lunedì 27 maggio 2013

LA PRECOMPRENSIONE DEI BANCHIERI CENTRALI, L'INFLAZIONE E IL MODELLO COSTITUZIONALE

Per chi, a suo tempo se lo fosse perso, in questo post abbiamo spiegato cosa sia la "precomprensione", più o meno definibile nei seguenti termini:
"...uno dei problemi più indagati dalla teoria generale del diritto. Sul quale si sono cimentati non solo i più illustri filosofi del diritto italiano (Betti, Calcaterra, Bobbio), ma che è stato decisivamente indagato dai pensatori tedeschi. Con conclusioni interessantissime, che partono da Aristotele, Cicerone, Ulpiano, e Leibniz (per citarne alcuni) e sono culminate nel concetto di "precomprensione", intesa come "anticipazione del senso" dell'interpretazione anteriore, cioè "pregiudiziale" alla stessa lettura del dato normativo.
Va da sè (per i più appassionati di linguistica e di psicanalisi) che il fenomeno di tale "anticipazione pregiudiziale del senso" lo si è anche indagato alla luce di...Freud e Lacan. Ma ovviamente vi risparmio questo interessantissimo versante. 
Il concetto di "precomprensione" lo dobbiamo, in particolare a Gadamer, per alcune forme a Wittengstein, e a Viehweg. Come ci illustra questo interessantissimo studio  non a caso intitolato "Ermeneutica e pluralismo":
"L’interpretazione in quanto tale non è mai un fine ultimo. Si interpreta al fine di comprendere. Ma a sua volta il comprendere, a differenza del conoscere puro e semplice, ha un carattere pratico, cosicché esso porta in sé le ragioni per cui si vuole comprendere. Anzi queste ragioni precedono il comprendere e contribuiscono a determinare e ad orientare la precomprensione.
L’interpretazione come attività acquista un senso proprio perché avviene all’interno di una preliminare comprensione, che è il vero e proprio luogo del «senso». Ogni attività ha un significato solo all’interno di una totalità di senso. Di conseguenza la comprensione precede e condiziona l’interpretazione che a sua volta la sviluppa, la corregge e la libera dai fraintendimenti."

Ora Krugman, in questo articolo riportato dal Sole24 ore, ci fornisce un caso di precomprensione non dissimile da quello che aveva dato spunto al nostro post: in quel caso si trattava della famosa mission della BCE e di come, senza alcun dubbio, una sua corretta lettura testuale e sistematica portasse a includervi la piena occupazione. Per enunciato di espresso rinvio al (tristemente) famoso art.3, par.3, del Trattato sull'Unione da parte degli artt.127 TFUE e 2 Statuto BCE, (protocollo 4 ai Trattati), che appunto definiscono la "mission" in questione.
Ma transeat, la questione è superata dagli eventi, dato che, come abbiamo altrettanto visto (par.11), c'è un concetto di "piena occupazione", proprio della teoria macroeconomica neo-classica, che è stato adottato senza alcuna remora e che prevale, in base alla forza bruta del diritto internazionale, quello dove il forte ha sempre ragione (cioè la Germania), ragion per cui  la piena occupazione è quella che fa comodo alla "stabilità finanziaria" e alla aspettative inflazionistiche degli operatori razionali. Punto.

Invece qui si tratta di precomprensione nella lettura del ciclo economico mondiale. L'effetto che descrive Krugman è quasi comico:
"I sadomonetaristi di Basilea
Questo mese il Wall Street Journal ha richiamato l'attenzione su un discorso di Jaime Caruana, il direttore generale della Banca dei regolamenti internazionali, che metteva in guardia dai pericoli del denaro facile ed esortava ad alzare subito i tassi per evitare… non si sa bene cosa.
E le sue opinioni pesano, secondo il Wall Street Journal: «Caruana non è un falco scornato che è stato messo in minoranza nel consiglio direttivo di un organismo economico e cerca disperatamente di mettere le cose in chiaro», ha scritto Geoffrey Smith sull'edizione online. «Caruana è il portavoce di un consesso globale di banchieri centrali, quasi tutti costretti a far fronte alle pressioni fortissime dei rispettivi Governi nazionali perché tengano i piedi la baracca mentre loro cercano di riparare l'economia. Le sue opinioni contano anche per un'altra ragione: la Bri è una delle poche istituzioni finanziarie internazionali (secondo qualcuno l'unica) che ha visto arrivare la crisi finanziaria e ha lanciato avvertimenti chiari per tempo».
Davvero la Bri è stata così preveggente? Vediamo un po': quello che ricordo io - e che il Wall Street Journal apparentemente non ricorda - è che da anni la Bri mette in guardia dai pericoli dei tassi di interesse bassi. Peccato che un paio di anni fa raccontasse una storia completamente diversa sul perché dovevamo alzare i tassi: il grande pericolo allora era l'inflazione imminente. Un articolo di Bloomberg del 27 giugno 2011 diceva: «Le pressioni inflazionistiche a livello globale stanno aumentando rapidamente, per via dell'impennata dei prezzi delle materie prime e dei limiti di capacità produttiva che frenano la ripresa globale», ha detto la Bri, l'organismo che svolge il ruolo di Banca centrale delle Banche centrali. L'accresciuto rischio di inflazione impone un aumento dei tassi di riferimento».
In realtà l'inflazione viaggia al di sotto del target praticamente ovunque.
Verrebbe spontaneo aspettarsi, a questo punto, che la Bri faccia marcia indietro e riveda le sue raccomandazioni di politica economica e i criteri che usa per estrapolarle. Sì, figuriamoci.
I tassi alti sono sempre la soluzione: quello che cambia è soltanto il problema che dovrebbero risolvere."
Vedete come dunque il "comprendere" porta necessariamente in sè le ragioni per cui si vuole comprendere. Questo fissa la precomprensione in modo tale che  l'interpretazione, qualsiasi operazione di interpretazione (che è poi la normale modalità cognitiva umana), diviene "valida" se ci liberiamo di queste ragioni, cioè degli INTERESSI PERSONALI, che ci conducono sì a voler interpretare le cose -un testo, i dati economici, le correlazioni che se ne possono indurre-, ma ne alterano i risultati, preorientandoli.
Quindi, senza questa depurazione dell'elemento "personale", non si può assumere come attendibile un'interpretazione. O meglio, la si deve prendere per quello che è: UN PUNTO DI VISTA DI UN PORTATORE DI INTERESSE.
La domanda allora è: ma perchè dobbiamo assumere sempre e comunque quell'interesse come oro colato? Perchè alla fine dei giochi è questo che accade.
Anche qui la risposta è abbastanza semplice: se si prende come prevalente, prioritaria, addirittura insindacabile, una interpretazione interessata, vuol dire che quell'interesse è quello che ci governa. E ci governa proprio perchè ha la forza di imporsi, cioè di caratterizzare l'indirizzo generale impresso alla società dalla classe dirigente.
I governi, infatti, poi, propongono ai parlamenti leggi che sono conformi a quella interpretazione e i parlamenti le approvano. Vi hanno spiegato qualcosa? Vi hanno fatto votare in qualche elezione, per caso, perchè le leggi fossero, in ultima analisi, dettate dai banchieri centrali riuniti in consesso e preoccupati di determinati interessi?
Noooo. Eppure è così.
Ovviamente non vengono direttamente votate leggi che determinano i tassi di interesse. Vengono votate leggi che approvano-ratificano-ordinano l'esecuzione di trattati, come quello di Maastricht, i quali dicono che le banche centrali non prendono istruzioni dai governi e non possono sollecitarle (ma ovviamente dipende sempre dalla legge del più forte, e quindi la Germania tende un "pochettino" a impartire istruzioni alla BCE) e che stabiliscono i tassi di interesse per garantire in assoluto sempre e comunque la "stabilità dei prezzi".
Dopodicchè, uno Stato sa che la politica monetaria avrà quell'unico e unilaterale indirizzo, e provvederà a fare politiche deflattive, mediante ulteriori leggi conformi a tale obiettivo e...come va a finire lo sapete, diciamo che si riflette sui salari reali e sul livello d occupazione, fino a innescarsi output gap strutturale e politiche pro-cicliche recessive.

E' evidente che questo tipo di precomprensione ci assoggetta agli interessi della banche, perchè di questi sono portatori i banchieri centrali una volta che li si rende assolutamente indipendenti dal governo ma dipendenti dalle banche-  che pure dovrebbero controllare- le quali invece sono direttamente o indirettamente proprietarie del capitale delle banche centrali "indipendenti".
Insomma, si attiva un processo, che è ormai solo europeo (par.5), perchè solo in UEM la indipendenza raggiunge la sua forma più pura di assoluta impenetrabilità a qualsiasi interesse dei cittadini, tipo la "piena occupazione" (che poi sarebbe la domanda,in essenza), provvedendosi a formulare la "mission" in termini che sembrano fatti su misura per gli interessi bancari, privilegiando la stabilità dei prezzi, e relegando a un concetto furbesco comprimibile a piacimento gli altri possibili obiettivi della politica monetaria.
I creditori, cioè le banche, hanno infatti interesse a che l'inflazione sia bassa per tutelare il capitale prestato agli Stati (e già sappiamo che questa è una scelta politica degli Stati) nonchè ai privati, lucrando, preferibilmente, interessi reali positivi, cioè superiori all'inflazione.
Se poi ci mettiamo che i banchieri, nei prestiti all'interno dell'area UEM, sono anche garantiti dal "rischio di cambio", abbiamo chiuso il cerchio e spiegato perchè esiste l'euro. L'euro, realizzato da un gruppo di banchieri chiusisi in una stanza (ma pensa un pò); e anche perchè poi esistono le banche centrali indipendenti, la deflazione salariale, l'alta disoccupazione come effetto super-prevedibile di tutto ciò, e in una parola una crisi strutturale di domanda. Che nessun governo vuole affrontare: perchè dovesse dare fastidio agli interessi di chi ci governa veramente.
Dopo arriva l'inflazione!
Lo sapevate quanto incide l'inflazione in termini di crescita sul PIL secondo gli studi del FMI? Fino al 4% nulla; sopra il 4% di 0,1 punti di PIL per ogni punto di inflazione. Quindi un'inflazione al 10% fa perdere 0,6 punti di PIL: ma...ceteris paribus. Cioè, invece di decidere di "crescere con l'austerity", negando il trade-off tra inflazione e disoccupazione e provocando recessione, si possono assumere, a sostegno della domanda reale, provvedimenti adeguati, come meccanismi di indicizzazione dei salari e delle tariffe, praticate da aziende pubbliche di erogazione dei servizi essenziali. Mica possibili se sono aziende privatizzate "lo vuole l'europa", e governate dalla logica finanziaria degli azionisti di controllo, che non garantisce alcuna maggior efficienza, tra l'altro.
Che poi alla fine, tutte queste misure di contenimento "non salariale" dell'inflazione e dei suoi effetti, non dipendono tanto dalla grazia divina e dal caso. Quanto piuttosto dalla volontà di assolvere o meno compiti che sono costituzionalmente affidabili allo Stato, su utilità erogabili anche in produzione diretta, secondo l'art.43 Cost.; nonchè dall'indirizzo politico di uno Stato che ammetta la autonomia negoziale collettiva come effettiva realizzazione del dettato costituzionale (artt.4, 36 e 39 Cost.).
Quindi alla fine, si tratta solo di scegliere tra modelli di società che vogliamo: o quello della Costituzione, fissato in norme di valore supremo e la cui interpretazione (un tempo) non soffra delle "rimozioni" della logica che oggi paiono oscurarla, o quello proposto dalla interessata "precomprensione" dei banchieri centrali.

26 commenti:

  1. Molto interessante. A me fa sempre effetto la formula dell'art. 3 del Trattato sull'Unione europa, che indica il modello economico: "un'economia sociale di mercato fortemente competitiva". E' chiaro dove pende il piatto della bilancia: due attributi su tre fanno riferimento al modello liberista, rimane un "sociale" di bellezza...

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    1. Si tratta, guarda caso, di cosmesi: cioè di marketing dell'ideologia economica. Ma se vai al par.3, là trovi gli ossimori che nascondono il vero volto "Von Hayek"...

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  2. Questo articolo scovato all'interno del blog degli economisti invisibili rende bene l'idea di cosa siano gli Inflation linked swaps (ILS) e di come si ragioni in termini di aspettative...

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  3. Il che rafforza l'idea che ripubblicizzare utilities e banche commerciali (riseparate) è una soluzione a portata di mano. Hai voglia a discutere nel g20, cercando di svuotare il mare con un secchiello (e senza manco iniziare). Il problema rimane quello del libero mercato che privatizza le rendite da monopolio e poi si trova pure davanti al super-cartello delle banche che tengono il banco delle scommesse...

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    1. Aggiungo, all'obiezione con quali soldi ripubblicizzi: stampando moneta di Stato non collocata sui mercati. Il NILAC (non inflationary loss absorbing capacity) italiano, per approssimazione, dovrebbe essere un 12,4% di quello BCE, cioè di 3300 miliardi di euro; abbondantemente sufficiente alla ripubblicizzazioni di assets agli attuali valori di bilancio. E ce ne avanza...Ovviamente ad avere sovranità monetaria, banca centrale riportata nei confini dell'interesse generale, e un governo...che ci pensi

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  4. Il M5S crolla come era ovvio dato che non ha nulla da dire su economia, lavoro, Europa (e in una riunione aperta del Movimento glielo avevo detto de visu a tre parlamentari grillini pochi giorni dopo le elezioni, suscitando reazioni tribali fra gli astanti).
    Si libera un bacino elettorale colossale. Uno poteva ingenuamente pensare che tenere i contatti con quella base che tra non molto potrebbe ritrovarsi sola e senza punti di riferimento avrebbe potuto essere una strategia interessante e lungimirante.
    Ma loro non ce (ve) lo hanno chiesto in effetti, quindi è un'idea ingenua; uno mica se li deve andare a cercare i consensi, no?
    Restiamo fra noi (voi).

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    1. Sai il problema vero è che proprio non hanno capito che le politiche economiche da 20 anni si fanno a Berlino- via Bruxelles- e che a Roma va in scena solo il catering (e la remunerazione via casta) della "presentazione" dei diktat europei.

      Insistono nella feroce ricerca di altri italiani da linciare, innescando gente come la Gabanelli che poi gli si ritorce contro...elettoralmente. Evocare i livorosi, autentica quinta colonna della colonizzazione, non ha fatto solo male a monti e al PD, ma è un processo, come dire, incontrollabile di autodistruzione.
      Una base elettorale essenzialmente di livorosi, è volubile perchè deve essere dissetata di sangue subito, senza spazio per analisi e verità nei fatti; ma il sangue italiano è...agli sgoccioli ed è proprio il fatto di alimentare irresponsabilmente il livore, che porta in un vicolo cieco.

      D'altra parte se il "livore" nasce sul Corsera, e il Corsera è il giornale più dominato dalle banche, quale interesse si finisce per perseguire inevitabilmente, nonostante la buona fede dei militanti?

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    2. 48, a me piace molto il tuo blog e le tue analisi mi convincono anche perché per lo più coincidono con le mie, ma questo è un dettaglio. ;)
      Fatto sta che non capisco cosa di concreto si voglia fare.

      Ad esempio questa tua osservazione che la base grillina è fatta di livorosi la trovo assurda.
      Il popolo è per costruzione livoroso perché è fatto di schiavi frustrati che hanno perso la possibilità di capire il mondo che li circonda se non secondo le categorie di comodo impostegli dai dominanti; perché sa che dovrebbe ribellarsi ma non ne ha il coraggio; perché sa che è pronto a tradire e a dimenticare i suoi compagni pur di essere ammesso come servo nella casa dei padroni.
      Allora che senso ha aspettarsi una base di persone nobili, coraggiose, generose e competenti? Quella è l'élite, non la base, l'élite responsabile della condizione della base.

      Per di più credere che il sistema cadrà da solo sotto le sue contraddizioni mi sembra quanto meno "infondato".
      O anche che il crollo dell'euro porterà a un qualche risultato almeno in termini di indipendenza nazionale e democrazia.
      Sarà così solo se quelli di mezzo che non sono élite ma che stanno abbastanza bene da non essere costretti al livore perpetuo si faranno carico del riscatto del popolo brutto sporco e cattivo.

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    3. Guarda "livoroso" è in un'accezione specifica. L'idea centrale anti-casta, "debitopubblicosepsapubblicaimproduttivacorruzionebrutto". La fondazione di una nuova etica che non risolve nulla ed è anzi controproducente.

      Se pensassi alla "classe dirigenziale" nel caso M5S, il discorso è già chiuso: ignoranza o strategia occulta che sia, questo hanno espresso e continuano a esprimere, lo slogan livoroso (in senso specifico: potresti averne altri, in senso diverso; tipo è colpa di B.e delle su TV, oppure è colpa del capitalismo in sè arrivato alla fine epocale ecc...).
      Ma il fatto è poi solo questo: non c'è ora offerta politica che minimamente sappia proporre soluzi0oni di salvezza nazionale effettive.
      Questo non implica che questa offerta politica debba farla personalmente: in realtà chiunque può vedere come, sul piano tecnico-legislativo, qui sono stati affrontati quasi tutti i settori di intervento. Cosa si dovrebbe fare su questo piano, dovrebbe essere chiaro, ma ciò non mi rende responsabile del "che fare?", fosse solo perchè analizzare e passare alla prassi è un passagio obbligato tipicamente marxista.

      E infatti i marxisti si agitano, utilizzando però consuete categorie e, ovviamente, soluzioni: la teoria del valore ancora li guida, ma dopo la già avvenuta redistribuzone del dopoguerra, finisce per essere solo una riedizione del socialismo reale di tipo farsesco.
      Come si può arrivare a rendere le soluzioni qi auspicate un programma politico capace di attrarre il consenso della maggioranza degli italiani, non è una cosa che saprei dire. Anche perchè la mia ambizione non è questa.
      Però accetto proposte e non ostacolo il dibattito tra chi è interessato.

      Però che il sistema imploda per la sua "insostenibilità" è pacifico: anche perchè negli altri paesi il dibattito non ha lo stesso grado di censura che in Italia e le cause della crisi sono sempre più chiare. Gli interessi della comunità nazionale non sono altrettanto disprezzati.

      Rimango dell'idea che forze "esogene" saranno decisive per il superamento di questa congiuntura. Ma sarà un processo non istantaneo e nemmeno breve: quindi gli spazi di "verità" che si creeranno esigono l'essere pronti e con le idee ben chiare.
      Per sedersi all'auspicato tavolo dei "costituenti" per il recupero della Costituzione.

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    4. " Guarda "livoroso" è in un'accezione specifica.
      L'idea centrale anti-casta, debitopubblicosepsapubblicaimproduttivacorruzionebrutto"."

      Ma come pensa anche Piero probabilmente questo è l'unico meodo per cominciare a rendere accettabile l'idea di una maggiore partecipazione e presa di coscienza della realtà.
      In effetti Grillo il terreno lo ha arato e cercare di dare una spinta nella direzione giusta non mi sembra una cattiva idea per quanto obiettivamente difficile e faticosa.

      "Come si può arrivare a rendere le soluzioni qi auspicate un programma politico capace di attrarre il consenso della maggioranza degli italiani, non è una cosa che saprei dire."

      Questo è il punto che non capisco del vostro modo di pensare e se vuoi chiarirmelo meglio te ne sarei grato.
      Dal mio punto di vista: che senso ha fornire un'analisi, che peraltro condivido, se poi non si discute anche del come metterla in pratica, anche impegnandosi ad analizzare a fondo le condizioni che sembrano renderne impossibile la ricezione da parte della maggioranza dei cittadini?
      Ammesso che il sistema imploda (e io non ci credo tanto, più che altro vedo una progressiva limitazione delle libertà democratiche con la gente che non se ne accorgerà nemmeno) tu ipotizzi "frattalicamente" un fattore esogeno per cui poi essendo pronti ci si siederà al tavolo dei nuovi costituenti.
      Ma chi ti ci fa sedere al tavolo? Evidentemente ci dovrà essere una legittimazione (e una riconoscibilità) data da un consenso sufficientemente diffuso, ma al tempo stesso ribadisci che quello non è tuo compito...
      Forse mi sfugge qualche passaggio e se vuoi spiegarmelo ti ringrazio.

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    5. Brevemente: tutto questo blog spiega perchè lo slogan "debitopubblicoecc..brutto" sia inaccettabile dal punto di vista economico e costituzionale.
      Invito a leggere il blog perchè dal suo complesso emerge come questa sia una mistificazione definita "Von hayek" e con multiformi volti propagandistici. Tutti e solo destinati a minare la democrazia e ingannare le masse.
      Questo slogan è stato inventato dal PUDE e porta al vicolo cieco di rimanerci, senza poter più fare nulla per liberarsene.

      L'ipotesi frattalica fa a sua volta parte del "come" il discorso del blog si è sviluppato e pertiene ad una serie di post, non ad uno soltanto.
      Quanto al "come" qualcuno arriverà a sedersi a quel tavolo: dipende da quante persone consapevoli sapranno coagularsi dal momento che il vuoto politico progressivo si manifesterà.
      Le forme di questa coagulazione, ripeto, non dipendono da me. Che sono uno solo, non un personaggio "collettivo".
      Se qualche forma di organizzazione prenderà corpo intorno alle idee di questo ed altri blog, lo verrete senz'altro a sapere.

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    6. che fare ? le forze si possono coaugulare solo nel momento in cui si prende consapevolezza che sua volta dipende dal livello di informazione.
      questo è quello che si può fare ognuno nel suo ambito piccolo o grande che sia.

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    7. Ecco giusto, il livello di informazione: se non c'è, per lo meno in partenza, omogeneità su questo, si ha solo un movimento di protesta che si indirizza verso falsi obiettivi che non è in grado di sottoporre a verifica.
      Una storia già vista.
      Un vicolo cieco come quello in cui si sta infilando il m5s: ovvero come pensare di combattere un "sistema" adottandone...i principi fondamentali e simulando una differenziazione che non differenzia nulla, ma al massimo avvicenca dei volti. Ammesso che, essendo questo ciò che si ottiene, abbia un senso e il "sistema" non ne sia in realtà rafforzato.
      E non lo dico a te, ma per completezza del discorso.

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    8. La mia personale opinione è che il M5S stia crollando perché non ha correttamente inteso la legittimazione ricevuta alle scorse elezioni politiche. Detta legittimazione è stata interpretata come di tipo anti-politico, laddove invece essa chiedeva molta politica, anzi, una nuova politica che fuoriuscisse dalle premesse ideologiche neo-liberiste targate PUD€.
      Quella che potremmo chiamare, a questo punto, la "retorica dell'apriscatole", non sembra stia pagando. Già lo scorso aprile il presidente di Confindustria Emilia Romagna aveva osservato che, con un'intera economia che muore, il problema non poteva ridursi al costo del caffè alla bouvette di Montecitorio. Sembra adesso se ne stia rendendo conto anche l'elettorato.

      Purtroppo una rondine non fa primavera. La dialettica politica rimane infatti confinata sempre all'interno del PUD€ stesso. La battuta d'arresto dell'ala frondista si è tradotta nel rafforzamento del PD, ossia dell'ala conservatrice (quella dei cosiddetti "governi di responsabilità" sorretti da un europeismo a-critico e cieco).Insomma: uno spostamento di consenso comunque confinato all'interno delle dialettiche che connotano l'attuale regime.

      Sembra però (dico sembra), che l'elettorato stia capendo che la becera protesta livorosa dell'anti-politica non sia una soluzione ed allo stesso tempo non si fidi degli "appelli alla responsabilità" dei conservatori. L'alta percentuale, sempre in crescita, dell'astensionismo potrebbe (i fatti provvederanno a confermare o smentire), testimoniare una volontà di iniziare a vedere "oltre il PUD€". In un regime a partito unico, con un'informazione politicamente asservita, del resto, l'astensionismo è l'unica forma di dissidenza possibile. E allora mi domando e domando: la crescita del fenomeno potrebbe essere vista come una crescita della dissidenza verso il regime?

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    9. "che fare ? le forze si possono coaugulare solo nel momento in cui si prende consapevolezza che sua volta dipende dal livello di informazione."

      Ma per cortesia. La consapevolezza non deve essere dell'obiettivo o della situazione economico politica e nemmeno " dei propri interessi".
      Il lavoro di informazione porta a porta di cui parlo ( e che qualcun altro farà pro domo sua, magari con l'aiuto di qualche arrivista da 4 euro, vedrete ) non serve all'informazione né alla comprensione ma alla creazione di un sentimento di comunità anche fra le classi meno agiate. Senza di quello non si fa nulla e quello non richiede la comprensione di qualcosa ma il "sentimento" di far parte tutti di una comunità fondata su legami affettivi di appartenenza, quindi qualcosa che si crea non sull'interiorizzazione di concetti ma sullo scambio, sul rapporto personale e fra gruppi diversi.
      Uno potrebbe far notare il parallelo ermeneutico con il concetto di " trovare l'altro" come scopo ultimo dell'interpretazione, cioè con  quella "conoscenza" che trascende "al limite" il procedere asintotico del circolo ermeneutico fondato su successive "comprensioni", ma non interesserebbe a nessuno.

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    10. Benone! Il lavoro di informazione "porta a porta" di cui parli tu è un'ottima idea. Credo che ciascuno degli interessati a capire cosa sita succedendo già lo faccia.
      E questo sta già creando una comunità basata su interessi comuni e rapporti personali.
      Ovviamente non ne vorranno far parte quelli che arrivano e, senza conoscere quale ne sia il percorso aggregante, l'impegno già profuso e il grado di attuale realizzazione, sono essenzialmente interessati a comandare sugli altri e dirgli quando e dove andare a fare il lavoro "porta a porta" che decidono essi stessi, avendo evidentemente capito tutto

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  5. L'imparzialità della banche centrali, indispensabile puntello ideologico della loro indipendenza, è un articolo di fede la cui impermeabilità alla realtà empirica è solo, come dici, rivelatorio dei rapporti di forza. Ben venga quindi la miscredenza americana: "The independent central banks of the United States and Europe didn’t perform particularly well in the last crisis. They certainly performed far more poorly than less independent central banks like those of India, China, and Brazil. The reason was *obvious*: America’s and Europe’s central banks had, in effect, been captured by the financial sector. They might not have been democratically accountable, but they did respond to the interests and perspectives of the bankers. The bankers wanted low inflation, a deregulated financial sector, with lax supervision, and that’s what they got—even though the economic losses from inflation were minuscule compared with the losses that arose from the excessively deregulated financial market." (J. Stiglitz, The Price of Inequality, W. W. Norton & Company, London-New York, 2012, pag. 241).

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    1. E pensa che il Frank Dodd non si riesce ad applicare fino in fondo perchè sui numerosi regolamenti attuativi gli stakeholders (banche) hanno presentato "decine di migliaia" di studi per paralizzarne l'emanazione...Pronti poi a scatenarsi con orde di avvocati semmai questi studi fossero qui o lì contraddetti!

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    2. Però almeno nel dibattito pubblico, e con una pressione dei fatti meno schiacciante di quella che grava su di noi, se ne parla. Stiglitz non è un "oscuro accademico di provincia" ;-) e il libro l'ha presentato anche da Jon Stewart. Mi ha colpito che un Robert Reich invochi addirittura la costituzione di un terzo partito per sottrarre un po' la politica alla cattura del settore finanziario. Qui la sfera della precomprensione, cioè dell'indiscutibile, è talmente ampia che le presunte alternative son sempre finte. Il rapido crollo dei grillini lascia però sperare che gli spazi per un cambiamento di paradigma si stiano finalmente aprendo.

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    3. Infatti, in merito al Dodd Frank Act: "Banks also have incentives to get as big as they possibly can, so they'll never be considered small enough to fail. Many are bigger and more systemically important than they were in 2008. They have also spent the last three years – and about $1bn – lobbying to dismantle the Dodd-Frank Act, the financial reform bill passed in 2010. They're also busy drafting legislation that would exempt them from regulation. So it's hard to see how Obama's assurances of "never again" are anything but an empty promise.". Si calcola in 83 miliardi di "sussidio" statale statunitense (l'anno) alle proprie banche... bruscolini...così so' capace pur'io de fa' er banchiere...

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    4. @Arturo: in chiave fenomenologica hai colto l'essenziale! Torna a trovarsi :-)
      @Flavio: il fatto è che il Frank Dodd è timido: incide sulla possibilità di fare scommesse "in proprio", risolvendo una parte del conflitto di interessi, ma risulta in pratica ampiamente aggirabile. Ne volevo parlare, ad avercene il tempo.
      La "capture" è ormai a livelli tali che solo un assetto politico radicalmente nuovo può portare a qualche speranza di ripristino del "vero" Glass-Steagall. O un rinnovarsi di qualche shock finanziario...Acci loro

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  6. Abbiamo bisogno di un partito vero, che non sia riconducibile a singole personalità che possono essere attaccate e screditate.
    Un partito che sia in grado di portare i propri rappresentanti, e penso a te e al Bagnai, al tavolo dei 'ri-costituenti'.
    Un partito basato su solide analisi giurico-economiche. Siamo all'assurdo abbiamo già il manifesto e la dottrina politica e andiamo avanti come movimento di opinione in ordine sparso.
    Per me i tempi sono più che maturi anzi di più, dovremmo anche muoverci per mettere su un'organizzazione in grado di reggere il colpo nel caso di un 'cigno nero'.

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    1. Le cose stanno naturalmente evolvendosi in questa direzione.
      Le aggregazioni già esistenti e quelle che potranno nascere magari riusciranno a dialogare su un terreno comune e accelerare la creazione di un vasto movimento di opinione

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  7. QUESTION TIME

    "scegliere tra modelli di società che vogliamo", quali il modelli/o di inconscio collettivo "consapevole"?

    Un abbraccio :-)

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  8. Ciao Quarantotto seguo sempre anche se non intervengo , consapevole di non portare nessun valore aggiunto allo spessore culturale del tuo blog. Faccio una eccezione per sottoscrivere parola per parola l'intervento di MPI.
    Penso che in Italia debba nascere un partito autenticamente Keynesiano e che persone come te e Bagnai ne possano essere l'anima e la mente.
    Per adesso è un sogno ma spero che prima o poi diventi realtà.

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    1. Mauro i tuoi interventi sono sempre graditi e puntuali.
      Vieni a Viareggio il 22 giugno?

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