martedì 11 marzo 2014

QUOTE ROSA, ORDOLIBERISMO E DOPPIA VERITA'


D'altra parte la questione è molto semplice: si facesse un "partitodelledonneinquantotali". Cosa lo impedisce a tutte le parlamentari attualmente in rivolta e che evocano Lorena Babbit?
Sicuramente riceveranno tantissimi voti da altre "donneinquantotali" e gliela farebbero vedere ai leaders maschi. O no? 
E' in sè un programma politico di tutto rispetto, capace di risolvere il problema della crescita "fenice" e della disoccupazione raggiungendo al contempo il pareggio di bilancio (che sarebbe, infatti, una misura per tutelare i "nostri figli"). O no?

Sarebbe bello vedere come lo realizzarebbero, non "così", in un modo qualsiasi: piuttosto con tasse e tagli indifferenziati "inquantotali", e disoccupazione-precariato diffusi equanimemente per "quote-rosa"
Ma proprio "inquantotali": potrebbero, sicurissimamente, riuscire nell'utilissima impresa in cui i maschi sono impegnati malamente...a parole, perchè in realtà (maschi e femmine) stanno ottenendo esattamente quello che volevano. 
Eh sì perchè siamo nel campo della doppia verità del liberalismo ristretto: l'austerity espansiva serviva ad ammazzare la domanda.
E le donneinquantotali sono apparse maestre della doppia verità.
Per quanto riguarda ciò che ha detto la Corte costituzionale sulle "quote rosa" elettorali, pareva un discorso chiuso con un certo buon senso: nessuna violazione con gli artt.2 e 3 Cost, semmai interferenza con la "libertà" del voto; e nessuno impedisce ai partiti di stabilire autonomamente una regola in tal senso (seguendo il chiaro invito della Corte). Mettendo con ciò alla prova, se si fosse rammentata, e non "stranamente" dimenticata, tale chiara indicazione della Corte costituzionale, sia il rispetto della Costituzione intrinseco nei partiti, facendo almeno una scelta responsabile davanti agli elettori, sia il peso culturale e politico delle "donneinquantotali".

Ma il punto è un altro: chi oggi, a prescindere dal "genere", accede veramente alle cariche politiche elettive?
Tralasciamo il M5S, senz'altro atipico e destinato a rappresentare (esclusivamente?) Grilla e Casaleggia. O no? NO?
 
In ordine: avvocati, imprenditori (ma sono meno dei primi), dirigenti d'impresa (management ed executive: che sommati ai secondi la dicono lunga sull'anti-Stato istituzionalizzato), e docenti universitari (che teorizzano, per lo più, con qualche sopradica eccezione, la fierezza di essere "liberisti"...e anti-Stato). 
Verificate pure e fate le proporzioni con la base sociale che sarebbe rappresentata in rigorosa SPROPORZIONE.
(Tra l'altro, col proporzionale le cose andavano leggermente meglio, storicamente prevalevano gli avvocati, sempre, ma anche gli insegnanti)
mio 08-2455795 alle 11.01.21

Basterebbe questo per porre un problema da affrontare seriamente.
E magari non è un caso che una maggioranza di abbienti si senta tanto agevolata ad usare le doppie verità nell'esercizio delle funzioni elettive e di quelle "televisive".

Mi viene allora da ripetere quanto già detto qui, qualche mese fa:
...la Costituzione italiana all'art.3, comma 2, dice (lo ripeto perchè dovrebbe essere stampato a caratteri cubitali sopra le fotografie dei Presidenti della Repubblica e sopra i crocifissi nelle varie scuole):
"E' compito della Repubblica (cioè è il suo compito primario ed essenziale, come Stato, che DEVE LEGITTIMARE OGNI azione dei pubblici poteri ndr.) rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che, LIMITANDO DI FATTO, la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese".

La Costituzione ammette che gli esseri umani dovrebbero essere tutti di pari dignità sociale ed "eguali di fronte alla legge": che è il comma 1, dell'art.3.
Ma "SA", senza false ipocrisie tipiche dell'età liberista (di nuovo oggi in auge, se riferita all'ossessione contra constitutionem che il lavoro sia l'unica merce soltanto soggetta alla legge della domanda e dell'offerta), che NON E' COSI' NEI FATTI.
Ed allora precisa, senza ombra di dubbio, che la nostra forma di Stato, cioè quella Repubblica democratica che non si può mutare (art.139 Cost.) ha un dovere primario, uno scopo irrinunciabile e che giustifica ogni suo altro compito. Il quale può dunque giustificarsi solo se è raccordato a questo. E cioè che occorre attivarsi, con l'insieme di tutte le istituzioni costituzionali, per rimuovere gli ostacoli che impediscono una effettiva eguaglianza.
Di questi ostacoli il primo evidenziato, sempre per scalzare l'ipocrisia dei precedenti ordinamenti, si evidenzia quello "economico" e, lo si correla alla "persona umana" nel suo sviluppo e alla "partecipazione di tutti i lavoratori" a quello che è, riassumibile, nella formula di "governo del Paese".
Allora, per rimanere in tema, l'ipocrisia riaffiorante in questi tempi, si appunta proprio sulla condizione della donna, che, però, coessenzialmente andrebbe vista in primo luogo come "lavoratrice" (il che ci rinvia anche a chi lavoratrice non è, ma non "può" esserlo nonostante la sua volontà).  
La nuova idea di parità, nascente dal politically correct e trasfusa a piene mani nei diritti cosmetici europei, è frutto di questa ipocrita "rimozione" delle differenti condizioni economiche e sociali di partenza delle persone umane.
Non ogni donna può richiamarsi allo stesso modo alla parità, cioè alla eguaglianza sostanziale, perchè la Costituzione, è ben conscia della realtà che non si può celare se non per ipocrisia manipolatrice: lo possono fare, prima di tutte, le donne che si trovino nelle condizioni di "ostacolo economico e sociale" che ne impediscono il pieno sviluppo della persona umana, concetto che include anche quello dei figli di cui come madri hanno la cura, e di "lavoratrici". 
Le altre, perciò, non possono, in base al dettato costituzionale, invocare una generica condizione unificante di "donna", per reclamare lo stesso livello di rivendicazione e, prima ancora, di tutela prioritaria della loro condizione.
E questo un vizio estremamente comune tra le "notabili" che compaiono in televisione e, hanno come privilegiate prima ancora che come donne, la notorietà e la "voce" sproporzionata che gli conferisce il far parte nelle istituzioni o l' essere (molto) ben remunerate esponenti politiche e del mondo dell'informazione.
Queste donne, hanno senza grandi problemi l'accesso al settore di mercato costituito dai servizi all'infanzia, ove siano madri, e sono garantite da posizioni professionali dirigenziali o comunque molto ben guarnite di tutele legislative e contrattuali. Al più hanno dovuto combattere ostacoli culturali e psicologici, al cui superamento ha provveduto essenzialmente l'evoluzione del costume e la cui forza deterrente è stata spesso deteminante per condizioni di (privilegiata) pigrizia personale.

Quando udite richiamare la sua condizione di donnacon un certo che di allusivo e furbesco sorriso non disgiunto da una soddisfatta aggressività, da parte di una "privilegiata", specialmente in TV, ricordate che la previsione costituzionale non è proprio per loro, almeno allo stesso modo con cui lo è per chi effettivamente subisce gli ostacoli "economici e sociali" sopra detti.
Non è perciò proprio per quelle poche donne che, per condizione familiare o di matrimonio, e frequentazioni che fin dall'infanzia, a questa condizione si accompagnano, siano sempre state in grado di scegliere il proprio destino professionale e di qualità della vita
Andate sempre a controllare il curriculum di queste donne e la storia di "classe" che, se questi curricula sono completi e non astutamente tagliati di parti determinanti dei loro autoproclamati "meriti", i loro percorsi normalmente illustrano. La omogeneità in questo senso è impressionante (di figlie o mogli o compagne di...). In Italia e in Europa.
E non vi fate ingannare dalle politiche cosmetiche lanciate in forma propagandistica per tutelare "le pari opportunità": queste sono intenzionalmente affidate a risorse fantasmatiche, che servono solo a nutrire uno stuolo di consulenti e di studiose (nella migliore delle ipotesi) che alimentano discorsi senza fine, norme senza o con ridicola copertura, e autoreferenziali e autoperpetuanti "giri" di intellettualoidi al soldo del "sogno europeo".

25 commenti:

  1. Come cittadina italiana (non come donnainquantotale) grazie, 48, per questo post!

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    1. Siamo tutti fratelli (sorelle) nella notte...Torna quando vuoi, e magari registrati con un nick, così evitiamo l'anonimo :-)

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  2. Ma infatti dove è che si parla di "quote rosa"? In politica (oggi), e nei consigli di amministrazione delle aziende (mi ricordo di molte proposte in tal senso in passato).

    E la cassiera precaria di Auchan che scopre di essere incinta? Lei non ha garantita nessuna "quota"? No. A lei spetta la stessa garanzia di cui beneficia il marito muratore: la "flessibilità in uscita". E parità l'è fatta: più eguaglianza di così.......

    Quanto poi il principio sia moralmente accettabile, non saprei nemmeno. Ad occhio, l'eguaglianza si raggiunge rimuovendo le cause di diseguaglianza, non compensando presunte diseguaglianze di fatto con uguali e contrarie diseguaglianze di diritto (che è, in fondo, la ratio alla base delle quote rosa)......

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    1. Per le deputate già in parlamento (!) è una disegualianza di fatto in vista della "rendita di rielezione"...il resto non conta, poichè l'ordoliberismo tende per definizione a conservare la governance a legittimazione metafisica :-)

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  3. Anche io devo ringraziarla: finalmente trova riscontro cio' che ho sempre pensato. ... "E non vi fate ingannare dalle politiche cosmetiche lanciate in forma propagandistica per tutelare "le pari opportunità": queste sono intenzionalmente affidate a risorse fantasmatiche, che servono solo a nutrire uno stuolo di consulenti e di studiose (nella migliore delle ipotesi) che alimentano discorsi senza fine, norme senza o con ridicola copertura, e autoreferenziali e autoperpetuanti "giri" di intellettualoidi al soldo del "sogno europeo".
    Cordiali saluti

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  4. (me sa che l'ho postato altrove, sorry...)

    "Insomma, le donne italiane, le madri e lavoratrici che la Costituzione sapeva benissimo quanto fossero in condizione di minorazione, non hanno bisogno dei diritti cosmetici europei e del politically correct: hanno solo il diritto (da non negare più) a che si ritorni alla Costituzione del '48."

    Mi permetto di rispolverare due vecchi post sull'argomento, a beneficio di chi se li fosse persi;:

    LE MAMME, GLI INVESTITORI ESTERI E LA GUERRA DELL'EURO AI BAMBINI

    "continua": LE DONNE E LA GUERRA DELL'EURO A MAMME E BAMBINI- ADDENDUM COSTITUZIONALE

    Grazie.

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  5. Ciao Quarantotto, dico una idiozia se affermo che con la fine del proporzionale è inziata la fine della Democrazia partecipativa? Con il cosidetto maggioritario si è prodotta una cesura fra il mondo del lavoro e il mondo politico. I lavoratori intesi come operai, impiegati, insegnanti, piccoli commercianti e artigiani, non hanno più nessuna rappresentanza e quindi nessuna voce. Se nel sistema proporzionale con le preferenze l'Eletto doveva mantenere un rapporto stretto con il territorio, e quindi qualche favore doveva distribuirlo se voleva venire rieletto, con il sistema maggioritario tutto questo viene meno, in quanto chi deve essere eletto viene messo nei seggi sicuri, chi non deve essere eletto viene messo nei seggi perdenti. Così facendo il clientelismo resta nella parte alta della piramide sociale, alla base viene riservata l'austerità, la disoccupazione, e l'aumento delle imposte locali grazie al federalismo.
    Se non ricordo male fu Segni a promuovere il referendum per la modifica della legge elettorale da proporzionale a maggioritaria. Ma senza l'aiuto di quello che di nome e di fatto(politico) si chiama Occhetto, allora segretario di un glorioso partito che doveva rappresentare i lavoratori, probabilmente la Storia avrebbe avuto un corso diverso.

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    1. Sottoscrvio tutto.
      Il maggioritario e la ridicola (smentita dai fatti) scusa della governabilità fu un tassello coevo, e non a caso, con l'instaurazione del regno del terrore del deficit (Maastricht).
      E una delle fondamenta dell'edificio ordoliberista, in procinto ora di restaurare il liberismo sfrenato
      (da cui la sovrarappresentanza imprenditori e management, che passa poi il tempo a sputare sulla politica che condiziona decisivamente)

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    2. Non dimentichiamoci che il maggioritario fu voluto anche dal pioniere italiano sia del piddinismo sia dell'ordoliberismo:

      PANNELLA

      Non scordiamo mai chi, per primi in Italia, hanno scambiato i diritti sociali per quelli cosmetici...

      (Se no poi non si capisce cosa ci fa una Bonino al Bildelberg o al ministero degli esteri)

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    3. E già, Pannella.
      Il bello è che lui lo diceva, anche. Bello, chiaro e dettagliato: "liberale, liberista e libertario". Lui enunciava gli aggettivi con due elle iniziali e io mi chiedevo che caspita volesse dire.
      Perchè non sapevo, non me lo aveva spiegato nessuno. Avevo visto tutti i film di Peckimpah, ma cosa fosse una certa estrema destra americana, quali fossero le sue parole d'ordine, mi era perfettamente opaco, mentre Pannella dichiarava a tutte lettere di aderire pienamente ad essa, solo escludendo ogni aspetto razzista o religioso.

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  6. Sono arrivato alla conclusione che il problema non sono i mezzi di informazione completamente "catturati". E' qualcosa di più subdolo.

    E' un ceppo virale che aggredisce il cervello, che quando si diffonde si trasforma in un'ecatombe come la "spagnola": non esiste "cultura" ed "istruzione" che tenga.

    Gli unici uomini immuni (e uomine... ma che si andassero tutte ad ammazzare ste pute d'alto bordo) non sono gli uomini "colti": sono gli uomini liberi. Semplicemente perché un percorso di crescita culturale ed umana libera, voce del verbo liberare: condizione, né necessaria né sufficiente per l'individuo, ma assolutamente sia necessaria che sufficiente per la società. (Qui ricordo l'indistinzione che viene fatta nella propaganda liberista tra sociologia e psicologia)

    E' talmente evidente la matrix che più passa il tempo più credo che effettivamente gli esseri umani si stanno trasmutando in "batterie biologiche".

    Bagnai nell'ultimo post ricorda, come già si dibatteva in calce ai tuoi articoli, le similitudini tra UE e URSS: gli opposti (ma dove?) che coincidono. Le differenze sono proprio quelle che già Orwell prediceva. Ovviamente in peggio.

    Se Marx faceva nascere la sua analisi da qualla profonda umanità che porta al socialismo, gli ordoliberisti ne prendono tout court gli strumenti propagandistici, il peggio dell'eredità marxista-leninista al netto dell'umanesimo: in particolare fanno proprio la follia del materialismo dialettico.

    Che questo virus sia l'ideologia?

    (Ho segregato mia moglie, ex-docente di storia russa in patria, prigioniera finché non rivela i segreti che hanno portato al 7/11/17... :-) )

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    1. La cosa curiosa (e contraddittoria), è che il parallelismo con l'URSS richiama una struttura iperburocratica, centralista e pervasiva. Uno Stato, quindi, come "Dio Mortale", per dirla con Hobbes, che in nome della pace e della sicurezza chiede al cittadino una delega totale ed in bianco.

      Eppure, tutto questo dovrebbe, nelle intenzioni del teorico (Von Hayek) e degli implemetatori, portare a quello "stato minimo" che non opprime le libertà del singolo.

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    2. Ma infatti il parallelismo con l'URSS è creazione di liberisti ristretti UK e vari che si oppongono ai crucchi per ragioni egemoniche. A mio parere non regge.
      E' una visione statica della strategia dinamica ordoliberista, che non considera che la dispersione di sovranità si sta realizzando e la normazione in campo economico-finanziario UE (e non solo) è solo strumento per dissoluzione a tappe delle democrazie sociali.

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  7. Intellettuali, forse, ma rigorosamente pop (riduzionisti su doppie verità)
    Non è ideologia: è brama di potere sfrenato oligarchico e non è un virus: è un batterio :-)
    Ricorderai anche questi
    http://orizzonte48.blogspot.it/2014/01/lautoinganno-del-tecnicismo-pop.html
    http://orizzonte48.blogspot.it/2014/01/il-batterio-pop-del-folle-laboratorio.html

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  8. Il disarmo da parte della sinistra di quello che è stato uno dei capitoli più importanti della sua storia intellettuale, cioè la critica alla "formalità" di diritti scollegati dalla loro effettività sociale - secondo una prospettiva analitica accolta anche dal liberalismo "allargato" (è già stato citato Popper. Questo è Dahrendorf (Per un nuovo liberalismo, Laterza, Roma-Bari, 1988, pag. 124): "L’uguaglianza davanti alla legge ha poco significato se non esiste suffragio universale e altre chances di partecipazione politica. Le chances di partecipazione rimangono una vuota promessa se le persone non hanno la posizione sociale ed economica, che le metta in condizione di giovarsi di quello che le leggi e le costituzioni promettono loro. A poco a poco l’idea di cittadinanza è stata dotata di sostanza. Da essere una quantità formale di diritti, la cittadinanza è diventata uno status, di cui fanno parte, oltre al diritto elettorale, un reddito decoroso e il diritto a condurre una vita civile, anche quando si è ammalati o vecchi o disoccupati") - è veramente disperante.
    Osserverei però un dato: l'appropriazione e svuotamento di istanze emancipatorie da parte del pensiero reazionario non è per nulla una strategia nuova: anzi. Una delle tesi del libro di Corey Robin, The Reactionary Mind (Oxford University Press, N.Y., 2011), è infatti proprio che "not only has the right reacted against the left, but in the course of conducting its reaction, it also has consistently borrowed from the left." (pag. 40). Alcuni episodi di "borrowing" sono abbastanza noti (per esempio il fascismo), ma ce n'è uno, evidente nei risultati, di cui viene chiarita la pianificazione strategica, che forse può aiutarci a isolare il nostro batterio pop: "The most interesting cases of the right’s appropriation of the left, however, came from big business and the Nixon administration. The business class saw the student movement as a critical constituency. Using hip and informal language, writes historian Bethany Moreton, corporate spokesmen left “their plaid suits in the closet” in order to sell capitalism as the fulfillment of sixties-style liberation, participation, and authenticity. Reeling from protests against the invasion of Cambodia (and the massacre of four students that ensued), students at Kent State formed a chapter of Students in Free Enterprise (SIFE), one of 150 across the country. They sponsored a “Battle of the Bands,” for which one contestant wrote the following lyrics:

    You know I could never be happy
    Just working some nine-to-five.
    I’d rather spend my life poor.
    Than living it as a lie.
    If I could just save my money
    Or maybe get a loan,
    I could start my own business
    And make it on my own.

    Small business institutes were set up on college campuses, casting “the businessman as a victim, not a bully.” Business brought its Gramscian tactics to secondary schools as well. In Arkansas, SIFE performed classroom skits of Milton Friedman’s PBS series Free to Choose. In 1971, Arizona passed a law requiring high school graduates to take a course in economics so that they would have “some foundation to stand on,” according to the bill’s sponsor, when they came up “against professors that are collectivists or Socialists.” Twenty states followed suit. Arizona students could place out of the course if they passed an exam that asked them, among other things, to match the phrase “government intervention in a free enterprise system” with “is detrimental to the free market.” (pp. 102-3).


    .

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  9. Ci mancava il tuo apporto :-)
    Fondamentalmente, però, qua siamo all'enunciazione dell'individualismo neo-liberista puro (contro uno Stato che ti arruolava e mandava in guerra e poi ti obbligava a pagare tasse redistributive).
    Rememeber Lawrence Kasdan in Big Chill? Raccontava proprio questo, in fondo.

    L'ordoliberismo ha una caratteristica aggiuntiva: non contrappone ma canalizza il potere del business rispetto allo Stato, anche perchè più che il new business, privilegia la stabilizzazione della rendita finanziaria in forma istituzionalizzata...

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    1. C'è talmente tanto da studiare e da leggere. :-) Sì, il film l'ho visto, ma è passato molto tempo e ne ho un ricordo vago.
      Certo, sono perfettamente d'accordo che l'ordoliberismo ha una sua specificità: d'altra parte Robin è americano, l'ordo europeo. Il precedente - mi pare - illumina però sia aspetti importanti della strategia pop sia possibili sviluppi della seconda fase, quella scopertamente liberista: direi che i progetti di pedagogia economica per la scuola superiore di cui ha riferito di recente Montero Soler vadano esattamente in quella direzione (a pag. 2 di uno dei documenti linkati compare una citazione dalle conclusioni in materia di "espíritu empresarial en la educación y la formación profesiona" distillate da un gruppo di esperti al lavoro presso la Commissione Europea nel 2009: "La educación del espíritu empresarial no se debe confundir con los estudios generales empresariales o de economía, pues su objetivo es promover la creatividad, la innovación y el empleo por cuenta propia." Appunto.).

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    2. Meno male che tu mi capisci: è la seconda fase quella della maschera gettata. Vicina ma non del tutto realizzata. Ovvio che la cultura dello "spirito imprenditoriale", data la struttura mono-oligopolistica del capitale fin.rio, è anch'essa strumento di propaganda per suscitare ammirazione passiva verso i finanzieri-tecnici di governo

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    3. Nell'ambito della politica scolastica spagnola è stato varato anche un "Plan de Educación Financiera": lo scopo dichiarato dallo stesso governo è ""concienciar" a los ciudadanos de la necesidad de contratar planes privados y seguros privados.". E' indispensabile che "los niños conozcan "en fases tempranas" conceptos como ahorro, endeudamiento o planificación de la inversión." Lo fanno per i nostri figli, insomma.

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  10. ma quando gli stessi paladini dell ordoliberismo cosmetico votano contro gli emendamenti cosmetici cosa resta? solo mangime per menti già troppo plasmate per capire.

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    1. Ma i diritti cosmetici sono un fatto mediatico di gesuitismo nichilista. MIca devonoo essere effettivamente tradotti in norme prescrittive. E' uno dei segretucci della strategia: arma di diversione di massa non di politica degli "interessi"

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  11. In realtà volevo andare a parare da tutt'altra parte: la «concreta astrattezza» dell'ideologia come mcd Marx/Hayek.

    Ideologia non intesa come "sistema coerente di ideali" ma intesa perciò che la storia ci insegna essere: una «religione materialista» che sostituisce all' al di là un'utopia.

    Il fatto che non venga rispettato il principio logico di non contraddizione la rende invulnerabile sia alla ragione che all'istruzione.

    Il batterio pop è solo la parte più estesa dell'infezione che, comunque, parte da una sociopatica intellettualità d'accademia ma, soprattutto, di interessi economici che ha progettato minuziosamente per un lungo periodo, ben oltre il godimento della miserabile lussuosa vita degli attori in questione.

    L'avidità sfrenata è solo un'altra parte della patologia che può essere imputata a quella finanza rampante che in realtà è "sorosiano messaggio divino di sventura": solo in questo senso siamo in balia dello "scoordinato comportamento collettivo di razionali operatori di mercato".

    I "liberalisti ristretti" sono tanto ingenui quanto i colletivisti: il loro "Fogno" (l'utopia) è in realtà una distopia o, meglio, l'utopia di un gruppo di famiglie che trova limitazione al loro potere solo nell'esistenza stessa di altri esseri umani.

    L'ideologia, oltre ad essere un potente neurolettico per chi in queste famiglie ci nasce, è lo strumento più potente mai inventato per rovesciamenti palingenetici. Grazie all'insensibilità al principio di non contraddizione può sopravvivere all'ostilità scientifica grazie alla sua infalsificabilità.

    Parlare di "sinistra post-ideologica" è assolutamente fuorviante: si è sostituita un'ideologia con un'altra.

    L'€uropa ordoliberista è un esperimento locale che vuole anticipare una distopia globale ben chiara nella vision di sti liberistomannari: un'unione sovietica globale dove la tecnocrazia fa manutenzione ordinaria di una burocrazia robotizzata, in un mondo governato dal "vincolo mercato". Come in URSS non esisterà libero mercato, ma giganteschi monopoli "tecnici" che saranno tali per l'impossibilità scientifica (non politica) di ristabilire le regole della concorrenza (basti pensare ai sistemi di licenze applicati a gangli vitali del sostentamento della vita umana).

    Si parlerà una solo lingua, anglofona, formata da una quantità sterminata di segni ma pochissimi signifacati, il proletariato (ovvero le batterie biologiche) sarà un meticciato indistinto senza né cultura, né radici.

    Come in USA ci sarà una divisione sociale in cui le classi sono in relazione all'etnia: WASP&Sion in cima, cruccocalvinisti a scendere e, in fondo alla catena alimentare, i latinoniggers (magari convertiti all'induismo così non "si lamentano della casta").

    La distopica "grande società" sarà una stasiana DDR che sostituirà la teocrazia leninista con quella del mercato e, invece di un politburo, ci sarà un ingovernabile libero mercato che, come le tempeste di Nettuno, si abbatterà iracondo con le sue crisi senza fine.

    Al riparo, nell'ombra, le stirpi elette a godersi la "libertà".

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    1. Sulla struttura dei mercati e del capitala finanziario nonchè sulla sostituzione dei mercati al partito unico del popolo, offri dei buoni argomenti. Ma l'URSS non aveva questa stessa demoniaca intenzionalità distruttiva del benessere generale: magari dell'individuo in molte sue spinte socio-biologiche, ma non della sua realtà comunitaria.

      Questi nichilisti, invece, rispondono all'egomania gerarchizzante, indifferente verso gli altri, propria della autoperpetuazione dei poteri assoluti orientali; e senza neanche rischiare le spietate lotte dinastiche, dato che agiscono in cartello mondiale

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    2. Sono assolutamente allineato sulle differenze abissali di genesi delle ideologie: quella marxiana, socialista e umana, quella liberal-hayekiana-mondialista assolutamente anti-umana.

      Infatti, a differenza della propaganda russa, quella pop ordoliberale è assolutamente disvaloriale.

      I punti in comune li vedo nella strumentalità dell'ideologia come "infezione" necessaria per il rovesciamento del sistema e il progetto DDR/STASI di controllo assoluto (alla "Orwell") in funzione di un totalitarismo che vede il "prolet" sottomesso anche nello spirito, come nelle peggiori teocrazie.

      Infatti, proprio nelle abbissali differenze che tu stesso sottolinei, è fondamentale l'analisi che fa Putin sugli avvenimenti globali: un'analisi che in realtà propaganda l'unica ideologia che pare contrapporsi a quella imperante. Un'ideologia che corre parallela alla nuova Dottrina di Bergoglio che contrappone l'umanesimo (ovviamente) all'anti-umanesimo.

      Non è un caso che Putin attacchi i "diritti cosmetici" tema di questo post come strumento demoniaco anti-umano.

      Auspico alla nascita e all'affermazione di una nuova dottrina religiosa-ideologica che possa unire gli interessi spirituali e materiali dell'ex-mondo libero con gli interessi in primis geopolitici del blocco orientale creando, di nuovo, quello stallo da equilibrata, dinamica contrapposizione di interessi che potrebbe essere rivitalizzante per le compresse socialdemocrazie europee e, vera vittoria anti-mondialista, la nascita di nuove socialdemocrazie, di democrazie costituzionali disegnate e conformi per geografia/etnia anche nelle maggiori nazioni d'Oriente, d'Africa e Sud America.

      In questa visione si può dipingere un eqilibrio Guerra e Pace in un mondo multipolare in cui vengono distinti due grandi blocchi ideologici: da una parte il blocco liberista anglosassone antiumano, con i cugini brutti calvinisti, dall'altro un blocco formato da poli geopoliticamente contrapposti ad ispirazione socialdemocratica: celtocattolicolatini europei+sudamericani, ortodossi balcanicorussi, indocinesi e africani.

      Democrazie costituzionali in Paesi con tradizioni sanguinarie e assolutiste? Utopia? Ma se fosse la reazione necessitata per la non estinzione della "specie"? Dove c'è frontiera c'è speranza.

      p.s. Questa mattina ho sentito in radio un missionario gesuita parlare di liberismo sfrenato (con buona pace del nostro carissimo Fusaro) che metteva in un angolo la turpe truppa di confindustria che, a parer mio, dovrebbe essere giudicata da una corte marziale per alto tradimento. Le €urotrasmissioni del sabato sono un continuo vilipendio dell'Italia e degli italiani.

      (Chang mi sta già piacendo tantissimo: grazie! :-) )

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  12. JESSICA “BOBBIT”, LORENA “RABBIT” & IL “GIOGO” DELLE TRE CARTE

    OTC fisiologico basale come il metabolismo del respiro - il PRIMO, il battito - il SECONDO, e il cogito sospeso perchè ito non si sa dove - il TERZO.
    C’è da darsene ‘na ragione, e ‘na ragione grande, che non si vede perchè è dentro, infilata profonda nelle terga dé gli ‘rtri.
    A prescindere dalle pugnette silvestri – cioè le piccole pugne, “colpi di mano” di una gelida guerra – che poco fanno per il bene di molti ma molto, invece, per l’interesse di pochi, appare glorioso il QUARTO dei misteri della fede de gli ‘rtri, rin”galluzzita” dalle prestazioni siliconate di john-wayne.
    Di qualcuno, dè noi ‘rtri, rimane la lezione del “segui i soldi” ascoltando la sordità dei muti e facendo roteare i bulbi sul primo o secondo ma certo unico cardinale di governo: UNICREDIT.
    Sono i numeri primi di ieri a stimolare, controvoglia, l‘immaginazione:
    i.) quotazione azionaria: + 6,2%
    ii.) bilancio 2013: perdita di 14 mld € da svalutazione avviamento e accantonamento per crediti inesigibili
    iii.) stima credito inesigibile: > 70 mld € che obbliga alla fortunale creazione di una “bad bank” nazionale da lanciare sul “mercato sottostante”, quelo coperto dalle terga de gli ‘rtri
    iv.) ristrutturazioni: 8.500 di personale in esubero nei prossimi 3 anni
    v.) dividenti: 0,1 € per azione
    In attesa dei numeri secondi che ren(z)icontano oggi, è certo l’effetto lisergico della segale cornuta con il belletto dei mutui agevolati promossi con il PLAFOND CASA dei “lupi” famelici (by sole delle 24 ore, 7/3/2014), garantiti dalla provvista del CDP – Cassa Depositi Prestiti - a sua volta coperta con il risparmio privato che crede ancora nel Belpaese.
    Speciato il paradigma, parte l’attacco alla diligenza e gli ‘rtri dovranno darsene ‘na ragione con il senZo del Renzo perchè LO SI HA DA FARE PER I FIGLI DE’ NOI ‘RTRI.
    Basteranno ancora trenta monete dell’Isk Ariot - colui che serve e sa – a placare le bramosie oppure nuove dosi di Pentothal sodium per svelare la verità?
    Per certo “una cosa sappiamo: se il senno del poi venisse usato prima, quanti guai ci saremmo risparmiati”.

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