tag:blogger.com,1999:blog-7138099619226908681.post1462988321365659916..comments2024-01-26T15:32:41.629+01:00Comments on Orizzonte48: DIBATTITO SULL'EURO: L'INCONSAPEVOLE (?) NOSTAGLIA SENZA RICORDI DI DE GRAUWEQuarantottohttp://www.blogger.com/profile/06816556453620678760noreply@blogger.comBlogger32125tag:blogger.com,1999:blog-7138099619226908681.post-24748149983987884912017-05-16T14:51:25.698+02:002017-05-16T14:51:25.698+02:00Per dire la verità?Per dire la verità?Stefano Longagnanihttps://www.blogger.com/profile/08793929224175910733noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7138099619226908681.post-9195647539396976452017-05-16T13:14:21.591+02:002017-05-16T13:14:21.591+02:00E’ su questa realtà, dunque, che si innesta oggi l...<i><b>E’ su questa realtà, dunque, che si innesta oggi l'emersione del nuovo assetto di poteri, che si candida a sostituire l'antico sovrano nazionale contestandone ragioni d'esistenza e basi di legittimazione</b>. E rispetto al passato la grande novità è la manifestazione di, pur articolate, volontà di governo e di orientamento dei processi economici internazionali, <b>con l'obiettivo consapevole di modificare modelli di sviluppo, stili di vita, funzione e posizione sociale del lavoro</b>.<br /><br />In questo scenario non tutti gli stati, certo, si trovano nelle stesse condizioni: è evidente che l'erosione del potere di controllo della moneta e dei tassi colpisce la Germania o gli Stati Uniti assai meno di quanto non faccia con l'Italia o con la Spagna. Per questo, si potrebbe esser tentati di pensare che una soluzione del problema della crisi della statualità nei paesi più deboli stia nel risanamento delle loro economie e nell'ingresso nel club dei paesi più forti. A questa prospettiva si può tuttavia obiettare che: a) non é pensabile che tutti i paesi del mondo si omologhino ai più forti. Per tutti coloro che non faranno parte del club, dunque, si porrà comunque il problema della loro sovranità e della democraticità dei processi decisionali internazionali. <br /><br /><b>E questo problema non può essere eluso dalla teoria del costituzionalismo democratico</b> (quale che sia la nazionalità di chi l'elabora), che per definizione si interessa dei principi a prescindere dal loro successo per pochi privilegiati; b) anche i paesi più forti non sono immuni dai condizionamenti che vengono imposti dalla necessità di un raccordo con quelli (industrializzati) meno forti, dall'immenso potere della finanza internazionale e dalle esigenze della competitività globale, sicché - anche se qualcuno è molto più «policy maker» di quanto non sia «policy taker» - tutti i paesi seguono «strategie composte di differenti combinazioni di "policy making" e di "policy taking"». Soprattutto in prospettiva, <b>la questione riguarda la forma-stato nel suo complesso</b>, non singole, determinate, realtà nazionali…</i>” [M. LUCIANI, cit., 166-169].<br />francesco maimonehttps://www.blogger.com/profile/10915970445672487282noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7138099619226908681.post-33927880952286162992017-05-16T13:12:02.027+02:002017-05-16T13:12:02.027+02:00Infine, il tratto nuovo che forse maggiormente col...<i>Infine, <b>il tratto nuovo che forse maggiormente colpisce il giurista è la rottura di quel legame fra la libertà e il suo limite che ha attraversato l'intera storia del costituzionalismo moderno</b>. Il limite, a ben vedere, è sempre stato inteso, addirittura, come costitutivo dei diritti di libertà in quanto diritti. Questo è evidente per la giuspubblicistica continentale del diciannovesimo secolo, tanto nel caso della teoria dei diritti riflessi che in quella dell'autolimitazione dello stato. Ma lo stesso presupposto è incorporato nelle concezioni più coerentemente liberali, da quelle di ascendenza scopertamente kantiana nelle quali si afferma che «ogni diritto nasce limitato» in funzione del rispetto reciproco delle sfere giuridiche individuali, a quelle che ricostruiscono i diritti (fondamentali) di libertà come costellazioni di valore, nelle quali la misura del diritto non è data solo dal suo aspetto individuale, ma anche dal valore collettivo che ne delimita, nei singoli campi di attività, il raggio.<br /><br /><b>La libertà di investimento del capitale è invece, nella società globalizzata, una libertà (l'unica) nella quale è percepibile solo il suo versante individuale: nessun valore collettivo le si contrappone, perché non esiste nessuna collettività cui imputare quel valore, e comunque non esiste nessun potere sociale che possa imporre il suo rispetto</b>. Per questo non possiamo neppure parlare di un vero e proprio diritto di libertà, in questo caso, quanto piuttosto di una semplice libertà di fatto, di una libertà che viene goduta e si autotutela fuori dello spazio coperto dal diritto. Anche se è auspicabile che il diritto non pretenda di estendersi a tutte le forme dell'agire umano, non è pensabile che sia coerente con l'idea stessa della giuridicità la sottrazione al diritto di atti e comportamenti di tale importanza.<br /><br /><b>Fino ad ora, il diritto aveva risolto simili problemi facendo coincidere l'ambito dell'esercizio dei diritti di libertà con quello dell'effettività del potere che poteva enunciare e far rispettare i valori collettivi in essi incorporati</b>. La corrispondenza fra ambito dei diritti di libertà e ambito della sovranità statale era servita proprio a questo scopo. <b>La dissoluzione, per la libertà di investimento, dei limiti segnati dallo stato confinano ha sottratto al diritto (costituzionale) un oggetto essenziale del suo disporre e HA MESSO IN DISCUSSIONE L'IDEA ELEMENTARE CHE LA STESSA GIURIDICITÀ</b> non é concepibile senza uno spazio nel quale abbia modo di dispiegarsi: «ogni diritto vale come tale solo nel giusto luogo», scriveva, riprendendo un detto comune e giuocando sul doppio senso di Recht e recht, Carl Schmitt. </i> (segue)<br />francesco maimonehttps://www.blogger.com/profile/10915970445672487282noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7138099619226908681.post-73357009077733384732017-05-16T13:11:33.607+02:002017-05-16T13:11:33.607+02:00Lei ha perfettamente ragione. Non sono affrontati ...Lei ha perfettamente ragione. Non sono affrontati nel dettaglio i punti da Lei richiamati, come si nota da quanto riporto di seguito. Per essere uno scritto del 1996, però, Luciani dice cose significative, soprattutto se messe in continuità con gli ulteriori scritti citati nel blog. Segno che aveva capito l’aria che tirava, e le stoccate ad Amato e Bognetti lo dimostrano. Essendo un grande studioso, infatti, dal punto di vista giuridico i conti non gli potevano tornare. Purtroppo manca l'approfondita disamina dei punti ai quali Lei accennava. Luciani è stato però l’unico degli esperti sentiti in Parlamento ad aver in maniera convinta espresso parere negativo sul pareggio di bilancio in Costituzione; si tratta solo di unire i puntini:<br /><br />“<i>… Il processo di erosione della sovranità ha indubbiamente radici lontane. Il potere di «alzare o abbassare il titolo, valore e piede delle monete», prerogativa essenziale della sovranità sin dal tempo di Bodin, è ormai da tempo sfuggito dalle mani degli stati. <b>E perdita di sovranità sulla moneta significa perdita di controllo sui tassi di cambio e sui tassi d'interesse, che costituiscono una variabile essenziale nel governo del ciclo economico</b>. Le interconnessioni fra le economie nazionali, poi, sono sempre esistite, non foss'altro perché lo richiedevano la logica oggettivamente «internazionalistica del modo di produzione capitalistico e la sua stessa origine tendenzialmente mercantile. Infine, non sono mai mancati condizionamenti sulle scelte politiche dei singoli stati da parte di stati economicamente o militarmente più forti.<br /><br /><b>Nondimeno, i fenomeni attuali esibiscono un'evidente diversità qualitativa rispetto al passato</b>. Come è stato esattamente rilevato, una cosa sono gli effetti che su singole economie nazionali possono essere determinati da operazioni commerciali o militari decise fuori dei confini nazionali (e questo è il modello tradizionale), <b>altra «l'emergere di un sistema economico globale che sfugga al controllo di qualunque singolo stato» o «l'enorme crescita del numero di organizzazioni internazionali che possono limitare il raggio di azione degli stati più potenti»</b>. <br /><br />Parimenti, <b>la sottrazione agli stati del governo della moneta acquista una dimensione diversa quando si è compiuta un'integrazione monetaria sovranazionale</b>: in questo caso i paesi partecipanti all'integrazione rispondono agli shocks sulla domanda o sull'offerta con scelte di politica economica sempre meno autonome e sempre più coordinate… L’interconnessione sempre più stretta fra le economie, ancora, <b>sollecita un'ingerenza negli affari interni dei singoli stati (in particolare dei più deboli) che non è più motivata - come in passato - solo da considerazioni strategico-militari, e che si realizza attraverso strumenti di pressione economico-finanziaria</b>.<br /><br /><b>E’ un fenomeno inedito, poi, che le vicende del diritto internazionale influiscano anche sul modo in cui gli interpreti leggono le costituzioni dei singoli stati</b>. Proprio l'esperienza italiana, da questo punto di vista, è significativa: è attraverso i trattati istitutivi delle Comunità europee e (soprattutto) le loro successive modificazioni che - si dice - è «entrata in Italia la cultura del mercato» [in nota G. Amato, Il mercato nella Costituzione, NdF], ed è tra l'«ordinamento nazionale» e l'«ordinamento comunitario» che la cosiddetta «costituzione economica» italiana viene vista oscillare [In nota G. Bognetti, La costituzione economica italiana, NdF] </i>. (Segue)<br />francesco maimonehttps://www.blogger.com/profile/10915970445672487282noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7138099619226908681.post-11892616038575237212017-05-15T22:16:51.201+02:002017-05-15T22:16:51.201+02:00Cristiani per la « creazione di un nuovo tipo di e...Cristiani per la « <a href="http://orizzonte48.blogspot.it/2014/05/la-grande-societa-pan-europeismo-per-la.html?m=1" rel="nofollow">creazione di un nuovo tipo di europeo</a> »?Bazaarhttps://www.blogger.com/profile/17582168077328386807noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7138099619226908681.post-24923627768706873602017-05-15T19:36:54.337+02:002017-05-15T19:36:54.337+02:00E Luciani ha così fatto la descrizione dell'id...E Luciani ha così fatto la descrizione dell'ideologia hayekiana (e della ramificata MPS in genere) nonché la scomposizione degli elementi istituzionali dell'ordine sovranazionale del mercato.<br /><br />Peccato che manchi (almeno in questo "estratto") la diretta individuazione degli elementi dell'ordine internazionale stesso:<br /><br />a) gold standard (inteso come sistema di privilegio assoluto della stabilità monetaria sì da legittimare lo svincolo, cioè l'INDIPENDENZA, delle relative politiche da ogni altro interesse generale insito nella politica economica e fiscale, che ne viene azzerata);<br /><br />b) free-trade, i cui effetti di specializzazione da "vantaggi comparati" risultano accelerati dalla moneta-valore "stabile" (le obbligate politiche deflattive per via fiscale conducono immancabilmente a deindustrializzazione e compressione irreversibile della capacità produttiva...competitiva);<br /> <br />c) mercato del lavoro perfettamente flessibile, realizzandosi la mitologica legge della domanda e dell'offerta, al suo stato puro, solo nel mercato del lavoro, mentre, in nome del mercato internazionalistico, gli oligopoli vanno apprezzati in termini evolutivi di allargamento continuo dei confini (con la giustificazione dell'evoluzione tecnologica e della workable competition, in attesa dei risultati della ricerca privata-senza-Stato che stiamo ancora aspettando)...Quarantottohttps://www.blogger.com/profile/06816556453620678760noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7138099619226908681.post-83186799244178401642017-05-15T13:29:57.810+02:002017-05-15T13:29:57.810+02:00Oggi la concentrazione (l'ital-tacchino spenna...Oggi la concentrazione (l'ital-tacchino spennato), realizzata tramite deflazione, avviene a favore delle oligarchie transnazionali che rappresentano il nuovo sovrano. Anzi, si tratta di un “antisovrano”, come lo chiama M. Luciani:<br /><br />“<i>… Crisi della costituzione non è però crisi della politica, non significa assorbimento indistinto del politico nell’economico…questi ultimi venticinque anni esibiscono un tratto politico fortissimo, connesso al manifestarsi di precise e consapevoli volontà di trasformazione sociale. Il processo che si è aperto non vede protagoniste istenza decisionali od organizzazioni che funzionino con logica essenzialmente democratica. La vicenda, infatti, non riguarda la larga maggiornaza degli stati, e le stesse Nazioni Unite ne sono escluse…<b>Più che di una crisi della politica in sé si dovrebbe dunque parlare di una crisi democratica dal basso</b>. Funziona invece una politica nuova, ma certo ben poco soddisfacente in termini di rendimento democratico; <b>una politica che ha allo stesso tempo un volto pubblico e privato e nella quale si intrecciano la volontà degli esecutivi degli stati, di potenti tecnocrazie internazionali, di imprese transnazionali dominatrici di settori strategici. </b> E’ concettualmente arduo, però, vedere in questi poteri, anzi in quest’intreccio e in questa competizione di poteri un nuovo sovrano.<br /><br /><b>L’idea moderna di sovranità è infatti intimamente legata…a due precondizioni – la concezione ascendente del potere e l’idea di nazione – che sono entrambi assenti nella nuova politica</b>. Per sussumere in una sola etichetta i nuovi fenomeni potremmo invece parlare del tentativo di creazione di <b>un antisovrano</b>, e cioè un quid che in tutto e per tutto si contrappone al sovrano da noi conosciuto: <b>non è un soggetto</b> (ma semmai una pluralità di soggetti, oltretutto dallo statuto sociale altamente differenziato, che ben difficilmente potrebbero candidarsi a detenere il monopolio del potere sovrano); <b>non dichiara la propria aspirazione all’assoluta discrezionalità nell’esercizio del proprio potere</b> (cerca anzi di presentare le proprie decisioni come logiche deduzioni da leggi generali oggettive quali pretendono di essere quelle dell’economia e dello sviluppo); <b>non reclama una legittimazione trascendente </b> (che sia la volontà di Dio oppure l’idea dell’uguaglianza degli uomini), <b>ma immanente</b> (l’interesse dell’economia e dello sviluppo, appunto); <b>non pretende di ordinare un gruppo sociale dotato almeno di un minimum di omogeneità</b> (il popolo di una nazione), ma una pluralità indistinta, anzi la totalità dei gruppi sociali (tutti i popoli del mondo, o almeno tutti i popoli della parte di mondo che ritiene meritevole di interesse); <b>non vuole essere l’espressione di una volontà di eguali formata dal basso</b> (si tratta infatti di un insieme di strutture sostanzialmente e talora formalmente organizzate su base timocratica).<br /><br />L’opposizione è dunque polare, tanto che potrebbe ricordare …quelle evocate dalle figure dell’antipapa e più ancora dell’anticristo. Come l’antipapa, per il codice di diritto canonico del 1917, rientra fra i soggetti che si oppongono all’autorità del pontefice legittimamente eletto, così <b>l’antisovrano si arroga un potere senza averne legittimo titolo</b> (senza investitura democratica). E come l’anticristo, <b>è detentore di un potere che (aspira ad essere) universale, ed è l’agente che determina la crisi del mondo (del mondo democratico) </b> …Un antisovrano, dunque, dal punto di vista concettuale, ma inevitabilmente un antisovrano anche dal punto di vista pratico, perché <b>l’affermazione del suo potere presuppone proprio che l’antico sovrano sia annichilito</b>…</i>” [M. LUCIANI, L’antisovrano e la crisi delle costituzioni, in rivista di diritto costituzionale, Torino, 1/1996, 164-166].<br /><br />Le prossime elezioni porteranno alla scelta dell’ultimo Caronte<br />francesco maimonehttps://www.blogger.com/profile/10915970445672487282noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7138099619226908681.post-27747354203676344322017-05-15T13:28:31.828+02:002017-05-15T13:28:31.828+02:00Finita la crisi del 1920-21, si vuole avere mano l...<i>Finita la crisi del 1920-21, si vuole avere mano libera, <b>PERÒ CON LO STATO A PORTATA DI MANO COME GARANZIA PER LE PERDITE EVENTUALI</b>…Intanto si sviluppano fattori politici di notevole rielievo anche sul piano economico. Il fascismo si identifica con lo Stato, gli squadristi sono mandati a casa, sono incomodi, sono maleducati. Il fascismo diventa rispettabile; si ripristina il vecchio personale statale che veste la camicia nera e con la sua vecchia esperienza assicura una certa continuità formale. Quella che era l’agitazione violenta, diventa organica dittatura poliziesca….<br /><br />E’ nel 1926 che il fascismo cambia di nuovo veste: da organizzazione statale liberista diventa sempre più esplicitamente intervenzionistica; quella che era la pratica dei salvataggi, dei rapporti tra Stato, banche e industria, diventa ora una teoria, in nome del supremo interesse nazionale. Il capitalismo, che tradizionalmente esprimeva come hobby il suo sospetto per lo Stato, perde questa sua fobia. In questo periodo i rapporti si rendono più organici; è la fase delle sistemazioni settoriali, delle grandi sistemazioni aziendali; si risanano imprese di navigazione, si sistemano cantieri, si risanano i telefoni, si sistemano le aziende elettriche in crisi…<br /><br />Il processo analizzato da vicino è molto interessante. Se si leggono le relazioni dei Consigli di amministrazionie nelle fasi di espansione si vede che gli amministratori comunicano con agli azionisti che l’azienda ha preso molte iniziative, che si è collegata con questa società, ha assorbito le azioni di quell’altra società, che ha ottenuto un importante contratto, sempre mercè sua Eccellenza il Ministro tale, o sotto gli auspici fausti di dua eccellenza il ministro talaltro. <b>Il rapporto tra il grande gerarca e l’azienda industriale è di feudo personale, sempre naturalmente nelle fasi di sviluppo. Quando poi l’impresa va male, il gerarca scompare e sorgono conflitti di interesse</b>; gli azionisti dovrebbero perdere il valore dei capitali sottoscritti, i creditori dovrebbero perdere i loro crediti; ma questo non va bene. Per i creditori bisogna distinguere! Se sono grossi si compensano in qualche modo, se sono piccoli si lasciano cadere. Gli azionisti si salvano. Chi paga è il contribuente. La formula di quel tempo (e anche del nostro) è questa: <b>PRIVATIZZAZIONE DEI PROFITTI, SOCIALIZZAZIONE O NAZIONALIZZAZIONE DELLE PERDITE</b>…</i>” [V. FOA, Le strutture economiche e la politica economica del regime fascista, in Fascismo e antifascismo (1918-1936), Lezioni e testimonianze, (lezione tenuta il 20 marzo 1961), Feltrinelli, 1962, 266-277] (segue)<br />francesco maimonehttps://www.blogger.com/profile/10915970445672487282noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7138099619226908681.post-41118895448820689992017-05-15T13:17:16.722+02:002017-05-15T13:17:16.722+02:00Fin dai primi anni del secolo il pensiero socialis...<i>Fin dai primi anni del secolo il pensiero socialista concorreva con il pensiero liberale e radicale nel denunciare il protezionismo e il processo di concentreazione monopolistica sotto un aspetto moralistico e distributivo…Anche dopo la guerra, <b>IN UN CELEBRATO DISCORSO DI FILIPPO TURATI, TENUTO ALLA CAMERA DEI DEPUTATI IL 22 LUGLIO DEL 1921, E INDICATIVO DEL PENSIERO MEDIO SOCIALISTA DI QUEL TEMPO</b>, si prende posizione netta contro l’industia siderurgica, affermnando che in Italia si devono fabbricare temperini, lame da rasoio e altri simili prodotti dell’industria leggera. <b>In queste condizioni del pensiero economico, la organizzazione della lotta sotto il peso della tradizione liberistica rimase disarmata culturalmente, incapace di porsi come antitesi alla esperienza fascista</b>…<br /><br />Il grande padronato industriale in quel periodo era spinto al liberismo dalla fine della crisi economica post-bellica: esso voleva veramente provare le sue forze senza i vincoli che la legislazione di guerra e del dopoguerra frapponeva allo sviluppo della libera iniziativa. Però quegli stessi che predicavano la libertà economica assoluta …erano allo stesso tempo molto inclini a chiedere il denaro dello Stato, quando venivano a trovarsi in qualche difficoltà. La tradizionale politica dei salvataggi è continuata ininterrottamente: dalla crisi dell’industria, dalla conversione della industria siderurgica dell’ILVA e dell’Ansaldo, dal fallimento della Banca Italiana di Sconto fino alla crisi del Banco di Roma del 1923…<b>nonostante i dichiarati propositi del fascismo, l’intransigenza liberista del padronato italiano non rifiutava il compromesso quando si trattava di pompare i denari dei contribuenti per sanare il deficit della sua insipienza e della logica del profitto</b>.<br /><br />Nell’ottobre del 1922 Mussolini prese il governo e immediatamente, da vero galantuomo, mantenne gli impegni che aveva preso con i capitalisti. Furono <b>riprivatizzati i telefoni</b> che erano dello Stato, i fiammiferi che erano dello Stato; le assicurazioni sulla vita, importante settore di raccolta dei risparmi e influente centro di orientamento di investimenti che erano monopolio dello Stato…; anche <b>le aziende municipalizzate furono restituite ai privati</b>. Nelle date vi è una evidenza simbolica della solvibilità fascista verso i capitalisti:<br /><b>28 ottobre 1922</b>: costituzione del governo Mussolini:<br /><b>10 novembre 1922</b>: il governo liquida definitivamente tutti gli impegni presi precedentemente per la nominatività dei titoli azionari, cioè per uno strumento fondamentale per l’accertamento fiscale…<br /><b>19 novembre 1922</b>: la Commissione di guerra sui profitti di guerra, spina negli occhi degli speculatori, è soppressa;<br /><b>11 gennaio 1923</b>: è abolito il decreto Visocchi che regolava l’occupazione delle terre incolte da parte dei contadini poveri senza terra;<br /><b>20 agosto 1923</b>: è abolita l’imposta di successione nell’ambito familiare, sono ridotte le imposte di successione al di fuori dell’ambito familiare.<br /><br />I provvedimenti di liberalizzazione avvengono tutti negli anni della gestione di Alberto De Stefani: liquidazione…della imposta straordinaria sul patrimonio e dell’imposta sui sopraprofitti; abolizione di altre numerose imposte, come la complementare sui valori immobiliari, il contributo straordinario di guerra; sgravi fiscali per la fusione delle società anonime, abolizione dell’imposta sui capitali delle banche e delle imndustrie, abolizione di numerose imposizioni sui consumi di lusso…<b>IL LIBERISMO SIGNIFICAVA UNA IMMEDIATA MASSA DI FAVORI E UN ENORME TRASFERIMENTO DI REDDITO DA UNA CLASSE ALL’ALTRA</b></i>. (segue)<br />francesco maimonehttps://www.blogger.com/profile/10915970445672487282noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7138099619226908681.post-14955838000123533432017-05-15T13:16:31.626+02:002017-05-15T13:16:31.626+02:00In questa primissima fase il fascismo si presenta ...<i>In questa primissima fase il fascismo si presenta al popolo in una posizione barricadera, socialisteggiante, fortemente antispeculativa, utilizzando largamente tutti gli elementi che la demagogia spicciola poteva fornire. I fasci di combattimento nascono il 23 marzo 1919; nell’agosto dello stesso anno esce il loro primo programma: perequazione fiscale, fissazione del minimo di paga, forme di partecipazione operaia alla gestione delle aziende, primi accenni ad un confuso corporativismo.<br /><br />Nell’ottobre del 1919…il programma viene confermato; l’economista del regime è allora Massimo Rocca, uomo di provenienza anarchica…<b> La svolta del fascismo si ha subito dopo la sconfitta elettorale dell’autunno del 1919…La svolta fascista in campo economico porta a posizioni violentemente antisocialiste e antipopolari</b>…<br /><br />…mi limito a citare il passo di uno scrittore non sospetto: si tratta del professor Felice Guarnieri, che fu per molti anni ministro nel governo Mussolini, e che nel 1921 era segretario generale della Confindustria. Nel suo libro intitolato Batteglie economiche il Guarnieri, riferendosi alla svolta del fascismo nell’autunno del 1919, scrive testualmente: “<b>A determinare tale orientamento non erano estranee le suggestioni dell’ambiente industriale ed agrario lombardo, il quale tendeva in quel momento a liberarsi dalle strettoie della politica vincolistica lasciata in eredità dalla guerra</b>”.<br /><br /><b>Si inizia così la fase di un fascismo liberista</b> che rimarrà in piedi fino alla caduta del ministro Alberto De Stefani nell’estate del 1925. La fase del fascismo liberista si può sintetizzare in una formula assai semplice: <b>STATO FORTE</b> [istituzioni politiche più forti, NdF], <b>STATO NON ECONOMICO</b>. Lo Stato forte sul piano politico rifiuta di porre ostacoli di carattere sociale allo sviluppo dell’attività economica privata delle imprese: questo fu il programma che Mussolini pronunciò alla Camera il 20 giugno del 1921. Alla vigilia della Marcia su Roma, in un discorso che durante i primi anni del regime fu molto celebrato, nel discorso di Udine del 20 settembre 1922, il fondatore del fascismo disse testualmente “<b>NOI VOGLIAMO SPOGLIARE LO STATO DI TUTTI I SUOI ATTRIBUTI ECONOMICI! BASTA CON LO STATO FERROVIERE, CON LO STATO POSTINO, CON LO STATO ASSICURATORE! </b>”…<br /><br />Di fronte a questo fascismo che si presentava con una così accentuata impronta liberistica, per la liquidazione di tutte le bardature di guerra, della fiscalità più rigorosa, del vincolismo dei prezzi e degli affitti, contro questo fascismo che inneggiava allo Stato forte da un lato e alla libertà economica delle imprese dall’altro, sul piano della cultura economica non venica posta alcuna alternativa concreta. La tradizione culturale economica italiana…si era largamente ispirata al liberismo economico…Questo non è soltanto vero nel pensiero di Einaudi e di Giretti che tanta influenza hanno avuto nella vita culturale italiana. <b>La concezione della concentrazione monopolistica come un elemento patologico, come una deviazione dell’ideale della concorrenza, ANZICHÉ NEL SUO RAPPORTO CON LO SVILUPPO DELLA SOCIETÀ E DELLE FORZE PRODUTTIVE, era purtroppo condivisa da gran parte del pensiero socialista fino alla prima guerra mondiale</b>. In polemica con la collusione fra riformisti e industriali protezionisti si coltivò <b>l’illusione di una industria leggera prevalentemente esportatrice</b>…</i>. (segue)<br />francesco maimonehttps://www.blogger.com/profile/10915970445672487282noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7138099619226908681.post-5898972744719348262017-05-15T13:15:55.358+02:002017-05-15T13:15:55.358+02:00Grazie Arturo.
Le istituzioni forti erano richies...Grazie Arturo.<br /><br />Le istituzioni forti erano richieste, guarda caso, anche dal regime in camicia nera: solidità istituzionale in favore del mercato. La volontà di liquidare i residui di democrazia hanno sempre come stella cometa quella della Commissione di Venezia. La tecnica, mediaticamente ben veicolata – dopo la prova generale del fallito referendum - è: forse l’€uro non è stato effettivamente un grande affare per il Paese; ma cosa vuoi farci? A questo punto, però, uscire dalla moneta unica sarebbe un disastro. Tanto vale, avendo fatto 30, fare 31 e consegnarci definitivamente alle oligarchie internazionali con la definitiva cessione di sovranità.<br /><br />Prima ancora di quota 90 (che inizia nel ’26) era stata posta in essere una serie di misure non indifferenti a favore della classe dominante, con il contributo determinante proprio di quelli che si facevano chiamare “sinistra” (un po' come le nostre tappe di avvicinamento all’€uro). Estintisi i sedicenti socialisti “massimalisti”, sono rimasti solo i “riformisti” (che siano dannati) i quali, a forza di chiedere riforme, ce le hanno fatte imporre:<br /><br />“<i>…<b>Terminata, agli inizi del 1919 la disciplina di guerra, l’inasprimento dei rapporti di classe portò a momenti di tensione estremamente acuta</b>. Riusciva in quel periodo alle classi capitalistiche – industriali ed agrarie – di mantenere normali le loro rendite e i loro profitti di fronte alla organizzazione di classe che avanzava impetuosamente nelle masse lavoratrici. Era logico che la gran parte del padronato italiano…pensasse di stabilizzare le rendite e i profitti attraverso una costrizione materiale della spinta delle masse, l’austerità nella retribuzione dei redditi di lavoro, e quindi una politica proibitiva nei confronti degli strumenti di pressione delle masse lavoratrici, cioè dello sciopero e dell’organizzazione operaia. Contro questi tentativi di creare una austerità coatta e un blocco dei livelli retributivi, lo sciopero e l’organizzazione di classe crebbero impetuosamente…<br /><br />Sull’andamento dei salari nell’immediato dopoguerra e in relazione allo sviluppo delle lotte sindacali, parlano i dati dell’istituto Nazionale Infortuni sulle retribuzioni reali, espresse cioè in termini di potere d’acquisto della lira. Assumendo come base l’anno 1913, per ogni 100 lire di salario reale del 1913, nel 1918, cioè nell’ultimo anno di guerra, le retribuzioni erano scese a 64; l’anno successivo erano già salite al punto del 1913, erano a quota 99; nell’anno 1920 salirono a 114 e nel 1921 salirono a 127.<br /><br />Il 1921 fu l’anno della vittoria del fascismo nel paese prima ancora che nel governo; ora dalla fine del 1921 le retribuzioni tendono a diminuire, e per ritornare all’indice del 1921 pari a 127 sono dovuti passare ben 28 anni; l’indice è tornato al livello 127 soltanto nell’anno 1949. <b>Il fatto mi sembra abbastanza indicativo della politica di compressione delle retribuzioni durante tutto il periodo del fascismo</b>…La <b>Confindustria</b>, organo nazionale degli industriali, nasce nel marzo del 1920, e nell’agosto dello stesso anno nasce la <b>Confagricoltura</b>. La richiesta degli agrari nel 1921 sono molto chiare; si chiede <b>uno Stato forte che riduca al silenzio gli operai</b>, i braccianti, i mezadri; si chiede la <b>riduzione e possibilmente la eliminazione dell’imponibile di mano d’opera</b>, strumento essenziale per l’occupazione bracciantile e per una distribuzione giusta del lavoro... Nell’attesa, gli agrari non perdono tempo: i loro figli capeggiano le squadracce assassine nella Valle Padana e nella Puglia. Più signorili, gli industriali danno solo aiuti finanziari, e aspettano per indossare la camicia nera che il fascismo si sia identificato con lo Stato. “<b>Noi industriali siamo ministeriali per definizione”, è una frase di GiovanniAgnelli</b></i>. (segue)<br />francesco maimonehttps://www.blogger.com/profile/10915970445672487282noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7138099619226908681.post-66873553405019381792017-05-15T10:33:53.125+02:002017-05-15T10:33:53.125+02:00"vogliamo creare una nuova tipologia di europ..."vogliamo creare una nuova tipologia di europeo"<br /><br />L'ultimo esperimento sociale di creazione di un "uomo nuovo" e' stato quello di Pol Pot.<br /><br />https://it.wikipedia.org/wiki/Pol_Pot<br /><br />Quando prese il potere i soldati-bambini del suo esercito erano stati istruiti affinche' uccidessero sul posto chiunque portasse gli occhiali (perche' chi porta gli occhiali legge i libri e non puo' essere rieducato).<br /><br />Tutti gli abitanti delle citta' (quelli inizialmente sopravvissuti perche' senza occhiali) impararono in primis ad aver paura dei bambini (perche' addestrati a spiare all'interno delle famiglie per conto del partito e perche' denunciavano senza pieta' anche i genitori ed i fratelli) e furono deportati in massa per essere 'rieducati'. <br />Circa un abitante su quattro della Cambogia fini' quindi ucciso dagli stenti e/o dalle ricorrenti esecuzioni di massa (le stime dei morti variano tra 1 e 3 milioni).<br /><br />Che l'Opus Dei sia una setta inutile (e quindi pericolosa) lo sospettavo da tempo (il loro credo e' "santifica il lavoro", e da quello che si sa, si intende QUALUNQUE LAVORO, anche da schiavi aggiungo io, purche' sia legale): pero' questa della creazione di un nuovo tipo di europeo devo ammettere che mi mancava (anche se non mi meraviglia piu' di tanto).<br /><br />Perche' infatti creare una organizzazione confessionale segreta di tipo super-gesuitico (ove vige la cieca obbedienza al superiore diretto, che esercita una supervisione totale della vita spirituale e sociale dell'affiliato) quando il "chi non vuole lavorare neppure mangi" della lettera di San Paolo dovrebbe essere piu' che sufficiente per un cattolico? Luca Cellaihttps://www.blogger.com/profile/00548340320605162401noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7138099619226908681.post-18234440588376192852017-05-15T01:12:52.096+02:002017-05-15T01:12:52.096+02:00Vabbeh, allora senti questa: una volta mi è capita...Vabbeh, allora senti questa: una volta mi è capitato di parlare con un nostalgico, accanito ammiratore di Mussolini e Grandi. Mi ha detto che votava Monti "perché i debiti vanno pagati". Gli ho voluto bene. :-)Anonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7138099619226908681.post-20683554479264499522017-05-14T23:51:29.245+02:002017-05-14T23:51:29.245+02:00Ma De Grauwe queste cose, volendo, le sa benissimo...Ma De Grauwe queste cose, volendo, le sa benissimo (meglio di noi)...<br />Ma, se vedi la sua biografia, è stato, inevitabilmente, un sessantottino...https://en.wikipedia.org/wiki/Paul_De_Grauwe<br />che, QUINDI, lavorava alla CEE già da studente (e poi subito dopo il Ph.D, al FMI e alla BCE...) :-)<br />https://en.wikipedia.org/wiki/Paul_De_GrauweQuarantottohttps://www.blogger.com/profile/06816556453620678760noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7138099619226908681.post-6097335291120756412017-05-14T23:45:37.269+02:002017-05-14T23:45:37.269+02:00Il punto, credo, è che quando ti vomitano addosso ...Il punto, credo, è che quando ti vomitano addosso disprezzo moralistico appellandoti "fascista e razzista" per decenni, e a farlo sono i veri nipotini delle camicie nere, ossia gli europiddini... bè... diventerei un po' ottuso anch'io.<br /><br />Tra socialisti di destra e fascisti di sinistra... comincio a capire la questione gender.Bazaarhttps://www.blogger.com/profile/17582168077328386807noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7138099619226908681.post-83447200900798360212017-05-14T23:18:35.197+02:002017-05-14T23:18:35.197+02:00DE GRAUVE FORSE PENSAVA AI CALZOLAI CON 5 CASE,SI ...DE GRAUVE FORSE PENSAVA AI CALZOLAI CON 5 CASE,SI RIFERIVA AI MIEI CORREGIONALI ,DELLA ZONA SUD DELLE MARCHE ,CHE AI TEMPI DELLA LIRA ERANO DIVENTATI DEGLI INDUSTRIALI CHE ESPORTAVANO IN TUTTO IL MONDO.gRAZIE AL CAMBIO FISSO TUTTO QUESTO NON C'E' PIU'<br />gilberto gismondihttps://www.blogger.com/profile/01522354617651664740noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7138099619226908681.post-80232750959022938732017-05-14T17:51:51.578+02:002017-05-14T17:51:51.578+02:00"Magari mi sbaglio, ma sembra che costui abbi..."Magari mi sbaglio, ma sembra che costui abbia proprio preso di mira l'Italia."<br /><br />No, non ti sbagli, e non solo De Grauwe.<br />E come a scuola, il bullo sceglie sempre il più debole come target. <br />E il più debole (politicamente)nel nel Euro-Zona è chiaramente l'Italia. <br /><br />Nel 2011 il sistema bancario italiano era probabilmente più sano di quello di tanti paesi cosidetti virtuosi. Le banche italiane avevano irreliventi esposizioni nei Subprime US ed anche un esposizione minima, praticamente nulla nei PIGS (Spagna, Irlanda, Grecia, Portogallo). Ecco questa era la situazione di partenza. Poi tutto d'un tratto, praticamente dal nulla partì la speculazione sui BTP italiani, queste speculazioni furono lanciate da un Fake news di FT (Financial Time)se mi ricordo bene, dove si sostenne che l'Italia era in default, le Fake news furono ripetute continuamente per 2-3 settimane, contemporaneamente iniziò un <a href="https://en.wikipedia.org/wiki/Selling_climax" rel="nofollow"> Selling Climax</a> sui BTP italiani. Questo fù l'inizio della crisi italiana.<br />Berlusconi, allora presidente del consiglio si arrese subito senza nemmeno provare a difendersi, praticamente una resa incondizionata. Se non mi sbaglio furono attaccati anche gli asset di Berlusconi, questo accellerò ancora di più la sua resa. Sarebbe stato il dovere di Berlusconi di calmare le acque con ogni mezzo possibile, poi Berlusconi come minimo avrebbe dovuto attivare la banca d'Italia per neutralizzare le vendite dei BTP, aquistando BTP. Berlusconi non fece assolutamente nulla, forse scioccato dalla perdita di valore dei suoi Asset. Boh. I suoi Asset comunque dopo la prima tempesta si sarebbero rivalutati. <br /><br />Poi con l'ascesa di Monti a Montecitorio l'Italia fù praticamente commissariata dal UE, fino ad oggi. L'Italia viene governata da buratini del UE che non rispondono alla reppubblica italiana. <br />Situazione tragicomica e pericolosa che secondo mè persisterà finchè il popolo italiano non si muoverà. Ma attenzione anche il malumore e lo stress dentro i CC sta salendo esponenzialmente. Per un CC deve essere altamente frustrante giurare di servire la reppubblica italiana ed avere im capo (ministro degli interni) che non risponde più alla reppubblica italiana. I CC praticamente proteggono l'intero personale del governo italiano, un governo che non risponde più agli interessi del Italia sulla quale i CC hanno giurato di servire. <br /> Anonymoushttps://www.blogger.com/profile/13788548075656303551noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7138099619226908681.post-30766906611260283902017-05-14T15:23:11.643+02:002017-05-14T15:23:11.643+02:00...il responsabile del Ministero delle Finanze fra......il responsabile del Ministero delle Finanze francese [Postel-Vinay], che fra l’altro appartiene all’ordine dei benedettini ed è il capo dell’Opus Dei francese: e la Commissione Europea è ampiamente controllata, come anche il governo francese, dall’Opus Dei. Ho parlato con lui di questa crisi, e mi ha detto: “Sì, l’economia francese è morta, ma non lo è abbastanza”. E ha aggiunto: “Professore, lei deve capire perché esiste il sistema europeo: che cosa vogliamo? Vogliamo distruggere per sempre la gente; vogliamo creare una nuova tipologia di europeo, una nuova popolazione europea disponibile ad accettare la sofferenza, la povertà; una popolazione disposta ad accettare salari inferiori a quelli cinesi”.<br />Parte della Trascrizione della prima parte dell'intervento tenuto da Alain Parguez al seminario MMT di Rimini il 24-26 febbraio 2012 Anonymoushttps://www.blogger.com/profile/08919778016044366116noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7138099619226908681.post-88012596195873462172017-05-14T15:10:40.835+02:002017-05-14T15:10:40.835+02:00Basta andare alla Butler Library, presso la Columb...Basta andare alla Butler Library, presso la Columbia University, Archivio G. Harrison, cercare gli Strong Correspondence and memoirs 1927-28, <i>Memorandum Italian Stabilization Negotiation</i>, Washington D.C., 27 dicembre 1927, doverosamente citato in nota, e vedere un po' se è un falso oppure no. :-)<br /><br />Adesso invece va l’ideologia: Sternhell, Sternhell! E allora eccolo qui: “<i>I sindacalisti soreliani, con Mussolini nell’agosto del 1914 divenuto il loro leader politico ufficiale, appoggiati dalla massa dei nazionalisti e dei futuristi che rifiutano sotto ogni aspetto il marxismo, non avevano soluzioni di ricambio al capitalismo e non ne volevano.</i> […] <i>Basta questo a spiegare perché Mussolini non è un discepolo di Lenin e, contrariamente a ciò che afferma Furet, perché rompe con il marxismo già nel 1912 e da quel momento si impegna a preparare gli animi e a forgiare le armi di una rivoluzione nazionale, culturale e morale ma non sociale. <br />Non solo Mussolini non imita Lenin, ma la sua rivoluzione di vertice, che non mette in discussione né l’economia né le strutture sociali, è agli antipodi di quella dei bolscevichi, così come sono completamente diversi il processo attraverso il quale Mussolini giunge al potere con il sostegno di tutte le élite sociali, e quello dell’instaurazione progressiva e distribuita su più anni della dittatura, la funzione del Partito e la natura del regime italiano.</i>” (Z. Sternhell, Contro l’illuminismo, Baldini e Castoldi Dalai, Milano, 2007, pagg. 640-41). <br /><br />Insomma, mi pare possiamo dire che all’epoca il liberalismo era un’ideologia delle élite per le élites, senza capacità egemoniche di massa (i lavoratori, vivaddio, non leggevano certo gli editoriali di Einaudi sul Corsera, e in ogni caso non se ne sarebbero lasciati convincere); oggi son riusciti a farlo diventare senso comune: Mirowski e Wollin, fra gli altri, hanno scritto ottimi libri per spiegarci come, ma per fare sempre un esempio concreto (riportato da <a href="http://www.gustavopiga.it/2014/lipocrisia-di-chi-non-ricorda-roosevelt/" rel="nofollow">Piga</a>, figuriamoci): “<i>Ma che cosa si può fare? … Non è alla portata di un governo decidere di creare 3.300.000 posti di lavoro, neanche 300.000 posti di lavoro neanche 3000 posti di lavoro.</i>”. Questo è Mentana in apertura del telegiornale. <br /><br />Per questo del fascismo non c’è alcun bisogno e, anzi, riuscirebbe ideologicamente dissonante rispetto alle idee oggi dominanti, come ci risulta il fascismo storico quando lo studiamo o quello attuale dei gruppetti di nostalgici (fra cui mi è capitato di trovare una visione del presente infinitamente più acuta e pertinente di quella di qualsiasi piddino). <br /><br />Non mi pare che ci voglia uno sforzo di contestualizzazione disumano per capire quanto sopra, eppure… ;-)<br />Anonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7138099619226908681.post-3093156589316325682017-05-14T13:05:12.724+02:002017-05-14T13:05:12.724+02:00Il modello da imitare per i nostri governanti in q...Il modello da imitare per i nostri governanti in questo caso è quello americano.<br />Dove non di rado ti capita di vedere alle stazioni di servizio cassieri 80enni o 75enni fare le pulizie dei cessi in fabbrica.<br />Si può ben capire come, avendo questo metro di paragone, i pensionati italiani siano intollerabilmente ricchi tuttoggi.<br />Andrà bene quando, senza Niente di proprietà se non due vestiti e un auto semi distrutta...dovranno lavorarw fino al giorno della propria morte per pagarsi cibo e affitto in case non ristrutturate da 50anni.<br />Ovviamente il reddito residuo non dovrà permettere una qualunque cura ospedaliera. Solo antidolorifici in pillole.<br />Se non hai scalato la scala sociale, che è inscalabile per definizione dal 99% della popolazione, quella è la vecchiaia che ci meritiamo secondo chi ci comanda.<br />Non si fermeranno prima. Forse neanche allora.Luca Tonellihttps://www.blogger.com/profile/08427678680045781827noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7138099619226908681.post-59953342315278049522017-05-14T11:09:10.030+02:002017-05-14T11:09:10.030+02:00Ma anche se in teoria lo si volesse fare, questo l...Ma anche se in teoria lo si volesse fare, questo lungo lavoro (sulle cui linee rinvio ai post di tre anni fa, sul "ci facciamo buttare fuori" nonché alle soluzioni indicate da Chang nel post precedente), ora siamo alla fase in cui ci è vietato farlo da trattati immodificabili: e dunque siamo nella fase in cui s'è scelta la morte lenta, salvo possibili imminenti accelerazioni, senza se e senza ma.Quarantottohttps://www.blogger.com/profile/06816556453620678760noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7138099619226908681.post-82257626864299285192017-05-14T07:36:07.310+02:002017-05-14T07:36:07.310+02:00Citando altri dati:
"Un’indagine della societ...Citando altri dati:<br />"Un’indagine della società di consulenza Willis Towers Watson ha analizzato la media della retribuzione annuale lorda delle prime 20 economie europee e ha messo l’Italia in fondo alla classifica (14° posto). E il risultato è ancora peggiore (17°) se si considera il potere di acquisto: l’alto livello di tassazione in Italia e l’alto costo della vita fanno sì che il potere d’acquisto di uno stipendio italiano sia notevolmente inferiore a quello della maggior parte dei Paesi europei compresi Paesi Bassi, Irlanda, Francia, Austria, e tutti i paesi scandinavi. Ma già l’Eurostat, a fine anno, aveva evidenziato che la paga media oraria del Belpaese si ferma a 12,5 euro (sotto la media europea di 13,2) con un potere d’acquisto pari a 12,3 euro. Peggio dell’Italia solo Spagna (9,8) e Portogallo (5,1) che però si possono consolare con un potere d’acquisto superiore.."<br />http://www.leggo.it/news/economia/stipendi_tasse_italiani_piu_poveri_d_europa_gentiloni_manovra_di_crescita_un_miliardo_terremoto-2347256.html<br /><br />Quindi, anche se, in teoria, noi abbiamo ancora gli stipendi più alti della Spagna (che magra consolazione), in realtà il nostro potere di acquisto è inferiore, per cui questo divario che vedono certi "ricercatori" è molto più basso. Naturalmente, la via non è quella di aumentare la concorrenza per diminuire i costi delle merci e aumentare il potere d'acquisto, come vorrebbero i liberisti, ma il dato rimane.<br />A conti fatti, pur essendo (stati) un grande paese adesso ci ritroviamo con gli stipendi tra più bassi dell'Europa (escludendo quella orientale), con le aziende made in italy oramai quasi del tutto in mano estera, con privatizzazioni e riforme del lavoro che da 20 anni, a partire dalla legge Treu, stanno schiacciando i lavoratori, ecc.; tutto a piccoli passi; naturalmente non sono un profeta del tanto-ormaismo, ma, per ricostruire l'Italia, ci sarà un lungo lavoro da fare.stopmonetaunicahttps://www.blogger.com/profile/00038022586594323231noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7138099619226908681.post-40979123247980262022017-05-14T06:40:29.182+02:002017-05-14T06:40:29.182+02:00Ma, a conti fatti, quella che tu chiami "resi...Ma, a conti fatti, quella che tu chiami "resistenza", io la chiamerei strategia a piccoli passi della rana bollita, operata dal capitale; e la strategia dei piccoli passi l'hanno chiaramente esplicitata, non siamo nel campo della teoria. E' naturale che noi non eravamo nelle stesse condizioni di partenza della Grecia, ad esempio; il nostro peso demografico ed economico era maggiore. Ma sono 30 o 40 anni che le nostre classi dirigenti vanno avanti per la strada europeista pressoché senza alcun disturbo. E' naturale che NON POSSONO ridurre in estrema povertà la maggioranza dei cittadini da un giorno all'altro, perché questi andrebbero subito in subbuglio, si accorgerebbero che c'è qualcosa che non va; perciò hanno adottato la tecnica del dissanguamento nel lungo termine. E questa tecnica funzione, perché, ad oggi, sinceramente, non vedo nessuna forza di peso a mettere in discussione tale paradigma; e i più che si lamentano, magari anche i pensionati che si privano di soldi per aiutare i figli e i nipoti, lo fanno contro la CorruZZione oppure contro i figli bamboccioni che non vogliono lavorare.stopmonetaunicahttps://www.blogger.com/profile/00038022586594323231noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7138099619226908681.post-72339028294174186832017-05-14T00:06:38.430+02:002017-05-14T00:06:38.430+02:00(Quello di Strong, dai, è un falso storico! È stat...<i>(Quello di Strong, dai, è un falso storico! È stato confezionato dalla longa manus dei Savi di Sion.<br />Si sa, il fascismo è un prodotto dello Spirito della Storia per fini ontologicamente contrapposti a quelli del capitalismo. <br /><br />È tutta colpa dei comunisti!) </i>Bazaarhttps://www.blogger.com/profile/17582168077328386807noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7138099619226908681.post-38943213691425511832017-05-14T00:00:26.690+02:002017-05-14T00:00:26.690+02:00D'altronde uno cosa studia economia a fare se ...D'altronde uno cosa studia economia a fare se non si vende? Bazaarhttps://www.blogger.com/profile/17582168077328386807noreply@blogger.com