sabato 26 maggio 2018

L'IMPORTANZA DEL RESTARE UNITI. SULL'INTERESSE NAZIONALE




1. Mi limito a ribadire alcuni concetti che sono esattissimamente confermati dalla situazione attuale e che la riassumono .
Sarebbe inutile ripetere ancora analisi su dinamiche evidenti che erano già in corso di sviluppo e che avrebbero inevitabilmente condotto alla crisi in corso: 
"La vicenda Ucraina, la vicenda greca, e persino quella libica, ma soprattuto l'apparentemente inarrestabile declino italiano, dimostrano come questo apparato repressivo-impositivo, basato sullo "stato di necessità" creato in via economico-monetaria (scambi liberalizzati e moneta de-statualizzata), non portino altro che all'autosmascheramento di un disegno distruttivo delle democrazie sovrane.
Non a caso Karl Schmitt aveva evidenziato che "sovrano è colui che decide lo stato di eccezione", cioè chi può dichiarare e portare a conseguenza quella superiore necessità che impone di derogare e sovvertire l'ordine della legalità di uno Stato, corrispondente alle leggi che il suo popolo si era in precedenza democraticamente create.
L'€uropa, in questo quadro di minima ricognizione del senso della legalità costituzionale, a fronte dello spettacolo penoso dato dalla "trattativa" sulla Grecia, è dunque un nuovo tipo di TOTALITARISMO; naturalmente "internazionalista", dettato dai Paesi che, già forti, avevano imposto il contenuto dei trattati, per amplificare un'avida supremazia. Senza più democrazia".


2. La vera novità politica del momento è la trovata unità, almeno allo stato attuale delle cose, delle più rappresentative forze politiche del paese; un'unità ritrovata proprio sull'interesse nazionale.
Questo elemento nuovo, e sottovalutato dai "mercati", al punto da risultargli imprevisto per la forma che sta assumendo, altera il dispiegarsi della sceneggiatura del Truman Show
Ma la resistenza dell'ordine internazionale del mercato ad abbandonare questo stesso schema, determina un'impasse pericolosa. Per il benessere e l'indipendenza della Nazione. 
Di conseguenza, seppure spiazzato, il sistema di dominio dei mercati tenterà di arrivare comunque all'esito programmato: magari contando che questa nuova unità della maggioranza della Nazione ceda alfine sotto le pressioni esercitate in ogni modo:  
"...si potrebbe persino dire che l'apparente frammentazione partitica attuale sia un bene per il "governo dei mercati": restituisce alle masse una sceneggiatura di contendibilità delle istituzioni (democratico-elettive) su varie, apparenti, versioni dell'indirizzo politico e così allontana la presa d'atto popolare sull'abolizione delle sovranità democratiche.
La sceneggiatura di una grande reality sedativo stile "Truman show".

E dunque, aveva pienamente ragione Reichlin (qui, p.8.1.):
"I mercati governano, i tecnici gestiscono, i politici vanno in televisione".

E questa è l'€uropa: ora più che mai.


Perché il problema di fondo rimane sempre questo: "Se un "governo" sovranazionale free-trade non è strutturalmente idoneo ad autoriformarsi per via endogena - e le ragioni sono le stesse per cui i paesi non vincolati dalla bdp, cioè in surplus, non risultano praticamente mai, nella storia economica, aumentare le proprie importazioni e raggiungere il pieno impiego, cooperando spontaneamente a riequilibrare i saldi esteri e i livelli di occupazione dei paesi "vincolati"-, ne deriva una struttura della massima rigidità.

E una tale struttura può solo collassare, escludendo, geneticamente, qualsiasi elasticità delle sue regole: se infatti fosse prevista una clausola di "elasticità", la sua governance riterrebbe di perdere la "credibilità" necessaria per affermare i suoi fini naturali.

E in fondo, è ciò che ci va ripetendo, ogni volta che ne ha l'occasione, Mario Draghi.
Anzi, precisa che qualsiasi alternativa a tale rigidità istituzionale è "unrealistic".

Quindi il destino delle masse €uropee è segnato".

Una volta fissato l'autosufficiente valore della governabilità ex se, come esercizio di gestione tecnocratica conforme alla volontà dei mercati, e quindi, giunta a consunzione totale la stessa funzione originaria delle elezioni, - venuta a noia ai mercati che governano, nonché ai cittadini, che sempre più tenderanno ad astenersi per l'inutilità, prima ancora che per la difficoltà, di identificare una volontà del corpo elettorale-, si hanno drammatiche conseguenze sul piano della futura sopravvivenza dei riti elettorali
Ed infatti, con sempre più insistenza (mediatica), si sta affermando una crescente intolleranza per il voto, in quanto "di protesta" (per il peggiorare delle condizioni sociali del lavoro, essenzialmente) e come tale inefficiente. E, con prevedibile coerenza, dovrebbe avere i giorni contati (in €uropa)".

65 commenti:

  1. Suonerebbe strano, infatti, che l’azione svolta dalle forze regressive in decine di anni di teorizzazione ideologiche e prassi programmatiche eversive degli impianti democratici, poste in essere con la celebre ed efficacissima tattica della “rana bollita”, possa collassare rapidamente ed ingenuamente nel fronteggiare un ( o il?) colpo di coda del proprio nemico.

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    1. Perchè strano?

      Il risultato delle elezioni politiche ha già segnalato che la rana si trova in bilico sul bordo della pentola (e che se si riesce ad insediare il nuovo governo DEMOCRATICAMENTE ELETTO la rana scivolerà ineluttabilmente fuori della pentola).

      Con le ultime elezioni regionali poi la fine della passività italiana è stata ulteriormente certificata ed un colpo di stato (per forza di cose solo eterodiretto) potrebbe riuscire solo con l'intervento massiccio di milizie straniere (che al momento risultano anch'esse molto scarse e comunque molto lontane).

      Infatti dalla fine della leva obbligatoria la (in)consistenza numerica e la formazione delle FFAA nazionali (concepite ed armate praticamente solo per interventi 'fuori area'), che non permettono di controllare più neanche le frontiere, bastano si e no per il mantenimento del normale ordine pubblico, figuriamoci se dovessero scoppiare proteste diffuse...

      Ma l'arrivo di truppe straniere [anche se invocato da un governo (fantoccio) del presidente], scatenerebbe sicuramente una nuova guerra civile.

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    2. Vuoi dire che Essi, nella loro strategia, non hanno contemplato di ricevere qualche contrattacco? E che da questo contrattacco non riescano a trarre effetti resilienti? Non vorrei che da parte nostra ci sia una sottovalutazione del loro potenziale tattico.
      Forse ci concederanno un breve periodo di respiro, ovviamente ampiamente previsto in sede programmatica, ma poi...

      Certo che al primo accenno di lieve scivolamento del nuovo governo ci arriverrà addosso una bella ricaduta. E da li uscirne sarà davvero difficile.

      Comunque speriamo bene.

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    3. Non ci piove sul fatto che ESSI abbiano un Piano B (è alle forze della democrazia sovrana che vogliono vietare di averlo).
      Abbiamo visto che ESSI sono riluttanti a innescare "l'effetto pretoriani" e che, più realisticamente, attendono di sviluppare un'oppportuna tecnologia di droni per gestire i vari "stati di eccezione" interni (adattati a ciascuna realtà: dagli USA fino alle nostre inquiete terre...).

      Quindi, certamente, credono di avere mezzi per controllare una situazione come quella attuale: se il controllo politico-sociale è cultural-mediatico, infatti, anzitutto amplificano a dismisura la repressione cultural-mediatica (e lo stiamo constatando...).

      Se fallisse questa via, hanno ovviamente l'attitudine a manovrare su stati di eccezione agevolmente prevedibilmente"inducibili" e che possono fuorviare, travisare o deformare il senso di una possibile mobilitazione popolare.

      Non è però affatto scontato che queste misure di defaul,t del di ESSI "Piano B", siano sufficienti o adeguate all'evolversi degli eventi...

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    4. ESSI sono in questo momento in accanita lotta tra loro.

      Ancora non è chiaro se prevarrà la fazione del capitalismo non finanziarizzato o l'altra, la fronda keynesiana di guerra oppure quella più vicina allo spirito di Bretton Woods.

      Quello che è certo è che le alleanze tattiche all'interno del loro fronte mutano continuamente, seguendo le linee di frattura internazionali.

      E' di diversi giorni fa la notizia (largamente 'soppressa' dai MSM) che con una votazione UNANIME la 'US House', in concomitanza con la diffusione dell'ultimatum all'Iran, ha privato Trump del potere di muovere guerra all'Iran.

      https://www.veteranstoday.com/2018/05/25/us-house-passed-amendment-blocking-war-on-iran-story-buried/

      Ovviamente l'emendamento in questione è ancora soggetto a revisione/annullamento, ma il messaggio politico è molto chiaro, lotta senza quartiere.

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  2. "Se fino al 1861 il problema dell'equilibrio italiano costituiva una parte essenziale dell'equilibrio mediterraneo, ora l'Italia unita non solo cessa di essere semplice oggetto di storia, ma diviene, essa stessa, soggetto attivo; da terreno di battaglia diventa contendente, protagonista delle vicende politiche europee, e, in ispecie, mediterranee. Con la nascita del nuovo Stato nazionale, le Grandi Potenze mediterranee tradizionali perdevano così quello che era stato il loro principale campo di manovra per più di tre secoli e si trovavano di fianco un nuovo rivale" (Federico Chabod, 1940)

    Vediamo se, come spesso è accaduto nella lunga storia d'Italia, alla fine dopo la lunghissima notte si riuscirà a riveder l'alba...

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  3. Ma i grillini sono all'altezza? Già vogliono mettere all'Istruzione un personaggio a dir poco renziano.

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  4. E a quello che scrivevo ieri nei commenti al post precedente aggiungerei pure la possibilità, in caso di nuove elezioni, di un ripetersi degli stupefacenti risultati verificatisi in Grecia nelle elezioni post referendum.

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  5. Ci sarebbero una tonnellata di riflessioni da fare. Soprattutto di carattere... esistenziale.

    Riscopro, dopo anni, tutti i miei "idoli" - umani, equilibrati, piacevoli, e spesso oltremodo simpatici in privato - essere sacerdoti della più inumana delle weltanschauung.

    Tutti.

    Non se ne salva uno.

    Avrò l'autostima troppo bassa. Avrò insicurezze irrisolte. Non so. Ma mi chiedo il motivo per cui mi son scelto role model tanto inadeguati; spesso, coloro che capiscono, sono persone con cui, oltre ad interessi immediati, non condividerei mai nulla...

    Freud?

    La questione della "unità" mi... sconcerta.

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    1. Sconcertava anche Basso e Togliatti, inizialmente, ai tempi di Badoglio

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    2. Lo stesso Basso per un periodo non secondario della Resistenza- se non erro nel 1944- uscì addirittura dal CLN con il suo movimento di Unità Proletaria e il giornale "Bandiera Rossa". Fu Pertini, inviato al nord da Nenni, a farlo rientrare nella logica unitaria della lotta di Liberazione.

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  6. Qualche breve considerazione "a caldo" sui recentissimi avvenimenti, che hanno visto la rimessione, da parte di Conte, del proprio mandato a seguito del "veto" del Capo dello Stato sulla figura del prof. Savona.

    Ho trovato le argomentazioni addotte dal Presidente della Repubblica (che sino ad ora, a mio avviso, non si era comportato male, lo dico), assolutamente non convincenti. Le osservazioni su spread e mutui -chi frequenta il blog lo sa bene- sono le stesse che si trovano sugli editoriali dei giornali e hanno fondamenti tecnico-economici molto fragili. Resta pertanto il piano giuridico-politico e sotto questo aspetto, devo registrare, con profondo rammarico, che l'attuale Capo dello Stato si è collocato nell'inopportuno solco già intrapreso del predecessore, ossia quello di una figura politicamente attiva al punto -addirittura- da imporre le proprie scelte a una maggioranza parlamentare legittimamente formatasi, con ciò ponendosi in contrasto con gli artt. 89 e 90 cost., che configurano la carica del Capo dello Stato come politicamente e giuridicamente irresponsabile.
    Io sono un semplice uomo della strada e posso difettare della dovuta autorevolezza, ma se leggo i manuali di diritto costituzionale, mi accorgo di essere in buona compagnia: la dottrina prevalente, non a caso, si riferisce al potere di nomina del Capo dello Stato come "atto formalmente presidenziale e sostanzialmente governativo".
    Il "no" del Capo dello Stato quindi è debole, debole da un punto di vista economico, debole da un punto di vista giuridico (come si può sostenere che Savona non sia 'tecnicamente adatto'?), nonché grave da un punto di vista politico, perché volto a condizionare POLITICAMENTE nelle proprie scelte una maggioranza che si è legittimamente formata, che ha discusso un programma, sottoscritto dalle rispettive basi e che ha formulato una proposta per un governo. E' pertanto un veto squisitamente 'politico' (non tecnico), che certifica un cambiamento 'de facto' della forma di governo del Paese.

    Già la prassi introdotta dal predecessore era grave e costituiva, ad avviso di chi scrive, uno 'strappo' rispetto alla forma della Costituzione. L'attuale gesto è peraltro (e sempre ad opinione personale di chi scrive), "più grave", se non altro perché posteriore a un referendum costituzionale che -per contro- ha ribadito implicitamente che la forma di governo del Paese è e resta quella originariamente prevista dai costituenti!

    Conte, invece, quello che sarebbe stato il "premier debole", quello che "non ha il CV", ne esce in maniera (politicamente) dignitosissima: non ha accettato il ricatto e ha rimesso il suo mandato, come a dire "allora governa tu". Chapeau.

    Non posso non pormi problematicamente anche sull'efficacia politica di tale gesto (sotto questo aspetto, il recente "fuori onda" di D'Alema si commenta da sé): a meno che Di Maio non opti per suicidarsi politicamente, un "governo del Presidente" non avrà mai la fiducia delle Camere e per contro sarebbe difficile scioglierle senza un ulteriore e grave 'strappo', stante la presenza di una maggioranza che si era formata e che aveva legittimamente espresso un programma di governo.
    Il rimedio, inoltre, potrebbe anche essere peggiore del (erroneamente presunto) male. Se D'Alema avesse regione e Lega ed M5S prendessero l'80 per cento dei voti, la prossima legislatura potrebbe essere, paradossalmente, "bulgara", ancorché più aderente all'interesse nazionale. Si potrebbe quasi dire che la democrazia.....ci rimette comunque!

    Attendiamo ora lo sviluppo degli eventi, consapevoli che la strada per il ripristino della democrazia è lunga e che stiamo vivendo uno dei peggiori periodi della storia repubblicana.

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    1. Penso si possa dire sia il peggiore.
      Inoltre dato che Mattarella ormai ha dichiarato che "decide lui" io inizierei a pensare alla possibilità che nuove elezioni non vengano proprio più convocate. Neanche con Cottarelli sfiduciato.
      A questo punto perché no?
      L unica via d uscita che vedo è la messa in stato d accusa di Mattarella.

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    2. "L'unica via d uscita che vedo è la messa in stato d'accusa di Mattarella"

      Una considerazione ancora a caldo, sulla base delle mosse fin qui fatte e della prima reazione (fin troppo prudente) di Salvini: perché non Giorgetti? E perché, se proprio "o Savona o morte", a questo punto non andare fino in fondo?

      Non chiedere la messa in stato d'accusa del PdR significherebbe, oggettivamente, riconoscere la legittimità costituzionale del suo operato. E con questo dimostrare non solo di aver messo in conto, ma di aver verosimilmente, da un certo punto in poi, cercato la rottura, tramite la scelta di un nome che, dal punto di vista degli obiettivi sostanziali, non era poi così imprescindibile (o lo era?) rispetto all'alternativa utilmente spendibile, ma che si sapeva/riteneva il PdR avrebbe prevedibilmente e legittimamente respinto (per motivi che andrebbero ben analizzati). E con questo dimostrando di ritenere di aver commesso un errore politico non avendo a suo tempo (tre settimane fa) deciso di andare alle elezioni, quando se ne aveva avuto la concreta opportunità. E con questo, ammesso che errore sia stato, avendo messo una pezza peggiore del buco, ovvero: 1) non andando alle elezioni tre settimane prima con ottime e forse migliori prospettive, quando i 5s erano reduci dal maldestro tentativo di accordo col PD; 2) giocando sporco non solo coi 5s, ma anche col Paese, attraverso l'apertura di una fase piena di incognite anche dal punto di vista degli esiti sostanziali; 3) optando per andare, forse, un domani al governo con chi ha dimostrato di essere non meno inaffidabile (per motivi plausibilmente anche di oggettivo interesse pesonale), dal punto di vista sostanziale, dei 5s che, viceversa, rispetto al tema dirimente dei rapporti con l'Europa, erano stati ormai in buona misura egemonizzati e assimilati.

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    3. effettivamente ogni altra mossa rivelerebbe nella migliore delle ipotesi incompetenza totale della Lega.
      nella peggiore l'esistenza di un piano finalizzato esclusivamente a un aumento dei consensi.

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    4. Un'altra domanda, che si pone legittimamente Socci, è perché a suo tempo si sia rifiutato l'incarico "al buio" a un premier di centro-detsra, ossia della coalizione che aveva vinto le elezioni. Per darlo ora a Cottarelli? Forse perché si voleva 'arrivare' a questo punto?

      M5S e Lega potevano proporre Giorgetti. Tuttavia la questione, per l'appunto, è di merito politico: probabilmente proporre Giorgetti significava legittimare "l'indegnità politica" di Savona e questo i due partiti di maggioranza non hanno voluto permetterlo: è una posizione comunque legittima. Politicamente non condivisibile da alcuni ma legittima.

      La messa in stato di accusa. Sì, Mattarella ha sicuramente operato "al limite" ma è un discorso molto sfumato che dovrebbe essere ponderato per bene. Non ci sono precedenti. Sul piano politico, poi, potrebbe anche rivelarsi un 'boomerang'.

      Politicamente, vedo la coalizione di centro-destra spaccata, con Berlusconi e FI più orientati a un nuovo nazareno (e a dare intanto la fiducia a Cottarelli). Nuovo nazareno da stipulare probabilmente con un nuovo partito macroniano di Renzi (il PD, come sigla politica, è una 'bad bank' da lasciare al suo destino, a mio avviso). Dall'altra parte, potrebbe sorgere un 'polo' contrapposto fondato sul 'contratto' espresso da Lega e M5S. E' una situazione politica molto fluida, e non so nemmeno quanto un voto a settembre possa cambiarla.

      Sempre che si voti a settembre. Il gruppo M5S è politicamente coeso? Mi ripeto Io ho più di un dubbio al riguardo. Magari si spacca in due ed ecco che Cottarelli ben potrebbe diventare un premier di legislatura.....

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    5. anche se pensandoci bene, poi dopo il passaggio parlamentare deve esprimersi sempre la corte costituzionale...quindi in effetti non so come si possa arrivare a un giudizio sfavorevole su Mattarella.
      Effettivamente le armi dei partiti sembrano spuntate.

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    6. E' evidente, sotto il profilo logico e alla luce delle dinamiche attivatesi proprio con la trattativa sul "contratto", che se Lega e M5S si sono "dovuti" inoltrare insieme sul cammino fino al punto attuale, che debbano proseguire il cammino insieme.

      E il resto dell'arco politico, forte di una vittoria in questa fase transitoria, pare intenzionato a rafforzare questa prospettiva unitaria, proprio perché muovono dalla idea implicita che (agendo nella stessa logica in cui agirebbero loro stessi), che Lega e Mov., tenderanno a spaccarsi per varie dinamiche interne.

      La saldatura della loro alleanza è dunque "naturalmente" il modo più efficiente di evitare queste dinamiche ed anche il più efficace per aumentare un consenso già maggioritario nel prossimo futuro.

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    7. Alla fine dal demonizzato "populismo sovranista" al partito dell'unità nazionale il passo deve essere d'obbligo.

      Ed è dirimente, a livello di coscienza, ricordare che è l'unità nazionale a permettere la fondazione lavorista.

      Filologicamente, i nazifascisti sono coloro che propongo la liberale austerità deflazionista, che manganellano i lavoratori, e che non rispettano la sovranità altrui.

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    8. Mi permetto una piccola "nota a margine" di tipo dottrinale, tratta da "L.Elia, Appunti sulla formazione del Governo, in Giurisprudenza Costituzionale, 1957, II.

      "... Per ciò che riguarda la nomina dei ministri, il PdR ha, rispetto alle proposte del Presidente del Consiglio, gli stessi poteri che la Costituzione gli attribuisce rispetto ad altri atti di competenza governativa. Egli dovrà dunque rifiutarsi di procedere alla nomina di un ministro, nel caso, scolastico per la verità, che esso non goda dei diritti civili e politici; ma al di fuori di questa ipotesi potrà far uso soltanto di uno dei tre classici diritti che l'ordinamento britannico conferisce al Capo dello Stato: e cioè del "diritto di ammonire", illustrando al Presidente del Consiglio l'inopportunità di far entrare nel Gabinetto certe personalità... Ma se il Presidente del Consiglio insiste, è a lui che deve spettare l'ultima parola (p.1196)."

      ".... L'attività del Presidente della Repubblica in questo settore è di carattere assolutamente iniziale, non sopporta articolazioni e sviluppi di carattere programmatico o struturale: se così non fosse, verrebbero messe in pericolo allo stesso tempo l'autonomia del Governo e l'imparzialità del Presidente della Repubblica. (p.1200)"

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    9. Sì: e a conferma basta leggere le interessanti discussioni sulla ratio dell'art.92 compiute nelle sedure del 4 e 8 gennaio 1947 in sede Costituente: persino Einaudi si espresse chiaramente per il carattere di esternazione - a limitato ambito di riscontro formale di legittimità- proprio della nomina presidenziale, e, simmetricamente, per la "costitutività" della proposta del PdC incaricato (nel merito, quindi sostanzialmente vincolante).

      Ma vedi Lorenzo, ci sono decine di anni e centinaia di pagine dei più disparati, ed autorevoli manuali e monografie (Francesco Maimone aveva citato l'enciclopedia del diritto che, come dovrebbe essere noto, è in realtà un commentario di approfondimento) concordi in tal senso.

      E' chiaro che una prassi intanto può affermarsi, come fonte "consuetudinaria", integrativa del diritto costituzionale, in quanto non vi sia chiarezza sulla sostanza e ratio della norma scritta (e non è il caso); ovvero, allorché si ponga sul piano, pregiuridico, dunque non eseguibile/sanzionabile "in forma specifica", della mera etichetta istituzionale.

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  7. Occhio. Se corrono il rischio di farci rivotare è perché ritengono di poter meglio controllare gli esiti, o quantomeno di rendere esangui i programmi e le alleanze che ne conseguiranno, o di avere più tempo a disposizione per trattarne di nuove in modo più sicuro. Temo.
    Manifestamente stanno tentando di mettere all'angolo chi si oppone. Nel più brutale dei modi.

    Auguro molta testa, molta fantasia e molta tenacia a chi può condurre questa partita. Non si tratta di una contesa normale, non si sarebbe arrivati a tanto.

    Per quanto mi riguarda, io la guerra non l'ho vista, quindi è un po' una spacconata. Ma, dovendo scegliere fino in fondo, meglio l' "economia di guerra" (cit. Cesaratto, non sto pensando alle bombe) e la libertà che la fine della Grecia. Meglio resistere fino in fondo che subire per morire comunque di freddo o senza cure.
    Potremmo sempre sentirci un po' a Cuba :-P.
    Magari meglio d'estate, va'.
    (Tra un po' è il 18 di giugno.)

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  8. Siamo alla stretta finale, è stata annunciata la messa in stato d’accusa del PdR e ci sono i numeri per farlo, come mai prima nella nostra storia... il rifiuto di Savona per le sue idee annunciato con quella durezza, con quelle bugie sui tassi dei mutui quando c’era la lira (e auto razzismo annesso), sulla volontà di tutelare il risparmio...nell’euro, è stata una difesa della sovranità dei mercati così violenta e senza indugio, che ha provocato il risveglio della forza, del popolo, di ribellarsi, attraverso i suoi rappresentanti. Nelle parole a caldo dei vari Salvini, di Maio, di Battista, Meloni, di Stefano ho avvertito che inizia a emergere una presa di coscienza di sulla totale assenza di sovranità, anche di quel minimo sindacale di cui pure si sarebbero accontentati, non coscienti di quanto è stato e viene divulgato su questo blog. Questo potrebbe portare il tema sovranità popolare e della sua (in)compatibilità con l’appartenenza all’U€ a divenire oggetto di dibattito a livello di media mainstream con conseguenze feconde per il recupero della sovranità democratica nazionale. Anche perché questa situazione ben si presta a far considerare che l’UE è questa e che, non è che non sia solo possibile, ma non è nemmeno consentito provare a cambiarla in senso democratico... dal che dovrà nascerne una domanda elettorale decisa per l’uscita unilaterale e diretta dall’eurozona e dalla stessa UE, da un lato, e la curiosità (per molti) di andarsi ad approfondire o meglio studiare certe tematiche, accrescendosi cosi il livello di consapevolezza pubblica sulla situazione in cui viviamo, dall’altro.

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    1. Tra l'altro la messa in stato di accusa del 'martellatore della Costituzione' è ora un passo obbligato, perchè altrimenti, anche in caso di nuove elezioni, neanche col 100% di consensi si potrà rompere il vincolo esterno.

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    2. Si, è inutile.. va destituito. Sto leggendo che Mattarella sarebbe stato minacciato personalmente dall’estero.. ora se ne diranno tante, ma se davvero così fosse dovrebbe dimettersi lui direttamente.

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    3. Però forse un presidente in stato di accusa non potrebbe indire nuove elezioni...
      Quindi occorre riflettere.

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  9. Il mondo è degli intolleranti.

    Chi ha coscienza non può che rispondere in modo radicale.

    (Vediamo cosa è rimasto dell'istinto alla vita - non ci siamo ancora trasformati in massa in lemmings per farci sostituire da africani per il piacere di quattro vecchi rentier alienati)


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  10. L'anagramma di Mattarella è martellata.

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  11. Quello che appare davvero sconvolgente è che il rifiuto nei confronti di Savona pronunciato da Mattarella non nasce tanto dal concreto ‘pericolo’ di una scelta di uscita dall’euro (che non era del resto nel contratto di governo, e neanche nei programmi elettorali di Lega e 5stelle), ma dal rischio di nominare un ministro dell’economia che potesse ripristinare un minimo di dignità delle posizioni e degli interessi italiani in Europa: già questo per Mattarella e l’establishment sarebbe un ostacolo al destino che hanno scelto per l’Italia. La subalternanza agli interessi di altri paesi (Germania e Francia in primis) deve essere per loro totale e incondizionata, questo è il punto fondamentale, da cui discendono poi tutte le conseguenti scelte politiche su euro, debito e bilanci. Stavolta però il gioco è davvero scoperto e mai come in questo momento è emerso nella sua drammatica urgenza il tema della sovranità nazionale e popolare. La scelta di Mattarella e le sue motivazioni evidenziano infatti ciò che ai lettori di questo blog era già chiarissimo da anni, ma che per moltissimi italiani è invece un elemento di valutazione nuovo e dirompente. E accanto agli autorazzisti che continuano a invocare la troika, stanno forse e finalmente emergendo reazioni e forme di rifiuto verso questa vera e propria occupazione del nostro paese.

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  12. @Bazaar (la funzione rispondi mi è misteriosamente preclusa): sì, fenomenologicamente è così. Ma devi ovviamente esprimerlo agli interessati in una forma che siano preparati a considerare accettabile (al momento).

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  13. Buondì, chiedo, da umile ignorante quale sono: ma il PdR aveva questa possibilità di NON VOLER affidare l'incarico dopo aver intimato ai due partiti di forzare il passo ed accelerare per trovare un'intesa fino a qualche giorno fa? Il PdR da quanto dice art. Costituzione 92 nomina i Ministri su indicazione del PdC, quindi a mio avviso no. E quello che è successo è di ESTREMA gravità. Ora vorrei proprio sapere se ci sono i numeri per "impeachment". O è una strada da non percorrere?

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    1. Ciao Flavio,

      mi associo alla tua richiesta.

      Da umile ignorante (anch'io) oggi ho letto un articolo su l'antidiplomatico che riportava quello che affermano alcuni testi di diritto costituzionale, secondo i quali Mattarella avrebbe agito al di fuori dei propri poteri.

      Mi sono formato l'idea che, se così fosse, la strada della messa in stato d'accusa sarebbe un atto dovuto. A meno di non voler far passare questo precedente come una decisione legittima. In questo caso, sempre secondo me, le conseguenze sul sistema democratico sarebbero gravissime.

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    2. Guarda anche dai testi di diritto costuzionale che hanno ricevuto negli anni lifting deturpanti (Martines XIII edizione) la nomina dei ministri è atto di indirizzo politico che spetta al Presidente del Consiglio. Il presidente della repubblica (l'arbitro che per definizione non può giocare con una delle due squadre) pone in essere un atto formalmente presidenziale ma sostanzialmente governativo (la responsabilità politica di fronte al Parlamento è tutta sua). Ed infatti qualora il PdCM si incaponisca, il PDR non può far altro che firmare (Martines appunto pag. 470). E ciò è logico giacchè il PDR (a differenza del Re per il quale vigeva il principio dinastico) non è investito direttamente di sovranità. Questa risiede nel Parlamento e l'indirizzo politico viene determinato dal raccordo Governo maggioranza parlamentare. Le favole che si leggono e si ascoltano potevano valere con l'art. 65 dello Statuto Albertino (il Re nomina e revoca i suoi ministri) il quale peraltro era stato superato in via di prassi dall'introduzione della fiducia tra Governo e Camera, tanto è vero che Sonnino voleva tornare alla lettera dello Statuto proprio per abolire quella prassi vituosa che aveva limitato i poteri del Re.

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    3. L'atto compiuto da Mattarella è un precedente che, nella misura in cui non verrà sanzionato, costituirà inevitabilmente un capitale punto di non ritorno. Quindi, al di là di pulsioni, calcoli e strumentalizzazioni contingenti che suggeriscono ai protagonisti della vicenda di affondare o meno il pedale, l'opzione di messa in stato d'accusa del PdR, nella misura in cui esistono i presupposti giuridici, politici e numerici per arrivare fino in fondo, andrebbe presa in seria considerazione, per la preservazione di quel poco o tanto che resta della nostra democrazia parlamentare e del nostro Stato di diritto. E, certo, con la consapevolezza dei rischi di ulteriori lacerazioni che il perseguimento di questa strada potrebbe comportare.

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    4. Vedo che allora il mio pensiero era "giusto". Rimane il fatto che sui giornali si continua a dire "non è la prima volta". Ma qui non ci si trovava di fronte a Previti, bensì ad un illustre personaggio che, tutto si può dire, meno che fosse "Anti-Euro". E' stato creato, ad arte, il personaggio. Con tale "maschera" è stato respinto al mittente noncuranti del grave atto che si stava compiendo. Ha ragione quando afferma Mauro Gosmin qui sotto che siamo al nostro 8 settembre. Il PdR, per voleri "esterni" (perchè tutte le raccomandazioni erano carezze in confronto a quanto secondo me gli è stato recapitato direttamente), ha diviso nuovamente l'Italia. Ora ci troviamo, come nel 1943, con repubblichini, Partigiani e "Lealisti". Il suo voler unire sotto l'ombrello oppressivo dell'Europa ha invece innescato una ulteriore divisione del popolo italiano. Vedremo ora con Cottarelli e la sua patrimoniale cosa accadrà in concreto. Io sono pronto.

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    5. ...e il bello è che qui sopra era già stato previsto.

      @oika confermo, quei testi li ho studiati anch'io, da non giurista, e se una cosa era pacifica era proprio questa. Un po' come il prato verde... non parliamo poi dei riferimenti ai "mercati" o all'ingerenza delle banche, roba totalmente avulsa, fin troppo (direbbe 48), dalle menti dedite al diritto.

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    6. Non concordo, in linea di diritto ed in linea di buonsenso. L'improvvida sortita dell'altro ieri deve essere certamente sanzionata ma lo deve essere sul piano politico. E mi sembra che la notizia che nemmeno il PD voterà la fiducia del Governo Cottarelli segni inequivocabilmente un isolamento politico senza precedenti, diffcilmente rimarginabile. Comprendo l'impulsiva sete di giustizia, ma mettere su un procedimento di messa in stato di accusa è davvero controproducente: i tempi sono lunghi, gli esiti incerti e alla decisione si perverebbe quando il quadro politico si sarà definitivamente chiarificato. Allora quello che oggi a molti pare un atto di giustizia potrebbe apparire a tanti come un'inutile vendetta. In altri termini mi sembra molto ma molto più saggio evitare uno scontro ideologico che non avrebbe altro effetto che rinsaldare l'avverso schieramento, oggi impegnato a smarcarsi da un errore politico che condanna l'errante all'irrilevanza nelle prossime mosse.

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    7. Il PdR, a mio avviso, ha sicuramente operato "al limite" delle sue prerogative, facendo dubitare del suo ruolo di garanzia ed aprendo una grave crisi politica. Fondamentalmente ritengo abbia dato un giudizio politico preventivo sulla figura di un ministro e del programma di un governo (ben poteva, e molto più legittimamente, esercitare un controllo a posteriori sulla base del 'vigente' art. 81 cost., eventualmente rinviando alle camere alcuni provvedimenti), e questa non penso sia una 'prerogativa' che gli possa essere riconosciuta pacificamente. Mi sento molto vicino alle posizioni manifestate, sul punto, da Onida.

      Mi pongo per contro assai problematicamente sulla messa in stato di accusa, sia per i fondamenti giuridici che per l'inopportunità politica.
      C'è un grave strappo istituzionale: come il PdR ha legittimamente ritenuto di non accettare un ministro, con alta probablilità il Parlamento riterrà legittimo non farsi imporre un governo. E se così sarà, sarà già quello un messaggio forte, anche tenuto conto del clima da 'fate presto' (spread e minacce di declassamento delle agenzie di rating), che già si comincia a coagulare.
      E' un momento assai delicato, non è mettendo in stato di accusa il PdR che se ne esce. Concordo con la tesi della 'inutile vendetta'.

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    8. Concordo con il commento qui sopra di Lorenzo. La maggioranza uscita dal concerto delle due forze politiche Lega e M5S ha fatto TUTTO, credo, il possibile per arrivare, all'interno delle regole democratiche, a formare il cosiddetto "governo del cambiamento". E' da registrare agli atti che il M5S si è dimostrato forza, aldilà di qualche impasse strategico, leale. Idem la Lega. Si sono presentati con un contratto discusso, vista la loro "forza" nel paese contandone gli elettori, ed accettato al PdR, che di contro ha "obbligato" alle dimissioni l'incaricato PdC, Avv. Conte. La "coalizione" strategicamente ha fatto un lavoro encomiabile e, a parer mio, strategicamente irreprensibile. Ha ceduto su tutto, in merito a nomi e cariche, fuorchè su un nome ed una carica. La sola che la poteva contraddistinguere da uno scialbo precedente governicchio. Giustamente ha tenuto barra dritta, giustamente si è fatta da parte nel momento in cui è stato pronunciato il fatidico "niet". A poco varrebbe ora una messa in stato d'accusa. Ciò rinforzerebbe le fila PD etc. Meglio "lassà passà a'nuttata" ed attendere gli eventi.

      Il mio timore è tuttavia che il nascente governo Cottarelli, a lungo andare, non preda voti da possibili "transfughi". E' ora che si gioca la partita più dura secondo me. Bisognerà che m5s e Lega serrino le fila. Secondo me Pd e FI voteranno la fiducia (sper di no). Se così dovesse essere non dovranno esserci transfughi nei mesi a venire. Pena l'averla data vinta a Mattarella e all'UE (il cui gioco era proprio questo, bypassare la volontà dei cittadini espressa col voto). Vedremo.

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    9. Al momento, nonostante l'atmosfera stia nettamente virando verso climi da 'fate presto', non vedo margini di fiducia per il governo Cottarelli.
      M5S e Lega basterebbero da soli ad impedirlo, FI e Fdi hanno pure preannunciato il voto contrario e perfino in casa PD si parla di astensione.
      Confinato nell'ordinaria amministrazione, Cottarelli potrebbe fare, a mio avviso, ben poco. Sì, è vero, c'è la decretazione di urgenza, ma i decreti-legge sempre per un Parlamento ostile dovrebbero passare, per essere profondamente emendati oppure semplicemente lasciati decadere.

      Quello che è da verificare è se, dopo un'estate condita allo spread e magari con qualche declassamento di rating, maturino le condizioni per rimandare Cottarelli innanzi alle Camere (non sarei sorpreso se in questo alcuni sperassero). Secondo me la cosa resta comunque difficile: dovrebbe crearsi una coalizione di cosiddetti 'responsabili' probabilmente fatta di PD, LeU, FI e buona parte (forse anche più della metà? bisognerebbe fare i conti), del Gruppo M5S (che si spaccherebbe) per avere uno straccio di maggioranza. E poi... poi sarebbe comunque uno stillicidio. Senza contare che la politica del 'fate presto' ha funzionato nel 2011 in un contesto ben diverso.....

      Fermo restando che tutto può succedere, all'80 per cento io vedo il voto a settembre.

      Una nota a margine sul 'fate presto': se lo spread sale, non credo sia solo una questione di credibilità. Evidentemente, dopo 6 anni di politiche economiche riformatrici, i fondamentali restano pessimi. Se così non fosse stato, nessuno avrebbe da temere. O sbaglio?

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    10. Da non giurista non potrei esprimermi in merito; provo tuttavia a farlo da cittadina. Se tutte le fonti giuridiche sembrassero concordemente testimoniare che non esiste un appiglio cui richiamarsi per quanto è stato fatto, la scelta di modulare le reazioni su mere considerazioni di calcolo politico di breve termine, o di nascondere la verità di un profondissimo conflitto per malinteso senso di responsabilità, potrebbe non essere la migliore mossa.

      Se si fosse infatti alle prese con uno dei modi in cui sta comunque venendo imposta per vie di fatto una riforma costituzionale rifiutata per via referendaria prima e elettorale poi, riforma per di più al servizio di interessi prevalentemente esterni alla comunità che deve accettarla, nonché contraria a tutto il suo impianto giuridico di regolazione del mercato da parte dello stato e non viceversa, la mossa dovrebbe essere piuttosto quella di portare il più possibile il discorso sulla vera posta in gioco, cioè la Costituzione, giacché sarebbe l'intero quadro del nostro patto sociale - nonché il più forte dei mezzi di resistenza - a essere in procinto di venire irrimediabilmente alterato a lungo termine, anche per sempre. Insieme alle nostre coscienze.

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    11. @Flavio: ma è evidente che lo scopo principale di questa manfrina è quello di prendere tempo per fare i conti, in tutti i sensi, per una nuova maggioranza numericamente salda. Era lampante almeno da quando Berlusconi se ne andò via in auto all'uscita dal Quirinale già venerdì.

      La domanda è quanto Cottarelli rifarà Tsipras, ottenendo magari del deficit grecohayekiano in cambio del dissanguamento e dell'espropriazione di ogni residua risorsa economica pubblica e privata dell'Italia.
      Savona e il suo gruppo, con l'aiuto di Salvini - cosa mi tocca scrivere! - in un altro ministero chiave, avrebbero saputo rispondere ai Quisling oltremontani anche nell'emergenza puramente speculativa della BCE (altro che imercati!), a Cottarelli non potrebbe passare nemmeno per la testa.

      Inoltre, dal fondo della mia ignoranza, ho letto che quest'anno l'Italia avrebbe più o meno già piazzato il proprio debito pubblico, ciò che, se è vero, avrebbe potuto consentire dei margini di manovra. L'anno prossimo, ammesso che il risultato elettorale lo permetta e ammesso che le posizioni di Lega e 5S rimanessero effettivamente salde (e purtroppo non sono ottimista né per l'una né per l'altra cosa) si andrebbe incontro a tutta la tempesta, in pieno.

      Ma varrebbe comunque la pena. Più ESSI si espongono e più ce ne convincono...

      Spero di non aver scritto troppe lievi imprecisioni :-/ - ma poi, fosse quello il problema, adesso.

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    12. Sono riuscito a leggere quanto afferma Onida e, devo dire, è tutto molto chiaro.

      Secondo me non sbagli. I fondamentali stanno peggiorando. Perchè? Perchè i mercati prezzano che non ci sarà affatto fiducia al governo Cottarelli, prezzano quindi il rischio dell'aumento IVA etc. che causerà, questo si, una recessione vasta ed una ulteriore mancanza di respiro all'asfittica domanda interna. Da sommare inoltre alla patrimoniale in arrivo con il CarCarlo quale PdC (Tabellini all'Economia docet). Come dice giustamente Onida "si dà ai creditori dello Stato un potere immenso, che va al di là delle obbligazioni di un debitore. Un debitore non può diventare così politicamente asservito da accettare ingerenza sulla maggioranza.". Certo è che Mattarella non ha (voluto) capito che mentre la Germania è creditore, noi appunto siamo debitori. E la nostra linea di sopravvivenza è molto diversa dai tedeschi. "I mercati" in ogni caso non sono stupidi. Sanno che con le misure in arrivo l'economia italica non potrà che avvitarsi. E prezzano questo quindi, indi lo "spread" in aumento. Che poi, secondo me, gratta gratta, grazie a ricerche approfondite si potrebbe capire chi e come sta vendendo (oltre al fatto che la BCE ha già ridotto acquisti in questi ultimi tempi). Siamo comunque di nuovo al fateprestismo, 3.0.

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  14. Quindi Cottarelli è la soluzione Citigroup pronta da ben prima delle elezioni. Mattarella ha detto in mondovisione che il Governo lo decidono iMercati e non gli italiani: il verminaio andava scoperchiato cosicchè gli italiani potessero tornare al voto, che sarà un nuovo referendum sull’EU e la Costituzione, con maggiore consapevolezza stavolta, e garantire una maggioranza non più strutturalmente debole, e fin qui ci siamo. Cottarelli non avrà la fiducia, almeno non subito, se Mattarella si ostina - e lo farà, visto che ormai si è completamente screditato, quali sono le strade percorribili per le “forze democratiche”? (A questo punto anche la vicenda Traini, che puzzava di false flag lontano un miglio, prende i connotati inquietanti di una prova generale)

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  15. Concordo con quanto detto da Fabrizio Laria, la non messa in stato d'accusa del PDR creerebbe un precedente non tollerabile in una Democrazia.
    In sostanza dicendola in modo elementare il rifiuto di del PDR di nominare Savona Ministro dell'economia modifica il secondo comma dell'Art 1 della Costituzione in: La Sovranità appartiene al Presidente della Repubblica che la esercita nell'esclusivo interesse dei mercati e dell'unione europea e più segnatamente di Francia e Germania.
    In sostanza con i suoi atti il PDR ha sancito non solo la fine della Democrazia, ma anche la fine della Repubblica Italiana, probabilmente stiamo vivendo il nostro otto settembre.

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  16. Il PDR non ha nominato il dr Savona per paura della reazione dei mercati, i quali da ieri mattina grazie alle sue scelte hanno perso oltre il 5%. Ogni commento sarebbe superfluo.

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    1. Penso che a queste bufale ormai ci credano sempre meno persone... anche da quello che sento per strada vedo che è così. Lo spread dipende solo e unicamente da Draghi che acquista titoli e smette di farlo a suo totale piacimento per ragioni politiche... lega e m5s per candidare Paolo Savona hanno evidentemente capito che costui, innanzitutto per la sua autorevolezza accademica, è un personaggio scomodissimo a livello internazionale per certe élites di cui Draghi è parte, con il quale peraltro negli anni 90’ ci fu uno scontro personale in merito alle privatizzazioni selvagge a cui Savona era contrario, da quello che leggo. Anche lo stile con cui si è mosso in questi giorni nel non rilasciare dichiarazioni “strumentalizzabili” ai giornalisti, soprattutto il 27 sera, a caldo, nel momento in cui aveva subito uno dei suoi più grandi dispiaceri (immagino) dal punto di vista lavorativo, dimostrano la statura del personaggio, che certamente avrebbe potuto far sentire la sua voce ai tavoli europei. Ovviamente l’Europa conscia dell’esistenza del piano B e della volontà italiana di non rinunciarvi nel caso avesse detto no alle richieste di Savona, non ha potuto che far pervenire l’ordine di bloccarlo a tutti i costi.. perché è chiaro che il rischio che qualcosa si rompesse davvero era davvero elevato. Questo però ha finito per autosmascherare questo sistema... quindi credo che ne vedremo delle belle nei prossimi tempi.. da un punto di vista globale penso che si possa affermare che l’Italia è il paese, l’unico paese, dove si sta davvero combattendo la guerra per la democrazia.

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    2. Bce: acquisti titoli in ambito Qe scesi a 3,831 mld in ultima settimana dai 5,309 miliardi della settimana precedente. Detto poco. Detto tutto. E' già ripartita la giostra del Fateprestismo. Chi non la conosce ci salirà di corsa. Chi c'è già stato, passerà avanti come nulla fosse. Stiamo arrivando alla fine del QE perchè la scarsità di titoli tedeschi e olandesi in circolazione è oramai palese. Non so se avete lett l'editoriale dell'Annunziata sul "giornale" dove è direttrice, ma a leggerlo fa venire, a dir poco il vomito. Spero gli italiani stiano capendo che è tutta una farsa. E ne traggano le dovute conclusioni: ho votato, ho vinto, ma non governo. Se non è "golpe" bianco questo, poco ci manca.

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  17. Riflessioni a margine...

    Se fossi nei panni del Prof. Savona consulterei subito dei legali per valutare e, nel caso, iniziare, la causa contro il Sig. Sergio Mattarella per aver attentato ai suoi diritti costituzionali (politici) avendo il medesimo Sig. Sergio interdetto arbitrariamente e senza giusta causa il Prof. Savona dai pubblici uffici.

    Il fatto che l'interdizione sia stata resa pubblica nei modi che abbiamo visto credo giustifichi anche una causa per danni.

    La causa immagino possa essere scalata anche in sede di Corte europea dei diritti dell'uomo.

    Chiudo osservando che, se scatterà la clausola di salvaguardia (aumento dell'IVA), l'aver impedito personalmente e volontariamente l'insediamento di un governo politico comporta automaticamente anche il sospetto di 'mala gestio'.

    Oggi sembra impossibile che per una cosa del genere si possa essere perseguiti e finire in carcere, ma anche Erich Honecker non immaginava alla vigilia dell'annessione della Germania est a quella dell'ovest di fare la fine che ha fatto...

    https://en.wikipedia.org/wiki/Erich_Honecker

    Peraltro non fu il solo ad essere epurato dallo stato successore della Germania del 1939 (cioè la 'Germania Ovest', oggi 'Germania' e basta) per delle condanne politiche inflitte 60 anni prima dal regime ai militanti di sinistra oppositori del nazismo...

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    1. Capisco gli sfoghi piazzaloeristi ma, scusate se mi ripeto, così si dà un collante al PUDE, proprio quando esso è disunito ed incerto sulle mosse da fare. Sono storditi, probabilmente perchè non si aspettavano che dalla Germania fossero tanto tedeschi (o più esplicitamente ottusi). Pensavano che il governo si sarebbe prima impantanato e poi frantumato di fronte ai nein tedeschi. Oggi si trovano a dover affrontare una campagna elettorale inequivoca con l'impossibilità di gridare nelle piazze il loro antifascismo da parata, tanto utile al capitale. Le reazioni a caldo di Potere al Popolo, di Cremaschi, di Fassina, tutte a prendere le distanze dalla scelta del Presidente, dimostrano che sarà difficile, restando così il quadro, sostenere altreEurope o il pericolo rossobruno. La base elettorale potrebbe dunque allargarsi. La mossa più sensata è chiedere elezioni subito. Sarà poi il corpo elettorale a certificare ancor di più la distanza dal Pude.

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    2. Mi dispiace se ho dato questa impressione, ma non sono un 'piazzaleloretista' (le cause servono infatti a far valere le proprie ragioni nelle sedi giuridicamente competenti, che non sono le piazze).

      Quando sono stato improvvisamente licenziato (grazie Fornero...) per supposti 'motivi economici' ho faticato a trovare un giuslavorista che accettasse di difendere le mie ragioni.

      Dicevano tutti che era una 'causa persa' in partenza.

      Eppure alla fine, a pochi giorni dalla scadenza dei termini di ricorso, sono riuscito a convincere un noto studio romano che una certa linea di attacco avrebbe fruttato ed alla fine infatti la controparte ha deciso, dopo due anni di scaramucce e dopo diverse offerte al rialzo da me rifiutate, di 'sollecitare' un accordo stragiudiziale alla vigilia della prima udienza innanzi al giudice grazie al quale mi sono garantito una rendita fino a quando avrò maturato i requisiti per la pensione.

      Quindi la mia soddisfazione, oltre che morale, è stata di natura squisitamente materiale.

      Non c'è infatti soddisfazione maggiore di costringere chi pensa di essere 'stocazzoincarrozza' di dover pagare un prezzo molto di più alto di quello preventivato.

      Ma per vincere bisogna tirare fuori le palle e rischiare anche l'insuccesso.

      Il Prof. Savona poi non credo abbia nulla da perdere e credo che le eventuali spese legali che rimarrebbero a suo carico in caso di insuccesso se le possa ampiamente permettere.

      Come poi una serie ben concertata di azioni legali di responsabilità (e per eventuali richieste di danni) possa fungere da collante al PUDE io non lo capisco.

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    3. Io avevo capito benissimo e secondo me farebbe bene, tanto mica fa "l'impeachment". Mi rallegro inoltre che la tua situazione sia migliorata, ben fatto!

      @oikakoinekroi: Luca parlava della sfera personale di Savona che, per dire quanto sia tutto d'un pezzo, s'è pure dimesso dal fondo Euklid (dovrebbe aggiungere questo come danno da lucro cessante con MAttarella). Invece sullo stato d'accusa del PdR credo che anche io che a poco valga la vendetta:
      a) perchè credo arriverebbe a fine mandato
      b) perchè appunto i tempi della Consulta sono lunghi.
      Saluti.

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    4. Mi riferivo alla richiesta di messa in stato di accusa. Per le cause astrattamente intentabili da Savona mi pare di ricordare che si scontrerebbero con l'irresponsabilità sancita dall'art. 90 per gli atti compiuti nell'esercizio delle funzioni (lo so che ha strabordato ma la vedo dura, anche alla luce del singolare odierno appello dei costituzionalisti fiorentini, farlo accertare in un Tribunale civile. Mi sembra peraltro che anche senza causa risarcitoria il Prof Savona abbia riportato una indubbia netta vittoria (politica e storica).

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    5. Ripeto: l'atto compiuto da Mattarella è un precedente che, nella misura in cui non verrà sanzionato, costituirà inevitabilmente un capitale punto di non ritorno. Previti, Maroni, Gratteri, Del Rio: pseudo-precedenti che impallidiscono rispetto a questo, con motivazioni e in contesti affatto diversi (a parte e in parte Del Rio), e soprattutto mai arrivati alla contrapposizione "consolidata" tra PdR e PdC. Eppure invocati a pieno fragor di voce, e, per quelle che sono molte delle reazioni che vedo in giro, tutt'altro che senza effetto persuasivo.

      Il giochetto è strutturalmente sempre lo stesso: inoculazione, assimilazione, spostamento del punto di equilibrio, nuova inoculazione a dosaggio superiore. La storia del processo di "sottordinamentazione" forzosa, a colpi di precedenti fattuali e giurisprudenziali, del diritto costituzionale nazionale a quello comunitario. O se si preferisce, metodo Juncker dove, al ballon d'essai verbale, si sostituisce il fatto compiuto neordinamentale.

      Ma davvero ci vogliamo illudere (sotto sotto è così, anche per il sottoscritto) che da qui a ottobre, o a dicembre, o a febbraio, o a chissà quando, dopotuttoinfindeiconti la strada sarà in discesa? Ma siamo sicuri di riuscire veramente a immaginare quante cose possono "succedere" da qui a ottobre, o a dicembre, o a febbraio, o a chissà quando? I colpi di coda, anche se sono colpi di coda, possono tracinarsi a lungo e fare molto male.

      Il vero punto è: il potenziale colpo in canna c'è o non c'è? Ovvero: qual è la prevedibile evoluzione procedurale? C'è abbastanza tempo? C'è effettiva interferenza con l'esigenza di abbreviare il più possibile i tempi del voto? Soprattutto: ci sono potenzialmente i numeri? E sopra-soprattutto: ragionevolmente appurato il sufficiente grado di sussistenza dei precedenti presupposti, si riesce a trovare la indispensabilissima compattezza politica?

      Il PUDE sarà anche disunito e incerto sulle mosse da fare, ma di sicuro non sta e non starà a guardare. E guai a sottovalutarne, anche inavvertitamente, le risorse e la determinazione, soprattutto nel momento del tutto per tutto. Quanto all'effetto collante, vale per il PUDE, ma può valere altrettanto, se non di più, per chi riesce a fare di una battaglia ben preparata e abilmente condotta il fulcro simbolico e strategico della chiamata a raccolta.

      Si tratta di ragionarci bene su: ma escludere a priori l'opzione, dati pro e contro fin qui obiettivamente enucleati ed enucleabili, mi sembra quanto meno affrettato.

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    6. Sai, dopo la posizione espressa da Onida
      http://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/ldquo-scelta-mattarella-paolo-savona-rsquo-impropria-rdquo-174887.htm
      e la sostanziale rinuncia "mascherata" (da riflessione sui...nomi dei ministri) di Cottarelli, si parla di elezioni a breve
      https://www.huffingtonpost.it/2018/05/29/uffici-tecnici-al-lavoro-per-votare-il-29-luglio_a_23446045/?utm_hp_ref=it-homepage

      Quindi, speriamo che ci siano riflessioni meno...creative e impulsive, in caso di probabile riproporsi della medesima situazione (del genere: Savona come ministro dell'economia) da parte dei vertici istituzionali...
      Ma speriamo anche che si concretizzi una ferma chiarezza di idee nei protagonisti politici, perché rivedere un'altra sceneggiata in cui sui nomi decisivi per il destino della Nazione sparino (in aggiunta) componenti della stessa coalizione, mi pare francamente un suicidio
      http://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/ldquo-scelta-mattarella-paolo-savona-rsquo-impropria-rdquo-174887.htm

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    7. Confesso che i rumors delle ultime ore e minuti, evidenzianti un possibile slittamento dal livello politico a quello neuro-geriatrico del piano pertinente di analisi, mi prendono in contropiede. Tra i possibili errori, quelli di sopravvalutazione del proprio avversario sono sicuramente i più appaganti. Soprattutto quando dall'altra parte se ne infilano tali e tanti da rendere progressivamente ineffabile il motivo del contendere.

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  18. Mattarella ha dato agli utili idioti che deridono i "populisti" e gli "analfabeti funzionali" quello che volevano: l'abolizione del suffragio universale. Ma essi ora non avranno la Repubblica di Platone al cui vertice scioccamente sognavano già di sedere, perchè il suffragio universale è già stato sostituito non con il voto dei filosofi, ma con il caro vecchio suffragio censitario. Decide ormai lo spread, votano i mercati, votano cioè coloro che hanno abbastanza soldi da scuotere i mercati finanziari piegando al proprio volere gli Stati.

    Il 27 maggio 2018 Mattarella ha proclamato di non essere il Presidente di una Repubblica democratica fondata sul lavoro, la cui sovranità appartiene al popolo; ha piuttosto confessato di essere il semplice segretario di un comitato d'affari della borghesia finanziaria.

    Di questo, Mattarella probabilmente non risponderà mai a coloro che oggi ne chiedono la messa in stato d'accusa, ma sicuramente ne risponderà a un giudice che inesorabilmente emetterà la sua sentenza: la Storia. Quel giorno sarà un dies irae, dies magna et amara valde...

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  19. La sinistra è piena di cavalli di troika. Propongo queste agghiaccianti perle di Arturo su Marx nell'800, Mussolini nel '900... che si ripetono in questo secolo del nuovo millennio.

    « Ho già accennato prima che, dal momento dell’ingresso di Fould nel ministero, quella parte della borghesia commerciale che si era attribuita la parte del leone del potere sotto Luigi Filippo, l’aristocrazia finanziaria, era diventata bonapartista. Fould non rappresentava soltanto gli interessi di Bonaparte in Borsa; egli rappresentava anche gli interessi di Borsa presso Bonaparte. La posizione dell’aristocrazia finanziaria è descritta nel modo più evidente dal suo organo europeo, l’Economist di Londra. Nel suo numero del 1° febbraio 1851 questo giornale pubblica la seguente corrispondenza da Parigi: «Abbiamo ora potuto rilevare da tutte le parti che la Francia aspira soprattutto alla tranquillità. La cosa è stata dichiarata dal presidente nel suo messaggio all’assemblea legislativa; la tribuna dell’assemblea gli ha fatto eco; i giornali lo confermano; i preti lo proclamano dal pulpito; la cosa è provata dalla sensibilità dei titoli di Stato alla minima prospettiva di disordini, dalla loro fermezza ogni volta che il potere esecutivo ha il sopravvento».
    Nel suo numero del 29 novembre 1851 l’Economist dichiara, in nome proprio: «In tutte le Borse d'Europa il presidente è riconosciuto come sentinella dell’ordine».
    » K. Marx, Il 18 brumaio di Luigi Napoleone

    Almeno, all'epoca della convertibilità, la minaccia alla "credibilità" del credito pubblico era reale, visto che le riserve auree possono finire; con l’euro sono riusciti nel capolavoro di creare una valuta con la flessibilità di una moneta fiat e la forza disciplinante del gold standard: chapeau! (cit. Arturo)

    « Ora è accaduto per la seconda volta, nel breve volgere di un decennio, che il popolo italiano – nella sua parte migliore – ha scavalcato un ministero e si è dato un Governo al di fuori, al di sopra e contro ogni designazione del Parlamento.
    Il decennio di cui vi parlo sta fra il maggio del 1915 e l’ottobre del 1922.
    Lascio ai malinconici zelatori del supercostituzionalismo, il compito di dissertare più o meno lamentosamente su ciò. Io affermo che la rivoluzione ha i suoi diritti.
    »

    « Ho costruito un Governo di coalizione e non già con l’intento di avere una maggioranza parlamentare, della quale posso oggi fare benissimo a meno, ma per raccogliere in aiuto della nazione boccheggiante quanti, al di sopra delle sfumature dei partiti, la stessa nazione vogliono salvare. »

    « Le direttive di politica interna si riassumono in queste parole: economie, lavoro, disciplina. Il problema finanziario è fondamentale: bisogna arrivare con la maggiore celerità possibile al pareggio di bilancio statuale. Regime della lesina; utilizzazione intelligente delle spese; aiuto a tutte le forze produttive della nazione; fine di tutte le residuali bardature di guerra. »

    « Il proletariato che lavora, e della cui sorte ci preoccupiamo, ma senza colpevoli demagogiche indulgenze, non ha nulla da temere e nulla da perdere, ma certamente tutto da guadagnare da una politica finanziaria che salvi il bilancio dello Stato ed eviti quella bancarotta che si farebbe sentire in disastroso modo specialmente sulle classi più umili della popolazione. »

    Tutte queste citazioni sono prese dal celebre c.d. discorso del bivacco del neoinsediato “duce”: uno dei tanti “salvatori” che salvano solo i soliti noti.

    Mala tempora currunt (et current)

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  20. Ciao Dario per rafforzare tue considerazioni aggiungo le parole tratte dal libro del Prof. Savona, "Come un incubo e come un sogno"

    "IL DOPO FAZIO
    Il mantenimento di queste procedure legali aperte mi costò molte umiliazioni e mi impedì di concorrere alla nomina di governatore della Banca d’Italia dopo le dimissioni di Fazio. La nomina di Fazio beneficiò nel 1993 della mia chiamata a ministro dell’Industria e quella di Draghi nel 2005 dell’inchiesta aperta dalla magistratura; egli, scherzando, mi disse «Ho preso il tuo posto». Tuttora mi domando se l’incarico di ministro e l’inchiesta della magistratura non abbiano avuto la stessa matrice di bloccare la mia ascesa nel posto dove potevo vantare una qualche competenza."

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  21. Incarico a cottarelli e valore btp decennale -5% in 2 giorni, ore 14.30 spread btp bund 268 punti venerdì scorso a 190 punti da ridere...
    Chi di mercati ferisce di mercati perisce, sembrerebbe.
    Forse sarà proprio l'euro che uscirà da noi.
    Saluti.

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  22. Tempo di due giorni crollata la boutade della tutela dei risparmiatori italiani,
    Il re è nudo.
    Spread a 700 punti per governo di emergenza nazionale e rinvio elezioni.

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  23. Incredibile, ora pare che anche Cottarelli tema il titolo di 'conte di Ciampino'...

    https://www.maurizioblondet.it/presidente-si-rende-conto-di-quanto-danno-ha-fatto/

    Evidentemente è ancora troppo vivo il ricordo del più noto 'conte di Ciampino' (Licio Gelli) tra quelli nominati da Umberto II sulla scaletta dell'aereo diretto a Cascais.

    Però oggi si vive bene a Cascais, vi è anche una numerosa comunità di pensionati italiani residenti (che si godono i vantaggi fiscali del Portogallo).

    La pensione c'è, i vantaggi fiscali pure, che altro serve per andarsene?

    Per alcuni giorni mi dedicherò alla ri-lettura del classico di Kurt Vonnegut "Mattatoio n. 5". Mi sembra infatti di essere il protagonista di quel romanzo (Billy Pilgrim) il quale, incapace di impedire la cosa, passa da una dimensione spazio-temporale all'altra...

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  24. Lo scopo fondamentale dietro la creazione ed imposizione dell'euro da parte degli USA è quella di impedire alle nazioni europee di poter sfruttare anch'esse (chiaramente con i rischi connessi) i vantaggi derivanti dalla possibilità di utilizzare una moneta sovrana "fiat" che si era venuta a creare dopo il loro unilaterale ripudio degli accordi di Bretton Woods del 1971.
    Siccome comandano loro, certi privilegi li devono avere solo loro.
    EURO: Giova solo a chi non lo USA.

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  25. Siamo arrivati all'assurda ed incredibile situazione in cui, dopo millenni durante i quali la moneta era di fatto il metallo prezioso, adesso una delle nazioni con le più grandi riserve di oro, l'Italia, non può emettere una moneta sua propria.

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