Dopo il post che dissipa l'equivoco sulla pretesa contrapponibilità della (non)costituzone UE a quella democratica del '48, perfezioniamo il tema ponendo in luce lo (squallido? aiutatemi voi :-)) contesto storico-politico che ha portato alla nascita della prima.
Francesco Lenzi si è "divertito" a smascherare la manovra dietro al trattato di Lisbona. E ad evidenziarne la sfacciata natura ideologica...per un accorto lettore (se "è" accorto, però). Una pietra miliare nello smantellamento della democrazia costituzionale nata, nei vari paesi, essenzialmente in reazione al nazi-fascismo. Preliminarmente alla ricostruzione storico-politica di Francesco, appare utile rammentare i presupposti della teoria economica che "domina" il Trattato e che, se spiegata per bene ai cittadini interessati, avrebbe condotto a riflessioni consapevoli su quello che stavano sottraendo alle proprie stesse vite (e fin da Maastricht).
In una sorta di immediato "ripasso mirato" di quanto illustrato nel post "Aso e Abe...la politica fiscale creativa tra Keynes, Patinkin e Freidman", riportiamo la sintesi dei "razionali" teorici di questa teoria, la "nuova macroeconomia classica-NMC", che passa per l'antistatalismo di Von Hayek e per le elaborazioni di autori come Lucas e Sargent:
"a) tutti i prezzi, compresi i salari, sono perfettamente flessibili sia verso il basso sia verso l’alto e il modello è di tipo walrasiano (Hartz e...i greci la sanno lunga su questo, ndr.);
b) l’ipotesi di aspettative adattive considerata da Friedman viene rimpiazzata da quella di “aspettative razionali”...
La conseguenza fondamentale del ragionamento di Lucas è che politiche pubbliche anticipate non possono influenzare la produzione reale e l’occupazione, ma solo le variabili nominali (cioè l'inflazione eroderebbe qualsiasi vantaggio provvisorio delle politiche pubbliche rendendole inutili, ndr.).
Osservata da un altro punto di vista, la conseguenza è che solo politiche imprevedibili o shock inattesi possono determinare variazioni delle variabili reali e portare temporaneamente il sistema in squilibrio, con la produzione e l’occupazione al di sopra dei loro valori naturali. Dovrebbe però essere chiaro che ciò esclude qualsiasi ruolo per le politiche di intervento pubblico a fini di stabilizzazione.
Osservata da un altro punto di vista, la conseguenza è che solo politiche imprevedibili o shock inattesi possono determinare variazioni delle variabili reali e portare temporaneamente il sistema in squilibrio, con la produzione e l’occupazione al di sopra dei loro valori naturali. Dovrebbe però essere chiaro che ciò esclude qualsiasi ruolo per le politiche di intervento pubblico a fini di stabilizzazione.
Se infatti il governo agisce in modo casuale e imprevisto il risultato sarebbe solo un aumento della instabilità e della variabilità del prodotto e dell’occupazione attorno al suo livello naturale. Non esiste nessun trade-off tra produzione e inflazione e nessun ruolo per le politiche di intervento pubblico...
L’impianto teorico dei nuovi classici ha prodotto, quindi, conseguenze non trascurabili sulla efficacia degli strumenti di politica economica.
L’impianto teorico dei nuovi classici ha prodotto, quindi, conseguenze non trascurabili sulla efficacia degli strumenti di politica economica.
In primo luogo, come osservato in precedenza, la NMC implica l’inefficacia di politiche fiscali e monetarie sistematiche e anticipate (e l'aderenza a questa teoria spiegherebbe il ritardo di Trichet nell'abbassare i tassi all'indomani della crisi dei "derivati", per quanto ciò poi si potesse rivelare determinante, se non altro per ritardare gli effetti dell'asimmteria dell'euro e dare un pò di fiato alle economie reali ndr.).
In secondo luogo, e in conseguenza della proposizione di inefficacia, l’operatore pubblico, e soprattutto le autorità monetarie, devono preoccuparsi di controllare il tasso di inflazione e applicare una politica stabile che segua il tasso di crescita naturale dell’economia.(Ma quanto vi rammenta Maastricht? :-) ndr.)
In terzo luogo, in contrasto sia con i keynesiani sia con i monetaristi, i nuovi classici affermano che nel caso di una politica monetaria restrittiva credibile, gli agenti economici rivedranno immediatamente le loro aspettative sui prezzi verso il basso e una politica deflattiva potrà essere rapida e senza conseguenze rilevanti in termini di disoccupazione e di reddito (insomma, ossessionati dalla "curva di Philips" la confutano perchè sanno che...è corretta: temono l'inflazione in quanto significhi potere contrattuale sul lato salariale e quindi l'unica preoccupazione monomaniacale è combatterla, facendo delle politiche deflattive l'unica ipotesi considerata, ndr) .
In quarto luogo, per rafforzare la credibilità della politica monetaria è necessario evitare la possibilità di discrezionalità nella sua attuazione. A questo scopo si auspica l’assegnazione della competenza sulla politica deflazionistica (visto? la politica monetaria coincide tout court con la politica deflazionistica, ndr.) ad una autorità indipendente come la banca centrale.
Infine, l’unica politica perseguibile per aumentare il reddito e ridurre la disoccupazione in modo permanente è quella dal lato degli incentivi di tipo microeconomico per le imprese e per i lavoratori, che producano miglioramenti strutturali dal lato dell’offerta e non dal lato della domanda (ma allora Giavazzi, trova "nipotino di Stalin" pure Lucas! ndr.).
Questa affermazione fornirà la base per lo sviluppo, negli anni Ottanta, delle tesi della supply side economics..."
Ma ora lasciamo spazio all'interessantissima (e tragicamente divertente) ricostruzione di Francesco:
Ma ora lasciamo spazio all'interessantissima (e tragicamente divertente) ricostruzione di Francesco:
Nel maggio del 2005, in Francia, circa il 55% dei votanti al referendum sulla ratifica del trattato di Costituzione Europea hanno detto NO. No grazie, preferiamo un’altra idea di Europa. Un’Europa meno individualista, meno legata alle lobby e più al sociale. Successivamente, il 2 giugno dello stesso anno, anche in Olanda la consultazione referendaria ha bocciato, con il 64% dei NO, la ratifica del trattato. Sembrava veramente la fine del “sogno europeo” o comunque un possibile punto di svolta della costruzione europea, che riservasse maggiore attenzione alle istanze dei cittadini. Ma come si arrivò a questo e perché due popoli hanno democraticamente detto no a questa idea di Europa? E soprattutto, perché è stato sottoscritto il trattato di Lisbona?
Il percorso di integrazione europea nasce nel 1951 con la firma dei trattati di Parigi sulla comunità Europea del Carbone e dell’Acciao. Era un accordo di natura prettamente economica che metteva le basi per la formazione di un mercato unico dei beni in cui i Paesi che non disponevano di determinate risorse o beni, avessero accesso ad essi senza particolari frizioni, mentre i Paesi che ne disponevano avevano la possibilità di un mercato più ampio e con meno ostacoli al commercio. Un mercato comune libero , in sostanza, da una serie di distorsioni che limitassero la competizione tra le imprese.
A questa impostazione, già chiaramente di stampo liberista, si è poi sommato una serie di nuove norme che hanno col tempo ampliato i contenuti neo-classici dei meccanismi di funzionamento del mercato comune europeo.
Un altro passo fondamentale in tal senso è stata l’approvazione, nel 1986, del SEA "Single European Act" (c.d Atto unico europeo). Il Sea viene considerata la risposta a livello continentale riguardo alla crisi determinatasi tra la fine degli anni settanta ed inizi anni ottanta. (E la principale ragione della crisi, sulla scorta delle teorie monetariste di Friedman e di quelle NMC, era identificata nell'inflazione, con la sua conseguenza di "negativizzare" le "aspettative razionali" degli operatori economici ndr.).
Il fatto che i singoli Stati non fossero riusciti autonomamente a risolvere le problematiche presentatesi in quel periodo (stagnazione e recessione) dette la spinta per fornire una risposta comune alla crisi. Alla libera circolazione delle merci fu aggiunto il principio di libera circolazione dei capitali e del lavoro. Questi principi venivano considerati essenziali per fare in modo che le imprese si potessero adattare, attraverso una maggiore flessibilità della forza lavoro e della dotazione di capitale, agli shock provenienti dall’esterno. Se un’impresa o un intero sistema economico si veniva a trovare sottoposto ad uno shock esterno (non solo shock dei prezzi dei fattori di produzione, ma anche maggiori costi del lavoro) poteva garantirsi il mantenimento della propria capacità produttiva, muovendosi, all’interno dell’Unione alla ricerca delle migliori (e meno costose) condizioni di produzione senza per questo dover necessariamente rinunciare al proprio mercato di sbocco.
L’impostazione liberista ormai evidente prevedeva anche la necessità di togliere allo Stato lo svolgimento di determinate forme di attività che potevano costituire un freno alla libera concorrenza. Venne quindi avviato un processo di privatizzazione e liberalizzazione di determinate tipologie di attività (trasporti, energia, attività bancaria, telecomunicazioni) che fino a quel momento erano svolte in maniera esclusiva dallo Stato. La presenza dello Stato in economia è infatti considerata un freno al libero formarsi del prezzo di equilibrio nel mercato. In ragione di questa ideologia si sono avviate le privatizzazione di stampo europeo, sostituendo al monopolio statale, un sostanziale monopolio privato.
In molti casi infatti, a fianco alla privatizzazione non è stato realizzato un vero e proprio processo di liberalizzazione, e questo non ha migliorato (a volte addirittura peggiorato) l’efficienza nel meccanismo di formazione dei prezzi, sostanzialmente spostando dalla mano pubblica i profitti (o le perdite) che son diventati privati.
In molti casi infatti, a fianco alla privatizzazione non è stato realizzato un vero e proprio processo di liberalizzazione, e questo non ha migliorato (a volte addirittura peggiorato) l’efficienza nel meccanismo di formazione dei prezzi, sostanzialmente spostando dalla mano pubblica i profitti (o le perdite) che son diventati privati.
L’instaurazione poi di un mercato unico maggiormente libero alla circolazione dei capitali e delle merci, nonché una maggiore flessibilità del lavoro ha coinciso con la nascita di quella che sarebbe col tempo diventata una tra le più potenti lobby europee, la ERT European Round Table of Industrialists.
Si deve in particolar modo alle pressioni della ERT se la direzione impressa successivamente al percorso di integrazione europea è stata diretta verso forme sempre più marcatamente di stampo liberista.
Dal 1986 in poi i numerosi trattati,accordi, convenzioni stipulate dagli Stati Europei hanno progressivamente ampliato l’influenza dell’ideologia neoclassica sul funzionamento del sistema economico continentale. In questo quadro ricordiamo la ratifica dei trattato sull’Unione Europea (trattato di Maastricht) e successivamente dello SGP (Stability and growth Pact ) attraverso i quali si sono imposti agli Stati membri una serie di vincoli di bilancio con relative sanzioni, nel caso di un mancato rispetto di tali parametri. Parametri che hanno la funzione di ridurre il margine di intermediazione dello Stato nell’economia, considerato come un freno al libero funzionamento dei mercati ("equilibrio naturale" del sistema e connesso "tasso di disoccupazione naturale", assunto come "nuovo" concetto di "pieno impiego"ndr.).
Il trattato di adesione alla moneta unica EURO (di cui lo stesso SGP fa parte) prevedeva inoltre l’istituzione di una Banca Centrale che avesse come scopo principale (diversamente rispetto a quanto avviene ormai in qualsiasi altra parte del mondo) la stabilità dei prezzi, secondo l’impostazione neoclassica dominante che il controllo dei prezzi e la rimozione delle “inefficienze” sui mercati dei beni, dei capitali e del lavoro, avrebbe portato autonomamente (attraverso l’operare della "mano invisibile") ad uno stabile equilibrio del sistema. In ultimo si sono avuti il TUE (nella precedente forma del trattatato sulla “costituzione europea” e poi come “trattato di Lisbona") ed il TFUE ("Trattato sul funzionamento dell'Unione europea) che riaffermano in varie parti l’impostazione ideologica dominante.
TUE Art. I-3 par.3: L'Unione si adopera per lo sviluppo sostenibile dell'Europa, basato su una crescita economica equilibrata e sulla stabilità dei prezzi, su un'economia sociale di mercato fortemente competitiva, che mira alla piena occupazione e al progresso sociale, e su un elevato livello di tutela e di miglioramento della qualità dell'ambiente. Essa promuove il progresso scientifico e tecnologico.
Per poter razionalmente concepire un articolo di questo genere, inserito tra i cosiddetti “obiettivi dell’unione”, si deve necessariamente sposare l’impostazione neoclassica secondo la quale un sistema ipercompetitivo porti autonomamente ad alti livelli occupazionali. L’esperienza empirica di decine di anni ha dimostrato che questa assunzione non esiste, esiste anzi un trade-off tra ipercompetitività, stabilità dei prezzi e "piena occupazione" (spiegabile con il fatto che si trascura...Keynes, cioè la caduta della domanda aggregata dovuta alla perseguita "infinita" flessibilità salariale, oltretutto non più compensata dal sostegno dello stimolo pubblico: la connessa riduzione degli investimenti e della produzione va imputata proprio alle aspettative degli operatori che si trasformano in "investitori finanziari" e si accontentano di un mark-up di rendimento finanziario "reale", essenzialmente caratterizzato dalla formazione-rafforzamento di oligopoli e dalle relative rendite. Gli "operatori", "razionalmente", tralasciano la pretesa efficiente allocazione delle risorse produttive...al più, di fronte al calo ulteriore dei tassi, finendo per cadere nella c.d. "trappola della liquidità" ndr.).
Oltre a questo vi sono poi una serie numerosa di articoli che richiamano facendola propria del trattato i fondamenti economici di base della teoria neoclassica. Quanto al TFUE si possono ricordare:
TFUE Art. 26 par.2: Il mercato interno comporta uno spazio senza frontiere interne, nel quale è assicurata la libera circolazione delle merci, delle persone, dei servizi e dei capitali secondo le disposizioni dei trattati.
TFUE Art. 119 par.1: Ai fini enunciati all'articolo 3 del trattato sull'Unione europea, l'azione degli Stati membri e dell'Unione comprende, alle condizioni previste dai trattati, l'adozione di una politica economica che è fondata sullo stretto coordinamento delle politiche economiche degli Stati membri, sul mercato interno e sulla definizione di obiettivi comuni, condotta conformemente al principio di un'economia di mercato aperta e in libera concorrenza.
TFUE Art.119 par.3: Queste azioni degli Stati membri e dell'Unione implicano il rispetto dei seguenti principi direttivi: prezzi stabili, finanze pubbliche e condizioni monetarie sane nonché bilancia dei pagamenti sostenibile.
TFUE Art. 206: L'Unione, tramite l'istituzione di un'unione doganale in conformità degli articoli da 28 a 32, contribuisce nell'interesse comune allo sviluppo armonioso del commercio mondiale, alla graduale soppressione delle restrizioni agli scambi internazionali e agli investimenti esteri diretti, e alla riduzione delle barriere doganali e di altro tipo.
L’apertura dei mercati, la soppressione delle barriere doganali, la libera circolazione delle merci, dei capitali e dei lavoratori sono i principi fondamentali su cui si basano il TUE ed il TFUE. Elementi che tendono a rendere più fragile, piuttosto che rafforzare, la “potenza” Europea. In un mondo che si è fatto complessivamente instabile e soggetto a shock sempre più rilevanti, il sogno europeo richiederebbe maggiori politiche di cooperazione e solidarietà tra gli Stati membri. Ma sembra evidente che l’Europa abbia ormai da tempo sposato il "principio di un’economia di mercato aperta in cui la concorrenza è libera", consacrando la libertà, non dei cittadini, ma del mercato.
Proprio la marcata, evidente, natura liberista dei trattati fondativi della attuale Unione Europea ha determinato il rifiuto, democratico, dei popoli Francese ed Olandese. Poteva essere il colpo definitivo a questo tipo di costruzione economica invece a volte (o quasi sempre), la politica, le lobby, gli interessi di alcuni sono più forti della volontà democraticamente espressa da parte della popolazione. Così, successivamente alla bocciatura referendaria, dopo un periodo di quiete di un paio d’anni, la macchina europeista si è rimessa in moto, prendendo spunto dal 50esimo anniversario dei trattati di Roma svoltosi in Italia nel 2007.
Durante la conferenza la cancelliera tedesca Angela Merkel inviò in forma strettamente personale agli altri capi di Stato 12 quesiti, attraverso i quali si voleva identificare se esistesse ancora una volontà politica delle elite a proseguire nel percorso inaspettatamente arrestato con i referendum francese ed olandese. Tra queste domande la n.3 era la seguente: “How do you assess the proposal made by some Member States to use different terminology without changing the legal substance, for example with regard to the title of the treaty, the denomination of legal acts and the Union’s Minister for Foreign Affairs?” Si chiedeva in sostanza agli altri capi di Stato un giudizio sulla ipotesi di realizzare un semplice maquillage al trattato di costituzione europea per ripresentarlo, nella sostanza, identico a quello bocciato con il referendum.
La risposta non la conosciamo, ma conosciamo il risultato. Un trattato (di Lisbona) che è stato sottoscritto dai capi di stato dei Paesi aderenti alla UE e che è sostanzialmente (al 99%: in questo link si esamina articolo per articolo la versione in lingua inglese dei due trattati, rilevando esclusivamente minime differenze) identico a quello della costituzione europea. Anzi, per la precisione, una differenza è nota, e voluta. E’ una copia unreadable della precedente Costituzione Europea. Perché, se è "incomprensibile", non può nemmeno essere sottoposta a referendum.
Gli “illuminati” politici europei si son messi completamente al riparo dal processo democratico. Quanto al modo con cui presentarlo ai relativi elettorati, nessun problema, basta dire la verità e cioè che è sostanzialmente identico al testo bocciato dai referendum Francese e Olandese:
GERMANIA. "The substance of the constitution is preserved. That is a fact."
- Angela Merkel, intervento al Parlamento Europeo, 27 giugno 2007
- Angela Merkel, intervento al Parlamento Europeo, 27 giugno 2007
-Jose Zapatero, intervento al parlamento europeo, 27 giugno 2007
-Bertie Ahern, Irish Independent, 24 giugno 2007
REPUBBLICA CECA. “Only cosmetic changes have been made and the basic document remains the same.”
-Vaclav Klaus, Guardian, 13 giugno 2007
FINLANDIA “There’s nothing from the original institutional package that has been changed.”
-Astrid Thors, TV-Nytt, 23 giugno 2007
DANIMARCA. “The good thing is...that all the symbolic elements are gone, and that which really matters – the core – is left.”
-Anders Fogh Rasmussen, Jyllands-Posten, 25 giugno 2007
AUSTRIA.“The original Treaty for a Constitution was maintained in substance.”
-Austrian government website, 25 giugno 2007
BELGIO . “The new treaty “takes up the most important elements of the Constitutional Treaty
project.”
-Guy Verhofstadt, Agence Europe, 24 giugno 2007
ITALIA. ”indubbiamente è un passo in avanti in ogni settore rispetto ai trattati esistenti. Quanto alle nostre condizioni, nel mio intervento davanti al Parlamento europeo avevo tracciato quattro linee rosse rispetto al testo costituzionale: mantenere una presidenza stabile dell'Ue; mantenere un responsabile della politica estera e un servizio diplomatico comune; mantenere l'estensione del voto a maggioranza; mantenere una unica personalità giuridica dell'Unione. Tutto questo è rimasto. In più, la battaglia che con altri nove governi abbiamo condotto nella notte ci ha consentito di migliorare ulteriormente alcuni dettagli"
LITUANIA. Lithuania has “100 percent fulfilled the tasks set forth before the meeting, including the primary objective of preserving the substance of the Constitutional Treaty.”
-Office of the President of Lithuania, official press release
LUSSEMBURGO. “The substance has been preserved from Luxembourg’s point of view.”
-Jean-Claude Juncker, Agence Europe, 24 giugno 2007
SLOVENIA. With the new treaty, the EU gets “content that is not essentially different from the Constitutional Treaty… All key institutional solutions remain… Some symbolic elements will be cleared up and some formulations toned down.”
-Janez Jansa, Government Communication Office, 23 giugno 2007
REGNO UNITO. "The new reform treaty is fundamentally different from the Constitution, it's not a Constitution."
-David Miliband, BBC Today programme, 16 ottobre 2007
Perché l’intento vero e confermato era sostanzialmente quello di produrre una forma di costituzione tale e quale alla precedente ma che non potesse essere oggetto di referendum.
"France was just ahead of all the other countries in voting No. It would happen in all Member States if they have a referendum. There is a cleavage between people and governments... A referendum now would bring Europe into danger. There will be no Treaty if we had a referendum in France, which would again be followed by a referendum in the UK."
N. Sarkozy
N. Sarkozy
"The difference between the original Constitution and the present Lisbon Treaty is one of approach, rather than content ... The proposals in the original constitutional treaty are practically unchanged. They have simply been dispersed through the old treaties in the form of amendments. Why this subtle change? Above all, to head off any threat of referenda by avoiding any form of constitutional vocabulary ... But lift the lid and look in the toolbox: all the same innovative and effective tools are there, just as they were carefully crafted by the European Convention."
V.Giscard D'Estaing
"They decided that the document should be unreadable. If it is unreadable, it is not constitutional, that was the sort of perception. Where they got this perception from is a mystery to me. In order to make our citizens happy, to produce a document that they will never understand! But, there is some truth [in it]. Because if this is the kind of document that the IGC will produce, any Prime Minister - imagine the UK Prime Minister - can go to the Commons and say 'Look, you see, it's absolutely unreadable, it's the typical Brussels treaty, nothing new, no need for a referendum.' Should you succeed in understanding it at first sight there might be some reason for a referendum, because it would mean that there is something new."G. Amato, The Centre for European Reform, London, 12 July 2007 (file audio)
"Sometimes I like to compare the EU as a creation to the organisation of empires. We have the dimension of empire but there is a great difference. Empires were usually made with force with a centre imposing diktat, a will on the others. Now what we have is the first non-imperial empire."
JMD Barroso http://www.brusselsjournal.com/node/2244 http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=-I8M1T-GgRU
"Public opinion will be led to adopt, without knowing it, the proposals that we dare not present to them directly ... All the earlier proposals will be in the new text, but will be hidden and disguised in some way."
V.Giscard D'Estaing
"Public opinion will be led to adopt, without knowing it, the proposals that we dare not present to them directly ... All the earlier proposals will be in the new text, but will be hidden and disguised in some way."
V.Giscard D'Estaing
" The most striklng change (between the EU Constitution in its older and newer version ) is perhaps that in order to enable some governments to reassure their electorates that the changes will have no constitutional implications, the idea of a new and simpler treaty containing all the provisions governing the Union has now been dropped in favour of a huge series of individual amendments to two existing treaties. Virtual incomprehensibilty has thus replaced simplicity as the key approach to EU reform. As for the changes now proposed to be made to the constitutional treaty, most are presentational changes that have no practical effect. They have simply been designed to enable certain heads of government to sell to their people the idea of ratification by parliamentary action rather than by referendum."
Dr Garret FitzGerald
"The good thing about not calling it a Constltution is that no one can ask for a referendum on it."G. Amato, speech at London School of Econmics, 21 February 2007
Un primo necessario commento: la perfetta elasticità salariale implicita nella ideologia del trattato può essere chiamata, altrimenti e più esplicitamente, "lotta di classe". Mentre torme di intellettuali "organici" si affrettavano a spiegarci che nasceva un nuovo modello "fluido" di società in superamento del vecchio modello "costituzional-sociale", la lotta di classe è però ripresa in senso inverso, innestando una "rivinicita" del capitalismo e del profitto...finanziario.
RispondiEliminaSe ciò non si è manifestato in una compressione-deflazione salariale più massiccia e immediata, il "limite" è dovuto soltanto alla difficoltà di distruggere in poco tempo la forza ideale e politica delle Costituzioni democratiche nei vari paesi.
Per questo dietro l'urgenza del "più europa" si cela la "rabbia", il "disappunto" dei "padri fondatori" e di quegli stessi intellettuali organici al disegno restauratore.
Hanno una maledetta fretta: le loro teorie economiche non funzionano e potrebbero non completare il programma restauratore in tempo, prima che la gente, troppo impoverita, inizi a sospettare in massa che qualcuno ha "voluto" tutto questo...
Intanto assumono qualche troll per contrastare i primi sospetti
RispondiElimina"Parliament's institutional communicators must have the ability to monitor public conversation and sentiment on the ground and in real time, to understand 'trending topics' and have the capacity to react quickly, in a targeted and relevant manner, to join in and influence the conversation, for example, by providing facts and figures to deconstructing myths."
da questo link di Episkopos retwittato da Bagnai http://www.telegraph.co.uk/news/worldnews/europe/eu/9845442/EU-to-set-up-euro-election-troll-patrol-to-tackle-Eurosceptic-surge.html
Stanno freschi a cerca' "to join and influence the conversation and deconstructing..myths": venite, venite! :-)
EliminaIl primo esperimento "di massa" dal vivo di informazione corretta seppur ironica, è stato un successo... vediamo se ci mandano un funzionario ue per uno mentre parliamo con i nostri amici o con le decine di persone che incontriamo quotidianamente. La comunicazione di massa, ma quella vera, abbiamo cominciato a farla, e la gente è stufa di sentirla raccontare come vuole l'oligarchia... prima o poi verranno varati (se il funzionario UE non lo capisce può chiedermi la traduzione).
EliminaPoi leggo anche il post, ora non ho la testa, ho parlato per ore...
Sai non si rendono conto che è come impedire all'acqua di uscire dallo scolapasta avendo dieci dita e dovendo pure reggerlo :-)
EliminaMettiamo che al "nascere" della rivoluzione francese avessero voluto mandare un ideologo dell'ancien regime o...un prete, per ogni possibile assembramento di persone prive di.."brioche". Non avrebbe funzionato! E non è detto che non ci abbiano provato...
Sicchè l'è andata proprio come speravo:) Brava Silvia. Poi mi racconterai i particolari.
EliminaLa domanda delle domande mi garbò: Le riforme strutturali, ma te tu lo sai che sono?:)))
Ma scusa Sandrina, si 'un le parli un pò...così la pensi che 'un ti hapisca? :-)
EliminaMi pare un pò "la hoha hola ho' la hannuccia horta". Però conoscendo la tua "ironia" :-)
Le parlo così perchè ella sa che io adoro parlare toscano, da tempi non sospetti, ben prima di scoprire che fosse toscana. Sicchè non era ironia ma pura e semplice invidia (in senso buono s'intende):)))
EliminaSto leggendo il post ( neppure questa è ironia:)
caro 48, a quelli che ci dihano "la hola hola ho' la hannuccia horta horta" si buttan ni bisenzio.
EliminaMa anfatti, mi premuravo di assicurarmi che non ci fosse alcuna trasgressione a codesta regola...nevvero
EliminaVa beh, dai, almeno creano un po di occupazione... :-)
Eliminaalmeno dall' altra parte dell' oceano i grandi oligarchi sono piu' chiari:
RispondiEliminaWarren Buffett: “C’è una lotta di classe, è vero, ma è la mia classe, la classe ricca, che sta facendo la guerra, e stiamo vincendo”.
Sulla seconda parte del tuo (come sempre) ottimo commento; ricordiamo una delle 10 regole auree per la manipolazione di massa di Noam Chomsky: La gradualità.
Da tenere come vademecum anche le altre 9 regolette:
http://www.disinformazione.it/strategie_manipolazione_media.htm
ps: Tu che sei molto bravo ad intuire i meccanismi di formazione (o manipolazione) del consenso potresti dedicarvi uno dei prossimi post. No, non sarebbe fuori luogo (come tu ben sai) in questo blog
Ma hai sentito che adesso cercheranno pure di trollare i siti "monitorati"?
EliminaE se guardi i commenti agli esordi di questo blog, ci avevano pure provato. Ma sono stati respinti con perdite...
Per le tecniche di manipolazione del consenso, basta evidenziare le "loro" tecniche di "formazione" del consenso: praticamente tutti i media. Ormai, se non parlano di politica (pro-europa) è integralmente manipolazione-arma di distrazione di massa.
A cominciare dai "diritti cosmetici", qui puntualmente denunziati...
E' rivoltante però vedere come andranno ad utilizzare gli influencer...colgo inoltre l'occazione per salutare il tenace Marco Baldi, vero combattente sui campi di battaglia del FQ!!! Un caro saluto!!! ;)
EliminaUe' 48, ma ci stanno a pija pe'l cul quelli dell'Ansa ? Danno notizia ORA di un documento della Corte de Conti vecchio di 3 anni?!?!? Mah...
EliminaSegnalo inoltre questo bell'articolo del Sole24ore, da notare la "potenza di fuoco" dell'Ipex, l'export bank di Berlino...mica bruscolini...sommiamoci le agevolazioni alle imprese descritte da Berger, più acquisizione titoli con relativa calmierazione FfW , te credo che i tedeschi fino a ieri erano i campioni dell'export...
No si tratta della pubblicazione della delibera del 20 dicembre 2012, che peraltro richiama puntualmente quanto detto nel febbraio 2010 come precedente...L'indagine è però estesa a tutto il 2008. I nodi vengono al pettine, ma questi pettinano ancora e sempre...(mentre gli elettori pettinano le bambole e votano PUDE)...
Eliminahttp://www.traderlink.it/notizie/viewer.php?idnews=686091&idcanale=4
E te la raccomando "l'indagine europea sui sussidi alle imprese nazionali e la separazione in apposita società dei sussidi all'export"! E si tratta sempre di società e istituti capitalizzati dallo Stato e dai Land! Tacci loro!
EliminaInfatti proprio lì volevo andassi ;) !! Cmq volevo dire KfW...uffa sta velocità nello scrivere che mi fa sempre sbagliare...
EliminaQui si usa un servizio pubblico per messaggi privati?:) Quindi posso salutuare un grande professionista della menzogna come wilfattoquotidiano?
EliminaBy the way a quanto lo danno i bookmakers inglesi il topo con gli occhiali? Il Robin Hood dei c/c?Perchè io a questo punto me lo giocherei.
E' troppo spudorato meriterebbe Piazzale Loreto solo per questa ammissione.
"The good thing about not calling it a Constltution is that no one can ask for a referendum on it."
Ma non sarebbe meno intossicante limitarsi a ignorare :-)? Qui siamo in ambiente asettico e privo di deviazioni "illogicistiche". E analizziamo i fatti senza neanche bisogno di caricare i giudizi: è come un osservatorio previsionale, sulla congiuntura frattalica. E in fondo basta saper aspettare senza mai perdere la dovuta chiarezza di idee e il divertimento :-)...
EliminaCerto che lo è, l'epochè conduce all'atarassia.
EliminaEn attendant...
RESISTENZA, DESISTENZA & ESISTENZA
RispondiEliminaE' "caso" & "necessità" di ricondurre basal(mente) i "fondamentali" di un "restiamo umani", concetto "comune" esistenziale dimenticato nell' "individuale" uso mattutino di sciacqui orali e in serali genitali di "comunità" civiche contagiate dall' "interesse" di memorie dimenticate.
Il "cortocircuito" del sistema cognitivo, quello civico, che mostra la "fretta", concordo knight, di "elementi" lasciati "liberi" ma non "liberati".
Mò vado a ripassar 'na "livella" di Totò cosi domani, ora che non ho più n(euro)ni, me la ricordo.
That's all, folks!
E se facessi un post sulla "colta" origine del tuo nick "umanista"? :-)
EliminaHETEROGONIE DER ZWECKE
EliminaTra(monti) e crepuscoli, scorre una nota che puntualizza:
“Si è di fronte con tutta evidenza ad uno strumentale attacco contro la Personalità che costituisce il riferimento essenziale e più autorevole per tutte le istituzioni e i cittadini.
Ci si deve opporre ad ogni tentativo di destabilizzazione del Paese, inteso a minare in radice la sua credibilità. Il Paese saprà reagire a difesa dei valori costituzionali incarnati in modo esemplare dal Presidente e dal suo impegno instancabile al servizio esclusivo della Nazione e del suo prestigio nella comunità internazionale.”
http://www.governo.it/Presidente/Comunicati/dettaglio.asp?d=69044
Il merito dello “strumentale attacco” è magistralmente contenuto nella riflessione di G Zagrebelsky “Napolitano, La Consulta e quel silenzio sulla Costituzione” del 17/8/2012 http://www.repubblica.it/politica/2012/08/17/news/napolitano_la_consulta_e_quel_silenzio_sulla_costituzione-41067801/
Rimangono scolpite le “libere” interpretazioni dei “valori costituzionali” di algidi sobrii da riportare alla corte in giudizio:
”le tutele possono essere dannose”
“il posto fisso è noioso"
“ce lo chiede l’Europa”
“Gli esercizi di concertazione del passato hanno generato i mali contro cui lottiamo oggi e per i quali i giovani non trovano lavoro proprio perche’ lo Stato interveniva”.
“Le parti sociali, devono restare parti, parti vitali e importanti ma non soggetti nei cui riguardi il potere pubblico applichi una sorta di outsourcing della responsabilita’ di politica economica”.
“ Non ci si deve sorprendere delle reazioni delle parti sociali di fronte ad una durezza dettata dall’emergenza, bisogna capire che ci possono essere reazioni di non soddisfazione non solo e non tanto su singoli rovvedimenti quanto in risposta di una riduzione oggettiva del loro ruolo nel sistema decisionale”.
"ogni governo ha il dovere di guidare il proprio parlamento" conservando "margini di autonomia", perché se gli esecutivi seguissero "esclusivamente le decisioni dei Parlamenti, la disintegrazione dell'Europa sarebbe più probabile della sua integrazione"
I prodotti finali dettati dalla fretta evidente (alla ricerca del tempo perduto ora non c'è più tempo) sono anche le concertazioni (ndr, azioni certe, http://www.telegraph.co.uk/news/worldnews/europe/eu/9845442/EU-to-set-up-euro-election-troll-patrol-to-tackle-Eurosceptic-surge.html) dei paladini delle “lbertà” verso la deriva destabilizzante di "complottisti", "populisti" e "semplici" cittadini.
E fra me ripetevo qualche brano
di storia (Berengario... Carlo Magno...
Rosmunda...) ed era la mia voce un lagno
ritmico, un suono quasi non umano...
E l'ore... l'ore non passavan mai!
That's all, folks!
Grazie assai Poggio. Il tuo contributo meritava di essere pubblicato come post apposito.
Elimina...E pensare che la mia prima risposta aveva come soggetto me stesso che ipotizzavo di illustrare l'origine filologica (come poche) del tuo nick: avrei dovuto usa una forma di (affettuosa) minaccia più diretta: "guarda che potrei fare un post sulla..." :-)
"piccolo addendum". Il file audio accanto alle parole del dottor sottile esiste davvero. E' sempre bello ascoltare dalla vera voce di questo grande democratico il suo giudizio sul trattato di Lisbona, alla cui redazione ha dato un contributo fondamentale.
RispondiEliminaDenghiu per la precisazione ad usum audientis (non fit interpretatio...in effetti) :-)
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