domenica 9 febbraio 2014

LA QUESTIONE "OMT" E LA MORTE VIRTUALE DELLA FACCIATA COOPERATIVA DELL'EURO. La Germania ha ragione; l'Italia si dà torto per inadempienza delle sue istituzioni agli obblighi costituzionali.



Se pensate "questa è una crisi economica. Punto", non leggete questo post.
Se invece foste "veramente" interessati a capire, immergendovi in questo quagmire, questa sorta di Viet-nam della democrazia dei diritti fondamentali, che è divenuta l'Europa ordoliberista, (cioè, ribadiamo, quella in cui i neo-liberisti si sono assicurati l'assoluto controllo di tutte le istituzioni formali e di ogni mezzo di comunicazione di massa), potete andare avanti nella lettura.

1. Parliamo dunque della decisione della Corte costituzionale tedesca di rimettere la questione del, più o meno fantomatico, "programma di acquisto di titoli del debito pubblico dei paesi aderenti all'UEM" (c.d. Outright Monetary Transaction), alla Corte di giustizia dell'Unione Europea
Non conosciamo i dettagli della decisione della Corte, ma in base al comunicato da essa reso ai media, che dobbiamo supporre aver attentamente soppesato le parole, possiamo trarre alcune interessantissime informazioni.
Allora, questo sunto essenziale ci dice che:
"La Corte di Karlsruhe ha detto di voler consultare la Corte europea perché dispone di "importanti ragioni" per credere che il programma di acquisto di titoli di stato (Omt) abbia "travalicato il mandato della Banca Centrale Europea". Ma considera anche possibile che se il piano Omt "fosse interpretato in modo restrittivo" potrebbe essere conforme alla legge.
La Corte costituzionale tedesca si pronuncerà in modo definitivo sul Meccanismo di stabilità europeo il prossimo 18 marzo. La Banca centrale europea, intanto, "prende atto dell'annuncio della Corte costituzionale tedesca" ma "ribadisce che il programma Omt ricade nell'ambito del suo mandato". Questa la reazione dell'istituzione monetaria alla decisione della consulta teutonica. Il collegio, che ha sede a Karlsruhe, ha deciso di deferire il sistema anti spread della Bce alla Corte di giustizia europea, per ottenere un parere prima di assumere la sua decisione, attesa il 18 marzo prossimo
".

2. I passaggi clamorosi sono i seguenti:
A) La Corte tedesca, per la prima volta "nella sua storia", si considera, rispetto alla Corte europea, come (mero) "giudice nazionale". Come già, con un'apertura recentissima, aveva fatto la Corte costituzionale italiana in sede di giudizio incidentale sulla legittimità delle leggi (ordinanza 18 luglio 2013, n.207, nel delicato tema della legittimità del precariato nella Scuola). La Corte tedesca adisce la via interpretativa europea, ma lo fa "a metà";
B) infatti, a differenza di quanto ha finito per affermare la nostra Corte, quella tedesca non dice apertamente che il sindacato, in via principale ed esclusiva, sulla rispondenza ai trattati di un atto di una istituzione "europea", cioè la BCE, spetti alla competenza della stessa CGUE, ai sensi degli artt.19 TUE e 263, 264 e 267 TFUE (profilo che, avete visto, la stessa GGUE ha prontamente ribadito nella sua immediata risposta);
C) infatti lo Stato tedesco invece di servirsi del ricorso diretto alla Corte di giustizia europea ai sensi del citato art.263 TFUE, aveva senza esitazione preferito rimettere (col ricorso interno "diretto" previsto dalla propria Costituzione) la questione OMT alla propria Corte costituzionale. 
Ma non basta: questa, a sua volta, in una sorta di anomalo "rito tedesco", del tutto coerente con quanto preannunziato in tutta la sua storia giurisprudenziale di rivendicazione della priorità del sindacato costituzionale "interno" sulla giurisdizione affidata alla CGUE, non si serve, in modo conforme ai trattati, neppure della rimessione "incidentale" alla CGUE quale prevista dall'art.267 TFUE;
D) dunque, clamorosamente, e molto significativamente, rimessa la questione alla giustizia europea, la Corte di Karlsruhe:
        d1.) non sospende il giudizio in attesa di quello emanato dalla CGUE, ma anzi fissa "a prescindere" una data per il proprio pronunciamento definitivo (il 18 marzo), evidentemente assumibile indipendentemente da quanto potrà dire la CGUE, con ciò stabilendo in sostanza un termine c.d. perentorio per la decisione interpretativa della stessa: il che equivale a "ordinargli di decidere" entro il termine stesso, assumendo una superiorità gerarchica nell'ambito dei rispettivi - e pretesamente autonomi- oggetti di giudizio;
        d.2.) fissa immediatamente le condizioni alle quali, bontà sua, la CGUE potrà pronunziarsi in modo da rendere accettabile dalla Germania il suddetto OMT: in particolare, ove questo fosse "interpretato in modo restrittivo", cioè alle condizioni prefissate dalla stessa Germania in persona della sua Corte costituzionale, che, in sostanza, predetermina i termini della legittimità cui deve assoggettarsi la CGUE per non vedere dichiarata, in qualche modo, la inefficacia per contrarietà alle sue norme costituzionali, dello stesso OMT;
        d.3.) queste condizioni sono riassumibili nella delimitazione del programma di acquisti a obiettivi limiti quantitativi e di tempo, cioè esattamente il contrario di quello che è il fulcro indispensabile della efficacia che possono dispiegare sui mercati questo tipo di interventi "ventilati" (whatever it takes...and believe me, it'll be enough, disse imprudentemente Draghi), come universalmente evidenziato da tutta la dottrina economica più autorevole.

3. Già con riguardo al programma di acquisti prima EFSF e poi ESM, infatti, queste stesse identiche obiezioni, relative alla pressocchè totale inutilità di un'acquistabilità delimitata e selettiva dei titoli "sovrani", in pratica incapace di risolvere i problemi di spread (e di squilibrio debitorio costantemente riproducibile), anzi a tal fine dannosa, avrebbero dovuto essere ben chiare: l'ESM, in pratica è divenuto tristemente famoso, ormai, per aver imposto finora una contribuzione complessiva, a vario titolo, di 50 miliardi all'Italia, versati e sottratti al nostro bilancio, finendo per incrementare il debito su PIL, (i vari tipi di versamento e "garanzie", dovrebbero arrivare a complessivi125,37), e così creando dei fondi pubblici immobilizzati al passivo di cui l'Italia, per i suoi titoli pubblici, neppure potrà in alcun modo fruire, per via del suo rating (ma i bund tedeschi tedeschi, sì)! 
L'argomentazione scientifica di tali voci diffusamente e concordemente accreditate, la Corte, Bundesbank e il governo tedesco, la conoscono benissimo.
Va dunque notato che mentre la Corte costituzionale italiana si "assoggetta" unilateralmente alla pronunzia giurisdizionale interpretativa "Europea", - enunziando esplicitamente il principio per cui "la questione pregiudiziale posta alla Corte di giustizia è rilevante nel giudizio di legittimità costituzionale, poiché l’interpretazione richiesta a detta Corte appare necessaria a definire l’esatto significato della normativa comunitaria al fine del successivo giudizio di legittimità che questa Corte dovrà compiere rispetto al parametro costituzionale integrato dalla suddetta normativa comunitaria", definendo così un rapporto di classica pregiudizialità della pronuncia CGUE-, la Corte tedesca emana sostanzialmente un "ultimatum".

4. La questione è già decisa.
La rilevanza della pronuncia pregiudiziale europea non può influire sull'esito pratico e finale di tale decisione, se non aderendo alle condizioni unilateralmente preindicate dai tedeschi: l'OMT immaginato (a parole) da Draghi è accettabile e avrà vita solo in quanto interpretato come dicono loro e per la loro diretta convenienza nazionale.
Sono tutti avvertiti: se così non sarà fatto, la Germania non si riterrà vincolata.
Come nel caso ESM, la costituzione di fondi a carico dei vari Stati UEM - e non certo della sola Germania che, di fatto, finora ne beneficia a titolo praticamente esclusivo-, non può e non deve servire ad attenuare, (perchè questo al massimo può fare), gli squilibri finanziari determinati dalle asimmetrie delle rispettive posizioni nette sull'estero, divaricatesi specialmente nei reciproci rapporti commerciali intra-UEM. 
Al più, in estrema applicazione della "condizionalità" - peraltro riaffermata anche da Draghi nel lanciare l'OMT, cioè sempre della imposizione di "riforme strutturali" deflattive del lavoro si parlava- questa eventuale forma di acquisti delimitati, imposta dall'ultimatum così lanciato, finirà per essere utile solo a chi, indipendentemente dall'OMT (in piena petizione di principio), acquisisse una posizione di surplus delle partite correnti stabile e rilevante, - perchè è da ciò che dipendono gli spread- condizione che renderebbe ulteriormente priva di senso la stessa OMT; ed infatti, nel frattempo, come appunto già nel caso dell'ESM, al più saranno in pratica consentibili solo acquisti di...bund tedeschi!

5. Da quanto precede, possono ritrarsi alcune osservazioni e conclusioni.
Innanzitutto, in punto di diritto, la Germania, sia nel suo ricorso "interno" che nella posizione assunta dalla sua Corte, ha essenzialmente ragione. 
Ed infatti, in base agli artt.123 e 124 del TFUE, non solo è vietato l'acquisto "diretto" di titoli del debito pubblico degli Stati da parte della BCE (art.123), - profilo aggirabile sviluppando l'OMT, seppure con minore efficacia, sul mercato c.d. "secondario" (trading successivo al collocamento alle aste), ma è altresì vietata "qualsiasi misura non basata su considerazioni prudenziali che offra", tra gli altri, agli stessi Stati, "un accesso privilegiato alle istituzioni finanziarie" (art.124). 
In aggiunta, e a coronamento, l'art.125 TFUE, stabilisce che l'Unione Europea, ovviamente inclusa la BCE, "non risponde degi impegni assunti...dalle amministrazioni statali...di qualsiasi Stato membro"
E' chiaro che da un quadro normativo come questo, non si sfugge: acquisti illimitati nella quantità e nel tempo quali (teoricamente) ritenuti necessari, in  modo non determinabile a priori, da parte della BCE, sarebbero abbastanza pacificamente contrari a questo insieme di norme del Trattato, perchè si risolvono sia in una misura che offre condizioni di accesso privilegiato alle istituzioni finanziarie europee - di cui certamente la principale è la BCE; inoltre, la intrinseca potenziale indeterminatezza dei limiti di aquisto, necessariamente lasciata al prudente apprezzamento della BCE, implica l'assunzione di una implicita garanzia, sostenuta nel tempo e potenzialmente illimitata, da parte della BCE per gli "impegni" assunti, mediante l'emissione del debito, dalle amministrazioni dei singoli Stati.

6. Se la Germania ha ragione, è clamorosamente comprovata, da questa occasione, l'erroneità della "teoria filo-europeista" che la moneta unica, e lo stesso Trattato in quanto considerato inscindibile dalla "unione economica e monetaria la cui moneta è l'euro" (art,3, par.4, TUE),  in ogni loro constatabile riflesso, rientrino nell'ambito del diritto pattizio "solidaristico"; cioè fra quei trattati volti alla cooperazione, anche solo meramente economica, tra gli Stati che vi aderiscono, gli unici consentiti all'Italia dall'art.11 Cost.
La mitica "solidarietà" che risponde al presunto spirito "perduto" della costruzione europea, non ha e non ha mai avuto un punto di riferimento cui "ritornare": e questo semplicemente perchè il Trattato (fin da Maastricht) è stato espressamente congegnato non per fondarsi, magari per implicito principio attinente alla sua "causa fondamentale" (cioè al suo oggetto e al suo scopo, intesi secondo buona fede, art.31 Conv. di Vienna), su una qualche forma di solidarietà finanziaria e fiscale, ma, al contrario, sulla sua espressa esclusione.

Cioè questa esclusione originaria, evidentemente a suo tempo oggetto di un'attenta negoziazione condotta dagli stessi tedeschi, e da noi, si dovrebbe supporre consapevolmente accettata, segnala il trattato per il suo peculiare, esplicito e intenzionale contenuto di contrarietà alla finalità di promozione della "pace e della giustizia fra le Nazioni" nel quadro dell'art.11 della Costituzione.
Questo dato è agevole da ricavare dalle premesse sin qui svolte, ma solo se si usa il metro della "buona fede" interpretativa, cioè della correttezza logica dell'individuazione del senso puntuale e sistematico delle norme alla luce del loro oggetto e scopo, come, abbiamo visto, prescrive la Convenzione di Vienna sul diritto dei trattati
E tutto ciò dato che, quantomeno - e senza trascurare la ulteriore disparità giuridico-economica di partenza dell'imporre a paesi con diversi livelli di debito e di onere degli interessi pubblici, un unico tetto di indebitamento pubblico- si intende inderogabilmente assoggettare il debito pubblico al prezzo fissato sui mercati, esclusivamente secondo il libero gioco della domanda-offerta, mentre il "mercato" dei cambi viene sottratto a tale determinazione della domanda e dell'offerta e sottoposto all'assoluta rigidità del cambio fisso, fra paesi aventi strutture economiche e naturali livelli di inflazione divergenti (e non in sè autonomamente patologici).
In tal modo, del tutto irrazionale e contrario ai principi più elementari di qualunque area valutaria c.d. "ottimale", il cambio di tutta l'area UEM, e per ciascun singolo Stato aderente, deve essere sostenuto senza la rete della manovra monetaria della Banca centrale che assista gli Stati che adottano la moneta unica (cioè il cambio fisso che implica necessariamente la permanente incidenza dei differenziali di inflazione, registrata nei sempre rilevanti accumuli differenziali dei tassi di cambio reale).

7. Quindi, le norme del Trattato, una volta prodottisi gli effetti inevitabili e prevedibili di questo tipo di unione monetaria che esclude esplicitamente meccanismi di correzione, implicano che gli Stati sono impediti a ricorrere a clausole di solidarietà e di residua politica monetaria, persino centralizzata, cioè gestita in modo suppletivo da una banca centrale estranea alle esigenze di ciascun singolo paese, in (pallida) manovra anticiclica. Con ciò escludendosi la fantomatica natura attinente all'internazionalismo della pace e della giustizia che, solo, consentirebbe l'adesione a tale trattato in base all'art.11 Cost.
In tal modo, le condizioni, prima di tutto logiche, di parità delle Nazioni partecipanti sono espressamente e programmaticamente impedite, dato che il cambio è fisso e la manovra monetaria non è consentita, mentre invece, non esiste alcuna considerazione pattizia (cioè previamente concordata) delle conseguenze delle, anche più lievi, divergenze dei tassi di inflazione accumulatisi inevitabilmente, e cioè fisiologicamente, nel tempo.
Cioè la Germania ha ragione, ma anche sotto questo aspetto (cioè politiche monetarie della Banca centrale) non si persegue la pace e la giustizia tra le Nazioni aderenti in condizioni di parità; e in aggiunta quando già il tetto "unico" del deficit segnalava un ulteriore eclatante aspetto di questa carenza di condizioni di parità tra le Nazioni stesse.
E quindi, se la Germania ha ragione, hanno torto i sostenitori italiani della costruzione europea solidaristica e cooperativa, che rimane non solo un frutto della loro immaginazione (e propaganda mediatica), ma anche una grave negligenza sia nella negoziazione che nella adesione e, infine, nell'adempimento dell'obbligo costituzionale di interpretazione e corretta esecuzione dei trattati solo in conformità alle condizioni cui li sottopone, per tutta la loro durata, l'art.11 della Costituzione.

8. Attenzione: il destino dell'OMT è già irrevocabilmente segnato.
O la Corte europea "si piega" all'ultimatum tedesco e ne vanifica, come si è visto, l'efficacia fondamentale (ripiombando da domani l'euro nelle potenziali divergenze connesse agli squilibri commerciali fisiologici ma normativamente non correggibili per i paesi vincolati all'UEM), ovvero la Germania, avvalendosi della "dottrina Lissabon Urteil" (le cui linee fondamentali sono illustrate in "Euro e (o?) democrazia costituzionale", parte 3, capitolo 1, pagg.211 ss.) sottrae il suo decisivo apporto partecipativo.
In virtù di tale decisione della stessa Corte tedesca, va rammentato:

"...che la stessa legittimazione del processo integrativo dipende dai parlamenti nazionali e dal loro rigoroso apprezzamento della “struttura interna” della Costituzione sempre nazionale. Si tratta, in sostanza, di una chiara riaffermazione, ex parte tedesca, della propria sovranità nazionale: col paradosso, che la Germania utilizza la propria influenza dominante sulle istituzioni UEM per negare quella stessa legittimazione costituzionale alla sovranità agli altri paesi membri. 
Le enunciazioni della Corte Costituzionale tedesca sul loro ruolo nella “struttura costituzionale” nazionale, vanno intese insieme al tentativo di specificare cosa si intenda per “identità nazionale”, un parametro che ritroviamo nell’art. 4.2 del Trattato sull’Unione europea, posto in termini non solo di “rispetto della…eguaglianzatra Stati aderenti, ma anche della loro ”identità nazionale, insita nella loro struttura fondamentale, politica e costituzionale”.   Un precetto fondamentale racchiuso nel Trattato stesso che consente un’ampia serie di riserve, allorché entri in gioco l’insieme di valori che caratterizzano la comunità di uno Stato aderente, specie in rapporto alla intensità con cui, dalla sede “europea”, si interviene su aspetti costitutivi della stessa sovranità statale come quelli monetario e fiscale. Ma una clausola che in Italia pare del tutto dimenticata nel suo potenziale di attivazione dei limiti costituzionali di fronte all’irrompere dei vincoli “europei”. Al contrario, in Germania, con le pronunce del Bundesverfassungsgericht, si è colta nella sua pienezza la necessità di proteggere quella “identità nazionale” insita nella propria struttura fondamentale, politica, economica e, soprattutto, costituzionale."

9. Dunque quand'anche la Corte europea intraprendesse una impervia lettura dei Trattati, contraria alla loro lettera e sistematica più evidenti, la Germania, sindacando, attraverso la propria Corte, la costituzionalità della "legge di estensione", si sottrarrebbe comunque all'applicazione della OMT, avendo stabilito e riaffermato un diritto "a posteriori" di apporre esenzioni equivalenti a riserve unilaterali, che sottomettono i trattati al proprio prevalente interesse nazionale.
La cosa paradossale, è che in Italia contestare l'euro, richiamando l'evidenza di una tale applicazione "non paritaria", sia sotto il profilo della esplicita formulazione dei Trattati, nei plurimi aspetti sopra evidenziati, sia sotto il profilo, ulteriore, dell'applicazione "spregiudicata" (sicuramente non cooperativa) dei Trattati stessi, assunta dalla Germania in nome dell'interesse nazionale, viene visto come un rigurgito di xenofobia nazionalista al solo nominare l'interesse nazionale!
E questo, quando, al contrario, sia l'art.11 Cost., sia lo spunto (anch'esso totalmente dimenticato) dell'art.4, par.2, del TUE (quello che costituirebbe un principio fondamentale che l'Unione si obbliga ad applicare, cioè la uguaglianza degli Stati membri davanti ai trattati, rispettando "la loro struttura fondamentale politica e costituzionale") condurrebbero a un preciso dovere istituzionale di ristabilimento della "reciprocità": cioè a fare applicazione "dovuta" di un'altra condizione immanente ed inderogabile del diritto internazionale,  in virtù della quale gli organi interni abilitati non dovrebbero protrarre una condizione di applicazione "ineguale" di qualunque trattato e porvi fine.
E questo ricorrendo sia agli strumenti della simmetrica dichiarazione di illegittimità costituzionale del vincolo, sia a quelli, coordinati coi primi, della denuncia dei Trattati stessi secondo le disposizioni relative alla clausola rebus sic stantibus, qualora, come nel caso, si manifesti la insostenibilità del vincolo pattizio alla luce del venir meno del suo (solo in astratto proclamato) oggetto e scopo paritario e cooperativo; tanto più quanto tali oggetto e scopo costituiscono le precondizioni essenziali e determinanti della negoziazione e della vincolatività alla stregua dello stesso principio fondamentale della Costituzione sancito dal predetto art.11.

49 commenti:

  1. La cosa assurda, in effetti, è proprio la reazione che normalmente si ha di fronte a dei discorsi del genere, che, per noi che "sappiamo" (sono quello di Fano col "quadernino"), risultano invece abbastanza ovvi ed intuitivi. Sembra come se il patriottismo tedesco sia piú elevato rispetto a quello di una nazione come la nostra o la Francia, forse perchè si pensa che i tedeschi se lo meritino, il patriottismo, ne siano degni, abbiano il diritto di averlo o qualcosa di simile.
    Devo ancora capirne il motivo e forse non lo capiró mai, ma anche la mia prof di francese (persone di una cultura elevatissima) cade spesso nella trappola euro=europa, demonizzando in modo assoluto l'aumento del consenso intorno alla Lepen (qui non posso darle torto. si tratta pur sempre di destra xenofoba e semi-estrema) e "rigettando" le mie obiezioni secondo cui l'ascesa delle destre è da imputare alle politiche liberiste delle sinistre e al loro silenzio/tradimento (qui invece le do torto, sperando che si renda conto della situazione).
    Forse la gente non si rende conto di quanto ci sta succedendo intorno perchè la veritá è talmente luminosa che acceca; è talmente scontata che si fa fatica a crederci. Prima o poi peró la vista si adegua, e poi so 'cazzi...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Il patriottismo, se vuoi chiamarlo così, nel discorso svolto su questo blog si connette alla sovranità nazionale intesa in senso moderno; cioè come democrazia necessitata dei diritti fondamentali, il primo dei quali è il diritto sociale al lavoro (compito delle istituzioni repubblicane italiane, e se trovassimo altre istituzioni che, con una fonte normativa almeno dello stesso livello, garantisse l'effettività di questo diritto, avremmo risolto gran parte del falso problema del nazionalismo).
      Messa in questa termini, la questione scompagina ciò che è oggi contrabbandato come destra o sinistra...
      E ciò dovrebbe includere anche l'attenta considerazione di ciò che la Lepen (non il Front National nella sua pregressa storia) sostiene oggi: ma attenta e senza pregiudizi ideologici, guardando ai contenuti e sapendo riconoscere cosa effettivamente intende sostenere come modello socio-economico e come lo motiva.
      Conoscendo l'economia politica e la teoria generale dello Stato e il diritto costituzionale.
      Questo blog abbonda di materiale che ti può aiutare e far comprendere come mai Sapir non abbia tutta questa distanza pregiudiziale vero la Lepen.
      Poi è del tutto legittimo farsi delle idee a ragion veduta e trarre le proprie consapevoli conclusioni

      Elimina
    2. prima o poi la Le Pen dimostrerà se è un bluff stile Lega Nord oppure no.

      Elimina
    3. Il "diritto sociale al lavoro" è il compito delle Istituzioni Repubblicane Italiane perché sedimentatovi da due secoli almeno di lotte sociali. E dalla cultura politica diffusa nel paese da queste lotte. Non è un prodotto del nazionalismo.
      Il punto non credo sia ritrarsi entro le cortine dello Stato, ma condurre una battaglia politica avverso il criterio che l'economia sia sovraordinata alla democrazia. L'economia va reincapsulata entro il sistema sociale e questo sottomesso alla democrazia. Poi questo si può fare attraverso il dibattito nazionale o europeo. Io preferirei il secondo (sarei per la posizione di Habermas e meno per quella di Streeck). Ma certo il tempo corre.

      Elimina
    4. E come no! Aspettiamo che la preferenza psicologica e ideologica personale si sedimenti in qualche nuovo trattato che ci dia traccia, anche solo larvale, di una sovraordinazione della democrazia (dei diritti fondamentali sociali) sull'economia.
      Si può anche credere a Babbo Natale tutta la vita, ma il testo dei trattati è oggi ben altro, e i loro effetti sono evidenti.
      Si tratta di temi affrontati in termini concreti, di effettiva formulazione del "fatto-trattato", e non idealistici di propensione psicologica, da questo blog in molteplici occasini: non posso che invitare ad andare a leggersi le analisi economiche del diritto condotte su questi fatti, che sono gli unici che possiamo considerare attualmente

      Elimina
    5. Va bene, caro dottore, la seguo... dentro i confini Italiani come facciamo questa trasformazione? Su cui siamo d'accordo (credo). I rapporti di forza sono altrettanto sbilanciati. Sinceramente l'Ordoliberalismo sarà pure una costruzione tedesca, ma le forme di liberalismo nostrane non è che siano molto meglio. Dovremmo fare tanta strada. E contro tutti. Comunque proviamo pure (con Grillo? con SEL? con chi?)... quale è il progetto politico? Oltre a Babbo Natale si può credere anche alla Befana.

      Elimina
    6. Oddio, e da quando ho manifestato interesse a occuparmi di questi problemi di "voto" e di azione politica?

      L'ordoliberismo nasce in Germania (con una sua peculiarità mercantilista genetica), ma la sua applicazione in chiave internazionalista europea-costruttivista è concordata dalle oligarchie grandindustriali-finanziarie di tutti i paesi europei principali, fin dal rapporto Werner e dallo SME. Italia inclusa ab initio.
      Questo solo per capire un pò meglio.
      Continuo a invitare alla lettura delle "precedenti puntate"...

      Elimina
  2. Se la crisi economica è strumentale e volta a lasciare, comunque venga gestita, quei sedimenti economicosociali in funzione di questa grande società desiderata da tutta la cupola elitaria assolutamente in modo bipartisan, è evidente che questa NON è una semplicecrisieconomicapunto.

    Qui siamo in piena follia ideologica. (Per questo anche il lavoro di inchiesta di Donald, nella sua ingenuità, non va buttato nel lato oscuro della tazza).

    (Ma qui sappiamo entrambi che ci sono dei limiti umani nella leadership culturale del nostro affezionatissimo, altrimenti avremmo dieci milioni di grillini livorosi verso l'€uro e i tagli volti alla compressione della domanda aggregata... forse...)

    Credo però che il concetto che ha voluto esprimere il nostro fosse la semplice constatazione che denaro = potere

    E nella vignetta citi la "Fattoria degli Animali" che un nipotino di Orwell come me non può non notare: nel merito Lionel Trilling in George Orwell and the Politics of Truth (1955) sottolina come: «Uno dei punti essenziali della tematica orwelliana è soprattutto un ammonimento - a quelli di noi che hanno a cuore le idee e gli ideali - che proprio perché questi ultimi hanno al giorno d'oggi un notevole potere, c'è un rapporto diretto tra il loro potere e un potere di altra natura, l'antico e sfrontato potere della forza

    Il fatto che sia la Germania a far rispettare la propria Costituzione e non i PIGS né dimostra in realtà la brutale considerazione precedente: siamo in guerra, siamo in uno stato di natura di hobbesiana memoria, l'unico Leviatano è determinato dalla fissione del plutonio. Qualsiasi considerazione umana, sociale e quindi giuridica, è sostanzialmente sospesa. Almeno fino al 25 Aprile.

    D'altronde i maiali banchieri sono al potere... e solo i grandi debitori possono intervenire sostanzialmente come da ipotesi frattalica.

    E ho un documento che se anche non deve per forza portar speranza porta certamente il buonumore,,,

    :-)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Divertente ma inquietante: decisamente pro-Hayek (offrendo un Hayek immaginario e idealizzato, ma questo è esattamente il problema) e keyensian-reaganiano.

      Decisamente, il linguaggio idealistico (altisonante e deceptive, per chi non abbia una certa capacità di...lettura) che vH utilizzò, insieme con la diffusione mediatica dei concetti hayekiano in forma di slogan pop, consente di svincolarli dal vero contenuto del ragionamento e rendere lo stesso quasi un mite moderato libertario...W l'ordoliberismo pop (che se lìè giocata alla grande, bisogna riconoscerlo)

      Elimina
    2. Dopo il sorriso, appunto, l'amarezza... c'est la vie...

      Come riporti nel libro, a differenza di ciò che fa notare Basso rispetto al superamento del conflitto cittadino/Stato nei programmi costituzionali moderni, negli USA ciò non avviene: sono rimasti alla cultura anglosassone pre-keynesiana. Grosso limite, a mio parere, della Costituzione Jeffersoniana rispetto a quella francese del '93... ma qui mi rimetto alla tua opinione.

      In USA l'ignoranza pop è da sempre propagandata come valore positivo in tutta la fucina hollywoodiana... la più potente macchina di propaganda occidentale.

      Una società incolta, classista e razzista che trova (e qui giù a ridere con profondo malessere) nella scuola austriaca il massimo dell'ideologia antisistema. Giuro. Negli ambienti underground chi lotta contro i Governi è appunto un anarchico che cerca la freedom from dallo stato Leviatano così come predicato da Hayek e sodali.

      Se hai notato Say, il simbolo della supply side of the moon, è uno degli allenatori dell'amato dai cittadini (che non sanno come ESSO ricambi tale amore... altro che quello snob inglese, tutto media e distintivo, che è buono solo di stampar dollari!). Ideologia allo stato puro. Pop. Cioè disfunzionale e che corrompe il popolo.

      Infatti negli USA tutto è POP. E ciò che POP è COOL. E si vende massivamente...

      E cool nel linguaggio pop è generalmente sinonimo di morboso... il vettore inconscio della più captive delle demand.

      Per capire il pop americano che imperversa parallelamente alla riscossa ordoliberale è esemplificativo pensare al primo brand della storia del capitalismo: la CocaCola.

      Fantastico: se non si capisce questo non si capisce l'antiutopia rappresentata dagli USA: un imprenditore morfinomane che per curare la sua stessa malattia crea un farmaco con altre potenti sostanze psicotrope. Notando che tale intruglio tossico non curava una beneamata ma aggiungeva dipendenza a dipendenza, cosa fa? Lo riempe di zucchero, lo colora in modo efficacemente attrattivo e lo commercializza al di fuori delle farmacie. Quindi cambia i colori del vestito di Babbo Natale e invade i mercati di tutto il mondo...

      That's Amerika.

      Elimina
    3. Sì ma così finisci in una prospettiva un pò fuorviante. Conosco come la pensa l'americano medio (e anche passabilmente colto, secondo il suo specifico), avendoci vissuto, negli USA, un paio d'anni (in totale).
      La tua diagnosi sul vizio di partenza costituzionale, jeffersoniano, è corretta; ma come ho già evidenziato in un altro post, la questione (ispirandomi a Chang!) è il "dimenticare Hamilton". Si tratta di compresenti tendenze nate entrambe dal contrasto alla tirannia dello Stato "colonizzatore" britannico, da cui nascono gli States.

      Quindi, poi, in un mondo che, anche dal punto di vista del fattore "territorio", si basa su orizzonti esistenziali a noi europei sconosciuti (ciò vale per tutte le Americhe), questa mistificazione è in fondo altrettanto ambiguamente alimentata, nascondendo, nei periodi storici opportuni, l'anima Hamiltoniana e se vuoi roosveltiana.
      E' facile, specie nelle etnie oppresse dalla polizia repressiva "hayekiana" (ma non lo sanno, ovviamente) estendere al fisco e alla social security la stessa matrice oppressiva tradizionalmente presa dall'oppressore coloniale e qualificare tutto lo Stato come potenziale tirannia (quando è esattamente l'opposto: e qui il pop-imprinting è fondamentale...anche in Kerouac).

      Ma fermo che l'anarchismo -rebel without a cause- intride la mitologia positiva del maverick come essere libero, negli USA dagli spazi sconfinati-, il punto è che la matrice dell'ordoliberismo europea NON è NEGLI USA.
      Si tratta di una costruzione tutta europea che passa per l'internazionalismo piuttosto che per l'individualismo anarcoide, e che, anzi nega quest'ultimo. Si tratta di mimesi di inversione delle istituzioni democratiche, che, consapevolmente, non vengono negate ma TRASFORMATE.
      Quindi, poi, si è creato un DIVERSO FENOMENO POP: QUELLO DELL'INTERNAZIONALISMO, DEI DIRITTI COSMETICI, DELLA NEGAZIONE MEDIATICA DELLA REALTA' ECONOMICA IN FAVORE DELLA VERSIONE IDEALIZZATA ANTI-NAZIONE, ANTI-STATO "NAZIONALISTA", IN FAVORE DI UN SUPERSTATO INTRINSECAMENTE MOLTO PIU' SERIO E "BUONO".

      Cioè è la gigantesca creazione di una MORALE COLLETTIVA ISTITUZIONALE, occhiuta e invasiva: un pop che è esattamente l'opposto persino del politically correct USA, dandocene una versione meticolosamente normativizzata.
      E costruendo un sistema pieno di norme (europee) che sono tutte, a prescindere dai contenuti, ascritte a questa etica istituzionale superiore a quella dello Stato democratico identificato con il nazionalismo delle guerre.
      Insomma, un pop che si adatta alla retorica dell'anti-nazifascimo e si alimenta, distorcendolo, del trauma della II WW.
      Una bella differenza...

      Elimina
  3. Bhe... dopo il sorriso, l'amarezza nel constatare che, a differenza del nazifascismo, l'ordoliberismo è propagandato in USA quanto in €uropa.

    Come spunto di analisi ti avevo lasciato un commento sul post "incriminato"...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Beh, ma in chiave pop, non dimentichiamolo mai, non possiamo, ormai, "non essere hayekiani".
      Hai qualche margine di scelta culturale (se non sei un pazzo filologo, multidisciplinare, come coloro che animano questo blog)?

      Quello che è più difficile è dichiararsi ordoliberisti: se non altro, pur essendo la più manifesta delle trasformazioni economico-sociali dai tempi della rivoluzione francese, la sua dimensione politica è resa praticamente invisibile agli occhi di coloro che la subiscono...

      Elimina
    2. Ritornando sull'ottimo commento di Baazar postato su Goofy (e successivo di Der fliegender Hollander a cui dico, nel caso leggesse: Garfield venne assassinato nel poche settimane dopo aver rilasciato tale affermazione, nel 1881), ho trovato questo bell'articolo de Il Giornale. Ora: facile è lo scivolamento sul "complottismo" e qui, di certo, ciò a cui si fa riferimento non è affatto il signoraggio inteso dai "signoraggisti", ma il potere di emissione della moneta, che è storia ben diversa. Aver letto il libro di Alexander Del Mar, Storia dei Crimini Monetari, è stato interessante. Nonostante la sua impostazione, anche lui credeva che affidare ai privati il "conio della moneta" (al tempo, ora naturalmente il passaggio è il credito bancario) fosse un abominio.
      Dicono che ci volessere ritornare sia Lincoln che J. F. Kennedy al conio pubblico... ma sappiamo bene come entrambi finirono... essendo l'oro scarso, e quindi potenziale monopolio, al tempo chi parlava di argento (come Del Mar, o Kennedy, oppure Lincoln con i green backs) doveva sparire dalla memoria o dalla faccia della terra.
      Tornando ai giorni d'oggi, vediamo quali siano i risultati...

      Elimina
    3. >> Ora: facile è lo scivolamento sul "complottismo" e qui, di certo, ciò a cui si fa riferimento non è affatto il signoraggio inteso dai "signoraggisti", ma il potere di emissione della moneta, che è storia ben diversa.

      :D :D :D
      il potere di creare moneta E' "il signoraggio". accettalo.

      Elimina
    4. Beh il signoraggio come profitto-rendita, determinato dal potere pubblico di emissione della moneta, non mi pare negato da Flavio.
      E' quello sostenuto dai "signoraggisti", cioè che centralizza l'eziologia determinativa di tale fenomeno (che è solo concorrente e non esclusivamente determinante) che viene posto in dubbio da Flavio...

      Elimina
    5. @Sandro Pascucci: Ciò che intendo io è quanto, al tempo, scrisse il prof. Sergio Cesaratto riportando l'intervento del primo ministro canadese McKenzie: “Una volta che a una nazione rinuncia al controllo della propria valuta e del credito, non importa chi fa le leggi della nazione. … Fino a quando il controllo dell’emissione della moneta e del credito non sia restituito al governo e riconosciuto come la responsabilità più rilevante e sacra, ogni discorso circa la sovranità del Parlamento e della democrazia sarebbe ozioso e futile” . Il sistema di creazione attuale di moneta parte sempre dall'assegnazione di prestiti da parte delle delle banche commerciali (private) al mutuatario finale, era quello il punto che volevo "sottolineare", ed il fatto non meno importante riguardante l'avvenuta fusione in banche miste che perseguono sostanzialmente l'investimento "monetario" rispetto alla pratica commerciale di sostegno all'economia reale (cfr. abolizione Glass Steagall Act). Sicuramente ho usato termini non corretti "tecnicamente parlando" nel mio intervento precedente, la sostanza però credo si capisse bene...

      Elimina
  4. Ma il piano di acquisto titoli ha avuto un enorme successo. Guarda dov'è l'euro...tutto il resto è pur parlè compreso quello che dice la corte tedesca che alla ine dirà : va tutto ben.....

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Oh beh, certo: in effetti il piano di acquisto immaginario e verbalizzato ha svolto degnamente il suo ruolo.
      E si potrebbe persino dire che oggi non ce ne sarebbe più bisogno, dato che la deflazione salariale, nei loro calcoli, servirà a rendere tutti i paesi UEM esportatori in surplus e questa aspettativa è apparentemente consolidata sui mercati (avendo in vista, gli "operatori razionali", altre partite da giocare, non PIGS ma BRICS).
      E io che ci perdo pure tempo a mostrare il quadro di interazione tra trattati e disegno ordoliberista di riassetto delle società: chissà se qualcuno ha sbagliato i suoi calcoli. Vedremo: intanto di sicuro la costruzioni critico-razionali si riducono a chiacchiere di fronte all'efficienza dell'ordoliberismo pop...

      Elimina
  5. Caro Quarantotto, la carta straccia inglese ti viene dietro....! Wolfgang Munchau sul Financial Times sostiene come te che a ben guardare la sentenza della Corte riconferma la sovranità nazionale:

    "La Corte tedesca non ha lasciato dubbi sul fatto che la Bundesbank e le altre istituzioni tedesche siano vincolate dalla Costituzione. Hanno anche reso chiaro che non lasceranno correre. La sentenza dà la netta impressione che i giudici sottopongono il caso non ad un tribunale superiore, ma a un tribunale di grado inferiore."

    Poi, che l'OMT ormai non serva più, ci ho i miei dubbi...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Avevo visto il tuo post, grazie Carmen.
      E non è una grande consolazione, dato che si ha semmai la conferma che l'italia, perlomeno negli espertologi e nei giuristi, non ha i mezzi culturali per uscire dalla crisi.

      Quanto alla utilità dell'OMT, ho cercato (in verità ironizzando) di evidenziare come dipenda dall'esattezza dei calcoli dei riformisti-ordoliberisti.
      Tutti in surplus CAB perenne e posizioni nette sull'estero in egual misura (che è ancora un altro problema)?
      E gli altri paesi extraUEM dovrebbero perennemente subire in silenzio?
      La situazione è praticamente segnata, solo che "loro" giocano con le vite dei popoli senza alcuna remora: il sistema è congegnato per far pagare le vittime non i responsabili della crisi (v.ultimo link dal commento di Flavio)
      E non c'è alcun serio accenno di reazione, almeno in Italia...
      http://orizzonte48.blogspot.it/2014/01/le-contromosse-dellordoliberismo-2-il.html

      Elimina
    2. Vulgar teories and economic perspectives... A me quello che fa più incavolare è il fatto che la Corte Costituzionale Tedesca tuteli la Sua di Costituzione (mentre le elites se ne approfittano). Ma la Corte Costituzionale Italiana dov'è!?!?!?!?!?! Dove sono?!?!?! Cosa dicono del pareggio di bilancio? Delle assurde politiche di austherity? Di tutto il corollario che i trattati impongono ingiustamente al nostro popolo VIOLANDO la Nostra Costituzione? Dove SONO? DOVE?!?!

      Elimina
    3. In effetti domande come queste possono nascere per urgenza logica SE viene esposto qualcosa di ermeneuticamente corretto e basato sui fatti, no?
      Insomma, sono domande che esistono solo sulla base di quanto detto su "Euro e(o?) democrazia costituzionale" o il blog stesso. Con tutta la buona volontà, non se ne scorgono tracce al di fuori...o no?

      Elimina
    4. Certo, però non posso credere che chi ha gli strumenti giuridici per poter capire non noti o abbia notato nulla... dai, è impossibile. A meno che non sei "ideologicamente" propenso al disegno complessivo messo in piedi. Ed allora è un altro paio di maniche.
      Ora sottopongo un paradosso: ma non era la moneta forte e stabile che attirava i tanto prolifici investimenti esteri? E allora come mai in Australia se ne va, dopo Ford e GM, anche la Toyota. E anche qui il lettore disattento direbbe (o Puddino): "eh ma i costi..." e noi, interrompendolo, gli faremmo notare “L'anno scorso la produzione complessiva di veicoli in Australia è scesa a circa 200mila unità, con un dimezzamento nell'arco di un decennio in cui invece la costruzione di autoveicoli si è impennata in vari Paesi del Sud-est Asiatico più competitivi sui costi e con un mercato interno in netta espansione.”. Quindi la domanda implicita sarebbe: sono i costi, o la domanda calante il vero nesso causale?

      Elimina
    5. Sei troppo sofisticato per il "loro" modus cogitandi :-)
      Ma ti pare che questi qui prendano in esame un fatto se non per piegarlo alle loro mire propagandistiche? Se non fosse "piegabile" semplicemente lo ignorerebbero.

      Quanto ai giuristi (categoria alquanto vasta: forse, in termini di peso e funzione culturale, dovremmo limitarsi ai giuspubblicisti, nelle loro proiezioni e espansioni istituzionali), sono vere entrambe le cose che ipotizzi: sono ideologicamente propensi (perchè ciò risulta estremamente vantaggioso) e non capiscono (sia perchè non riescono a vedere l'utilità PRATICA del cercare di capire, sia perchè, come formazione, sono estranei alla minima cultura macroeconomica e masticano, in media, cultura micro espansa a vulgata di sistema; rammento una citazione di Pardolesi, con relative notazioni critiche, fatta da Arturo in un commento di qualche post fa...sicuramente non ti sarà sfuggito).

      Elimina
    6. Per i costituzionalisti questa ignoranza mi pare imperdonabile: "La giurisprudenza deve [...] essere posta al servizio di due padroni: la legge e la realtà. [...] Si può dire in generale che il caso non può comprendersi se non in riferimento alla norma e questa in riferimento a quello, poiché non c'è solo il caso che deve orientarsi alla norma, ma anche la norma che deve orientarsi al caso. L'ignoranza di uno di questi elementi dell'interpretazione porterebbe a due difetti opposti. La considerazione esclusiva dei casi darebbe luogo a una pura e semplice "casistica", incompatibile con l'esistenza del diritto come ordinamento; la considerazione esclusiva dell'ordinamento condurrebbe a una scienza teorica, inutile rispetto allo scopo del diritto" (G. Zagrebelsky, Il diritto mite, Einaudi, Torino, 1992, pag. 181). Senza un po' di macro, possiamo solo continuare a raccontarci di costituzioni ferite, vie maestre perdute, speranze tradite e via lamentando. Ma queste ferite e tradimenti da dove arrivano, chi li ha perpetrati e soprattutto, almeno allo stato di ipotesi, si può fare qualcosa e cosa??? Su lidi giuridici diversi da questo blog (e connesso libro) le risposte scarseggiano.

      Elimina
    7. Lo sappiamo purtroppo. E immaginiamo pure perchè, appunto (senza un pò di macro)

      Elimina
  6. “Within our mandate, the ECB is ready to do whatever it takes to preserve the euro,”

    Se il mai celato scopo degli interventi della ECB è quello di protteggere l'euro, come dobbiamo interpretare questo ultimatum della Germania?
    Qualcosa del tipo: per la Germania ormai non ha più senso salvare l'euro (ovvero l'euro è servito a distruggere le economie dei paesi del sud, ora che queste non sono più in grado di assorbire l'offerta dei beni tedeschi, l'euro non ci interessa più) al massimo vi "concediamo l'onore" di un prelievo forzoso sui conti correnti, poi ognuno per la propria strada. Ergo, la Germania potrebbe aver già deciso di uscire dall'euro, è solo una questione di tempo.
    L'euro è irreversibile le sovranità nazionali hanno fatto il loro tempo, salvo pronuncia contraria della Corte costituzionale tedesca.

    RispondiElimina
  7. Quest'articolo che hai segnalato anche su formiche imo é fondamentale.

    Ne parlerà persino quel grumpycat di Paolo della Zonca su Radio Kabul :)

    La parola della CGEU potrebbe essere la pietra tombale su qualunque disegno/ricerca/visione di solidarietà dietro l'UE. E persino i suoi fanboy dovranno rendersi conto che la Germania sta puntando, unica e sola, in una direzione che da noi sarebbe definita nazionalista, "sovranista" e isolazionista, del tutto incompatibile con quel poco di speranza che hanno i trattati UEM di essere sostenibili.

    Io spero che i fanatici internazionalisti di casa nostra se ne facciano una ragione. Un trattato in cui un governo partner dichiara espressamente di fare il cazzo che vuole, non é giustificabile in alcun modo costituzionale e non.

    Del resto, persino nel famoso manifesto di Ventotene, da molti considerato come il fondamento dell'europa unita e pacifica "spinelliana", sui modi di ottenerla si leggono estratti molto interessanti e rivelatori. C'é tutto: dall'equazione democrazie costituzionali=ritorno al nazionalismo totalitario conservatore e inconcludente all'esortazione finale ad abbandonare le ritualità democratiche tipiche dei nostri stati nazionali europei per poter costruire la sua utopia europea "riformista"

    http://altierospinelli.org/manifesto/it/manifesto1943it_it.html

    "Nel momento in cui occorre la massima decisione ed audacia, i democratici si sentono smarriti non avendo dietro uno spontaneo consenso popolare, ma solo un torbido tumultuare di passioni; pensano che loro dovere sia di formare quel consenso, e si presentano come predicatori esortanti, laddove occorrono capi che guidino sapendo dove arrivare; perdono le occasioni favorevoli al consolidamento del nuovo regime, cercando di far funzionare subito organi che presuppongono una lunga preparazione e sono adatti ai periodi di relativa tranquillità; danno ai loro avversari armi di cui quelli si servono poi per rovesciarli; rappresentano insomma, nelle loro mille tendenze, non già la volontà di rinnovamento, ma le confuse volontà regnanti in tutte le menti, che, paralizzandosi a vicenda, preparano il terreno propizio allo sviluppo della reazione. La metodologia politica democratica sarà un peso morto nella crisi rivoluzionaria.

    Man mano che i democratici logorassero nelle loro logomachie la loro prima popolarità di assertori della libertà, mancando ogni seria rivoluzione politica e sociale, si andrebbero immancabilmente ricostituendo le istituzioni politiche pretotalitarie, e la lotta tornerebbe a svilupparsi secondo i vecchi schemi della contrapposizione delle classi."

    "Se la lotta restasse domani ristretta nel tradizionale campo nazionale, sarebbe molto difficile sfuggire alle vecchie aporie. Gli stati nazionali hanno infatti già così profondamente pianificato le proprie rispettive economie che la questione centrale diverrebbe ben presto quella di sapere quale gruppo di interessi economici, cioè quale classe, dovrebbe detenere le leve di comando del piano. Il fronte delle forze progressiste sarebbe facilmente frantumato nella rissa tra classi e categorie economiche."

    "Un vero movimento rivoluzionario dovrà sorgere da coloro che hanno saputo criticare le vecchie impostazioni politiche; dovrà sapere collaborare con le forze democratiche, con quelle comuniste, ed in genere con quanti cooperano alla disgregazione del totalitarismo, ma senza lasciarsi irretire dalla loro prassi politica."

    Grazie, a me la loro prassi politica piace tanto. E vorrei capire come spinelli ritenesse che senza quella noiso prassi politica potesse mai crearsi un soggetto (sovranazionale o meno) che si facesse portatore dei nostri principi costituzionali. Pfui.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ottimo ritrovamento (in realtà viene detto anche di peggio...). Ma già prefigura il futuro internazionalismo dell'indistinto.
      E d'altra parte già coincide con le pressocchè coeve affermazioni di von Hayek circa la democrazia come metodo valido solo in quanto "igienico", cioè come minor male accettabile in quanto tuteli, in certi momenti storici, le "libertà"; e quindi rinunziabile in favore della dittatura che sia capace di realizzarle con maggior efficienza (Sergio Govoni dovrebbe prepararci un bel post su questo specifico argomento, di importanza centrale per comprendere le radici dell'attuale regime ordoliberista).

      Poi la Germania, culla dell'ordoliberismo in sala UE, da sempre vede lo stesso come un mezzo al fine dell'affermazione dell'interesse nazionale.
      Da qui, in effetti, tutta la ipocrisia servile (in chiave italiana) della faccenda e la scritta che campeggia sull'immagine scelta per il post.

      Elimina
  8. Eccellente articolo. Non so quanto vado OT, ma se alla fine la baracca €uropea scricchiola, allora non dovrebbe stupire di vedere fenomeni "pre-25 luglio" tipo questo......

    http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/associata/2014/02/10/Forza-Italia-attacca-Napolitano-Ora-chiarisca-_10046769.html

    RispondiElimina
  9. OMT, riporto altri pareri (uno per la serie "si certo i trattati e initial view restrittiva su OMT ma poi tanto faranno come je pare sia la corte europea sia quella tedesca e seguiranno criteri di opportunità politica")

    Franz Mayer (professor of public and European law at Bielefeld University) said that if the ECJ, as he expects, rules that the ECB has not acted illegally, the German court could in theory stick to its initial view, declare the OMT plan "ultra vires" and bar German authorities from implementing it. But it was more likely to save face by accepting the Luxembourg court's interpretation, he said.

    However, another European law professor, Damian Chalmers of the London School of Economics, said the German court had made clear that if the ECJ does not rule the plan illegal, it will.

    http://www.reuters.com/article/2014/02/07/us-germany-court-ecb-precedent-analysis-idUSBREA161I420140207

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ecco appunto. E si tratta di versioni esclusivamente formali-giuridiche (cioè prescindono dall'analisi economica della sostenibilità della moneta unica nella forma attuale)

      Elimina
    2. Chiaro che non raggiungono il livello di analisi di questo blog!
      A proposito si aggiunge Karl Albrecht Schachtschneider:

      « L’avventura dell’euro va incontro alla sua fine, nonostante tutti i vantaggi che la Germania ne ha avuto, grazie ad una moneta così sottovalutata da rendere molto più competitivo l’export tedesco. Questo è la vera rottura della solidarietà europea, perché gli stati con un valuta troppo forte non hanno chance di competere sui mercati dell’UE ed in quelli globali». Per Schachtschneider la decisione della Corte costituzionale tedesca non potrà essere cambiata in caso di nuova contestazione, e di conseguenza l’unico esito possibile sarebbe un addio della Germania oppure un crollo di tutti i meccanismi di salvataggio che finora hanno tenuto artificialmente in vita l’euro.
      http://www.giornalettismo.com/archives/1351555/perche-e-iniziata-la-fine-delleuro/

      Elimina
    3. Stefano, sei tu che stai a Trieste? E se sì, mi scrivi alla mail del blog?

      Elimina
    4. No, io sono questo qui
      http://cin.entecra.it/index.php?c=62&id=15
      e sto in piddinia (a Bologna)

      Elimina
    5. Beh questo va a tuo ancor maggiore merito. E grazie del "contatto" :-)

      Elimina
    6. oops nel link la mail è errata. Servisse, quella giusta è
      stefano.cianchetta@libero.it oppure
      s.cianchetta@isci.it

      PS: grazie! ma il merito è vostro (il mio forse è quello di controllare le fonti)

      Elimina
  10. quoto Sandra, in questo gioco a risiko, ogni mossa viene fatta o permessa in cambio di tornaconti. Finchè i paesi del sud hanno consentito le vendite della Germania , quest'ultima ha accettato l'euro e le sue regole. I nostri decisori politici e rentiers hanno accettato il gioco a danno della maggioranza della popolazione italiana e dei relativi diritti/risparmi. Adesso che la Germania si sente attaccata dal mercato unico EU-USA, dall'unione bancaria europea sottomessa alla finanza inglese e dal crollo della domanda europea e mondiale, giustamente difende se stessa. L'Italia a questo punto , strizzata come un limone, può procedere verso il suo destino. Che strana coincidenza che , adesso, l'intoccabilità di Napolitano non è più condizione necessaria, così come la permanenza del governo inefficace di Letta. Alla fine superato il passaggio Bankitalia e avviate le privatizzazioni degli ultimi bocconi buoni, dopo aver permesso ai grandi gruppi italiani di emigrare, ci stanno conducendo verso le conclusioni. Anche la data del 18 Marzo per la pronuncia della Corte Tedesca è significativa e potrebbe abbinarsi alla "sterilizzazione estera" dei debiti attraverso il Redemption Fund che proprio a Marzo 2014 si paleserà nei suoi dettagli che non saranno ottimali per Noi, dato il gruppo di esperti nominati da Barroso che DEFINIRA' il FONDO di REDENZIONE , ci saranno amare sorprese ??? una cosa e' certa .... "There is not one “expert” in the Expert Group who goes against the Commission’s neo-liberal outlook, and in particular no-one who would bring in the views of the millions living in Europe’s periphery." "http://www.people.ie/news/PN-92.pdf"

    RispondiElimina
  11. io non avevo ben capito la natura della sentenza della corte tedesca, addirittura molti organi di " informazione " nazionale titolavano . finalmente la germania abdica alla propia sovranità !!! Solita cultura pop-deformante. Adesso finalmente un po' di chiarezza...ma mi chiedo (sono d'accordo con Sandra Moro ) se l'OMT venisse vanificato non ricomincerà di colpo la guerra degli spread ?? e relativa scommessa di fallimento dell'eurozona ?? NOn afferma la germania con tale sentenza di averne a sufficienza dell'€ ??? potrebbe essere che ricorderemo il 18 marzo come il nostro 25 aprile , salvo stabilire chi sarà il Badoglio di turno ( forse ne avremo a bizzeffe ) e chissà perchè mi viene da collegare tutto ciò con la notizia odierna che il governo monti sia stato preordinato coscientemente da Napolitano , commisiione europea e berlino. Con ciò dando esplicitamente del mentitore al PdR che neanche una settimana fa dichiarava da quel di bruxelles : i governi monti e letta non sono stati un mio capriccio. Sì lo so che "sesapeva "cioò non di meno non mi tranquillizza

    RispondiElimina
    Risposte
    1. L'ipotesi di Sandra è coerente con quanto abbiamo già ipotizzato qui
      (a proposito dell'insistenza bundesbank -in replica di deutschebank- sulla super-patrimoniale)
      http://orizzonte48.blogspot.it/2014/02/il-piano-tetti-nel-deserto-della.html#comments.
      I tedeschi cercano di tirare la corda finchè non si rompa sul serio?
      Sì, ma in modo di avere ineccepibili ragioni di diritto per poi sostenere inadempienze altrui e negoziare lo switch valutario dei loro crediti esteri in modo sfavorevole ai debitori...Altrimenti già sarebbero fuori. La partita residua è tutta qua: checchè ne dicano i troll e i sognatori

      Elimina
    2. Certo che lo è, ed aggiungo anche che è coerente con molti post precedenti in cui rilevavi la violazione dei trattati da parte della Germania stessa (vedi riforma Hartz) nonché la sua scarsa propensione alla cooperazione .
      Ma è coerente anche con la risposta rappresentata dal Manifesto firmato da Bagnai, Borghi, Sapir ecc.
      Insomma, non intendevo scoprire l’America:) ma soltanto rilevare che quest’ ultimo intervento ( in ordine di tempo) della Corte Costituzionale tedesca, potrebbe essere il segnale inequivocabile di una decisione già presa, le cui tempistiche dipendono soltanto, come tu confermi, dalla volontà di “negoziare lo switch valutario dei loro crediti esteri in modo sfavorevole ai debitori”.
      Quello che invece mi sembra importante sottolineare oggi, è, che proprio appellandosi alla sovranità nazionale e al diritto, i tedeschi prenderanno le distanze dalle macerie, che le loro sconsiderate politiche economiche di stampo mercantilista hanno provocato. Quel diritto e quella sovranità che di fatto ad altri paesi sono stati negati (beninteso, con la complicità dei governi locali).
      Riguardo i sognatori volevo solo aggiungere che la Spinelli e Tsipras, con le loro proposte, sono già anacronistici, prima ancora di candidarsi. Il mio finale implicitamente era dedicato a loro: l'euro è irreversibile le sovranità nazionali hanno fatto il loro tempo, salvo pronuncia contraria della Corte costituzionale tedesca.

      Elimina
  12. Spero bene che questo post , credo per ora unico (!) in Italia ( in ordine alla ultima decisione della c.c. tedesca) venga amplificato...che so', anche dal sussidiario, libre e simili....intanto pero', purtroppo, non per deprimere ulteriormente, ma "loro" vanno come treni, contemporanemente si apprestano a mettere le mani sul risparmio italiano nel sistema Inps: Mastropasqua NON era un uomo di Draghi
    http://www.libreidee.org/2014/01/foa-litalia-e-gia-in-mano-agli-uomini-di-mario-draghi/



    RispondiElimina
  13. Mi faccia capire...
    La Corte Costituzionale Tedesca dice che l'OMT è accettabile per la Germania, purché la Corte Europea ne confermi un'interpretazione limitata, che poi è quella conforme ai Trattati Europei.
    In base a questa interpretazione la missione della BCE non è "salvare i paesi in difficoltà": al contrario, si possono anche comprare titoli di Stato, ma non a qualsiasi costo (whatever it takes); il che vuol dire che il vincolo solidaristico, presupposto costituzionale per l'accettazione di un trattato internazionale che limita la nostra sovranità, viene dopo, è subordinato a, il rispetto di una serie di parametri monetari e fiscali sproporzionati e non paritari.
    Ho capito bene?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sì.
      Più che "subordinato" è proprio violato, originariamente e dalla chiara prassi applicativa (confermata dalla Corte tedesca, ineccepibilmente: ovviamente, data l'asimmetria strutturale dei trattati, CIO' CHE E' COSTITUZIONALE PER I TEDESCHI E', PER "CONVERSO LOGICO", INCOSTITUZIONALE PER NOI: ma era un effetto inevitabile e originario dei trattati).
      E l'art.11 non è invece derogabile, trattandosi di principio fondamentale inserito tra gli artt. 1-12 Cost.

      "La mitica "solidarietà" che risponde al presunto spirito "perduto" della costruzione europea, non ha e non ha mai avuto un punto di riferimento cui "ritornare": e questo semplicemente perchè il Trattato (fin da Maastricht) è stato espressamente congegnato non per fondarsi, magari per implicito principio attinente alla sua "causa fondamentale" (cioè al suo oggetto e al suo scopo, intesi secondo buona fede, art.31 Conv. di Vienna), su una qualche forma di solidarietà finanziaria e fiscale, ma, al contrario, sulla sua espressa esclusione.

      Cioè questa esclusione originaria, evidentemente a suo tempo oggetto di un'attenta negoziazione condotta dagli stessi tedeschi, e da noi, si dovrebbe supporre consapevolmente accettata, segnala il trattato per il suo peculiare, esplicito e intenzionale contenuto di contrarietà alla finalità di promozione della "pace e della giustizia fra le Nazioni" nel quadro dell'art.11 della Costituzione."

      Elimina
    2. Ah: la giustificazione di Draghi non è salvare i paesi in difficoltà, ma salvare l'euro (e il modello economico che esso implica). C'è una bella differenza: la questione "solidarietà fiscale" appartiene solo alle enunciazioni italiane filo-europee e is basa sull'immaginato enunciato di trattati che dicono il contrario.

      Elimina
  14. Insomma, siamo a un tavolo di poker e la Corte tedesca ha appena detto: "Vedo"...

    RispondiElimina