Il moltiplicatore fiscale è una faccenda complicata. Infarcito di variabili su fattori rilevanti opinabili, secondo gli stessi ricercatori, quel che è certo è che esista. Ovviamente nessuno si azzarda più a usare quello originario Keynesiano, ma intanto, ci attestiamo sugli ultimi, ma non solo, studi di FMI-Blanchard.
E facciamo una semplificazione da praticoni come di consueto.
Con l'avvertenza che la prima parte dell'esposizione, quella relativa all'individuazione dei moltiplicatori utilizzati e alla ricostruzione dei calcoli "ufficiali" dell'Economia e di Bankitalia, è quasi un "divertissment", che mira a enfatizzare la confusione totale in cui sono piombati (al PUD€). Essenzialmente per celare la strategia di conservazione del potere e "temporeggiatrice" che stanno disperatamente adottando in attesa di vie d'uscita che, i più accorti tra "loro" (qualcuno forse ci sarà), si rendono conto essere molto scarse.
Quindi svolte badogliste sempre più probabili e calcoli di futuro riposizionamento opportunistico che dominano, come "retropensiero" che i media irregimentati non riescono più a ben dissimulare, tutto quanto sta accadendo.
Con l'avvertenza che la prima parte dell'esposizione, quella relativa all'individuazione dei moltiplicatori utilizzati e alla ricostruzione dei calcoli "ufficiali" dell'Economia e di Bankitalia, è quasi un "divertissment", che mira a enfatizzare la confusione totale in cui sono piombati (al PUD€). Essenzialmente per celare la strategia di conservazione del potere e "temporeggiatrice" che stanno disperatamente adottando in attesa di vie d'uscita che, i più accorti tra "loro" (qualcuno forse ci sarà), si rendono conto essere molto scarse.
Quindi svolte badogliste sempre più probabili e calcoli di futuro riposizionamento opportunistico che dominano, come "retropensiero" che i media irregimentati non riescono più a ben dissimulare, tutto quanto sta accadendo.
Allora, rinunziando a distinguere tra moltiplicatore della spesa corrente e quello del public investment, e al periodo, breve o medio, di rilevazione, avevamo ipotizzato, un moltiplicatore di circa 1,5 per ogni punto di riduzione del deficit via tagli della spesa.
Sapir, usando lo stesso metro - riferimento al punto di PIL di minor ìndebitamento, però senza troppo distinguere nel mix di tagli&tasse-, ci dice che il moltiplicatore è "1,4, se non di più".
Quindi diamo per buono l'1,5 "medio" in relazione al tipo classico di mix in cui sono FINORA consistite normalmente le manovre; poi potremmo accreditare, sempre per semplificazione empirica, un moltiplicatore, ad origine FMI, di 0,9 per le misure di imposizione fiscale (nuove tasse o tagli delle stesse) e di 1,7 per la spesa pubblica.
E' ovvio che il sistema è, come detto, grossolano, ma vedremo poi come appaia ORA ragionevole tendere ormai a tarare il moltiplicatore "mediato" sul taglio della spesa piuttosto che sull'aumento dell'imposizione. E quindi il criterio omnicomprensivo mediato di Sapir ci appaga, confermato com'è dai calcoli qui in precedenza effettuati, poi asseverati dalle successive uscite dei nostri responsabili economici.
E' ovvio che il sistema è, come detto, grossolano, ma vedremo poi come appaia ORA ragionevole tendere ormai a tarare il moltiplicatore "mediato" sul taglio della spesa piuttosto che sull'aumento dell'imposizione. E quindi il criterio omnicomprensivo mediato di Sapir ci appaga, confermato com'è dai calcoli qui in precedenza effettuati, poi asseverati dalle successive uscite dei nostri responsabili economici.
Con questi "grossolani", ma pragmatici e più realistici, mezzi a disposizione, la situazione sarebbe questa:
il deficit accertato nel 2012, ai fini UE, è stato del 3%: dato ufficiale ai fini contabili per la Commissione UE.
Quello stimato per il 2013 sarà del 2,9.
In precedenza, prima del provvedimento d'urgenza sui crediti delle imprese verso la p.a., abbiamo anche quantificato, - in base agli effetti dei tagli della spesa 2012 sul 2013 e alle operazioni di rifinanziamento di CIG, rimedi per gli esodati e contribuzione varia ai fondi e ai salvataggi europei, cioè alle voci "inevitabili"-un deficit intorno a 2,4/2,5 punti di PIL.
Che poi questo sarebbe l'indebitamento "ante-pagamento crediti alle imprese" ci è stato confermato dallo stesso governo e al centesimo in corso d'anno: l'indebitamento annuale sarebbe stato al 2,4% (evidentemente scontando gli oneri ineludibili indicati nella prima stima da noi effettuata), ma si aggraverà, a seguito del DL sui crediti alle imprese, fino al 2,9.
Che poi questo sarebbe l'indebitamento "ante-pagamento crediti alle imprese" ci è stato confermato dallo stesso governo e al centesimo in corso d'anno: l'indebitamento annuale sarebbe stato al 2,4% (evidentemente scontando gli oneri ineludibili indicati nella prima stima da noi effettuata), ma si aggraverà, a seguito del DL sui crediti alle imprese, fino al 2,9.
La Commissione UE, però, non si fida. Ma perchè non ha chiara la situazione contabile: non perchè creda nel moltiplicatore, nonostante gli studi di Blanchard abbiano stigmatizzato proprio il loro calcolo dello stesso, stimato a 0,4-0,5, livelli che, per l'ufficio studi del FMI, va bene per i paesi del terzo mondo e non per paesi a capitalismo avanzato e in vincolo di cambio fisso come l'area UEM.
Senonchè, e ovviamente lo diciamo sempre sulla base dell'approssimazione grossolana che il confuso balletto di cifre e di criteri "ufficiali", e ufficiosi, ci consente, i 20 miliardi da erogare come pagamenti alle imprese entro quest'anno, sarebbero pari a 1,3 punti di PIL abbondanti. Di cui solo una parte sarebbe già scontata, col criterio di cassa, nella spesa in erogazione e quindi non inciderebbe sul deficit. La parte che invece non solo agisce sul debito da emettere da parte del tesoro, ma ANCHE sull'indebitamento-deficit, avrebbe un effetto sul deficit (non sarebbe nell'ammontare) pari a, evidentemente 0,5 punti di PIL.
Ciò quindi non significa che l'ammontare "scoperto" dal criterio di cassa sia intorno ai 7,5 miliardi circa: per avere un effetto sul deficit di questa portata, infatti, deve essere ben superiore (il deficit è un differenziali tra flussi in entrata e in uscita).
Infatti, in termini contabili dare/avere, tutto ciò che non trova già coperura nella spesa programmata nel 2013, è stata fatta oggetto di previsioni apposite di ulteriore copertura per poco meno di un punto di PIL, da raggiungere, si noti, mediante tagli futuri, a carico degli enti locali erogatori, e comunque di tagli lineari a carico delle amministrazioni centrali.
Infatti, in termini contabili dare/avere, tutto ciò che non trova già coperura nella spesa programmata nel 2013, è stata fatta oggetto di previsioni apposite di ulteriore copertura per poco meno di un punto di PIL, da raggiungere, si noti, mediante tagli futuri, a carico degli enti locali erogatori, e comunque di tagli lineari a carico delle amministrazioni centrali.
L'ammontare di questa modalità di copertura non graverebbe però per intero sull'anno in corso, per cui non sarebbe indicativa per riquantificare con esattezza i dati 2013. Ma accontentiamoci del principio di copertura annuale immaginandolo corrispondente a pagamenti effettuati entro lo tesso termine, con sorprendente efficienza.
Dando dunque per scontata la solerte esecuzione dei pagamenti, senza eccessivi ritardi burocratici accuratamente disseminati nella disciplina di pagamento (un vero e proprio atto di fede), per avere un aggravio di 0,5 punti di PIL nel deficit 2013 vuol dire che dobbiamo risalire al moltipicatore utilizzato dall'Economia: questo risulterebbe, in base ai dati ricavabili dalle rilevazioni precedenti, di circa 1,3. Lo abbiamo desunto da come ha eseguito i calcoli previsionali correttivi della recessione 2013.
Quindi la spesa aggiuntiva per i pagamenti della p.a. dovrebbe avere un moltiplicatore di 1,3, dando luogo a un differenziale positivo teorico di crescita di 1,69 punti di PIL.
Che, a sua volta, dovrebbe dare un gettito approssimativo, di nuove entrate, di poco meno della metà, calcolando la pressione fiscale annuale "media" attestatasi oltre il 46% (con le oscillazioni che registrerà trimestre per trimestre, a seconda degli adempimenti e dando per altrettanto scontato l'aumento dell'IVA per giugno o, in sua sostituzione inevitabile, una manovra sulle deduzioni/detrazioni fiscali).
Che, a sua volta, dovrebbe dare un gettito approssimativo, di nuove entrate, di poco meno della metà, calcolando la pressione fiscale annuale "media" attestatasi oltre il 46% (con le oscillazioni che registrerà trimestre per trimestre, a seconda degli adempimenti e dando per altrettanto scontato l'aumento dell'IVA per giugno o, in sua sostituzione inevitabile, una manovra sulle deduzioni/detrazioni fiscali).
Senonchè, per arrivare a un deficit aggiuntivo di 0,5 del PIL, questi 1,69x0,46= 0,78 punti di PIL di nuove entrate, dovrebbero portare, simultaneamente, a un calo del gettito determinato dalla anzidetta copertura mediante tagli alla spesa: supponendo infatti di attenersi al moltiplicatore "ufficiale ricostruibile" di 1,3 (che però è errato per difetto, perchè sarebbe in realtà 1,7, secondo i parametri del FMI), ciò vuol dire che l'ammontare della copertura avrà dato un risultato recessivo superiore a quello dell'effetto espansivo; "aggiustando" i calcoli deduttivamente, a ritroso, dovrebbe essere pari a un minor PIL per 2,5 punti circa, e quindi a minori entrate (da caduta della base imponibile) per corrispondenti 1,15 punti di PIL, sempre alla pressione fiscale ipotizzata di 0,46% sul PIL.
Ma allora i conti proprio non tornano: com'è possibile?
Una contrazione di PIL di 2,5, con un moltiplicatore di 1,3, dovrebbe essere corrispondente a tagli aggiuntivi di copertura per 1,92 punti di PIL, mentre invece parrebbe di capire, dalle cifre poste nel DL "crediti delle imprese", che la copertura, in realtà pure scaglionata a cavallo di questo e del prossimo anno, è pari circa a 0,8 punti di PIL!
E, tra l'altro, se così fosse, i differenziali tra spese aggiuntive effettuate e quelle tagliate porterebbero una recessione aggiuntiva di circa 0,8 e quella totale a fine anno a 2,1 punti di PIL (e non è detto che poi non sia così, ma per altre vie).
E, tra l'altro, se così fosse, i differenziali tra spese aggiuntive effettuate e quelle tagliate porterebbero una recessione aggiuntiva di circa 0,8 e quella totale a fine anno a 2,1 punti di PIL (e non è detto che poi non sia così, ma per altre vie).
La verità? Non hanno usato alcun moltiplicatore: il calcolo effettuato per ricorreggere il deficit 2013, per come esaminato dalla Commissione, è stato basato sul fatto che si considera il solo fatto contabile di (ipotizzabile) cassa: al netto della copertura mediante tagli nel loro ammontare nominale ci sarà un'erogazione di spesa aggiuntiva di circa 0,5 punti di PIL, che si riflette in misura essattamente corrispondente sul deficit.
Cioè, non si applica in queste previsioni iniziali alcun moltiplicatore. Semplicemente se ne nega l'esistenza e si procede come se lo Stato fosse un'impresa, e non determinasse il meccanismo complessivo dell'intervento pubblico e della leva fiscale, cioè la sua influenza propagantesi sul PIL. Come se conseguentemente la contrazione-espansione della spesa pubblica, in base al moltiplicatore, non agisse a più livelli sui fattori aggregati della domanda.
Cioè, non si applica in queste previsioni iniziali alcun moltiplicatore. Semplicemente se ne nega l'esistenza e si procede come se lo Stato fosse un'impresa, e non determinasse il meccanismo complessivo dell'intervento pubblico e della leva fiscale, cioè la sua influenza propagantesi sul PIL. Come se conseguentemente la contrazione-espansione della spesa pubblica, in base al moltiplicatore, non agisse a più livelli sui fattori aggregati della domanda.
Poi, quando si faranno aggiornamenti in base al consuntivo trimestrale, cioè dell'andamento reale dei conti pubblici, ci si accorgerà che il moltiplicatore esiste, se non altro perchè "è inutile discutere con i fatti".
Ma i calcoli saranno così sempre sbagliati.
Il fatto è che, se li facessero giusti, stimando un ragionevole moltiplicatore, le politiche suggerite si rivelerebbero in partenza sempre sbagliate.
E non possono permetterselo. Devono prendere tempo: anche ora, anzi subito.
E non possono permetterselo. Devono prendere tempo: anche ora, anzi subito.
Ma questo perchè, come si legge abbondantemente sui giornali, si sono convinti che occorra dire che l'austerità va allentata.
Solo che non ci raccontano per bene come: ciò, infatti, sarebbe raggiunto mediante alcuni ventilati alleggerimenti di imposizione fiscale, ma anche spese "sociali", come il rifinanziamento della cassa integrazione straordinaria, possibili redditi di sostegno (cittadinanza a metà?) alle famiglie in difficoltà, soluzione del problema esodati, e via dicendo.
Solo che non ci raccontano per bene come: ciò, infatti, sarebbe raggiunto mediante alcuni ventilati alleggerimenti di imposizione fiscale, ma anche spese "sociali", come il rifinanziamento della cassa integrazione straordinaria, possibili redditi di sostegno (cittadinanza a metà?) alle famiglie in difficoltà, soluzione del problema esodati, e via dicendo.
Vigendo tuttavia il "pareggio di bilancio", tutti questi saranno finanziati principalmente con tagli della spesa. Per 10 o 20 miliardi, non si sa bene, e non si neppure in che arco di tempo, a seconda di quali sgravi, tipo IMU, mancato aumento dell'IVA a giugno, allentamento del patto di stabilità coi comuni, saranno per primi dati in pasto alla propaganda della "Nuova era".
Mentre su questo già iniziano a litigare!
Mentre su questo già iniziano a litigare!
"Era" che nuova non sarà affatto: se per dare il sostegno alle famiglie taglierò, abolendoli o accorpandoli, altri sussidi sociali, nella migliore delle ipotesi avrò raggiunto un risultato neutrale.
Se invece, notate bene, per dare copertura a sgravi fiscali opereranno tagli alla spesa in misura corrispondente, il risultato sarà di aggiuntiva recessione.
Perchè, infatti, lo sgravio fiscale aumenta il reddito disponibile effettivo meno della spesa pubblica: il primo ha un moltiplicatore comunque inferiore, supponiamo, di 0,8-0,9, attenendoci alla semplificazione per il breve periodo del calcolo del FMI; la seconda, "in media", di 1,5 (se non di 1,7: almeno, date le condizioni creditizie della nazione e la straordinaria rigidità della curva IS, che solo la spesa pubblica può sbloccare).
Quindi mentre la sostituzione di spesa sociale con altra è una mera operazione neutrale da punto di vista del PIL, cambiando soltanto, a seconda dell'individuazione dei beneficiari rispetto alla legislazione presistente, la distribuzione del reddito, la sostituzione di tasse con tagli a loro copertura è un'operazione recessiva. Cosa che molti di voi sanno benissimo.
Ma è proprio per questo che hanno bisogno di ignorare il moltiplicatore.
Ed è proprio per questo che in breve, attuati programmi fiscali del genere, si ritroveranno con recessione perdurante e amplificata sulle previsioni 2013 e 2014.
Basta attendere pochi mesi.
Ammesso, per concludere, che mentre comunque gli accantonamenti dei relativi fondi - creati mediante tagli- già operano, siano poi resi effettivi i pagamenti dei crediti alle imprese: cosa che pare proprio impossibile, dato il regime di "burocrazia a ostacoli" prescelto. Il che accelerererà sia la recessione, sia l'andamento dei conti fuori previsione, anche prima dell'effetto delle nuove manovre.
Insomma, a noi non danno scampo, ma pure "loro" non stanno tanto bene...
Insomma, a noi non danno scampo, ma pure "loro" non stanno tanto bene...