, si sta materializzando inesorabilmente sui nostri già magri destini, rammento quanto detto nel finale di questo post (argomento ampliato nel libro "Euro e/o? democrazia costituzionale):

    ...se una demarcazione sovranazionale veritiera, su cui vale la pena di fare informazione "globalizzata", può essere rinvenuta è quella tra neo-liberismo Von Hayek, munito ormai di armi "internazionaliste" e sempre più deciso a estenderle, e costituzionalismo universale democratico, finalmente capace di caratterizzarsi come forza solidaristica spontanea dei popoli: spontanea ma munita di una solida base, le Costituzioni democratiche, che occorre difendere.
    E in fondo la questione dell'euro va vista solo su questo piano: uscirne per rimanere nel dominio incontrastatto dei "nipotini di Von Hayek" è un'operazione di facciata. Una beffa. Uscirne per ripristinare la sovranità dei diritti, costituzionale e universalistica, è la vera frontiera della democrazia.”

    http://orizzonte48.blogspot.com/2013/11/il-rilancioliberoscambista-ue-usa.html?spref=tw

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  2. "Ora 150 miliardi di prelievo patrimoniale sulle attività liquide...."

    Ma la costituzione non tutela il risparmio?
    Il 15% di esproprio e' del tutto abnorme ed ingiustificabile.

    Per il 99,999% dei lavoratori le eventuali attività liquide sono riconciliabili perfettamente col flusso ultradecennale di risparmio da reddito da lavoro (redditi guadagnati o ereditati, quindi già tassati alla fonte e non consumati).

    L'Agenzia delle Entrate lo sa perchè lo può facilmente verificare.....

    In molti altri casi detti lavoratori si trovano (loro malgrado) disoccupati (senza reddito) ed ancora lontani dai 67 anni abbondanti di eta' necessari (a leggi vigenti) per accedere alla pensione.

    Espropriare i lavoratori del loro risparmio liquido, risparmio magari necessario per vivere fino alla pensione, a mezzo super-patrimoniale, porterà a violenze diffuse (prima ancora che alla perdita di punti di PIL).

    Sono convinto che la soglia per evitare violenze di piazza sia non superiore all'1,5%, che ESSI lo sappiano bene e che stiano solo valutando il rischio di gettare definitivamente la maschera per una entrata straordinaria del tutto insufficiente e che potrebbe essere garantita da nuove tasse (che mai negli ultimi anni hanno generato proteste particolari).

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  3. Il Direttore Generale di Banca d’Italia, in questa intervista (pag. 3) del 2016, mi sembra sia stato esplicito:

    "Su MPS e sulla vendita delle cosiddette “good banks” che residuano dalla “risoluzione” delle note 4 banche si giocano partite importanti per il sistema Italia. Ci sono iniziative private, c’è un ruolo facilitatore del Governo, ci sono interlocuzioni continue con il MUV e con la Commissione. La Banca d’Italia si adopera per trovare soluzioni che preservino la STABILITÀ FINANZIARIA IN ITALIA E IN EUROPA. LA PROPRIETÀ DI MPS E DELLE GOOD BANKS È MENO RILEVANTE DI QUESTO OBIETTIVO GENERALE”.

    Tutti lavorano appassionatamente perché venga mantenuta, ad ogni altrui costo, la “stabilità finanziaria”, il gold standard, l’isola felice einaudiana:

    noi abbiamo attraversato, prima del 1914 un’epoca felice che io temo non si riprodurrà mai più. Il secolo trascorso dal 1814 al 1914 è stata una parentesi nella storia del mondo, parentesi la quale probabilmente noi della generazione attuale e forse di parecchie generazioni avvenire non vedremo più…Uno degli aspetti caratteristici di quel secolo felice è stato il mito dell’oro, vorrei piuttosto chiamarlo la magia dell’oro.

    Se parlasse, invece di un economista, una nonna ai suoi nipotini e volesse raccontare quello che accadeva prima del 1914, quando anche i bambini potevano soddisfare le loro esigenze di zucchero e di pane bianco, essa certamente direbbe: c’era una volta un mago, uno di quei nani o gnomi che voi bambini avete contemplato quando siete andati alla rappresentazione di Biancaneve e i sette nani; uno di quei nani di cui nessuno poteva prevedere a priori le decisioni, ma che intanto guidavano gli uomini e che impedivano che gli uomini facessero del male … Se dovessi dire in quale paese del mondo vi sia una moneta perfetta, imparziale, neutra, come ora dicono gli economisti, direi che questo paese si trova in un’isola sperduta del Pacifico, nel quale la leggenda ha immaginato che in tempi remotissimi cadessero nell’isola una quarantina di grossi massi...

    Tutti i contratti di quell’isola – che…certo dal punto di vista monetario è di esempio a tutto il mondo – tutti i contratti si fanno con la trasmissione ideale di quei massi. Tutti quelli che vendono qualcosa o trasferiscono un diritto acquistano quei massi e gli acquirenti vanno a contemplarli e se ne ritengono i padroni. Nessun uomo di governo, nessun capo tribù può variare il numero di quei massi di oro. Ciò che accade in quell’isola fortunata è accaduto nel secolo dal 1814 al 1914, in misura attenuata, perché la quantità dell’oro esistente nel mondo era allora variabile. Essa però variava al di fuori della volontà di qualsiasi uomo di governo o di stato. Nessuno invero poteva impunemente agire sulla quantità della massa circolante
    (segue)

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  4. Era il mito dell’oro che faceva sì che … coloro i quali contraevano dei debiti si sdebitassero delle obbligazioni introdotte con la medesima moneta; l’onestà la quale, considerata sempre uno dei dieci comandamenti, era diventata miracolosamente una regola d’azione alla quale neppure gli uomini di stato potevano sottrarsi, pretestando la cosiddetta ragione di stato. Era un’epoca nella quale, in conseguenza della onestà monetaria che dipendeva dal mago mitico dell’oro, gli scambi internazionali di beni e di uomini erano facili…

    Nel 1914 gli uomini immaginarono di poter guardare dentro al meccanismo meraviglioso e lo ruppero; e al posto di esso istituirono quella che fu chiamata la moneta manovrata, moneta che non è più abbandonata al caso, che non è più abbandonata all’arbitrio, che non è più abbandonata alla scoperta fortuita di miniere d’oro, tutte cose del passato, cose che devono essere soppresse, perché non il caso, ma la volontà dell’uomo, la sapienza dell’uomo deve dominare anche il mercato monetario…Abbiamo visto che cosa è successo con la sostituzione della sapienza dell’uomo al caso, al caso fortuito della scoperta di miniere d’oro rispetto alla lira. La lira oggi ha una potenza d’acquisto che forse è la duecentesima parte di quella che era la potenza d’acquisto della medesima lira nel 1914…

    Questi sono i risultati della sostituzione al caso della volontà preordinata da parte degli uomini. Questa sostituzione, in molti paesi del mondo, è la grande colpevole dei trasporti di ricchezza dall’uomo all’altro. La svalutazione monetaria … è la colpevole dell’arricchimento degli uni e dell’impoverimento degli altri e del sorgere di odii e di invidie fra le classi, che non furono mai tanto gravi come negli ultimi trent’anni. La mancanza di una base solida della moneta ha fatto sì che gli odii e le invidie si inasprissero e portassero ad uno stato d’animo rivoluzionario in tutti i paesi del mondo…
    ” [L. EINAUDI, Assemblea Costituente, 14 marzo 1947]. Nostalgia canaglia!

    Si può dire che siamo un Popolo in liquidazione?

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    1. E però Giggino nazionale era una grande comunicatore politico: il livello di affabulazione, sempre severamente morale, (che coinvolge "l'onestà" "la nonna e i nipotini", come già i vegliardi che muoiono felici nel casolare purché NON abbiano l'assurdo privilegio della pensione), è ben distante, che so, dalla crudezza chirurgica di Eichengreen (http://orizzonte48.blogspot.it/2016/08/grandi-disastri-pace-e-corruzione.html?spref=tw, p.6), o dalla (molto) temporanea indignazione di Carli (http://orizzonte48.blogspot.it/2017/03/maastricht-era-gia-tutto-previsto-da.html, p.8).

      Prendiamone atto: il Quarto Partito nutre i suoi quadri di una continuità che, visto l'appoggio istituzionale compattatosi in questi giorni, non può che definirsi: "sinistra".

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    2. Bè…. anche il pensiero di Luigino sulle pensioni…. Direi “non male”:

      Arturo20 giugno 2016 20:54

      Mi sembra pertinente al post, e bene integrata coi reperti offerti da Francesco (che colgo l'occasione per ringraziare caldamente!) nei commenti allo scorso post, questa citazione di Caffè (Umanesimo del Welfare, "MicroMega", n. 1 (1986), pagg. 116-127, ora in La solitudine del riformista, Bollati Boringhieri, Torino, pagg. 247-8): "Per immotivata che sia, a mio giudizio, l’insorgenza critica nei confronti della tutela pubblica del benessere sociale, ritengo che l ’effetto di gettare via un bimbo vitale insieme con l’acqua sporca del bagno in cui era immerso si sia già verificato.
      Non mi sembra conveniente, su un piano generale come con riguardo specifico all’economia italiana, procedere a una tassonomia di distinguo, che non modificherebbe in alcun modo convincimenti che si pongono sul piano dei giudizi di valore. Non erano in gioco (per lo meno allo stato dell’attuale strumentalizzazione) problemi di «clientelismo» o di ingenti disavanzi previdenziali, allorché Luigi Einaudi considerava la «pensione di vecchiaia» come «un povero surrogato di quel più alto tipo di società nella quale essa è inutile perché il vecchio possiede nella casa propria, nel podere ereditato e costrutto pezzo a pezzo, nel patrimonio formato con il risparmio volontario, nell’affetto di una famiglia saldamente costituita il presidio sicuro contro l’impotenza della vecchiaia»."

      Qui c'è una nota: "L. Einaudi, Lezioni di politica sociale (1949), Einaudi, Torino 1964, pag. 95. Naturalmente idee analoghe, in stile meno suadente, si possono oggi ritrovare negli scritti di M. Friedman e familiari. Cfr. in particolare M. e R. Friedman, Free to Choose, Harcourt Brace Jovanovich, New York 1980; trad. it. Liberi di scegliere, Longanesi, Milano 1981."

      "Ovviamente, con debite varianti, considerazioni più o meno analoghe erano espresse per altre forme di intervento assistenziale, rispetto alle quali veniva costantemente evocato «quel più alto tipo di società» che le avrebbe praticamente rese superflue.
      Dovrebbe pertanto essere chiaro che le contestazioni più recenti dello Stato assistenziale hanno radici antiche e che tali contestazioni non si superano sul terreno delle verifiche contabili, ma sul piano di una riflessione che investa «il tipo di società», quando l’attenzione si sposti dalle configurazioni ideali agli aspetti concreti del presente e, possibilmente, del prevedibile futuro."

      http://orizzonte48.blogspot.com/2016/06/e-ora-cosa-cambiera-almeno-ripensare-il.html?showComment=1466448848752#c5324035799221570360

      poi…. direi che son da leggere questi commenti di Francesco riguardo al quarto partito:

      http://orizzonte48.blogspot.com/2017/06/il-quarto-partito-diventa-il-quinto-e.html?showComment=1496931059794#c7673811228431999170

      più risposta di Basso:

      http://orizzonte48.blogspot.com/2017/06/il-quarto-partito-diventa-il-quinto-e.html?showComment=1496931330097#c8654613044420501233

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    3. Per trovare uno sprazzo di verità in Einaudi bisogna andare a scovarlo, come d’altra parte anche nel caso di Eichengreen, nei lavori scientifici di carattere storiografico, in particolare in uno studio sulla “moneta immaginaria”. (Si trattava di un aspetto fondamentale dell’istituzione monetaria di antico regime anteriore alla parità aurea fissa: le funzioni di mezzo di pagamento e di misura di valore erano separate, così che il principe poteva intervenire alterarando il potere liberatorio della moneta interna, la c.d. “moneta piccola”, generando in pratica inflazione, adeguandone il rapporto con quella “grossa”, usata per gli scambi internazionali, il che equivaleva a una svalutazione).

      Sentite un po’:

      Laddove il sistema odierno della moneta effettiva riesce ad esaltare i sentimenti i quali fanno colpa allo straniero della svalutazione della moneta nazionale, il sistema antico della doppia moneta effettiva ed immaginaria metteva in evidenza il fatto che la svalutazione della moneta è sovrattutto un affare interno, importante nei rapporti fra classe e classe, individuo e individuo della stessa nazione, dove si negozia in lire immaginarie variabili e, alla lunga, irrilevante nei rapporti con l’estero, dove non solo si paga ma si è costretti a negoziare altresì in fiorini effettiva.” (L. Einaudi, Teoria della moneta immaginaria nel tempo da Carlomagno a Napoleone, in «Rivista di Storia Economica», t, n. 1, 1936, ripubblicato in L. Einaudi, Scritti economici, storici e civili, Milano, Mondadori, 1973, pag. 446 riportato in L. Fantacci, La moneta, Marsilio, Venezia, 2005, pag. 212).

      Hai capito? Inflazione e svalutazione non sono un problema morale ma di rapporti fra le classi: shoquant! :-)

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    4. Fondamentale: la istituzionalizzazione di un sistema di un'automatica riduzione di potere di acquisto delle classi lavoratrci attraveso la svalutazione del mezzo di pagamento loro corrisposto non verso valute estere ma verso la valuta-moneta detenuta dalla classe dominante.

      Il bello è che il terrorismo sull'uscita dall'euro si fonda (ove mai fosse "pensato" razionalmente e non solo propagandato emotivamente), sulla implicita vigenza di un tale inesistente sistema.

      A dimostrazione, semmai ce ne fosse bisogno, di quanto parole e intenzioni di Einaudi siano "costitutivi" del linguaggio e del modo di comunicare dell'attuale oligarchia "cosmopolita"...

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    5. A riguardo mi sono venuti in mente i minibot proposti dalla Lega. Da quello che ho capito possono funzionare solo nel breve-medio periodo, ovvero con l'unico scopo tecnico di traghettare non bruscamente l'economia verso una nostra valuta unica.

      Immagino che in caso di coesistenza forzata e prolungata di Euro/minibot (o di una qualsiasi altra 'doppia moneta') si potrebbe tentare di realizzare lo scenario descritto (nei limiti della sua assurdità, ma un tentativo di Essi potrei aspettarmelo).

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    6. In effetti è inevitabilmente così...

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  5. Avevo notato anch'io la solita morale pelosa del nonno saggio. Ma in Assemblea Costituente non attaccava. Poverino, non gliene fecero passare una! S'e' rifatto con gli interessi.

    Sono d'accordo: direi che oggi Luigino puo' proprio essere orgoglioso del lavoro svolto dai suoi allievi col grembiulino rosso cresciuti a pane e capitale

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  6. Un tentativo "popolare" di rivalsa; popolo vs Bilderberg e Co., attraverso la magistratura, che non tarderà ad archiviare prematuramente il faldone delle denunce...
    Comunque non c'è male, la volontà è premiata, almeno dalla solidarietà...
    http://www.liberoquotidiano.it/news/politica/13266454/giorgio-napolitano-class-action-oltre-mille-denunce.html

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  7. Ora dirò una scemenza, ma una cosa non mi torna... Una patrimoniale del 15% sulle attività liquide delle banche equivale ad un bank run in cui gli italiani corressero a prelevare tutti insieme il 15% delle loro liquidità... o no? Ma visto che, con la riserva frazionaria al 1%, un bank run al 15% causerebbe il collasso di tutte le banche, come è possibile che ciò non accada anche nel caso in cui, in una notte, le banche dovessero fare uscire dai loro bilanci il 15% della liquidità depositata dai cittadini? Che differenze c'è, PER LE BANCHE, se i cittadini rivolgliono indietro il 15% dei loro depositi tutti insieme, o se li vuole lo Stato?

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    1. Differenza enorme: i depositanti sono creditori della banca, quindi i relativi saldi una passività nel bilancio delle banche; e il prelievo (che verrebbe fatto nottetempo e sui saldi di qualche settimana prima), "taglierebbe" questa passività (eliminando la liquidità per un corrispondente ammontare).

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    2. Ho capito, grazie. Ma il bank run ci sarebbe il giorno dopo sull'85% rimasto... OK non lo farebbero fare, chiuderebbero i bancomat o metterebbero il limite del prelievo a 30 o 60 € al giorno come in Grecia... per sempre? (perchè se lo mettessero solo per N mesi, chiunque al primo giorno del N+1simo mese andrebbe a ritirare il contante... sarebbe insomma collasso morale, e per gli anni a venire... tantovale uscire dall'Euro, anche per chi crede sia una tragedia, perchè tragedia peggiore di quella da me appena immaginata non la concepisco proprio...

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