Sentite anche voi questa stanchezza?
Avvertite la sensazione che la strada sia "troppo" in salita per giungere ad una svolta da cui si veda un panorama finalmente aperto e almeno non asfittico?
Il fatto è che pare ci siano riusciti: decenni spesi dai media a battere ossessivamente sulle parole d'ordine colpevolizzatrici, hanno indotto gli italiani a conformarsi e ad auto-percepirsi proprio in quei termini.
Così, nessuno più dubita, pur con qualche sfumatura e diversa miscelatura, che "abbiamo vissuto al di sopra delle nostre possibilità", che siamo "familisti amorali", che siamo un popolo che, più di altri, vive di evasione e corruzione, che "non abbiamo il senso dello Stato", che, in una locuzione riassuntiva, possiamo essere discplinati solo con un "vincolo esterno".
L'effetto della interiorizzazione di massa di questi messaggi manipolativi (ripetuti esattamente come in un film distopico di Terry Gillian), non è solo la svalutazione del senso individuale del proprio "valore", intaccato dal solo fatto di essere italiano (in quanto tale, sei intrinsecamente "unfit" e devi "rieducarti"), ma la dilagante sfiducia "nell'altro".
Se tutti sono colpevoli di "asocialità", di indisciplina "etica" che sconfina in forme diffuse di "illegalità", se tutti sono parassiti che hanno vissuto alle spalle della "spesapubblicaimproduttiva", non c'è più limite al "non credere negli altri".
Al sentirsi legittimati nel NON avvertire alcun senso di solidarietà, che non sia esclusivamente diretta verso astratte categorie del politically correct mediaticamente imposto (l'orchestrazione dei diritti cosmetici), al nutrire una diffidenza verso ogni sforzo congiunto, vanificato in partenza dall'aspettativa di un tradimento che si annida in una modo di essere che inesorabilmente ci addita come incapaci.
"Gli altri" (italiani): sono incapaci di solidarietà, di correttezza, di rispetto delle regole.
E questo legittima sia il nostro non adeguarci alle regole, sia il criticare le stesse proprio perchè imposteci dagli "altri": senza scorgere la contraddizione tra l'atteggiamento anarcoide che imputiamo al resto della collettività e quello, altrettanto anarcoide, che riteniamo essere nostro, "speciale", come forma di difesa indispensabile.
Ma entrambi, anarcoidismo accusatorio e individualistico-difensivo, rimangono il frutto di un condizionamento, su cui prosperano gli oligarchi che hanno seminato, mediante un accurato controllo mediatico, il senso di colpa per "l'italianità".
Alla fine dei giochi, non vale neppure "tutti colpevoli, nessun colpevole", ma ci hanno condotto ad una formula distruttiva di autopercezione per cui "tutti colpevoli, IO però non mi sento colpevole, e non parteciperò al "loro" gioco", dando la stura al livore, alla rabbia senza costrutto, indistintamente rivolta all'intero "sistema", di cui non ci sentiamo partecipi, eppure disinteressandoci di comprenderlo veramente: non ne varrebbe la pena, perchè in un groviglio di rivendicazioni fondate su esperienze personali fallimentari, diamo esattamente le spiegazioni che ci vengono imposte dai media.
Per renderci impotenti a reagire collettivamente, tradendo la democrazia. E cioè facendo esattamente il "loro" gioco.
In questa situazione di rifiuto dell'ostacolo - della conoscenza, dello sforzo di consapevolezza guidato dalla fatica nel decodificare la società complessa in cui viviamo-, si preferiscono le formule semplificatorie "preconfezionate": la globalizzazione, la finanza cattiva, il debito pubblico che brucia le future generazioni, l'esaurimento delle risorse ambientali e, magari, il decrescismo. Ma, in tal modo, un'intera collettività nazionale è votata al lento autodissolvimento, senza poter realisticamente reagire.
Al limite mi leggo "La Repubblica" e mi sento aggiornato e informato. Leggo il FQ e mi sento "indignato".
Ma l'opinione pubblica è sideralmente lontana dallo scorgere che tutto si riduce alla forma più "astuta" di sedazione del tradizionale e banale "conflitto sociale": le ultime generazioni non sanno "perchè" si sia verificato tutto questo, non vogliono neppure sapere come si sono irresistibilmente trovate a non poter riprodurre neppure lontanamente il benessere dei padri e dei nonni.
Anzi, le massime istituzioni italiane ed europee, alimentano l'equivoco del conflitto generazionale, riscuotendo persino approvazione quando fingono di preoccuparsi dei "giovani", dell'alto tasso di disoccupazione giovanile e della necessità degli investimenti (invariabilmente attirando gli "investitori esteri"), alternativi alla spesa pubblica improduttiva che avrebbe arricchito "a debito", schiere di parassiti che, invece, sono stati essenzialmente lavoratori che hanno fruito della dignità e della tutela dei diritti che un'altra stagione di legalità costituzionale, ormai tramontata, gli aveva consentito.
Il richiamo al conflitto generazionale, dissimula potentemente la realtà della manovra delle oligarchie (chi parla del debito che pesa sulle generazioni future lo fa spesso dall'alto dello yacht, dello stipendio di a.d. bancario che dispone, premiato da stock option, il "piano degli esuberi): un consenso abilmente raggiunto, consente di ridisegnare la società in modo che sia tolto ai "vecchi" ciò che la legalità costituzionale gli aveva doverosamente attribuito, revocando l'impegno delle istituzioni sancito dalla Carta e autorizzandole ai più odiosi espropri retroattivi di diritti e risparmi (dalle pensioni al diritto all'abitazione, alla stabilità del posto, fino all'intero apparato del salario sociale, fatto di sanità, istruzione e investimenti pubblici, anzi della spesa pubblica di ogni tipo, che sosteneva l'occupazione, sottraendo i più deboli alle inestinguibii aspirazioni di rivincita del "capitalismo sfrenato").
Ma quando, col fiscal compact, l'euro stesso, che del fiscal compact è la prefigurazione inevitabile, avranno tolto ai "vecchi", nulla verrà restituito alle nuove generazioni. Si sarà solo affermato il paradigma liberista della competitività, che, a sua volta, giustificherà ogni forma di emergenza, ogni nuovo ricatto occupazionale, a cui svendere la dignità umana.
Ora, ovviamente, da questo discorso, escludo chi segue questo blog. Il che pone l'interrogativo, logico-consequenziale: ma che ve lo dico a fare?
E' proprio questo il problema.
Se questo è il contesto culturale e mediatico che ci circonda da ogni lato, come sarà mai possibile raggiungere la massa critica di consapevolezza idonea a ristabilire l'esatta percezione delle cose ed a riavviarci verso la forma di democrazia che così chiaramente (ma altrettanto, ormai, velatamente) disegna la Costituzione?
Addirittura, riuscire a saldare un consenso per l'uscita dal vincolo esterno, per ridefinire il ruolo delle banche centrali, per riaffermare la dignità della spesa pubblica e dei controlli pubblici che ne consentono l'utile esplicazione, senza buttare il bambino con "l'acqua sporca"?
E invece riescono sempre più a indurci a credere nel "cupio dissolvi" che prelude al "si salvi chi può" a cui, in gran segreto - grazie alle riserve mentali che si annidano nella dislocazione asimmetrica di pur incomplete conoscenze-, si stanno preparando gli ex ceti professionali, medio-borghesi, mediopiccolo-imprenditoriali; un "si salvi chi può" invariabilmente proiettato verso l'estero e rafforzato dalla fuga di cervelli ormai inarrestabile.
Scusate lo sfogo. Ma a queste domande non so proprio più rispondere.
Lotteremo lo stesso, finchè potremo, per cercare di scalfire il muro di granito dell'infamia che ci sta rinchiudendo nel "mattatotio-Europa" dei diritti, ma ho come la sensazione che si tratti, essenzialmente, solo di lasciare una "testimonianza a futura memoria".
Non smetterò di lottare,cercando ogni giorno di parlare con tutte le persone possibili,perchè lo faccio?Semplice perchè ogni giorno incontro decine e decine di bambini per lavoro,e il dolore che sale stando insieme a loro è soffocante,conoscendo il loro futuro.Non per essere romantico ma credo che sia mio dovere dire la Verità su quello che sta accadendo,lo devo fare,per loro,per noi,per me e per questa terra che una banda di cinici incoscienti sta uccidendo.
RispondiEliminaUna banda di cinici incoscienti con il supporto dilagante di una massa di cittadini troppo lontani dalla verità per apprenderla in tempo per salvarsi. Massa che include genitori, mamme, maestri e quant'altro, di quei bambini.
EliminaOvviamente, questo non sposterà di un millimetro l'impegno profuso. E forse non è importante agire per scorgere una vittoria...Knowledge and truth are a reward in themselves
Penso invece che la conoscenza e la verità ad un certo livello non siano nient'altro che dei macigni che schiacciano l'esistenza, se dall'analisi critica della realtà non sorge un'azione concreta vuol dire che siamo già morti e come cittadini e come nazione.
RispondiEliminaBisognerebbe rileggere l'esperienza dei Lenin e dei Rosa Luxemburg per comprendere l'enorme sforzo che occorre per passare da avanguardia a movimento di massa capace di incidere sulla storia e possibilmente non fallire... e poi chiedersi se ne vale la pena.
Oddio, non è che non ci fossimo già confrontati su questi temi, ampiamente dibattuti, fin dagli esordi di questo blog.
EliminaE non c'è neppure bisogno di scomodare Lenin e Rosa Luxembourg, dato che a concretizzare la democrazia costituzionale pluriclasse fondata sul diritto al lavoro ci erano riusciti benissimo i Mortati, i Basso e i Calamandrei.
Il problema è difendere un ordine costituzionale che c'è GIA'. Questo è un dato storico-istituzionale fondamentale, che spesso si tende a trascurare.
E' come morire nel deserto per aver finito la benzina, fermandosi su enormi giacimenti petroliferi...
Non so se ne vale la pena, so che non posso fare altro. Ho cominciato a lavorare nel '70, ho conosciuto la FLM, ho visto nascere lo Statuto dei lavoratori, ma ho anche visto Piazza Fontana, l'Italicus, Piazza della Loggia, la stazione di Bologna, sono i due capi della fune al cui tiro eravamo impegnati, oggi è l'euro, è la lotta delle classi. Non so, indegnamente, fare altro.
EliminaLo so 48 e ne abbiamo ampiamente discusso a Viareggio o meglio ti ho ascoltato e posto le domande che ritenevo più pertinenti visto che ritengo importantissima la tua opera di divulgazione e ti ringrazio personalmente per i tuoi sforzi.
RispondiEliminaNella mia ignoranza continuo a pensare che la costituzione e i diritti in essa sanciti potevano trovare attuazione solo nello spazio politico che si era venuto a creare a seguito della spallata che era stata inflitta ai valori colonialisti, imperialisti, ultra capitalisti o come li si voglia chiamare. Uno spiraglio di civiltà era stato aperto e si sta rapidamente richiudendo sopra le nostre teste.
doveva propio scrivelo l'8 settembre ??? mi pare di capire che anche per lei la logica frattalica non è più sostenibile che le elites tecnofinanziarie abbiano già vinto potendosi alleare con chiunque di loro che abbia interessi comuni indipendentemente dal dollaro come valuta mondiale ( nel senso che cinesi brasiliani russi cominciano a capire che i pagamenti possono avvenire in una moneta che faccia loro comodo )allora aveva ragione Jacques Le Goff che sostiene che l'uomo ancora non si è liberato dalla mercantilismo e dal patriarcale ...secondo lui siamo in pieno medioevo solo che lo diceva ....25 anni fa..... che disperazione..
RispondiEliminaNo, non hanno già vinto. La partita non è' certo messa bene ma non è' certo finita. Mi sono sfogato un po', perché non è facile sforzarsi
EliminaDicevo, sforzarsi di fare un po' di luce e trovarsi sempre più nella notte in cui le vacche sono tutte nere. Ma le prospettive non matureranno in modo lineare, un salto evolutivo e' molto probabile
EliminaPer definizione, in un processo non lineare di natura frattalica la posizione dei punti di biforcazione non è determinata in base alla traiettoria passata. Dobbiamo essere pronti a giocare la partita quando questa comincerà, non sapendo quando ciò avverrà, ma consapevoli che avverrà.
EliminaSì...anche perchè i "mostri" sono troppo...troppo, comunque, per poter continuare nelle loro strategie senza arrivare al collasso.
EliminaServirà un evento maggiore, che se si verificherà sarà, probabilmente, un evento esterno: per esempio, una clamorosa vittoria del FN francese sulle parole d'ordine antieuro/antiUE alle prossime elezioni europee del 2014.
RispondiEliminaNon credo che basterà tirar fuori le accuse di fascismo, per ammutolire daccapo tutti i popoli europei. Ma senza una prima battuta d'arresto dell'avversario, la volontà di non sapere che nasce dall'assenza di prospettiva credibile l'avrà vinta.
Ah, come ti capisco!
RispondiEliminaIn questi mesi - che fosse in strada, dalla finestra della mia
camera o al mare - mi sono spesso ritrovato ad osservare coloro
che mi passavano accanto, l'intrecciarsi di altrui vite intorno a me: una giovane madre che sgridava il figlioletto capriccioso, una
coppia di anziani in attesa dell'autobus, un insonnolito autista
della nettezza urbana che svolgeva il suo lavoro e tantissime altre piccole/grandi storie di persone di cui non so e saprò nulla.
Ciò che accomunava ai miei occhi tutti questi individui era la considerazione sulla loro consapevolezza di cittadini, sul fatto che conoscessero o meno i motivi reali dell'impasse in cui ci hanno cacciato, sul loro diritto ad essere informate.
E' partendo da questi presupposti che mi sono ripromesso - ogni
volta che se ne presenti l'occasione - di discutere, consigliare
libri e soprattutto di esortare a non dare nulla di scontato su quello che si ascolta e legge; penso che ne valga la pena.
Conosco bene la stanchezza e l'impotenza di cui parli: quando scrissi quel pezzo su Ballarò il mio stato d'animo era quello, ma essendo un tipo abbastanza "incazzoso" e poco incline al compromesso non rinuncerò di certo a "pasquinare" Lorsignori; anche la zanzara, per quanto piccola, può recare fastidio.
La " testimonianza a futura memoria " la lasceranno Napolitano e Van Rompuy: quello che hanno dichiarato ieri a Cernobbio grida vendetta; la SStoria se ne ricorderà.
" I meccanismi della costituzione democratica sono costruiti per
essere adoprati non dal gregge dei sudditi inerti, ma dal popolo
dei cittadini responsabili: e trasformare i sudditi in cittadini
è miracolo che solo la scuola può compiere ".
Piero Calamandrei
Il pezzo su ballaro' era ottimo: bastavano piccole modifiche :-)
EliminaSecondo me hai fatto bene a scrivere questo post proprio oggi.
RispondiEliminaConosco personalmente o attraverso la rete un numero ragguardevole di "panchinari". Italiani che si sono accorti della differenza troppo grande, per essere una situazione congiunturale, tra prima dell'euro e dopo l'euro.Italiani che, però, se ne stanno in panchina. Italiani che, però, non riconoscono ancora la situazione come una inesorabile discesa verso il baratro. Italiani che lavorano, non rentiers. Italiani che lavorano sempre meno e sempre peggio. Italiani che sono in grado di battere la concorrenza di chiunque sia sul prezzo che sul prodotto, e che si accingono a mettere in cassa integrazione parecchi addetti. Italiani che non vedono, ancora, la necessità di contrastare gli innumerevoli "italioti dell'italietta" (il virgolettato non è mio ma di coloro che dicono ciò di sé e di tutti gli abitanti della penisola). Che non si rendono conto di infliggersi, così, ferite mortali. Di annullare (e infatti i quisling imperversano)le difese dell'organismo. Il loro in primo luogo (parlano così anche parecchi che sono andati a lavorare in terra alamanna e se ripetono cose del genere anche ai tedeschi, allora provo una gran pena per questi sventurati).
Inutile enumerare tutto ciò che sarebbe (sarà) necessario modificare: la lista è lunghissima. Ma basta questo per buttare via (preventivamente) il bambino con l'acqua sporca? Parafrasando: "una cultura, chi l'ha smarrita, non se la può ridare".
In squadra siamo pochi.
Ci serve l'ingresso in campo della (piuttosto lunga secondo me) panchina.
Un fraterno saluto a tutti noi pochi, noi felici pochi.
Un saluto a te....'fratello nella notte'
EliminaIn effetti sono convinto anch'io che ci sia un gran numero di panchinari, in genere sono quelli che vedono l'euro negativamente "perchè è raddoppiato tutto e i ristoranti se ne sono approfittati", in pratica sono coloro che si sono sempre interessati poco a queste questioni, hanno sentito la puzza perchè non hanno avuto la voglia/tempo(lavoro) di approfondire.
EliminaVa detto però che, paradossalmente, è più facile far capire certi argomentio a loro, nonostante spesso non abbiano alcuna infarinatura politica, rispetto ai "piddini" che cadono sotto i colpi del framing causato dagli elargitori di cultura cosmetico-sinistroide a cui siamo abituati.
Liberarsi di luoghi comuni e delle etichette che ci hanno appiccicato addosso, e spesso lo abbiamo fatto da soli, non sarà facile, ma è il primo passo da compiere.
RispondiEliminahttp://www.pleonastico.it/modules/news/article.php?storyid=278
"Quando non può lottare contro il vento e il mare per seguire la sua rotta, il veliero ha due possibilità: l'andatura di cappa che lo fa andare alla deriva, e la fuga davanti alla tempesta con il mare in poppa e un minimo di tela. La fuga è spesso, quando si è lontani dalla costa, il solo modo di salvare barca ed equipaggio. E in più permette di scoprire rive sconosciute che spuntano all'orizzonte delle acque tornate calme. Rive sconosciute che saranno per sempre ignorate da coloro che hanno l'illusoria fortuna di poter seguire la rotta dei carghi e delle petroliere, la rotta senza imprevisti imposta dalle compagnie di navigazione. Forse conoscete quella barca che si chiama desiderio."
RispondiEliminaEdgar Morin, Elogio della fuga. Lo so, Morin è uno del "più europa"... lo o, è un mio avversario. Ma sono abituato a dar ragione anche agli avversari, quando ce l'hanno.
Buona vita
Coraggio, a tutti. Coraggio perché siamo qui a parlare, a testimoniare a noi stessi che ci siamo, che non siamo soli, che siamo pronti a sostenerci uno con l'altro.
RispondiEliminaCoraggio perché abbiamo ragione, perché la realtà è dura e maleducata e si fa viva sempre.
Coraggio perché lo abbiamo capito, lo sappiamo e non possiamo più dimenticarlo. E dunque coraggio perché non abbiamo scelta, siamo proprio esseri umani. E ci sta bene di esserlo.
Ricordo una vecchia amica, aveva sulle gambe qualche segno grosso come una moneta: granate al fosforo, spiegava. Diceva che quando si sentiva proprio giù, quando tutto andava male, si ripeteva: "Almeno fuori non ci sono le SS".
Andiamo avanti.
Lo dico spesso a chi mi guarda con un sorrisetto quando racconto di cosa significa l'esperienza del blog: "Sul web ho trovato gente meravigliosa".
RispondiEliminaPensare di vincere o preoccuparsi di "perdere" non è per l'uomo saggio. Piuttosto, lo è percorrere il sentiero che ha un cuore e, rimirando la strada compiuta, rallegrarsi e non avere nulla di cui dolersi.
Però il dolore provocato inutilmente a tanti esseri umani, la miseria inflitta per perseguire "l'incubo del contabile", talvolta, fa sorgere una rabbia...
Ma "loro" non sono più uomini, bensì burrattini, grotteschi e distorti; in se stessi contengono la remunerazione del male...
http://orizzonte48.blogspot.it/2013/04/uomini-e-no.html
Capisco come ci si sente
RispondiEliminaAnch'io faccio informazione e da quello che capisco ci sono persone che dicono che il paese è uno schifo
Altri prendono di mira Berlusconi, i politici corrotti,i terroni fannulloni (come li chiamano loro) e gli statali (termine abbreviato per dire dipendente pubblico) sempre fannulloni (ovviamente tutti)
Pochi prendono di mira l' euro e l' assurdo sistema economico impiantato in UE
Ma su con la vita,in fondo ora siamo nel 1934, per il 1945 c'è ancora tempo
PLATONE E LE CAVERNE
EliminaE' bello ricordare la metafora della caverna nella Repubblica di Platone, quella di genti incatenate dietro un muro a guardare le ombre riflesse sulla parete, di qualche "curioso" a cercare la luce che genera le ombre, di qualcuno altro a cercare della bellezza nel bello.
E poi ancora del desiderio di un "maestro del dubbio", Socrate, di comunicare le scoperte: l'archetipo oltre lo stereotipo, l'idea oltre l'opinione, la verità oltre la narrazione.
A Socrate andò come doveva andare, accusato di cospirazione contro l'ordine sociale e di ateismo, cosi come per Antigone e Creonte.
Tirem innanz, knight, e, come insegnano i "buoni" maestri,
"O frati", dissi, "che per cento milia
perigli siete giunti a l'occidente,
a questa tanto picciola vigilia
d'i nostri sensi ch'è del rimanente
non vogliate negar l'esperïenza,
di retro al sol, del mondo sanza gente.
Considerate la vostra semenza:
fatti non foste a viver come bruti,
ma per seguir virtute e canoscenza"
:-)
Ciao Quarantotto hai tutta la mia solidarietà. Molte volte, nelle mie ascensioni solitarie in bici sui passi delle mie montagne, ho pensato anch'io quello che hai scritto:
RispondiEliminaMa "loro" non sono più uomini, bensì burrattini, grotteschi e distorti; in se stessi contengono la remunerazione del male...
E aggiungo non hanno un' Anima e non sanno amare nulla che non sia la loro persona. Questo è il loro punto di forza, ma anche la loro grande debolezza.
Io nel mio piccolo continuo a cercare di fare corretta informazione, anche se tante volte mi sembra di parlare ad un muro. Secondo me dobbiamo arrivare ai quadri delle associazioni di categoria, e ai sindacati.
Un uomo non è mai sconfitto finchè la sua mente non accetta la sconfitta.
...'anche se tante volte mi sembra di parlare ad un muro'. E' vero, però talvolta si hanno inattese sorprese: ieri sera ero con un amico che nulla sa del perché di questa crisi (si parlava della crisi), stavo passeggiando lungo una via in un paese in toscana, e, passando davanti un B&B con delle bandiere sventolanti, mi è uscita dalla bocca una frase del tipo: quella bandiera dell'europa bisognerebbe bruciarla... Risposta immediata: E' vero, in effetti tutto è cominciato con l'euro, prima non era così...
EliminaSecondo me è solo questione di tempo; il tempo è dalla nostra parte e i muri qualche volta crollano...
Forse non serve arrivare ad essere massa critica, ma una minoranza abbastanza rumorosa.la SStoria(si è fatta da se ok), ma in genere è stata cambiata da minoranze rumorose e organizzate, dai primi cristiani fino agli ultimi monetaristi.
RispondiEliminaMa anche se l'ipotesi frattalica non dovesse giungere in porto, anche se questo sistema durerà altri quarant'anni possiamo solo scegliere se comportarci come Pio XII o come Cristiano di Danimarca, lo dobbiamo alla memoria di gente come Aleksandr Solženicyn e Fritz Michael Gerlich http://it.wikipedia.org/wiki/Fritz_Michael_Gerlich
Analisi impietosa ma ineccepibile. E' proprio così, e lo conferma il crescente successo di Renzi, che cavalcando i temi "debito pubblico-casta-pensioni d'oro-ecc." sta pescando consensi che lo porteranno prima o poi al Governo. Il ruolo dei media in questo scenario è stato ed è decisivo, basti pensare a Ballarò, tramissione percepita come "di sinistra", dove il ritornello principale e instancabile di Floris è sempre lo stesso: come e dove tagliare ancora la spesa pubblica? Siamo purtroppo in pochi a sapere come stanno le cose, e a cercare di combattere la potenza mediatica degli altri.
RispondiEliminaIt's Capitalism baby...
RispondiElimina48, per te da minuto 01:10:47, si possono apprendere interessanti notizie sul senatore Chris. Dodd, uno dei promulgatori del Dodd-Frank Act... Solo per dire che, se non ce la fa Michael Moore a denunciare il marcio fino a smuovere la coscienza delle persone... siamo messi male.
EliminaOh, non lo so perchè, ma alla fine mi ha messo di buon umore :-)
EliminaBeh Moore è un fenomeno... ti fa vedere chi sono i veri parassiti della società americana che hanno causato il disastro: i CEO delle ex grandi banche d'affari statunitensi. Eleggere un ex banchiere al Tesoro è sostanzialmente come mettere la volpe a guardia del pollaio...ed io (noi) purtroppo sono nella condizione pennuta...
EliminaUn saluto a Quarantotto e ai lettori.
RispondiEliminaNon scrivo ma ti(vi)seguo costantemente perché la mia fase di studio è lunga e non è ancora terminata.
Il lavoro che viene svolto qui non è solo fonte di apprendimento ma anche di speranza.
Per questo ti(vi) ringrazio.
Grazie a te (voi) mi sto dotando di argomenti solidi per rafforzare il mio posizionamento civico all'interno della società e benché non perda occasione di condividere quello che so con chiunque, devo ammettere che finora i risultati sono stati desolanti (i miei ultimi ambienti professionali di riferimento, il mondo del teatro e quello del privato sociale, oltre ad essere diventati sostenibili quasi esclusivamente per i benestanti, sono piddini e politicamente corretti fino al midollo e la solidarietà, già quasi inesistente, in tempi di crisi si assottiglia sempre più anziché aumentare: se penso alle commoventi storie dei braccianti padovani che sono usciti insieme dalla miseria nel dopoguerra...), ma non demordo. Ci sei tu (voi), c'è la "colonna veneta" (quelli di Bagnai a Padova, tutti presenti a Viareggio), c'è A/Simmetrie, c'é il ricordo di chi ha dato la vita per liberare l'Italia.
Infine, grazie a te (voi), umilmente, sto scrivendo un testo di satira politico-economica e delle canzoni, che presto condividerò.
Un abbraccio e... teniamo duro!
Ma che ve lo dico a fare?
Socc'...Il mondo del teatro deve essere veramente tosto!
EliminaAnche perchè non credo che arriveranno mai a leggersi qualcosa che non sia PUDE o a leggersi...qualcosa. Punto.
Posso solo ringraziarti(vi) ancora una volta per l'importantissimo lavoro da te(voi) svolto.
RispondiEliminasperiamo che sia sufficiente per avere successo...ma sicuro non sarà mai stato senza frutti.
nel mio piccolo, continuerò a cercare di dare un contributo.
e cos'avranno pensato i "consapevoli" nel 39? nel 40? nel 43?
RispondiEliminanon possiamo certo darci per vinti noi.
anche se il nemico questa volta è più subdolo e strisciante. ma ci sarà un limite a tutto questo...l'uomo non può essere arrivato per la prima volta a un capolinea da cui non può più risollevarsi. arriverà anche questa volta il momento della riscossa della civiltà...forse più tardi di quanto ci saremmo aspettati, ma arriverà...è la Storia a dircelo. e quel giorno niente sarà stato inutile.
Il problema è che gli "inconsapevoli" remano contro se stessi con decisione. Almeno si limitassero a essere passivamente ignavi. Ma forse neppure questa è una novità: quello che manca, per ora, è la consapevolezza negli USA che la loro vulnerabilità (verso paesi economicamente e politicamente sempre più autonomi) è crescente se non ripristinano i vincoli di solidarietà con l'occidente europeo non germanico.
Eliminahttp://www.ilsussidiario.net/News/Economia-e-Finanza/2013/9/10/SIRIA-e-BORSA-Quei-missili-mascherati-da-titoli-finanziari/425613/
Quarantotto, che mi combini?
RispondiEliminaUno col tuo nickname e con una musa ispiratrice come Sofia non può fare il malinconico. Non ti ha abbattuto nemmeno l'improvvido autista del PUDE, e chi t'abbatte più? Ma non credere che non ti capisca. Nel mio piccolo, ogniqualvolta spiego la verità a qualcuno e mi sento rispondere "sticazzi" "non mi interesso di politica" "allora é finita, siamo spacciati" "emigro" qualcosa dentro di me muore un pochino. Ma qualcos'altro si incazza il doppio.
Sei fra uomini liberi, cittadini e amici che ti stimano per quel che fai.
Non molliamo mai.
http://www.youtube.com/watch?v=0rtjCWM1Z-4