sabato 23 novembre 2019

"COME DI CONSUETO, SEMPRE DI NOTTE, SEMPRE SOTTOVOCE"...DALLE CLAUSOLE IVA ALLA RIFORMA ESM: LO STATO DI ECCEZIONE COME "MALE MINORE"

"...come di consueto sempre di notte, sempre sottovoce, un modo per capire, per capirsi e forse anche per capirci, quando un giorno vista l'ora è appena finito e un nuovo giorno è appena iniziato. Un giorno per amare, per sognare, per vivere. Buonanotte."
 1.Patuelli sottovoce, almeno su questa riforma dell'ESM non ci sta:
“Io non so nulla”, ribadisce parlando con i cronisti a Bruxelles, e cita l’Huffington Post per la seconda volta. “Le cose che ho letto di più sono sull’Huffington post”. E di fronte alle insistenze dei cronisti sul fatto che non è possibile che il presidente dell’Abi non sia stato informato, Patuelli sbotta: “I problemi poi diventano tutti nostri e già ne abbiamo abbastanza. Questo è un problema delle istituzioni della Repubblica e noi facciamo parte della Repubblica. Semmai dovreste chiedere agli esponenti del governo perché non ci hanno consultatiA questo punto quindi Patuelli paventa il rischio che le banche non comprino più i titoli di Stato italiani. “Non li compreremo più, non abbiamo un vincolo di portafoglio di comprare ‘x’. Come investitore il mio problema è vedere che fa la Repubblica italiana per tutelare il debito pubblico italiano, visto che la maggior parte è sottoscritta da soggetti nazionali...”.
2. Dunque:


Ma Moscowici non tiene conto di nulla e "vende" il grande progresso esattamente con lo stesso meccanismo (del venditore di assicurazioni contro le gelate nel Sahara) utilizzato per "narrarci" che la neutralizzazione delle clausole IVA è uno sgravio tributario:
Non serve a granché la presenza di Pierre Moscovici oggi a Roma. Anzi. Il commissario europeo uscente agli Affari economici incontra sia Conte che Gualtieri mentre il vertice di maggioranza prosegue: si rivela più lungo del previsto. Con loro Moscovici parla del Mes, cerca di perorare la causa ma gli tocca farlo con i due più convinti del sì italiano accordato lo scorso giugno. “La riforma è un passo avanti, non significa mettere sotto tutela l’Italia”, dirà dopo il francese in conferenza stampa. “Abbiamo evitato derive che avrebbero potuto essere nocive, che altri paesi avrebbero voluto introdurre, in particolare meccanismi automatici”, sulla ristrutturazione del debito.
Come avevamo già visto che aveva precisato De Grauwe:
"Second, the ECB has attached as a condition to the use of the OMT-program that the countries concerned apply to the ESM which may then subject these countries to additional austerity programs
This creates the problem that countries are pushed further into a recession as a condition to obtain relief from the ECBIt is difficult to understand the economic logic of such an approach. It is in my view the result of a moralistic approach to the problem that is very popular in the North of Europe and that wishes countries applying for support to be punished first for their sins. 
There is an additional danger to this second conditionThe ESM will be at the centre of the procedure for triggering the ECB’s liquidity provision in the context of the OMT program. The decisions of the ESM, however, will de facto be subject to a veto power of Germany and other countries".

2.1. Però, come poi vedremo nell'analizzare la strategia di "obiettivi reali" cui si prestano i nostri solerti filo-riforma ESM, i franco-tedeschi, per voce di Scholz, rimangono pure loro tutt'altro che sottovoce. Anzi, insistono nel gridare a gran voce:
Vi riporto per miglior visibilità l'interezza delle "grida" scholziane ("in questo dò ragione a Macron"):

Immagine

3. E dunque, anche  Visco pare (fino a ieri, poi vedremo...) ben conscio del fatto che...

...tutto il peso del riequilibrio interno all’EZ ricade sul finanziamento dell’ESM, che si profila anticipatamente come: a) meramente teorico in via di intervento ordinario, in condizioni fisiologiche; b) acutamente pro-ciclico, in caso di intervento residuale e concretamente applicabile, determinando una punizione “estrema” del paese che non reggerà la duplice condizione del pareggio di bilancio e di una crescita priva di squilibri macroeconomici
...
questo scenario di imminente riforma rende perciò, va sottolineatoquasi obbligato, per l’Italia, un intervento precauzionale di imposizione patrimoniale sul risparmio privato nei depositi bancari, - ovvero un insieme di misure tributarie equivalenti (quanto a gettito)- nonché una ulteriore accelerazione nel progressivo smantellamento del sistema pensionistico e sanitario pubblico, che, ai fini del pareggio strutturale di bilancio, risultano infatti i maggiori aggregati della spesa pubblica (e la cui “incomprimibilità” politica viene considerata il principale ostacolo ad una virtuosa appartenenza all’eurozona). Ma anche questa serie di politiche “precauzionali”, accelerate dalla minaccia…del salvataggio ESM (!), risultano fortemente recessive, se non esiziali per la nostra economia e per il minimo di coesione sociale che caratterizza un paese democratico.

4. Dunque è molto difficile che la riforma ESM possa entrare in vigore così, sottovoce, senza resistenze. Grandi interessi paiono opporsi a ciò. E l'interesse vero è quello di NON provocare un'ecatombe immediata e, soprattutto, NON selettiva.


5. L'interesse vero è più sottile, più diluibile: Cottarelli, ci tiene a sottolineare come l'introduzione del meccanismo, beh...sì, rischia l'innesco di un disastro artificialmente indotto dalla pendenza del meccanismo stesso:
"Ma perché l' Italia dovrebbe opporsi a tali segnali di cambiamento? Il motivo principale è che riforme che suggeriscano ai mercati finanziari che la probabilità di una ristrutturazione del debito è aumentata possono causare una crisi o almeno accelerarla. Pensiamo a una situazione in cui il nostro spread inizi a crescere.


Se gli investitori sanno che il fondo salva stati, quello che può intervenire in caso di problemi, richiederà probabilmente la ristrutturazione del nostro debito come condizione per un prestito, come pensate che si comportino? 
Smetterebbero di comprare titoli di stato al primo segnale di tensione: un momento di difficoltà che potrebbe essere superato, potrebbe trasformarsi in una crisi profonda, che porterebbe effettivamente alla necessità di ricorrere il Mes e alla ristrutturazione del debito".

E chi l'avrebbe mai pensato?


Poi però, nel finale, Cottarelli ci "rassicura", in un modo tutto suo; ci decanta i vantaggi dell'austerità e dell'abbattimento autonomo (autotrojka), del debito pubblico per via fiscale: cioè di avanzi primari che, si sa, fanno pure crescere il PIL. Tranquillamente, così, sottovoce, un modo per capire e per capirsi:

"Quindi non un' alternativa all'austerità, ma una forma di austerità (la patrimoniale di cui oggi tanti parlano). Quindi l' Italia fa bene a opporsi a questi aspetti della riforma del Mes.
Il Mes è però un' istituzione essenziale perché è necessario avere un meccanismo europeo di sostegno ai paesi in crisi. In realtà l' ondata di critiche al Mes è venuta proprio da chi critica non tanto la riforma in questione ma l' esistenza stessa di una istituzione, il Mes, che interverrebbe sì in sostegno dei paesi, ma in cambio di condizioni. Si vorrebbe un intervento senza condizioni, un regalo dall' Europa a chi non ha tenuto i conti in ordine. Questo, francamente, mi sembra irrealistico.
giuseppe conte roberto gualtieri 8GIUSEPPE CONTE ROBERTO GUALTIERI 8

Un' ultima annotazione: non dimentichiamoci il problema fondamentale. La questione del Mes suscita tanta eccitazione nell' opinione pubblica italiana perché il nostro debito pubblico è troppo alto e va ridotto. Chi ha i denti sani non si preoccupa delle modalità con cui interviene il dentista. Noi i denti sani non li abbiamo".




6. Ed infatti, a me pare, che il tutto prenderà una direzione analoga a quella che ha preso le mosse dalla "trovata" delle clausole di salvaguardia. 

Come già per le clausole IVA, nel caso del riformando ESM (o forse no, o forse sì...i mercati, si sa, è meglio rassicurarli...ma la ristrutturazione no: le banche saltano e, per primissima cosa, si azzerano le azioni!), ogni volta che si vorrà approssimare un'approvazione formale "definitiva", pronta per la ratifica, nel corso dei prossimi mesi e (forse) anni-, avremo una minaccia di pericolo certo e incombente che si può scongiurare, salvando l'Italia, tassando in misura aggiuntiva, ma minore di quanto paventato dalle dosi aggiuntive di shock economy euro-green-istituzionale. Cioè Milton Friedman al suo "meglio" con un'aggiunta di mega illusione finanziaria, nella sua più pura espressione, triangolata con lo spauracchio sovranazionale.

7. Si ottiene così quel che si vuole veramente, e fin dall'inizio: scaglionando, e sopendo e troncando, l'onere nella sua forma più brutale, ma riproponendolo, in modo da poter imporre un'agenda di tagli & tasse aggiuntivi, sorretta, nel caso delle clausole dalle ferree scadenze della "manovra di stabilità" annuale.
Anche perché i "solidali" partner tedeschi, con il welcome di Centeno, rilanciano: in un crescendo di minacce di €uro-shock economy che dovrebbe chiudere definitivamente la "campagna d'Italia" (con una resa incondizionata ma, a sentire alcuni, anche festosa):

Risultati immagini per Milton Friedman shock economy

8. Ed invece, nel caso dell'ESM (per il cui effetto deflagrazione basterebbe la parola, ovverosia, l'approvazione come trattato "sottoscritto" ancorché non ratificato), la salvazione mediante le opere (che poi è "espiazione"), cioè attivando la garanzia  apprestabile direttamente dallo Stato-membro modello dell'eurozona, lasciato solo a traslare il rischio bancario (creato dall'Unione bancaria!) sui cittadini, cioè sui risparmiatori e sui contribuenti.
E la salvazione-espiazione, dovendosi prescegliere il "male minore", prenderà la forma di un'accelerazione di tagli & tasse "spettacolare"; un fate presto! che, altrimenti, non sarebbe stato consentito.
Se non creando, dentro allo stato di eccezione permanente, un pericolo così eccezionale da far risultare minore una mattanza altrimenti inaccettabile.

E poi, appunto: Buonanotte
Così sottovoce, per capire e per capirsi...

7 commenti:

  1. Tutto vero ma..., pur riconoscendo il vostro merito di essere stati gli unici ad aver messo a fuoco per tempo il tema mi chiedo se, conoscendo la posta in gioco, non era meglio gestire questa delicatissima partita con la Lega al governo piuttosto che gridare al lupo al lupo da spettatori di opposizione. Da un lato capisco e condivido che la mancanza di trasparenza nella gestione di questi temi sui tavoli Europei sia stata il (principale?) detonatore del governo giallo verde, però questo argomento lo avete usato solo a deflagrazione avvenuta. Era più trasparente anche nei confronti degli italiani far uscire allo scoperto subito i grillini su questo tema invece di prestare il fianco all'opinione pubblica con tutte le altre chiavi di lettura che il mainstream ha poi proposto sulla crisi balneare (dalla lega che cavalca i sondaggi e vuole giocare l'asso pigliatutto a nuove elezioni, alla lega che si sfila all'ultimo momento utile per evitare di mette la faccia su una necessaria finanziaria lacrimene sangue ecc ecc). Ho l'impressione che anche in questa occasione finiremo come al solito a fare la volontà dell'Europa. E francamente il tutto è abbastanza deprimente visto il quadro di perfetta conoscenza delle questioni in gioco da cui la Lega partiva e del ruolo di governo che aveva. Mi sembra un po' poco arrivare a (nuova ed ennesima) frittata quasi fatta a chiedere conto di come è stato deciso il menù quando anche la Lega era in cucina o comunque in sala e sapeva (prima è meglio degli altri!) che si stava spadellando un nuovo cetriolone da aggiungere alla nostra salutare dieta mediterranea. O sbaglio?

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    1. 1) ho appositamente sospeso il blog durante il periodo in cui sono stato come mero sottosegretario al governo, - COME TECNICO, e non come rappresentante di un partito -, per non dover continuamente rispondere a commenti come questo;
      2) "avete" quindi è una coniugazione del verbo del tutto inappropriata: non ho, per definizione, partecipato mai a un consiglio dei ministri nè ho mai preso decisioni politiche "partitiche";
      3) comunque, dato il punto 1) NON E' questa la sede (ammesso e non concesso che possa essere il destinatario per questo tipo di opinioni personali e supposizioni)

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    2. La ringrazio per la risposta e innanzitutto mi scuso, oltre che per i refusi da digitazione impulsiva via iPhone, anche per aver impropriamente accostato/sovrapposto la fondamentalissima analisi tecnica svolta qui (di cui sono profondamente grato a Lei a ai suoi collaboratori), il Suo ruolo tecnico come sottosegretario al Governo e il ruolo politico dell'ex azionista di maggioranza del Governo Gialloverde. Il punto è che come cittadino italiano "mi rode" profondamente il fatto che stiamo assistendo impotenti, inefficaci e pasticcioni ad una nuova puntata di demolizione ordoliberista di quel residuo di sovranità nazionale che ancora (forse) ci è rimasto. E tutto questo, appunto, nonostante fino a poco tempo fa ci fosse al governo l'unica (o quasi unica) forza politica che - almeno in apparenza e da parte dei suoi esponenti più illuminati - sembrava di aver correttamente "precompreso" in tutta la loro gravità, i veri effetti e le vere cause della "questione Italiana". Peccato che ora quella forza politica sia all'opposizione e che il pallino sia tornato nelle mani delle peggiori forze reazionarie del Paese che certamente riusciranno purtroppo anche questa volta a gestire la partita nel più assoluto disprezzo per l'interesse nazionale, senza che PIU' NESSUNO in Italia possa CONCRETAMENTE fermare questa deriva. Grazie e buona domenica.

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  2. Il Presidente della Repubblica spinge pubblicamente per la ratifica del MES.
    Il Presidente del Consiglio, emanazione diretta del PdR, ha già accettato il MES.
    I ministri tutti sono per la ratifica del MES.
    Più di metà del partito di maggioranza relativa si è convertito al MES.
    La Corte Costituzionale sostiene da sempre Commissione e PdR.
    In Parlamento non c'è (ancora?) la maggioranza per bloccare il MES.
    Sottovoce direi che...
    Salvo sorprese.
    Siamo ridotti a sperare nelle sorprese.

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    1. Hanno demolito il concetto di interesse nazionale e orgoglio nazionale.
      La realtà è che pensiamo talmente male di noi da credere di meritare tutto questo.

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  3. A me vengono in mente un paio di citazioni.

    La prima è di Agamben (Stato di eccezione, Bollati Boringhieri, Torino, 2003, s.p.): “In più occasioni e, in particolare nell’ottobre 1923, il governo fece ricorso all’art. 48 per fronteggiare la caduta del marco, confermando la tendenza moderna a far coincidere emergenza politico-militare e crisi economica.
    E' noto come gli ultimi anni della Repubblica di Weimar si siano svolti interamente in regime di stato di eccezione; meno ovvia è la costatazione che Hitler non avrebbe probabilmente potuto prendere il potere, se il paese non si fosse trovato da quasi tre anni in regime di dittatura presidenziale e il parlamento fosse stato in funzione. Nel luglio 1930, il governo Brüning fu messo in minoranza. Invece di rassegnare le dimissioni, Brüning ottenne dal presidente Hindenburg il ricorso all’art. 48 e lo scioglimento del Reichstag. Da quel momento, la Germania cessò di fatto di essere una repubblica parlamentare. Il parlamento si riunì soltanto sette volte per non più di dodici settimane in tutto, mentre una coalizione fluttuante di socialdemocratici e centristi stava a guardare un governo che dipendeva ormai soltanto dal presidente del Reich.


    Ma grazie al cielo che oggi c’è Leuropa a difendendere la democrazia!

    Così prosegue: “Non appena Hitler prese il potere (o, come si dovrebbe forse dire più esattamente, non appena il potere gli fu consegnato), egli proclamò il 28 febbraio il Decreto per la protezione del popolo e dello Stato, che sospendeva gli articoli della Costituzione di Weimar concernenti le libertà personali. Il decreto non fu mai revocato, in modo che tutto il Terzo Reich può essere considerato, dal punto di vista giuridico, come uno stato di eccezione durato per dodici anni.

    Con ciò non voglio dire, pigramente, che è come il nazismo, perché ovviamente non lo è. (Senza però dimenticare che l’originalità del nazismo risiede nella radicalità del mix, non certo negli elementi che lo compongono, come gentilmente ci ricorda il buon Cottarelli a proposito dell’elitismo).

    Si tratta piuttosto di cogliere isomorfismi, analogie “tecnologiche”, da considerare alla luce dei “progressi” tecnici.

    E quindi vengo alla seconda, di Streeck, contenuta in questo pregevole libretto: “On peut se demander quelle forme d’opium du peuple vont inventer les profiteurs du capitalisme tardif quand le dopage par le crédit de la mondialisation cessera de fonctionner et quand il faudra établir une dictature stable des « hommes d’argent ». Espérons seulement qu’ils seront à court d’idées.

    O che debbano fare i conti con una realtà troppo complicata per farsi imbrigliare.

    Intanto, nella ridente Francia macronista: https://www.ouest-france.fr/economie/les-entreprises-de-securite-privee-se-prepare-au-partenariat-avec-l-etat-6618924

    Détaillé dans le Livre blanc sur la sécurité intérieure attendu pour 2020, des sociétés de sécurité privée pourraient accepter des missions actuellement remplies par les forces de sécurité de l’État.”.

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