tag:blogger.com,1999:blog-7138099619226908681.post7689011812538900081..comments2024-01-26T15:32:41.629+01:00Comments on Orizzonte48: E SE IL LAVORO NON C'E'? ECONOMIA E LEGALITA' INTERNAZIONALE E COSTITUZIONALE SUL TEMA DELL'IMMIGRAZIONEQuarantottohttp://www.blogger.com/profile/06816556453620678760noreply@blogger.comBlogger19125tag:blogger.com,1999:blog-7138099619226908681.post-13489707058416352612017-05-17T11:05:54.665+02:002017-05-17T11:05:54.665+02:00Si capisce allora che, in quanto tocca un punto co...<i>Si capisce allora che, in quanto tocca un punto così capitale dell’organizzazione costituzionale, <b>la distinzione che ci occupa non possa essere qualificata come questione scolastica</b>. In verità, è la concezione della democrazia ch’essa mette in causa poiché, a seconda che l’una o l’altra tesi sia ritenuta come principio direttivo dell’organizzazione dell’esercizio del Potere, <b>si traccerà la cornice favorevole a una democrazia governata o a una democrazia governante</b>” [in nota <b>Burdeau, Traité de science politique</b>, t. V, 1953, 387-8]<br /><br />… Vero è che anche Rousseau, pur essendo fautore della sovranità dei singoli, nega agli stessi il diritto di far valere la propria volontà (“volontà particolare”), e impone ad essi di esprimere la volontà unitaria della nazione, la volontà generale, in cui praticamente si annulla la porzione singola di sovranità. In altre parole, nella concezione rousseauiana della volontà generale, che pure fu alla base di tanti sviluppi democratici, il cittadino che partecipa alla sovranità non deve mai esprimere il proprio punto di vista particolare, e la volontà generale non nasce da un confronto di tanti punti di vista particolari: chi così si comportasse sarebbe un cattivo cittadino, dato che il dovere di ognuno è di esprimere la volontà generale, cioè la volontà unitaria del corpo sociale. Ed è appunto perché si presume che la maggior parte dei cittadini si sia comportata così che si interpreta la volontà della maggioranza come volontà generale e sovrana, non perché si riconosca alla maggioranza un diritto di imporre il proprio punto di vista e tanto meno i propri interessi alla minoranza. <br /><br /><b>Questa finzione poteva appunto durare fin tanto che durava il suffragio ristretto e censitario</b>. Ossia fin tanto che durava il governo dei notabili, i quali potevano pretendere, in nome di siffatti principi, di rappresentare la volontà e l’interesse generale e di governare quindi in base al dettato del diritto naturale o della ragione. Ma quando il suffragio universale portò nell’esercizio di questo potere sovrano le lacerazioni e i contrasti di classe, il mito s’infranse e il popolo apparve nella sua vera realtà: “piuttosto come una molteplicità di gruppi distinti che come una massa coerente”.<br /><br /><b>La sovranità popolare non può d’ora in avanti che essere la sovranità di ciascuno</b>, ciascuno avendo eguali diritti a far pesare la propria volontà, la propria situazione, i propri interessi nella formazione di una volontà collettiva che dev’essere il concreto risultato di una contrapposizione di interessi e di volontà…</i>” [L. BASSO, Il principe senza scettro, Feltrinelli, 1958, 56-58].<br /><br />A Padellaro potremmo cominciare a inviare una copia del Principe senza scettro. E’ un po' “obsoleto”, ma vediamo se il nostro continua ancora a prendere in giro<br />francesco maimonehttps://www.blogger.com/profile/10915970445672487282noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7138099619226908681.post-29927840187384661522017-05-17T11:04:47.565+02:002017-05-17T11:04:47.565+02:00In Francia il concetto di sovranità nazionale (e n...In Francia il concetto di sovranità nazionale (e non popolare) si deve principalmente alla dottrina costituzionale di Sieyes il quale, perciò, si trovava a dover contrapporre governo rappresentativo e democrazia tout court. Come ci informa M. Gauchet (La Révolution des droits de l’homme, Gallimard, Paris, 1989, 18-19), quando Sieyes conia l’espressione rappresentanza nazionale, riflesso della sovranità nazionale (ovvero “<i>le peuple dans son activite politique n’est que dans la representation nationale; il ne fait corps que la</i>”), ricorre infatti ad una massima del diritto costituzionale monarchico: “<i>la nation ne fait pas corps en France; elle reside toute dans la personne du Roi</i>”. Si passa dal livello della regalità a quello di nazione, ma il risultato non cambia: la “democrazia” rimane un fenomeno strettamente borghese. Bisognerà aspettare il costituzionalismo democratico.<br /><br />Come ci spiega Basso, citando G. Burdeau, la democrazia è stata quindi intesa (nei regimi liberali) come “democrazia governata”. Quindi non possiamo affidarci a Sieyes che, tuttavia, è il grande teorico del “potere costituente” e che grande influenza ha avuto, come ci ricorda Arturo, proprio su C. Schmitt.<br /><br />Riprendendo in mano il Principe senza scettro, ho scoperto che proprio G. Burdeau è forse il solo costituzionalista francese (ma Arturo mi corriggerà!) che parla di “sovranità popolare” e che Basso non a caso cita a più riprese quando tratta dello “sviluppo storico della democrazia”:<br /><br />“<i>…<b>Che cosa s’intende infatti per sovranità popolare</b>? <br />“In ogni tempo furono in presenza due concezioni, ma di cui toccò all’epoca rivoluzionaria - precisamente perché, per la prima volta, si poneva il problema pratico dell’organizzazione di un regime fondato sulla sovranità del popolo - mettere chiaramente in rilievo le opposte conseguenze. Secondo la prima tesi, che sembra bene avere per sé l’autorità di una lunga tradizione nel pensiero democratico, la sovranità risiede in modo indiviso nel gruppo nazionale. Essa è una prerogativa di cui soggetto è la collettività tutta e a cui l’individuo non partecipa che nella misura della sua appartenenza al tutto. Secondo l’altra concezione, al contrario, è in ciascun individuo che ha sede la sovranità, di modo che la potenza sovrana del popolo non può esser altro che un modo di essere delle relazioni che si stabiliscono fra le sovranità individuali…<b>Si è abbastanza inclini oggi a vedere, nell’opposizione di questi due modi di intendere la sovranità, il tipo della questione scolastica oziosa e superata. Questo giudizio ha il vantaggio di autorizzare gli uomini politici a eludere una risposta singolarmente carica di conseguenze</b>. <br /><br /><b>Ma, in realtà, è un giudizio infondato giacché non è troppo dire che, dalla scelta fra sovranità del gruppo e sovranità dell’individuo, dipende il senso del regime che sarà stabilito</b>. Alcuni esempi lo proveranno. È dapprima il modo d’espressione della sovranità che varia: la sovranità della nazione si adatta a una rappresentanza globale, si accorda col suffragio censitario; la sovranità dell’individuo postula il suffragio universale, quando non addirittura la democrazia diretta. D’altra parte, mentre l’idea di una sovranità indivisa ripugna alla divisione dell’unità nazionale che implicano i partiti, la sovranità individuale trova la sua espressione naturale nei raggruppamenti di opinioni o di interessi. Inoltre, l’indipendenza dei governanti, che il principio di una sovranità di gruppo intiero permette di salvaguardare perché si tratta, per essi, di statuire in nome del tutto, scompare tosto che si ammette che la loro autorità dipende dalla delega di potere che ogni cittadino individualmente ha loro consentito. È d’altronde proprio nella situazione politica e giuridica dei governanti che l’opposizione fra le due concezioni relative alla sede della sovranità ha le sue ripercussioni essenziali</i>. (segue)<br />francesco maimonehttps://www.blogger.com/profile/10915970445672487282noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7138099619226908681.post-12295789926001593422017-05-17T11:02:32.319+02:002017-05-17T11:02:32.319+02:00“… Le ragioni di debolezza della democrazia france...“<i>… Le ragioni di debolezza della democrazia francese sono, a nostro avviso, molteplici, di natura sia politica che sociale. Cominciamo dalle prime che sono le più evidenti e quindi anche le più facili da esaminare.<br /><br />Politicamente, il regime della Terza Repubblica non è stato mai un regime compiutamente democratico. Nel suo <b>Traité de science politique, Burdeau ha illustrato assai acutamente gli aspetti politico-giuridici di quel regime, che egli chiama di “democrazia governata”, un regime cioè in cui la sovranità spetta solo nominalmente al popolo, che in realtà è governato dall’alto, dai “notabili” che sono gli effettivi detentori del potere</b>. Non per nulla del resto i giuristi francesi hanno sempre preferito alla espressione di “sovranità popolare” quella di “sovranità nazionale”, dove la nazione non è che un’entità mitica, astratta, non identificabile con l’effettiva realtà popolare, fatta di differenze e di antagonismi, ma al contrario esprimentesi in un’ancor più astratta “volontà generale” che è in effetti la volontà dei governanti, e quindi degli interessi da essi rappresentati, gabellata come volontà di tutta la nazione. Il bicameralismo, la divisione dei poteri, l’indipendenza giuridica e politica degli eletti rispetto agli elettori sono gli strumenti costituzionali su cui poggia la finzione di questa “democrazia governata”.<br /><br />Si pensi del resto che la costituzione del 1875 fu una costituzione di ispirazione addirittura monarchica, e che la progressiva democratizzazione della repubblica si effettuò attraverso successivi adattamenti che, più che dar vita ad un regime di vera democrazia, cercavano in realtà di costringere la pressione democratica che saliva dal basso entro schemi ben congegnati per difendere l’effettivo esercizio del potere a beneficio degli interessi dominanti. <b>Una democrazia, per essere reale, dovrebbe garantire al popolo non solo la titolarità ma l’effettivo esercizio del potere: i suoi eletti dovrebbero interpretarne e applicarne fedelmente la volontà, di cui il governo dovrebbe essere il leale esecutore attraverso il retto funzionamento della pubblica amministrazione</b>. In realtà questi diversi passaggi hanno sempre funzionato in Francia con molta approssimazione, e, soprattutto, nel senso di sottrarre al popolo il massimo di esercizio e di controllo del potere…</i>” [L. BASSO, La crisi della democrazia francese e le sue cause, in Problemi del socialismo, giugno 1958, n. 6, 407-426]. (segue)<br />francesco maimonehttps://www.blogger.com/profile/10915970445672487282noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7138099619226908681.post-65581311923999317532017-05-17T10:25:47.004+02:002017-05-17T10:25:47.004+02:00Grazie di avermi rammentato l'esistenza dello ...Grazie di avermi rammentato l'esistenza dello ius cogens (cioe' della tutela dei valori considerati fondamentali ed a cui non si può in nessun modo derogare da parte dei membri della comunità internazionale, cioe' da parte degli stati): certe nozioni sembrano talmente scontate che ci si dimentica del processo storico che ne ha prodotto la genesi.<br /><br />Lo ius cogens e' per sua natura in continuo divenire (fino a non molto tempo fa la schiavitu' era ancora legale in molti stati) ed il 'capitalismo trionfante' (cit. D. Fusaro) in realta' sta via via erodendo la lista dei valori fondamentali (diritti sociali in primis) dell'attuale ius cogens.<br /><br />Ora l'unico modo per contrastare il tentativo (gia' ben avviato) in atto e' quello di opporsi all'interno dei singli stati, perche' solo all'interno dei singoli stati c'e' la possibilita' di contrastare la perdita progressiva dei diritti sociali.<br /><br />Se non ricordo male sono cinque le sovranita' che qualificano uno stato sovrano e le cito in quello che, secondo me, osservando il nostro risorgimento, e' l'ordine di importanza:<br /><br />1) sovranita' culturale (per es. la Costituzione Repubblicana la vedo come la massima espressione della nostra passata sovranita' culturale);<br />2) sovranita' territoriale;<br />3) sovranita' economica e monetaria;<br />4) sovranita' diplomatica;<br />5) sovranita' militare.<br /><br />Con la perdita della II GM abbiamo perso le sovranita' 4 e 5.<br />Con l'adesione ai trattai EU, cioe' con la rinuncia alla nostra sovranita' culturale, abbiamo dapprima perso la sovranita' 3 ed ora stiamo perdendo anche la sovranita' 2.<br /><br />Siccome il capitalismo e' il fattor comune della sovranita' culturale di tutti gli stati del globo (ed il capitalismo per la sua stessa natura comprime la quota salari ed i diritti sociali) l'unica speranza di mantenere l'attuale ius cogens e' che si creino un certo numero di stati guida (poli) in cui si affermi nel modello culturale statale il diritto/dovere di intervento dello stato in economia (ai fini della piena occupazione).<br /><br />Per esempio la Cina, dove l'elite "comunista" al potere determina la politica economica, non ha ancora rimesso in discussione il suo passato modello (dobbiamo ammettere di successo) mercantilistico e quando dovesse invece decidere di puntare sull'aumento dei consumi interni potrebbe indicare la vera via verso la pace.<br /><br />La Russia di Putin sembra invece averlo fatto e contestualmente si sta riarmando a tappe forzate perche' sa che sara' inevitabilmente aggredita per questa scelta (come gia' avvenuto in passato).<br />Luca Cellaihttps://www.blogger.com/profile/00548340320605162401noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7138099619226908681.post-26063358839627622092017-05-16T19:01:44.066+02:002017-05-16T19:01:44.066+02:00A integrazione di quanto riportato da Arturo sul p...A integrazione di quanto riportato da Arturo sul perché negli Stati Uniti non sia mai nato un vero partito socialista, suggerisco questa lettura da Platone: "'... poiché l'animale uomo è di carattere difficile, e mostra di non volersi adattare ... alla necessaria distinzione (tra) schiavo e padrone, quella degli schiavi è una proprietà difficile. Ciò è rivelato nelle frequenti rivolte dei Messeni e negli stati in cui si posseggono molti schiavi di una sola lingua... Guardando a tutto questo ci sarebbe da rimanere veramente incerti sul come comportarsi per tutte le cose siffatte. Ci restano due soli mezzi per risolvere il problema: chi vuol avere schiavi che gli siano soggetti più facilmente non deve tenerne di una sola nazione, anzi devono essere quanto più possibile di lingua diversa, in secondo luogo deve allevarli bene non solo per far piacere a loro, ma avendo in vista anche il proprio interesse ...' (Platone, Leggi, 777 b-c) Quasi superfluo osservare che dal momento in cui non più la persona ma la sua forza lavoro è merce il secondo mezzo diventa inutile.Anonymoushttps://www.blogger.com/profile/16578080360455824258noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7138099619226908681.post-36699035354195971122017-05-16T16:40:05.675+02:002017-05-16T16:40:05.675+02:00Papa Francesco: "Ogni parrocchia ospiti una f...Papa Francesco: "Ogni parrocchia ospiti una famiglia di profughi"<br /><br />http://www.ilgiornale.it/news/mondo/papa-fracesco-ogni-parrocchia-ospiti-famiglia-profughi-1167440.html<br /><br />L'appello del Papa ai romani: "Accogliete tutti gli immigrati"<br /><br />http://www.ilgiornale.it/news/lappello-papa-ai-romani-accogliete-tutti-immigrati-1121739.html<br /><br />E poi dicono che i papi non si interessano di economia....stopmonetaunicahttps://www.blogger.com/profile/00038022586594323231noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7138099619226908681.post-76883112094988517722017-05-16T13:56:48.609+02:002017-05-16T13:56:48.609+02:00quel giorno ci vorrà una forza parlamentare che ch...quel giorno ci vorrà una forza parlamentare che chieda le quote (come in usa) per immigrati anche nel pubblico.<br />Così se lo prendono in quel posto gli elettori pd (82% statali vota pd).Legge Mancino n°205https://www.blogger.com/profile/10154023831377224273noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7138099619226908681.post-50172333607715123532017-05-16T13:22:39.115+02:002017-05-16T13:22:39.115+02:00sapete che mi piacciono certi particolari:
"D...sapete che mi piacciono certi particolari:<br />"De Grauwe studied economics at the Katholieke Universiteit Leuven from 1964 until 1969."<br />https://en.wikipedia.org/wiki/Paul_De_Grauwe<br /><br />Proviamo un po a indovinare quale economia Katholiken avrà mai studiato il Nostro...la stessa di Prodi, Draghi, Monti, Macron, ecc. ecc.stopmonetaunicahttps://www.blogger.com/profile/00038022586594323231noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7138099619226908681.post-77668122030000369012017-05-16T09:42:31.371+02:002017-05-16T09:42:31.371+02:00ça va sans dire...ça va sans dire...Quarantottohttps://www.blogger.com/profile/06816556453620678760noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7138099619226908681.post-57011691143506857122017-05-16T08:58:38.161+02:002017-05-16T08:58:38.161+02:00Ricorrendo a wikipedia
"La définition retenu...Ricorrendo a wikipedia <br />"La définition retenue aujourd'hui en droit est celle énoncée par Louis Le Fur à la fin du XIXe siècle : « La souveraineté est la qualité de l'État de n'être obligé ou déterminé que par sa propre volonté, dans les limites du principe supérieur du droit, et conformément au but collectif qu'il est appelé à réaliser»<br /><br />E' evidente che tutto sta nel "s"e e "come" raccordare quel "but collectif qu'il est appelé à réaliser" con i "limites du principe supérieur du droit".<br />Se il fine è la realizzazione dei diritti fondamentali dei cittadini (come dovrebbe essere il "minimum" proprio di ogni democrazia), e se questo insieme di diritti ha contenuto distintivo dell'assetto sociale, i principi superiori sono quelli di livello cosituzionale.<br /> <br />Certo rimane essenziale che risulti una prassi interpretativa consolidata, o meno, la consapevole enucleazione concettuale, quali diritti sociali, di taluni enunciati della Dichiarazione del 1789, richiamata nel preambolo della Costituzione (sia del 1946 che del 1958)...Quarantottohttps://www.blogger.com/profile/06816556453620678760noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7138099619226908681.post-57725968576705031162017-05-16T07:54:19.029+02:002017-05-16T07:54:19.029+02:00Ma anche in italia teniamo in gran conto l impatto...Ma anche in italia teniamo in gran conto l impatto dell immigrazione sul mondo del lavoro.<br />Non ha detto de grawe che dobbiamo svalutare internamente di un altro 20% per tornare competitivi internazionalmente?<br />Ecco qui come.<br />Quando avremo fatto anche questa svalutazione gli sbarchi saranno fermati.<br /><br />Luca Tonellihttps://www.blogger.com/profile/08427678680045781827noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7138099619226908681.post-65137855521507347562017-05-16T01:09:32.136+02:002017-05-16T01:09:32.136+02:00Non conosco abbastanza la dottrina giuridica franc...Non conosco abbastanza la dottrina giuridica francese da poter dare una risposta precisa. Diciamo, in generale (cioè senza tirar giù venti volumi dallo scaffale…;-)), che anch'io penso che la spiegazione vada cercata nella storia costituzionale: in Francia non si è mai realizzata una netta distinzione fra potere costituente e potere costituito, quindi la sovranità tende a rimanere in un pregiuridico sociologicamente amorfo, anche e prima di tutto nel suo titolare, cioè il popolo, e la legittimità a poter essere in qualsiasi momento “riattivata” a scapito della legalità. <br /><br />Non è un caso che Schmitt, nella sua Dottrina della costituzione (pag. 77) scriva: “<i>La grandezza politica della rivoluzione francese si trova nel fatto che nonostante tutti i principi liberali e tipici dello Stato di diritto l’idea dell’unita politica del popolo francese non cessò neppure un istante di essere il punto di riferimento decisivo.</i>”. <br /><br />D’altra parte Crisfulli (in Stato popolo governo che ho citato parecchie volte, pagg. 12-13) osserva: “<i>Dove, infatti, in nessun modo si riuscirebbe, adottando il criterio della legalità come conformità alle norme sulle fonti, a giustificare l’avvento della Quarta Repubblica, realizzatosi ad opera di un « governo provvisorio » di fatto, che era, all’inizio, ancor meno di un « governo locale » (piuttosto, un « comitato di insorti »); attraverso un referendum e un’assemblea costituente che nessuna norma costituzionale anteriore prevedeva. […] Per fondare la continuità dell’ordinamento francese del 1946 rispetto alla Terza Repubblica, rimanendo sul terreno delle dottrine che, secondo l’uno o l’altro orientamento, impostano il problema in termini di limiti alla revisione, bisognerebbe invocare quella legittimità sostanziale tanto spesso richiamata, infatti, nella dottrina francese e alla quale si compiace appellarsi in molte occasioni, con accento inconsapevolmente schmittiano, il generale De Gaulle.</i>”<br /><br />In un certo senso Schmitt è un autore molto francese, e viceversa: infatti, tornando a noi, pure la teoria della sovranità di Sapir, deve parecchio <a href="http://russeurope.hypotheses.org/765" rel="nofollow">a Schmitt</a> (da cui pure in parte prende le distanze). <br /><br />Per quanto mi riguarda è un gap, incolmabile, che va a tutto merito della nostra cultura giuridica. Bisogna sempre tenerlo presente.Anonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7138099619226908681.post-77565241618019113262017-05-15T22:40:52.154+02:002017-05-15T22:40:52.154+02:00Il problema definitorio della sovranità che pare l...Il problema definitorio della sovranità che pare legittimo a Sapir, in realtà, è per me motivo di perplessità da lungo tempo: e non basta a spiegarlo il diverso ordinamento costituzionale.<br />Ammetterai che proprio questa definizione "politica", separabile da quella sociale, è in sé un problema per il dibattito e la comprensione nei termini del "senso comune". In Francia (anzi, potrebbe pure spiegare una parte essenziale dell'atteggiamento dei melenchoniani verso la Le Pen, a pensarci bene).<br /><br />Questo è uno dei motivi per cui nel post sul contenuto della sovranità, prendendo spunto dalla Brexit, ne focalizzai il contenuto tipico in termini contemporanei (partendo da Mortati): a me pare che la Francia trovi ostacolo più in una sua storia politico-culturale che nella vera e propria struttura "tradizionalista" della sua Costituzione.<br /><br />Basso, peraltro, rispetto all'Italia, parla sulla base di uno "ius conditum" nella nostra Costituzione che è poi rimasto...a mezz'aria (come dimostra il brano sull'antisovrano citato da Francesco nei commenti al percedente post: su cui torneremo, visto che Padellaro ha preso in giro la Meloni dicendo che "la gente pensa che il sovranismo abbia a che fare col ritorno alla monrachia", tanto per capirsi sul livello mediatico "medio" del discorso sul tema).<br /><br />Al tempo stesso, proprio la traccia del diritto internazionale generale indicata in questo post, come ius cogens caratterizzante le relazioni sovrane tra Stati democratici, avrebbe consentito anche ai giuristi francesi una ridefinizione "corrente" della sovranità in senso democratico-sociale. <br /><br />Forse, (essendo Sapir un economista) sei in grado di ritrovare analoghe formulazioni nel costituzionalismo francese anche posteriore alla Costituzione del 1958 (magari traducendole "per il pubblico", dato che, in verità, il francese giuridico non è poi così intuitivo :-)...).Quarantottohttps://www.blogger.com/profile/06816556453620678760noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7138099619226908681.post-43463197635299159942017-05-15T21:27:27.011+02:002017-05-15T21:27:27.011+02:00Sono d'accordo e dirò di più: se la polemica s...Sono d'accordo e dirò di più: se la polemica sull'immigrazione diventa un folcloristico culto della "terra e dei morti" (Barrès), anziché essere connessa alla democrazia sostanziale, si rivela un accettabilissimo complemento del liberismo. <br /><br />Invito caldamente chi conosce il francese a seguire la polemica fra <a href="https://www.lesalonbeige.fr/eric-zemmour-le-fiasco-integral-de-marine-le-pen/" rel="nofollow">Zemmour</a> e <a href="https://russeurope.hypotheses.org/6002" rel="nofollow">Sapir</a>. <br /><br />Sostanzialmente Zemmour accusa Sapir di aver traviato la Le Pen, via Florian Philippot, distogliendola dall'immigrazione e da "<i>juguler l'Islam</i>", per parlare di euro (quando ormai "<i>l'économisme est passé de mode</i>": è un problema di moda!). <br /><br />Così gli risponde Sapir: "<i>Opposer ces courants et faire le choix de la thématique identitaire, cela revient à évacuer ce que le souverainisme contient de réellement critique vis-à-vis du système. Car, le souverainisme identitaire n’est nullement incompatible avec l’ordre des choses tel qu’il existe, avec l’Union européenne, avec le néo-libéralisme. <b>Le souverainisme social et le souverainisme politique</b>, eux, portent une critique radicale de ce même ordre des choses. Dès lors, on voit bien le jeu conservateur se révéler, tant idéologiquement que politiquement. Dans les grandes manœuvres qui s’annoncent pour le dépeçage du FN, certains rêvent de le voir revenir à la position de supplétif de la droite traditionnelle, ce qui est d’ailleurs exactement le rêve de Macron qui lui espère qu’un FN retourné à sa ligne identitaire stérilisera une partie des voix de la droite, lui laissant politiquement le champ libre pour mener à bien sa propre recomposition. C’est à ce rêve qu’Eric Zemmour vient d’apporter sa contribution, qu’il en ait conscience ou non.</i>"<br /><br />Ovviamente la distinzione fra "sovranismo" politico e sociale da noi non si pone (per le ragioni <a href="http://orizzonte48.blogspot.it/2015/12/democrazia-federalismo-indipendentismo.html" rel="nofollow">ben spiegate</a> (n. 3) da Basso), ma il discorso direi che fila come un TGV. Anonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7138099619226908681.post-86365896393836531462017-05-15T20:21:31.865+02:002017-05-15T20:21:31.865+02:00"Ma credo che tutti i localismi sorti negli S..."Ma credo che tutti i localismi sorti negli Stati democratici europei prima dell'attuale "soluzione finale", rispondano alla stessa regia...".<br /><br />Le posso assicurare con assoluta certezza, per esperienza diretta e... cosciente (vivo in Veneto, non so se mi spiego) che sì, è verissimo.<br /><br />I gatekeepers e i finti (loro) nemici ce li hanno messi tra le balle da gran tempo, ben prima dei ridicoli Fivestars. <br /><br />Siamo alle solite: manipolazione, svariatissime modalità di pressione indiretta e intere immani mandrie di idioti (anche qui, bipartisan: federalisti liberalpiddini e localisti).<br /><br />Le oligarchie hanno realizzato la botte di ferro - a loro pro. Luca Pasellohttps://www.blogger.com/profile/02735068452988644427noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7138099619226908681.post-8651914810814221432017-05-15T19:50:01.565+02:002017-05-15T19:50:01.565+02:00Dai che le influenze d'oltreoceano, nella loro...Dai che le influenze d'oltreoceano, nella loro proiezione federalista europea (e non solo, naturalmente), hanno reso gli italiani ben capaci di smontarsela da soli e "abilmente", l'identità politica e sociale: e ben prima dell'arrivo dell'immigrazione sostitutiva di massa.<br /><br />Ma credo che tutti i localismi sorti negli Stati democratici europei prima dell'attuale "soluzione finale", rispondano alla stessa regia...Quarantottohttps://www.blogger.com/profile/06816556453620678760noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7138099619226908681.post-59223132012881591522017-05-15T18:54:12.440+02:002017-05-15T18:54:12.440+02:00Tutto ciò avrà un qualche rapporto col fatto che i...Tutto ciò avrà un qualche rapporto col fatto che in USA non c’è mai stato un partito socialista degno di questo nome? Stando al vecchio Walter Korpi, marxista della mitica scuola svedese che piace tanto a Cesaratto, parrebbe proprio di sì (The Democratic Class Struggle, Routledge & Kagan Paul, London-Boston-Melbourne-Henley, 1983, pag. 29): “<i>It also remains to be explained why American workers did not come to use their suffrage to block anti-labour legislation and to limit the anti-union use of state power.<br />Although the mainstream explanations of 'American exceptionalism' point to issues of relevance in this context, it appears to me that the major factors behind the absence of a socialist labour movement in America must be sought in <b>the difficulties for organization which American workers have been confronted with</b>. The major part of these difficulties are rooted in the fact that the American working class was created through slavery and through successive waves of ethnically very heterogeneous immigrants. <b>The racial and ethnic heterogeneity of the American working class generated spontaneous social organization along ethnic lines and inhibited collective action on the basis of class</b>. American employers also became skilled in <b>exploiting the racial and ethnic cleavages among workers</b>. In addition, immigrants generally tended to define their stay in the new country as a temporary one, and often for a long time retained the hope of returning to 'the old country', something which probably counteracted <b>longterm commitments</b> to collective organization.</i>”<br /><br />Ovvero, con buona pace di Negri e dei negriani (o forse sarebbe il caso di chiamarli negrieri), un conflitto sociale efficace, cioè il sale, se non la vita stessa, di una democrazia sociale come la nostra, richiede un certo grado di stabilità e omogeneità delle identità politiche e sociali. Piaccia o meno. <br />Anonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7138099619226908681.post-45122307168090704492017-05-15T18:52:16.739+02:002017-05-15T18:52:16.739+02:00Che poi per sapere a quali tipi di giochetti “divi...Che poi per sapere a quali tipi di giochetti “divide et impera” si presti l’immigrazione, evidentissimi nel caso americano, non è che dovevamo aspettare Alesina. <br /><br />Lettera di Engels a Herman Schlüter del 30 marzo 1892 (MECW, vol. 49, pag. 393) sulla situazione americana: “<i>These immigrants, however, are split up into nationalities which understand neither each other nor, for the most part, the language of the country. And over there <b>your bourgeoisie is far more adept than the Austrian government at playing off one nationality against another</b>—Jews, Italians, Bohemians, etc., against Germans and Irishmen, and each against the other so that in New York the workers' living standards vary, or so I understand, to an extent unheard of elsewhere. And on top of that you have the complete indifference of a society, which has grown up without any of the easy-going background of feudalism and upon a purely capitalist basis, towards human beings who have fallen victim to the competitive struggle: “there will be plenty more, and more than we want, of these damned Dutchmen, Irishmen, Italians, Jews and Hungarians” — and in addition, standing in the background, you have John Chinaman who far outdoes them all in his ability to live on next to nothing.</i>”<br /><br />Lettera di Engels a F. A. Sorge del 2 dicembre 1893 (in MECW, vol. 50, pag. 236), sempre sull’argomento immigrazione in USA, “<i>which splits the workers into two<br />groups, native-born and foreign, and the latter again into 1. Irish, 2. Germans, 3. a number of smaller groups, each speaking only its own language— Czechs, Poles, Italians, Scandinavians, etc. And, in addition, the negroes. To form a party of one’s own out of all these calls for exceptionally strong incentives. <b>Every now and again a powerful élan may suddenly make itself felt, but all the bourgeoisie has to do is to stick it out passively, whereupon the dissimilar working-class elements will disintegrate again</b>.</i>” <br />Anonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7138099619226908681.post-27650364633277959442017-05-15T16:56:30.739+02:002017-05-15T16:56:30.739+02:00Propio oggi, parlando con un amico, in merito all&...Propio oggi, parlando con un amico, in merito all'affermazione della serracchiano, notavo come la sinistra liberal e cosmopolita buonista abbia, l'inespiabile colpa di aver creato un mostro.<br />Mostro che nasce, da un senso di colpa e da un moralismo peloso, indotto sopratutto nella fascia di popolazione più istruita.<br />Che molto spesso, meschinamente crede di essere al riparo dalla svalutazione reddituale cagionata da flussi sregolati di migranti.<br />E forse proprio l'immigrazione sarà l'anello che si romperà prima, proprio per quell'istinto ,di conservazione, che più o meno ha ogni comunità umana.<br />La brama di svalutare il lavoro, attraverso l'ampliamento smisurato dell'offerta, potrebbe rompergli il giocattolo tra le mani.Anonymoushttps://www.blogger.com/profile/06562169661419378754noreply@blogger.com