tag:blogger.com,1999:blog-7138099619226908681.post718128513871611995..comments2024-01-26T15:32:41.629+01:00Comments on Orizzonte48: I DUE EPICENTRI DEL CONFLITTO GLOBALE: SIRIA E...ITALIAQuarantottohttp://www.blogger.com/profile/06816556453620678760noreply@blogger.comBlogger15125tag:blogger.com,1999:blog-7138099619226908681.post-77364158760363289882016-07-24T21:34:00.788+02:002016-07-24T21:34:00.788+02:00p.s.
L'influenza di Filangieri sugli aspetti ...p.s.<br /><br />L'influenza di Filangieri sugli aspetti più "illuminati" dell'ordine statunitense <a href="http://www.americaoggi.info/2010/10/23/21208-il-carteggio-filangieri-franklin-anche-un-napoletano-ispir-la-costituzione-american" rel="nofollow">sono assolutamente pacifici</a>.<br /><br />Poco ricordati dalla propaganda angloamericana troppo concentrata nel rimproverarci di non aver <i>legalizzato</i> in Costituzione il "familismo amorale"; ma <a href="http://sedi2.esteri.it/sitiweb/AmbWashington/Pubblicazioni/2_filangieri_interno.pdf" rel="nofollow">pacifici</a>.Bazaarhttps://www.blogger.com/profile/17582168077328386807noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7138099619226908681.post-82854858239778148982016-07-24T17:53:54.877+02:002016-07-24T17:53:54.877+02:00CONCLUSIONI:
LaRouche fa un sacco di considerazio...CONCLUSIONI:<br /><br />LaRouche fa un sacco di considerazioni interessanti e ha un esemplare approccio critico. Ma:<br /><br />1 - <a href="https://ideas.repec.org/cgi-bin/htsearch?q=lyndon+larouche" rel="nofollow">non è un economista</a><br /><br />2 - la sua qualità migliore oltre l'eclettismo, è la coscienza critica: possono movimenti che si rifanno alla sua persona <i>ereditare</i> il suo approccio critico? O c'è il rischio di finire nel "leaderismo" come - appunto - col marxismo?<br /><br />Piuttosto: non sarebbe il caso che chi fa divulgazione con gli strumenti cognitivi messi a disposizione del nostro, si appoggi ai contributi di questo blog?<br /><br />I temi come l'euro o il keynesismo qui si danno per scontati: non sarebbe importante <i>alzare</i> il livello del dibattito facendo girare anche i libri esposti a margine di questa pagine tra gli attivisti?<br />Bazaarhttps://www.blogger.com/profile/17582168077328386807noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7138099619226908681.post-60646760389033058172016-07-24T17:51:52.956+02:002016-07-24T17:51:52.956+02:00Due riflessioni che credo importanti devono essere...Due riflessioni che credo importanti devono essere fatte:<br /><br />1 - prima che essere "leibniziani", anche solo per motivi di urgenza e rigore, qui siamo husserliani: l'aspetto filosofico non è disgiunto da quello scientifico; e viceversa.<br /><br />Quindi, come ha notato Quarantotto, siamo di fronte - quantomeno - ad un importante problema filologico: Keynes è il più importante esponente del pensiero della macroeconomia moderna.<br /><br />Non è stato l'unico ad essere arrivato alle sue conclusioni, ci sono stati altri grandi economisti - come Kalecki - che sono arrivati a sistematizzare "il garbuglio economico" nel medesimo modo.<br /><br />Ma JMK è stato il più <i>influente</i>, per ovvi motivi.<br /><br />Non c'è un altro paradigma economico: o sei keyensiano o sei un neoclassico. Tutto il resto o è <i>scientificamente</i> irrilevante, o <i>obsoleto</i> (e quindi che ne implica comunque - tendenzialmente - l'irrilevanza scientifica).<br /><br />Ovvero è economia patafisica.<br /><br />Quando sei ministro del tesoro e delle finanze è meglio <i>iniziare</i> dai libri studiati ai corsi universitari, e lasciar perdere l'economia patafisica.<br /><br />2 - Sicuramente Hamilton, Lincoln o Roosevelt possono essere raggruppati con un mcd diverso: ma quello che in primis li accomuna sono state politiche politicamente "invise" alla finanza internazionale e <i>favorevoli</i> ad un <i>percorso</i> democratico.<br /><br />(Senza sovranità "hamiltoniana" non è possibile neanche la sovranità democratica)<br /><br />Come "husserliani", poiché si analizzano l'attualità e la Storia tramite l'analisi economica istituzionalista, conoscere i pilastri del pensiero economico e della teoria economica è dirimente.<br /><br />Senza questi piedi ben piantati <i>materialmente</i> per terra, tutta la filosofia rimane patafisica. <br /><br />Alessandro Rossi, fosse nato nella seconda parte del '900, sarebbe stato <i>sicuramente</i> keynesiano.<br /><br />Ma anche Leibniz sarebbe stato keynesiano! <br /><br />Hamilton, effettivamente, non credo proprio.<br /><br />3 - il primo "liberale non liberista" della storia, è stato Keynes che, non a caso, dai liberali è stato odiato.<br /><br />I liberali sono stati protezionisti quando occorreva e persino fascisti quando serviva.<br /><br />Hamilton, come tutti gli elitisti con aspirazioni imperialiste, era contro il free trade ma rimaneva liberista!<br /><br />Si mette di traverso ai proseliti di Smith per difendere l'enfant capitalism ma, appunto, <i>internamente</i> è favorevole ad abbattere tutte le barriere del mercato interno tramite il federalismo: con buona pace delle democrazie nazionali e della possibilità dei lavoratori di intervenire nella vita politica nazionale: si veda il Federalist n°10, e la relativa lettera con cui Madison rende ancora più esplicito a Jefferson il motivo per cui venivano fatti sorgere gli USA come federazione.<br /><br />Garantire l'élite mercantile dalle rivendicazioni democratiche delle classi lavoratrici.<br /><br />4 - Il keynesismo "reazionario" è quello che si chiama "keynesismo di guerra", ma non ha nulla a che fare con la macroeconomia keynesiana, se non di sfruttarne alcuni principi.<br /><br />Il riferimento di LaRouche alla prefazione all'edizione tedesca della Teoria Generale è piuttosto curiosa perché, a far della patafisica, è più inquietante il fatto che Roosevelt avesse mandato degli osservatori in Italia per studiare il dirigismo fascista e l'interventismo mussoliniano ché - per chi ha studiato storia economica - sa bene che di "keynesiano" aveva ben poco.Bazaarhttps://www.blogger.com/profile/17582168077328386807noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7138099619226908681.post-45584006607317880722016-07-24T10:45:15.631+02:002016-07-24T10:45:15.631+02:00Non solo non conosce il ruolo del bancor e della p...Non solo non conosce il ruolo del bancor e della proposta di Keynes, non accolta a Bretton Woods, non solo confonde un'unità di conto dei rapporti commerciali internazionali con la moneta unica europea, non solo atribuisce a Keynes di essere stato monetarista, ma non conosce i dati, e quindi gli effettivi eventi e le loro ragioni, relativi alla crisi del '29. Che, infatti, non consentì al PIL USA di "correre" fino all'anno fatidico 1941 (con il 1940 che risulta di preparazione, in termini di spesa pubblica militare). <br />Solo in quell'anno fatidico il tasso di disoccupazione ritornò ai livelli anteriori al 1929; grazie all'incremento vertiginoso del federal spending. <br /><br />Basti pensare che fino a tutto il 1939, il GDP "reale" USA rimase, con piccoli e insignificanti incrementi, rimangiati durante il double-dip, grosso modo allo stesso livello del 1929 (ante crisi).<br />Le consiglio di leggersi la Storia dell'economia di Galbraith e il suo "Grande Crollo" (scritto nel 1938).<br /><br />Per il resto, notazioni storico-ideologiche, e prima ancora ideologiche, non paiono essere esenti dallo stesso apriorismo inutilmente anti-keynesiano e antidemocratico-sostanziale: semplicemente perché non traspare la più pallida idea di cosa siano la teoria keynesiana e la democrazia sostanziale. <br /><br />Non quella "rappresentativa", formula che, avulsa dalla effettiva comprensione della struttura sociale e della cornice costituzionale, non indica praticamente nulla se non un metodo essenzialmente liberale, e cioè inevitabilmente liberista, di organizzare il potere ristretto a un'oligarchia.<br /><br />Siamo molto, molto lontani, da un'adeguata conoscenza delle scienze sociali rilevanti per parlare dei fenomeni in questione, e da una minima conoscenza del blog, per poter avere spazio illimitato in questa sede.Quarantottohttps://www.blogger.com/profile/06816556453620678760noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7138099619226908681.post-38058025616979989342016-07-24T00:37:45.208+02:002016-07-24T00:37:45.208+02:00...seconda parte...
Hamilton fu spiccatamente ant......seconda parte...<br /><br />Hamilton fu spiccatamente anti-democratico e Lincoln era un repubblicano.<br /><br />Cerchiamo di intenderci al di là delle etichette, altrimenti creiamo altri grattacapi, come tu dici. Hamilton era un sostenitore della democrazia rappresentativa e della Costituzione, di cui si può dire fu il principale artefice – se diamo la giusta considerazione alla battaglia che condusse per farla approvare, con i Federalist Papers.<br /><br /><br />Era un fiero anti-giacobino, e con questi elementi potremmo affiancarlo a un personaggio come Cavour, o ad altri patrioti italiani “liberali” anti-liberisti e anti-giacobini (anche anti-mazziniani).<br /><br />Valori condivisi da Lincoln e Roosevelt. Vogliamo una categoria che li accomuni? Che ne dici di leibniziani, se non ti sembra troppo azzardata?<br /><br />Gli schiavisti e i crociati del laissez-faire erano i liberali del sud.<br /><br /><br />Giusto, niente a che vedere con i liberali anti-liberisti del Nord.<br /> <br />Con tutto il bene che vogliamo a LaRouche, gli USA sono sempre stati espressione di un pensiero povero. Di seconda mano.<br /><br /><br />Certo, non hanno avuto il nostro Rinascimento, ma i Padri Fondatori, partendo da Cotton Mather fino a Franklin e Hamilton, erano culturalmente i figli di Shakespeare. Si orientavano a Machiavelli ecc. E in economia, il pensiero del “sistema americano” influì sulla svolta anti-liberista nell’Europa del XIX secolo – vedi Bismarck e, in Italia, l’Alessandro Rossi decisivo per la svolta protezionistica del governo Crispi e dell’industrializzazione successiva (purtroppo solo al Nord, ma questo è un altro discorso).<br /> <br />La parte più bella della Carta americana è stata scritta da un giovane napoletano.<br /> <br />Se ti riferisci a Filangieri, purtroppo è inesatto. Controlla le date…<br /> <br />Rilancio con una provocazione: come la mettiamo con la prefazione di Keynes alla prima edizione del suo libro, uscito in Germania, nella quale indicava il regime nazionalsocialista come il più indicato per applicare le sue teorie? Esiste un keynesianismo reazionario e uno progressista?<br /><br /><br />Io ho l'impressione che se non ci si ferma alle etichette e ai feticci, bisogna ammettere che il keynesismo viene adottato in buona fede da chi giustamente favorisce l intervento dello stato nell economia. Ma se si conoscono Hamilton, List e Carey, Keynes non solo è inutile bensì è un passo indietro. <br />Un “matematico” e non un economista, come disse Roosevelt.Anonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7138099619226908681.post-71838870542621136372016-07-24T00:37:21.627+02:002016-07-24T00:37:21.627+02:00Caro Bazaar, il tuo intervento è ricco di spunti i...Caro Bazaar, il tuo intervento è ricco di spunti interessanti, ma se mi permetti, rileverei delle inesattezze. Sarò felice se puoi dimostrarmi che sbaglio.<br /> <br />Quando Roosevelt non ha dato retto a Keynes e ai keynesiani (1937, credo), ha fatto i disastri.<br /><br />Perché sia vera questa affermazione occorre dimostrare che <br />a) nel 1937 FDR fece i disastri; b) che ciò avvenne per aver abbandonato i consigli di Keynes. La prima affermazione è certamente vera: si operò una correzione di bilancio con conseguente crollo della produzione e impennata della disoccupazione. L'anno successivo si operò la correzione della correzione e si riprese a correre.<br /><br />Ma sopra si è detto giustamente che FDR Keynes non lo conosceva. Su questo c’è la forte testimonianza di Perkins sull’impressione che FDR ne ebbe nel primo incontro, a New Deal avviato. Questa testimonianza è di prima mano e ha un grande valore. Francis Perkins fu uno dei più importanti membri dell’amministrazione di FDR, autrice di tutte le riforme (progressiste) del lavoro. Non era ostile a Keynes, anzi: da come ne parla nelle sue memorie si nota una certa simpatia. Quindi una testimonianza attendibile, la sola che conosca di prima mano – ma forse tu ne hai altre.<br /><br />La Perkins non assistette all’incontro, ma era in anticamera e riporta le parole di FDR quando l’accolse dopo che era uscito Keynes. Parole non lusinghiere, che attestano che Keynes non lo aveva convinto. Quindi, se non si vuole dire che FDR fosse contrario a Keynes, perlomeno si può dire sicuramente che FDR agì in perfetta indipendenza e non seguendo Keynes.<br /><br />E’ vero che nel 1937 ci fu un calo del PIL e un’impennata della disoccupazione, ma questo semplicemente perché FDR diede retta a chi gli chiedeva di pareggiare il bilancio. Poi riprese la politica di investimenti.<br /><br />Inoltre a livello di orientamento politico non è assolutamente in asse con la tradizione Hamiltoniana, e, se vuoi, lincolniana.<br />Anonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7138099619226908681.post-85876326118070879112016-07-23T17:06:07.031+02:002016-07-23T17:06:07.031+02:00Pardon, tra i refusi segnalo "dare rettA"...Pardon, tra i refusi segnalo "dare rettA"... con Keynes è meglio sottolinearlo.<br /><br />Lyndon è molto sensibile su certe tematiche "keynesiane"...Bazaarhttps://www.blogger.com/profile/17582168077328386807noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7138099619226908681.post-14347653009568384632016-07-23T16:07:40.317+02:002016-07-23T16:07:40.317+02:00Soprattutto Keynes esplicitamente, con la Teoria G...Soprattutto Keynes esplicitamente, con la Teoria Generale, diventa consapevole di superare tanto il protezionismo "cameralista", quanto il socialismo marxista che, a livello economicistico, risultavano per il capitalismo moderno, assolutamente obsoleti e "poveri intellettualmente".<br /><br />Ossia, è consapevole di aver raddrizzato - rivoluzionandola - la scienza economica.<br /><br /><i>(Scienza economia effettivamente nascosta dai britannici e dal capitale in generale sotto tonnellate di filosofia morale - <b>elitista</b> - prima, e da quintali di positivismo e di matematica volta a contrastare il socialismo "scientifico" e l'Internazionale socialista)</i><br /><br />Quando Roosevelt non ha dato retto a Keynes e ai keynesiani (1937, credo), ha fatto i disastri.<br /><br />Inoltre a livello di orientamento politico non è assolutamente in asse con la tradizione Hamiltoniana, e, se vuoi, lincolniana.<br /><br />Hamilton fu spiccatamente anti-democratico e Lincoln era un repubblicano.<br /><br />Gli schiavisti e i crociati del laissez-faire erano i <b>liberali</b> del sud.<br /><br />E questo crea i suoi grattacapi a livello di coscienza nel dibattito politico americano: Roosevelt era "liberale" ma perseguiva politiche socialdemocratiche.<br /><br />E lo faceva perché in primis incoraggiato da Keynes tanto che, come è noto, confidò negli anni '40 che «tutta l'economia che aveva studiato da giovane era "sbagliata"»<br /><br />Credo anch'io che Keynes sia stato lo Smith nella fase del "declino" dell'impero britannico, salvandolo in modo geniale per l'ennesima volta: serviva la Corona, era certamente un patriota di una nazione il cui governo - <i>per primo</i> - sapeva essere "criminale".<br /><br />Ma da Inglese trovo irreprensibile che abbia agito così: e da Lord trovo irreprensibile che non abbia scimmiottato una qualche "militanza socialista" nei laburisti.<br /><br />Keynes era un genio e non ha sistemato solamente «il garbuglio economico».<br /> <br />Con tutto il bene che vogliamo a LaRouche, gli USA sono sempre stati espressione di un pensiero povero. Di seconda mano.<br /><br />La parte più bella della Carta americana è stata scritta da un giovane napoletano.<br /><br />E non sono <i>mai</i> stati neanche lontanamente orientati alla democrazia, a cui rinvierei alle analisi compiute in questi spazi in relazione al federalismo americano.<br /><br />Certo è che sono stati esempio di un vittorioso capitalismo sovranista contro le quinte colonne britanniche della finanza dell'est e degli schiavisti del sud: e se avessero anche resistito alla finanza britannica dopo Lincoln, con il "greenback" avrebbero potuto colmare anche il lack democratico con cui è stata concepita la federazione.<br /><br /><br />Ma è irreprensibile anche che LaRouche - come Keynes - guardi le pagine migliori della storia americana e che, ancora oggi, possono fare da modello.<br /><br />D'altronde, siamo eurocentrici ed italianisti anche in questi spazi...Bazaarhttps://www.blogger.com/profile/17582168077328386807noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7138099619226908681.post-27735584494656136522016-07-23T15:04:36.590+02:002016-07-23T15:04:36.590+02:00A parte l'opinabile visione politico-economica...A parte l'opinabile visione politico-economica internazionale dello schema del bancor e del ruolo keynesiano (mai accolto) del FMI, vedo che ha le idee piuttosto confuse. Sul ruolo della moneta specialmente: compreso il senso della unità di conto dei rapporti commerciali internazionali in relazione a una moneta unica come l'euro.<br />E molto anche su quanto conti accademicamente oggi Keynes, che non viene neanche più insegnato.<br />Dovrebbe aggiornare e ricalibrare le proprie idee sul mainstream e sulla sostanza delle teorie economiche oggi rientranti in esso.<br />Ma non può farlo esponendo tutte le sue conclusioni in questa sede: occorre studiare e non accontentarsi di articoli critici non organici, provenienti da fonti ideologicamente connotate.<br />Poi faccia come ritiene meglio...Ognuno ha il suo percorso<br />Quarantottohttps://www.blogger.com/profile/06816556453620678760noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7138099619226908681.post-84072247176927587052016-07-23T14:52:40.778+02:002016-07-23T14:52:40.778+02:00l mio intervento nasceva dalla volontà di dialogo ...l mio intervento nasceva dalla volontà di dialogo con quel lettore che commentando poneva quelle riflessioni su Roosevelt e Keynes.<br />Secondo, la mia riflessione, forse non chiara, è che chi critica Keynes corre il rischio di venire escluso dai peers accademci e magari perde anche la cattedra.<br /><br />Ad ogni modo, analizziamo le posizioni a Bretton Woods:<br />Keynes fu il rappresentante ufficiale del Governo di Sua Maestà, delegato a strappare la posizione migliore per l’impero di fronte allo strapotere emergente degli USA; un potere che in quel momento rappresentava la vittoria sul nazifascismo e la speranza di liberazione per molti popoli. La proposta iniziale era appunto di creare un’unità di conto per il commercio internazionale, il principio di una banca centrale globale (International Clearing Union).<br /><br />Nella visione di Keynes, si doveva mantenere l’equilibrio tra le esportazioni e le importazioni, con penali per chi non lo facesse.<br />Cosa avrebbe significato per i paesi poveri questo piano? Chi importava tanto avrebbe dovuto pagare delle penali alla ICU. Mentre anche chi esportava tanto sarebbe stato disincentivato. Equilibrio per tutti!<br />Ma in un mondo dove gli USA e altri paesi più sviluppati avrebbero potuto lanciare dei grandi piani di investimento e modernizzazione per i paesi più poveri, un approccio di questo tipo avrebbe di fatto limitato fortemente tali investimenti.<br />Gli USA di FDR avrebbero potuto estendere il modello del New Deal a livello internazionale utilizzando la forza del dollaro, ma evidentemente la prospettiva di un periodo di grande sviluppo per le zone del terzo mondo non interessava molto ai vecchi padroni coloniali.<br /><br />Proprio la questione del Bancor, ci porta alla riflessione sull’attualità: essere keynesiani oggi è forse incompatibile con l’essere anti euro?<br /><br />Per capire che cosa c’entra l’euro basti considerare le fondamenta della politica dell’UE di oggi: un sistema sovranazionale che ha già rimosso la sovranità economica dei suoi stati membri. E’ iniziato con un’unità di conto, poi con delle regole monetarie comuni, e ora siamo tutti sotto gli ordini della BCE.<br />Anonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7138099619226908681.post-67609589020170186162016-07-23T14:21:46.484+02:002016-07-23T14:21:46.484+02:00Come può venire in mente che sulla crisi del '...Come può venire in mente che sulla crisi del '29, su Keynes (che definire monetarista è piuttosto...singolare), e sul ruolo dei consiglieri economici nel New Deal, su questo blog non si sia scritto e dibattuto abbondantemente?<br />Riferisce, de relato, delle analisi altrui. <br />Si ma perché? Non occorre detestare Keynes, per ragioni personali e a prescindere, per condividere la presunta tradizione a cui si riallaccerebbe Larousse (che ha un storia personale alquanto variegata).Quarantottohttps://www.blogger.com/profile/06816556453620678760noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7138099619226908681.post-74052277832722045612016-07-23T14:15:43.602+02:002016-07-23T14:15:43.602+02:00Le rendo merito per il coraggio mostrato nel condi...Le rendo merito per il coraggio mostrato nel condividere la lettura dell’Eir e del movimento di Larouche, mi permetto di inserirmi nel dibattito che si è sviluppato a partire dai commenti riguardo alla figura di FDR.<br /><br />Per quel che ho letto, in verità Roosevelt amava far confrontare i suoi illustri consiglieri economici; li lasciava parlare, ideare, proporre, cozzare tra loro, poi si metteva a sedere, ascoltava le proposte, infine decideva di testa sua.<br /><br />I suoi collaboratori provenivano dal mondo accademico statunitense ed erano appunto in contatto con gli ambienti culturali dell’epoca, tant’è che nel libro di memorie di Francis Perkins, ministra del lavoro nelle amministrazioni FDR , si riporta un gustoso aneddoto sull'incontro con Keynes:<br />“Keynes visited Roosevelt in 1934 rather briefly, and talked lofty economic theory.<br />Roosevelt told me afterward, “I saw your friend Keynes. He left a whole rigmarole of figures. He must be a mathematician rather than a political economist”.<br /><br />Ad ogni modo Jesse Jones era uno dei sui bracci economici, cui affidò la RFC.<br /><br />Per comprendere appieno la figura di FDR, dobbiamo conoscere la storia familiare: aveva forti legami familiari e intellettuali con la tradizione di Hamilton: http://en.wikipedia.org/wiki/Isaac_Roosevelt_(politician)<br /><br />A sostegno di questa lettura contorcorrente, l’attività rooseveltiana può invece essere pienamente compresa se la collochiamo nella corrente dell’autentico sistema americano di economia politica che si distingue in tutto e per tutto dalla dottrina economica del liberismo al servizio delle potenze imperiali.<br /><br />Potremmo sinteticamente sostenere che la teoria keynesiana spaccia una semplificazione della tradizione del sistema americano, alterata da una visione monetarista (ruolo indipendente della banca centrale dal potere politico) e dalla proposta della moneta mondiale, il bancor, che potremmo dire antesignana della moneta unica europea.<br /><br />Ciò non toglie che il pensiero economico di John Maynard Keynes abbia avuto le sue importantissime applicazioni, che ancor oggi ha i suoi estimatori, o più semplicemente conoscitori, tuttavia, anche la dottrina keynesiana evidenzia il vizio del semplicismo:<br />– Keynes altera la concezione di un’economia che punta al progresso tecnologico-scientifico e la sostituisce con il keynesiano mero impiego di forza lavoro in opere pubbliche;<br />– Keynes sostituisce il dirigismo nazionale con il semplice interventismo;<br />– Keynes sostiene le ragioni della banca centrale indipendente, anzichè rifarsi alle concezioni del sistema americano sul credito nazionale.<br /><br />Per una lettura completa al riguardo, rimando allo studio condotto da Claudio Giudici, Il sistema hamiltoniano di economia politica come risanare l’economia reale senza fare ricorso ai tagli della spesa pubblica. <br /><br />Il valore dell'opera larouchiana è di aver contribuito attivamente a rinverdire la tradizione del sistema americano dal momento che il mondo accademico ha operato una cesura netta con essa.<br />Leggendo dei maggiori economisti e pensatori statunitensi, è raro leggere di Hamilton o di Carey, preferendo invece uniformarsi alla semplificazione keynesiana.<br />Il che è ben strano, a voler approfondire, perchè la vastità e la profondità della tradizione del sistema americano è lì a indicarci una originale sistematizzazione di un pensiero antiimperiale. <br />salutiAnonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7138099619226908681.post-8985825992088548462016-07-22T20:37:54.729+02:002016-07-22T20:37:54.729+02:00Finalmente qualcuno ipotizza le cifre della possib...Finalmente qualcuno ipotizza le cifre della possibile carta straccia di una sola banca tedesca, anche se la piu' importante, d.bank: 800 miliardi. Chissa' quanto ne ha in totale il loro sistema, che come sappiamo e' composto da banche grosse messe male e le altre tipo sparkassen messe peggio, ma tutte tassativamente hanno in comune il fatto che non vengono adeguatamente vivisezionate dalla bce, che a noi ci intima, ci condiziona, ci obbliga, per 30 miliardi( forse)di capitale che mancherebbero alle nostre banche. Sic. caposaldohttps://www.blogger.com/profile/06984610642676969130noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7138099619226908681.post-47345722685177329962016-07-22T11:10:50.439+02:002016-07-22T11:10:50.439+02:00Di certo egli ha avuto un lungo e controverso rapp...Di certo egli ha avuto un lungo e controverso rapporto col marxismo, formalmente fino agli anni '70 del secolo scorso<br />https://it.wikipedia.org/wiki/Lyndon_LaRouche (ma conoscerai sicuramente questa fonte, non proprio benevola nei suoi confronti, e altre ancora).<br /><br />In questa occasione, peraltro, risultava interessante un "punto di vista" che, sicuramente non ortodosso, è pur sempre espressione di un milieu statunitense (e perciò a fortiori indicativo di certe possibili "altre" interpretazioni storico-economico...globali).<br /><br />Concordo che non solo è apprezzabile l'approccio multidisciplinare ma pure la varietà di fatti che vengono presi in considerazione, rispetto alle vulgate, analitiche e selettive, della grancassa mediatica globalizzata.<br /><br />Insomma, da questa fonte abbiamo, per contrappunto, un importante riscontro: quello della straordinaria omogeneità e "incredibile" simultaneità con cui il sistema mediatico internazionale reagisce "a", e narra, gli eventi "at large". <br /><br />Focalizzando sul tema più interessante, in termini di riflessione critica, della omogeneità&simultaneità del sistema globalizzato dei media, - non difficilmente spiegabile con la forte concentrazione in poche mani delle posizioni proprietarie-finanziarie di incumbent-, rimane l'oggettiva enorme difficoltà di bilanciare qualsiasi opnione di massa così ben orchestrata.<br /><br />Mentre, con facilità nei circuiti "alternativi" si creano così assurde divisioni para-razionali (frutto pavloviano della concentrazione in spazi estremamente ridotti), a ESSI è sufficiente rimanere nel solco che hanno tracciato e che approfondiscono sempre di più. <br />Così stanno le cose...per ora.<br /><br />Come diceva Poggio, "that's all folks" (e il segreto di ESSI è che "folks" significa menti "rese" elementari in massa).Quarantottohttps://www.blogger.com/profile/06816556453620678760noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7138099619226908681.post-53072360713394666622016-07-21T22:41:53.892+02:002016-07-21T22:41:53.892+02:00Certo che LaRouche mi piace un sacco.
Come americ...Certo che LaRouche mi piace un sacco.<br /><br />Come americano rigetta <i>nominalmente</i> Keynes (in quanto britannico?), e Marx (in quanto "marxista"? :-)): poi collega la tradizione di Hamilton, List e anti-liberista in genere a Roosevelt... che non era un economista (ma chi era il suo più illustre consigliere economico?). <br /><br />Un punto che per indole mi fa un sacco simpatia, è che ha un approccio multidisciplinare alle questioni sociali tipiche dell'ortodossia marxiana e di cui - consapevolmente o meno - adotta strumenti cognitivo-filosofici come, ad es., qualcosa di simile alla dialettica qualità/quantità.<br /><br />Inoltre - cosa piuttosto rara non solo per un americano ma per un anglosassone in genere - promuove la classicità e promuove la figura di Leibniz (che adoro). <br /><br />Al di là del suo centro studi che fornisce da decenni analisi spesso molto interessanti e "informate", promuove un approccio aperto e critico alle dinamiche sociali molto positivo.<br /><br /><i>(Certo, è evidente che il punto debole del movimentismo intorno alla sua figura rimane - come per Marx... - la sua stessa figura...)</i>Bazaarhttps://www.blogger.com/profile/17582168077328386807noreply@blogger.com