tag:blogger.com,1999:blog-7138099619226908681.post1742770632112259932..comments2024-01-26T15:32:41.629+01:00Comments on Orizzonte48: 60 ANNI DAL TRATTATO DI ROMA: L'€UROPA E' STATA UN PIENO SUCCESSOQuarantottohttp://www.blogger.com/profile/06816556453620678760noreply@blogger.comBlogger19125tag:blogger.com,1999:blog-7138099619226908681.post-69755553733961421132017-03-28T12:21:11.035+02:002017-03-28T12:21:11.035+02:00Ai tempi preistorici vigeva la legge del più forte...Ai tempi preistorici vigeva la legge del più forte vinceva chi riusciva con la forza bruta ad imporre i suoi interessi ci siamo evoluti ed abbiamo scritto delle regole civili per vivere insieme in pace quindi sanzionando chiunque usasse la prepotenza fisica per prevaricare sul prossimo.<br />Oggi in effetti siamo ritornati all'inizio dei tempi dive anzichè usare la forza fisica e bruta per prevaricare si usa la forza del capitale hai molto denaro puoi imporre ciò che vuoi perché di fatto lo stato che regolava i conflitti sociali è smembrato ed asservito anchesso alla forza bruta del capitale...Vincentspahttps://www.blogger.com/profile/05447746908550063181noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7138099619226908681.post-89671258558490911832017-03-25T16:22:37.279+01:002017-03-25T16:22:37.279+01:00Sembra invece pertinente il chiedersi se la finali...<i>Sembra invece pertinente il chiedersi se la finalità di evitare il periodico riaffiorare di conflitti fra le bellicose nazionalità europee sia sufficiente a costituire un fondamento vitale per la istituenda federazione. In altri termini, par lecito dire che una Cooperazione tra più paesi e fra l’intera comunità internazionale non può basarsi sul fatto di essere anti-qualcosa (avere cioè una funzione di salvaguardia o di autoconservazione), ma deve essere pervasa dall’ambizione di intraprendere «qualche sforzo comune», come ad esempio parrebbe dover essere, oggi, <b>il miglioramento delle condizioni di vita delle masse e la liberazione economica dell’uomo comune.<br />Diretta a questo obiettivo la cooperazione europea avrebbe forse una base più durevole; ma è dubbio se in tal caso il sistema di economia di mercato, quale è concepito dal <strong>neoliberalismo</strong> del Robbins, possa continuare a sussistere o se non si riproponga per altra via il processo alla struttura attuale del capitalismo</b>.</i>”<br /><br />Anonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7138099619226908681.post-1763499131573820922017-03-25T16:11:06.043+01:002017-03-25T16:11:06.043+01:00[…]
La lotta diplomatica che si svolge nel campo i...<i>[…]<br />La lotta diplomatica che si svolge nel campo internazionale, egli scrive, è essenzialmente una lotta per la potenza; essa, nella misura in cui ha un’origine economica, non dovendosi escludere l’influenza di altri fattori, sorge in conseguenza dell’applicazione di misure restrizioniste nei vari mercati nazionali. È stato il timore di essere esclusi da mercati potenziali che ha determinato nel secolo XIX la lotta «a chi arrivava prima» nella conquisili dei mercati coloniali; è stato il gigantesco apparato restrizionista del dopoguerra (che ha colpito, oltre alle correnti commerciali, anche le emigrazioni) a determinare il sorgere di conflitti di carattere espansionista miranti appunto a sfuggire agli effetti del restrizionismo.<br />Vi è, in ciò, un fine di interesse nazionale e non limitato ad un particolare gruppo economico. «Ma questo fine non sorgerebbe se non fosse per le pratiche del restrizionismo; e queste pratiche debbono essere attribuite in larga parte alla influenza della pressione dei gruppi». Sono i singoli <b>interessi sezionali</b> (che possono essere di operai non meno che di finanzieri e di ceti possidenti), aventi comuni prospettive di guadagni monopolisti, a spingere gli Stati sulla via del restrizionismo; nella loro condotta può non esservi un deliberato proposito di indurre il paese sulla via della guerra, ma questa tuttavia può essere il risultato delle loro pressioni.<br />Questa analisi induce a ritenere che, anche in una comunità socialista — nella quale permanesse la sovranità dei singoli Stati — i conflitti non verrebbero meno. Finché persistesse la disuguaglianza di territori e finché gli abitanti delle aree più ricche, mantenendo l’indipendenza nazionale, rifiutassero di dividere i loro più alti redditi con gli abitanti dei territori più poveri, rimarrebbero le ragioni di disarmonia, generatrici di conflitti.<br />In definitiva, «la condizione ultima che dà origine a quei cozzi d’interessi economici nazionali, i quali conducono alla guerra internazionale, è l’esistenza delle sovranità nazionali indipendenti. Non il capitalismo, ma l’organizzazione politica anarchica del mondo è il male principale della nostra civiltà».<br />La via di uscita a tale stato di cose è da trovare nella <b>limitazione delle sovranità indipendenti</b>: in altre parole, in una soluzione federalista che, se non può essere estesa a tutto il mondo, potrebbe almeno abbracciare territori più limitati e, in particolare, la zona che comprende le bellicose sovranità europee. Gli <b>Stati Uniti d’Europa</b>, ecco l’organizzazione che si presenta come alternativa alla fine della civiltà europea. Indubbiamente il dar vita ad una tale federazione non è cosa facile: ciò nonostante, lungi dall’essere utopistica, «essa è, per coloro che hanno occhi per vedere, la più urgente necessità pratica della nostra epoca».<br />Su questa conclusione il saggio del Robbins si chiude, mentre il lettore rimane alle prese con una serie di <b>imbarazzanti interrogativi</b> che traggono origine non dal dubbio della convenienza o meno di dar vita a questa nuova forma di organizzazione europea, ma dalla incertezza sulle vie concrete più opportune per realizzarla.<br />I veri e più ardui problemi sorgono evidentemente là dove la indagine Robbins si arresta; tuttavia, se un autore ha inteso porre dati limiti alla sua trattazione, non si può fondatamente criticarlo per questo.</i><br />Anonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7138099619226908681.post-87989092554335326522017-03-25T16:08:50.935+01:002017-03-25T16:08:50.935+01:00Io “celebro” la ricorrenza così, con una recension...Io “celebro” la ricorrenza così, con una recensione del libro di Lionel Robbins, Le cause economiche della guerra, riferimento comune sia di Ventotene che di Hayek, tradotto, non si sa da chi (sia Spinelli che Rossi ne rivendicano la traduzione; l’editore non riporta il nome del traduttore. Giuro!), per Einaudi nel 1944, scritta da Federico Caffè nel *1945* (L’avvenire dell’Europa nel pensiero di un economista, “Mondo Europeo”, n. 1, 1945 ora in F. Caffè, Orientamenti nella letteratura economica contemporanea. Orientamenti bibliografici, Edizioni dell’Ateneo, Roma, 1954, pagg. 18-21). <br /><br />A voi:<br /><br />“<i>Il nome di <b>Lionel Robbins</b> è legato soprattutto ad una nota impostazione metodologica della scienza economica che, individuandone la ragione d’essere nella limitatezza dei mezzi disponibili di fronte alla vastità dei fini prefissi, perviene a svincolarla dalla premessa edonistica come da qualsiasi altra. L’opera nella quale egli esprime le sue vedute sulle alternative che oggi si pongono all’avvenire d’Europa è costituita da questo saggio non molto recente ma che, presentato ora ai lettori italiani, appare tutt’altro che inattuale.<br />Il tema che il Robbins si pone, chiaramente indicato dal titolo del saggio, è di indagare in qual misura la guerra possa essere considerata come dovuta a cause economiche; ma egli non dissimula di esser stato indotto a tale ricerca dall’intento di confutare la diffusa convinzione che «la istituzione della proprietà privata e del mercato, nel loro attuale stadio di sviluppo, tendono inevitabilmente ad alimentare i conflitti internazionali», di modo che questi rappresenterebbero «un necessario sottoprodotto del sistema capitalistico». Di tale sistema, il Robbins è un difensore appassionato e convinto; egli, di conseguenza, non soltanto adopera le risorse di un’analisi sottile e quasi cavillosa per confutare le argomentazioni avversarie, ma le contesta con eloquente fervore.<br />Il Robbins parte da un attacco frontale al punto di vista marxista che attribuisce l’origine delle guerre all’esistenza del capitalismo. Su quali fondamenti, egli si chiede, poggia questa spiegazione dei conflitti? Un gruppo di autori si basa sulla teoria del sottoconsumo: di fronte alla incapacità del mercato di assorbire il risultato di un’attività produttiva che i capitalisti hanno interesse ad estendere incessantemente per accrescere il plusvalore da essi realizzabile, la guerra verrebbe a costituire la terza persona, il compratore esterno, necessario perché il sistema possa continuare a sussistere. E’ questa la drastica formulazione di <b>Rosa Luxemburg</b>, dalla quale diverge per una maggiore coerenza logica formale la spiegazione dell’Hobson per cui è l’eccesso di capitali in cerca di investimento a rappresentare la radice prima dell’imperialismo e quindi dei conflitti. In epoca più vicina, la concezione del sottoconsumo è stata ripresentata, ad opera di <b>Keynes</b> e della sua scuola, in termini di eccesso di propensione al risparmio tesoreggiato, che, ostacolando il raggiungimento di un livello ottimo di consumi, darebbe origine alle crisi ed alla disoccupazione. Ma poiché l’inconveniente posto in luce da tale interpretazione, ove essa sia accettata, indica «una malattia del sistema finanziario e non una malattia inseparabile dall’esistenza del capitalismo» non sembra — dice il Robbins — che questa più moderna concezione della teoria del sottoconsumo si presti a rafforzare le vedute di coloro che vogliono servirsene per combattere il capitalismo stesso.</i><br />Anonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7138099619226908681.post-3893794622594347532017-03-25T15:55:55.011+01:002017-03-25T15:55:55.011+01:00p.s.
Liberazione dell'offerta --> restitui...p.s.<br /><br />Liberazione dell'offerta --> restituire "libertà all'offerta" ----> potere all'offerta di --> potere al capitale di (per i motivi di mutua esclusività tra capitale e lavoro nella dialettica strutturale tra fattori della produzione) --> potere economico e politico concentrato nelle oligarchie. <br /><br />Questo è l'unico <i>senso</i> del <b>liberalismo</b>.<br /><br />Nel privato, finché continuerò ad avere un reddito, sarò liberale anche io come Keynes o la moglie di Carl Schmitt.<br /><br />Politicamente ho la coscienza di essere democratico in senso sociale come i miei Padri nel '48 sono convenuti in stragrande maggioranza, rendendomi patriotticamente orgoglioso di essere italiano e restituendomi coscienza nazionale. Coscienza alienata a causa dell'imperialismo del capitale straniero e del collaborazionismo di quello autoctono.Bazaarhttps://www.blogger.com/profile/17582168077328386807noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7138099619226908681.post-36869947258088192742017-03-25T14:29:03.608+01:002017-03-25T14:29:03.608+01:00« liberazione dell'offerta »
Geniale: far pas...« <i>liberazione dell'offerta</i> »<br /><br />Geniale: far passare come "liberazione" della capacità economica e il pieno dispiego delle forze produttive l'asservita subalternità del fattore lavoro al capitale sociopatico.<br /><br />La liberazione dell'offerta di capitale e lavoro, di agnelli incoscienti e lupi famelici. <br /><br />Il linguaggio è dirimente. <br /><br />Non è un caso che, banalmente, le scienze economiche e giuridiche abbiano manifestamente fallito nel loro compito. <br /><br />Così come hanno fallito le scienze dure o le scienze naturali. <br /><br />Perché è la scienza ad aver fallito. <br /><br />È inutile cercare di ridare dignità ad un metodo di indagine che ha mostrato la sua totale inanità nella prima metà del '900.<br /><br />E infatti, come già discusso con Arturo a proposito dell'uso della categoria di "valore", è fenomenologicamente autoevidente che il problema della modernità non è di per sé la mancanza di appoggio su una solida preparazione di teoria scientifica. Perché altrimenti non c'è risposta al fenomeno generale in tutto l'occidente che si materializza come fatto strutturale della congiuntura storica. <br /><br />Lo spunto di riflessione, in realtà, è già dagli inizi proposto da Quarantotto (e da Arturo stesso) con il concetto di « <i>precomprensione</i> » (nel caso in oggetto "eurostrabismo").<br /><br />Ermeneutica e fenomenologia: non è un caso che con la "precomprensione" siamo nel "pregiuridico".<br /><br />È Husserl stesso a denunciare negli anni Trenta il "Fallimento della scienza".<br /><br />Il positivismo che sia giuridico o economicistico è un boomerang. <br /><br />Certo, come insegna il pragmatismo britannico o il materialismo marxiano, è letteralmente fondamentale. <br /><br />Ma Husserl, di fronte ai prodromi della IIGM, denuncia il metodo di Galileo, definendolo "scopritore e ricopritore". <br /><br />L'empirismo radicale della fenomenologia consiste proprio nel rifiutare la scienza così come intesa accademicamente: altro che "revisione tra pari".<br /><br />Il danno all'umanità del positivismo scientifico è da ascriversi alla perdita del "senso".<br />Quello indagato da filosofie e religioni.<br /><br />La scissione tra scienza e filosofia è alla base del relativismo e del nichilismo: ossia della incoscienza con cui si è imposto il capitalismo liberale. La tecnocrazia. <br /><br />Husserl è tranchant: anche la teologia va sostituita con la filosofia. <br /><br />E la filosofia è, nella modernità, in primis "ermeneutica del reale".<br /><br />La finalità de "l'amore del sapere" è "la ricerca del senso".<br /><br />E va fatto ora, non lasciato "giudicare ai posteri"....<br />Bazaarhttps://www.blogger.com/profile/17582168077328386807noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7138099619226908681.post-82048258303733392562017-03-25T13:21:57.921+01:002017-03-25T13:21:57.921+01:00Una funzione fondamentale per il consolidarsi dell...Una funzione fondamentale per il consolidarsi dell'assetto ordoliberista è svolta da quei partiti e movimenti che fanno del "mai con" una delle loro parole d'ordine. È esemplare in questo il M5s che, rifiutando a priori qualunque alleanza, canaliza il dissenso in un binario morto. La Lega,attraverso Borghi, ha più volte offerto la disponibilità a collaborare per una linea comune contro UE ed euro, ma questa proposta è stata sempre rifiutata. E qualora il M5s dovesse arrivare al governo, la sua ambiguità verso moneta unica e istituzioni europee lascia pochi dubbi su quella che sarà la loro linea. Ha ragione Bagnai: loro sono il piano B del capitale.Bruno Cleritihttps://www.blogger.com/profile/07291340451055570017noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7138099619226908681.post-48889596149278720022017-03-25T12:42:10.001+01:002017-03-25T12:42:10.001+01:00Forse semi-OT ma.......cosa leggono i miei occhi?
...Forse semi-OT ma.......cosa leggono i miei occhi?<br /><br />http://www.ansa.it/sito/notizie/cronaca/2017/03/25/il-sito-ansa.it-non-e-aggiornato-per-uno-sciopero-dei-giornalisti-delle-agenzie-di-stampa_6d83d1b2-3ab5-40f5-82eb-ae89b93d9bd8.html<br /><br />La stampa italiana sciopera contro il bando di gara €uropeo per il settore? <br />Perché, leggo testualmente da comunicato riportato: "Le gare europee, peraltro imminenti, a giudizio dei Cdr di tutte le testate del settore mettono infatti a rischio la sostenibilità e, in alcuni casi, la sopravvivenza delle aziende e delle redazioni, oltre a compromettere il pluralismo dell'informazione e la salvaguardia degli interessi dell'informazione primaria italiana rispetto ai grandi gruppi editoriali stranieri"??? <br /><br />Ma davvero???? Non erano le "gare €uropee" lo strumento principe per favorire la "vera concorrenza" scevra da disfunzioni e corruzione? Su gli altri vanno bene, su di loro non vanno bene?<br /><br />Cari "servi del potere", mi verrebbe da dire, il potere non ha più bisogno di voi e se ne libera. Nel mondo della competitività teutonica, dove gli avversari gareggiano alla pari con le gambe legate, succede anche questo! <br /><br />Per quanto riguarda, poi, l'eventualità che la "libera informazione" italiana sia gestita da un gruppo editoriale tedesco, beh..... si commenta da se.... ma in fondo, tanto, "libera" non lo è mai stata......Lorenzo Carnimeohttps://www.blogger.com/profile/11818883218422786845noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7138099619226908681.post-62611548810353960622017-03-25T11:15:01.629+01:002017-03-25T11:15:01.629+01:00In pompa magna riuniti nella celebrazione della st...In pompa magna riuniti nella celebrazione della storia rivisitata del Fogno unitario come generatore di Pac€, Progr€sso e Lib€rtà, nella sua titanica ed eroica lotta contro i cattivissimi naZZionalismi. Generazioni di élite criminali che si auto esaltano, una dopo l'altra, e se la ridono e se la cantano, con il supporto di media "liberi" e "indipendenti" che anestetizzano masse private di dignità, intelligenza, cultura costituzionale e memoria storica, oltre che di lavoro e benessere. Ci sono ancora problemi, €ssi ci dicono, come la disoccupazione e la povertà; ma questi problemi permangono perché non sono state fatte ancora le dovute riforme strutturali; perché ci vuole, sempre e comunque, più Europa; la Via è quella, è stata tracciata per tutti noi in modo "democratico" da €ssi, sia che la vogliamo percorrere oppure no; e anche se La rifiuteremo, paternalisticamente €ssi ci obbligheranno comunque a percorrerla, per il nostro bene, con le buone e, se necessario, con le cattive. Ma se non saranno le presenti generazioni a capire fino in fondo quanto impostori siano tutti questi "leader" che adesso si autoincensano davanti alle telecamere, sarà comunque la storia a condannarli. Prima o poi si capirà che la lotta contro i naZZionalismi era in realtà la lotta contro le costituzioni democratiche degli stati nazionali. L'uomo non potrà vivere in eterno sottoposto per generazioni agli effetti di progetti elitari elaborati da dementi personaggi da circo.stopmonetaunicahttps://www.blogger.com/profile/00038022586594323231noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7138099619226908681.post-22951521393609560482017-03-25T08:27:58.049+01:002017-03-25T08:27:58.049+01:00FASCINAZIONI
“Gran” giorno il 24 di marzo (Carlo ...FASCINAZIONI<br /><br />“Gran” giorno il 24 di marzo (Carlo Alberto re di Sardegna che fugge, la Comune di Marsiglia, il genetliaco di Luigi Einaudi, la scoperta del batterio TBC, il decreto dei pieni poteri concessi ad Adolf Hitler, l'eccidio delle Ardeatine e di Chigiano, l'ellepi di Dark side of the Moon, il colpo di stato militare in Argentina, i bombardamenti dell'Allied Force in Kossovo, ..) ma ci “piace” ricordare le <a href="https://www.radioradicale.it/scheda/503879/andreatta-lecture-2017" rel="nofollow"> <br />narrazioni, le suggestioni, le fascinazioni – cioè i processi attraverso i quali si ottiene uno stato ipnotico - </a> delle Andreatta Lecture 2017.<br /><br />Ma oggi, il 25 di marzo, è ancora più grande a celebrar “festosi” -“E forse che la mia narrazion buia [ ...] men ti persuade, perch'à a lor modo lo 'ntelletto attuia” - in una Roma militirizzata, con la sospensione della libera circolazione dei viaggiatori (il trattato di Schengen, l'avanzamento più “concreto” dell'EU) il trattato di Roma (TCEE), virato a Maastricht (TCE) fino ad inventarne uno nuovo a Lisbona (TFUE) senza mai dimenticare <a href="https://vimeo.com/122331366" rel="nofollow"> il più grande successo dell'€uro. </a>poggiopoggiolinihttps://www.blogger.com/profile/00884503306520695202noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7138099619226908681.post-31152218100403824952017-03-24T20:40:17.888+01:002017-03-24T20:40:17.888+01:00Ed era il 1970!Ed era il 1970!Quarantottohttps://www.blogger.com/profile/06816556453620678760noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7138099619226908681.post-65311035478713802682017-03-24T19:52:31.790+01:002017-03-24T19:52:31.790+01:00Senza di ciò, si accentuerà il fenomeno del potere...<i>Senza di ciò, <b>si accentuerà il fenomeno del potere che si allontana sempre più dagli uomini reali, quindi il senso dell’isolamento dell’uomo, la sua frattura con la società in cui vive</b>: una situazione che può essere …una decadenza di tutti i valori e di una disgregazione di tutti gli istituti.<br />Insomma solo una generale promozione sociale e politica dal basso può dare un contenuto democratico anche all’unificazione europea. Altrimenti l’assemblea elettiva non sarà che un paravento dietro al quale gli eurocrati continueranno a imperversare e ad accumulare errori di cui i popoli faranno le spese.<br /><br />Se pertanto guardo oggi con occhi non certo entusiastici gli sviluppi comunitari, non è certo per sentimenti nazionalistici. <b>Guardare con diffidenza gli istituti della CEE e le decisioni degli eurocrati non significa essere dei superati difensori delle sovranità nazionali: significa soltanto non avere dimenticato che, secondo la nostra costituzione, l’Italia è “una repubblica democratica” dove “la sovranità appartiene al popolo che l’esercita”, e non volere che questa sovranità popolare sia alienata a beneficio di un potere lontano che non contribuiamo a nominare e le cui decisioni sfuggono a qualunque controllo non solo del “popolo sovrano” </b>, ma anche del nostro Parlamento ridotto sempre più ad una mera facciata...” </i> [L. BASSO, Gli Usa beneficiari dell’operazione CEE, Tribuna Politica, 28 aprile 1970].<br /><br />Non c’è scusa che possa reggere, Presidente: hanno venduto l’Italia (includo anche i giuristi)<br />francesco maimonehttps://www.blogger.com/profile/10915970445672487282noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7138099619226908681.post-52098894516460673552017-03-24T19:49:59.790+01:002017-03-24T19:49:59.790+01:00No, non c’è alcun alibi che tenga. Tutti gli econo...No, non c’è alcun alibi che tenga. Tutti gli economisti sapevano e sanno dell'enorme porcata (ne abbiamo le prove), hanno taciuto e continuano a tacere per la mera convenienza. Non c’è nulla che possa giustificare questo manicomio.<br /><br />Lelio Basso queste cose le aveva capite molto bene, pur non essendo tecnicamente un economista. Però era una persona intelligente e, soprattutto, un vero democratico. Nel 1970, per esempio, così ribadiva:<br /><br />“<i>…Il decorso del tempo ha contribuito a logorare e disperdere molti troppo facili luoghi comuni, di cui la leggerezza dei nostri politici aveva circondato l’operazione “mercato comune”. Uno di questi luoghi comuni era stato che la piccola Europa sarebbe senza altro diventata una potenza economica di primo piano, a livello dei supergrandi, e che questa era la strada per liberare l’Europa dalla dipendenza americana. In realtà, come spesso accade in una società piena di contraddizioni, il processo comunitario conteneva possibilità contraddittorie…<br /><br />Forse, a lunga scadenza, può essere anche la strada per una maggiore indipendenza verso gli USA ma a breve scadenza prevaleva il pericolo di un indirizzo in senso contrario. Non a caso infatti gli USA erano stati accaniti fautori dell’unità europea: i singoli stati rappresentavano infatti mercati troppo piccoli perché le grandi industrie americane potessero impiantarvisi con i loro metodi e la loro potenza produttiva, mentre a livello comunitario il mercato diventava interessante per impiantare in Europa industrie americane. <b>Gli USA erano anzi il solo paese in grado di effettuare gli investimenti necessari per un mercato così vasto…Non è forse esagerato dire che gli imprenditori americani sono stati i maggiori beneficiari dell’operazione CEE…</b><br /><br />Oggi i paesi europei cominciano ad avvertire certi pericoli e sembra che si accenni a qual che difesa, anche se, pure a questo proposito, ci sarebbe molto da dire sui provvedimenti in atto o allo studio…Penso che si possa ancora parlare di luoghi comuni, sia considerando un toccasana l’ammissione dell’Inghilterra (senza valutare che attraverso questo canale la preponderanza americana nel MEC potrebbe diventare schiacciante e definitiva, a meno che non si prendano provvedimenti tempestivi), sia attribuendo virtù taumaturgiche all’elezione dell’assemblea comunitaria a suffragio universale.<br /><br />Certo, io sono favorevole all’elezione dell’assemblea a suffragio universale, ma <b>a condizione di non farne lo schermo illusorio di una sostanza antidemocratica che richiede ben altri rimedi</b>. Si nota ormai ovunque una decadenza degli istituti parlamentari come strumenti validi di democrazia: <b>i poteri decisionali si trasferiscono a monte dei parlamentari, ridotti quasi sempre a camere di registrazione o tutt’al più a stanza di compensazione di poteri che sono al di fuori del Parlamento</b>.<br /><b>I meccanismi di sviluppo socio-economico delle società contemporanee sfuggono agli inesistenti o antiquati controlli dei parlamenti, e quanto più la collettività è vasta, tanto più il fenomeno si accentua</b>. Quello che occorre per ridar vita alla democrazia nel mondo moderno è un processo che parta dal basso, che ridia agli uomini la misura umana delle cose, che li faccia coscienti della necessità di partecipare come soggetti ai processi di cui oggi sono soltanto l’oggetto, che gli ridia insomma il senso della responsabilità, e insieme con esso, strumenti adeguati perché questa responsabilità possa realizzarsi. </i> (segue)<br />francesco maimonehttps://www.blogger.com/profile/10915970445672487282noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7138099619226908681.post-71357410132147152712017-03-24T18:57:37.675+01:002017-03-24T18:57:37.675+01:00Tutto ciò è agevolmente riconoscibile come un sunt...Tutto ciò è agevolmente riconoscibile come un sunto della teoria marginalista-marshalliana nei suoi capisaldi (aggiornata alle nuove tecniche di governance graduale proprie dei trattati).<br /><br />Mi domando se la massa degli economisti italiani non avesse sentito un minimo di obiezioni da sollevare in nome di una scienza che aveva già evidenziato i limiti invalicabili di questi assunti.<br /><br />In effetti, Caffè era già (misteriosamente) scomparso da circa un decennio.<br />Però: può bastare tale circostanza accidentale come alibi a un atteggiamento prevalente che dura tuttora?Quarantottohttps://www.blogger.com/profile/06816556453620678760noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7138099619226908681.post-22903437033251057812017-03-24T18:48:42.223+01:002017-03-24T18:48:42.223+01:00A proposito di “efficienza allocativa”, certamente...A proposito di “<i>efficienza allocativa</i>”, certamente anche il compianto T. Padoa-Schioppa sarebbe stato contento di unirsi alla celebrazione.<br /><br />A noi piace ricordarlo così, citando le sue parole:<br /><br />“<i>… Il Trattato è una costituzione del governo dell'economia fondata sull'idea che, delle tre classiche funzioni della politica economica, <b>allocativa, stabilizzatrice, ridistributiva</b>, il primato spetti alla <b>funzione allocativa: è attraverso questa che si produce la ricchezza e si aumenta il benessere</b>. Prevalgono le funzioni "micro".<br /><br />Alle politiche "macro", di stabilizzazione dell'occupazione e dei prezzi, il Trattato dedicava, in origine, poco spazio. L'emendamento di Maastricht ha recato però l'aggiunta importante della separazione, per i governi nazionali, fra politica monetaria e politica di bilancio e del divieto dei cosiddetti "deficit eccessivi". Per il governo della Comunità vi sono regole: per la politica di bilancio comunitario, il <b>pareggio</b>; per la politica monetaria unica (quando ci sarà), la priorità all'obiettivo di <b>stabilità dei prezzi</b>…<br /><br />Il successo dell'economia tedesca venne fondato, fin dal tempo di Bismarck, su una legislazione sociale che da allora ha pochi uguali nel mondo. Nel secondo dopoguerra la politica di liberazione dell'offerta ebbe le sue radici nella <b>soziale Marktvirtschaft a cui si associa il nome di Ludvig Erhard</b>. Negli stessi anni, in Italia certo non mancava la capacità analitica di comprendere il nesso fra mercato e politica sociale: <b>Ernesto Rossi</b> sosteneva che fine della politica economica é <b>far funzionare il motore del mercato in tutta la sua potenzialità</b> "per aggiogarlo al carro sociale". Ciò che occorre è tradurre quell'idea in azione di governo …</i>” [T. PADOA-SCHIOPPA, Economia, finanza, moneta: l’Italia e l’Europa, Conferenza tenuta il 19.01.1993 all’Università Bocconi di Milano, Centro di Economia monetaria e finanziaria “Paolo Baffi, 5-10].<br /><br />Ventotene andata e ritorno: un vero successo<br /><br /><br />francesco maimonehttps://www.blogger.com/profile/10915970445672487282noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7138099619226908681.post-51488614693855881912017-03-24T17:24:47.361+01:002017-03-24T17:24:47.361+01:00Se un "governo" sovranazionale free-trad...Se un "governo" sovranazionale free-trade non è strutturalmente idoneo ad autoriformarsi per via endogena (e le ragioni sono le stesse per cui i paesi non vincolati dalla bdp, cioè in surplus, non risultano praticamente mai, nella storia economica, aumentare le proprie importazioni e raggiungere il pieno impiego, cooperando spontaneamente a riequilibrare i saldi esteri e i livelli di occupazione dei paesi "vincolati"), ne deriva una struttura della massima rigidità.<br /><br />E una tale struttura può solo collassare, escludendo, geneticamente, qualsiasi elasticità delle sue regole: se infatti fosse prevista una clausola di "elasticità", la sua governance riterrebbe di perdere la "credibilità" necessaria per affermare i suoi fini naturali. <br /><br />E in fondo, è ciò che ci va ripetendo, ogni volta che ne ha l'occasione, Mario Draghi.<br />Anzi, precisa che qualsiasi alternativa a tale rigidità istituzionale è "unrealistic".<br /><br />Quindi il destino delle masse €uropee è segnato.Quarantottohttps://www.blogger.com/profile/06816556453620678760noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7138099619226908681.post-10867307380044957372017-03-24T16:33:03.679+01:002017-03-24T16:33:03.679+01:00Così la perversione del nazionalismo è l’imperiali...<i>Così <b>la perversione del nazionalismo è l’imperialismo</b>... Ed è una perversione che si verifica non per un difetto o un vizio della natura umana, ma in forza dell’idea, perché il principio è sbagliato e rivela le sue pecche come rivela il suo potere. Esso infatti sostiene che i diritti della nazione e degli individui sono assoluti, il che è falso, invece di sostenere che tali diritti sono assoluti nella loro sfera…<br /><br />Così questo principio spinge <b>le nazioni e gli individui in un corso di espansione infinita in cui divorano continenti e oceani, leggi, moralità, religione, e infine le loro anime, nel tentativo di conquistare l’infinito annettendosi tutto ciò che è finito</b>. Nel frattempo i loro rivali e i loro sudditi, e le nazioni e gli individui stessi, sono consapevoli del pericolo dato dalle forze contrastanti; cercano quindi di comperare la sicurezza e di evitare una collisione organizzando un equilibrio di forze. Ma si tratta di un equilibrio che, nella politica internazionale e nell’industria, è instabile perché si basa non sul comune riconoscimento di un principio atto a limitare le rivendicazioni delle nazioni e degli individui, ma su un tentativo di trovare un punto d’incontro che possa evitare un conflitto senza eliminare pretese di portata illimitata. <b>Ma un tale equilibrio non può essere trovato, perché in un mondo in cui le possibilità di aumentare la potenza militare e industriale non sono suscettibili di limitazione, un equilibrio del genere non può esistere</b>…</i>” [R.H. Tawney, La società acquisitiva, R.H. Tawney, Opere, a cura di F. Ferrarotti, Utet, 2013, 69 ss].<br /><br />A me pare che sia esattamente il ritratto di quest’€uropa a trazione tedesca che €SSI vanno a celebrare: festeggiano in pompa magna la mattanza imperialista e la sottomissione delle sovranità democratiche.<br /><br />Caro Prodi: da quando i diritti fondamentali della Costituzione sono espressione di nazionalismo? Da dove diavolo si ricaverebbe che la sovranità democratica è uno “<i>sfregio</i>”?<br /><br />Festeggia pure, caro professore, sul sangue degli Italiani, ma non dimenticare per un solo istante di essere solo un <i>peso morto della storia</i><br />francesco maimonehttps://www.blogger.com/profile/10915970445672487282noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7138099619226908681.post-48703395221838029462017-03-24T16:30:58.249+01:002017-03-24T16:30:58.249+01:00Grazie per questo post che sintetizza fenomenologi...Grazie per questo post che sintetizza fenomenologicamente ed in modo magistrale la storia di un inequivocabile e mostruoso successo, cioè la rivincita del capital€ sulle Costituzioni democratiche. Chissà se le future generazioni avranno mai il coraggio e la dignità di riscrivere dalle fondamenta e con coscienza i libri di storia.<br /><br />“<i>… Allo <b>sfregio</b> della Brexit, ai <b>nazionalismi</b> che corrodono l’idea stessa di Unione, al dilagare dei populismi…</i>”. Veramente Prodi è impresentabile, è insopportabile e fastidioso come una mosca. Ogni sua parola trasuda il tanfo dell’ideologia liberista ben simulata perché esposta con l’atteggiamento bonario del buon <i>pater familias</i>.<br /><br />Questa storia del “<i>nazionalismo</i>” ha proprio stancato e può attecchire ormai solo nei cervelli degli idioti: qualcuno dovrebbe intimargli di tapparsi la bocca:<br /><br />“<i>… Il nazionalismo è in effetti fra le nazioni ciò che l’individualismo è all’interno di esse. Ha origini e tendenze simili, vanta trionfi e difetti simili. <b>Infatti il nazionalismo, come l’individualismo, pone l’accento sui diritti delle unità distinte e separate, non sulla loro subordinazione alle obbligazioni comuni</b>, anche se le unità sono date da razze e nazioni, non da singoli uomini.<br /><br /><b>Come l'individualismo, esso si appella a istinti d’arroganza, ai quali promette opportunità di espansione illimitata. Come l’individualismo, esso è una forza di immenso potere esplosivo</b>, alle cui richieste si deve ottemperare prima che sia impossibile invocare un altro principio che ne controlli le operazioni. Non si può infatti imporre un’autorità internazionale a nazioni irritate, o malcontente o oppresse, più di quanto si possano subordinare i motivi economici al controllo della società prima che la società stessa abbia riconosciuto che esiste una sfera d’azione in cui questi motivi possano legittimamente intervenire.<br /><br />E,<b>come il nazionalismo, l’individualismo, se portato alle sue logiche conclusioni, è autodistruttivo</b>. Perché come il nazionalismo nella sua brillante giovinezza…afferma che le nazioni… <b>devono dominare delle altre</b>, così l’individualismo … finisce per <b>giustificare l’assoggettamento della maggioranza degli uomini ai pochi</b> che la fortuna, o particolari opportunità, o il privilegio, hanno posto in condizione di valersi dei propri diritti nel modo più proficuo. <b>Nazionalismo e individualismo sorsero assieme</b>. È probabile che se mai declineranno, declineranno insieme…</i> (segue)<br />francesco maimonehttps://www.blogger.com/profile/10915970445672487282noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7138099619226908681.post-85428905412361424962017-03-24T14:49:50.264+01:002017-03-24T14:49:50.264+01:00Anche ieri, mentre discettavo di ordoliberismo com...Anche ieri, mentre discettavo di ordoliberismo come burocratismo stalinista al servizio dei pinochettiani, tenevo ben in mente Zinoviev. Intellettuale che ha passato la vita a occuparsi di logica, sistemi complessi e sistemi sociali. <br /><br />Innanzitutto allerta proprio sul fatto che i sistemi sociali complessi non possono rivoluzionarsi endogenamente: quindi un governo unico mondiale conserverebbe i suoi mostruosi assetti sociali in modo sempiterno <br /><br />Sulle sue orme, poi, si può riconoscere che le stragi e i genocidi che compiono i liberisti, non consistono nelle mostruose torture, sevizie ed omicidi imposti alle classi subalterne supportando i fascismi, ma nello stragismo economico di cui Prodi ammette candidamente di essere volenteroso carnefice.<br /><br />Siamo di fronte a qualcosa di orribile: ossia il tipico trattamento riservato dalle classi dominanti occidentali al... "terzo mondo"<br /><br />Possiamo affermare che la globalizzazione liberista è un processo di terzomondizzazione su scala mondiale. Bazaarhttps://www.blogger.com/profile/17582168077328386807noreply@blogger.com