tag:blogger.com,1999:blog-7138099619226908681.post3700012274286018764..comments2024-01-26T15:32:41.629+01:00Comments on Orizzonte48: LA GLOBALIZZAZIONE-BUONA E I TITANISTI ANTISOVRANIQuarantottohttp://www.blogger.com/profile/06816556453620678760noreply@blogger.comBlogger12125tag:blogger.com,1999:blog-7138099619226908681.post-20277787891829181042017-04-20T17:24:17.108+02:002017-04-20T17:24:17.108+02:00Beh, scrutina con attenzione chi è stato nominato ...Beh, scrutina con attenzione chi è stato nominato nel tempo nei cd'a e in base a quali criteri e "vicinanze".<br />Il quadro essenziale rimane sempre questo<br />http://orizzonte48.blogspot.it/2012/11/a-corruzione-e-il-fogno-lo-strano-caso_30.htmlQuarantottohttps://www.blogger.com/profile/06816556453620678760noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7138099619226908681.post-9535822979938275382017-04-20T17:10:16.797+02:002017-04-20T17:10:16.797+02:00Cosa hanno avuto in cambio le elite locali o megli...Cosa hanno avuto in cambio le elite locali o meglio in che modo hanno ottenuto un vantaggio dalla dismissione della sovranità.la domanda la faccio in base a quanto vedo nella mia città ,Ancona,con da un lato la svendita dei servizi più redditizi imposta dalle norme europee(gas ,trasporti pubblici)gestita da una giunta con una forte componente proveniente dall' università locale.Quello che non capisco è che pur perdendo potere privatizzando procedono per questa strada con determinazione cieca.L' unica risposta che mi do è che privatizzando emarginano dalla gestione di quelli che erano i beni pubblici sopratutto i cittadini che con il voto esprimono le assemblee elettive,ma sento che non è una risposta soddisfacente e che c'è dell' altro che m sfugge<br />gilberto gismondihttps://www.blogger.com/profile/01522354617651664740noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7138099619226908681.post-62703864889382565902017-04-20T15:26:01.574+02:002017-04-20T15:26:01.574+02:00Ma questo furfaro la "globalizzazione senza r...Ma questo furfaro la "globalizzazione senza regole" dove l ha vista?Trastarhttps://www.blogger.com/profile/09309149528012257830noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7138099619226908681.post-56814175186286405642017-04-20T13:16:08.821+02:002017-04-20T13:16:08.821+02:00Ed ecco che noi assistiamo e questo punto al passa...<i>Ed ecco che noi assistiamo e questo punto al <b>passaggio improvviso</b> di quelle borghesie occidentali <b>dal vecchio esasperato nazionalismo, ad un'ondata di cosmopolitismo</b>. Ma così come <b>il sentimento nazionale del proletariato non ha nulla di comune con il nazionalismo della borghesia, così il nostro internazionalismo non ha nulla di comune con questo cosmopolitismo di cui si sente tanto parlare e con il quale si giustificano e si invocano queste unioni europee e queste continue rinunzie alla sovranità nazionale</b>.<br /><br /><b>L'internazionalismo proletario NON RINNEGA IL SENTIMENTO NAZIONALE, non rinnega la storia</b>, ma vuol creare le condizioni che permettano alle nazioni diverse di vivere pacificamente insieme. <b>Il COSMOPOLITISMO DI OGGI che le borghesie nostrane e dell'Europa affettano è tutt'altra cosa: è rinnegamento dei valori nazionali per fare meglio accettare la dominazione straniera</b>…<br /><br />questo popolo degli Stati Uniti… che in casa sua è il più nazionalista dei popoli della terra, oggi, quando si rivolge ai popoli dell'Europa, <b>parla con affettato dispregio dei pregiudizi nazionali, come di un elemento di arretratezza, e trova subito nei capitalisti europei dei suoi servi che sono pronti ad applaudire al cosmopolitismo</b>. Le stesse borghesie italiana e francese, che furono per molti anni accese scioviniste, e si trovarono poi con la massima indifferenza pronte a subire la dominazione hitleriana per difendere i propri interessi e privilegi <b>oggi con la stessa indifferenza e sfacciataggine proclamano il verbo del cosmopolitismo e dell'europeismo per servire gli interessi del capitalismo americano. Esse cercano di pervertire con questo veleno il vero sentimento nazionale</b>… Noi possiamo leggere, per esempio, sotto la penna di uno dei più smaccati servitori della borghesia francese di oggi, il Malraux, frasi di questo genere: “L'uomo diventa tanto più uomo quanto meno è unito al suo paese”. Anche la propaganda hitleriana era basata come quelle americana di oggi, su questo stesso dualismo. <b>Il popolo tedesco, parlava di sé come di un popolo eletto, popolo destinato a dominare il mondo; quando si rivolgeva agli altri popoli, parlava viceversa di europeismo…</b></i>” [L. BASSO, 13 luglio 1949, in Il dibattito sul Consiglio d’Europa alla Camera dei deputati, in Mondo Operaio, 10 settembre 1949, n. 41, 3-4].<br /><br />Ancora più chiaramente, per descrivere la decadenza che è sotto ai nostri occhi:<br /><br />“<i>… Noi assistiamo proprio in questo periodo alla fase conclusiva di questa decadenza, per cui questa stessa classe dirigente oggi è preoccupata soltanto di <b>difendere le sue condizioni privilegiate baratta giorno per giorno la propria dignità, contro il proprio vantaggio e cerca di ammantare questo mercato di una qualsiasi veste ideologica. Vediamo che gli stessi uomini, gli stessi giornalisti, i rappresentanti degli stessi, ceti e degli stessi interessi, la stessa classe dirigente</b> in una parola, che dieci, quindici, vent’anni fa irrideva alla democrazia, e alla libertà e proclamava di avere sacrificata la democrazia e la libertà agli ideali di grandezza nazionale agli ideali imperiali, <b>oggi, invece, finge di farsi paladina della democrazia e della libertà, e in nome di questa falsa democrazia, in cui essa non crede, irride alla indipendenza nazionale, irride all’unità nazionale e fa mercato della dignità del nostro Paese, fa mercato dell’indipendenza del nostro Paese</b>. Questo essa chiama difesa della democrazia, è pronta a rispolverare la formula del nazionalismo e a schernire nuovamente la democrazia…</i>” [L. BASSO, Uomini nuovi nella società nuova che sorge, Discorso pronunciato il 21 marzo 1948 al Teatro Nuovo di Milano]. <br /><br />Il trucco c’è e si vede, eccome se si vede. Per chi lo vuole vedere<br />francesco maimonehttps://www.blogger.com/profile/10915970445672487282noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7138099619226908681.post-8249459878643800432017-04-20T13:14:42.955+02:002017-04-20T13:14:42.955+02:00Trasformisti piccolo-borgh€si con il codazzo della...Trasformisti piccolo-borgh€si con il codazzo della vecchia asinistra. E’ sempre la solita cricca che, a seconda di come tira l’aria del capitale, sono prima fascio-nazionalisti e poi, con un doppio carpiato, diventano europeisti e sostenitori della globalizzazione. Siccome le prime sembianze non sono più convenienti per il capitale di cui sono stati e sono luridi servitori, accusano gli altri di nazionalismo.<br /><br />Ripropongo quanto pensava Lelio Basso:<br /><br />“<i><b>La borghesia nasce con una coscienza nazionale</b> all'origine e <b>si pone come classe nazionale</b>; lotta per superare le divisioni che erano retaggio della vecchia organizzazione feudale; lotta per abbattere le dominazioni straniere che erano retaggio delle vecchie contese dinastiche, e sopratutto lotta perché il capitalismo si assicuri le condizioni di un libero sviluppo sulla base di un sufficiente mercato. È questa sopratutto opera del capitalismo industriale, ma a misura che il capitale finanziario si sovrappone al capitale industriale, ed esercita il suo diretto dominio sull'apparato statale, esso rivendica sempre nuove posizioni. <br /><br /><b>Lo Stato nazionale diventa nazionalistico, imperialistico. Il capitale finanziario, per sua natura aggressivo, espansivo, esce dei limiti del proprio paese e tende a conquistare altre terre, assoggettare altri paesi, tende ad estendere la sua sfera di influenza economica; entra in conflitto con il capitalismo di altri paesi. Siamo nella fase delle guerre imperialistiche</b> in cui la coscienza nazionale si esaspera a nazionalismo e in cui la borghesia considera più che mai lo stato come strumento per questa sua politica di conquista, di aggressione, di sfruttamento non soltanto delle classi lavoratrici proprie ma anche delle classi lavoratrici di altri paesi. Ma, attraverso queste guerre imperialistiche, tutte le borghesie dei paesi capitalistici, esclusa quella americana, sono uscite stremate.<br /><br />Sono uscite incapaci di reggere le posizioni raggiunte e di superare le contraddizioni interne che lacerano in modo spaventoso ogni paese. La situazione dl questo dopoguerra è caratterizzata dal fatto che riesce impossibile alle borghesie, alle classi dominanti, indebolite dell'Europa occidentale, di conciliare la legge del profitto capitalistico con la necessità di garantire un sufficiente tenore di vita alle classi popolari; riesce impossibile difendere ancora i propri privilegi contro la pressione di classi che- hanno acquistato la coscienza dei propri diritti e che non potendoli soddisfare nel quadro delle antiquate strutture, minacciano di farle saltare. <br /><br /><b>È allora che interviene il capitale finanziario americano per sorreggere queste classi decadenti condannate dalla storia e che non hanno più la forza di assolvere al loro compito storico, che difendono soltanto posizioni superate</b>. Interviene il capitale finanziario americano, il più forte, il più aggressivo, il più potente, il solo che non conosca rivali nel mondo capitalistico, il quale garantisce, si, ad ognuna delle borghesie di questi paesi la difesa dell'ordine sociale, ma vuole assicurare a sé stesso la più larga parte di profitto, disposto a chiamare le borghesie capitalistiche dei singoli paesi quali associate allo sfruttamento sempre più intenso che esso fa delle classi lavoratrici. È questa la politica…che gli Stati Uniti hanno sempre applicato per un secolo all'America Latina, dove ben pochi paesi godono ancora qualche margine di indipendenza, ed è la politica che essi intendono applicare anche in Europa</i>. (segue)<br />francesco maimonehttps://www.blogger.com/profile/10915970445672487282noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7138099619226908681.post-14552977035376415402017-04-20T12:13:34.216+02:002017-04-20T12:13:34.216+02:00Rettifico: non a Gottinga, più lontano, sotto Dres...Rettifico: non a Gottinga, più lontano, sotto Dresda, a pochi km dalla frontiera cecoslovacca. Da cui magari giunge la manodopera che ci lavorerà, sottopagata (come già avviene nelle grandi fabbriche del sesso a pagamento vicino alle frontiere con i paesi dell'est). <br />Potenza della geografia.Pellegrinahttps://www.blogger.com/profile/03944191771146026592noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7138099619226908681.post-42476643952195313542017-04-20T10:12:29.980+02:002017-04-20T10:12:29.980+02:00Sì, come potrai vedere dalla risposta ad Arturo, l...Sì, come potrai vedere dalla risposta ad Arturo, l'anomalia italiana era qualcosa che andava contro la "loro" logica. <br /><br />Per poterla per sempre normalizzare si dovette inventare di sana pianta un problema, "la questione morale" (che agì in sinergia con l'eterodiffusione della cultura dell'autorazzismo), per imporre la deflazione. <br /><br />Ma per poterne sopportare il costo economico e sociale, contro la convenienza oggettiva del popolo italiano, c'era bisogno della sete di potere di pochi che, garantendosi una rendita politica stabile, trasformassero i drives del modello di specializzazione italiano, (cosa di cui ad es; Carli era ben consapevole fino agli anni '70), in una serie di rendite private, possibilmente a favore di investitori esteri. <br /><br />Fino a fare della colonizzazione e della deindustrializzazione una scelta senza alternative, al punto da poter dire che tornare indietro è ormai impossibile.<br />Ed eccoci qua... Quarantottohttps://www.blogger.com/profile/06816556453620678760noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7138099619226908681.post-52816546461416268782017-04-20T10:03:48.422+02:002017-04-20T10:03:48.422+02:00Sempre sul pezzo...caro Arturo.
Ma a leggersi, ad ...Sempre sul pezzo...caro Arturo.<br />Ma a leggersi, ad es;, "La nascita dell'economia europea" di Eichengreen, se ne ricava che la scelta tra l'art.4 e l'art.11, fu invece fatta ab initio: si intese (almeno nella visione del nostro) la piena occupazione esattamente come quello spettro di cui Caffè parla in via di prevenzione (inascoltato), e l'apertura delle economie come garanzia di pace, nel senso di superamento delle ragioni di diffidenza francese nei confronti della Germania e del Regno Unito nei confronti di...tutti (significativa l'imposizione USA della convertibilità delle riserve, da cui la mitigazione obbligata del Piano Marshall).<br /><br />Al di là della reinterpretazione neo-classica del trentennio d'oro, - e noi sappiamo quanto il Quarto Partito pesasse, proprio in Italia- la verità che è l'art.4 fu inteso da subito in senso "enfatico" (come ci ha ricordato Francesco nell'analisi storica delle decisioni della Corte) e la cooperazione economica=pace, come apertura progressiva dei mercati. <br /><br />Si può però dire che in Italia si verificò un'anomalia: l'industria pubblica funzionò molto meglio di quanto i modelli di crescita US-imported prevedessero e sviluppò ricerca e innovazione contro ogni di ESSI logica. <br />E, inoltre, consentì una ragionevole stabilizzazione salariale verso "l'alto", che faceva crescere domanda e investimenti dei privati ("incubando" la vitalità produttiva delle PMI).<br /><br />Insomma, l'Italia, proprio l'Italia, era un'eccezione imperdonabile, perché dimostrava che, nonostante le interpretazioni di art.4 e art.11, la connessione di tali previsioni (ben chiara ai Costituenti) con il resto della Costituzione economica, operasse nel senso della crescita.<br />E non ci sarà mai più perdonato...Quarantottohttps://www.blogger.com/profile/06816556453620678760noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7138099619226908681.post-40845930876701638072017-04-20T09:03:07.523+02:002017-04-20T09:03:07.523+02:00Ciao Quarantotto post magistrale. Nel dipanarsi de...Ciao Quarantotto post magistrale. Nel dipanarsi degli eventi mi è difficile comprendere una cosa. Capisco che le elites dei paesi dominanti siano favorevoli alla cosiddetta globalizzazione, sono questi che dettano le regole per conquistare/rapinare i mercati degli altri paesi, nonchè le loro materie prime attraverso le missioni di pace che chiamano esportazioni di democrazia, liberando questi Paesi dai feroci dittatori. Ma un paese come l'Italia, privo di materie prime, costretto ad esportare manufatti, per importarle, che ha perso la seconda guerra mondiale e che quindi già aveva alienato la propria sovranità militare, che non è nel novero delle potenze mondiali le quali determinano le regole, anzi le subisce, che vantaggio può avere dalla globalizzazione? L'unica arma che avevamo per difenderci, tradotto per non subirla troppo, era la flessibilità del cambio con relativa sovranità monetaria/economica e l'abbiamo abbandonata con la stessa facilità ( per usare le parole del compianto Caffè) con cui abbiamo dichiarato guerra agli Stati Uniti. Le nostre elites hanno sostenuto questa follia ( cedere la sovranità monetaria è stato come castrarsi con le proprie mani) e non si sono minimamente ravvedute in questi ultimi 20 anni dove hanno visto il proprio Paese sprofondare a tutti livelli economico/culturale/professionale/morale, anzi sono diventate più globalitariste, più elitiste, più antipopolari, spargendo disprezzo ed odio continuo verso il popolo colpevole di aver perso una partita truccata fatta combattere da loro, questo disprezzo e questo odio che non potrà sfociare alla fine che in una nuova guerra civile, dove loro sono i veri responsabili. Non si sono ravveduti nemmeno quando abbiamo perso il 25% della nostra produzione industriale, nemmeno quando intere filiere produttive sono passate in mano estera, nemmeno quando l'intero sistema bancario e assicurativo rischia di passare in mano estera, preferiscono essere SERVI ASSOLUTI delle Elites straniere pur di schiacciare il proprio popolo, pur di non condividere nulla con esso, sostenuti in questo dalla maggior parte della classe intellettuale, la quale senza ritegno pur di frequentare i salotti cosiddetti buoni, non ha la minima vergogna delle bestialità che promanano le loro immonde bocche, sovvertendo la realtà 24 ore su 24 come tu hai descritto in modo magistrale. Un esempio per tutti dopo il divorzio Tesoro/Banca d'Italia, (Limitazione di sovranità monetaria) il debito pubblico in 12 anni è raddoppiato. Come farlo diminuire? Semplice cedendo definitivamente la sovranità monetaria, a una banca privata indipendente, quindi alla possibilità di stampare moneta. In cambio di cosa? Di nulla, se non di povertà e miseria. Se questa è una classe dirigente?mauro gosminhttps://www.blogger.com/profile/12897423926531954513noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7138099619226908681.post-1721852164463971272017-04-19T22:14:28.023+02:002017-04-19T22:14:28.023+02:00Lato economico: europeismo “antirestrizionista” = ...Lato economico: europeismo “antirestrizionista” = neoliberismo (<a href="http://orizzonte48.blogspot.com/2017/03/60-anni-dal-trattato-di-roma-luropa-e.html?showComment=1490454530935#c8798909255433532652" rel="nofollow">Caffè, 1945</a>). <br /><br />Lato politico: scaricare la colpa del conflitto sulla comunità sotto attacco, perché resiste o potrebbe resistere, è un espediente vecchio quanto l’imperialismo: diciamo dal dialogo dei Meli e degli Ateniesi in poi. <br /><br />In ogni caso, commentando lo scritto di Keynes riportato nel post, Skidelsky osserva (Keynes. The Return of the Master, Penguin, Londra, 2010, s.p.) che “<i>the idea that ‘globalization’ can lead to war, national self-sufficiency to peace, was of course a complete reversal of the traditional teaching.</i>”; tuttavia, aggiungendo la citazione di <a href="http://orizzonte48.blogspot.com/2017/01/care-elites-globalistetrump-e-un.html?showComment=1485113647964#c3562750444043262898" rel="nofollow">questo passo</a>, conclude che “<i>Keynes endorsed a qualified internationalism</i>”. (Dico, qualcuno avesse avuto il sospetto che si debba “scegliere” fra artt. 4 e 11…). <br /><br />No, non va bene, troppo “borghese”? (Ormai sappiamo che ipocrisia e malafede non conoscono limiti). <br /><br />Bene, allora si becchino pure questo: “<i>Nessun democratico può negare il diritto dell’Ucraina <b>a separarsi liberamente</b> dalla Russia: proprio <b>il riconoscimento senza riserve di questo diritto</b>, ed esso soltanto, permette di condurre una campagna per la libera unione degli ucraini e dei grandi russi, per <b>l’unione volontaria</b> dei due popoli in un solo Stato. Proprio il riconoscimento senza riserve di questo diritto, ed esso soltanto, può veramente rompere fino in fondo, irrevocabilmente, col maledetto passato zarista che ha fatto di tutto per rendere stranieri popoli tanto vicini per lingua, per territorio, per carattere e per storia.</i>” (Lenin, Opere, Vol. XXV, Editori Riuniti, Roma, 1967, pag. 81). <br /><br />L’accusa di “socialnazionalismo” sarebbe in effetti diventata un tipica arma polemica staliniana, guarda un po’ tu, verso cui Lenin espresse tutta la propria preoccupazione nel suo c.d. testamento (Opere, Editori Riuniti, 1969, vol. XXXVI, pagg. 442-3): “<i>Il georgiano che considera con disprezzo questo aspetto della questione, che facilmente si lascia andare all'accusa di «socialnazionalismo» (quando egli stesso è non solo un vero e proprio «socialnazionale», ma anche un rozzo Diergimorda grande-russo) quel georgiano in sostanza viola gli interessi della solidarietà proletaria di classe, perché niente ostacola tanto lo sviluppo e il consolidamento della solidarietà proletaria di classe quanto l’ingiustizia nazionale, e a niente sono cosi sensibili gli appartenenti alle nazionalità «offese» come al sentimento di eguaglianza e alla violazione di questa eguaglianza, anche solo per leggerezza, anche solo sotto forma di scherzo, alla violazione di questa eguaglianza da parte dei loro compagni proletari.</i>”<br /><br />Furfaro e soci la prossima lista potrebbero provare a chiamarla “l’altro imperialismo neoliberista” (con il/la ragazzo/a immagine di turno)…<br />Anonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7138099619226908681.post-19195605043161194692017-04-19T18:37:23.528+02:002017-04-19T18:37:23.528+02:00Testimonianza terra terra sulla globalizzazione. S...Testimonianza terra terra sulla globalizzazione. Sono a Parigi, la mia tablette nuova di azienda singaporiana smette di accendersi. L'assistenza, rigorosamente online, mi invierà speriamo un trasportatore in 48 h. Tempo previsto di riparazione due settimane. Devo preparare un pacco con tanto di etichetta, ovviamente stampata da me (che io possa avere difficoltà di connessione non è contemplato). Sgrano gli occhi. Il pacco va a Gottinga... io aspetto (leggasi smanio soffro peno e deliro) a Parigi! non nel Massif central... almeno, per ora... No, non è l'itinerario di google che passa per Londra se devi arrivare in Spagna. Qui è proprio vero.<br />Cui prodest?<br /><br />"lotta per la conquista dei mercati: ciò che è già un ossimoro, poiché questa lotta è l'essenza stessa di quella ricerca di dominio sui popoli che è lo scopo finale dei conflitti armati. E non c'è regola, storicamente immaginabile e ipotizzabile, che possa attenuare la brutalità e l'enorme costo sociale di questa essenza."<br /><br />E questi non si svegliano!!! nemmeno dopo la svendita di Alstom e di altre aziende del CAC 40 lo scorso anno.<br /> Pellegrinahttps://www.blogger.com/profile/03944191771146026592noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7138099619226908681.post-35785341817738427362017-04-19T17:46:52.919+02:002017-04-19T17:46:52.919+02:00La nave ,con i suoi compartimenti stagni,è l'i...La nave ,con i suoi compartimenti stagni,è l'immagine che visualizzo nell' auspicare un futuro pacifico.I compartimenti sarebbero gli stati nazionali che dovrebbero perseguire invece che un" fiscal compact" un "EXTERNAL COMPACT",( un pareggio a medio termine dei saldi con l' estero)come ho letto per la prima volta sul "Tramonto dell' euro",fondando domanda dei loro prodotti e servizi principalmente sulla domanda interna,non dipendendo da quella estera per evitare che una crisi lontana diventi un problema interno(i subprime negli Usa 2008 ).In fondo anche Keynes ,propose anche per gli stati in surplus il pagamento d' interessi negativi per prevenire saldi con l'estero positivi permanentemente che causano i conflitti.Serve una regolazione internazionale ma perchè sia equa e quindi sostenibile per il bene anche dei più forti (essere creditori di crediti inesigibili è rovinoso quanto essere debitori insolventi)serve il recupero degli strumenti di autotutela dei più deboli,cosa che i furfaro la qualunque fingono di non capire.Le foto dei crolli dei cavalcavia,quello di Camerano è sulla strada che faccio per andare al lavoro tutti i giorni, rendono bene l' idea della condizione nella quale siamo :l' attuale inerzia imposta dal fiscal compact impedisce al nostro paese pure la manutenzione delle infrastrutture realizzate nei decenni scorsi con il deperimento di quanto accumulato nel tempo dalla nostra comunità nazionalegilberto gismondihttps://www.blogger.com/profile/01522354617651664740noreply@blogger.com