Questo articolo del Guardian, intitolato "Perchè è tempo di occupare lo Stato", non ho il tempo di tradurvelo ma mi pareva importante sottoporvelo con immediatezza. Qualcuno lo potrà tradurre al volo, e comunque vi potrete anche "aiutare" con le parti in neretto.
E' importante per alcuni aspetti veramente essenziali:
- in Italia (ma in prospettiva anche in Spagna) parrebbe che siamo, avanti ma...a metà.
E quindi siamo indietro programmaticamente, cioè nella sostanza: tanto per cambiare, nei contenuti, considerati obiettivamente, risultiamo "sfasati" rispetto al resto del mondo e attestati sulle scorie di un ostinato "ORDOliberismo" (cioè il liberismo il cui percorso di affermazione passa apparentemente per politiche "sociali" dello Stato che...disfano i suoi compiti di intervento e il welfare che non sia "bad samaritan");
- nel frattempo da noi, a conferma di una drammatica sfasatura di "consapevolezza", a trazione mediatica, si manifesta l'irrompere proprio della pressocchè inutile "piazza" (il che dimostra che, rispetto alle integrali ed effettive cause della crisi il m5s stenta a dare una risposta alternativa, confinato com'è nella lotta anticasta e anti-presunti-sprechi, su una spesa pubblica che non riesce a stimare nella sua perdurante insufficienza, non rendendosi conto che il problema è la stagnazione determinata dalla "convergenza" post Maastricht e dall'adozione della moneta unica e non "gli sprechi", epifenomeno secondario, la cui ossessiva ripetizione risulta conveniente alle oligarchie);
- questo quadro distonico si trova in netto ritardo rispetto alla stessa fase in cui si trovano ormai gli stessi USA, come evidenzia l'ultimo intervento di Krugman, che riporta la "svolta" del recente discorso di Obama che abbandona l'idea liberista (occulta e ormai luogocomunista irreversibile) che la disoccupazione sia "colpa" di masse di "zotici" senza expertise e senza voglia di "studiare", laddove invece essa è il frutto inesorabile di precise scelte politiche dei governi.
- questo perchè "istruzione, sanità e parchi pubblici" (ma non solo) esigono "spesa pubblica", pensate un pò, e si coniugano con politiche di piena occupazione e con una pregiudiziale e coessenziale rimessa in discussione, in €uropa e in Italia, del ruolo della banca centrale;
- e perciò il citato m5s, dovrebbe quantomeno ricalibrare la sua offerta politica, che oggi appare orientata nei termini di una "resa" morbida alla globalizzazione sul piano fiscale e del consolidamento di bilancio (presupposto di ogni politica del tipo di quelle rivendicate nell'articolo), come si è qui numerose volte evidenziato;
- nel frattempo da noi, a conferma di una drammatica sfasatura di "consapevolezza", a trazione mediatica, si manifesta l'irrompere proprio della pressocchè inutile "piazza" (il che dimostra che, rispetto alle integrali ed effettive cause della crisi il m5s stenta a dare una risposta alternativa, confinato com'è nella lotta anticasta e anti-presunti-sprechi, su una spesa pubblica che non riesce a stimare nella sua perdurante insufficienza, non rendendosi conto che il problema è la stagnazione determinata dalla "convergenza" post Maastricht e dall'adozione della moneta unica e non "gli sprechi", epifenomeno secondario, la cui ossessiva ripetizione risulta conveniente alle oligarchie);
- questo quadro distonico si trova in netto ritardo rispetto alla stessa fase in cui si trovano ormai gli stessi USA, come evidenzia l'ultimo intervento di Krugman, che riporta la "svolta" del recente discorso di Obama che abbandona l'idea liberista (occulta e ormai luogocomunista irreversibile) che la disoccupazione sia "colpa" di masse di "zotici" senza expertise e senza voglia di "studiare", laddove invece essa è il frutto inesorabile di precise scelte politiche dei governi.
"Some veterans of the Occupy and indignados movements are considering a turn towards electoral politics. This change of direction reflects an increasing awareness among activists that to change the world we also need to take state power.
Setting up political parties is not exactly what we have become accustomed to expect from radical activists. Yet, this is precisely what some of the participants in the last few years of protest and occupations are now busying themselves with. From Spain to the US, Greece to Turkey, many protesters have been persuaded that to do away with the 1% dominating the 99%, it will not be enough simply to resort to the heroic arsenal of street politics. After taking to squares, many now feel the time has come to occupy the state.
"We believed that, following the street protests, American democracy would have reacted by changing its way of doing things," Micah White, the former editor of the radical magazine Adbusters, credited with the invention of the name Occupy Wall Street, recently declared. "Now we are realising that you also have to win elections, and you have to govern, not just work against the government."
White's comments – which came after a meeting with Beppe Grillo, the leader of Italy's Five Star movement, the anti-austerity party that won 25% of the vote in the last general election – might appear as a shot in the dark. But elsewhere this electoral turn is already in full steam. Take the enigmatically named X party (Partido X), in Spain. This political formation has emerged out of a wing of the indignados movement, and is tipped to run in the European elections of 2014. Similar to the Five Star movement, the X party's platform centres on the promise of a new electronic democracy, that chimes very well with the desire for participation expressed in the occupied squares of 2011. Other activists connected with the occupation movement wave – in countries such as Israel, Turkey and Greece – are trying to open up more traditional left parties and to use them to continue where the street movements stopped.
It is not difficult to understand the reasons behind this new interest in electoral politics. The financial crisis of 2008 has brought about a tectonic shift in public opinion. A number of impressive results for left formations, from the great showing of Syriza in the 2012 Greek elections, to the recent victory of De Blasio in New York, and the election of student leader Camila Vallejo in Chile, have shown the extent to which the electorate is looking for radical progressive alternatives.
Naturally, not everybody within the occupation movement is buying into this strategy. Many continue to see the state as the source of all evil, and in electoral politics a manifestation of despicable reformism. Yet, having to confront on a daily basis a difficult economic situation that begs for fast and realistic solutions, many have come to view new forms of engagement with political institutions favourably.
If there is something that the financial crisis and austerity politics has taught us, it is that, for all the recurring predictions about its ultimate disappearance, the state continues to deeply influence our lives. We have learned that the provision of the public services we cherish the most – education, health, public parks – is largely dependent on decisions taken at state level. Naturally, it would be foolish, in a world of global capitalism, to think that once the state is occupied, one can do as one wishes. But why shouldn't we also use the state, to secure new universal rights – free health, free education, free transportation, decent housing for all – of the type that have not been prefigured in the occupied squares of 2011?
Anti-globalisation activists believed that, as asserted by Marxist scholar John Holloway, we could "change the world without taking power". Many in the new generation of activists have become painfully aware that in order to achieve real change you also need to take power; that in order to really scare the 1%, you also need to occupy the state
"
penso possa andare P:
RispondiEliminahttp://raccontiliberi-poldo.blogspot.it/p/movimento-cinque-stelle-di-italia-il.html
cmq non mi sorprende, tutti i movimenti finora espressi contro la crisi sono di riforma,
anche questo blog argomenta analisi per riforme o innovazioni. il problema sorgerà
quando alcuni di questi gruppi raggiungeranno le sedie di commando se verranno concesse le
riforme o no.
Eh no, caro amico, se pensi che questo sia un blog di "riformismo" facendo di ogni erba un fascio, semplicemente NON LO HAI LETTO, se non forse distrattamente e con il velo dell'idea che occorra la RIVOLUZIONE "perchè il capitalismo è finito" e altre amenità del genere.
EliminaQua si spiega in termini giuridico-economici quale sia il MODELLO COSTITUZIONALE E COME RIPRISTINARLO, in termini tecnici proprio disfacendo le riforme ordoliberiste.
Cosa di cui non c'è traccia alcuna in nessuna altra espressione nè sul web nè in altre sedi di qualunque genere.
Le riforme (orrendo termine neo-liberista e superparaculo) che si faranno comunque possono solo essere figlie dei programmi attualmente prospettati: e sono tutte - quelle espresse da tutte le forze politiche- in senso neo-liberista e, una volta al governo, automaticamente pronte a trasformarsi in ordoliberismo (più o meno d'accatto, cioè green-autocolonizzatore o filo€uropeo).
non credo che lei sia disposto a passare 3 o 4 anni in un campo di concentramento sottoposto a torture come è capitato alla mia famigli in uruguay durate gli anni '70. qui in europa occidentale non vi sono raggioni per rivoluzioni armate, la gente non ne vuole sentir parlare. poi non vi sono margini di rivoluzione perché la capacita politica della società ha ancora ampi margini di trattativa. una rivoluzione per essere efficace deve azzerare i piani sociali degli individui che la costitutiscono, una cosa un po' troppo costosa per le società occidentali. il suo ottimo lavoro deve configurarsi all'interno di una azione politica, rivendicazione votazione, perché abbia effetto.
EliminaPerchè "disposto"? Passare per un campo di concentramento è un requisito volontario di legittimazione a parlare di ripristino di democrazia? E poi questa legittimazione la vogliamo far passare per il grado di rischio personale che ci si assume? Ebbene mi accontento di essere l'unico a dire le cose che dico dalla mia posizione...Puoi menzionarmi in Italia altri che si prendano un qualunque livello di rischio personale?
EliminaIn ogni modo mi avvedo che siamo d'accordo. In Europa non ci sono le condizioni per una rivoluzione: e questo è un paradosso positivo (vuol dire che repressione e miseria non sono ancora a livelli dilaganti) con non piccoli inconvenienti: cioè i magirni di calcolo che su ciò possono effettuare le oligarchie.
Quanto alla "efficacia" del mio lavoro...Se mi aspettassi che fosse acclamata e riconosciuta, non avrei scelto un blog di divulgazione essenzialmente scientifica.
Questo è il mio livello di contributo: non ne conosco altri EFFETTIVAMENTE praticabili. Vedremo quante parole saranno stata gettate al vento (del web). Forse sì ma forse no...
Forse il M5S è indietro in termini di 'radicalismo' nelle sue proposte di politica economica. E condivido il fatto che ad oggi il Movimento non abbia una visione chiara in particolare sulla politica estera. Tuttavia quello che l'articolo del Guardian riecheggia è il fatto che ad oggi l'unico 'movimento-contro' ad essere entrato nelle istituzioni è proprio il M5S. Allora avrei questa riflessione, postulando il discorso 1 - 99% e l'"effetto inibitiorio mediatico", come potrebbe un movimento che si proclama radicale, vincere le elezioni senza ammorbidire le sue posizioni? Cioè, senza confermare le paure inculcate nella gente da anni e anni di appiattimento mediatico?
RispondiEliminaInsomma, a me pare che il M5S sia allo stesso tempo in vantaggio ed in svantaggio verso i suoi movimenti 'fratelli' in altri stati. E' più organizzato ed efficace grazie all'asse Grillo-Casaleggio ma allo stesso tempo per 'spopolare' ha dovuto rinunciare ad un approccio davvero radicale, come invece gli Occupy e gli indignados sembrano mantenere.
Ma cosa c'è di "radicale" nel dare voce al 99% dell'elettorato, proprio in generale?
EliminaRadicale è l'ordoliberismo, proteiforme e onnipossente, che riesce a imporre a movimento come il 5s la sua implicita agenda, fatta di colpevolizzazioni e di aggressione generalizzata verso le istituzioni costituzionali dello Stato democratico, sviando l'attenzione dai contenuti effettivamente richiesti per predicare una fantomatica e inefficientissima democrazia referendaria via web.
Hai pienamente ragione. In termini assoluti non c'è nulla di radicale, trattandosi di democrazia, ed è triste riconoscere che nel linguaggio d'oggi essere democratico è essere radicale. Ma il dubbio (non ne sono convinto) che volevo condividere è che ci deve essere una ragione per cui il M5S non vuole affrontare in modo chiaro e trasparente i nodi cruciali di politica economica, che in questo blog conosciamo bene.
EliminaPiù che un dubbio, ALLO STATO, è una certezza. In futuro chissà...L'attuale spiegazione è un eclatante verticismo programmatico (cioè la formazione di ogni possibile agenda) a cui la base del movimento non pare neppure più far caso (accontentandosi di slogan slegati da 200 anni di costruzione della democrazia costituzionale...costata sacrifici di vite ed elaborazioni culturali che vengono senza esitazione messe da parte)
Eliminala sfasatura esiste, ma la situazione è fluida. La presenza di Micah White, questo articolo, il fermento nel web (grazie a contributi di qualità ;) e le infinite attività sui territori di gruppi - anche M5S - e associazioni sono segnali molto positivi. Forme di protesta e proposta, ben definite e puntuali sono positive, ma non le proteste di piazza generalizzate e non focalizzate, che possono essere infiltrate e oggetto di strumentalizzazioni. La situazione è tutt'altro che chiara e ci sono molte anime, con interessi e finalità diverse . E' necessario capire e ascoltare , aumentare la "connettività" e la consapevolezza delle persone , NO a violenza e intensificazione della tensione . Mi è piaciuto il rapporto del CENSIS 2013 quando dice: "quale anima segreta ... può fare da nuovo motore dello sviluppo? La risposta è riassumibile in un concetto: la CONNETTIVITA' .... si può pensare il futuro dello sviluppo digitale se non lo si vede come progressiva connettività (non banalmente connessione tecnica) fra i soggetti implicati nel processo; non si fa e non si può pensare il futuro del nuovo welfare (comunitario, aziendale, associativo, privato che sia) se non lo si vede come progressiva connettività di comportamenti individuali e collettivi; non si può pensare al futuro dei soggetti “nuovi” della vitalità d’impresa se non lo si constata animato da una connettività crescente di comportamenti e culture individuali e collettive"
RispondiEliminahttp://www.ilsole24ore.com/pdf2010/Editrice/ILSOLE24ORE/ILSOLE24ORE/Online/_Oggetti_Correlati/Documenti/Notizie/2013/12/Sintesi-completa.pdf
D'accordo sul continuo possibile infiltraggio delle "piazze".
EliminaSulla connettività "filosofica": se ti fai abbindolare dal CENSIS l'inganno è sempre incombente..e poi mi citi il Sole24ore. Ma non ti viene il sospetto che qualcosa non vada?
Dalla banda larga (che non è un caso che non ci sia) all'uso di software NON user-friendly le p.a. utilizzano ora la connettività per creare preclusioni e decadenze ai diritti del welfare, chiudendo ancor più di prima ogni finestra di dialogo con i cittadini. UNA TECNICA AZIENDALISTA-MONOPOLISTA BEN NOTA.
Per utilizzare democraticamente questi strumenti OCCORRONO DIVERSI INDIRIZZI POLITICI:
A) SULLA SPESA PUBBLICA necessaria, SMETTENDO DI DIRE CHE NON CI SONO SOLDI E FINANZIANDO TUTTO AL RIBASSO CON NUOVE INTOLLERABILI TASSE;
B) SMETTENDO DI MITIZZARE la informatizzazione-digitalizzazione sociale che è solo ingenua ipostatizzazione di quello che è un mero strumento, LA CUI EFFETTIVA FUNZIONE DIPENDE DALLE FINALITA' DI CHI FA LE SCELTE POLITICHE. E oggi nessun offerta politica è orientata al recupero della sostanza della democrazia.
C) CHE NON CONSISTE IN DIRE TUTTI LA PROPRIA SU TUTTO, pensando che ciò sia essenziale mentre le decisioni sono già prese e contenute nel
MODO STESSO IN CUI VIENE PROPOSTO E RESO PRIORITARIO UNA QUALSIASI OGGETTO DI SCELTA
LA DEMOCRAZIA è IL VINCOLO, costante, effettivo e controllato dal popolo sovrano, AL PERSEGUIMENTO DEI VALORI COSTITUZIONALI POSTO PER LE ISTITUZIONI RAPPRESENTATIVE DELLA SOVRANITA' POPOLARE: il resto sono manovre diversive abili quanto fuorvianti
la connettività orizzontale, non l'ho letta come "banda larga" o software "NON user-friendly" per le p.a. , ma piuttosto il riattivarsi di relazioni tra persone attive e positive - una sorta di nuovo comitato di liberazione nazionale. Alla fine cos'è lo STATO, democratico e sovrano, se non la CONNESSIONE, sotto la guida della Costituzione, tra comportamenti e culture individuali e collettive
EliminaIl Censis invece lo intende per implicito proprio così. E il Sole24h. pure: è una metonimia. Cioè di prende un "significante", la grande rete pesudo solidarista virtuale - che tale non è, dato che, al contrario, isola ancor più gli esseri umani- e lo si applica come etichetta ad ogni sua possibile applicazione. Così ci ritroviamo con un INPS che crea tre ordini di password e modulistica on line che non consente nessuna variante allo schema predisposto se non la disperazione di chi si trova nell'impossibilità di controllare una qualsiasi variazione del proprio trattamento previdenziale.
EliminaMa con la presunta "libera" discussione in "connettività" è esattamente lo stesso: cambia solo la modulistica che,. per contagio rigorosamente verticistico, ha stabilito ciò che è prioritario e costringe i "connessi" a dibattere parafrasando l'armamentario di slogan preconfezionati messi a disposizione...
Per la creazione partecipata dell'opinione pubblica e la partecipazione, la Costituzione avrebbe in realtà previsto i partiti, caratterizzati dal "metodo democratico".
Inutile dire che questo non è nè la consultazione on line per sbarrare la casella "a" o "b", nè la ripetizione di slogan preconfezionati dal vertice, nè, ovviamente le "primarie". Ecco: in queste si vede la precostituzione del "quesito" che rinvia già ad un modello prioritario precostituito. Quello del "leaderismo" anzicchè quello della continua mobilità sociale interna di gruppi dirigenti espressi per via rappresantativa democratica dalla base degli iscritti.
La monocratizzazione della linea politica agevola sia l'interfaccia delle oligarchie (che devono finanziare in mille modi e imporsi solo a un interlocutore) sia l'opportunismo dei mediocri che galleggiano nella pura carriera politica
Forse è un poco esagerato attribuire a quest'articolo una reale portata previsionale riguardo alla presa dello Stato da parte dei movimenti tipo Occupy. Ultimamente mi è capitato di leggere qualcosa di David Graeber, antropologo e attivista di Occupy Wall Street. Mi pare che la sua idea sia quella piuttosto di un radicale respingimento dello Stato come organo regolatorio della società, conformemente d'altra parte agli assunti della sua antropologia anarchica.
RispondiEliminaMe ne dispiace perchè l'ottima semina di idee che si fa su questo blog temo che non diverrà raccolto nè dei molti movimenti, nè del M5S (e questa, soprattutto dal punto di vista di un esterno come me, è la cosa che più duole).
Ciò a cui mi fa pensare l'articolo del Guardian è, in prima battuta, la distanza siderale della nostra attuale "sinistra" da ciò che l'articolo intende per area progressista. Mamma mia che vergogna, a pensarci.
RispondiEliminaIn secondo luogo, mi viene in mente la battuta che quelli di sinistra di solito fanno a chi si impegna sul web facendo informazione indipendente: "Eh, ma, invece di stare seduti davanti al computer dovreste scendere in piazza e partecipare."
Ecco, la mia idea è che, come dice l'articolo, la pura protesta di strada - ma anche il "dibbattito" e l"'okkupazione"- non abbiano più senso, checché ne pensino i nostalgici delle battaglie di Villa Giulia e dei collettivi di qualunque tipo. Ce lo hanno insegnato a Genova nel 2001 che scendere in piazza avrebbe significato da allora solo botte da orbi.
Solo attraverso la legittimizzazione all'interno di un movimento o partito benedetto dal consenso elettorale possiamo avere speranza di contare qualcosa.
E' evidente che il concetto di Stato inteso come l'ètat c'est nous è l'unico che deve ritornare ad essere centrale. Lo Stato, visto che siamo noi, deve ritornare ad essere controllore nel senso del controllo che venga perseguito l'interesse generale e non quello particulare. E l'unico modo perché ciò accada è proprio ciò che auspica il Guardian, ovvero la presa del potere attraverso gli strumenti democratici. Quando ciò sia realizzabile al di fuori del contesto anglosassone, non so. Però che possa venir fuori una coalizione contraria all'attuale degenerazione ordoliberista da portare ad elezioni, non lo vedo impossibile. Senza aspettarsi nulla dalla sinistra, ovviamente.
Ma sì, ovviamente. Ed ora più che mai (che il completamento liberista si è ufficializzato e istituzionalizzato).
EliminaUna coalizione dici? Temo che i tempi siano ancora prematuri...magari tra un anno o due...
MI consola la presa di posizione di Krugman, perchè riflette un'apertura di Obama. Se questa avesse un seguito di effettive politiche, vorrebbe dire che i rep., già autoridicolizzati dallo shutdown (in tutto il mondo tranne che in Italia, dove li hanno prevalentemente elogiati ad adjuvandum del nostro euro-limite del deficit), sarebbero sull'orlo della sconfitta, o di un ravvedimento post-keynesiano altrettanto clamoroso.
E le stesse politiche verso l'UE cambierebbero di segno. E molto.
E' solo una speranziella, per ora.
Ma è anche "l'unica" realistica
Valle Giulia, Barbara, la battaglia di Valle Giulia :-).
EliminaSei scusata perché troppo giovane... in ogni caso hai perfettamente ragione: già allora gli scontri di piazza erano abbastanza inutili (quando "vincevi") e dannosi negli altri casi.
Ciao Quarantotto fino a trenta anni fa avevamo una classe politica ossessionata dalla crescita e dai bassi tassi d'interesse, ( la famosa intervista di Andreatta al sole 24 ore) oggi abbiamo un 'intera classe dirigenziale, nazionale e locale ossessionata dalla spesa pubblica. Anch'io penso che dobbiamo riprenderci lo Stato passando attraverso la legittimazione del voto, ma qui non vedo come. Sull'attuale classe politica nemmeno contarci, esemplare l'intervento di Alemanno al convegno di sabato, non vogliono capire che il vero grande spreco è la mancata crescita derivante dagli obblighi folli che hanno assunto da Maastrich in poi. Non cresciamo da vent'anni perchè lo Stato non spende abbastanza, anzi è costretto a fare continui e crescenti surplus per soddisfare gli obblighi in sede europea.
RispondiEliminaCome aggregare una forza politica da portare in Parlamento, che si faccia portatrice di questo cambio di paradigma, sia nelle Istituzioni, sia nei media? Nella mia limitatezza proprio non saprei. Faccio fatica vedere una forza politica che nasca proprio dal nulla e si affermi a livello nazionale. Il movimento 5 stelle ha usato la notorietà di Grillo, ma vediamo che è funzionale all'Ancien Regime. Ci vorrebbe una spaccatura di qualche vecchio partito che si potesse saldare con i movimenti in rete e facesse del lavoro di questo Blog e di quello di Bagnai il proprio programma politico. Ma probabilmente io sono solo un ingenuo sognatore.
Mi duole dirlo ma se è possibile che un movimento di popolo democraticamente riprenda possesso dei propri diritti e delle proprie scelte e cambi volto e direzione (o come direbbe quel simpatico toscano che non nomino, "verso") al liberismo estremo dominante temo non sarà all'interno del contesto anglosassone...tutto quel che ci si può aspettare, per me, all'interno di quel milieu è al massimo un cambio di scenografia e comparse mentre protagonisti e suggeritori, tecnici delle luci e sceneggiatura restano gli stessi. Un po' com'è successo con Obama, solo ancora un po' di più, quel tanto che basta per far andare avanti ancora il musical.
RispondiEliminaIl vero cambiamento forse è possibile solo fuori da quei confini, nelle provincie dell'impero tipo la nostra dove si può pensare e sperare di ricostruire quel che è stato distrutto. Per dirla tutta ho una discreta quantità di scetticismo verso movimenti tipo occupy e compagnia bella, mi basta pensare a tutto quel che è successo in nordafrica o alle riv floreali o in questi giorni all'ucraina (per non guardare in casa nostra da un trentennio in poi eh). La mia speranza sta in pochi semplici fatti: l'evidente dissoluzione verso cui è avviata la nostra società sotto tutti i punti di vista (economico, culturale, politico ecc) che le "novità" in politica accentueranno certamente e rapidamente, l'inevitabile eurobreak e conseguenze varie, l'importanza strategica per molti motivi dell'Italia per il "mondo anglosassone", i problemi economici e sociali dello stesso mondo, le tendenze in politica internazionale che sembrano portare germi di conflittualità tra USA e alcuni Brics e pure qualche problemino con la germania, il fatto che come è stato più volte sottolineato nuove visioni ideologiche su economia e stato e finanza ecc si vadano diffondendo proprio nel cuore del washington consensus e poi anche il fatto che comunque restiamo una delle provincie dell'impero più importanti e siamo lontani anche geograficamente dalla caput mundi.
Ci sarà un momento, credo, in cui l'Italia si troverà davanti alla possibilità di cambiar rotta...e non manca molto.
E' tempo di occupare lo Stato perchè questo ci ucciderà. Grazie 48.
RispondiEliminaL'avevo visto e delle analoghe clausole aveva parlato anche Stiglitz. Ma il peggio è che la ratifica potrebbe non essere neppure necessaria (la norma del trattato non è chiara). cioè l'UE concluderebbe il trattato, se occorre all'unanimità (scontata dei governi fantoccio), e poi emanerebbe direttive e regolamenti obbligatori per gli Stati...con buona pace dell'art.80 Cost. E se anche si decidesse che la ratifica ex art.80 sia necessaria, con von Renziek non credo che si possano più nutrire dubbi
EliminaImmagino tu ti riferisca a questo articolo. Ma credo che anche qui in un tuo post (o in un commento) fosse già venuto fuori il problema. Che non è da poco: il succo è che praticamente verremo trattati (come Stato) allo stesso modo in cui è stata trattata l'Argentina. Ma a Renzi e Taddei che je frega?!?! Tanto loro recuperano un punto di PIL dai costi della politica!!! Mentre la multinazionali che rubano soldi al fisco nazionale possono decidere a loro piacimento chi abbia la possibilità di vivere o morire. A ridicoli!!!!
EliminaE la tiritera sul cuneo fiscale... Si leggessero questo (che poi si riallaccia un pochino anche al discorso che si faceva qui)...
EliminaSulla distorsione del dibattito sulle cause della crisi, sulla inutilità di diminuire un costo del lavoro detutelandolo e disincentivando la IRS, sulla teorizzazione- per astrazione aziendalistica- delle supply side (di questo si tratta) "unilateralmente" considerate come disegno politico di rafforzamento IRRESPONSABILE del capitale, abbiamo tante volte parlato.
EliminaL'analisi di scenarieconomici è (ulteriormente) illuminante.
Ma si continua a parlare ad ogni piè sospinto in TV di spesa pubblica improduttiva e di cuneo fiscale. Senza dubbi e con inquietante compattezza partitica e trasversale.
Una reazione democratica allargata è l'unica soluzione, ma è anche ciò che il sistema propagandistico tiene di più a controllare mediante un'informazione drogata.
Brancaccio (che prima la finisce coi tatticismi meglio è): "Ma proprio per ciò deve considerarsi evidente che gli unici, veri conflitti di liberazione che hanno meritato nel secolo scorso e meriteranno in questo secolo di esser definiti tali saranno quelli miranti alla conquista delle casematte dentro gli apparati dello stato. È infatti nella capacità o meno di permeare quegli apparati, di muoverne le leve e al limite di stravolgerli, che si concretizza la battaglia tra repressione e rafforzamento del capitale finanziario, che si definiscono i caratteri cruciali del regime di sviluppo, che si quantificano le possibilità concrete di pianificare la liberazione del lavoro dal dominio di una potenza estranea.
RispondiEliminaÈ questo il dato di fatto che gli ossimorici «liberisti di sinistra», così come gli agitatori di fantasiose «moltitudini» in movimento, appaiono
assolutamente incapaci di introiettare. Eppure, non dovrebbe essere ormai difficile riconoscere, per gli uni, che la pretesa di guidare il regime di accumulazione per il tramite della mera regolamentazione statale è rovinosamente fallita, e per gli altri che gli scontri sociali che si esauriscono al di fuori degli apparati di stato possono solo esser classificati nel novero degli innumerevoli, trascurabili, penosi riots della storia." Qualche esperimento di organizzazione politica degli occupiers americani in effetti si è già visto. E un primo indizio concreto di un cambiamento di vento oltreoceano forse potremmo avercelo... (non so perché l'ho trovato prima in francese che in inglese, ma tant'è).
Ma sai, il discorso di Obama allude più al fatto che gli anarcoidi antisistema toutcourt (qualunque esso sia, non gli importa fare distinzioni specifiche) ripredano a votare e la smettano di fare utopia (decrescismo autogestito dopo aver abbandonato lavori frustranti). La smettano cioè l'atteggiamento infantile del rifiuto di chi ti ha rifiutato (facendolo prevalre una seconda volta).
EliminaE quindi possano riconsegnare una partecipazione politica a un partito democratico che aveva talmente perso la propria identità, grazie al clintonismo, da consentire che divenisse normale avere una mostruosità umanitaria, prima che politica, come i tea-party (che poi sono quelli che ritengono che per tagliare le tasse occorra tagliare la spesa pubblica in un processo infinito).
La via più lineare dell'evoluzione, infatti, è l'utilizzazione neo-funzionale di caratteristiche organiche filogeneticamente già esistenti.
In Italia peraltro siamo al massimo grado di involuzione (esasperazione del tratto organico nel modo funzionale finora utilizzato, ostinandosi a negarne la sopravvenuta disfunzionalità, considerarata irrazionalmente come soluzione).
Ma, in vista del 25 luglio e dell'8 settembre, (quindi dell'agire di forze esterne prevalenti e contrarie), è del tutto normale..
Ciao Quarantotto,
EliminaComunismo e Nazionalsocialismo nascono entrambi come antagonisti di quello che oggi si chiama neoliberismo, ma quest'ultimo è riuscito a far sviluppare il secondo per distruggere il primo.
Detto ciò è evidente l'astuzia e la cultura gesuita di questa elitè.
Attualmente non esistiono strade percorribili che conducono al bene comune, ma dalla storia possiamo prendere il meglio anche dal peggio :
Comunismo: ha sfruttato le idee di uguaglianza per abolire la proprietà privata -->la capacità della pressione sociale del proletariato (effetto corporativo).
Nazismo: ha definito un modello --> integrare l'impresa privata sotto il controllo dello stato per il bene comune della nazione.
Entrambi hanno capito che il popolo è come un gregge ed ha bisogno di certezze e parole semplici che lo convincano .
Partire da un volantino che evidenzi :
1) I soldi che l'Italia da all'europa e quanti ne ritornano indietro ogni anno -4,5 miliardi ogni anno
2) I soldi che lo stato italiano ha previsto spendere come spesa pubblica ogni anno
3) fare una domanda ai cittadini --> a chi toglieranno questi soldi che mancano ?
a) A te
b) Alle altre nazioni tramite aumento di esportazione (guerra economica)
c) Alle caste nazionali e ricchi italiani
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a chi interessa il link sull'accordo di partenariato italiano partito da inizio anno (2013) sull'utilizzo di tutti i "Fondi europei". vi ricordo che per rendere democratico il tutto sono stati inseriti i vari sindacati ed associazioni solo nelle audizioni (vedi da pagina 105 a 116)rispetto ai tavoli tecnici dove sono presenti solo Enti dello stato.
Non mi sembra che loa cosa sia stata pubblicizzata verso i cittadini ne tantomeno utilizzata la pressione sociale per orientarne le scelte .
link: http://www.ediliziaeterritorio.ilsole24ore.com/pdf2010/Edilizia_e_Territorio/_Allegati/Free/Infrastrutture24/2013/12/aCCORDOuE.pdf
un saluto Ivano
Forse mi son spiegato male io: non sto proponendo particolari strategie politiche (salva la generica necessità della partecipazione, a cui mi accodo), sia perché non è questo il luogo sia perché conosco bene i miei limiti. Se si parla di discussioni fra gli occupiers, che è effettivamente un argomento interessante, il sito che ho segnalato contiene molte riflessioni su organizzazione, interazioni coi democratici, verie forme di azione politica e sindacale. Io ne ero stato incuriosito. :-)
EliminaMa ti pare: in realtà la mia risposta non era intesa ad implicare che tu sostenessi alcuna strategia politica. E le discussioni da te segnalate erano comunque interessanti, in effetti. E il tuo ausilio (sempre prezioso) nel tratteggiare un quadro di potenziale mutamento USA è altrettanto rilevante: in quella realtà, anzi, la possibile organizzazione e interazione coi democratici degli occupiers potrebbe svolgere un ruolo importantissimo di acceleratore...
EliminaUn po' di Storia non ci fa male. Con rammarico mi tocca dover ricordare( so che li sapete) che i movimenti nati dal basso in Italia, sono in ordine cronologico: il fascismo, il movimento dell' uomo qualunque, la lega e il M5S. Francamente ormai quando sento parlare di movimenti dal basso, metto mano alla pistola. Su eventuali rivoluzioni, penso che la Siria oggi dimostri quanto sia "facile" conquistare palazzi d' inverno. Quindi dobbiamo trovare altre vie, sono un sognatore come Mauro Gosmin, ma anche un po' realista. Realista nel senso che la Storia mi ha insegnato che possano essere le Province Unite, le teste rotonde di Cromwell, o i padri fondatori, succederà sempre che una parte del vecchio sarà alla testa di profondi cambiamenti, qui è successo nel 46. In questo state lavorando molto bene. Non tutti hanno voglia di capire che senza continuità c' è la Cambogia.
RispondiEliminaCaro Dino, mi sa che non hai colto ciò che viene detto nel post. Come ho già fatto notare ad Arturo, c'è un passaggio, nella progressione del post, che rinvia a Krugman.
EliminaCioè, Obama (non è poco no?) si rende conto che il recupero di una parte dell'astensionismo strutturale potrebbe attualizzarsi mentre nei movimenti di base ci si avvede (forse e in prospettiva, ma comunque in modo pragmatico), che le istituzioni e le dinamiche politiche esistenti (non necessariamente future ed eventuali), vanno PARTECIPATE, non lasciando alla "piazza" il solo ruolo di antisistema, sterilmente portato da un "fuori" e che tale rimane invano.
Comprendo la ammirazione "per", e la ortodossia "a", il pensiero di Bagnai, ma qui non c'entra molto la solita obiezione del parito "0 virgola", dello spontaneismo abborracciato.
Stiamo invece proprio parlando della nuova idea, in diffusione, che la propagazione di certe istanze possa procedere per infiltrazione dell'esistente (quadro politico).
Questo è quello che dice Kurgman, questo è ANCHE ciò che implica l'articolo, una volta che si ammetta che qualsiasi nuovo soggetto politico può influire solo in un mutato quadro ideologico più ampio.
Proprio perchè, come dimostra il m5s, non si può nè avere la maggioranza subito, nè attendere (anni lunghi e esiziali per la democrazia residua) di averla e tantomeno slegarsi dalla capacità di dialogare su nuove basi con i "left traditional parties" (testuale dall'articolo)
Il lavoro fondamento del nostro paese nella Costituzione, in questo sistema è soltato un effetto della causa -->"necessità di ogni individuo di "PROCACCIARSI" una rendita economica almeno per la propria sussistenza.
RispondiEliminaChiedete ad una persona affamata di non rispettare la sua etica e la sua morale per avere in cambio da mangiare state sicuri che se verrà messo a dura prova lo farà.
Chiedete ad un eroe di sacrificarsi per una giusta causa e lo farà. Ditegli che pagheranno il prezzo del suo rifiuto i suoi famigliari
e si dovrà arrendere.
(Per approfondimenti: la piramide dei bisogni di Maslow)
Il potere economico è questo ed è il fondamento del nostro sistema di vita orientandone le scelte degli individui e delle organizzazioni.
Se non si vuole discutere di questo in quanto causa prima ci si perde in un labirinto che ormai dura da qualche migliaio di anni .
Io sono prondo a dare il mio contributo .
Ivano Ticconi email : ticconii@yahoo.it tel 3346801960
@48
RispondiEliminaSicuramente il post non l' ho colto, visto che con l' inglese non ci vado tanto a nozze. Ho cercato di capirci qualcosa attraverso i commenti. " la diffusione di certe idee possa procedere per infiltrazione dell' esistente". Il pensiero che non sono riuscito a spiegare e che mi balenava per la testa era questo, ma mi sono perso in " storicismi". Del resto ho rotto i rapporti cin la sintesi nella placenta!
Tranquillo, anche altri commenti sono partiti a testa bassa con la storia della fondazione del grande partito antisistema, trascurando il richiamo all'articolo di Krugman sul (possibile e asupicabile) nuovo corso obamiano. Per questo avevo fatto quella introduzione, ma si vede che viene letta in fretta o non mi so' spiegare bene...
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