Alcune rapide segnalazioni di...fine agosto (per non sforzarsi troppo le meningi sotto il sole, a causa della mia "prosa involuta").
Su "Sinistra in rete" hanno accorpato in un unico articolo i due post (Quo)usque tandem (1 e 2). Fattone il coordinamento, alla fine è venuto fuori un bel lavoro: un discorso di cui si coglie meglio l'unitarietà :-). Li ringraziamo.
Poi un lettore, in margine al post sull'articolo della prof. Mazzucato sul Financial Time, ripreso anche da "vocidall'estero", ci invia alcuni utili links al lavoro della stessa: in effetti, sono riflessioni di grande buon senso keynesiano e capaci di offrire chiarezza in mezzo alle continue €uro-demenzialità, in applicazione delle quali il nostro governo si accinge a invocare la"stabilità"...per salvarci.
Questa la utile mail con i links (cui si è aggiunto il commento di Sil-viar):
"...grazie per il post relativo al lavoro della Prof. Mazzucato. In merito al libro della professoressa mi permetto di aggiungere che a quanto risulta su Amazon (http://www.amazon.com/The-Entrepreneurial-State-Debunking-Private/dp/0857282522/) e altre librerie online "This book [...] builds on the author’s work for a high-impact DEMOS report (substantially developed and extended)".
Mi sembra che il rapporto originale DEMOS sia questo: http://www.demos.co.uk/files/Entrepreneurial_State_-_web.pdf
Molto bella anche questa breve intervista (http://www.youtube.com/watch?v=1B4q9uXpPAA) alla professoressa, che incomincia così:
"Il governo dovrebbe investire in questo momento per due ragioni. La prima è, appunto per via della crisi, che significa che ora ci troviamo in una recessione, che molti paesi hanno in realtà trasformato in una depressione. Quello che Keynes ci ha insegnato è che lo stato non deve comportarsi come un impresa: le imprese sono molto procicliche e investono molto durante i boom, non durante i bust. Gli stati devono fare il contrario, altrimenti arriviamo ad una trappola della liquidità in cui nessuno vuole spendere: né i consumatori, né le imprese, né lo stato, e così una recessione diventa una depressione.
Ma l'altra ragione è che stiamo anche arrivando verso la fine di una grande rivoluzione tecnologica, guidata dall'informatica, e siamo all'inizio di una nuova, la green revolution, e in ogni rivoluzione tecnologica lo stato in pratica ha aperto la strada. E' un caso che capiti assieme ad una crisi economica, ma anche se fossimo in un boom la green revolution non potrebbe decollare senza interventi statali."
Infine, vi segnalo che esiste una procedura on line mediante cui potete partecipare alla discussione (!) sulle riforme costituzionali in gestazione.
Per leggervi il materiale preparatorio e rispondere "cognita causa" al questionario (una sorta di anticipato sondaggio-referendum), ci mettereste qualche mese; ma non importa...
Alla fine le opzioni, come sempre nei casi di partecipazione-proiezione di democrazia diretta, sono ben PRE-determinate, e sarete (sareste) chiamati a rispondere su sostanziali "quesiti" che ben poco hanno a che fare con l'intera "cultura" costituzionale che in premessa viene richiamata.
Anche se non manca, anche, una "netta" predeterminazione dottrinale orientata sulla "versione" di Astrid, o del "Gruppo di Pisa", et similia. Tecnicamente, anche volendo partecipare con "impegno", non avete scampo: finireste per avallare inevitabilmente quanto sostenuto in partenza dalla maggioranza di governo e dal mainstream del pensiero dei "costituzionalisti associati".
E hai voglia a spiegare ai "grillini" come questo metodo, imperniato sulla rigida predeterminazione (anteriore alla sottoposizione alla platea degli interessati) dei temi e delle opzioni, ancorchè sostenuto da una sovralimentazione di notizie, dati, analisi, che sfuggono alla conoscibilità realistica del cittadino comune, sarà pure "diretto", ma non è che una apparenza democratica.
Oggi, vale contro le loro istanze e teorie (del m5s): domani potrebbe essere il loro turno nel prospettare opzioni pre-suggestionanti e nel preorientare la possibile formazione del convincimento degli interessati.
Ed è proprio la democrazia costituzionale che ci rimette, in questa istruttoria in cui si parla di tutto, ma nessuna riflessione conseguenziale è realisticamente e tecnicamente possibile PRIMA CHE L'ESSENZIALE SIA GIA' DECISO; e ciò, in modi del tutto sfuggenti e privi di effettivo dibattito, nelle sedi democratiche più ampie, che dovrebbero cominciare in ambito scolastico e accademico e diffondersi su una STAMPA LIBERA e non interessata a far prevalere gli slogan con cui è imbeccata
In sintesi: con la soluzione dei problemi effettivi dei cittadini italiani, nessuna delle riforme proposte, sia nell'attuale legge sulla revisione costituzionale, sia nella visione del m5s variamente pubblicizzata, ha molto a che fare.
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