venerdì 29 novembre 2019

IL MES-2 E I SUOI FRATELLI: IL COMPLETAMENTO DELLA RECEZIONE DI BASILEA 3 e 4



1. Facciamo un riepilogo. Per non perdere la lucidità in un ambiente surriscaldato. Anzitutto perché, come al solito, tendono a farla molto complicata quando invece è abbastanza lineare (qui, p.6, e "andando al sodo", sub. 7)): è un pacco. Molto costoso e caratterizzato da "abitualità".
Anche perché entrano in scena nuovi succosi elementi della vicenda: Ital-tacchino. Sempre rammentando che...

2. Dunque, riepiloghiamo e aggiungiamo qualcosina...
Va premesso che il MES-2, al di là del pur vessatorio meccanismo di governance che ci espone a capital-call, cioè a pagamenti, entro 7 giorni, (in deficit, con emissioni di titoli del debito pubblico) per oltre 100 miliardi di contribuzione aggiuntiva, sortisce 2 effetti principali:

a) introduce un meccanismo agevolativo e acceleratorio del default del debito pubblico (italiano) attraverso le single-limb CACs. Queste clausole, inserite nei contratti di sottoscrizione del debito pubblico, determinano che, di fronte alla prospettiva di spread crescenti determinata da ragioni più che prevedibili, gli investitori internazionali, possano imporre, a maggioranza unica, cioè raggiunta per ammontare percentuale dei rispettivi investimenti, nonché a prescindere dalla linea specifica di titoli di cui sono sottoscrittori, la ristrutturazione dell’intero debito pubblico italiano (le single limb dovrebbero essere introdotte a partire dal 2022, ma, a prescindere dall’effetto annuncio immediato che esse producono, esistono già clausole CACs valevoli per singole linee di emissione di titoli del debito pubblico, introdotte per DM Mef, in tutte le emissioni a partire dalla seconda parte del 2012).

b) prevede delle guide lines applicative (come già il fiscal compact, dove decisive non sono tanto le sue disposizioni quanto i criteri di calcolo dell’output-gap e dei livelli di disoccupazione strutturale, NAIWRU) che implicano un monitoraggio preventivo della sostenibilità del debito degli Stati aderenti, in base a criteri sostanzialmente automatici e sfavorevoli e arbitrari, imposti dalla maggioranza precostituita, franco-tedesca, nel Board. Il clou di questi criteri, rammenterete (qui, p.4), Blanchard li ha già preannunciati a gennaio 2019, tornando a voler attribuire valore “scientifico” decisivo al superamento della soglia del 60% quanto alla sostenibilità del debito pubblico.
Ciò determinerà de facto la contestuale introduzione di un rating “ufficiale” dei titoli del DP e quindi la loro riqualificazione come “rischiosi” (risk-weighted) e, di conseguenza, da svalutare nei bilanci bancari e del settore finanziario e assicurativo in generale (attualizzando un’ondata di vendite)

Dal combinato di questi due effetti del MES, deriva una forma di vulnerabilità del tutto nuova dell’economia nazionale che va necessariamente combinata con la disciplina dell’Unione bancaria.

3. Ed infatti, la prospettiva di svalutazione in bilancio -> vendita dei titoli detenuti dalla banche -> consolidamento di perdite, da parte del nostro settore finanziario, condurrà a:
i) accelerazione della vendita degli NPL, con l’effetto di deprimere, in sovraofferta, le garanzie sottostanti, che sono complessi immobiliari e aziendali (distruzione crescente della ricchezza nazionale privata);

ii) a un cumulo di motivi legali, tipizzati, che abilitano la vigilanza bancaria BCE (Enria), ad imporre massicce ricapitalizzazioni al nostro sistema bancario, onde tentare di prevenire la “risoluzione” bancaria €uropea della crisi, che conduce al bail-in (di massa e coinvolgente azionisti, obbligazionisti e, soprattutto, i depositanti).

Queste ricapitalizzazioni, quand’anche siano ritenute sistemiche dalla Commissione UE (e non assoggettate ai vincoli in tema di “aiuti di Stato”), dati gli enormi volumi, non sono naturalmente (lo si è già visto su situazioni di scala molto minore; es. MPS) effettuabili con operazioni di salvataggio “di mercato” (qui, p.3).

Ergo, lo Stato dovrebbe tentare di intervenire preventivamente con enormi emissioni di debito pubblico per raccogliere il volume finanziario necessario per le ricapitalizzazioni (si pensi che nel dicembre 2016 si stanziarono, in deficit aggiuntivo, oltre 20 miliardi solo per la situazione MPS e della banche venete; una ricapitalizzazione generalizzata, ed estesa alle banche maggiori potrebbe arrivare sopra i 100 miliardi o a svariate centinaia di miliardi).

4. E questo, in un circolo vizioso ormai innescato dall’approvazione dell’ESM, porterà a 2 alternative inevitabili:

A) ricorrere ai fondi del MES accettando un ristrutturazione preventiva del debito pubblico, e un pesante coinvolgimento dei privati detentori dei titoli (cioè principalmente le banche, che sono poi coinvolte in bail-in a carico di obbligazionisti e depositanti); cioè esattamente l’effetto che si vuole scongiurare mediante la ricapitalizzazione pubblica preventiva del sistema bancario (! );


B) o, per evitare questo circolo vizioso, l’intrapresa di un combinato di prelievo fiscale straordinario sui depositanti (ipotizzabili ratei del 30-50% delle somme eccedenti una soglia esente, ponibile da 50.000 a 100.000 euro), di privatizzazioni “in svendita” dei principali gruppi industriali pubblici (ENI, Leonardo, Fincantieri, lo stesso controllo della CCDDPP), e di una sostanziale neutralizzazione (via azzeramento de factodel sistema sanitario e pensionistico pubblico (principali aggregati della spesa pubblica).


5. Circa i motivi, storici , causali (la micciache in concreto, e nei prossimi mesi, dovrebbero indurre a ricorrere al MES2, o più verosimilmente, ad un whatever it takes...fiscale interno, abbiamo già detto, in lungo e in largo
Ha a che vedere con la sostanziale abrogazione dell'OMT, peraltro già inutilizzabile - proprio per il coinvolgimento condizionale del MES, accanto alla BCE, come evidenziò De Grauwe, qui, pp.3.1. 3.2 -, con il probabile spegnersi del nuovo Quantitative Easing, nella considerazione dei suoi side effects (ammessi pure da Visco, v.anche qui), e con la sempre pendente difficoltà bancaria, determinata dal funzionamento pro-ciclico dell'Unione bancaria dell'eurozona (qui, p.3.1.).

6. E su quest'ultimo fenomeno, si apre un altro affascinante capitolo della saga dell'Ital-tacchino, che vi riassumo nel box sottostante, che specifica più in dettaglio la "dialettica" che ci terrà sotto..."scacco" nei prossimi mesi e anni...

E’ EVIDENTE CHE TALE SITUAZIONE SI INTRECCIA CON QUELLA DELLA “RATIFICA” DEL NUOVO MES E COL FUTURO RECEPIMENTO DI BASILEA 3-4 NEL DIRITTO UE.
INFATTI, LA PRESSIONE DELLA VIGILANZA BANCARIA BCE NON HA BISOGNO DELL’OPERATIVITA’ DEL NUOVO TRATTATO ESM PER ATTIVARSI. E CIO’ SIA PER SOLLECITARE L’ACCELERATA CESSIONE DEGLI NPL DA PARTE DELLE BANCHE ITALIANE, SIA PER CONTESTARE “PREVENTIVAMENTE” ESIGENZE DI RICAPITALIZZAZIONE AGGIUNTIVA PRUDENZIALE, A CAUSA DEL SOPRAGGIUNGERE DEL COMPLETAMENTO DELL’APPLICAZIONE’ DELLE REGOLE “BASILEA 3” (e 4), che imporrebbero alle banche dell’eurozona, a seguito della trasformazione in direttiva Ue, - annunciata da Dombrovskis entro il giugno 2020 -, circa 400 miliardi di ricapitalizzazioni, concentrate su quelle italiane; e ciò a causa dei criteri usati dall’attuale vigilanza nel non considerare altre “perdite” se non quelle da sofferenze dei crediti e tralasciando quelle di valutazione dei derivati Level-3 nelle banche nord-europee https://it.reuters.com/article/businessNews/idITKBN1XV115.La nuova regolazione Ue è già in fase di consultazione avanzata https://ec.europa.eu/info/sites/info/files/business_economy_euro/banking_and_finance/documents/2019-basel-3-consultation-document_en.pdf ipotizzandosi una “full implementation”, da parte degli Stati-membri, entro il 1° gennaio 2022.
PERTANTO, LA VIGILANZA BANCARIA PUO’ GIA’, A PARTIRE DAL 2020, AGIRE ESERCITANDO UNA PRESSIONE PER INDURRE LA RATIFICA DEL MES-2, OVE SI VOLESSE ADOTTARE LA SOLUZIONE A) (richiesta intervento di credito condizionale del MES).
OVVERO, PUO’ ESERCITARE PRESSIONE PER ADOTTARE LA SOLUZIONE B)  (di autodisciplina con intervento fiscale sui depositi bancari) PROPRIO PER EVITARE LA RATIFICA (e, formalmente, il default: raggiungendo però comunque la riforma il suo obiettivo sostanziale).

7. Precisato questo confluente effetto di medio termine che spiega in larga misura quale sia la convenienza a introdurre la "minaccia" del MES (come abbiamo già visto qui e qui), trova conferma ulteriore la consueta conclusione.
Dunque la soluzione B) (cioè il solito fate presto! indotto dalla "peculiare" struttura dell'eurozona, affidato alla trojka interna) è la più probabile. 
Ed è la soluzione per la quale maggiormente spingono sia la dominance franco-tedesca (senza un’opposizione della finanza USA che si avvantaggerebbe sia delle svendite di privatizzazione che dell’apertura del ricco mercato del risparmio italiano al loro settore finanziario assicurativo), sia l’establishment politico e bancario-confindustriale italiano: che è disposto a tutto pur di non vedere azzerate le proprie quote azionarie nel sistema bancario, prime “vittime” della risoluzione bancaria innescata dalle esigenze di ricapitalizzazione e, in prospettiva, a maggior ragione, in caso di risk weigthing dei titoli del debito pubblico detenuti. Chiarissima al riguardo la recente dichiarazione di Patuelli, presidente dell’ABI (qui, p.1).

8. Piccolo ADDENDUM - Ragion per cui Patuelli torna in argomento con estrema chiarezza (il link interno al twit è attivo)


10 commenti:

  1. Una domanda: il "whatever it takes" non fu introdotto a nostro esclusivo beneficio, anzi, in quel momento era la Spagna quella più pencolante. E' possibile accantonarlo definitivamente, rimpiazzarlo con questo accrocchio e circoscrivere all'Italia gli effetti del prossimo venturo "fate presto!"?

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    1. Scusa per il ritardo nella risposta...

      Che deve essere positiva: sì, certo che lo puoi, LO VOGLIONO, circoscrivere all'Italia.

      Su questo rammenterei, oltre all'incipit riassuntivo degli effetti pregnanti (sicuramente "costitutivi") della nuova disciplina, anche...l'Addendum poi inserito :-)

      Se non fosse ancora chiaro: hanno 1400 miliardi di buone ragioni depositate nella banche italiane :-) e un'agenda (FMI) di irlandesizzazione da avviare. Con il policy maker ideale.

      E vuoi che sto povero policy maker ideale arrivi senza uno straccio di "fate presto" e per la "salvazione mediante le opere" davanti a sé? Eh...

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  2. lucido e puntuale "riepilogo con aggiunte", come sempre.
    mi lascia perplesso solo il fatto che siano proposte come “alternative” mutuamente esclusive le due ipotesi (A) o (B), cioè o fondi del MES + ristrutturazione preventiva o “lacrime e sangue” + privatizzazioni a tappeto.
    se guardiamo cosa accadde in passato in situazioni che hanno col momento attuale più d’una analogia (tipo i fatti del biennio 92-93), non è poi così remota la possibilità – ahinoi – che *entrambe* le ipotesi possano realizzarsi in più o meno rapida sequenza, partendo da (A) per arrivare a (B) o partendo da (B) per arrivare ad (A), visto che sia (A) che (B) sono “finte soluzioni” (tanto l’una quanto l’altra causano un calo del PIL peggiorando le condizioni di partenza e la crisi economica).

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    1. Certo.
      Ma i liberal-rivoluzionari negano l'esistenza del moltiplicatore della spesa pubblica. O di un suo livello (matematico) superiore a quello della leva tributaria.
      E sono arciconvinti dell'effetto di Baumol e del crowding-out (rinvio all'apposito post riassuntivo nella serie "Il destino dell'Italia).

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  3. “ sia l’establishment politico e bancario-confindustriale italiano: che è disposto a tutto pur di non vedere azzerate le proprie quote azionarie nel sistema bancario”
    Non capisco questo passaggio, non è proprio con l’approvazione della riforma MES/Scholz che tutto ciò diverrebbe più probabile ? Mi son perso qualcosa

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    1. Eh sì, direi...si è perso il...post (e la conferma data dall'ADDENDUM): dove è chiaramente indicato che la più forte opposizione all'ESM2, la sta facendo proprio l'ABI.

      Poi, sulla coerenza di tale aspirazione con la realtà del regime dell'eurozona, si vedano commento di Malos Mannaja e relativa risposta

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    2. Grazie, ho riletto con più attenzione, ora mi è chiaro. Si spiegano anche le tirate ormai periodiche di Fubini&Co sull’eventualità della patrimoniale. Ma l’Abi allora fa il poliziotto buono ?

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  4. Infatti pochi giorni or sono, il Cottarelli,in una intervista a r.p.l. conferma che la via del saldo primario oltre il 4percento è la manna che cade dal cielo.
    Il moltiplicatore lo ignorano, volutamente.
    Poi, grazie al suo contributo, mi sono pappato la confessione.
    Spudorata.
    La euro zona è guerra commerciale tra stati.
    Visto che il nostro si chiede perché noi non possiamo combattere contro la tedeschia e vincere.
    Quindi non cooperare.
    Ma azzuffarsi.
    Con tanto di predicozzo sulla nostra volontà di tenere inflazione troppo alta e quindi disoccupazione troppo bassa.
    Tutto palese, non c'è trucco non c'è inganno.

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    1. Cottarelli chi? CarCarlo? Quello dell'Osservatorio CPI finanziato da Deutsche Bank? ;)

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    2. Confessano (lui, Amato, Monti e altri), talvolta, per ostentare il potere di essi, sapendo che non ci saranno immediate conseguenze, perché pochi possono leggerne come confessioni le dichiarazioni. E di tutto ciò naturalmente godono. Tuttavia, questa arroganza non è detto che non abbia per loro conseguenze in un prossimo futuro, perché sono pur sempre uomini e del doman non v’è certezza.

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