martedì 15 ottobre 2013

IL SINDACATO, IL SILENZIO, E IL CONSOLIDAMENTO FISCALE: LA "VOCE" DI DOMENICO MARIO NUTI vs REPORT E BALLARO'

Voi sapete quanto a me piaccia sottolineare la storia del "moltiplicatore fiscale" e della ignoranza così diffusa nelle nostre sfere di governo, prone a un'€uropa che non prende atto neppure delle conclusioni del FMI..che, come vedrete, se avrete la costanza di seguire fino in fondo, è ambiguamente cerchiobottista: ma come poteva essere diversamente? Al riguardo, per l'appunto vi consiglio di leggere per benino (e se possibile padroneggiare, in funzione "disattivazione piddo-puddino") questo articolo di Domenico Mario Nuti.

Dell'articolo vi riporto la parte finale delle "conclusioni": un condensato di quello che qui scriviamo (magari meno autorevolmente, sul piano economico), e che ci sforziamo, in molti post (fino a...ieri incluso), di riallacciare al suo fondamento giuridico-costituzionale
.


"...sappiamo che in una depressione prolungata la capacità produttiva non solo rimane inutilizzata ma in realtà viene distrutta: le imprese chiudono e solo tutt’al più una frazione del loro capitale produttivo viene ri-utilizzato altrove in altri usi produttivi. Anche il capitale umano viene distrutto: i lavoratori in esubero si disperdono, e le loro qualifiche vanno perdute o dimenticate o diventano obsolete. Quando la produzione reale cade al di sotto della produzione potenziale a un certo punto l’investimento lordo cessa e l’investimento netto cade sotto lo zero, quando il capitale obsoleto o in eccesso non viene sostituito, riducendo non solo il numero degli occupati ma anche quello dei lavoratori “occupabili”, facendo cadere il sentiero di sviluppo della produzione potenziale (Vianello 2005).
Una domanda insufficiente protratta nel tempo inevitabilmente genera un rallentamento nella formazione di nuova capacità produttuva e quindi di reddito potenziale” (ibidem). I lavoratori scoraggiati smettono di cercare lavoro e il tasso di partecipazione cade. Come Nicholas Kaldor (1983) aveva affermato, “È illegittimo assumere che esista un sentiero di sviluppo di equilibrio di lungo periodo, per un singolo paese o anche per il mondo nel suo complesso, determinato dallo sviluppo della popolazione, l’accumulazione di capitale e il tasso di progresso tecnico, tutti presi esogeneamente [il corsivo è nostro].” (p. 95).


In tali condizioni, nel mondo che conosciamo, il consolidamento fiscale certamente può danneggiare la crescita e lo sviluppo economico, anche se non è coordinato internazionalmente. Cio’ non significa che non ci siano limiti alla abilità di un paese o anche di un gruppo di paesi di sostenere uno stimolo fiscale.
Ma il consolidamento fiscale va assolutamente evitato fintantoché il rapporto PIL/Debito Pubblico (attenzione: è proprio PIL su debito, ndr.) è inferiore al moltiplicatore fiscale – anche se altrimenti il paese sta crescendo più lentamente del tasso di interesse sul suo debito, perche’ con un consolidamento fiscale perverso il paese continuerebbe a fare aumentare il proprio rapporto Debito Pubblico/PIL ancora più rapidamente che con uno stimolo fiscale continuato.


Questo è vero anche se la spesa pubblica consiste nella proverbiale politica keynesiana di ingaggiare dei lavoratori per scavare delle buche e altri lavoratori per riempirle, che Tanzi (2012) vorrebbe relegare “al museo delle idee vecchie e sbagliate” (p. 11). Ovviamente la sostituzione di spesa improduttiva con investimento produttivo porta benefici addizionali significativi rispetto alla continuazione di investimento improduttivo come scavare e riempire buche o costruire piramidi o cattedrali, ma anche la continuazione di tale investimento improduttivo è superiore al consolidamento fiscale perverso".

A questo punto, mi tocca la consueta domandona finale.
Se è questa la verità (dei fatti, economicamente assunti coi criteri induttivi attendibili), e se questa verità incide così drammaticamente sugli occupati e, ormai irreverisibilmente, sugli in-occupabili (come mi fa spesso presente, sconsolato, Cesare Pozzi), perchè chi tutela il lavoro, come compito riconosciuto dall'art.39 Cost., parla d'altro?
Se parliamo di "occupabili", vuol dire che a forza di consolidamento fiscale abbiamo irreversibilmente bruciato il futuro e che le chiacchiere, ora più che mai, stanno a zero.
Ma non sembra che alcuno se ne voglia rendere conto.

Basta leggersi questo documento "unitario" sindacale su "lavoro e crescita".
Non c'è una parola sugli effetti "perversi" del consolidamento fiscale inarrestabile perseguito ostinatamente dai nostri governi; nè una parola, ovviamente, sugli effetti distruttivi dell'unione monetaria. Che agiscono in parallelo e in aggiunta, intrecciandosi tra loro, nel distruggere lavoro e crescita.
Immagino che sappiate la risposta al domandone finale.
Ma allora, sappiano tutti, - LAVORATORI E IMPRENDITORI, "PICCOLI E MEDI" IN TESTA, PROFESSIONISTI E OPERATORI ECONOMICI DI OGNI TIPO-, CHE CI HANNO LASCIATI SOLI.
LA DEMOCRAZIA, CHE E' PERSEGUIMENTO DEGLI INTERESSI GENERALI SANCITI IN COSTITUZIONE, LA CUI "MATERIA PRIMA" E' PROPRIO "LAVORO E CRESCITA",ESIGE CHE NOI STESSI RIPRENDIAMO IN MANO LE NOSTRE ISTITUZIONI. NAZIONALI E SOVRANE.
SENZA ULTERIORE INDUGIO: non ci lasceranno il tempo per salvare il salvabile, altrimenti.
Quando "loro" avranno finito, non avranno agganciato nessuna ripresa: solo creato un deserto di miseria e disperazione.
E invece, stasera assisterete al balletto "terroristitico" di Ballarò sugli spread e i "mercati" e i "conti in ordine" e il tagliare la spesa pubblica (in replica dello show di Report).

20 commenti:

  1. La informo che
    La Feltrinelli mi ha così risposto alla mia richiesta di info sul suo libro

    "Buongiorno,
    al momento questo titolo non è disponibile in nessun punto vendita Feltrinelli.
    Cordiali saluti.
    Giada Scapin
    Feltrinelli Village Portello"

    Nessuna risposta invece da Dikegiuridica

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    1. E c'ahi raggggione...
      Come mi ha ribadito Alberto, bisogna mantenere la calma e avere pazienza. Ovviamente mi sto muovendo...

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    2. Nessuna risposta da dike, ho ordinato su IBS.
      Se e quando mi arriva vi faccio sapere.

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    3. Intanto che (non) fanno la distribuzione almeno da Feltrinelli, biosgna provvedere on line.
      Vorrà dire che:
      a) se siamo abbastanza tanti si pentiranno di non aver fatto una tempestiva distribuzione (per ovvii motivi commerciali a cui dovrebbero tenere);
      b) voi, popolo sovrano dei "resistenti" sarete, giocoforza, i diffusori del libro al di fuori dell'ambito del web.
      Di questo vi ringrazio, consolandomi del fatto che "è un mondo difficile"...specie se scrivi un libro anti-PUD€.
      Ma...vi sorprende?

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  2. A proposito di Costituzione e di tutela del risparmio, segnalo quanto afferma il FMI . Saremmo alla farsa, se non fosse che è una tragedia.

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    1. Non mi stupisce neanche un pò. I know my chicken :-)
      http://orizzonte48.blogspot.com/2013/10/ballaro-e-blanchard-e-i-soliti-spread.html?showComment=1381267422193#c4040627959165635751

      Tutti i salmi "devono" finire in gloria: e certo non uniscono i puntini che loro stessi hanno appuntato ricalcolando il moltiplicatore. Mica li pagano per questo; anzi, se lo facessero perderebbero il lavoro.
      Siamo una società in cui il conflitto di interessi, tra democrazia-verità e finanza è un metodo di governo.
      Per questo, ribadisco, la lotta deve farsi sulla BC "indipendente"; è la chiave di volta che regge tutto il "loro" sistema di potere

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    2. Speriamo di trasmettere, ai giovani del futuro, la nostra memoria.
      Ciò affinché, anche tra decenni, sappiano difendersi dal prossimo, scaltro imbonitore che verrà a proporgli una "tassa per l'Europa" promettendogli in cambio un paradiso immaginario.

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    3. Nel frattempo l'Ecofin... Per quelli che "Ciò aiuterà la stabilità finanziaria dell'UEM" e quelli che "Cavolo non fosse capitato l'intoppo Grecia ora non ci si dovrebbe mettere in mezzo per salvare il salvabile dando sostegno al debito pubblico ellenico". Kregel, come dicevamo, la pensa in modo totalmente opposto. Chi ha ragione secondo voi?

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    4. Kregel svolge in fondo una delle migliori confutazioni pratiche del monetarismo. Ciò lo qualifica come persona intelligente e lo "squalifica" come voce cui (in UE) prestare ascolto.
      La cosa divertente è che i greci sono adusi al default (mi pare almeno tre nel secolo scorso). Ma non erano evidentemente preparati al trattamento gold standard ed all'arrivo strisciante di un'oligarchia. L'Ecofin dimostra che neppure gli italiani sono preparati; continuano a credere a ballarò e si sentono in colpa e, come tali, passibili di prelievo dai depositi (e proprio quelli delle famiglie)

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  3. C'è un punto sul quale sarebbe secondo me però opportuno ragionare e avere ben chiaro.

    Se oggi, con determinati valori nominali di debito pubblico e di rapporto debito/pil, viene ancora propinata l'illusione di poter riacciuffare per i capelli un fantomatico consolidamento e giungere ad un equilibrio, cosa si farà tra 150 anni quando tali valori saranno SICURAMENTE estremamente maggiori, con un rapporto tra debito e PIL al 300% (oddio.. col giappone mi sa che basterà aspettare un quinquennio) e la spesa per interessi passivi sarà ben più rilevante? Una politica fiscale aggressiva per 5, 6, 7 anni durante la fase espansiva, per consolidare un debito cumulatosi nel centenario precedente anni? Non è fattibile.
    Allora, l'unico modo per il sistema di sopravvivere e crescere è quello di non sottrarre al settore reale il mezzo di scambio per eccellenza ed è fisiologico i debiti non vengano totalmente onorati. Si gioca come si è sempre fatto sulla funzione di riserva di valore della moneta, eventualmente ristabilendo l'unità di conto. E' chiaro che questo meccanismo non possa essere palese, in modo che i vari scacciatori di se stessi possano muovere i capitali privati pensando di arricchirsi.

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    1. Rammento che la sovranità monetaria non avrebbe neanche bisogno di passare per l'emissione di titoli rappresentativi del debito (da nuovo deficit) e potrebbe ben provvedere al riacquisto dei titoli già emessi.
      La teoria esogena e monetarista è infatti carta straccia (ottima se utilizzata nella sala di lettura che tutti frequentiamo a orari, si spera, puntuali), mentre i liberisti UK il loro consolidamento, comunque, lo fanno riacquistando tutto il debito o quasi con la BOE.

      In fondo i "mercatisti" mi fanno un pò pena: se, come fai tu, si ragiona sul lunghissimo, è più probabile che la società von Hayek gliela incartoccino, masse leggermente alterate, e gliela infilino su per...il gargarozzo (almeno non direbbero più cazzate a reti unificate)

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    2. Assolutamente, uno potrebbe anche caricare di toner le stampanti, il tutto sta nel trovare un giusto equilibrio rispetto ai fondamentali dei propri partner commerciali e alla (ir-)razionalità dei mercati.
      Ma mi auguro che non si arrivi ad alterarsi, perché vista l'asimmetria informativa, più che con la von Hayek se la prenderebbero con la Lord Keynes... L'unica cosa che mi è certa, e le monetine a Craxi sono l'esempio più fulgido, è che sia molto più probabile creare consenso attraverso una diversa interpretazione normativa, che spiegare a tutti, uno per uno, giorno dopo giorno e più volte all'giorno, perché l'euro sia un pensiero eterodosso fallimentare della letteratura economica. Magari tra austerità espansiva e amoralità del debitore, le barzellette inizieranno con "c'erano un greco, un italiano e uno spagnolo che giunti al cospetto di odino..."

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    3. Oddio, considerare un'iperbole la monetizzazione pura del deficit implica un mondo in cui la c.d. repressione finanziaria, considerata ormai dallo stesso FMI (oltre che da parte sostanziosa dei miglior economisti, a partire da Stiglitz), sia una mera chimera.
      I partner commerciali e i loro fondamentali entano in gioco in base a un quadro composito di fattori di competitività, nonchè di transazioni valutarie in regime di cambio flessibile (facciamo, almeno, le condizioni di Marshall Lerner).

      Insomma, non bisogna essere troppo rassegnati e ipotizzare invece che, forse nella nostra vita, vedremo un ritorno all'economia reale e alla democrazia economica. Forse.
      Ma insomma, ammettiamo che una certa reazioncina (in una dialettica storico-economica) i "mercati" straripanti, e che oggi controllano i governi senza mediazione alcuna dell'interesse generale, la possano subire...
      Magari Lord Kyenes verrà riscoperto (e chissà si ricomincerà a insegnarlo nelle università)

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    4. Ma no! Non voleva essere un'iperbole, solo un po' di ironia sul loro "gergo tecnico"!
      Alla fine, sotto sotto, non si può dire che la loro capacità teatrale da venditori di ghiaccio agli eschimesi non sia anche divertente: personalmente, non credo riuscirei a trattenermi dal ridere mentre con la loro tipica sinergia mimico-verbale, esprimono preoccupazione per i "compagni" duramente feriti dalle raffiche di stampante!

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  4. Personalmente credo che in primis la lotta alla BCE vada fatta per ottenere i livelli di inflazione previsti da statuto. Se c' e' deflazione il debito reale aumenta a dismisura, soprattutto se nello stesso periodo si pagano interessi del 4,5% su un debito garantito 4 volte dalla ricchezza privata, e forse 2 volte dalla ricchezza pubblica. Non ci sono abbastanza soldi per rinnovare i debiti, perche' tedeschi e francesi se li sono giocati sui subprime e

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    1. Ormai, visto che sono stati così monetaristi, deflazionisti, avidi e irragionevoli, è tardi per pensare "non ci sono abbastanza soldi", cioè per rassegnarsi a ballare la loro musichetta.
      Esagerare fa sempre male...a chi esagera.
      L'inflazione al 2% se la possono tranquillamente mettere dove meglio credono, una volta ripresa la sovranità nazionale e regolati i conti con l'indipendenza della BC.
      Una moneta fiat ha senso in quanto sia dello Stato, nell'interesse generale; altrimenti, come stiamo constatando, si torna al gold standard strisciante.
      Col NILAC italiano calcolato da Buiter, ci possiamo riacquistare il 18% del debito subito, fare espansione per 3 punti all'anno di spesa aggiuntiva effettiva (o un mix con sgravi fiscali veri) e riacquistarci negli anni seguenti il resto del debito, facendoci pure abbondanti plusvalenze da riversare nel bilancio pubblico.
      Senza obbligo di avanzo primario e senza vincoli di bilancio hai da vede' se non abbiamo crescita e "abbastanza soldi"...
      Ovviamente, riseparate le merchant dalle commerciali, i problemi di deleverage e di insolvenza se li vedessero i mercati e gli a.d. bancari (coi loro super emolumenti e stock options...seee).

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  5. Segnalo questo articolo agghiacciante ma purtroppo realistico di Roberto Orsi (London School of Economics): The Demise of Italy and the Rise of Chaos
    http://blogs.lse.ac.uk/eurocrisispress/2013/10/08/the-demise-of-italy-and-the-rise-of-chaos/
    Traduzione parziale qui: http://www.investireoggi.it/forum/roberto-orsi-london-school-economics-non-rimarra-nulla-dell-italia-vt79298.html

    Estratto:

    "A recent study indicates that 15% of Italy’s manufacturing industry, which before the crisis was the largest in Europe after Germany’s, has been destroyed, and about 32,000 companies have disappeared. This data alone shows the immense amount of essentially irreparable damage which the country is undergoing. In the author’s view, this situation has its roots in the immensely degraded political culture of the country’s elite, which, in the last few decades, has negotiated and signed countless international agreements and treaties without ever considering the real economic interest of the country and without any meaningful planning of the nation’s future. Italy could not have entered the last wave of globalisation under worse conditions. The country’s leadership never recognised that indiscriminate opening to Asia’s light industrial products would destroy Italy’s once leading industries in the same sectors. They signed the euro treaties promising to the European partners reforms which have never been implemented, but fully committing themselves to austerity policies. They signed the Dublin Regulation on EU borders knowing perfectly well that Italy is not even remotely able (as shown by the continuous influx of illegal migrants in Lampedusa and the inevitable deadly incidents) to patrol and protect its borders. Consequently, Italy has found itself locked up in a web of legal structures which are making the complete demise of the nation practically certain".

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    1. Tragicamente interessante: sia per le parti verosimili che per quelle un pò troppo -prevedibilmente- antiitaliane, puddo-liberiste, cioè colpevolizzatrici.
      Ammetterai che sentirsi muovere delle accuse alla classe politica, del tutto generiche (chi? be specific, Roberto), deflette l'attenzione sia dalle responsabilità crucche, sia dalla realtà delle partite correnti merci che dice tutt'altra cosa. Suvvia, i meccanismi di tasso di cambio reale non hanno messo in ginocchio l'Italia per via della sua classe politica, ma, MOLTO DI PIUì, il resto degli euromed. In compenso, quelli come Orsi speravano che la shock economy avrebbe agito molto prima nell'indirci a fare le rifomrme; come dire, l'Italia, pru in stagnazione, ha resistito molto più del previsto.
      Ma pensassero a come stanno i francesi se non fossero abituati a fare un pò come je pare con il deficit; o, ora, gli olandesi, che stanno scoprendo che le politiche procicliche...sono procicliche. Ma Orsi no: non lo scoprirà mai...

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  6. Più che vero. Questo è anche il pdv di un espatriato che si congratula con se stesso per essersela scampata (interessante leggere anche i commenti dei tanti italiani in fuga).
    L'unico fatto veramente positivo di questo nostro otto settembre al rallentatore è che sono riuscito a capire sul serio, de visu e sulla mia personale pelle, come mai il Regno delle Due Sicilie si è disgregato come una meringa di fronte all'invasione di mille ragazzi con lo schioppo. Quando leggevo che il conte di Siracusa, fratello del re, aveva dato un pranzo per Garibaldi dopo il suo ingresso a Palermo, stentavo a figurarmi l'atmosfera. Ecco, è questa. (N.B.: a scanso di equivoci, secondo me Risorgimento e unificazione furono, con tutti i loro limiti, un'ottima cosa; e tra Nord e Sud riuscì, all'interno dello Stato italiano, una riconciliazione degli interessi e degli animi che mai e poi mai riuscirà in questa parodia di Stato che è la UE, che ti toglie i poteri e non se ne assume mai le relative responsabilità).

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  7. Spunto sempre interessante.

    Tutto questo non si spiega, secondo me, solo con la volontà controrivoluzionaria delle élites di vincere la lotta di classe ed eliminare secoli di progresso nei diritti dei lavoratori ma con il ritorno di un delirio di distruttività (Fromm), dove la danza la conduce Thanatos, pari a quello che, non a caso, seguì la grande crisi del '29 (a proposito, anche quest'anno il 29 ottobre cade di martedì).
    Questi stanno sistematicamente avvelenando i pozzi e facendo terra bruciata, ammazzando popoli interi e distruggendo le infrastrutture in quello che è un puro delirio non solo etero ma anche autodistruttivo. Perché, come accadde con il nazismo, prima o poi toccherà loro entrare nel bunker e spararsi un colpo.
    Il neoliberismo è il peggiore totalitarismo della storia e la sua forza consiste nel nascondere la sua natura politica dietro una giustificazione economica. Ci cascano tutti, soprattutto i compagni che credono che la politica sia separata dall'economia.
    Ho solo un dubbio circa la fascinazione di tanti cosiddetti progressisti verso il mercato che possiede regole ma non vuole regole e del "nessun pasto è gratis" contrapposto all'accoglienza molto cristiana e un po' cogliona che li caratterizza. Se sia sono fascinazione a pagamento o rimbambimento collettivo. Ci studierò sopra.

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